*È tempo di compere scolastiche per i ragazzi che, accompagnati da tutti e tre gli adulti, faranno un'esperienza tanto bella quanto particolare. Nonostante i significativi cambiamenti, ho cercato di lasciare alcune cose dei libri originali pur adattandole alle esigenze della mia storia. Nel frattempo Draco inizia a svilupparsi caratterialmente... e non solo! Buona lettura. Baci Akane*
9. SIMBIOSI SIGNIFICATIVE
Erano già stati a Diagon Alley per diverse faccende, ma era la prima volta che ci andavano per prendere il materiale scolastico per Hogwarts e cioè cose per loro.
Cose magiche nella fattispecie o associate alla magia.
Entrambi adoravano andare a Diagon Alley e per l’occasione erano andati tutti insieme.
Fu la cosa più eccitante della loro vita, in particolare lo fu scegliere le bacchette.
La scelta della bacchetta come per ogni mago era da sempre un momento speciale, quasi intimo, dove vivevi per la prima volta una sorta di legame del destino che finalmente si compiva, come se quella bacchetta destinata a te dal momento della sua creazione, finalmente giungesse nelle mani del suo legittimo padrone.
Le sensazioni provate nella scelta erano speciali e per Draco ed Harry fu così, nel negozio di Olivander.
Per Draco fu una bacchetta di biancospino e nucleo di crine di unicorno.
Una bacchetta potente tanto nel lanciare magie curative che maledizioni, con molte contraddizioni in essa. Remus, più filosofico fra i tre adulti, pensò che fosse un’accostamento interessante, dovuto probabilmente al suo legame di sangue con suo padre, un mangiamorte, e con la sua indole probabilmente sviluppata nella sua vita a fianco di gente come i Tonks e poi loro.
Draco aveva una natura buona, ma un innegabile legame anche con il lato oscuro dovuto a suo padre ed alla sua discendenza. Sia i Malfoy che i Black erano riconosciuti mangiamorte o comunque maghi accostati alla magia oscura.
Il fatto che lui fosse invece cresciuto in ambienti positivi, aveva creato questo contrasto in lui e da lì la spiegazione della sua bacchetta.
Quella di Harry era stata molto particolare, dopo alcune scelte andate molto male, era entrato in simbiosi con la bacchetta di agrifoglio, col nucleo di piuma di fenice. Un abbinamento che rendeva la bacchetta estremamente potente. La particolarità era l’estrema selettività della bacchetta stessa nella scelta del padrone, in altre parole non le sarebbe andato bene chiunque.
L’altro dato speciale relativo a quella bacchetta era che lo stesso nucleo, la piuma della fenice, di quella stessa fenice, era stato usato per una sola altra bacchetta.
Quella di Voldemort, il mago oscuro.
Questo pensiero aveva creato un’ombra di preoccupazione nella mente di Harry che, ovviamente, non era stato in grado di nascondere.
- Non significa nulla, può capitare... - liquidò sbrigativo Sirius che non voleva minimamente pensare che ci potesse essere un significato dietro.
L’associazione di Harry con Voldemort non piaceva a lui per primo, ma doveva sforzarsi di rimanere lucido specie davanti al bambino che era già sufficientemente preoccupato da sé.
- Qualcosa significa, ma probabilmente non è niente di allarmante. Cercherò di capire di cosa si tratta, farò qualche studio. - assicurò Remus. Harry lo vide sereno a riguardo, molto più di Sirius che invece fingeva malissimo. Se c’era qualcosa, Remus l’avrebbe scoperto e poi loro, in qualche modo, ne sarebbero venuti a conoscenza. Quei due cercavano di nascondergli le cose per la sua serenità, ma ovviamente non ci riuscivano.
- Probabilmente dipende dal fatto che l’ultimo incantesimo della bacchetta gemella di questa, ovvero quella di colui-che-non-deve-essere-nominato, è stato scagliato proprio contro Harry lasciandogli quella cicatrice. - suppose Narcissa senza preoccuparsi di non fare troppe considerazioni davanti ad Harry. Questi la guardò davanti al negozio di bacchette di Olivander, con occhi sgranati e l’aria ancora più impressionata. Si toccò automaticamente la cicatrice sulla fronte avvicinandosi inavvertitamente a Draco il quale non si scostò, ma gli toccò senza rendersene conto il polso con le dita. A quel contatto, Harry si calmò.
- Vuoi dire che una traccia di Voldemort sta su Harry e la bacchetta ne sente il richiamo in qualche modo? - tradusse Remus. Narcissa si strinse nelle spalle.
- È solo una supposizione. Comunque non credo ci sia niente di cui preoccuparsi. Sono solo bacchette. - concluse freddamente Narcissa avendo cura di essere ben sentita da Harry.
Sentendola, infatti, il bambino sospirò: se lei diceva così istintivamente le credeva. Non era di sicuro tipa da indorare la pillola e cercare di nascondergli qualcosa di brutto. Su tutti, anzi, era la sola da cui poteva pensare di avere una verità scomoda. Se diceva che non c’era niente di che dietro, era sicuramente così. Draco pensando alla stessa cosa lo guardò con un filo di ansia comunque ben nascosto, ma vedendolo più sereno si tranquillizzò anche lui.
Sirius, rimasto zitto per tutto il tempo, era ormai incupito. Quando si trattava di Harry e Voldemort era sempre molto apprensivo ma il suo modo di esserlo era rimuginarci come un forsennato, arrabbiandosi e chiudendosi.
A lui poi ci avrebbe pensato Remus.
- Andiamo a scegliere un’altra cosa divertente? - considerando che la scelta ‘divertente’ delle bacchette si era conclusa con una piccola ombra, Draco si chiese se ci fosse da fidarsi.
- Cos’è? - chiese Harry speranzoso.
- Gli animali da compagnia! - alla parola ‘animali’ Harry si rianimò tornando il bambino entusiasta di sempre, con buona pace di Draco, Remus e Sirius.
Draco scrutava il viso di Harry di nascosto, mentre si rimirava la bacchetta che aveva comprato quel giorno pieno di emozioni a Diagon Alley.
Prima di entrare in camera rimase nascosto dietro lo stipite ad osservarlo per capire se fosse preoccupato, poi constatando che sarebbe bastato chiederglielo, entrò chiudendosi la porta alle spalle.
Avevano appena finito di sistemare tutti i materiali acquistati e prima di salire in camera aveva sentito sua madre parlare con Sirius e Remus di quella questione.
Non era uno da intromettersi in affari che non erano suoi, ma considerava Harry un affar suo. Tuttavia sapeva che per ottenere risposte, quelle che contavano, doveva farsi furbo e trovarsele da solo.
Credendo di non essere sentiti non avevano avuto una conversazione diversa da quella di prima, con la differenza che Sirius invece sembrava molto più preoccupato di quello che aveva voluto ammettere.
Aveva minacciato mari e monti e persone non ben identificate, visto che non c’erano veri e propri ‘cattivi’ rimasti con cui prendersela, che se fosse capitato qualcosa ad Harry, sarebbero stati guai. Di quelli grossi.
Draco sapeva la storia non perché sua madre gliel’avesse raccontata, ma perché aveva ascoltato le storie della buonanotte di Remus ad Harry. Poi Harry stesso gli aveva detto quello che sapeva, perciò di qualcosa era a conoscenza.
“Da quel che ne so Voldemort è morto e i mangiamorte sono stati presi tutti, perciò non credo ci sia da preoccuparsi, ma se Sirius è così ansioso forse dovrei stare attento anche io...”
Entrato in camera, Harry lo guardò riscuotendosi e gli sorrise abbassando la bacchetta con aria di scuse. Draco si sedette sul letto con la schiena alla testiera, le gambe piegate e l’aria seria a scrutarlo, come per leggergli dentro.
- Sei preoccupato, vero? - chiese diretto senza girarci intorno. Harry si sentì quasi accusato e arrossendo chinò il capo.
- Non per me. Ma non voglio creare pensieri ai miei zii. Non mi hanno mai fatto mancare nulla e per loro sono la cosa più importante. Vorrei solo che siano tutti felici e senza problemi... se dovessi essere io a creargliene...
Draco scosse il capo e allungò la mano verso di lui indicandogli di salire sul letto.
Harry sorpreso la prese e si lasciò tirare contro di sé, seduto non davanti a tu per tu, ma appoggiato con la schiena contro il suo petto.
Gli prese la bacchetta dalle dita mentre Harry dallo stupore per quel gesto tanto affettuoso gliela lasciò, già facilmente distratto.
- Mi sembra una bacchetta normale. - comunicò come se fosse un esperto di bacchette. Harry lo guardò dal basso poiché nella posizione era leggermente scivolato in giù ed aveva la nuca sul suo petto.
- Che ne sai?
Draco alzò le spalle sicuro di sé, anche altero.
- Sono figlio di un mangiamorte, ho il sangue dei Black e dei Malfoy, famiglie associate da sempre alla magia oscura ad eccezione di pochi... - precisò visto che sua zia Andromeda e Sirius non erano del club. - Penso che dovrei ‘sentire’ qualcosa toccandola, no?
Stava totalmente inventando, sebbene pensasse realmente di avere un legame con qualche lato oscuro della magia, a dimostrazione della bacchetta che era entrata in sintonia con lui.
Harry si alzò per girarsi a guardarlo meglio, dritto, cercando di capire se fosse serio e se potesse fidarsi. Ovviamente Draco era serio, ma lo era al 90 % delle volte.
- Davvero? - chiese poi speranzoso. Draco annuì sicuro.
- Per me è una bacchetta normale. Sarebbe entrata in sintonia anche con me, avrebbe reagito in qualche modo. - e fu lì che Harry capì perché lo diceva e si aggrottò battagliero.
- Tu non sei malvagio! Solo perché hai sangue Black e Malfoy e tuo padre è un mangiamorte... tu... tu... - Harry si stava scaldando e gli stavano venendo le lacrime agli occhi, la voce tremava dalla rabbia ma anche dall’enorme pressione subita in un unica giornata. Pressione a cui per sua fortuna non era mai stato abituato.
- Io mi sono sincronizzato con una bacchetta controversa che può essere estremamente buona ma anche estremamente malvagia.
- Ma tu non sei malvagio! Non c’è malignità in te! - insistette Harry che voleva staccarsi da lui, ad impedirglielo erano le mani di Draco intorno alla vita.
- Una parte di me lo è ed è inutile che ci giriamo intorno. Questo non significa che seguirò quella strada. Io sono io, non sono mio padre e non sono Black e nemmeno Malfoy. Sono solo Draco! - sentendoglielo dire serio e deciso, Harry si calmò e tornò a respirare. - Però il fatto che dentro di me ci sia quel lato non lo posso negare. Sarei uno sciocco sprovveduto ed io non lo sono. Non voglio esserlo.
Harry capiva, Draco crescendo era diventato meno apatico ed aveva sviluppato propensioni di varia natura, con lui si lasciava andare e si divertiva anche abbastanza, però restava una persona tendenzialmente seria e pensierosa. Sapeva che aveva tante cose per la testa, a volte le condivideva, altre no.
- Ti terrò sotto controllo io. Una ragione in più per stare nella stessa casa, non trovi? - tornò ad insistere su quel punto Harry, a Draco scappò un sorrisino.
- Serpeverde? - Harry annuì.
- Saremo due grandissimi maghi! - esclamò alzando la bacchetta in segno di solennità. Draco così prese la sua che aveva posato nel proprio comodino e la sollevò anche lui sentendosi idiota.
- Buoni. - precisò sapendo cosa premeva tanto ad Harry.
- Buoni! - replicò l’altro tornando ad appoggiarsi sereno contro il suo petto, continuando a rimirarsi la propria bacchetta.
- Resta una bacchetta positiva, hai sentito cosa ha detto Olivander? - lo fece poi ancora ragionare Draco. Harry annuì.
- L’agrifoglio associato alla piuma di fenice danno vita ad una bacchetta capace di potenti incantesimi. - il resto non contava.
- Sarai un mago molto forte, vedrai. - Draco di solito non faceva discorsi positivi motivazionali, ma per Harry faceva un’eccezione. Nel dirlo, le sue dita giocavano con la sua maglietta che, mentre scivolava contro di lui per la posizione, scopriva una parte della pancia. Le sue dita, mentre loro parlavano facendo supposizioni sulla magia e sui maghi e su cosa sarebbe successo ad Hogwarts, finirono per solleticargli la pancia e rilassare così Harry, che si trovò coperto di brividi di piacere facendogli sperare solo che non smettesse più.
- Credi che io sia veramente connesso con Voldemort? - chiese poi, sulla soglia del sonno dovuto alle forti emozioni della giornata e alle dita rilassanti di Draco sotto la maglietta, sulla pelle dell’addome e poi addirittura del petto.
- In qualche modo lo sei, dopotutto cercando di ucciderti si è ucciso da solo e non era certo un idiota. Quella cicatrice l’ha fatta la sua bacchetta gemella a questa. - commentò Draco sincero. Harry girò la testa di lato, verso il suo collo dove nascose la fronte. Draco tolse una mano dalla sua pancia facendola risalire sulla fronte. Si mise a solleticargli la cicatrice come gli piaceva fare quando era pensieroso. Harry si tolse gli occhiali e si girò meglio verso di lui per permettergli di farlo quanto voleva.
A quel punto si rilassò del tutto.
- Però penso anche che lui sia morto e che tu sia qua. E che i tuoi zii e mia madre ci proteggeranno da qualunque cosa. E che diventeremo maghi così forti che comunque ci proteggeremo da soli e affronteremo qualunque male.
I sogni di Draco, per la prima volta espressi liberamente, divennero quelli di Harry mentre si addormentava fra le sue braccia, contro il suo torace, con la sua mano sul viso e sulla cicatrice.