* Inizia una nuova parte, un pochino più corta delle altre, ma ben distinta e presto capirete perché. Siamo sempre al quinto anno, durante le vacanze di Natale, e Draco prende una decisione importante che lo porterà a fare un ulteriore passo in avanti verso la propria maturazione e crescita personale, ma come sempre con Harry accanto. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO 58:
DECISIONI SOLENNI
Se da un lato Harry era contento di andare a casa da Sirius, dall’altro non era tanto felice di doversi trattenere davanti a Narcissa, non dopo quel bel periodo dove a scuola ormai si lasciavano andare come una normalissima coppia.
Le effusioni amorose non erano tendenzialmente eccessive salvo in certe situazioni, ma anche dei semplici abbracci o addirittura dei baci dati in pubblico senza doversi preoccupare e nascondersi, erano diventati la quotidianità per Harry e gli piaceva da matti.
Consapevole che in casa non avrebbero assolutamente potuto lasciarsi andare, quando varcò la soglia a lui così familiare, era già teso e nervoso.
Sirius lo vide in un istante ed alzando un sopracciglio, gli puntò il dito in mezzo agli occhi, dritto sulla rughetta di disappunto.
- Che hai? Non sei contento di essere a casa con me? - chiese diretto senza peli sulla lingua, quelli stavano in altri posti.
Harry sbuffò e scosse la testa cercando subito Narcissa con lo sguardo, la trovò che salutava con la sua solita compostezza suo figlio anche se questa volta con un sorprendente e sconvolgente bacio guancia a guancia. Formale come quello fra regina e principe, ma non essendo quasi mai successo, fu un evento shoccante.
- Ah capisc... - ma Sirius non riuscì a finire la parola che seguito lo sguardo del figlioccio e vista la scena di quei due che si salutavano con un guancia a guancia, per poco non soffocò con la saliva. Strabuzzò gli occhi e stava per dire qualcosa di sconveniente come sempre, quando uno schiaffo si depositò ammonitore sulla sua nuca. Dopo di quello, un bacio ammorbidì il gesto. La testa di Remus si era intrufolata fra i due ancora uno davanti all’altro, ma tanto bastò a calmare Sirius, infatti lasciando stare Harry si appese al collo del suo uomo e lo strapazzò esagerando di proposito, riempiendo infatti la sua faccia di baci giusto per dare un messaggio fra le righe.
Harry fece un risolino rilassandosi a quella visione così familiare e bella, una punta d’invidia lo invase e quando si girò a guardare Narcissa e Draco, vide che si erano già bellamente separati e mentre lui era andato verso al camera a sistemare le sue cose, lei aveva lanciato un’occhiata di gelida disapprovazione verso i due che amoreggiavano così impunemente davanti a loro.
Harry sospirò tristemente e scosse il capo decidendo di mettersela via, non sarebbe mai cambiato nulla in quel senso, ma non poteva pretendere la Luna, dopotutto a scuola ormai si vivevano del tutto tranquillamente ed era una cosa impensabile fino all’anno precedente.
Si sarebbe fatto bastare Hogwarts. Poi un giorno sarebbero andati a vivere insieme da soli e lì sarebbe stato ancora meglio.
A Draco non era sfuggito né lo sguardo di Harry né la sua evidente insofferenza.
“È sempre un libro aperto quello...” fece con un sorrisino divertito e scuotendo la testa.
Trasudando tranquillità, andò oltre verso il piano delle camera per sistemarsi in vista di quei giorni che avrebbero passato lì.
Quella per lui era ormai casa sua e lì stava bene, ma un giorno avrebbe avuto la sua. Sua e di Harry. Per lui non c’erano dubbi sul fatto che avrebbero vissuto insieme per tutta la vita.
Così come ormai non aveva dubbi che se aveva potuto affrontare con successo una scuola intera, poteva riuscirci anche con sua madre.
“Certo, abbiamo appena fatto un rarissimo passo in avanti, adesso mi ha baciato sulla guancia, ma grazie a quest’estate penso che abbia capito che non muore nessuno se ogni tanto mi tocca.”
Non riusciva ad immaginarsi realmente sua madre in una versione affettuosa nei suoi confronti, premurosa e piena di amore sconfinato. Non immaginava che quanto vissuto da loro l’aveva trasformata in quella regina dei ghiacci, ma che un tempo era stata ben diversa e che avrebbe potuto esserlo ancora di più in circostanze favorevoli e normali.
Tuttavia ormai le loro vite erano quelle e lui non avrebbe mai saputo di quanto amore sarebbe stata capace Narcissa se lui si fosse trovato in serio pericolo, a quali patti sarebbe potuta scendere per lui, quali rischi avrebbe corso pur di avere sue notizie.
Quella storia nessuno l’avrebbe mai saputa e lui, lì, in piedi nella sua camera condivisa con Harry ormai da molti anni, prese l’ultima decisione che gli rimaneva.
Una decisione difficile e solenne, ma che non si sarebbe mai rimangiato.
“Le dirò di me ed Harry. È ora che anche lei faccia qualche sforzo in più. Se è stata in grado di abbracciarmi quest’estate ed ora addirittura di baciarmi sulla guancia, può anche superare il trauma che suo figlio è gay. Tanto penso che le importi poco...”
Non avendo lei mai dimostrato quanto tenesse a lui, non aveva idea che invece era la cosa più importante della sua vita.
Da quando erano arrivati, Harry aveva dapprima aggiornato Sirius su ogni singolo ed insignificante dettaglio della sua vita scolastica, di tutti i progressi e soprattutto di tutti i guai che aveva combinato.
Parlò tanto anche di Blaise e di come si fosse inserito quasi con naturalezza nel loro gruppo.
- Tre serpeverde in un gruppo quasi totalmente di grifondoro, eh? Che strano assortimento... - commentò Sirius.
- La cosa strana non è quella quanto il fatto stesso che siano così tanto amici con i grifondoro... - sottolineò Remus il quale si era stupito nel vedere Blaise nel loro gruppo di punto in bianco, non sapendo i retroscena conosciuti solo in quel momento.
- Perciò questo Zabini è il primo amico scelto da Draco, eh? - perfino Narcissa aveva ascoltato il racconto dettagliato di Harry, in assenza del figlio sparito in camera.
- È incredibile, vero?
- E com’è? - chiese addirittura. Ad Harry venne un colpo nel sentire tanto interesse per la vita di suo figlio, così non si risparmiò di ulteriori dettagli.
- A posto, credo... - si guardò bene dal dire come era entrato in contatto con loro la prima volta, ovvero sentendo per sbaglio un loro litigio, ed in seguito perché li aveva aiutati, cioè a coprirli poiché fuori oltre il coprifuoco notturno. - Non ha paura né soggezione. Sembra molto intelligente e portato per le varie attività, oltre che per la magia.
Narcissa sorrise trionfante che si fosse fatto finalmente un amico degno di lui e mentre tutti e tre glielo leggevano chiaramente in faccia, Harry pensò insofferente: “Ecco, sicuramente preferirebbe lui al suo fianco piuttosto di me. Fortuna che non sa che sono il suo ragazzo! Credo che le verrebbe un colpo!”
Non aveva mai realmente voluto che Draco le dicesse di loro, a maggior ragione ora che realizzava sempre più quanto problematico sarebbe stato farsi accettare come fidanzato.
Capiva perché Draco fosse tanto restio ed ora lo condivideva anche di più, sebbene lo facesse soffrire quel non poter essere totalmente spontaneo con lei nei paraggi.
Per lui non esserlo e doversi controllarsi era molto difficile, sebbene ci stesse lavorando su.
Quando salì in camera alla ricerca di Draco, lo vide appollaiato sulla finestra a guardare fuori con aria pensierosa. Aveva capito che era salito non per ‘sistemare le sue cose’ ma per stare un po’ solo, tuttavia non ne comprendeva il motivo.
Gli sembrava che ultimamente le cose andassero molto bene, tanto che si era stupito quando pochi giorni prima l’aveva baciato in quel modo all’aperto. Di solito si era prodigato in effusioni affettuose di meno intensità, ma lì era stato molto intenso.
Arrossì al ricordo e scrollando le spalle, lo raggiunse abbracciandolo da dietro con la sua solita esuberanza.
Draco, come se lo aspettasse, gli sorrise girando il capo, gli tolse gli occhiali e lo baciò sereno.
Harry era rilassato, si era prontamente chiuso la porta alle spalle e Narcissa non veniva mai da loro.
Mise una mano fra i capelli di Draco, sulla nuca, a tenerlo prepotentemente contro di sé allungando quel bacio di cui aveva fortemente sentito la mancanza una volta a casa, infine lo lasciò andare. Stava per riappropriarsi degli occhiali ancora nelle dita di Draco con l’intenzione di sedersi sul balcone basso della finestra, di fronte a lui, quando questi con una naturalezza così come se parlasse della neve all’esterno, disse: - Voglio dire tutto a mia madre.
A questo Harry mancò la seduta con la natica e finì per cadere buffamente per terra. Draco osò addirittura ridere, come se non avesse appena detto qualcosa di assurdo.
Rimanendo in ginocchio sul pavimento, riemerse e artigliando le ginocchia del suo ragazzo ancora seduto tranquillo, sbraitò in totale shock: - SEI MATTO?!
Draco lo guardò meravigliato senza capire la sua reazione. Era convinto avrebbe reagito sì con sconvolgimento ma anche con gioia.
- Non vuoi? - chiese calmo. Glielo aveva letto in faccia prima, era sicuro che Harry soffrisse del non poter essere sé stesso a casa per via di sua madre, aveva pensato che avrebbe comunque accolto la sua decisione con entusiasmo.
- Le verrà un infarto e ci farà la guerra! Addio pace! - sbottò subito d’impulso rimanendo seduto giù aggrappato alle sue gambe. Draco continuò a non scomporsi e a guardarlo dall’alto.
- Pensavo volessi farglielo sapere per poter essere te stesso anche a casa... che non ti piacesse frenarti e fingere davanti a lei...
Harry scrollò le spalle con aria nevrotica.
- Certo che non mi piace! Adoro la situazione che si è creata a scuola, essere sempre noi stessi ed essere prevalentemente accettati. Sì ci sono alcuni problemi ogni tanto, qualche idiota, ma li superiamo ed in generale è bellissimo che mi prendi la mano o mi baci senza assicurarti che non ci sia nessuno...
Come sempre Harry era prolisso, tuttavia continuava a non capire.
- E allora?
Harry sospirò spettinandosi i capelli già anti gravitazionali e appoggiò un gomito sul suo ginocchio sostenendosi la testa appesantita dai troppi pensieri.
Lo guardava dal basso con aria corrucciata.
- Allora hai appena fatto un faticoso passo in avanti con lei, vuoi farne trecento indietro? Sai com’è fatta, non accetterà mai la situazione, reagirà male... io non voglio che le cose fra voi si rovinino dopo tanta fatica. Tanto prima o poi andremo a vivere insieme per conto nostro ed allora potremo essere noi stessi a casa nostra e...
Draco lo interruppe chinandosi e baciandolo sulla bocca, prendendogli il viso fra le mani. Harry si zittì stupito, accettando il suo bacio veloce.
Dopo di quello si separò e rimanendo chino su di lui a guardarlo da vicino con un’intensità intossicante, deciso e determinato come non mai, disse: - Ma non si sta avvicinando al vero Draco. Non è il vero Draco che apprezza e accetta nella sua vita. Non so nemmeno se mi vuole bene...
- Certo che ti vuole bene, non è in grado di dimostrarlo ma...
Draco sospirò e scosse leggermente il capo come a dire che non era quello il punto. Infatti lo lasciò e si raddrizzò. A quel punto Harry si alzò e si sedette davanti a lui sullo stesso balcone. Al di fuori della finestra, il mondo era ancora candido, ma ormai era sera e a breve sarebbero stati chiamati per la cena.
L’indomani era la vigilia.
- Si sta avvicinando al Draco sbagliato, idealizzato, incompleto. Se vuole davvero creare questo legame e amarmi o dimostrarmi il suo amore, deve farlo col Draco autentico. Ho sempre saputo che glielo avrei detto, solo che dovevo trovare il momento giusto. Adesso è quel momento. Mi manca solo questo scoglio, capisci? Quante cose ho superato da quando sono ad Hogwarts? Manca solo lei!
“Scoglio,” pensò Draco. “È proprio appropriato per lei. Anzi, diciamo pure montagna. La più alta del mondo. Ed io ora devo scalarla. Ma lo farò. È ora di farlo.”
Harry glielo lesse negli occhi. Era troppo risoluto e deciso, aveva altro nella mente, non solo lui.
Sicuramente in parte gli dispiaceva che lui ne soffrisse nel non poter essere sé stesso con lei nei paraggi, ma non era quello il motivo che lo spingeva a rivelarsi. Era ben altro e quando lo comprese capì che non gli avrebbe mai fatto cambiare idea.
- Lo sai che sarà un dramma autentico, vero? Che reagirà male, non ti parlerà per chissà quanto, tornerà a chiuderti fuori... tu... tu hai idea di cosa succederà? Sei davvero sicuro di voler affrontare l’ennesimo inferno proprio ora che eri riuscito a sistemare la tua vita ed eri sereno?
Draco si spostò rimanendo seduto, mise i piedi a terra e diede le spalle alla finestra, così si avvicinò ad Harry che abbassò le ginocchia per permettergli di arrivare a lui. Lo carezzò dolcemente con uno sguardo straordinariamente morbido, sguardo che gli aveva visto sempre e solo su di sé.
- Non posso vivere in eterno una favola. Finché dovrò fingere qualcosa che non sono per farmi accettare da lei, non potrò mai essere realmente felice. Se è così che deve finire fra noi, allora che sia.
Harry sospirò arrendendosi e avvicinandosi appoggiò la fronte su di lui chiudendo gli occhi.
Rimasero così per un po’, a respirarsi e assaporarsi, a percepirsi.
- Quando glielo vuoi dire?
- Pensavo a Natale, che dici?
Harry spalancò gli occhi con un nuovo batticuore.
- Davvero? Per avere un Natale indimenticabile? - chiese ansioso ed ironico insieme.
Draco alzò le spalle sminuendo la cosa: - Posso anche aspettare il giorno dopo se non vuoi che rovino la festa ai tuoi... - azzardò.
Harry rise spontaneo.
- Che gentile! - Draco lo guardò irritato poiché non capiva ora cosa volesse, così Harry fu più esplicito: - Sarà comunque un disastro, diglielo quando te la senti!
- È che... sai... - fece quindi il compagno chinando il capo e facendosi un po’ indietro nella posizione. Pochi centimetri a separarli, le mani allacciate. - dovremmo fingere di volerci bene ed essere madre e figlio normali per così tanto tempo, quando so benissimo che lei odierà il vero Draco? Che senso ha festeggiare un Natale simile?
Harry dimostrando di aver capito perfettamente il suo pensiero, a quel punto disse: - Allora diglielo oggi stesso. Così almeno noi altri avremo un Natale decente e non ci sarà il botto quel giorno. Magari per quella volta si sarà calmata...
Draco rise amaro.
- In due giorni? Che ottimista che sei. Comunque hai ragione. Glielo dirò subito. Ormai che ho deciso è inutile trascinarla, così per lo meno a Natale tu e i tuoi sarete sereni.
“Per quanto sereno potrà essere con quei due che si terranno il muso... ma magari, sai, la magia del Natale potrà aiutarli a placarsi, no?”
Ebbene era davvero troppo ottimista.