PARTE VII: PROVA FINALE

CAPITOLO 65: 
SICUREZZA

drarry

Non ricordavano d’aver mai visto un cielo così bello. 
Le stelle tempestavano il manto blu scuro come uno degli incantesimi del soffitto di Hogwarts. La differenza era che quello era vero, come lo era la luna piena e argentea che si vedeva limpida. 
Era così grande che li illuminava come se ci fosse un faro a pochi metri da loro. Non avevano avuto bisogno di usare sistemi alternativi di illuminazione. 
Tuttavia, nonostante la bellezza estremamente rara di quel cielo, Draco ed Harry non erano stesi sul prato ad ammirarlo incantati, bensì erano presi da altro.
Da loro stessi, nella fattispecie. 
Harry, infatti, era seduto sull’erba nudo e sopra di lui a cavalcioni c’era Draco, anch’egli privo di vestiti. Faceva perno sulle ginocchia per alzarsi ed abbassarsi sulla sua erezione dura che lo penetrava lentamente, in un placido crescendo. Le loro bocche si respiravano, aperte e aderenti, ma non unite. Presi dai gemiti per il piacere che aumentava intensamente, a malapena si guardavano. Il cielo ed il paesaggio notturno circostante men che meno era preso da loro in considerazione, sebbene la voglia di fare l’amore all’aperto fosse venuta proprio guardando quello splendido cielo stellato. 
Harry teneva Draco per i fianchi e l’aiutava a muoversi addosso facendo sì che affondasse su di sé, mentre il piacere si espandeva velocemente sconnettendolo totalmente dalla realtà. 
Capì che stava godendo da come iniziò a muoversi con foga maggiore e da come ad un certo punto andò a masturbarsi abbandonando la testa all’indietro. 
Draco inarcò la schiena e liberò un’espressione di pura estasi, la voce si levò nell’aria fresca estiva di quel posto sconosciuto. 
Una delle tante vacanze coi suoi zii i quali avevano concesso loro ancor più libertà del solito. 
Sicuramente non avrebbero rischiato di essere visti. 
Draco aumentò il ritmo sia dei propri movimenti che della mano sulla propria erezione e in perfetta sincronia con le spinte, schizzò addosso ad entrambi liberando un orgasmo che non avrebbe di certo dimenticato. Appena lo fece, si accasciò su Harry che chiuse le labbra sul suo collo succhiando dove la vena batteva intensamente. 
Gli strinse le braccia intorno alla vita premendoselo addosso e Draco gli si appoggiò del tutto addosso abbandonandosi, si fermò per un momento sconnettendosi dalla realtà, immerso nel piacere che lo offuscò. 
Harry sorrise contro la sua pelle sensibile e sudata, adorava quando si lasciava andare a quel modo. Ormai gli si dava senza nemmeno protestare, gli piaceva essere preso da lui, sebbene a volte era lui a fare l’attivo. Dipendeva dai momenti.
Quando Harry lo percepì tornare in sé, con un ghigno divertito lo prese per la vita e lo spinse prepotentemente giù, appoggiandolo con la schiena sul telo che si erano portati per stendersi sull’erba. 

Draco aprì gli occhi non molto sorpreso, più come se tornasse in vita dopo essere brevemente morto. Forse le esperienze extra corporee erano così, si disse. Ma se ne dimenticò subito perché Harry gli si sistemò sopra prendendogli le gambe ed avvolgendosele intorno ai fianchi, sollevò il necessario i glutei ed appoggiandosi sopra di lui con le mani per reggersi ai lati del proprio corpo, Harry riprese a spingere con più foga per trovare il proprio orgasmo.
Gli occhi grigi di Draco furono totalmente investiti dalla meraviglia del cielo stellato che ora si apriva immenso innanzi a loro.
L’avevano già ammirato lasciandosi prendere dal romanticismo e dalle voglie che poi avevano soddisfatto, ma lì pieno degli ormoni del proprio orgasmo, Draco vedeva il creato diversamente da come aveva fatto prima. 
Un’emozione intossicante lo colpì e aprendo le braccia sopra la testa, spinse il bacino contro quello di Harry senza nemmeno accorgersene, lasciando che il suo ragazzo prendesse da lui tutto ciò che voleva senza riserve. La sua mente, invece, vagò in quelle stelle, su quella luna tonda e argentata, sognando di trasformarsi in un aquila dello stesso manto lunare e di volare là su quel cielo stellato. 
Totalmente trasportato da un sogno ad occhi aperti, abbandonato ad Harry ed al suo piacere, venne poi investito dal suo caldo liquido che lo riempì. Sentendolo con sorpresa tornò bruscamente alla realtà e avvolse le braccia intorno alla sua testa ed al suo collo. Harry si abbandonò su di lui, le labbra sul suo viso, Draco si girò e gliele succhiò febbrile mentre ansimava ancora vistosamente. 
Gli sorrise e se lo strinse addosso, sistemandoselo più comodo.

Harry uscì e gli si stese addosso, accoccolandosi sfinito e profondamente realizzato, in totale pace col pianeta intero. Un sorriso ebete sul volto, mentre le dita affusolate di Draco gli carezzavano la nuca riempiendolo di un benessere ancor più totale. 
- Ti amo, Harry. - disse quindi così d’improvviso Draco, dal nulla. 
Harry spalancò gli occhi e si alzò di scatto per vedere se stava dormendo, ma quando lo vide sorridere divertito alla sua reazione che chiaramente si aspettava, glielo confermò subito senza nemmeno farlo parlare: - Sono serio, ti amo. Volevo dirtelo da un po’, mi sembrava il momento giusto, non trovi? 
Harry domò a fatica la voglia di piangere, si era imposto di crescere e di smetterla di vivere tutte le sue emozioni al massimo come aveva sempre fatto, di controllarsi un po’. Solo che in quella circostanza trovò molto complicato non frignare. 
Gli occhi bruciarono e divennero lucidi, ma con grande orgoglio riuscì a trattenersi. 
- Ti amo anche io Draco. Abbiamo sedici anni, ma so di amarti da almeno un anno, solo che per tutto il tempo mi sono chiesto se due quindicenni potessero davvero amare e ne sapessero qualcosa. La risposta è che non ne ho proprio idea, ma so che ti amo e quindi questo mi basta! 

Draco sorrise, era come sempre logorroico quando era emozionato ed in quei casi o piangeva o parlava. 
Gli carezzò la guancia dolcemente. 
- Anche io so solo che ti amo e questo mi basta. Sei la mia luce e sono contento del percorso che ho fatto grazie a te. Del ragazzo che sono diventato grazie a te. 
Lo vide commuoversi e tirare su col naso, così per domare la sua solita voglia di piangere, si rifugiò sul suo collo. Draco sorrise accogliendolo di nuovo su di sé, la mano sui capelli scombinati come al solito. 
- Tu hai fatto un sacco di passi avanti e superato moltissimi ostacoli, io confronto a te sono indietro, non mi sento d’aver fatto niente di che. Ma ho trovato il mio obiettivo, finalmente, e da qui in poi farò in modo di realizzarlo. Camminerò anche io, correrò, anzi! 
Draco si aggrottò sentendo i suoi sproloqui e cercò di alzarselo di dosso muovendo la spalla, ma Harry rimase inchiodato su di lui come sapesse che voleva rimproverarlo. Così alzò gli occhi in alto esasperato e scosse il capo.
- Harry, - fece quindi sorpreso che glielo dovesse davvero dire. - tu sei la mia roccia, oltre che la mia luce. Se io ho potuto camminare e superare ostacoli, ci sono riuscito sempre e solo grazie a te. Non sarei qua senza di te e non perché tu mi indichi la strada giusta, ma perché mi sostieni mentre cerco di percorrerla. È facile dire ciò che va fatto e ciò che è giusto, ma il più è far sì che venga fatto. E tu sei stato quello che non solo mi ha detto cosa e come, ma che me l’ha proprio fatto fare. È merito tuo se oggi non ho paura delle mie tenebre e se mi sento finalmente sereno e pulito. Libero. 
Harry l’ascoltò in silenzio, probabilmente piangeva ma non voleva farglielo vedere, la cosa lo faceva ridere perché lui invece invidiava da matti quella sua capacità di pingere o comunque di esprimere qualsiasi emozione senza sentirsi sbagliato od inadeguato. 
Molti ragazzi crescevano con il dovere di non piangere troppo o esternare emozioni spiccate, soprattutto paure. Perché i ragazzi non piangono, non hanno paura e se ce l’hanno non la dimostrano. 
Mentre Harry no, era sempre stato perfettamente equilibrato emotivamente parlando e questo lo doveva a Sirius e Remus. 
Per questo se aveva paura lo diceva e se voleva piangere, lo faceva. 
Ai suoi occhi, lui era la persona più bella del mondo e sperava che un giorno sarebbe riuscito a farglielo capire. 
- Diventerò un Auror in grado di proteggere chiunque da qualunque cosa, sarò in grado di affrontare ogni male e vincerlo. Finché ci sarò io nessun nuovo Signore Oscuro oserà rinascere. 
- Ci pensi se un giorno sarò io quel Signore Oscuro e tu sarai la mia nemesi? Scriverebbero saghe, su di noi...
Draco lo disse per sdrammatizzare ed Harry infatti si inalberò alzandosi e dandogli un pugno sul petto, gridandogli contro di non dire scemenze che non voleva sentire quelle cose nemmeno per gioco. 
Draco per la verità l’aveva sempre pensato. Non temuto, ma aveva saputo che sarebbe potuta verificarsi quell’eventualità. Non ne avrebbe avuto paura, anzi, non l’aveva mai avuta, perché aveva sempre saputo che Harry comunque l’avrebbe sempre salvato. 


Il sesto anno di Harry e Draco, si aprì con un annuncio a dir poco strabiliante. 
Il preside Silente l’annunciò il primo giorno, all’apertura del nuovo anno scolastico e lo fece con molto orgoglio. 
- Sono lieto di annunciarvi che quest’anno la nostra scuola è stata scelta per ospitare un evento leggendario di straordinaria importanza. 
Gli studenti iniziarono a guardarsi sorpresi senza capire né tanto meno immaginare di cosa si trattava. I professori a quanto pareva ne erano già messi a parte e ad Harry non sfuggì l’espressione perplessa di Remus.
- Quest’anno si terrà il grande Torneo Tremaghi!
Dopo che lo disse fece una pausa ad effetto per permettere agli studenti di esprimere il loro stupore e la loro gioia, i più giovani non sapevano di cosa si trattava e a loro venne spiegato brevemente dai compagni più grandi. 
Draco sapeva cos’era avendolo studiato in Storia di Hogwarts, ma Harry non si era dato molta pena per impararlo. Sapeva a malapena che era un evento importante scolastico che però non si teneva più da secoli. 
Draco, acceso di interesse all’idea, lo guardò in cerca di sostegno pensando di trovarlo eccitato come lui, ma quando vide che era lì seduto accanto come niente, alzò gli occhi al cielo e gli spiegò in fretta la situazione. 
- È un torneo magico fra le tre scuole di magia da cui poi ne uscirà il mago studente più forte di tutti. 
- Gloria eterna spetterà al campione del Torneo. - fece eco Silente come se gli leggesse nella mente, Draco sorrise acceso ed Harry capì. 
- Oh, adesso capisco perché sei tanto interessato! - sussurrò ridacchiando. Il ragazzo accanto non si diede minimamente pena di smentire. 
- Come minimo dovrò essere scelto, significherà che sono considerato lo studente più forte di Hogwarts. - ripose sicuro di sé e con le idee chiare. 
- Sì, e poi dovrai anche vincerlo, altrimenti servirà a poco partecipare... 
- Quello è ovvio. - disse laconico Draco. Harry rise divertito. Non lo si vedeva così acceso e determinato molto spesso, quella volta sembrava si fossero scambiati i ruoli. 
Quando si metteva in gioco la gloria, Draco finiva sempre in prima fila. La cosa più straordinaria era che applicandosi come faceva lui e con le sue doti naturali, spesso primeggiava sul serio. 
Il preside passò poi a spiegare i dettagli a cui Harry si disinteressò totalmente, mentre il compagno accanto ascoltava dando al tempo stesso corda al suo fidanzato. 
- Perciò ti candiderai? Non è un torneo molto difficile? 
- Certo che lo è o non ci sarebbe gloria al campione, no? 
- Ma non hai paura? 
- Paura? Se voglio essere il più grande questo è solo uno dei tanti passi! Se mi faccio fermare da certe cose non merito nemmeno di essere un mago! 
Harry continuava a ridere, mentre Draco invece rimaneva molto serio e soprattutto molto risoluto. Di fronte a loro Blaise ascoltava sia loro che il preside. 
- Tu non parteciperai? - chiese ad Harry, questi lo guardò come se avesse bestemmiato, spalancando gli occhi scontato. 
- Certo che no! Hai sentito del livello di difficoltà folle delle tre prove? Non se ne parla proprio! Voglio rimanere vivo! 
Blaise rise alla sua spontanea fifa, mentre Draco lo guardò brevemente disapprovandolo. 
Il preside spiegò che il Calice di Fuoco dentro cui avrebbero dovuto mettere le proprie candidature, avrebbe scelto lo studente più forte e preparato, di conseguenza la tendenza era comunque che venisse scelto uno studente dell’ultimo anno. Questo lo disse per far desistere gli studenti troppo giovani che in ogni caso sarebbero stati scartati dal Calice a priori. 
Disse poi che una volta scelti, quello rappresentava un contratto vincolante e il concorrente era costretto a partecipare, perciò bisognava ponderare attentamente la propria candidatura dal momento che le prove sarebbero stato molto ma molto difficili e nessuno avrebbe potuto aiutare i concorrenti. 
- So che l’ultima edizione del 1792 è stata sospesa perché hanno perso il controllo di una Coccatrice che fece un sacco di danni seri. - spiegò Blaise il quale ne sapeva abbastanza per alimentare la convinzione di Harry a non partecipare. Questi lo guardò rabbrividendo. 
- Una Coccatrice?! Ma che diavolo di prove sono? - fece impressionato. 
- Molto difficili. - rispose semplicistico Draco il quale invece non sembrava nemmeno un po’ intimorito. 
- Sei davvero sicuro di voler partecipare? - fece preoccupato Harry. Draco distolse lo sguardo da Silente che ancora spiegava l’arrivo delle delegazioni delle altre scuole e che loro avrebbero dovuto accoglierli ed essere ospitali con gli studenti stranieri in arrivo. 
- Certo. Tanto il Calice sceglierà il più forte. - Harry ancora non capiva come questo potesse tranquillizzarlo, così Draco sospirò spazientito: - Sceglierà chi è in grado di partecipare, non certo una mezza sega che rischia di rimanerci secco! Che senso avrebbe far scegliere al Calice, uno strumento magico estremamente potente? Non è che scelgono i presidi od una giuria! Sceglie la magia! - cercò di usare più logica possibile per fargli capire di stare tranquillo, che se fosse stato scelto avrebbe significato che era sicuramente in grado non solo di partecipare, ma ovviamente anche di vincere. 
Tuttavia Harry rimase della sua e scuotendo il capo, piegò le labbra all’ingiù rimanendo convinto della sua scelta: 
- Non ci penso minimamente, mi spiace. Auguri a te visto che ci tieni tanto! 
Con questo liquidò la faccenda, mettendoci una bella pietra sopra. 


Note: il titolo dell'ultima parte è, come avete visto, 'Prova finale' ed ormai avete anche capito di cosa si tratta: il Torne Tremaghi. Questa era un'altra cosa che avevo deciso di scrivere sin dal primo progetto anche se con le dovute modifiche rispetto al libro. Innanzitutto non avviene lo stesso anno (il quarto di Harry e Draco) bensì due dopo (al loro sesto) e non c'è la restrizione dell'età ai partecipanti poiché la Coppa comunque sceglie lo studente più forte della scuola, di conseguenza anche se uno del primo anno si proponesse, non verrebbe scelto a meno che non fosse il migliore, perciò la restrizione dell'età ho deciso di eliminarla. Sia per questo motivo, sia per permettere a Draco di candidarsi! La fan art scelta non rappresenta precisamente la scena descritta poiché non sono in un tetto ma in un comodo e romantico prato, ma era quanto di più vicino c'era a quel che ho scritto. Grazie e al prossimo capitolo. Baci Akane