CAPITOLO 62: 
PARADOSSO

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Harry era stato molto apprensivo i primi tempi a scuola, convinto che Draco fosse prima o poi esploso male in modo inaspettato, perciò passava il tempo a scrutarlo e a cercare di prevedere tale bomba.
Tuttavia dovette ricredersi poiché il ricordo del Draco cupo, chiuso ed isolato che reagiva a scatti e sempre molto male era un vecchio ricordo. 
L’avrebbe giustificato se fosse ricaduto in quel tunnel da cui a fatica l’aveva tirato via, la questione con sua madre era stata davvero un trauma. Eppure nonostante questo sembrava stare bene, forse meglio di come non era mai stato. 
Non si capacitava di quell’impressione, ma ormai conosceva bene Draco nonostante i nuovi lati caratteriali scoperti di recente. Sapeva quando stava male e non era quello il caso. 
- Da quando si è allontanato da sua madre sta forse meglio, sai? - disse un giorno durante il secondo semestre a Remus, decidendo di sfruttare la sua vicinanza, cosa che solitamente non voleva fare per non sentirsi un privilegiato ad avere un parente a scuola. 
Remus, con la sua solita pazienza, l’aveva ascoltato fino in fondo lieto di sentire quella sua conclusione. Forse amara da un certo punto di vista. 
- È triste, ma è possibile. Draco è sempre stato stressato dall’idea di trovare l’approvazione di sua madre e renderla fiera e felice. Non avendo mai riscontri da lei si sentiva in dovere di fare sempre di più, di essere sempre meglio. Adesso che non deve cercare la sua approvazione perché ha capito che non l’avrà mai, sta meglio. È sereno. Non ha alcun peso, nessuna aspettativa, zero pressione. È tranquillo, sé stesso, esattamente come desidera essere. 
Harry ascoltò Remus mentre versava il thé per entrambi, fissava il flusso bollente che finiva nelle due tazze di ceramica fine riflettendo sulle sue parole.
Aveva ragione, ovviamente. 
Era esattamente come diceva lui.
Perciò la sua logica e facile deduzione per poco non fece ribaltare a Remus l’acqua bollente addosso: - Perciò le sue tenebre erano rappresentate dai suoi genitori? 
Remus fece in tempo a posare la teiera calda e a guardarlo con occhi sgranati ammonitori. 
- Harry, non è carino da dire... non farlo davanti a lui. È sicuramente suscettibile sull’argomento genitori e dire che erano le sue tenebre è brutto. 
Harry non capì perché, ma non contestò minimamente la sua opinione, appuntandosi mentalmente l’ammonizione. 
- Starò attento. - rispose infatti diligente, prendendo la tazza che gli porgeva suo zio adottivo. 
- Comunque ero preoccupato, ma penso che non devo. No? 
Remus si sedette nella seconda poltroncina che aveva sistemato nel proprio studio, adiacente alla camera da letto privata. 
Lo guardò mescolando col cucchiaino pensieroso e sentendosi per un momento Sirius, parlò come se fosse lui. Senza riflettere e senza filtri. 
- Finché lei non torna nella sua vita, penso che tu non debba preoccuparti! 
A questo fu Harry a rovesciare il thé e per poco non gli andò addosso. Finì in parte per terra, quindi mise giù la tazza e fissò torvo e male Remus. 
- Zio! - esclamò allucinato. Remus si rese conto di cosa aveva detto e scuotendo la testa sorrise cercando di correggere il brutto tiro. Non era carino auspicarsi nemmeno una cosa simile, ovvero che la madre di qualcuno non tornasse nella vita del proprio figlio.
- Ma se non è mai successo in tanti mesi dubito succederà ora! O si chiarivano subito o non penso che dopo tanto tempo lei troverà la faccia per farlo! 
Harry sospirò poco convinto, bevendo quel che rimaneva del thé e appoggiandosi più amareggiato di prima.
In un certo senso forse era peggio e lo capì solo lì, mentre i suoi occhi rimanevano incantati sulla macchia di thé rovesciato sul tappeto. 
- Dunque è così triste il suo destino? Per essere felice e puro deve stare separato dai suoi genitori? Non potrà mai essere completo? O una o l’altra cosa? 
Remus osservò colpito Harry con uno sguardo morbido che tentava di essere incoraggiante. Tuttavia non ci riuscì e con un sospiro rassegnato dovette ammettere che era proprio così come diceva lui e che non c’era nulla da fare, purtroppo. 
- A volte il destino è crudele e basta. Anche tu hai dovuto rinunciare ai tuoi genitori per la salvezza del mondo. Se non fossero morti, Voldemort sarebbe vivo e avrebbe schiavizzato miliardi di persone torturandole. Chissà che destino vivremmo, se non si fossero sacrificati? 
Harry guardò ancora una volta stupito Remus, normalmente cercava di essere più delicato e non dirgli certe cose, ma forse ora lo reputava adulto e gli parlava come probabilmente faceva in privato con Sirius. Si sentì orgoglioso di quel proprio salto di qualità, sebbene significava essere messo a parte di amare verità. 
Del resto la vita era così, non serviva a nulla fingere che le cose andassero sempre bene solo perché ti schieravi dalla parte dei giusti. 
Qual era la parte dei giusti, in fondo? Ce n’era una? 
A volte quando pensava ai suoi genitori e vedeva alcune foto loro e desiderava che invece fossero vivi e stessero con lui nonostante gli esiti catastrofici a livello globale, si rendeva conto che essere giusti pagava ben poco. 
“È proprio una merda!”
Concluse riflettendoci a mente lucida, ma non lo disse, scoccò uno sguardo penetrante a Remus che lo scrutava per capire come stesse e quando gli sorrise, finì il thé.
- Draco ormai è forte, saprà affrontarla se dovesse mai tornare. Ma come dici tu, la vedo dura che succeda ormai. Non manca tanto alla fine della scuola, dopotutto... 
Remus sospirò guardando verso la finestra.
- Chi lo sa... 

Ad un certo punto, semplicemente, Draco non ci aveva più pensato. 
Si era concentrato totalmente sulla scuola e sul Quiddich, diventando sempre più bravo sia come studente che come atleta. Una sorta di perla rara sempre più ammirato da tutti ed acclamato. 
Gli piaceva essere bello e primeggiare in ogni campo, anche quello dell’aspetto. 
Le prime volte si era interrogato se non dovesse andarci piano, temendo che quel suo ostentare la propria bellezza fosse una cosa troppo tenebrosa, ma poi aveva visto moltissimi altri compagni farlo e tenere al proprio aspetto, specie quelli che come lui sapevano di essere belli. 
Era appagante essere acclamati e ammirati, era del tutto normale compiacersene. Se ne era fatto una ragione ed era stato meglio anche in quel senso.
Lentamente anche quei piccoli rimasugli di peso che gli avevano impedito di alleggerirsi e volare via meglio, se ne erano andati.
Non aveva più pensato a sua madre, dopo quella lettera, totalmente consapevole che non sarebbe mai tornata.
Tuttavia la cosa che l’aveva davvero aiutato, che l’aveva spinto a non volere il suo ritorno, era stato proprio lo stare bene senza di lei, così come lo era stato dopo che suo padre era stato rimesso dentro ad Azkaban. 
Per quanto brutto e triste, stava meglio senza di loro. Poteva essere chi desiderava senza preoccuparsi della loro approvazione, specie di quella di sua madre. 
Era libero. Davvero libero.
Libero di essere chi e come voleva, senza dover prima pensare se sua madre avesse approvato o se se ne fosse accorta. 
Sarebbe andato dritto per la sua strada, senza mai esitare. Perché di cose da fare ne aveva, di obiettivi da raggiungere, di ostacoli da superare. 
E, paradossalmente, non era mai stato così felice. 

L’ultimo allenamento prima della finale di Quiddich vide un Draco in splendida forma, al contrario di Harry che invece era particolarmente distratto.
Colpa forse della divisa d’allenamento estiva che lasciava scoperte le braccia in quanto c’era già un notevole caldo. 
O forse colpa del fatto che il Fan Club di Draco era particolarmente rumoroso e ad ogni fluffa infilata nei cerchi gridavano a gran voce, come ad allenarsi anche loro per il tifo della finale.
Non che nel tifo in questione comprendessero tutti i Serpeverde, le loro grida erano specifiche proprio verso Draco e tutte le volte questo, consapevole forse del fatto che Harry era geloso ed irritato da loro oppure perché era in realtà stronzo e basta, alzava il pugno in loro direzione lanciando spesso occhiate languide. 
“Adesso lo uccido, se non la pianta!”
Al termine dell’allenamento dove Harry non aveva combinato nulla, la squadra si radunò negli spogliatoi ed entrando mentre iniziavano a spogliarsi per la doccia, Draco ricevette molti complimenti, come sempre. 
Qualcuno fu più insistente, un ragazzo del primo anno che aveva passato le dure selezioni. 
Se non fosse stato in squadra si sarebbe probabilmente unito al fan club in tribuna. 
Mentre Draco si toglieva la maglietta aderente tutta madida di sudore, questa si incastrò sulla schiena e da lì il loro compagno osò aiutarlo a togliersela aggiungendo anche uno sfacciato: - Complimenti, oggi eri davvero devastante! - accompagnato da un altrettanto sfacciato sguardo malizioso ed ammiccante. 
“Sbava!” esclamò verde di gelosia Harry con un muso lungo che poteva pulire il pavimento. 
Tossì come se avesse un potente attacco di tosse e Blaise rise tirando l’asciugamano addosso a Draco per coprirlo e contemporaneamente allontanarlo dal piccolo lupo affamato. 
- Sarà meglio che ti asciughi o ti verrà un colpo! 
- Per la verità volevo lavarmi... - fece Draco non senza allusioni del tutto mirate e volontarie. Blaise alzò un sopracciglio mentre il compagno si riaccendeva speranzoso, già quasi denudato per accaparrarsi la doccia accanto alla sua. 
Harry però gli lanciò i vestiti di ricambio e con un grugnito lo intimò: - Muoviti che ci laviamo dentro! - fece intendendo i bagni del loro dormitorio.
Non era obbligatorio lavarsi negli spogliatoi, era più che altro comodo, ma da quando Draco era diventato così popolare Harry non glielo faceva più fare e il fidanzato ci giocava divertendosi molto. 
- Ma ho sudato molto, avrei proprio bisogno... - non finì la frase che Harry gli infilò una maglietta pulita nonostante fosse ancora sudato, per poco non gli scartavetrò la pelle appiccicosa. Il tutto mentre il loro piccolo collega abbassava le orecchie mogio, deluso più che mai che di nuovo non si sarebbe lavato con loro. 
Harry lo disumanò con uno sguardo terribile che ripetutamente correva anche su Draco, facendosi più severo per lui. Quando finalmente furono in grado di uscire dagli spogliatoi per andarsene, il corteggiatore cinguettò: - Buon riposo, Draco! 
Draco in risposta si girò e gli sorrise lieve accentuando poi il ghigno passando la soglia, il tutto mentre Harry rimaneva fermo a guardarlo con le mani ai fianchi stile generale e Blaise tratteneva a stento una risata.
Una volta che furono usciti, lo sentirono dire al loro giovane compagno di squadra: - Ma lo sai che stanno insieme, no? 
Egli allora rispose acuto e sfacciato: - Certo che lo so, ma mi piace troppo! 
Il resto non lo sentirono perché Draco rise di gusto alla faccia shoccata di Harry che rimaneva indietro proprio per sentire la sua risposta. 
- Adesso lo faccio a pezzi! - visto che stava per rientrare davvero, Draco lo prese per il braccio e se lo trascinò via agganciandogli il collo. 
Harry lo seguì di malavoglia, senza tenere la bocca chiusa un secondo. 
- Ma che diavolo significa che lo sa ma gli piaci troppo? Preferivo quando ti credevano etero, adesso le ragazze ti seguono come un idolo od un VIP perché sanno che non sarai mai interessato a loro, in compenso i ragazzi pensano di avere il via libero e spuntano come funghi, sfacciati più che mai! Sanno che stiamo insieme, ma visto che sei gay pensano di avere comunque una possibilità? Ma io li trasformo in vermi! 
- Non una cosa tanto da mago buono... non sei tu quello contrario all’oscurità? - lo canzonò Draco ridendo e trascinandolo via. Senza che l’altro se ne accorgesse, deviò dal percorso che l’avrebbe portato nel loro dormitorio, avendo un bisogno più urgente da soddisfare. 
Harry non si accorse che lo trascinò nel magazzino delle scope dentro cui si chiuse. Solo quando ci fu buio quasi totale, realizzò che non erano verso i dormitori Serpeverde e smise di blaterare. Più che altro lo fece perché dopo che Draco chiuse la porta a chiave, si ritrovò spinto fra le scope che per poco non fece cadere e lì si ritrovò la sua bocca che lavava via letteralmente il suo sudore dal collo e poi giù dal resto della pelle sensibile. 
Finalmente si zittì.
- D-Draco sono sudato come un maiale, puzzooohhh... - ma la voce si trascinò diventando un gemito di godimento, quando la bocca di Draco non perse tempo raggiungendo subito il sui inguine che scoprì e fece suo.
Avvolse la sua erezione che si indurì presto e invece di cercare di fermarlo, Harry aiutò i suoi movimenti immergendo le mani sulla sua nuca bionda e sudata.
Appoggiò la testa all’indietro chiudendo e roteando gli occhi, finendo per incitarlo con dei prolungati ‘sì’ che scacciarono subito il malumore e la gelosia. 
Draco era diventato un po’ stronzo e parecchio narcisista, per non dire di quanto ora fosse enorme il suo ego e spesso lo faceva infuriare come una bestia, ma doveva dire che quel suo lato poco edificante lo eccitava da matti. In altre parole lo trovava maledettamente caldo e sexy, mentre si pavoneggiava consapevole di piacere e di essere corteggiato.
Non ci trovava niente di male od oscuro, era normale. Forse al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa, peccato che lui non fosse così piacente. 
Oltretutto un po’ ci marciava perché sapeva che diventava pazzo di gelosia e solitamente o gli faceva sceneggiate o gli saltava addosso od entrambi e a lui piaceva.
Era come un gioco, ormai, ma era evidente che a Draco in effetti piaceva essere il numero uno ed essere elogiato ed ammirato. 
“Proprio un gran bel carattere di merda... pensa se fosse cresciuto in una famiglia normale senza problemi, ricchi com’erano una volta e che lo viziavano!”
Pensandolo, Harry venne. Probabilmente sarebbe stato più insopportabile e molto più stronzo e subdolo e sicuramente gli sarebbe piaciuto ancora di più.
Devastante.
Continuando a pensare ad un universo alternativo dove ci sarebbero stati entrambi i genitori di Draco non caduti in disgrazia, Harry andò giù in ginocchio davanti a lui e tirandogli fuori l’erezione dura, la prese subito in bocca succhiandola senza complimenti. 
Draco appoggiò le mani alla parete davanti a sé e gli lasciò lo spazio di manovra, aiutandolo mentre spingeva col bacino nella sua bocca, gettando la testa indietro e gemendo. 
“Ma in quel caso non saremmo sicuramente cresciuti insieme e dubito avremmo questo rapporto, forse non staremmo nemmeno insieme...”
A quel pensiero sentì il profondo bisogno di stringerlo a sé e sentirlo fisicamente addosso. 
Dopo che Draco raggiunse il suo orgasmo, si rialzò e lo abbracciò forte affondando il viso contro il suo collo sudato e pulsante, ancora carico del desiderio che l’aveva appena invaso. 
Il compagno, stupito del suo gesto così improvviso, lo accolse lasciando solo una mano sul muro per tenere l’altra sulla nuca di Harry e stringerlo a sé. 
- Sono felice di ciò che siamo, pregi e difetti. Siamo quello che siamo, ma siamo felici, no? - mormorò quasi percepisse qualcosa nell’aria, qualcosa che non sapeva descrivere. 
Draco si aggrottò a quel suo strano cambio di modalità e tentò di guardarlo, ma non glielo permise stringendolo troppo. 
- Certo che siamo felici. Non vorrei che ci fosse niente di diverso. 
Sapeva cosa significava per lui dire questo. Entrambi erano senza genitori per motivi ed in modi diversi e preferire la vita che avevano significava rinunciare ad un’altra con un padre ed una madre normali al loro fianco che li amavano. Davvero avrebbero preferito rinunciarvi per quello che avevano ora? 
“Forse non sa cosa significa avere una famiglia normale che ti ama...”
Nemmeno lui lo sapeva, ma ne aveva avuto un bell’assaggio con Sirius e Remus, tuttavia i suoi genitori veri gli sarebbero sempre mancati. 
E Draco? Se sua madre sarebbe tornata per reclamare suo figlio promettendogli di amarlo senza riserve, ma all’unica condizione di venire via con lei. Se fosse successo, avrebbe rifiutato per stare con lui? 
Senza trovare risposta, si aggrappò alle sue labbra e lo baciò quasi con disperazione, come se ci fosse qualcosa che incombeva su di loro. Qualcosa di davvero brutto. 
Draco lo percepì, percepiva il suo stato d’animo inquieto, ma tentò di calmarlo intrecciando le lingue con dolcezza, carezzandolo. Consapevole di non esserci del tutto riuscito, decisero comunque di andare a farsi quella famosa doccia. 
Camminando per i corridoi avviati verso l’interno della scuola, si tenevano per mano e Draco gli sorrideva morbido.
- Sai cosa potremmo fare? - stava per proporgli un bagno caldo, quando notando l’espressione di Harry si girò a seguire il suo sguardo. Si era anche fermato di scatto. 
Draco dunque si voltò e si raggelò vedendo la figura ferma che stava uscendo dall’ingresso principale di Hogwarts. 
Anch’ella si fermò e per un momento fu come se tutto si cristallizzasse in una specie di quadro senza tempo, scolpito nel ghiaccio. 
Narcissa era lì, a pochi metri da loro che erano ancora mano nella mano, rigidi ed assolutamente immobili e zitti. 


Note finali:  il prossimo è un altro dei capitoli che non vedevo l'ora di mettere e che mi è piaciuto molto scrivere. Ma non dico nient'altro. So bene che mi sono interrotta sul più bello e che per questo sarò odiata, ma sono un po' sadica e ogni tanto torturo i lettori. Il positivo è che è già tutto scritto e che bisogna aspettare solo 4 giorni per sapere come va, una volta scrivevo e pubblicavo e spesso passavano settimane prima di avere nuovi capitoli. Perciò poteva andare peggio. Alla prossima. Baci Akane