CAPITOLO 80:
VERSO LA TERZA PROVA
Harry aveva notato che Draco era rimasto pensieroso e sulle sue subito dopo la seconda prova, ma sapendo quello che era successo non si era stupito ed aveva deciso di lasciargli i suoi spazi ed eventualmente accogliere le sue paure nel caso avesse voluto condividerle con lui.
Anche nel caso in cui non l’avesse voluto, le avrebbe condivise comunque.
Però di punto in bianco era uscito dal suo guscio come se niente fosse successo.
Un mattino, dopo che gli era parso mancasse per la gran parte della notte dal suo letto, era spuntato col sorriso e l’aveva baciato sollevato, così non aveva chiesto nulla.
Dopotutto non sarebbe potuto essere sempre con lui e Draco doveva trovare il modo di farcela e superare le sue paure anche da solo.
Era contento di aiutarlo, ma capiva, dopo quella seconda prova, che il rischio che succedesse qualcosa proprio a lui c’era e in quel caso i guai sarebbero stati tripli.
Era stata una buona occasione per Draco per fare i conti con quell’aspetto ed iniziare a farcela da solo e con sollievo aveva visto che ce l’aveva fatta.
Avendo superato quel test Draco sembrava molto più sicuro di sé, come se non avesse più dubbi sul fatto che ce l’avrebbe fatta in un modo o nell’altro.
Una sera i giudici del ministero chiamarono tutti e tre i campioni al campo da Quiddich per mostrargli i preparativi iniziati per la terza prova che si sarebbe tenuta entro un mese, affinché potessero prepararsi ed evitare così spiacevoli incidenti; quella sera Draco tornò tutto vigoroso ed entusiasta, come forse Harry non l’aveva mai visto.
- Sarà un labirinto! - esclamò raggiungendo i suoi amici che l’aspettavano curiosi dopo la sua convocazione per ovvie ragioni.
- Un labirinto?! - fece Harry perplesso, non gli sembrava poi così pericoloso considerato le due precedenti.
- E ti piacciono i labirinti? - chiese Ron schifato.
- A me sì, mi piacciono molto! - Hermione trovava interessante qualsiasi cosa fosse un enigma.
Draco alzò le spalle.
- Non particolarmente, ma visto quelle precedenti poteva andare peggio.
- Ma non è troppo facile? È la terza prova, voglio dire... un labirinto? - Seamus non si capacitava dell’apparente facilità della prova, ma Draco a quel punto, sedendosi coi suoi amici sui gradini di uno degli ingressi di Hogwarts, dove l’avevano aspettato, rispose: - Sarà incantato, oltre che enorme. E pieno di creature magiche scelte da Hagrid, il professore di Cura.
Avevano già avuto tutti modo di incontrare le sue adorabili creature e sapevano che aveva il gusto dell’orrore, per nulla condivisibile, ma grazie a questo sapevano che tipo di creature aspettarsi.
- Allora è altamente probabile che ce le abbia già fatte vedere... - Dean centrò il punto e Draco accentuò il suo sorrisino vittorioso.
- Saprai sicuramente affrontarle tutte! - si accese Harry capendo perché Draco era arrivato così contento.
- Labirinto enorme ed incantato? Potrebbero essere il meno le creature, sai? - Hermione tendeva al negativismo, ma Draco non le poteva dare torto.
- Rispetto ad un drago sarà comunque meglio... - fece lui senza perdersi d’animo. Harry annuì convinto tornando a puntare al fatto che sapere di cosa si sarebbe trattato era comunque positivo.
- Sarà meglio esercitarmi con gli incantesimi di attacco e difesa...
- Ne hai bisogno? - disse Seamus divertito, intendendo che era già un asso in quelli. Draco si alzò pulendosi i pantaloni e sistemandosi la divisa, poi lo guardò saccente, contento che lo reputasse ufficialmente così bravo da non aver bisogno di esercitarsi.
- Solo gli stupidi si sentono arrivati! Ed io non sono di certo stupido! - dopo questa frecciata volta ad auto elevarsi, scoccò un’occhiata a Blaise che se la rideva e ad Harry che gli faceva una smorfia di scherno per denigrarlo.
- Voi due mi aiuterete ad esercitarmi, siete i migliori con gli incantesimi di questo tipo.
Spesso avevano duellato, erano tutti e tre ben dotati per quel genere di attività, così si erano dati da fare divertendosi non poco.
Entrambi annuirono rimanendo seduti con gli altri, ma quando Draco si rese conto di non essere seguito, si girò verso di loro e acido li richiamò: - Beh?
Non servì dire altro.
- Oh, tu intendevi da subito? - chiese divertito Blaise alzandosi automaticamente senza nemmeno prendere in considerazione l’idea di dissentire.
- Te lo sogni, adesso ho fame! - brontolò invece Harry.
- Ma si mangia fra un’ora! - gli fece notare Hermione.
- Fa nulla, stai pure lì, mi basta Blaise! - con questo Draco se ne andò dopo averli lanciato un’occhiata sottile di rimprovero. Tuttavia quello bastò per far scattare Harry con una smorfia irritata e brontolando a bassa voce lo seguì.
Draco vedendolo raggiungerlo col muso lungo due metri, fece un sorrisino compiaciuto.
“Sempliciotto!”
Sapeva quanto Harry detestasse essere messo in parte nelle proprie questioni, specie se finiva in qualche modo declassato da qualcun altro.
Le settimane trascorsero serene fra la scuola e le esercitazioni.
Al sesto anno Draco aveva già accumulato molto bagaglio utile dalle lezioni, aveva dovuto compensare ben poco a quello che già sapeva.
Blaise ed Harry, poi, gli furono estremamente utili per gli incantesimi, duellarono anche tutti e tre insieme con due attacchi combinati rivolti contemporaneamente a Draco.
Nessuno dei due vedeva come ci potesse essere qualcosa in grado di creare difficoltà a Draco.
- Come farai per l’orientamento? Se è un labirinto incantato mi aspetto come minimo della nebbia che ti confonda. E comunque i labirinti sono difficili, di persona.
La terza prova era alle porte e avevano dato fondo non solo a tutti gli incantesimi utili, ma li avevano anche perfezionati. Draco si sentiva più pronto di prima.
Oltre agli incantesimi e ai duelli, aveva ripassato le creature magiche facendo particolare attenzione a quelle che il professore nonché guardiano di Hogwarts aveva loro mostrato durante gli anni scolastici.
Doveva memorizzare bene ogni punto debole per evitare mosse inutili come colpire sulle corazze dei mostri resistenti.
In certi casi gli incantesimi rimbalzavano contro e ci si procurava solo danni.
Quel giorno Blaise però sollevò un quesito non stupido e quando tentò di rispondere si rese conto che aveva pensato a tutto tranne che a quello.
- Beh, non sono un totale disastro ma nemmeno una bussola vivente... hai qualche idea?
Harry fece il broncio per partito preso nel vedere che non l’aveva minimamente considerato nella soluzione del problema e di fatti nemmeno si sforzò di trovare una risposta.
Blaise parve invece preparato e tirando fuori un foglietto dalla tasca dei pantaloni con degli appunti tirati giù da un libro, glielo consegnò facendogli vedere un incantesimo trovato che riteneva utile.
- L’Incantesimo dei Quattro Punti... - ripeté Draco leggendo la scrittura del suo compagno. Lesse quello che vi era scritto. - Geniale, mi indicherà il nord. So da dove parto e so dove sarà il centro, di conseguenza con quell’incantesimo potrò orientarmi almeno un po’...
Con questo gli scoccò un’occhiata sorpresa e carica di gratitudine ed entusiasmo che irritò enormemente Harry.
- Grazie, ti sei dato da fare!
- Oh beh, sai... mi chiedevo come avresti potuto orientarti...
Harry era irritato per essere stato meno utile di Blaise al suo ragazzo ed era una sensazione che detestava perché era ancora estremamente possessivo con Draco sebbene fosse migliorato molto negli ultimi tempi, ma sapeva anche che quella sera sarebbe stato lui a distendergli i nervi come nessuno avrebbe mai potuto fare, perciò fece mille smorfie infantili dentro la sua mente, rimanendo perfettamente indifferente all’esterno.
Draco in tutta risposta iniziò a provarlo e nessuno dei due si stupì di vederlo riuscirci al secondo tentativo.
- Scontato! - fece Harry sbadigliando e stiracchiandosi, capendo che ormai le lezioni di pratica erano finite.
Draco finse di non farci caso mentre il suo compagno di classe si complimentava con lui, ma era perfettamente consapevole del reale fastidio interiore di Harry e che in qualche modo si sentiva in competizione con Blaise, perciò fece un sorrisino divertito leccandosi le labbra in modo malizioso e provocante, pregustandosi le scintille fra un paio di ore.
Le dita di Harry scorrevano languide sulle spalle di Draco, seduto ai piedi del divano fra le sue gambe aperte. Erano rivolti verso le grandi finestre che davano sull’interno del Lago Nero, poiché ormai il fuoco a metà giugno era bello che spento, sebbene facesse sempre un certo freschetto lì nei sotterranei Serpeverde.
Si erano trattenuti con alcuni compagni che avevano voluto far parte del rinomato mondo di Draco, di cui tutti ormai desideravano rientrarvi, per poi riuscire a rimanere soli.
Harry non voleva che Draco facesse tardi, l’indomani era il grande giorno, nel pomeriggio si sarebbe tenuta l’ultima prova e avrebbero finalmente saputo a chi sarebbe andata la gloria eterna.
Aveva aspettato in parte pur essendoci sempre, senza stuzzicarlo né tormentarlo in alcun modo, per vedere come sarebbe uscito da quel periodo di forte stress. Non solo sembrava essere risalito bene da quella brutta ricaduta in seguito alla seconda prova, ma non era servito il suo intervento in alcun modo.
Era molto orgoglioso di lui.
Ora sembrava molto sereno, seppur concentrato. Si concedeva pure di irritarlo di proposito tentando di farlo un po’ ingelosire. Lo conosceva bene, sapeva che tutti quei modi per sminuire la sua utilità ed esaltare quella di Blaise erano per infastidirlo.
Evidentemente gli piaceva e comunque nutriva il suo famoso ego che ormai riteneva maledettamente sexy.
Ormai aveva fatto diciassette anni, come al solito il regalo glielo avrebbe preso e dato dopo, una volta finita la scuola che era agli sgoccioli.
La terza prova arrivava al posto della consueta finale di Quiddich che poneva un po’ la fine ufficiale della scuola.
- Domani verranno anche i parenti, lo sai? - fece pensieroso Draco mentre Harry lo massaggiava. Ruppe il silenzio che si era instaurato per un po’ una volta che erano rimasti soli.
- Lo immaginavo, sarebbe stata la finale di Quiddich e di solito vengono sempre i parenti. - fece logico.
- Verrà anche mia madre. - proseguì come in ricerca di uno spunto per parlare di qualcosa di particolare.
- Ne sei contento?
Draco si strinse nelle spalle.
- Mi ha detto che se lo desidero posso andare a vivere con lei. E se voglio mi farà vedere Villa Malfoy. - Harry rabbrividì all’idea sia che lui andasse con lei trasferendosi definitivamente da casa sua, sia che visitasse quella vecchia villa. Aveva sentito le storie che giravano su di essa e sapeva che probabilmente erano ingigantite, ma sicuramente non era un posto positivo da vedere.
- E tu vuoi? - non sapeva a cosa si riferisse, probabilmente ad entrambi. Voleva solo che parlasse perché aveva iniziato lui la conversazione ed era un’altra cosa positiva.
Draco sollevò ancora le spalle, si sfilò la maglietta nera che indossava e si sedette sul divano, si mise in punta davanti ad Harry che si spostò indietro per fargli posto, allargando le gambe ancor di più per incastrarselo meglio davanti.
Con le mani scese sul centro della schiena, fra le scapole e nella zona dorsale a stimolare e rilassare i muscoli che dall’alto non aveva potuto toccare.
Il contatto delle dita sulla sua pelle nuda e bianca lo fecero rabbrividire e la posizione non aiutava di certo. Harry si morse il labbro e cercò di rimaner concentrato.
- A me non interessa quella villa, ma sono curioso di vederla. È lei che ci tiene e vorrebbe un giorno tornare a viverci. Adesso è all’asta ma in quanto erede diretto posso forse fare qualcosa. Adesso ho 17 anni, per il mondo della magia sono maggiorenne. Dovrei cercare di capire meglio la situazione di quella villa.
Draco parlò di quel posto in modo molto pratico e tecnico, Harry lo lasciò fare scivolando con le mani sui fianchi e sulla vita, massaggiando più leggero anche i lati, finendo poi per carezzarlo distrattamente.
Draco era immobile davanti e sicuramente era rilassato, non voleva che smettesse o non si sarebbe addirittura tolto la maglietta.
- La prenderesti per lei?
- Me ne ha parlato molto, le piaceva quella villa nel periodo che ci è stata, ho capito che vorrebbe tornare a viverci. Io non so come fa, ma credo che sia stata molto felice con lui, prima che Voldemort rovinasse tutto.
Harry fermò le dita che arrivarono sui pettorali, tormentò i capezzoli che si inturgidirono e si appoggiò col petto alla sua schiena. Lo baciò dietro il collo e abbracciandolo da dietro chiese curioso.
- Sai che cosa si dice di quella Villa, vero?
- Che sia maledetta. - rispose subito Draco senza apparente turbamento.
- E vorresti vederla lo stesso? Prenderla per regalarla a tua madre?
Il compagno alzò le spalle e si appoggiò a lui mettendosi più comodo, Harry lo cinse subito da dietro baciandogli la pelle sensibile sotto l’orecchio.
- Se lei lo desidera. Lei meglio di chiunque altro sa cosa è successo lì. Io forse sono solo curioso di vederla, ma non ci vivrei nemmeno sotto tortura.
- Se riesci davvero a fargliela avere, il progetto di vivere di nuovo insieme andrebbe in fumo. È dunque questa la risposta, alla fine, alla sua richiesta di andare a vivere con lei?
Draco sembrò rifletterci solo in quel momento, trattenne il fiato e piegò la testa guardando in alto, Harry lo guardò mentre ci pensava realizzando qualcosa che non aveva ancora considerato. Si strinse nelle spalle, infine, e voltò meglio il capo verso di lui alla ricerca della sua bocca, quasi a costringerlo a baciarlo.
- Tanto voglio andare subito a vivere con te appena usciamo da Hogwarts. Non riesco ad immaginarmi in un posto dove tu non ci sei, dopo tutti questi anni.
Fu Harry a trattenere il fiato e con gli occhi lucidi si fermò mentre l’emozione lo investiva a tradimento così come la consueta voglia di piangere.
Lo sentì ridere per poi strofinarsi con la schiena contro il suo petto alla ricerca di più contatto. Harry aumentò la presa delle braccia e lo baciò lieve.
- Vuoi dare il contentino a tua madre per giustificare il fatto che non andrai a vivere con lei? Sei subdolo! - Harry la vide così senza pensarci molto e la mise giù con scherno per sdrammatizzare, ma era chiaro fosse così. Ci teneva a lei e a ricucire i rapporti, anzi, migliorarli, ma fino ad un certo punto.
C’era un limite, fra loro, e Draco non l’avrebbe mai superato.
Come se avesse paura, in cuor suo, che avvicinandosi troppo a lei potesse avere altre ricadute, come se penasse dentro di sé che lei non fosse una vicinanza sana.
“Vuole stare sempre e solo con me perché sa che sono una presenza positiva per lui, mentre teme sua madre perché anche se le vuole bene, pensa che non sia del tutto positiva.”
Harry si tradusse facilmente il comportamento di Draco, ma non si sentì di biasimarlo.
Qualunque cosa gli fosse successa durante e dopo la seconda prova, l’aveva affrontata e superata bene da solo e ne era molto orgoglioso. Era felice di essere la sua coperta di sicurezza, ma era tranquillo nel sapere che in realtà non ne aveva quasi più bisogno.
- Ci pensi? - fece poi d’improvviso, - Sono stato concepito in un ambiente così oscuro. Per un periodo è stata la base scelta da Voldemort, mi ha rivelato mia madre. Lei l’ha conosciuto di persona. Lucius era uno dei suoi preferiti.
Harry per poco non svenne vedendo tutto nero. Aveva parlato di una cosa assolutamente tabù e fra l’altro aveva nominato suo padre. Non lo chiamava ‘papà’, ma lo aveva fatto.
Per un momento non seppe cosa fare, ma rimase fermo in silenzio ad aspettare il resto, mentre i brividi lo ricoprivano dalla testa ai piedi. Nemmeno si muoveva, quasi non respirava per non disturbare quel flusso libero e aperto.
Sapeva dove voleva andare a parare e sapeva che aveva bisogno di parlarne, perciò continuò a tenerlo fra le sue braccia e non lo interruppe.
- Pensi che certe persone siano maledette come le case? Che siano segnate in qualche modo dalle cose brutte che gli accadono, dal contesto in cui sono e dalla storia che li precede?
Harry voleva disperatamente trovare le cose giuste da dire, ma non era saggio come i suoi zii. Tuttavia cercò di fare del suo meglio.
- Penso che ognuno si crea il proprio destino. Forse c’è una predisposizione per qualcuno. Se uno nasce in una famiglia normale e positiva, in un ambiente sereno e non gli capitano brutte cose, sarà meno predisposto alla negatività ed al male. Però penso che in ogni caso la nostra volontà alla fine è ciò che conta. Più della predisposizione e della storia e tutto il resto.
Dopo aver parlato, Harry si complimentò con sé stesso per le cose giuste che era riuscito a dire. Draco rimase in ascolto e come se assorbisse le sue parole, si voltò dopo che ne fu probabilmente soddisfatto. Si spostò fra le sue braccia di lato per poterlo vedere meglio in viso. I loro occhi così si incontrarono e lo vide che sorrideva sereno. Se l’era immaginato cupo e buio, ma invece lo vedeva sorprendentemente bene.
- Sirius poco tempo fa mi ha detto che non si può vivere con la paura del buio, o si cadrà, un giorno. Ha detto che dobbiamo vivere a seconda di ciò che abbiamo ora. Io ora sono felice e non voglio più avere paura del buio.
Harry pensò che certe paure rimanevano incise nel DNA e potevi fare quello che volevi per mitigarle e nasconderle, ma erano sempre in agguato pronte a riemergere nel momento peggiore, a tradimento.
Ma non lo disse.
Gli prese il viso con una mano e glielo carezzò sorridendo dolcemente, poi senza rispondere lo baciò delicatamente.
Si separò di un soffio solo per mormorare: - Domani sarò con te, sai che non ti abbandonerò e ti aspetterò fuori dal labirinto, arriverai con la coppa in mano, me lo sento.
Draco sorrise ed annuì aprendo le labbra e tirando fuori la lingua che infilò fra le sue. Trovò quella di Harry che gli venne incontro mentre lo stringeva di più tra le sue braccia, approfondendo quel bacio che sperava sarebbe bastato come Stella Polare per la prova del giorno dopo.
Non sapeva nulla di come sarebbe stato, ma qualcosa gli diceva che, viste le due precedenti, non sarebbe stata la più facile, anzi.
Note: Eccomi tornata! Cominciamo con l'ultima rata di capitoli. In questo ho inserito un po' di momenti con Harry di vario tipo ed è tutto dalla sua parte. Lo vedo in questo momento della loro storia come un angelo custode, consapevole che Draco deve iniziare a farcela da solo per evitare un eventuale disastro nel malaugurato caso in cui gli dovesse succedere davvero qualcosa. Ovviamente essendo ormai abbastanza grandi, entrambi hanno prospettive diverse da prima, più mature. Grazie dell'attesa ed alla prossima. Baci Akane