CAPITOLO 66:
PRELIMINARI
Il 30 ottobre arrivarono le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang accompagnati dai rispettivi presidi. Oltre ad essi, vennero accolti altri due giudici, Bartemius Crouch, il Capo del Dipartimento per la Cooperazione Magica Internazionale del Ministero della Magia, e Ludo Bagman, il Capo del Dipartimento Sport e Giochi Magici.
Quella stessa sera, dopo un banchetto d’accoglienza per gli ospiti che si esibirono in un breve spettacolo di saluto, Silente rivelò il fantomatico Calice di Fuoco spiegando le proprietà anche per i nuovi arrivati e il suo funzionamento.
Ogni studente che voleva tentare la sorte e partecipare al Torneo, doveva mettere il proprio nome scritto in un biglietto all’interno del calice, il quale avrebbe eseguito la sua scelta il giorno successivo, decretando di fatto l’effettivo inizio della competizione.
Draco non esitò a mettere il proprio nome nel Calice, imitato da diversi altri studenti.
- Pensi davvero di essere più forte di qualcuno dell’ultimo anno? - lo punzecchiò Harry pur sapendo che in realtà poteva benissimo esserlo.
Draco non cascò nel suo tranello ed alzò le spalle con aria di sufficienza.
- Non so se lo sono, ma se verrò scelto saprò di esserlo. - fu la sua risposta snob. Harry arricciò il naso infastidito. Così sembrava troppo sua madre Narcissa.
- Io so di non esserlo, ma ci provo lo stesso! - fece Ron mettendo il proprio nome. Hermione lo guardò scettica mentre andava al calice fiammeggiante col proprio nome in mano.
- E allora perché lo metti?
Ron alzò le spalle e lo mise notando un lieve cambio nella fiamma blu che però tornò ad ardere normale.
- Eterna gloria al campione del Torneo. È così prestigioso che sarei sciocco a non tentare la sorte! Chi può sapere che succederà?
Lo sapeva invece, lui come gli altri, ma i ragazzi lo spalleggiarono mentre le ragazze scossero le teste, alcune ridacchiando, altre decidendo di tralasciare l’illogicità della cosa.
- Io lo so! Nel caso per errore venissi scelto e dovresti partecipare sul serio al torneo, ti cagheresti sotto e finiresti senza qualche arto nelle migliori delle ipotesi! - la risposta brillante e alquanto realista venne dalla sorella, Ginny, che venne ammonita da Ron con un’occhiataccia di rimprovero.
- Grazie per la fiducia e l’incoraggiamento!
- Sono realista!
- Ed inquietante! - continuò Ron ostinato senza rimpiangere d’aver inserito il proprio nome. Dopo di che si avvicinò ad Harry, fermo lì come i loro amici che guardavano chi provava a candidarsi.
- Tu non provi?
Harry lo guardò spalancando gli occhi shoccato.
- Sei matto? E se per errore, come dici lei, mi sceglie anche se non sono di sicuro il più forte della scuola? Ci devo rimettere nel migliore dei casi un arto? No grazie, ci tengo a tutti e 4! - così dicendo si strinse le braccia al petto con aria imbronciata, citando Ginny non per prenderla in giro ma perché era convinto avesse davvero ragione.
Ron lo scacciò con una manata e girò la testa dall’altra parte.
- Chi pensate sarà scelto per Hogwarts? - chiese poi più interessato a quello.
- Uno del settimo anno, è ovvio! Non so nemmeno perché permettono ad altri di candidarsi! - rispose logicamente Hermione senza sapere bene di preciso chi potesse essere il prescelto.
- E invece sarà scelto Draco! - replicò sicuro Harry. Draco lo guardò compiaciuto, non lo diceva perché era il suo ragazzo o per farsi bello ai suoi occhi, sapeva che lo pensava davvero.
- Ma è del sesto! - puntualizzò acida Hermione.
- Ma è il più forte! - replicò allo stesso modo Harry.
I due discussero fino alla nausea, senza comunque arrivare ad un punto comune, nonostante questo Draco già volava a diversi centimetri da terra per come lo portava il suo fidanzato.
Sperava che il giorno dopo avrebbe volato a diversi metri da terra, invece.
Successe durante la festa di Halloween, quando Silente procedette con la scelta dei campioni.
Usando un incantesimo, spinse il Calice a sputare fuori i tre nomi e dal fuoco azzurro nessuno rimase veramente stupito nel vedere i nomi di Krum e Delacour per Durmstrang e Beauxbatons.
Al momento di attendere il terzo nome, quello di Hogwarts, tutti gli studenti della scuola padrona di casa trattennero il fiato, in molti si erano candidati e in tanti riponevano molte speranze.
Draco si tese al proprio posto come una corda di violino, trattenendo addirittura il fiato e stringendo i pugni. Harry, sotto il tavolo, corse a stringergli la mano che lui prese ben volentieri, mentre l’ansia per qualcosa che sperava ardentemente saliva a dismisura.
Era diverso da qualunque cosa avesse mai vissuto, era diverso dall’aspettare il ritorno di sua madre o dal dirle che stava con Harry.
Era diverso anche dalle altre prove che aveva dovuto affrontare.
Era qualcosa che voleva, voleva davvero da matti.
La voleva per sé stesso e nient’altro. Nessun nobile sentimento di mezzo, solo del sano egoismo. Per trovare la gloria che tanto desiderava, per quel riconoscimento di cui non era mai ebbro. Perché sapeva che ci sarebbe stato sempre qualcosa di più di quello che già aveva.
Essere il miglior studente? Un bravo giocatore di Quiddich? Un ottimo mago?
Bene, voleva anche essere il più forte di tutte le scuole di magia. Perché sì.
Perché lo voleva, punto e basta.
Non per ottenere il benestare di sua madre o renderla fiera, né essere riconosciuto dagli altri studenti che ormai avevano capito chi era e non lo bullizzavano più, anzi.
Lo voleva per dimostrare a sé stesso chi era davvero. Che le sue non erano solo sogni, speranze e parole da povero sciocco, che lui era davvero chi voleva essere e stava camminando nella direzione giusta, quella che voleva.
Doveva guardarsi allo specchio e vedersi per ciò che era e voleva che l’immagine riflessa fosse veramente quella di chi aveva sempre desiderato essere. Un grande mago, rispettato da tutti, che avrebbe rialzato il proprio nome.
Doveva avere conferma che non era solo fumo, ma c’era vera sostanza in sé stesso e quello era quel modo.
Era quel momento.
Quando il Calice di Fuoco sputò fuori il terzo e ultimo nome, Silente lo prese fra le dita e con la sua tipica calma lo aprì e lo lesse, dapprima con gli occhi, poi senza trasparire emozione o pensiero alcuno, lo fece ad alta voce, scandendo per bene il nome.
- Per Hogwarts il campione scelto dal Calice è Draco Malfoy!
Il boato si levò da tutta la scuola, chi stupito, chi entusiasta.
Qualcuno disse che era davvero straordinario che fosse scelto uno del sesto anno sopra quelli del settimo, altri dissero che era stato fin troppo ovvio essendo lui il più forte fra gli studenti, non solo come mago, ma anche come atleta e studente.
Troppe qualità in misura elevata in una sola persona, per non essere scelto.
Harry lo abbracciò subito di slancio stringendogli le braccia intorno al collo e riempiendogli la guancia di baci fin quasi a strozzarlo, la sua voce squillò mille complimenti di fila, mentre gli diceva che era stato sicuro della scelta da subito.
Anche Blaise si complimentò con lui con una pacca sulla spalla così come altri compagni lì nelle vicinanze, mentre lui rimase stordito ed incredulo, sebbene ci avesse sperato e forse anche creduto.
Ma lì, in quel momento, realizzò senza fato che aveva finalmente avuto conferma di quello che aveva sempre ardentemente cercato.
Era lo studente più forte di Hogwarts ed il Calice l’aveva appena confermato.
Il primo passo importante nel personale progetto solenne di vita, un progetto formulato ad undici anni appena messo piede lì dentro, era stato realmente compiuto.
“Adesso penserò al prossimo!” pensò Draco tornando in sé e scrollandosi Harry dal collo che oltre all’ossigeno minacciava anche il proprio udito.
Incitati da Silente i tre campioni delle tre scuole vennero invitati ad alzarsi e raggiungere i tre presidi ed i due giudici aggiuntivi e così fecero, andando a ricevere le prime indicazioni.
Draco guardò per la prima volta gli altri colleghi, Viktor e Fleur, lui un bulgaro alto e prestante che faceva parte della nazionale di Quiddich, sicuramente uno molto forte dal punto di vista fisico e atletico. Lei una bella ragazza francese, una strega per un quarto veela. Di lei a parte la bellezza, Draco non rilevò nulla di particolare, ma essendo stata scelta dal Calice significava che sicuramente era degna di competere con loro.
Non sorrise comunque a nessuno di loro, si concentrò sulle parole che Silente disse in privato e li ignorò totalmente, già lanciato verso il prossimo obiettivo.
Avrebbe superato con successo tutte e tre le prove. Non c’erano altre opzioni, ormai.
Ce l’avrebbe assolutamente fatta.
Quella sera, Draco scrisse due lettere. Una a sua madre dove le comunicava con orgoglio che era stato selezionato dal Calice come campione per Hogwarts per il Torneo Tremaghi.
L’altra la scrisse a Sirius. Nonostante fra i due Remus fosse quello più malleabile, piacevole e comunicativo, e soprattutto a portata di mano, Sirius era quello più diretto e spesso preferito da Draco.
Non l’avrebbe detto nemmeno sotto tortura, ma era così.
Poche righe anche a lui.
‘Ciao Sirius,
spero tu riesca a venire ad Hogwarts uno di questi giorni, mi farebbe comodo un sostegno pratico come il tuo visto che sono stato selezionato come campione di Hogwarts per il Torneo Tremaghi.
Sarei lieto di sapere che ne pensi.
A presto, Draco.’
Il giorno successivo alla spedizione della lettera con conseguente ricezione via gufo, Draco ricevette la risposta di Sirius, così come quella di sua madre, la quale gli diceva che era estremamente orgogliosa di lui e che era sicura sarebbe stato all’altezza.
Sirius invece disse:
‘Ciao Draco.
Anche se trovassi una scusa per venire ad Hogwarts o se mi infiltrassi nel letto di Remus come d’abitudine, non alzerei nemmeno mezzo dito per aiutarti in quanto non avrebbe senso in quel caso per te vincere la Coppa se non con le tue sole forze.
Perciò dacci dentro e buona fortuna.
Saluti, Sirius.
PS: Sapevo che saresti stato scelto tu!’
Draco fissò le sue righe scritte con la sua solita pessima calligrafia, alzò un sopracciglio mentre la vena pulsava sulla tempia ed una smorfia di fastidio contrasse il suo solitamente bel viso.
- Dannato Sirius... come osa?
Sebbene gli avesse fatto piacere il PS, imprecò, accartocciò la lettera e la gettò nel fuoco del caminetto della Sala Comune, non per non farla leggere ad Harry, ma per non rileggerla lui stesso ed evitare così di irritarsi ulteriormente.
“Nemmeno mezzo consiglio! Se era il suo adorato figlioccio voglio ben vedere se non era già qua a dargli mille consigli, ma io me la posso cavare da solo! Stronzo!”
Che poi avesse ragione era un altro discorso, ma non l’avrebbe ammesso mai nemmeno a sé stesso
- Fanculo, vincerò da solo e quel dannato premio avrà ancora più valore! Volevo essere scelto ed è stato così! Di che diavolo mi preocc... - ma non finì la frase che girandosi per salire in camera, si imbatté in Blaise fermo sulla ringhiera bassa delle scale, braccia conserte, un piede appoggiato all’altra caviglia e l’aria maledettamente divertita.
- Non eri tu quello sicuro di voler partecipare perché in quel caso avrebbe significato che eri il più forte e preparato, in quanto il Calice non sbaglia? - lo derise Blaise. Draco fece un’altra smorfia velenosa e salendo le scale gli passò accanto spingendolo come se fosse un insetto sul suo cammino.
Blaise, ridendo, si girò e lo seguì al dormitorio.
- Se lo dici ad Harry ti faccio crescere un cesto afro di capelli che non sarai mai in grado di gestire e che non potrai più tagliare!
Minaccia alquanto fantasiosa, come solitamente tutte le sue. Blaise rise più forte, seguendolo senza minimamente essere intimidito.
- Esattamente cos’è che non dovrei dirgli? Che hai chiesto consiglio allo zio di Harry su come partecipare alle prove, oppure sul fatto che non sei più tanto sicuro di essere il più forte?
Quando disse quello, ben consapevole che si sarebbe infuriato, Draco cadde malamente nella sua trappola e non aveva ancora salito del tutto le scale, che lo prese e lo spinse contro la parete di pietra lì accanto. Avvicinò minaccioso il viso al suo e stringendo il colletto della maglia del pigiama, sibilò infuriato: - Non ho minimamente dubbi sul fatto di essere il più forte di Hogwarts o non sarei mai stato scelto dal Calice. Mi serviva conferma e quell’affare me l’ha dato! So di essere all’altezza!
- Ma preferivi una mano dallo zio di Harry!
Blaise non era ovviamente nemmeno un po’ spaventato, anzi si divertiva molto, ma sapeva di non poter esagerare col provocarlo.
Draco fece una smorfia acida e lo lasciò facendo un passo indietro. Scrollò le spalle e si sistemò il pigiama che aveva già indossato anche lui prima di scendere a leggere la risposta di Sirius.
- E con questo? Sarei un idiota se sottovalutassi queste prove. Hanno sospeso questo tornei dal Millesettecento, tu che dici?
Blaise alzò le mani e si strinse nelle spalle aspettando che fosse Draco il primo a salire.
- Io niente, sei tu quello che mi ha ordinato di non dire nulla ad Harry e non capivo di cosa ti vergognassi.
Era ovvio di cosa si trattava. Chiedere consiglio a chiunque era comunque segno di esitazione e lui non voleva passare per uno che esitava, nonostante non ci fosse niente di male.
Draco assottigliò lo sguardo che lo raggelò, lo indicò col dito dicendo mille cose senza usare nemmeno una parola e poi lo precedette verso i letti.
- Tu pensa ai tuoi capelli e andrà tutto bene. - concluse prima di congedarsi per andare verso il suo angolo in fondo al dormitorio, dove Harry già ronfava della grossa.
Quando si stese nel letto, però, Draco si rese conto di stare molto meglio rispetto a prima di questo battibecco con Blaise e capì che l’amico l’aveva fatto apposta a stuzzicarlo, per fargli scaricare i nervi che evidentemente erano più tesi di quel che avrebbe mai voluto ammettere. Con questo sospirò, scosse il capo con mezzo sorriso colpito e si girò sul fianco per prendere sonno.
“Comunque non sono solo.” fu il suo ultimo pensiero.
Note: ho pensato a lungo a quando inserire il Torneo Tremaghi poichè volevo assolutamente che fosse scelto Draco, ma doveva essere una scelta realista, perciò ho deciso di spostare l'anno. Tuttavia se Draco avesse avuto 17 anni sarebbe stato scontato prevalere su tutti, ma così la particolarità è che è il più forte di Hogwarts già a 16 anni. Questo denota quanto sia speciale il ragazzo. Per il resto ho voluto mostrare un po' la sua umanità, alla fin fine è comunque un ragazzo e avere titubanze e tensioni è normale. Alla prossima. Baci Akane