CAPITOLO 61:
SEMPRE PIÙ LEGGERO
Il quadro dipinto da Remus illuminò meglio Draco che lentamente iniziò a sentirsi un po’ meglio, vedendo quella piccola luce di speranza che fino a quel momento non aveva notato.
- Non l’avrebbe mai fatto per nessuna ragione al mondo, ma per te sì... - proseguì guardandolo negli occhi. Draco annuì amareggiato.
- Se vuole parlarmi per la prima volta nella sua vita, io sarò qua. - disse semplicemente. - anche se non riesco a conciliare l’immagine di lei che a stento mi guarda in viso con quella di lei che pur di aiutarmi si abbassa a chiedere aiuto ai reietti che ha tanto odiato. - ammise poi con sincerità. Remus sorrise lieto che riuscisse a dire qualcosa, anche se era dispiaciuto per lui.
- Non contano le parole, ma i fatti.
- E i fatti dicono che se ne è andata da qua...
- L’ha cacciata Sirius...
- Perché voleva portarmi via. - Remus si rese conto che vincere un battibecco con Draco era davvero difficile e così sospirò lanciando un’occhiata in cerca d’aiuto a Sirius il quale inarcò le sopracciglia fingendo di non capire cosa volesse. Evidentemente era d’accordo con Draco.
Remus lo fissò male brevemente per poi tornare al giovane che ormai aveva finito il suo caffè ed ora giocava con la tazzina vuota.
- Poteva scegliere di rimanere, chiedergli di ripensarci. Dire che senza di me non si sarebbe mossa. C’erano molte cose che poteva fare. Poteva dirmi cosa pensava di quel che le avevo detto, cosa provava. Gridarmi contro. Potevamo litigare, finalmente. Rinfacciarci miliardi di cose! Forse per colpa mia si è rovinata la sua esistenza, mi odia, perché non me lo dice? - incalzò sempre più nervoso Draco, le parole fluivano svelte dalla sua bocca, la rabbia montava.
- Perché pur di salvarti era disposta a portarti via con sé così com’eri, gay ed innamorato di Harry.
- IO NON DEVO ESSERE SALVATO, SOLO AMATO! - tuonò infine Draco alzandosi dalla sedia di scatto e battendo la mano sul tavolo. Le tazzine tintinnarono, i due uomini lo guardarono stupiti, ma in fondo sollevati che finalmente avesse tirato fuori qualcosa.
- Io ti parlo del suo punto di vista, che non condivido, ma è per farti capire com’è... - ritentò sempre più dolcemente e calmo Remus senza alzarsi.
Draco rimase in piedi davanti a lui a fissarlo fiammeggiante, mentre sentiva bussare dentro di sé la sua oscurità.
Una vocina gli sibilava all’orecchio di prendere la bacchetta, andare a cercare sua madre e maledirla con qualche incantesimo per ricambiare il dolore che gli aveva arrecato. Lo meritava. Dopo di lei sarebbe dovuto andare da suo padre a fare altrettanto.
Dovevano capire cosa gli avevano fatto, se lo sarebbero meritato.
Ma respirò profondamente, chiuse gli occhi e si sedette di nuovo aprendo le mani con le dita larghe, posandole sulla superficie dura del tavolo.
Sirius, ancora in silenzio, lo guardò con cura, penetrante, infine si decise a parlare.
- Lei odia i gay, i babbani, i diversi, qualunque razza inferiore a quella dei maghi purosangue. Odia una marea di categorie. Perché è scema. - ripeté come aveva esordito. - Però quello che lui ha detto e vero. - disse infatti indicando Remus. Draco ricambiò sentendo il cuore andare veloce e non per la rabbia accecante di prima.
- Ti avrebbe portato con sé. Lei era una di quelle disposte a schiavizzare umani e mezzosangue. Non parlava nemmeno con chiunque non fosse inglese, li snobbava, gli altri. Gli omosessuali? Non parliamone! Uno che aveva un handicap di qualsiasi tipo? Scherzi? Vuoi che la contamini? Nemmeno li guardava, quelli.
Non che quello fosse meglio. Sapere di più su sua madre improvvisamente non era poi così bello. Draco rabbrividì capendo per la prima volta com’era veramente e non gli piacque. Forse era meglio seguire la via di Sirius ed allontanarsi volontariamente dalle proprie origini.
- Però ti avrebbe portato via con sé. Ed è venuta dai rinnegati di merda della sua famiglia, ha vissuto qua per anni e quando avrebbe potuto andarsene perché ormai indipendente, è rimasta perché ti vedeva felice qua. Ti ripeto, è scema, ma non è più tanto stronza.
Draco ricacciò di nuovo le lacrime indietro sentendole di nuovo sul punto di uscire, mentre quel buio che l’aveva avvolto a spirale per un momento, svaniva grazie alle loro parole.
- Cos’ho sbagliato? Non avrei dovuto dirle nulla? Stavamo costruendo faticosamente qualcosa basato sul falso me. Se mi voleva finalmente amare, doveva farlo col vero Draco. Cos’ho sbagliato? - chiese quasi implorante fissando entrambi, questa volta fu Remus a rispondere con la sua tipica calma.
- Il modo, forse. Sei stato alquanto brutale.
Sirius scoppiò a ridere.
- Alquanto? - Remus gli diede un calcio da sotto il tavolo e Draco lo fissò insofferente.
- Non è che sia facile dire quello che dovevo...
Sirius smise di ridere ed alzò le spalle.
- Non avrebbe comunque reagito bene, alla fine doveva andare così. Ma tornerà, quando si sarà sbollita. Non la immagino ad abbandonarti, non dopo tutto quel che ha fatto per te.
Draco vibrò alle sue parole così spontanee ed apparentemente leggere. Sentì il nodo alla gola salire e mordendosi il labbro, sentendo l’emozione crescere troppo, si alzò e mormorando un ‘grazie’ imbarazzato, corse su in camera.
Quando entrò, Harry si era appena svegliato, era seduto sul letto e se lo vide entrare di scatto con le lacrime che inondavano il suo viso e per poco non gli venne un colpo. Si alzò subito e si precipitò ad abbracciarlo senza bisogno di chiedere nulla. Draco non parlò, non spiegò e lui non chiese, ma non aveva importanza. Qualunque cosa fosse, lui ci sarebbe stato a prescindere ed in quell’abbraccio, Draco ricevette anche quello.
Quell’amore incondizionato che fu benefico e purificatore.
Ogni traccia di oscurità venne ricacciata via mentre si aggrappava a lui, nascondendo il viso contro il suo collo in un pianto senza fine che finalmente poteva fare, che finalmente aveva liberato.
Più leggero, sempre più leggero.
Adesso aveva detto tutto a sua madre, non c’erano segreti di sorta con nessuno, si era aperto, aveva espresso come si sentiva e stava anche piangendo.
Si sentiva come se avesse potuto volare via da un momento all’altro.
Leggero. Senza pesi.
Solo uno, rimasto.
Sua madre.
Trascorsero sia la vigilia che il natale sottotono, inevitabilmente. Harry si sforzò il triplo del solito per creare un’atmosfera allegra e spensierata, consapevole che Draco non avrebbe mai partecipato né in condizioni normali, né tanto meno in quelle.
Non era mai stato uno espansivo e felice, di sicuro non uno da feste e risate, però nel corso degli anni aveva imparato ad apprezzare il loro modo di essere sempre contenti e vivere tutto come fosse un evento unico.
Andò tutto bene, di fatto. Nessuno parlò dell’argomento tabù, non ci furono più tensioni di sorta. Mangiarono, risero, giocarono a cose stupide e fu tutto perfetto, ma con quell’ombra di tristezza costante nei bei occhi di Draco che di tanto in tanto correvano alla porta di casa, come ad aspettarsi l’arrivo di sua madre.
A fine giornata, poco prima di decidere di andare a dormire visti i numerosi sbadigli, Draco finalmente parlò.
Lo fece così come se fosse normale, come se lui ogni volta prima di andare a letto parlasse.
Ma appena richiamò la loro attenzione mentre riordinavano dopo l’ultimo gioco fatto insieme, tutti si sorpresero realizzando che non era invece normale.
Draco era in piedi come gli altri e stava sistemando con loro, quando cominciò.
- Volevo dire... - esitò vedendo che gli altri tre lo guardarono. Arrossì lievemente ma poi alzò il mento senza guardare nessuno di loro nello specifico se non le cose che aveva in mano. - grazie per avermi accolto come uno di voi e per starmi vicino ed aiutarmi. Non è scontato, per me, e lo apprezzo tantissimo. Io... - esitò ancora fermandosi dal richiudere tutte le carte nella scatola. - non so cosa avrei fatto senza di voi. Cosa sarei.
Infine prese un respiro profondo e facendosi un’ultima forza, alzò lo sguardo e lo posò su Sirius e su Remus in particolare, fermi in un blocca immagine, in piedi a poca distanza da loro.
- Vi devo tantissimo e per me da oggi siete la mia vera famiglia.
Lo shock investì tutti e tre, solo che mentre Sirius si limitò a spalancare la bocca spontaneo e teatrale, Remus sorrise dolcemente ed Harry, ovviamente, pianse di gioia appendendosi al collo di Draco. Questi rise della sua reazione che gli fece cadere la scatola che aveva appena ordinato, le carte con le parole si sparsero in giro di nuovo, ma lo tenne a sé e non lo rimproverò.
Era un bell’abbraccio e soprattutto ne aveva bisogno.
- Sei dei nostri da quando hai messo piede qua dentro, ragazzo. - disse Sirius cercando di essere meno sentimentale e sdrammatizzare. Questo però spinse Harry a lasciare il collo di Draco e appendersi al suo.
- Oh Dio Harry, il Natale ti rende un frignone! - lo derise il padrino stringendolo suo malgrado. Remus mise una mano sulla spalla di Draco e appena lo fece la tensione scemò del tutto e si sentì i muscoli del viso tirare.
Solo allora si rese conto che stava ricambiando il sorriso di Remus.
‘Cara madre,
Dopo aver passato tutte le vacanze di Natale a fissare la porta di casa nella speranza di vederti tornare da me, ho deciso di scriverti.
Come ben sai non sono mai stato bravo a voce, perciò forse scrivere mi sarà più congeniale.
So di averti preso alla sprovvista con quella rivelazione, ma vedendo che stavamo costruendo finalmente un rapporto, ho temuto che si stesse rivelando una menzogna dal momento che tu non conoscevi il vero Draco. Ci tengo che tu sappia come sono davvero, ma più di ogni altra cosa ci tengo che tu mi accetti così come sono e che non cerchi di cambiarmi, né salvarmi, ma solo di amarmi.
Ho bisogno di te e del tuo affetto, ma non rinnegherò mai ciò che sono e ciò che provo.
Sono innamorato di Harry, un altro ragazzo come me; forse è stata una naturale conseguenza delle nostre vite così fortemente intrecciate, comunque è semplicemente successo e sono profondamente sicuro dei miei sentimenti e di ciò che sono. Non è colpa di nessuno, poiché il modo in cui sono fatto non è un male.
Sono consapevole che avevi altri desideri per me, ma cercherò di renderti comunque orgogliosa e fiera di me, rialzerò il nome dei Malfoy e dei Black esattamente così come sono, senza mai nascondermi né fingere di essere qualcun altro.
Per tutta la mia vita ho sempre cercato la tua approvazione, la tua benevolenza ed il tuo amore, ma sei sempre stata distante, come se non riuscissi né ad amarmi, né a vedermi e guardandoti andare via ho capito che non sono abbastanza per te e forse mai lo sarò.
Eppure non smetterò mai di lottare per il mio legittimo posto nel mondo, diventerò un grande mago rispettato, con o senza di te.
Nonostante questo, la mia porta per te sarà sempre aperta, sebbene ormai la mia vita è con Sirius, Remus ed Harry.
Ti voglio bene e mi pento solo di non essere mai riuscito a dirtelo. Chissà, forse un giorno ce la farò.
Con amore, tuo figlio Draco.’
Questa lettera Draco inviò via gufo a sua madre, ovunque essa fosse, nella speranza di ricevere una risposta, un giorno. O addirittura di rivederla.
La scrisse il giorno prima di tornare ad Hogwarts, al termine di settimane passate a fissare la porta di casa nella speranza di rivederla, mentre di tanto in tanto l’ombra nel non vederla arrivare l’abbatteva togliendogli la luce nel il tempo che capiva che ancora una volta era stato respinto da lei.
Ogni giorno che lei non veniva da lui, era un rifiuto.
Ogni giorno, motivo di sofferenza.
Sofferenza nascosta dentro di sé, anche se forse non troppo bene visto quanto premurosi erano i membri della sua nuova famiglia. Ognuno a modo suo.
Non si sarebbe fermato. Avrebbe continuato il suo cammino deciso dal momento in cui era arrivato a scuola.
Sarebbe diventato un grande mago, avrebbe ricoperto il massimo ruolo nel mondo della magia e tutti l’avrebbero rispettato e riconosciuto.
Avrebbe fatto grandi cose, sarebbe stato ricordato per il bene che avrebbe fatto, il nome dei Malfoy e dei Black dopo un’infinita serie di cose orribili storicamente compiute, sarebbero stati associati a qualcuno di positivo. Avrebbe dimostrato che anche lui meritava di essere amato ed apprezzato, perché ora grazie a sua madre e a suo padre aveva capito esattamente cosa non voleva essere e fare.
Grazie a Sirius e Remus aveva capito invece cosa e come voleva essere.
Pensando con estrema e solenne determinazione quelle cose, vedendo al proprio futuro in quei termini, Draco uscì di casa insieme ad Harry per tornare a scuola per riprendere la seconda parte dell’anno scolastico e lo fece sentendosi sempre più leggero.
Una sola cosa restava ad appesantirlo, ma sarebbe riuscito a volare lo stesso anche così. Ormai sapeva di poterci riuscire.
Prese la mano di Harry il quale si girò a guardarlo sorpreso per il gesto pubblico in piena stazione dei treni. Gli sorrise un po’ smarrito guardandosi istintivamente in giro e Draco, sorridendo divertito, l’attirò a sé in mezzo ad una marea di persone che, come loro, accorrevano per prendere il treno e tornare ad Hogwarts.
Lo abbracciò come a sottolineare ulteriormente che era tranquillo e sicuro e che non si sarebbe mai tirato indietro né avrebbe vacillato. Ad ogni costo.
Dopo di questo, salutarono Sirius ed insieme a Remus salirono sul treno, pronti a ricominciare.