CAPITOLO 77:
LA COSA PIÙ IMPORTANTE
Quando Harry si ricongiunse a Draco, questi stava mangiando al suo solito posto insieme a Blaise e stava parlando di come sopravvivere un’ora sott’acqua. Insieme parevano aver trovato già diverse opzioni di cui Harry al momento non era minimamente interessato.
Si sedette accanto a lui con movimenti secchi indicando che era ancora arrabbiato per una serie infinta di cose.
Draco, al suo arrivo, smise di parlare con Blaise e rivolse al suo ragazzo la propria attenzione e pur notando il chiaro malumore di Harry, era impossibile infatti non notare qualsiasi tipo di umore che albergasse nel giovane Potter, non andò leggero e guardandolo con aria irritante e provocatoria, disse: - Hai finito di flirtare con Mirtilla? È stato un bagno piacevole?
Harry gli lanciò un’occhiata inceneritrice simile a quella mandata al fantasma, ma Draco non si scompose e ridacchiò prendendogli il piatto e mettendogli quello che sapeva gli piaceva delle portate che erano sul tavolone.
Quel semplice piccolo gesto calmò totalmente Harry il cui umore si girò facilmente. Infatti sospirò come se si arrendesse e scuotendo il capo prese il piatto riempito e con una smorfia ignorò totalmente la questione che l’aveva fatto arrabbiare seriamente, di cui non avrebbe mai parlato al diretto interessato.
- La prossima volta che mi pianti in asso con quella piaga vai in bianco per un mese!
Blaise fischiò divertito.
- Oh, l’hai fatta grossa, Malfoy...
Quando doveva prenderlo in giro usava il cognome, ma Draco con aria di superiorità riprese a mangiare fingendo di non riconoscere le proprie colpe.
- Sta bluffando, non riuscirebbe a starmi lontano per così tanto!
Harry rispose a tono iniziando a battibeccare e a ridere insieme, mutando totalmente modalità, ma dentro di sé un pensiero cristallino e rincuorante prese forma
“Tom Riddle sarebbe mai in grado di scherzare così con gli altri? Avrebbe amici con cui si confida e ride? Ma figurati! Non basta essere dotati ed avere un brutto carattere per essere i nuovi signori oscuri! Che si fottano tutti quelli che ancora lo pensano! Io so chi è Draco ed ora lo sa finalmente anche lui! Il resto non conta!”
Alla fine si calmò sebbene si appuntò mentalmente di dover lavorare sul suo non proprio piccolo punto debole.
Era consapevolmente troppo apprensivo su Draco.
Decisamente troppo.
Insomma, guai a chi lo toccava in alcun modo, nonostante lui si potesse ovviamente difendere da solo.
“Magari la gelosia e la possessività la posso mitigare, ma questo va oltre...”
Consapevole dei propri limiti, decise di accettarsi così com’era e far pace con sé stesso. Certe cose non erano poi così brutte, in fondo.
E poi Draco si era trasformato in aquila, aveva vinto le sue tenebre, non c’era più niente di cui si sarebbe dovuto preoccupare. Niente avrebbe più potuto rovinarlo in alcun modo.
Draco decise di usare l’incantesimo Testabolla. Era molto facile e decisamente utile.
Neville gli aveva parlato di un’alga da ingerire che l’avrebbe momentaneamente trasformato in una specie di uomo pesce con branchie e dita palmate, ma l’idea di ingurgitare qualche schifezza non gli era andata a genio.
Il Testabolla era un incantesimo per lui facile, imparato al quarto anno, qualcuno aveva avuto qualche difficoltà a padroneggiarlo, molti non riuscivano a tenerlo attivo per molto tempo, ma nel suo caso non c’erano stati grossi problemi.
Se la bolla si fosse esaurita prima della fine della prova, caso che si sarebbe potuto verificare nel caso in cui il mago non fosse stato abbastanza capace nel produrla e quindi avesse eseguito un incantesimo non troppo valido, l’avrebbe semplicemente rifatta, ma sapeva di saperla fare bene in modo che durasse minimo un’ora.
Il risultato era garantito.
La sera prima della seconda prova, Draco era meno teso della volta precedente.
Aveva un buon incantesimo da usare per il problema e non sembrava una prova particolarmente impegnativa, niente di paragonabile ad un drago. Non si era nemmeno consultato con Remus.
Si era salutato coi suoi amici che gli avevano fatto gli auguri e poi a letto si era steso rivolgendosi sul fianco verso Harry messo nella stessa posizione a guardarlo.
Erano rimasti un po’ svegli a parlare della prova e di quel che avrebbe potuto affrontare nel fondo del lago, Draco si era studiato le creature marine che avrebbe potuto incontrare.
La piovra gigante non era pericolosa perciò sapeva che non si sarebbe dovuto preoccupare di lei, tuttavia c’erano anche gli avvincini oltre alle selkie. Le selkie non erano pericolose in generale, ma non era il caso di scontrarsi con loro o provocarle.
Gli avvincini invece erano demoni acquatici aggressivi verso gli umani e avrebbero verosimilmente rappresentato il vero ostacolo, ma Remus aveva insegnato loro ad affrontarli al terzo anno e aveva ripassato la lezione.
Si sentiva sicuro.
- Potrebbero metterci qualche nuova meraviglia per rendere l’impresa più frizzante... - disse divertito Harry. Draco alzò le spalle con aria semplice e sicuro di sé.
- Ho ripassato tutte le creature acquatiche pericolose, penso di potermela cavare. Vedremo come va.
- Hai paura? - fece poi il suo compagno. Draco ci pensò e poi piegò le labbra stringendosi nelle spalle.
- Non credo.
Dopo la prima prova si era rotto il ghiaccio e i nervi adesso erano più pronti.
Harry parve sollevarsi nel vederlo così sereno, infatti allungando il braccio verso di lui, tese le dita. Draco fece altrettanto sorridendo e intrecciandole alle sue, gli diede la buonanotte.
- A domani. - lo salutò.
Draco si addormentò con la consapevolezza di poter affrontare qualunque ostacolo col supporto del ragazzo che amava, sempre più sicuro dei propri sentimenti.
Qualunque impresa compiuta era sempre stata grazie a lui, in qualche modo. Il suo sostegno ma soprattutto le sue costanti certezze sul fatto che alla fine ce l’avrebbe sempre fatta, l’avevano reso possibile. L’avevano spinto a crederci e tentare fino a riuscirci.
Anche il grande obiettivo dell’animagus alla fine era stato merito suo.
Dormì serenamente sapendo che il giorno successivo avrebbe avuto Harry fino all’ultimo secondo di respiro fuori dall’acqua e poi di nuovo in quello successivo al suo ritorno in superficie.
Avrebbe portato a termine con successo anche quell’impresa e l’avrebbe fatto per lui, per dimostrargli che faceva bene a fidarsi di lui e incoraggiarlo e amarlo. Che era degno dei suoi sentimenti.
Quando si svegliò, la prima cosa che i suoi occhi grigi misero a fuoco fu il letto vuoto di Harry.
Si aggrottò immediatamente alzandosi col busto prima ancora di sbadigliare, si guardò intorno e non solo il suo letto era vuoto, ma non c’era traccia del suo pigiama. Non sembrava essersi vestito, perciò non si era semplicemente alzato per primo, anche perché l’avrebbe sentito.
Stranito per quell’anomalia, iniziò subito a sentire un presentimento.
Era un fastidio alla bocca dello stomaco, come un piccolo pensiero invisibile che non potevi ignorare. Non eri in grado di identificare, ma c’era.
Sapevi che c’era qualcosa che ti irritava, ma non capivi bene cosa fosse.
Nel suo caso sapeva che era per l’assenza di Harry, ma con razionalità si disse che doveva esserci qualche motivo valido.
Pensò si fosse sentito poco bene di notte ed invece di svegliarlo per non disturbarlo, fosse andato a cercare qualche rimedio da solo.
Quando si preparò e andò a colazione, non per mangiare ma per cercarlo, vide tutti tranne lui. Chiese a Blaise se avesse visto Harry e quando scosse il capo, da dietro arrivò trafelato anche Ron con aria a dir poco allucinata strillandogli in faccia: - Hermione è sparita!
A Draco bastò per capire ed alzandosi in piedi di scatto fissò totalmente allucinato Ron.
- Ecco cosa mi rubano!
- Hermione?! - chiese Ron senza capire cosa c’entrasse con lui e perché fosse così spaventoso.
- No idiota! Harry! Manca anche lui!
Ron ci mise quei secondi soliti a realizzare, ma poi ci arrivò anche lui. A dare voce alle ovvietà venne Blaise: - Hermione è la ragazza di Krum, mentre Harry è il tuo... l’indovinello diceva che vi avrebbero rubato qualcosa...
Draco così stringendo i pugni, mentre una rabbia strisciante si impadroniva pericolosa di lui, si voltò lentamente verso l’amico al proprio tavolone.
- E così giocano col fuoco, eh? Per una stupida prova mettono a rischio la vita di studenti che non c’entrano nulla con il Torneo? Siamo noi che ci siamo candidati, non loro! Sono forse impazziti a fare una prova simile? E se qualcuno non ce la fa, se qualcosa va storto? Chissà cosa ci hanno messo su quel fondale marino! Massa di imbecilli senza cervello! Se gli succede qualcosa se la vedranno tutti con me!
Draco era sicuro di farcela, a maggior ragione sapendo di dover recuperare Harry, ma c’era sempre quella vocina invisibile che gli insinuava il dubbio. E se qualcosa fosse andato storto ed avesse perso Harry?
Fu a quel punto che si sentì le viscere tremare e quando le sue unghie ferirono i propri palmi per quanto stringeva i pugni, Blaise e Ron cercarono insieme di tranquillizzarlo.
- Dai, vedrai che stanno bene, non permetteranno succeda qualcosa. C’è Silente, no?
E c’era una prova importante da portare a termine e la storia del torneo che diceva che erano morti molti studenti, motivo per cui avevano sospeso il campionato per secoli.
- Se gli succede qualcosa sono tutti morti. - sibilò furioso e terrificante.
Ron indietreggiò spaventato come quella volta sotto il platano picchiatore e Draco se ne andò via come una furia. Rimasto lì, si scambiò uno sguardo preoccupato con Blaise alzatosi in piedi anche lui.
- Faceva paura... - sussurrò.
- Già... - concordò l’altro. Ma entrambi sapevano di non poter fare niente per lui. - Giocano proprio col fuoco questa volta. - aggiunse Blaise serio.
Contro certe cose non si vinceva mai definitivamente, rimanevano sempre lì acquattate nell’ombra del proprio animo, pronte ad emergere e a fare stragi al momento giusto.
Draco fece irruzione nell’ufficio di Remus come una furia, ma non di quelle stile tornado che buttano tutto all’aria, come avrebbe fatto Harry.
Era più come un vento gelido del nord. Entra improvvisamente e congela ogni cosa.
Remus, ormai pronto per andare a vedere la prova, lo guardò meravigliato di vederselo lì proprio poco prima di essa. Capì immediatamente che qualcosa di grave doveva essere successo.
- Che è successo ad Harry? - chiese andando subito a colpo sicuro. Poteva essere in quelle condizioni solo per lui, non aveva dubbi.
Subito l’ansia iniziò a crescere prima ancora di sentirlo.
- L’hanno preso per la prova. L’indovinello diceva di dover trovare il modo per stare sott’acqua un’ora, perché avremmo dovuto recuperare qualcosa che ci avrebbero rubato. Pensavo ad un oggetto, non certo a persone! Harry è sparito ed anche Hermione che è la ragazza di Krum! Sono forse impazziti? Se gli succede qualcosa perché sono una massa di stronzi io li uccido, Remus. Te lo giuro su Dio che li uccido tutti!
Ed era serio, solo che non era l’unico problema visto che a lui si sarebbe unito un certo cane rognoso.
- Se lo sa Sirius fa un casino di quelli che finiscono nei manuali di storia di Hogwarts!
Non stava scherzando sebbene cercasse di stemperare la propria stessa tensione salita alle stelle in un attimo.
- Diglielo! Deve saperlo! Sicuramente hai un modo per comunicare con lui facilmente!
E l’aveva, ma non glielo avrebbe detto.
Avevano uno specchio che attualmente stava in camera, sperò non avessero gridato abbastanza da farsi sentire da lui.
Remus cercò disperatamente di dissipare la propria nebbia e prendendo un respiro profondo, gli mise le mani sulle spalle per calmarlo.
- Vado a parlare con Silente, se non fosse una cosa sicura non l’avrebbe mai permessa, perciò penso puoi stare tranquillo. Tu devi calmarti, Draco. Se sei così agitato e nervoso non ti verrà né un Testabolla da un’ora né altri incantesimi contro gli Avvincini. Perciò svuota la mente e sta calmo. Andrà tutto bene.
Sperò di convincerlo, dal momento che lui era il primo pieno di dubbi.
Draco sembrò placarsi almeno in parte, se non altro per la necessità di fare un Testabolla eccellente e recuperare Harry dal fondo del Lago.
Poi, in ogni caso, avrebbe fatto sicuramente saltare per aria un paio di teste.
Quando se ne andò allo stesso modo in cui era arrivato, ovvero portandosi il suo gelo artico con sé, Remus sospirò ma non di sollievo.
“Sono dei pazzi.”
Sapeva che il pericolo non era rappresentato solo da Draco. Quello maggiore era colui che stava a casa. Se fosse davvero successo qualcosa ad Harry niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo. Né lui, né l’altro Sirius in miniatura solo versione ghiaccio siberiano.
“Sarà il sangue Black che li accomuna? Si somigliano paurosamente in certe cose. Harry, per esempio! Toccaglielo e vedi se non reagiscono allo stesso modo, facendo stragi.”
Note: La fanart non ricalca fedelmente la scena descritta in camera ma rende l'idea di quel momento fra loro. Adesso bisogna vedere come affronterà Draco la prova consapevole che sul fondo del Lago c'è il suo Harry. Mi piaceva mostrare questa somiglianza fra Draco e Sirius, anche se poi di fatto sono diversi fra loro, ma appunto simili in certe cose. L'amore per Harry, per esempio. Alla prossima. Baci Akane