CAPITOLO 60: 
NON ESSERE SOLO

drarrywolfstar

Una volta in camera Harry aveva continuato a piangere dicendo che gli dispiaceva tanto anche se non era colpa sua e Draco per farlo smettere e consolarlo l’aveva abbracciato forte, questo l’aveva aiutato a ricacciare indietro anche le proprie lacrime che avevano per un momento superato la soglia degli occhi.
Si era steso con lui sul letto mostrandosi tranquillo e solo a quel punto Harry si era calmato. Aveva appoggiato la testa sul suo petto, incastrandosi contro il suo collo, le sue mani a carezzargli i capelli dolcemente.
Tuttavia non si era addormentato a sua volta, era rimasto sveglio a pensare con amara tristezza a quello che era successo e a cosa significava per lui ora. 
Esattamente come aveva immaginato, sua madre non l’aveva sorpreso facendo qualcosa di insolito come accettarlo nella sua omosessualità. Aveva perfettamente previsto quell’esito, non era stato deluso ed era questo, in realtà, che lo riempiva di amara tristezza. 
Aveva in fondo sperato che potesse sorprenderlo, ma non era successo e l’aveva abbandonato sul serio. 
Solo. Adesso era definitivamente solo. 
Harry si mosse su di lui baciandogli il collo nel sonno, quasi come gli avesse letto nel pensiero. 
Draco sorrise e in quel momento un lieve bussare lo disturbò.
Quando voltò gli occhi verso la porta, vide Remus spuntare col capo e parte del busto, rimanendo fuori col resto del corpo per disturbare il meno possibile. Osservando Harry dormirgli addosso, fece un cenno di silenzio a cui Draco annuì rimanendo fermo e guardandolo da dov’era. 
- Tutto bene? - sussurrò dall’uscio socchiuso e l’aria preoccupata e mortificata. 
Draco annuì. 
- Ne parliamo domani? - rispose piano senza fare rumore. Remus annuì, fece un altro sorriso dolce di incoraggiamento e sparì tornando a chiudere la porta. 
Draco sorrise ancora, da solo, un po’ meno amaro e triste. 
“Non sono veramente solo. Ho solo dei genitori di merda, ma non è colpa mia. Sirius direbbe questo, credo.”
In quello, lentamente, si addormentò, ma sognò sua madre che tornava e si scusava con lui abbracciandolo. 
Quando si svegliò, aveva le guance bagnate di lacrime. 

- Legalmente parlando potrebbe portarsi via Draco, è minorenne e lei è sua madre. - gli fece notare Remus una volta che tutto fu silenzio e che furono nella loro camera.
Sirius era già a letto da un po’, indossava solo dei boxer ed i capelli lunghi erano sciolti ed in disordine. La maglietta dei Led Zeppelin ormai vecchia e sformata come sempre usata per dormire. Per quel che ne rimaneva. 
Remus lo raggiunse dopo essersi tolto i pantaloni ed il maglione. Rimase con la maglietta intima che aveva sotto e con i boxer. Si infilò sotto il caldo piumino e si sistemò nella propria parte, con la schiena sollevata, appoggiata contro la spalliera. 
Sirius lo fissò piegando le labbra all’ingiù con apparente sicurezza. 
- Nah... - fece infatti sorprendendolo. 
- Certo che può. Ti dico che legalmente... 
- Legalmente. Ma non lo farà! - puntualizzò sicurò il compagno. Remus lo fissò stupito senza capire da cosa nascesse tanto ottimismo. 
- E perché? 
- Perché in questi anni con noi ha imparato a mettere da parte la sua stronzaggine. Altrimenti se ne sarebbe andata molto prima. Ad un certo punto col suo lavoro è diventata autonoma, ma è rimasta qua. 
Remus a quel punto capì cosa gli vorticava nella testolina che fino a poco prima aveva pensato fosse bacata e si sentì subito meglio capendo che forse aveva addirittura ragione.
Piegò il capo e gli si avvicinò sotto le coperte, accoccolandosi al suo fianco. Sirius alzò il braccio e lo mise intorno alle sue spalle tirandoselo contro. Gli baciò la tempia. 
- Pensi che se ne pentirà e tornerà? 
Sirius alzò una spalla. 
- Non so fino a che punto è meno scema di un tempo, stasera non ha fatto una grande figura. 
- Beh, pensavo che ci avrebbe accusato di aver deviato Draco... - suggerì con un sorrisino sdrammatizzante Remus. Il compagno sorrise a sua volta annuendo. 
- Anche io, ti giuro! 
- Forse hai ragione, c’è un briciolo di speranza... - fece quindi pensieroso, sentendosi meglio. Ricambiò il bacio posandogliene uno sul suo collo e stringendosi di più a lui, poi  infilò la mano sotto la sua maglietta e si mise a giocherellare con uno dei suoi capezzoli. Lo sentì rilassarsi sotto di sé, probabilmente aveva anche chiuso gli occhi. 
- Certo che hai un potere di peggiorare le cose... sapevo che sarebbe finita male! 
Sirius rise e lo spinse facendolo scivolare giù sul cuscino con la testa, gli si mise sopra ricoprendolo col proprio corpo e invece di baciarlo, andò a mordergli il collo riempiendolo di brividi di piacere. 
- Ma dai, dovevo dare man forte a Draco, se avessi lasciato fare a lui sarebbe finita molto peggio, credimi! Un Malfoy che è anche un Black? Devastante! 
Remus sapeva che così facendo Sirius aveva tolto Draco dall’impaccio di respingere e affrontare sua madre, ma era una questione solo rimandata. Sicuramente sarebbe rimasto lì a prescindere dalla difesa di Sirius, ma sapere che lì da loro era ben voluto era stato importante, per lui.
- Hanno bisogno di riflettere da soli a mente fredda, si rivedranno e si riaffronteranno e lì forse costruiranno qualcosa di buono. - disse Remus perso nel piacere che ormai diventava sempre più intenso e difficile con cui ragionare. 
La bocca di Sirius smise di mordicchiare e si mise a succhiare un punto sul collo particolarmente sensibile, sentì la giugulare battere eccitata mentre le mani frugavano sotto la maglietta, alzandogliela. 
- Se lei non è davvero ancora troppo scema, ce la faranno... - liquidò Sirius scendendo ancora più giù sul suo petto. Gli succhiò i capezzoli e da lì Remus non riuscì più ad articolare un dialogo di senso compiuto. 
Lasciò che il suo compagno lo divorasse affamato lavando via tutta la pesantezza e la preoccupazione, trasformando in godimento l’ansia provata e cancellando ogni traccia di negatività. 
Remus si lasciò andare alla sua bocca che arrivò a succhiare la propria erezione, mentre spingeva contro di lui chiedendone di più.
Il piacere strisciò lento e crebbe a dismisura, fino a che alzando le gambe lo implorò di entrare, che non ce la faceva più. 
Sirius non se lo fece ripetere e preparandolo brevemente, completamente eccitato anche lui, si fece largo dapprima con le dita e poi con l’erezione già pronta. 
Con una spinta possente gli fu dentro e tutto venne cancellato, come in un atto di purificazione che benedì la casa dove tutti loro erano stati felici e dove voleva che continuassero ad esserlo. 
L’orgasmo li investì ben presto, purificando tutto e cancellando il male. 
Mentre veniva, Remus pregò che anche Draco ed Harry potessero un giorno essere felici e completi così come lo erano loro, perché gli voleva un gran bene e se lo meritavano. 


Draco aveva dormito poco e male, quando si svegliò era molto presto, ma non facendocela più a rimanere a letto, sfilò via silenzioso dopo aver scrutato pensieroso il volto addormentato di Harry.
Anche lui aveva dormito turbato, si era agitato molto e si era rigirato spesso, ogni volta che svegliandosi l’aveva toccato, lui si era calmato.
Gli carezzò lieve la fronte scostandogli la frangia scomposta, sfiorò la cicatrice in rilievo che gli diede sollievo come una sorta di anti stress ed infine gliela baciò. Dopo di questo si alzò infilandosi in bagno dove si spogliò silenzioso e cupo per farsi una doccia veloce rinfrescante. 
Era la vigilia di Natale ed in quel momento voleva solo cancellare quella festività dal calendario, ma per il bene di Harry sarebbe rimasto e l’avrebbe festeggiato.
Gli aveva anche preso un regalo, ma la voglia di fare come se niente fosse successo, non l’aveva. E nemmeno la forza. 
Sospirò stanco come se in realtà non avesse dormito e la doccia calda non lo ristorò per nulla. Quando uscì si asciugò svogliato e avvolto nel proprio accappatoio nero andò alla ricerca di un caffè. Il positivo era che dai loro 15 anni, Remus aveva acconsentito a farglielo bere, cosa che prima gli aveva permesso solo con latte abbondante.
Non voleva svegliare Harry vestendosi perciò rimase così scendendo le scale come un fantasma.
La testa a sua madre, alla sua reazione e alle sue parole incise nella mente come marchi oscuri. 
Non sarebbero mai andate via. 
“Sapevo avrebbe reagito male, ma mi aspettavo una litigata piena di parole terribili, cose che ci saremmo rinfacciati a vicenda ferendoci profondamente per poi poter costruire qualcosa da lì. Non che semplicemente cercasse di portarmi via allontanandomi da Harry e gli altri. Non c’è stato nessun litigio, ma di cosa mi stupisco? Quando mai io e lei abbiamo parlato?” 
Arrivò alla cucina illuminata dalla luce del mattino che filtrava dalla finestra e dalla porta parzialmente a vetro che aveva l’accesso al retro della casa. 
Si fermò davanti al piano di lavoro, davanti alla macchina del caffè da accendere e mettere in funzione. Strinse i bordi con forza, fremendo insofferente. 
“È solo che mi ero illuso che potessimo farlo ora. Per questo volevo dirle di me. Stavamo costruendo qualcosa di bello su una base falsa, non aveva senso, ma io avevo bisogno di parlare con lei e speravo che così l’avremmo fatto. Invece mi sbagliavo...”

- Devi schiacciare il pulsante per accenderla, così intanto si scalda l’acqua... 
La voce calda e pacata di Remus lo raggiunse alle spalle, la sua mano si infilò di lato e accese la macchina del caffè al suo posto. Draco saltò di soprassalto e si fece automaticamente in parte, lo zio putativo si intromise senza fare una piega, facendo il caffè al suo posto. 
Nei loro numerosi viaggi negli ultimi anni, si erano innamorati dell’Italia e del loro caffè espresso. Se ne concedevano solo una tazzina a colazione, appena svegli, per darsi una carica di energia, in seguito procedevano con la loro tipica colazione. 
Si erano comprati una macchina da caffè italiano e si facevano importare le cialde perché Sirius amava viziarsi. Allo stesso modo avevano viziato anche i ragazzi i quali a 15 anni avevano finalmente avuto la possibilità di berlo così come facevano loro. 
Draco rimase a fissarlo di lato mentre infilava una delle due cialde tirate fuori dalla scatola, come se stesse facendo qualcosa di affascinante, ma in realtà non lo vedeva minimamente e quando Remus schiacciò il secondo pulsante per far scendere il liquido scuro aromatico, voltò il capo e gli sorrise dolcemente. Fu lì che Draco si riscosse e andò a sedersi su una delle sedie del tavolo, appoggiò il gomito e affondò il volto sulla mano che si strofinò mettendosi i capelli all’indietro. Non se li era lavati, perciò erano asciutti, anche se in disordine per i suoi canoni. 
Non se li era nemmeno pettinato e rimaneva in accappatoio come nelle peggiori delle abitudini che non aveva mai avuto. 
Era sempre impeccabile, ordinato, pulito e perfetto. 
Sua madre l’aveva cresciuto così, ma ora l’aveva abbandonato anche lei, perciò che senso aveva seguire i suoi insegnamenti? 
- Come stai? - chiese Remus fermando la discesa del caffè. Prese la tazzina e gliela mise davanti insieme al cucchiaino e al barattolo dello zucchero. 
- Non lo so. - rispose subito sinceramente. Gli occhi puntati sul marrone scuro del caffè sporcato dalla schiumetta chiara. Prima di metterci mezza dose di zucchero, rimase a fissarlo come se dovesse leggere i fondi per il proprio futuro. 
- Prova a spiegarmelo. - Remus insisteva perché sapeva che gli avrebbe fatto bene parlarne ed era uno che ne aveva passate tante e lo poteva capire, anche se in effetti forse sarebbe stato più indicato Sirius visto come era stato respinto dalla loro stessa famiglia. 
- Solo e abbandonato. Come vuoi che si senta? - la voce roca e assonnata di Sirius arrivò alla loro spalle cavernosa, come evocato. Draco lo guardò puntare malamente alla seconda tazzina che Remus gli lasciò con un sorrisino divertito.
Era tutto scarmigliato, i capelli annodati sulle spalle e la barba davvero lunga. 
- È la vigilia, lo sai? - disse indicandogli le guance con lo sguardo senza nemmeno un buongiorno. Sirius fece una smorfia grattandosi la pancia e sbadigliando. 
- Dopo mi faccio bello. - promise. Remus sapeva che l’avrebbe fatto. 

Draco li guardò distraendosi dalle proprie cupe elucubrazioni disfattiste, vedendo come erano belli insieme e soprattutto felici. Ne avevano passate tante, Sirius si era allontanato dalla sua famiglia e sicuramente non aveva avuto una vita facile, Remus era un lupo mannaro, avevano perso i loro migliori amici nella guerra contro Voldemort... insomma, non era stata una passeggiata, ma ora erano lì insieme e stavano bene. 
Avevano qualcosa di importante. 
“Voglio essere come loro. Saranno loro il mio esempio, non genitori di merda che non mi hanno mai visto né voluto. Solo loro.”
Sirius si sedette pesantemente davanti a lui e lo guardò con occhi stropicciati che non si era ancora lavato. Li socchiuse per metterlo a fuoco, quasi come gli leggesse dentro. 
- Quando avrà digerito il trauma che le hai vomitato addosso in modo tanto indelicato, tornerà da te. Ti ama troppo per abbandonarti e chiuderti fuori davvero. 
Draco, stupito della sua rivelazione, lo guardò battendo gli occhi incredulo. 
- Dici davvero? 
Sirius annuì deciso. 
- Sì, è scema, ma non è più la stronza di un tempo. Se avesse continuato a vivere con quel coglione di tuo padre si sarebbe rovinata del tutto, ma la separazione è stata la sua salvezza... 
Mentre Draco metabolizzava le sue parole, Remus si sedette con loro con la sua tazzina calda e fumante, ci mise due cucchiaini di zucchero, al contrario di Sirius che lo bevve amaro. 
- È stata cresciuta in un certo modo, non è che lei pensa quelle stronzate sui purosangue e via dicendo... - disse il professore. - però è così che l’hanno tirata su... 
- Anche a me hanno cresciuto così, ma io me ne sono andato usando la mia testa! - brontolò Sirius che odiava quel genere di discorsi. Ognuno diventava chi voleva. Remus sospirò. 
- Sì, però non tutti sono così forti, è normale seguire la propria famiglia. Non puoi farle una colpa.
- Gliela faccio invece, perché arriva un momento nella vita di tutti in cui si inizia ad usare il proprio cervello e non è un alibi dire che ‘così mi hanno insegnato!’ Cosa ci sta la materia grigia nel tuo cranio? La muffa? 
Sirius si era scaldato subito probabilmente alzandosi col piede storto, Draco li ascoltava senza saper cosa dire né pensare. Per lui era normale avere una mentalità aperta, ma in effetti era cresciuto con loro. Forse se fosse cresciuto con i suoi genitori in quell’ambiente così selettivo e severo, anche lui sarebbe stato un razzista discriminante e probabilmente anche molto stronzo. 
- Va bene, comunque Narcissa è scesa a patti per lui. È andata da sua sorella, un’altra reietta della famiglia che aveva sposato un nato babbano... e poi è addirittura venuta qua da noi... uno peggio dell’altro! Ha chiesto il nostro aiuto nella speranza che Harry aiutasse Draco ad aprirsi... Harry, capisci? Il nemico numero uno di Voldemort a cui suo marito aveva giurato lealtà, per cui era stato messo in prigione. 
Remus ci teneva che Draco capisse bene e completamente sua madre e la situazione che aveva vissuto per anni, certe cose non gliele avevano dette se non vagamente, ma adesso era venuto il momento che lui vedesse bene il quadro al completo, prima di proseguire nella sua crociata con sua madre e quello era il momento migliore per farglielo avere. Draco rimase stupito ad ascoltarlo, senza saper bene cosa dire e tanto meno cosa pensare, ma era contento che gli parlassero entrambi così da adulto al loro pari. Per lui era molto importate e significativo, perciò rimase lì in attesa, assetato dai loro punti di vista che sapeva sarebbero arrivati.
Consapevole che non c’era nessuno che tenesse più in considerazione di loro due. Nemmeno sua madre, ormai. 


Note Finali: un capitolo di riflessioni e considerazioni, una sorta di quiete fra una tempesta e l'altra. Quando cerchi di contare i danni in previsione dei prossimi che arriveranno, sperando di essere più pronto. Perché parliamo di Narcissa Black, la questione tornerà a galla. Bisogna vedere come e quando. Basta, ho detto anche troppo. Comunque amo di tanto in tanto inserire cose fluff fra Sirius e Remus, purtroppo sono messi da parte per ragioni ovvie, ma sono i miei miti. È così che doveva andare. Loro vivi e felici e contenti insieme. La fan art drarry non so se è proprio drarry, ma la posizione e lo sguardo di Draco si addiceva troppo bene a questo capitolo, mentre quella wolfstar rende in qualche modo l'idea. Quando scrivevo di loro li immaginavo così. Grazie a chi legge e commenta. Alla prossima. Baci Akane