CAPITOLO 59: 
INCANCELLABILE

drarry

Quando li videro, capirono subito che stavano architettando qualcosa e che non gli sarebbe piaciuto. Tuttavia fu subito evidente sia a Sirius che a Remus che tanto l’avrebbero fatto comunque.
Poi con uno sguardo più attendo compresero che era Draco a dover fare qualcosa di cui Harry aveva un sacro terrore. Gli lanciava occhiate di continuo, tese e sempre più allucinate. 
Fino a che effettivamente dopo una cena silenziosa da parte loro, e la cosa strana non fu che Draco non spiccicasse parola quanto che Harry non aprisse bocca, quando ormai avevano già finito di mangiare stavano rassettando la tavola e le stoviglie, Draco fece il suo annuncio. 
Erano ancora tutti seduti, Sirius e Remus avevano mangiato normalmente, Narcissa e Draco mangiavano poco d’abitudine mentre Harry, che di solito si strafogava, non aveva quasi toccato cibo.
Glielo avrebbero chiesto appena si sarebbero tutti alzati, cosa diavolo gli prendeva, ma a quel punto non servì più.
Draco si schiarì la voce e puntando lo sguardo verso sua madre, seduto dritto nella sedia come sempre, disse alzando il mento. 
- Madre, ti devo dire una cosa importante. 
Un esordio da brividi, si disse Sirius lanciando un’occhiata eloquente a Remus. 
Avrebbe voluto dire ‘ne sei sicuro?’ per sdrammatizzare, perché era chiaro che fosse una cosa seria e grave, ma per qualche miracolo la sua linguaccia non si attivò e calò subito un istantaneo silenzio tombale. 
Era come se tutti l’avessero già capito, anche Narcissa pareva aspettare qualcosa per via del silenzio sospetto di Harry. 
Era arrivato parlando a macchinetta ed era ricomparso dalla camera teso come una corda di violino. 
Sirius si chiese se dovesse annunciare un lavoro per cui lei si sarebbe vergognata, pensò anche che avesse combinato qualcosa a scuola, ma di sicuro non si immaginò cosa volesse fare Draco. 
Quando però disse: - Non ti piacerà per niente e so che reagirai molto male. - gli vennero i peli dritti, anche quelli da cane che stavano sotto la pelle. I brividi lo percorsero e fu un lampo brevissimo.
“Glielo vuole dire!”
Era chiaro di cosa si trattava. Chiarissimo. 
Non fece in tempo a guardare Remus che gli occhi vennero catalizzati dalla mano di Draco che prendeva quella di Harry, così invece che guardare il suo compagno, guardò Narcissa e rimase sull’attenti, quasi dovesse parare un incantesimo devastante a breve. 
Normalmente avrebbe riso, si sarebbe messo comodo e avrebbe fissato sadicamente divertito la faccia di sua cugina. Normalmente. Ma ora capiva l’importanza del momento e capiva anche che non sarebbe andata bene, ma di questo nessuno aveva dubbio. 
Narcissa abbassò gli occhi così lontani e indifferenti a tutto sulle mani di Draco ed Harry. Le dita si allacciarono in maniera inequivocabile e lei divenne livida in un attimo.
Una statua di ghiaccio.
Trattenne il fiato ma fu impercettibile. 
Si irrigidì del tutto, non mosse nemmeno mezzo muscolo. Infine Draco, sempre fissandola dritta negli occhi e senza paura, quasi a sfidarla, continuò con grande coraggio: - Io ed Harry stiamo insieme. - poi, per maggiore chiarezza, precisò. - Sono gay. 
Non che sarebbe servito mettere il dito nella piaga, oltre che fidanzato di Harry Potter aveva anche specificato il fatto che era pure gay. L’aveva già demolita sulla prima rivelazione. 
Sirius era seriamente indeciso se sbellicarsi dal ridere, farle una foto oppure praticare un incantesimo di blocco per impedirle di esplodere. 
Non lo fece, ma era pronto con la mano vicino alla bacchetta. 
Non era una donna cattiva, sua cugina, ma era sicuramente complicata. In altre parole avrebbe potuto praticare una magia spontanea per la violenza delle emozioni a lungo represse e defluite in lei tutte in una volta. 
Tuttavia Narcissa piegò solo di lato la testa, sembrava una fatica immane muoversi. Assottigliò gli occhi chiari in quelli simili del figlio che ancora la guardava e dopo una lunga pausa dove nessuno aveva fiatato e probabilmente Harry era morto e quello era un fantasma, disse: - Cosa? 
La voce era tesa, sottile e roca. Draco non ripeté, sapeva che aveva sentito. 
Non si mosse dalla sedia, non tolse la mano da Harry, questi invece se la stava facendo sotto. Non aveva paura di Narcissa, ma aveva paura della situazione. Era il solito libro aperto. 
- Mi dispiace, so che è tanto da metabolizzare in un attimo e non ti ho minimamente preparato, ma certe cose non c’è un modo migliore per dirle. E volevo che lo sapessi, perché dovevi sapere precisamente chi sono realmente, per me è importante che tu mi veda finalmente per ciò che sono e se un giorno riuscirai ad accettarmi, mi renderai felice. Ed in ogni caso non è una stupidaggine da adolescenti. Io gli voglio veramente bene. 
Finalmente, con una calma affettata da brivido, Narcissa parlò rilassando così Sirius e probabilmente anche Remus, nessuna magia spontanea devastante. 
- Certo che gli vuoi bene, è come un fratello per te. Siete cresciuti insieme. 
- Abbiamo fatto sesso e ci è piaciuto. 
A quel punto Remus si soffocò con la saliva e Sirius non riuscì a trattenere le risa. Mentre batteva la schiena del suo compagno, si scusò con l’altra mano. 
- Chiedo perdono, non volevo ridere, ma è stato... Cristo Santo, Draco, tu sì che sai come dare le notizie! 
Aveva le lacrime agli occhi mentre Narcissa lo trapassava da parte a parte con una lama incandescente al posto degli occhi. 
Non si mosse ancora, rimase ferma immobile in attesa che la smettesse di ridere, cosa che si sforzò di fare dopo un bel po’. 
Quando ci fu di nuovo silenzio, poterono tornare a fissare gli indagati. Uno sempre pallido, dritto, serio e per nulla pentito, l’altro di mille colori con una mano, quella che non gli teneva Draco, sulla faccia come a cercare di nascondersi. Se si fosse aperta una voragine, Harry si sarebbe nascosto volentieri dentro a costo di tuffarsi nel vuoto e cadere chissà dove. 
- Mamma, sono gay, voglio che tu lo capisca, non che lo rifiuti. Puoi anche essere infuriata e respingermi, ma non voglio che tu finga che non sia vero per comodità. Non nascondere più la testa, voglio che mi guardi per ciò che sono realmente. E sono questo. Innamorato di Harry, sono il suo ragazzo, per me lui è la cosa più importante in questo mondo e non esiste forza al mondo in grado di farmi separare da lui. 
A questo punto Narcissa finalmente si mosse, si alzò lentamente e con la sua eleganza solita, appoggiò una mano sul tavolo e lo guardò sottile e severa. 
Infine, glaciale, rispose: - Questo lo vedremo. 
Fu a quel punto che Draco impallidì, spalancò gli occhi e non fece in tempo ad alzarsi che lei, prima di uscire dalla cucina, disse: - Fa le valige, ce ne andiamo da qua. 
Fu a quel punto che Sirius capì la sensazione che aveva avuto, l’aveva confuso con il presentimento che potesse praticare una magia spontanea per via delle troppe emozioni, invece no. Aveva un effetto simile, ma non era uguale. 
Era forse peggio. 
Fu Harry il primo ad alzarsi, lo fece d’impulso e di scatto rovesciando la sedia dietro di sé, lasciò la mano di Draco e fece per inseguirla gridando un terrorizzato: - Non puoi! - che fece tornare indietro Narcissa di colpo. Si avvicinò a lui, in piedi, lo raggelò con uno sguardo carico di disprezzo, tutto quello che avrebbe potuto avere in un’altra vita se avesse vissuto con Lucius senza andare in rovina. 
- Non ti azzardare a dire ciò che posso o non posso fare, lui è mio figlio ed è minorenne. Farà esattamente quello che dico io perché sono sua madre e non si discute. Stasera ce ne andremo e Dio mi è testimone, non lo vedrai mai più. 
Harry rimase immobile andando in blackout, Sirius se ne rese conto con un’occhiata. Era carico di terrore e shock e fu una fortuna perché nello stato in cui era avrebbe potuto dire cose terribili. 
Draco si alzò subito dopo pronto a ribattere, ma una mano lo fermò, mentre qualcuno si intromise.
Solo quando lo stava facendo, mentre fronteggiava sua cugina, Sirius si rese conto d’aver agito. Si rese conto di essere improvvisamente carico di una rabbia incendiante e si accorse di essersi messo fra lei ed i ragazzi, che aveva nel frattempo strattonato e tirato via dalla sua portata. 
Lì, a tu per tu con Nacissa, sguardo furioso, feroce, da cane che proteggeva i suoi cuccioli, ringhiò senza paura: - Se qua c’è qualcuno che deve andarsene da casa mia, sei tu, non Draco. 
Solo quando sentì Remus dire a tutti di calmarsi, capì forse d’aver esagerato, ma a quel punto fu tardi. 
Il suo: - Calmiamoci tutti e ragioniamo a mente fredda senza dire cose di cui ci pentiremo. - non servì a nulla, perché Narcissa rispose a Sirius senza esitare. 
- Oh stanne certo che me ne andrò, ma lui è ancora mio figlio e verrà con me! 
- Non credo proprio! 
- E chi mi impedirà di portarlo via? Tu? - lo disse quasi deridendolo, come se non avesse il minimo diritto su di loro. Ed in effetti era così, dal suo punto di vista.
Fu veloce, un lampo.
Sirius realizzò il sottinteso in quella semplice parola e partì prima ancora di percepire la mano di Remus che si stringeva sul suo braccio. 
La furia prevaricò su tutto. 
- Sì, io! Un Black reietto! Un rinnegato di merda che ha voltato le spalle alla sua stessa famiglia facendo di testa sua! La pecora nera del cazzo che ha procurato tanta vergogna a tutto il grandissimo casato dei Black. Un casato di merda caduto in disgrazia grazie alle sue idee di merda! Quel rinnegato schifoso che ti ha accolto in casa per tutti questi anni nonostante rappresentavi tutto ciò che ho sempre odiato sin dalla mia infanzia! Questa nella quale hai vissuto per anni è casa mia e dico io chi ci può e non può stare. Pensavo che Remus avesse ragione, che tutti avessero speranza, ma evidentemente non è così. Se non sei in grado di accettare tuo figlio per com’è, ti caccerò io a calci e questo è un giuramento! 
Remus sospirò accanto a loro, le mani entrambe a cerare di tirarlo via, ma lui rimase lì immobile piantato fermo davanti ai ragazzi, come una roccia. 
No, nessuno gli avrebbe toccato quei due che per lui erano ormai entrambi come dei figli. Tanto meno una che non aveva il diritto di essere chiamata madre, visto come non accettava le diversità del proprio stesso sangue. 
- Sono scesa a compromessi con le mie ideologie per il bene di mio figlio, mi sono abbassata a chiedere aiuto a mia sorella e a te, e solo per lui. Ho accettato cose che sai benissimo non avrei mai accettato, sono cambiata, per lui. Non merito questo! - sibilò Narcissa tesa. La sua voce ora appariva meno gelida e supponente, Sirius con una piccola parte di sé capiva che stava per scoppiare a piangere, ma che non l’avrebbe mai fatto lì. 
Suo malgrado non si ammorbidì e non indietreggiò. 
- Beh, non è abbastanza se pensi di separare questi due. Harry non è un cancro che va estirpato dalla vita di tuo figlio per salvarlo. Harry ha salvato tuo figlio, ricordatelo! È la cosa migliore che poteva capitargli! Invece di vedere cos’è diventato Draco ed esserne fiera, te ne vergogni e vuoi cambiarlo! Cazzo, vergognati tu! 
- Sirius... - tentò ancora Remus cercando invano di spegnerlo. Narcissa aprì bocca per rispondere, ma Sirius alzò ancora di più la voce, insieme ad un dito puntato alla porta, il braccio teso. 
- Vattene, Narcissa. 
- Sirius chiudi la bocca, non si gestiscono così le cose! - continuò disperato Remus. 
- Ed invece sì! Prendi le tue cose e vattene. Tornerai solo per accettare Draco così com’è! 
Si stupì dell’apertura che volle dargli, non avrebbe immaginato di volergliene dare una, ma agendo come sempre d’istinto, non se ne pentì. 
Narcissa lo guardò sconvolta e furiosa, ma sempre chiusa nel suo gelo, la sua fortezza. Remus fra loro che tentava invano di placarli, i ragazzi dietro, stretti uno all’altro, uno disperato, l’altro congelato. 
Narcissa dopo averlo fissato a lungo immobile, spostò lo sguardo dietro su Draco. 
- Vieni via con me. - intimò. Ma a quel punto fu Draco a rispondere affiancandosi a Sirius. I pugni chiusi, dritto. Impettito. 
- Non verrò. Questa è casa mia e finché Sirius mi accetterà, io resterò con lui. Sei tu che devi accettare me. 
- Sono tua madre, posso ritirarti da scuola e portarti dove mi pare. 
- Provaci. - sibilò Sirius facendo un passo avanti e spostando Remus che cercava di tenerlo fermo a distanza. Quasi sfiorò Narcissa che non si spaventò, ma non disse nulla. 
- Provaci, dai. - aggiunse ancora quasi sperando che lo sfidasse.
Ma lei capì e senza dire nulla prese la bacchetta, la mosse in una maniera particolare e dopo aver radunato in pochi istanti una valigia con alcune delle sue cose, lanciò un’ultimo sguardo a suo figlio. 
- Non dovevi farmi questo.
- No, mamma. Sei tu che non dovevi fare questo a me. - sussurrò Draco con la voce rotta e le lacrime sugli occhi lucidi che aveva disperatamente trattenuto fino a quel momento. 
Un altro movimento su sé stessa e Narcissa si smaterializzò da casa loro. 

Peggio, molto peggio di quello che aveva inizialmente pensato Harry. Se ne rese conto lì, alla fine di tutto, quando ormai era tardi. 
Eppure quale scelta avevano avuto? 
Vivere a vita una menzogna mentre si creava un falso rapporto?
Draco ci aveva provato da una vita a costruire qualcosa di bello con lei, riuscirci ora senza che lei sapesse chi era realmente, che senso avrebbe dato a quel rapporto? 
Lo capiva, Harry lo capiva davvero. Eppure non riusciva a smettere di piangere, appoggiato alla schiena di Draco, la fronte in mezzo alle sue scapole tese, i pugni stretti sulla sua maglia. 
Devastante. Era stato semplicemente devastante. 
E, soprattutto, incancellabile. 

 


Note Finali: non ho trovato una fan art esattamente come la scena che ho descritto, ho cercato anche una dove Draco ed Harry si tenessero la mano ma non c'era niente che mi ricordasse il capitolo, perciò ho scelto una che è abbastanza simile, solo con Harry che si appoggia al petto invece che alla schiena di Draco per piangere, ma il resto è molto simile. Ammetto che questo è uno dei miei capitoli preferiti. Ho sempre saputo che avrei scritto il momento in cui Narcissa veniva a sapere di Harry e Draco, solo che inizialmente mi ero figurata che li scopriva malamente, poi ho pensato che far sì che fosse Draco a dirglielo sarebbe stato segno di coraggio e maturazione e così eccoci qua. Alla prossima. Baci Akane