CAPITOLO 71: 
SEMPRE PIÙ IN VISTA

drarry

Draco non venne acclamato come un campione assoluto, né preso sulle spalle e gettato in aria. Non l’avrebbe mai permesso nemmeno sotto tortura.
Aveva mandato avanti Harry a dire che non voleva essere afferrato da nessuno, ma che se proprio avrebbero voluto manifestare la loro gioia per il suo risultato avrebbero potuto stringergli le mani. Se proprio dovevano. 
Harry l’aveva convinto ad aprire l’uovo con loro, nella sala comune Serpeverde. Dopotutto avevano tutti aspettato ligi il suo risveglio, nonostante per tutto il tempo non avessero parlato d’altro con entusiasmo. 
Draco stava sempre più diventando l’eroe della scuola ed era un Serpeverde, non erano mai stati una Casata particolarmente unita, non come i Grifondoro, ma ultimamente parevano aver trovato una sorta di piacevole equilibrio. Andavano sommariamente d’accordo ed erano soprattutto accomunati dal fatto che nessuno di loro amava le eccessive manifestazioni d’affetto. 
Non erano per niente fisici e questo dipendeva dal fatto che tutti gli studenti che ne facevano parte provenivano da famiglia benestanti e con la puzza sotto il naso, ognuna con altissime aspettative riguardo i rispettivi eredi. 
Di conseguenza quasi nessuno di loro era mai stato cresciuto a suon di baci e coccole. Draco ne era stato estremamente felice, sia del fatto che non fossero per forza un gruppo unito, sia perché non volessero sempre acclamarlo abbracciandolo.
Da quando era diventato uno dei più forti Cacciatori di Quiddich portando loro molte vittorie e soddisfazioni, Draco era stato sempre più al centro della loro attenzione, ma per fortuna per quanto si complimentassero e fossero contenti di lui, nessuno aveva mai ecceduto.
Adesso temendo che potessero lasciarsi troppo andare, aveva mandato in avanscoperta Harry e per fortuna, perché aveva riscontrato un inquietante eccessivo entusiasmo nel sapere che finalmente era sveglio.
Invece che prepararsi per andare a colazione e poi in seguito a seguire le consuete lezioni, erano tutti lì in attesa della sua discesa dai dormitori. 
- Ti aspettano tutti in trepidante attesa. Ed è davvero inquietante, te lo garantisco. Non li ho mai visti così! 
Draco era rabbrividito indeciso se aprire davvero l’Uovo davanti a loro, ma alla fine era sceso ed era stato accolto da un piacevole applauso molto ma molto acceso. Draco si fermò spalancando sorpreso gli occhi. 
“È vero, Harry ha ragione! Sono inquietanti! Nessuno ha mai avuto voglia di vivere né gioia di qualcosa! Sembra che abbiamo vinto il Quiddich o la Coppa delle Case!”
Qualcuno si lasciò andare anche un paio di: - Grande Draco! - che lo fecero rabbrividire e per superare lo shock si decise a farla finita, così raddrizzò la schiena, sollevò il mento e con un sorriso risoluto decise di godersi la gloria. 
L’applauso si intensificò e qualcuno osò stringergli davvero le mani al suo passaggio ai quali faceva un sorrisino soddisfatto annuendo tutte le volte. 
Era il loro eroe sul serio, l’eroe delle serpi. Essere amato da loro era incredibilmente bello visto quanta fatica aveva sempre fatto per essere accettato. 
Nessuno di loro aveva mai fatto mistero del loro disprezzo ed il più delle volte era stato bullizzato proprio da loro.
Aveva faticato molto ad emergere e a metterli al loro posto. 
“I bastardi più ostici ora mi stanno facendo i complimenti... questo sì che è soddisfacente!”
Draco si fermò addirittura contento e attendendo la smettessero di applaudire come avesse vinto la coppa finale, tentò di dire qualcosa maledicendo la sua incapacità nei discorsi. 
- Beh, grazie... adesso sto bene... ecco... apriamo l’uovo? Mi hanno detto che contiene l’indizio per superare la seconda prova... 

Harry si batté la mano sulla faccia scuotendo la testa. 
Il peggior eroe di sempre. 
Alzò gli occhi al cielo e decise di lasciar perdere. Non sapeva proprio come si approfittava dell’amore degli altri. Cercava tanto il loro rispetto e la loro ammirazione, ma una volta ottenuta non sapeva che farsene, né come alimentarla. 
“Ha tante doti ma non è un leder. Sa comandare, quello gliene do atto, ma non significa saper farsi seguire. Non ha per niente carisma! Del resto non ha mai potuto guidare nessuno. Anche il successo ottenuto dall’anno scorso alla fine sì, ci godeva e gli piaceva, ma non sapeva che farsene. Non ne ha mai approfittato in alcun modo. Avrebbe potuto avere la scuola ai piedi, essere il rappresentante degli studenti, essere eletto chissà cosa... invece no. Gode perché è narcisista, ma non sa proprio come gestire il successo. Ha vissuto troppo nell’ombra. Adesso che ha i riflettori sarà divertente.”
Mentre lo pensava, vide Draco prendere finalmente l’uovo e salire sul divano, gesto per lui particolarmente intraprendente.
Dopo che si fu messo in una posizione di rilevo con una certa eleganza e meravigliosa presenza fisica nonostante fosse in pigiama come gli altri, aprì l’uovo. 
E, proprio come l’aprì, lo richiuse immediatamente impallidendo shoccato! 
L’urlo che ne scaturì fu assordante e fastidioso e tutti si tapparono le orecchie lamentandosi. 
Dovette richiuderlo subito spalancando gli occhi nel realizzare che la fama era davvero inutile senza la capacità di risolvere quel bel problema. 

- Quale diavolo sarebbe l’indizio? Dove sta l’enigma? Urla? Davvero? 
Draco era infuriato, il suo umore era passato dalle stelle alle stalle ed era ancora incattivito per l’idea per niente geniale di usare dei draghi contro degli studenti per la prima prova. 
- Quei mentecatti cos’hanno nel cervello, il vuoto più totale? - quei mentecatti che stava insultando erano membri del Ministero, ma a quanto pareva a lui non importava. 
Dopo averla aperta coi Serpeverde, lo fece di nuovo coi suoi amici nella speranza che qualcuno potesse capire che diavolo fosse, ma quando si limitarono a tapparsi le orecchie e a guardarlo inorriditi, capì di essere di nuovo solo.
Nessuno aveva la più pallida idea di che cosa fosse né di come potesse contenere un indizio. 
- Di sicuro le urla non sono l’enigma e non contengono un indovinello. - fece ovvia Hermione. Draco le lanciò un’occhiata inceneritrice. 
- Ma dai?! - lei lo fulminò con il suo sguardo, proseguendo seccata dell’interruzione acida. 
- Però forse c’è un modo corretto per aprirlo, che non è quello, evidentemente. 
- Evidentemente! - replicò seccato lui. Almeno era stata l’unica a tentare di dire qualcosa. Non che l’aiutasse sul serio, non era minimamente chiaro in che altro modo si potesse aprire quell’uovo, ma per lo meno era sicuro che ci dovesse essere qualcos’altro che doveva fare per la soluzione. 
Qualcosa. 
Ma cosa? 

Draco finì per mettere da parte l’enigma dell’uovo non propriamente per sua diretta volontà, quanto per obbligo.
Fu la professoressa McGranitt a comunicare loro come sarebbero stati più impegnati da lì fino alla vigilia di Natale. 
- Come da tradizione del Torneo, quest’anno alla vigilia si terrà il celebre Ballo del Ceppo la cui presenza sarà assolutamente obbligatoria per i tre campioni, i quali dovranno essere accompagnati da partner e aprire le danze con un ballo che per vostra fortuna di norma è un lento. 
La professoressa spiegò che erano invitati gli studenti dal quarto anno in su e che l’obbligo dei tre campioni oltre ad esserci e a portare degli accompagnatori, era anche quella di fare il primo ballo. 
- È proprio necessario ballare? Non basta semplicemente esserci? - chiese perplesso Draco che come tutti non aveva né la minima idea di come si ballasse ma soprattutto non ne aveva voglia. 
La professoressa lo guardò con aria di sufficienza. 
- Assolutamente necessario oltre che, come già detto, obbligatorio. Queste sono le tradizioni e non saremo certo noi, dopo svariati secoli, a cambiarle. 
Draco non la convinse del contrario e lui non si prodigò oltre, troppo occupato a capire che quella bella premessa fornita loro nella sua aula dove aveva fatto spostare banchi e sedie per schierare tutti in due file lungo le pareti, una di fronte all’altra, era arrivata per un motivo specifico. 
- Adesso, miei cari studenti, farete pratica. 
- Pratica? - chiese Harry spalancando gli occhi terrorizzato. 
- Pratica, Potter. Pratica. Perché che lo vogliate o no ballerete tutti e si da il caso che nessuno di voi farà una figura barbina. Abbiamo tempo e lo useremo per imparare a ballare come si deve!
Il monologo della professoressa proseguì e nessuno osò interromperla. Finì con lei che predisponeva la musica e invitava gli studenti ad incontrarsi al centro della sala, accoppiandosi. 
- Non ha importanza le coppie attuali, servono solo per imparare a ballare. Quella sera presenzierete con chi volete. 
Per lei non sembrava un problema, ma quando sia Harry che Draco si ritrovarono davanti a due compagne di scuola per quella prova, realizzarono d’averne uno, invece. 
Uno che non servì comunicare a voce, bastò lo scambio di sguardi che si fecero prima di accogliere le mani delle loro partner occasionali. 
Quella di Harry non fece particolari facce, ma quella di Draco brillò di luce propria. 
Nemmeno a dirlo era una del suo Fan Club e sembrava appena diventata la regina di cuori. 
Cuori perché erano quelli che stavano al posto degli occhi mentre lo guardava spalmandosi addosso a lui con troppa aderenza e sicuramente senza necessità.
Harry la squadrò male. 
- Non siamo mica in discoteca! È un ballo formale! Staccati! - sibilò alla partner di Draco la quale fece finta di non sentire.
Draco, che non era per niente felice di sentirsi quella sanguisuga addosso, finì per sentirsi comunque divertito alla sua solita gelosia e decise di torturarlo un po’. 
Il ballo fu la cosa peggiore più per Harry che per Draco, che comunque non lo gustò di certo, ma per fortuna ebbe fine. Non successo, poiché nessuno imparò nulla, ma fine sì. 
Al termine della lezione speciale, Draco ed Harry andarono spediti dalla McGranitt per una delucidazione. 
- Professoressa, una precisazione! - fece Draco preferendo non far parlare Harry che al momento era in versione assassino. 
- Sì signorino Malfoy? - chiese la donna sistemandosi gli occhiali sul naso e guardandolo col suo tipico modo. 
- Sono consapevole che queste sono le tradizioni, ma io verrò al ballo con Harry e nessun altro. Spero che questo sia chiaro e non desti scalpore. 

Harry lo guardò meravigliato placandosi immediatamente. Non avrebbe mai immaginato di sentirlo così sicuro e deciso su quell’argomento e davanti alla professoressa.
- Mi era giunta voce della vostra relazione, naturalmente. - disse calma la donna. 
- Voce? Penso che lo sappiano anche le pareti, visto che i quadri lo sanno di sicuro! - replicò ironico Draco. La McGranitt non fece una piega e proseguì: 
- Le tradizioni vogliono un certo genere di coppie... 
Draco la interruppe subito con arroganza. 
- Io non parteciperò senza di lui, può anche obbligarmi, ma non ci  riuscirà! Già non voglio ballare perché mi fa vomitare l’idea, ma... 
La professoressa lo guardò come se il suo animale da animagus fosse un insetto, invece che un aquila.
- Signorino Malfoy, non avevo finito. - disse laconica, del tutto in disapprovazione. - Le tradizioni vogliono un certo genere di coppie, dicevo. - sottolineò il ‘dicevo’ ammonendolo con lo sguardo. - Ma sono consapevole che i tempi sono diversi. Una volta era impensabile vedere l’unione di due ragazzi o due ragazze, tuttavia ora, per quanto non sia ancora molto comune,  rappresenta in ogni caso la realtà dei fatti, il presente, insomma. Non saremo di certo noi ad impedire l’espressione della verità. 
Un modo molto carino e arzigogolato per dire che avevano il suo benestare. 
- Silente non se la prenderà? - chiese poi preoccupato Harry il quale era disposto non a cedere Draco ad una finta partner, ma almeno a non scendere in pista con lui ballando. Il che era ben diverso. 
La McGranitt lo guardò meravigliata di tale dubbio. 
- Il professor Silente? - subito sorrise divertita all’idea che proprio lui potesse disapprovare. - Sono certa che anche lui benedica la vostra unione. Non avrà nulla in contrario nel vedervi insieme ad aprire le danze. Ma esigo che sia un ballo perfetto, perciò vi intimo a fare molta pratica. Se mi farete fare brutta figura, voi che rappresentate Hogwarts, farete meglio a non mostrarvi in giro per molto tempo. 
La minaccia non fu diplomatica, ma molto schietta ed inquietante. 
I due ragazzi sorrisero ed annuirono per poi scambiarsi uno sguardo complice e andarsene via di corsa.
Una volta fuori dalla sua aula, si misero a ridere divertiti come non mai. 
- Oh, ma te l’immagini le facce delle delegazioni? Qua ad Hogwarts sanno tutti che stiamo insieme e non si aspettavano di certo che non venissimo insieme, ma le delegazioni non sanno nulla! Gli verrà un infarto! 
Harry si riferiva in particolare ai loro presidi, specie all’ex mangiamorte pentito di Durmstrang. 
Continuarono a ridere fino a che non realizzarono di dover imparare alla perfezione quel balletto terribile che nessuno dei due aveva né voglia né la capacità di fare. 

Fu comunque più facile imparare a ballare che risolvere l’enigma dell’uovo d’oro. 
Infatti Draco portato di natura per quel genere di attività elegante e di classe, così come lo era per qualunque altra cosa provasse a fare tranne che i discorsi pubblici, imparò facilmente sia i passi che il portamento. 
In un paio di lezioni pareva che non facesse altro dalla nascita. 
Per Harry fu un altro paio di maniche, ma fu più facile diventare quanto meno decente dopo che le lezioni le prese privatamente direttamente da Draco, tralasciando l’intermediaria di passaggio. 
Dopo un paio di lezioni, la McGranitt decise che avrebbero dovuto fare pratica da soli, cosa che consentì ai due di unirsi, finalmente, e provare insieme. 
Harry non imparò meglio, ma quanto meno parve rilassarsi di gran lunga. Almeno non avrebbe più dovuto sopportare quella smorfiosa della loro compagna di classe che si strofinava sul suo ragazzo pur consapevole che Draco era gay e stava con lui! 
Specie perché sapeva perfettamente che il suddetto fidanzato si divertiva a vederlo geloso. 
“Se non la pianta un giorno lo mando in bianco.”
Un giorno, ma non quello.


Note: Lo so, questo è un capitolo un po' di pasaggio, perciò di fatto non succede molto ma alla fine andava comunque scritto. Alla prossima. Baci Akane