CAPITOLO 84:
RIVINCITA
Il ricevimento per festeggiare la fine del Torneo avrebbe sfamato un esercito di troll di caverna super affamati. Gli elfi domestici che lavoravano nelle cucine di Hogwarts ci diedero dentro, così come l’allestimento che venne fatto nella Sala Grande aperta al pubblico accorso per la Terza Prova, fu in grande stile.
Non erano venuti tutti i familiari degli studenti, sebbene in quanto evento classico della chiusura scolastica, da tradizione erano sempre invitati ad assistere a quella che di solito era la finale di Quiddich. Per logica tendevano a partecipare i familiari delle Case o degli atleti coinvolti, ma per l’occasione, siccome si trattava dell’ultima prova del torneo che aveva preso vita al posto del solito evento sportivo, e siccome ad esso avevano partecipato solo tre studenti di cui due di altri istituti, oltre ai rispettivi familiari avevano aperto il cancello anche ad altri parenti degli studenti. Chiunque sarebbe stato interessato a seguire le vicende finali del magico campionato studentesco, era stato il benvenuto.
Non erano venuti molti, ma un numero considerevole di persone dopo aver riempito gli spalti, si era allegramente ed entusiasticamente riversata a scuola, nella Sala Grande, su invito del padrone di casa.
Il preside Silente aveva annunciato un ampio banchetto per chiunque volesse unirsi a loro nei festeggiamenti della fine del torneo e, per loro, della vittoria.
Così una volta appurata la salute di tutti e tre i campioni e consegnata ufficialmente la coppa al legittimo proprietario che se l’era già stretta fra le braccia dal momento in cui l’aveva presa nel labirinto, si erano spostati fra le mura scolastiche ben capienti.
Draco si era poi scusato con Viktor per averlo quasi schiantato alla fine e lui aveva detto che erano in una competizione importante e che era normale battersi a duello.
Oltretutto era finita bene poiché Draco non aveva realmente schiantato nessuno.
Lo disse nel suo inglese stentato pieno di consonanti marcate e trasformate in F, ma Draco non lo derise. Lo ringraziò educatamente per la bella gara alla quale Fleur era sempre stata più un contorno che altro. Nessuno dei due lo disse ad alta voce, sebbene lo pensarono. Non era mai stata una questione a tre, ma sempre a due sin dal primo momento, sebbene lei si fosse battuta bene, in linea di massima, specie col drago.
Aveva avuto sfortuna sotto il lago, ma là l’unico che probabilmente non aveva avuto problemi era stato Viktor in quanto era stato quasi nel suo ambiente naturale.
Nella terza non avevano idea di quanto vicino ci fosse andata, ma in ogni caso se l’erano sempre vista loro due ed era stato entusiasmante.
Mentre loro parlavano della prova, dei mostri affrontati e delle stregonerie incontrate, Sirius andò da Crouch come un caccia e prendendolo in parte con le mani ai fianchi, fregandosene totalmente che egli era di grado superiore rispetto a lui, lo rimproverò senza andare per il sottile.
Gli disse di tutto per il genere di stregoneria usata ricordandogli che anche se rinomato ed importante, era comunque un Torneo studentesco ed il loro scopo non era creare nuovi traumi, ma solo dei campioni.
Bartemius non condivise il suo disappunto, rispondendo saccente che erano situazioni nelle quali chiunque nella vita si poteva imbattere e non c’erano stati dei reali rischi.
- Tu veramente non sai cosa c’è nell’animo dei giovani? Sono pieni di paure e ansie, impressionabili e sempre sull’orlo di un crollo. Una piccola mossa falsa e li perdi definitivamente!
- Non sono d’accordo, ritengo che la forza di un mago vada forgiata sin da quando sono giovani, altrimenti da adulti non raggiungeranno mai importanti obiettivi. - il rappresentante del Ministero non sembrava capire cosa diceva Sirius o per lo meno non pareva intenzionato a condividerlo. Probabilmente la sua visione delle cose era davvero ben diversa da quella di molti e Sirius si chiedeva sempre, ogni volta che le loro strade si incrociavano, come riuscisse ancora a ricoprire una posizione di rilievo.
- Vallo a dire a tuo figlio, questa stronzata, e vedi se non ti risponde che preferiva un po’ più d’amore e comprensione da adolescente...
Quando Sirius lo disse con la sua lingua tagliente e diretta, vide lo sguardo di Crouch farsi livido, capì che era sul punto di esplodere poiché sapeva perfettamente d’aver toccato un nervo scoperto.
Suo figlio era diventato Mangiamorte e tutt’ora gli davano la caccia, ma in molti ormai sospettavano che suo padre lo tenesse nascosto da qualche parte, magari sotto qualche maledizione che lo costringeva ad essere al pari di una bambola rotta.
Conoscendo il soggetto, non si sarebbe stupito di scoprire che quella era la verità.
Bartemius tuttavia lo fulminò con un’occhiata terribile che non intimidì minimamente Sirius. Rimase a fronteggiarlo dritto e furioso.
- Se potessi parlare a mio figlio sicuramente non mi chiederebbe amore e comprensione, ma mi sputerebbe in un occhio e cercherebbe di mordermi! - fece amaro Crouch in maniera totalmente spontanea. Sirius inarcò le sopracciglia poco sorpreso, ancora alterato.
- Lo vedi? Ed è valsa la pena crescerlo alla tua maniera, cercando solo di forgiare il carattere e tirare fuori il talento per importanti obiettivi?
Non voleva deriderlo e non ritirò quanto detto, non si fece indietro e vedendo che Bartemius non rispondeva più, si tenne quella che considerava una pallida vittoria.
Prima di andarsene, però, lo puntò col dito severo senza toccarlo e minaccioso aggiunse: - Tu fa pure quel che vuoi con tuo figlio, Crouch, ma vedi di stare lontano dagli studenti e soprattutto da Harry e Draco!
Per lui ormai Draco era al pari di Harry sebbene ovviamente ci fosse un affetto diverso, ma a quel punto si rendeva lucidamente conto di trattarlo come avrebbe fatto con un figlio, come già faceva da sempre con Harry.
Bartemius tentò di dire che con suo figlio non poteva fare nulla perché non sapeva dove fosse, ma Sirius ebbe solo più conferma che mentiva a riguardo.
“Pessimo bugiardo!”
Voltandosi e lasciandoselo alle spalle, decise che ci sarebbe tornato quando le cose sarebbero state più tranquille.
Se era vero che teneva un mangiamorte sotto maledizione da qualche parte per coprirlo e non consegnarlo ad Azkaban, in quanto Auror doveva comunque scovarlo e smascherarlo.
Non per quell’idiota di suo figlio, ma perché doveva pagare anche il padre e doveva soprattutto essere spodestato dal Ministero.
Tornando a Remus e Narcissa che aspettavano sia lui che Draco ed Harry alle prese con una conversazione con Krum, i due lo guardarono con arie interrogative. Lui però sorrise trionfante mascherando il profondo nervoso e soprattutto le intenzioni prossime su Crouch.
- Sei stato inopportuno come sempre? - fece Remus divertito immaginandosi che genere di dialogo potevano aver avuto in privato.
- Sono stato giusto! - si difese Sirius punto sul vivo.
- Quindi inopportuno! - puntualizzò ridendo il suo compagno. Narcissa alzò gli occhi al cielo scuotendo il capo e sospirando altezzosa, scrollò le spalle e con un regale: - Andiamo? - decise che era ora di spostarsi ad Hogwarts dove ormai si erano già diretti tutti.
Una volta in Sala Grande, Draco ed Harry si riunirono ai loro amici che li avevano anticipati e appena li individuarono cominciarono ad applaudire il vincitore e acclamarlo.
Ben presto a loro si unirono tutti gli altri, mentre le delegazioni delle altre scuole a stento applaudivano. Volevano mostrare sportività, ma nessuna delle due scuole era particolarmente portata per tale sentimento.
Loro malgrado si unirono all’ovazione.
Draco si fermò dopo pochi passi all’interno della sala e realizzando che c’erano praticamente tutti e che gli applausi erano per lui, avvampò imbarazzato e rigido, maledicendosi per non essere passato a sistemarsi. Era ancora sporco e in disordine ed odiava avere quell’aspetto soprattutto se lui era l’ospite d’onore.
Tuttavia poco dopo il rossore sparì insieme alla vergogna che lasciò spazio all’orgoglio e alla soddisfazione. Harry lo spinse e fu così che si ritrovò a camminare al centro della Sala, in mezzo alla folla che si aprì al suo passaggio.
Erano tutti lì per lui e lo acclamavano entusiasti.
Era la sua vittoria, una vittoria totale su ogni fronte, ma soprattutto il raggiungimento dell’obiettivo che si era tanto ardentemente fissato al suo ingresso lì dentro.
Mentre faceva la passerella raddrizzandosi e sollevando il mento, ricordò la prima volta che era entrato lì, gli sguardi malevoli di tutti, le voci che parlavano male di lui, i maltrattamenti subiti in seguito.
Figlio di mangiamorte, famiglia decaduta del male, erede dell’oscurità.
Molto soprannomi, uno peggiore dell’altro, che l’avevano segnato. Così come gli episodi di bullismo a cui aveva dovuto far fronte.
Ma piano piano aveva affrontato tutto e tutti, superando ogni ostacolo, mentre percorreva il sentiero che si era prefissato.
Un giorno avrebbe riabilitato il suo cognome ed i Malfoy non sarebbero più stati derisi e maledetti, ma rispettati ed ammirati.
Così come lui. Nessuno l’avrebbe più preso di mira, ma l’avrebbero acclamato e ben voluto.
Ammirazione e rispetto, aveva sempre lavorato duramente per ottenerli ed ora erano tutti lì, in quegli applausi, mentre raggiungeva la tavolata degli insegnanti dove la coppa dopo essere stata consegnata e sollevata per la cerimonia allo stadio, era stata restituita.
In piedi lì accanto c’era il preside Silente, considerato il mago più grande di tutti i tempi. L’aveva segretamente ammirato sebbene non ci avesse mai avuto molto a che fare, ma era stato sicuramente uno dei suoi modelli.
Non diventavi il mago più grande senza ambizione e lui lo era senza dubbio. Era il più forte, sì, ma non era negativo od oscuro, perciò si poteva arrivare in alto pur essendo ambiziosi nella ricerca del potere e della gloria.
Eppure più che lui e chiunque altro, aveva capito che il suo vero modello o forse più un idolo, era stato un altro.
Una persona che gli era sempre stata accanto e che l’aveva cresciuto a modo suo. Un modo poco condivisibile, forse, visti certi metodi, ma alla fine efficace.
Quando Draco arrivò accanto al preside che gli mise una mano sulla spalla congratulandosi con lui e facendogli un simpatico occhiolino, si voltò verso la sala gremita di gente, per lo più studenti che nel corso degli anni erano passati dall’odiarlo all’amarlo.
Individuò Harry carico di orgoglio che sprizzava gioia da ogni poro, lui che aveva tanto voluto stare con lui in Serpeverde sacrificando la sua vera natura di Grifondoro pur di aiutarlo, per un amore così grande già da bambino.
Dopo di lui ed il sorriso intenerito riservato al suo ragazzo, il suo sguardo si posò su sua madre. Il ricordo della propria vita alternativa lo aveva colpito. Lei era rimasta sempre fedele a lui anche in quella circostanza. Era consapevole che era stata la materializzazione delle sue paure, ma ugualmente non aveva mai rinunciato a lei, non aveva mai avuto paura di lei, né di perderla. In ogni sua versione, lei c’era sempre e sarebbe sempre stata al suo fianco. A modo suo, con mille difetti e tante cose da correggere, però era sempre stata lì.
Le sorrise e lei si asciugò una lacrima sbrigativa con la punta delle dita. Sicuramente si sarebbe vergognata di farsi vedere piangere di gioia per suo figlio, ma Draco si impresse anche quel bel momento.
Poi gli occhi grigi si posarono su Remus accanto a loro che applaudiva orgoglioso. Lui era presto diventato come uno zio amorevole, era stato il primo a volerlo lì con loro e accettarlo e a difenderlo. Ricordava come aveva litigato con Sirius per spingerlo ad accettarlo.
Aveva da subito visto qualcosa di bello e positivo, qualcosa che valeva la pena proteggere e aiutare. E l’aveva sempre fatto. Sicuramente senza di lui non sarebbe entrato realmente nelle loro vite. Sorrise a Remus che lo ricambiò da lontano.
Infine posò lo sguardo su quello che poi era diventato il suo vero modello e forse un idolo, addirittura. Magari proprio per quella sua diversità, per quella sua anticonvenzionalità in ogni cosa, persino nel crescere dei bambini. Era sempre stato un tutore a modo suo, un adulto diverso dagli altri. Aveva sempre detto la verità ad ogni costo e non era mai stato tenero se non con Harry; non li aveva mai trattati come se fossero troppo piccoli per sapere certe cose, perché riteneva che per proteggersi dovessero essere consapevoli di tutto.
Essere sempre onesti, era questo che aveva imparato da Sirius, e soprattutto non aver mai paura di mostrare ciò che si era a costo di andare contro tutto e tutti. Lottare per sé stessi, perché nessun altro l’avrebbe fatto. Anche se lui, poi, era stato fortunato, perché di persone che avevano lottato per lui ne aveva trovati. Harry primo fra tutti.
Si morse il labbro guardando Sirius che applaudiva sorridendo, ricordò d’averlo chiamato padre e di avergli detto che era importante e si vergognò, ma non se ne pentì.
Sorrise sentendo il nodo salire di nuovo, perciò distolse subito lo sguardo e lo posò sui suoi amici, anche loro avevano avuto un ruolo importante. Erano stati i primi al di fuori della famiglia adottiva ad accettarlo e difenderlo, ma per arrivare a quello stato aveva faticato, li aveva dovuti conquistare. Era stato il primo reale test superato, quando aveva capito che la gente andava conquistata e non sottomessa o spaventata.
- Signore e signori, il vincitore del Torneo Tremaghi! - Silente sottolineò ancora meglio che era lui il vincitore. Poi non contento disse pure per l’ennesima volta il suo nome intero. - Draco Malfoy! - gli applausi aumentarono e Draco si sentì strano, pieno di orgoglio nel sentire il proprio nome, ma in particolare il suo cognome.
Draco Malfoy Black. Voleva prendere anche il cognome di sua madre perché era quella che gli era sempre stata vicina, aveva fatto di tutto per proteggerlo e aiutarlo e a modo suo ci era riuscita.
Quando Silente ebbe infine la pessima idea di fargli dire qualcosa, Draco impallidì e lo guardò limpidamente terrorizzato, questo fece ridere tutti e stizzire lui. Suo malgrado, Silente lo esortò a dire lo stesso due parole e richiamando il silenzio di tutti, lo fece parlare.
Note: Naturalmente non ricordavo d'aver inserito qualcosa su Sirius e Crouch visto che ho scritto tutto molti mesi fa e la mia memoria non è particolarmente buona. Lo scopo generico della fic era la crescita di Draco nella sua lotta alle tenebre, lotta che inizialmente riesce a compiere sempe grazie ad Harry. Ad un certo punto, però, la sua crescita lo porta a riuscire a percorrere la strada giusta anche al di là di Harry, per essere una sorta di entità indipendente, per cui adesso possiamo ufficialmente dire che il suo percorso è compiuto con successo, quindi uniamoci agli applausi che sta ricevendo. Inizialmente questo e quello successivo erano un unico mega capitolo che poi ho deciso di dividere in due corti per mia comodità nel correggere, per questo sembra troncato in due. Perché in effetti lo è! XD Il prossimo è l'ultimo, poi ci sarà l'epilogo. Baci Akane