CAPITOLO 74: 
IL BALLO DEL CEPPO

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Era stato catartico. 
Sia trasformarsi in animagus grazie ad una prova durissima e molto importante, e di conseguenza vedere il vero sé, sia poi parlare finalmente con sua madre, abbracciarla, vivere appieno le loro emozioni.
Sentiva che fatto quelle cose avrebbe potuto affrontare qualsiasi prova da lì in poi.
Dopo essersi risistemato il volto per via del pianto usando un facile incantesimo per decongestionare gli occhi, si guardò allo specchio nel bagno dei ragazzi del loro dormitorio e sorridendo soddisfatto, ma anche con innegabile serenità, annuì e decise di essere pronto.
Aveva detto ad Harry di passare da lì per farsi vedere prima di andare insieme al ballo, non per controllarlo ma per poter fare una pomiciata in santa pace con lui. 
Sperava che per una volta gli desse retta, aveva bisogno di lui in quel momento.
Stava bene, immensamente bene, ma era ancora emotivamente scosso. 
Non avrebbe mai immaginato che sua madre sarebbe venuta a cercarlo.
Ripensandoci sorrise contento ma al tempo stesso tirato. Si sentiva prosciugato dalle energie, affrontarla era stato davvero massacrante in qualche modo ed adesso aveva paura di aver esaurito le forze. 
Quando tornò nelle stanze dei ragazzi, una figura spiccava nella camera vuota. 
Gli studenti che avrebbero presenziato al ballo erano tutti già pronti ed avviati, mentre gli altri, i più piccoli che arrivavano fino al terzo anno, comunque non giravano per le camere a quell’ora. 
Perciò confidando in un po’ di privacy, Draco aveva sperato di trovare Harry e quando vide un ragazzo di spalle ad osservare le finestre dalle quali si vedeva il fondale del Lago Nero di un inquietante verdognolo sempre più buio, per un momento credette di aver dato appuntamento alla persona sbagliata. 
“So che è lui, ma se non lo sapessi, non lo riconoscerei mai!” pensò avvicinandosi silenzioso alle sue spalle per poi spuntare dal lato e rubargli un bacio sulle labbra. Harry ricambiò non troppo sorpreso di quel saluto. 
Il bacio divenne presto più approfondito, avendo bisogno di ricaricarsi e sapendo di poterlo fare solo in quel momento.
Mentre le loro lingue si intrecciavano, Draco percepì Harry scosso e pensò che sua madre dovesse aver colpito. Pensandolo turbato ed infastidito si staccò rimanendogli vicino fino a sentire il suo respiro. Lo guardò negli occhi verdi cercando di scrutarvi dentro, ma venne subito distratto dal primo piano del suo viso che nonostante gli occhiali appariva un altro. 
Il profumo non era intossicante, ma non l’aveva mai portato ed era davvero buono. Riconobbe all’istante tutti i tocchi di sua madre. 
Gli carezzò il viso particolarmente liscio, doveva avergli messo qualche crema. Poi piegò il capo di lato scrutandolo circospetto, con un sorrisino soddisfatto dipinto sopra. 
- Wow, stai davvero benissimo. Volevo togliessi gli occhiali, ma in realtà stai bene anche così. - disse critico e sfacciato. 
Fece infatti un passo indietro raddrizzandosi per guardarlo meglio, i capelli erano pettinati, lisci ed in ordine come non lo erano mai stati, domati probabilmente con della cera. 
Il vestito era uno smoking classico con la camicia bianca ed il panciotto con papillon neri abbinati ai pantaloni e alla giacca. 
Sorrise ancor più soddisfatto: - Eh sì, stai proprio benissimo! Sembri un altro! Ho fatto bene a chiedere aiuto a mia madre! Sapevo avrebbe fatto un ottimo lavoro! 

Harry arrossì per i complimenti, in effetti si sentiva veramente bello anche se non aveva mai pensato di esserlo. Si era sempre visto normale e anche sgualcito, ma quello per colpa sua. In ogni caso non si era mai giudicato chissà cosa, ma quella sera si sentiva bello.
Non quanto Draco. 
Quando lo guardò bene rimase senza parole spalancando gli occhi. 
Quel completo bianco era elegante di suo, ma addosso a Draco pareva ancor più bello e pregiato. Lo portava in un modo favoloso. 
- Il bianco è il tuo colore... 
Draco aveva già la giacca addosso ed Harry lo immaginò senza, probabilmente sarebbe stato ancora più bello e pensando che era il suo ragazzo e che l’avrebbe accompagnato lui al ballo più importante di Hogwarts, avvampò. 
- Sto bene? - fece l’altro girando lentamente su sé stesso, allargando lievemente le braccia.
Harry si sentì addirittura eccitare e dovette mordersi la bocca per controllarsi. Annuì energicamente. 
- Sei un figo da paura! Ti vorranno tutti saltare addosso!  
Draco rise avvicinandosi di nuovo a lui al termine della giravolta e mettendogli le mani sui fianchi, lo guardò sereno e rilassato tornando a scrutare i suoi occhi verdi come aveva cercato di fare all’inizio. 
- Stasera vorranno saltare addosso anche a te! Saremo i più guardati ed invidiati! - rispose il suo ragazzo orgoglioso. Harry gongolò lieto di aver fatto colpo sull’unico al mondo che gli interessava. 
- Che guardino pure! Stasera mi sento veramente in forma! 
- Si vede. Pensavo fosse successo qualcosa con mia madre, eri strano, prima... - disse Draco senza filtri, consapevole che non avevano molto.
Harry scosse il capo e gli mise le mani sul petto cercando di non sgualcirlo. 
- Tutto bene. È stata bravissima. E poi... - ripensò alla frase su sua madre. - Ha detto qualcosa che non avrei mai pensato di sentirle dire. Credo che in qualche modo mi abbia accettato, non so, ho avuto quest’impressione.  
Draco spalancò gli occhi mostrando particolare interesse e stupore.
- Davvero? 
- Sì, ha detto che mia madre sarebbe stata fiera di me oggi nel vedermi così. 

Draco sorrise sollevato e felice che sua madre si fosse comportata in quel modo incredibilmente bello e che l’avesse effettivamente accettato. Non era scontato, ma il fatto che fosse accaduto lo riempì di una tale serenità da spingerlo a baciarlo di nuovo.
Era consapevole che avrebbero fatto tardi, ma non poteva andarsene senza le sue labbra e il suo sapore dolce e caldo. La morbidezza di Harry si espanse aiutandolo a trovare tutte le forze che per un momento aveva pensato di non avere. 
Sua madre che accettava Harry e dopo veniva a cercare lui e a dirgli che era fiera di lui era qualcosa di assolutamente perfetto. Così perfetto che meritava di essere festeggiata, quella sera, cosa che avrebbe fatto. 
Gli prese così la mano e senza dire nulla si avviarono fuori da Casa Serpeverde. 
Camminavano per i corridoi del castello con una posa eretta ed elegante, naturale per sé, ma non per Harry che probabilmente contagiato da lui e influenzato dall’abito da cerimonia, finalmente sembrava un principe al suo fianco.
Lo sembravano veramente e dopo essere usciti dai sotterranei, Harry prese la mano di Draco e se l’agganciò al proprio braccio, camminando come due grandi signori. 
- Sai, mi ha fatto pensare, tua madre...
- Ha questa tendenza... - fece Draco senza distrarsi dal percorso e dalla sfilata che stava facendo momentaneamente fra i quadri che li ammiravano applaudendo e approvando, di tanto in tanto facevano lo stesso effetto anche ai fantasmi.
- Quello che stava facendo lei era quello che avrebbe fatto mia madre se ci fosse stata. - proseguì Harry. Draco finse di non essere colpito da quel discorso, Harry non parlava molto dei suoi genitori e non aveva mai capito se fosse perché lo facevano soffrire o perché non voleva essere troppo indelicato nei suoi confronti a parlare dei suoi come degli eroi del mondo, quali poi erano stati in una certa maniera. 
- Ma sai, devo dire che Remus l’ha rimpiazzata molto bene... - fece poi senza ridere. Draco faticò a non farlo. Aveva appena candidamente dato a Remus della donna, madre per giunta. 
Però aveva ragione, la sua dolcezza e capacità di comprensione ricordava quella di una madre nella sua classica accezione. 
“Se sono come la mia, il discorso cambia...”
- Quello che lui non era in grado di fare, stasera l’ha compensato tua madre, con cui comunque sono cresciuto per la maggior parte della mia vita. Ed allora ho pensato...
Draco, capendo a cosa voleva arrivare rallentò realizzando anche di essere ormai nei pressi della Sala Grande allestita per quella sera per il gran Ballo del Ceppo, a cui erano già arrivati tutti. 
Harry lo guardò con la sua semplicità. 
- A modo suo è stata importante anche lei, per me. Sicuramente mia madre era molto diversa dalla tua, ma credo che qualcosa l’avrebbero comunque avuta in comune. Questa capacità di rendere principe un rospo, per esempio... - finì ridacchiando per stemperare la pesantezza del pensiero espresso e Draco sorrise grato, capendo il senso del suo pensiero contorto. 
Annuì stringendo il braccio a cui la propria mano era ancora agganciata, infine senza aggiungere nulla indicò col capo la grande porta della Sala attraverso cui dovevano passare. 
- Sei pronto? - fece mezzo divertito. 
Harry guardò l’ingresso a pochi metri da loro e sospirò terrorizzato. 
- Non molto, ma ormai che ci siamo... 
- Sei bellissimo, non devi temere. Farai un figurone, al mio fianco. 
- Lo farò perché sono con te. Penso che potresti essere anche più bello della veela. 
A Draco fece ridere il fatto che Harry nemmeno ricordasse il nome di Fleur nonostante fosse una dei tre campioni, ma che ricordasse le sue origini. 
- Potrei chiederle un ballo per far svenire tutti nel vederci insieme... - propose Draco avanzando sempre a braccetto con lui, arrivando ormai al portone di legno massiccio e lavorato di intarsi antichi. 
- Sverranno anche vedendo noi due insieme. Non ti serve lei... 
Draco questa volta rise ed entrò così, con un gran sorriso sul suo bel viso sereno e rilassato. 
Appena i due misero piede dentro l’enorme salone adibito a sala da ballo in tema neve ed inverno, tutti si zittirono a macchia all’istante, alcuni senza nemmeno sapere perché stava calando quel silenzio repentino.
- Oddio, ci guardano davvero tutti! - esclamò rigido Harry sbarrando gli occhi terrorizzato, mentre gli pareva che le proprie ginocchia non collaborassero molto. 
- Che credevi, che scherzassi? 
- Per fortuna che hai insistito a farmi sistemare da tua madre, senza di lei ero osceno, mi avrebbero guardato per quanto brutto sarei sembrato al tuo fianco... 
- Se non chiudi quella bocca ti stacco il braccio e te lo faccio mangiare. - sibilò a denti stretti Draco. 
- E che devo fare? Mi viene da parlare quando sono nervoso... 
- Sorridi, Harry, sorridi. Lo sto facendo perfino io. 
- Tu quello che fai lo chiami sorriso? 
Continuarono a battibeccare sottovoce fingendo di non guardarsi per nulla.
Fecero il loro ingresso piuttosto trionfale insieme, a braccetto, con la camminata che grazie a Draco parve quella di due principi.
Quelli di Hogwarts sapevano che stavano insieme, quelli delle altre scuole lo scoprirono in quel momento ed espressero il loro stupore parlottando fra loro, dopo un primo lunghissimo ed imbarazzante momento di silenzio. 
La sfilata proseguì fino ad un gruppo di persone radunate che continuava a fissarli, ma la McGranitt si fiondò svelta da loro con la sua tipica aria arcigna e in quel caso particolarmente arrabbiata. 
- Era ora, ragazzi! Ancora un po’ e mandavo Fuffi a cercarvi! 
Draco ed Harry la guardarono senza capire. 
- Chi? 
La donna scosse il capo.
- Lasciate stare, venite, è ora di aprire le danze, se i tre campioni non lo fanno la serata non può ufficialmente iniziare e di conseguenza nessuno inizierà nemmeno a mangiare. Stavo per trasformare i vostri amichetti in soprammobili per farli stare buoni! 
Non riuscirono a ridere della battuta perché vennero subito trascinati al centro della sala, ben diversa dal solito. 
Dall’altissimo soffitto scendevano delle scenografiche stalattiti di ghiaccio, mentre degli incantati fiocchi di neve cadevano dall’alto senza mai raggiungere il suolo già innevato. 
La particolarità oltre alla temperatura ambiente perfetta, era che la neve in giro sembrava vera, ma camminandoci sopra non aveva consistenza e pareva per la verità trasparente. 
Harry avrebbe voluto ammirare meglio la bellezza della Sala Grande, dove i quattro tavoloni erano stati spostati lungo le pareti per fare spazio al centro per i balli. 
Altri tavoli rotondi erano sparsi agli estremi, insieme alle molte sedie che avrebbero permesso agli studenti di sedersi. 
- È già ora di ballare? - disse con aria tremante Harry vedendo che la McGranitt faceva cenni anche alle altre due coppie di sistemarsi in mezzo con loro. 
Quando Viktor insieme ad una splendida Hermione si furono messi da un lato e Fleur col suo accompagnatore da un altro, la professoressa diede il segno al maestro d’orchestra di iniziare col primo canto e così successe. Le note iniziarono lievi e soavi ed Harry spalancò gli occhi su Draco terrorizzato. 
- Non ricordo nulla! 
Draco sospirò spazientito e con l’impulso di incantarlo per farlo muoversi in automatico, spostò le mani in modo da essere lui a condurre nonostante avessero sempre provato al contrario su ordine della professoressa, convinta che lui in quanto ospite d’onore insieme agli altri due campioni, dovesse essere quello portato. 
Nel caso di Viktor era diverso essendo lui un ragazzo accoppiato ad una ragazza, una coppia classica insomma. Ma per loro la McGranitt aveva pensato che sarebbe stato più appropriato così.
Fortunatamente Draco non si era aspettato diversamente e aveva imparato i passi ed i movimenti anche per lui.
Così sibilando: - Muoviti! - severo più che mai, con il ghiaccio che usciva dai suoi occhi, lo fece partire.
In pochi istanti si ritrovarono a ballare insieme agli altri quattro e, cosa davvero incredibile, Draco stava facendo davvero un ottimo lavoro. Tanto che ad Harry sembrava di saper ballare, improvvisamente, contrariamente a     quanto pensato fino a quel momento, quando non c’era stato verso di imparare mezzo passo. 
La musica li trasportò quasi come per magia, incantata e melodiosa e tutto in un istante venne cancellato. 
I due, abbracciati nella tipica posa del ballo da sala, si mossero come la professoressa aveva insegnato loro e prima di realizzarlo, stavano ballando.
Quando lo fecero, invece, si persero nell’emozione e nei loro sguardi che non volevano saperne di staccarsi.
Si guardavano intensamente, Harry sognante, Draco realizzato e sereno.
Si tenevano fra le braccia e ballavano insieme davanti a tutta la scuola, sentiva l’invidia e l’ammirazione come un contorno lontano piacevole, ma più di tutto erano gli occhi del suo ragazzo ad emozionarlo.
Non avrebbe mai pensato che potesse essere così bello.
Ci aveva sempre pensato come ad una seccatura ed ora che era lì a farlo in quel modo, così protagonista, era probabilmente una delle cose che non avrebbe mai dimenticato. 
- Sai... - fece Draco infatti mentre magnetizzava lo sguardo sognante di Harry che si faceva totalmente trasportare da lui. - sono veramente felice di essere qua con te oggi. 
Harry sorrise dolcemente, brillando di una luce splendida, mentre viveva la sua favola. 
- Anche io. Non credevo mi sarebbe piaciuto tanto. Invece sono contento di essere io qua con te, oggi. A fare questa cosa bestiale! 
Draco rise sommesso cercando di non farsi vedere troppo, ma i suoi occhi non ingannavano nessuno, in quel momento.
Anche chi li vedeva insieme per la prima volta, lo capiva immediatamente. 
Lì c’era amore autentico e nessuno avrebbe più potuto negarlo.
Che avrebbe potuto aspettare anche dieci, venti o cinquant’anni, ma quei due probabilmente si sarebbero sempre guardati così. 


Note: li avevo troppo bene in testa mentre scrivevo il capitolo, mi sono apparsi come due bei principi, uno di bianco e l'altro in completo classico bianco e nero, ordinati, pettinati e splendidi. Dalla fanart del bacio ho tratto la mia scena perché quando a suo tempo l'avevo trovata me ne ero innamorata, mentre la fanart del ballo non li rispecchia molto tecnicamente, ma mi piace come ballano, sembrano protagonisti di una favola, come li immaginavo io. Alla prossima. Baci Akane