TITOLO: Qui alla fine di tutto
FANDOM: Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re (libri)
SHIP: Aragorn/Eomer
PERSONAGGI: Aragorn Estel, Eomer Eading
GENERE: fantasy, sentimentale
RATING: 15+
TIPO: slash, one shot
NOTE: terza fic, seguito e conclusione di ‘Prima dell’alba’ e ‘La guerra è finita’. Per la precisione siamo giunti al momento in cui la Compagnia si scioglie ufficialmente. Aragorn e Arwen (ormai sposi) insieme a Faramir e al resto della Compagnia e agli elfi, giungono a Rohan per accompagnare Eomer, Eowyn e le spoglie di Theoden e assistere al suo funerale e alla sua sepoltura. In seguito Aragorn prosegue per un pezzo, lasciando Arwen e Faramir a Rohan, per accompagnare per una parte del loro percorso la Compagnia. Infine, una volta che per Aragorn tutto è compiuto, li saluta e torna a Rohan. Da qui in poi il libro (per quanto concerne Aragorn ed Eomer) è concluso, si sa che Aragorn torna a Rohan a recuperare Arwen, rimasta lì proprio con Eomer in attesa del suo ritorno, così ho deciso di infilarci la mia fic e mostrare una volta per tutte cosa faranno realmente sti due adesso che il signor Re dei Re è ufficialmente sposato. Dalle appendici si sa che Aragorn ed Eomer hanno fatto moltissime missioni, in seguito, sempre insieme e che Eomer ha sposato una donna di discendenza elfica.
Ringrazio chiunque leggerà e commenterà, non credo di scrivere ancora anche se nel mio caso, niente è mai detto e per sapere cosa scrivo e quando pubblico, seguite la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst
Buona lettura.
Baci Akane
La mano si muoveva sempre più in fretta sul proprio piacere, donandogli un crescendo di brividi che l’attraversarono su tutto il corpo.
A stento soffocò un sospiro di piacere che avrebbe rischiato di essere sentito nelle stanze limitrofe, stanze che era meglio non percepissero che il re si stava divertendo da solo.
Non c’era niente di male, Eomer ne era consapevole, ma gli dava fastidio l’idea che la sua ospite speciale lo sentisse. Anche se, probabilmente, coi suoi sensi di elfo l’aveva già sentito comunque.
Inizialmente si era infastidito dell’insolenza di Aragorn nel lasciare lì sua moglie, ma poi aveva realizzato cosa significava realmente.
Sarebbe dovuto tornare indietro a riprenderla.
C’era Lady Arwen e di sicuro avrebbe provato a porre resistenza, ma siccome non avrebbero avuto a disposizione chissà quanto tempo vivendo in regioni diverse, non avevano scelta che approfittare dei momenti che c’erano. Quello era uno di quelli.
Oltretutto si era trattenuto quando era precedentemente tornato a Minas Tirith poiché non gli era sembrato carino saltare addosso al Re in procinto di sposarsi.
Quando aveva visto Arwen era rimasto estasiato, non aveva mai visto nessuno di più bello e capiva perfettamente perché Aragorn si fosse innamorato di lei, ma aveva compreso il genere di sentimento che lo legava all’elfa. Era innamorato della sua bellezza ed il sangue elfico che li accomunava li attraeva inevitabilmente.
Lui stesso aveva fatto quella che fra sé e sé definiva una sviolinata alla sua bellezza, ma era stato un modo per ingraziarsi la nuova Regina. Non aveva di certo l’intenzione di competere con lei, sapeva che era un matrimonio necessario oltre che giusto ed inevitabile, perciò quel che voleva era semplicemente qualche momento con Aragorn.
Non chiedeva molto, se li sarebbe fatto bastare.
Essendo stato buono e bravo alla corte dei re, non intendeva trattenersi anche in casa propria. Aragorn sarebbe tornato e avrebbe pagato dazio per la permanenza della sua sposa.
Non avrebbe avuto scelta.
“Mi troverò anche io una sposa con provenienza elfica, ce ne sarà da qualche parte... così quando giacerò con lei per avere la mia discendenza, mi sembrerà di stare un po’ con Aragorn...”
Quel pensiero che gli era balenato così come se pensasse alla sua prossima avventura a cavallo, lo fece sorridere orgoglioso.
Era un’idea perfetta e geniale.
Magari poi con un po’ di fortuna celeste avrebbero avuto un figlio ed una figlia che un giorno si sarebbero potuti sposare, perché no?
Almeno loro avrebbero potuto avere una reale ed ufficiale nonché lunghissima e meravigliosa storia d’amore.
Era una persona positiva ed ottimista, amava pensarla così e nel farsi i suoi film, l’umore salì alle stelle come poco prima aveva fatto il suo piacere nella propria mano.
E così erano andati.
I suoi compagni, i membri della compagnia dell’anello, erano tutti andati ognuno per la propria strada, separandosi definitivamente da lui.
Forse avrebbe rivisto qualcuno di loro, forse no.
Aragorn era rimasto un po’ nel luogo della separazione, ascoltando il proprio animo.
Infine tutto era compiuto, per lui.
Da quel momento smetteva ufficialmente il ruolo di ramingo, membro della compagnia, e diventava esclusivamente il Re degli Uomini, l’erede di Isildur, Sovrano di Gondor.
A lungo era stato solo uno di loro, insieme avevano combattuto dure lotte ed ora che ogni scopo era stato raggiunto e gli obiettivi realizzati, era ora di voltare loro le spalle e andare incontro alla sua nuova vita.
Avrebbe dovuto ricostruire quanto distrutto, unificare il regno e renderlo forte e grande. C’ero da purificare terre e liberare popoli, ma avrebbe compiuto ogni cosa, ormai il tempo era giunto, sebbene non era sicuro di volerlo fare.
Si sentiva pronto, sapeva di essere nato per quello, si era preparato al suo destino dalla nascita. Lo voleva ed era consapevole di esserne in grado, ma improvvisamente ora che la prima fase della sua vita era compiuta e conclusa con lo scioglimento ufficiale della compagnia, si sentiva vuoto e non era certo di volerlo.
Sentendo il manto della sera calare sulle sue spalle che erano rimaste schiacciate per un tempo indefinito, Aragorn rabbrividì un’ultima volta, poi si raddrizzò, sollevò il capo e decise di tornare al Palazzo D’Oro di Edoras, dove erano in attesa del ritorno del loro Re.
Per tutto il tragitto pensò a quello strano senso di vuoto che lo stava attanagliando,
Voleva essere re e salvare le genti, era la sua vocazione, non sarebbe mai scappato sebbene lì in quel momento, da solo, sarebbe stato perfetto.
Avrebbe regnato Faramir sostenuto dalla sua sposa, Eowyn, così perfetta per quel ruolo, dopotutto.
Arwen avrebbe potuto scegliere da sé il suo destino. Ricongiungersi a suo padre ed al suo popolo che stava per andare nelle Terre Immortali, oppure regnare come Regina di Gondor, in quanto ormai legata al re in un vincolo sacro.
Eppure all’idea di farlo, nonostante non sentisse reali impedimenti ma vedesse solo soluzioni e rimpiazzi facili e problemi non insormontabili, pensò ad Eomer.
Lui l’avrebbe cercato e seguito, avrebbe mollato il suo popolo e non v’era alcuno in grado di sostituirlo, non sarebbe stato giusto.
“Oltretutto non vorrei andarmene per sempre e sparire senza mai più vederlo.”
Improvvisamente si rese conto che avrebbe potuto rinunciare a vivere per sempre con Arwen sebbene era la creatura che aveva amato letteralmente da una vita ed era sempre stato convinto di lei, ma non a Eomer.
A lui no, non avrebbe rinunciato.
Così sollevando gli occhi che erano rimasti bassi nonostante la postura regale mantenuta in sella al suo cavallo, vide che il cielo si stava dipingendo di un manto di stelle meraviglioso.
Probabilmente l’aspettavano da ore, era in ritardo su quanto annunciato ed ormai l’avrebbero atteso per l’indomani.
Ai confini di Edoras, Aragorn puntò gli occhi sul Palazzo D’oro dove stava il suo distaccamento insieme ad Arwen.
Da lontano puntò la zona nella quale sapeva essere la camera del Re di Rohan ed un sorriso affiorò sulle sue labbra.
Sicuramente lo stava aspettando alla finestra in attesa di poterlo intercettare prima di chiunque altro e pensando a quell’ipotesi, il suo cuore iniziò a sentirsi leggero e meno vuoto.
Una fase importante della sua vita era finita, ma un’altra ne iniziava e non era quella che aveva pensato fino a quel momento. Non era la fase di Elessar, il Re degli Uomini, piena di obblighi e doveri e responsabilità.
E non era nemmeno la fase della persona con più potere su tutti nella Terra di Mezzo.
Bensì era la fase della felicità e della realizzazione, della pace e della serenità.
La fase che gli avrebbe permesso di entrare in sordina a palazzo e ordinare di non far sapere a nessuno del suo ritorno, per poter infilarsi nella camera di chi voleva realmente sopra ogni cosa.
La fase di Aragorn l’uomo che non doveva più combattere contro l’Oscurità per liberare i popoli, perché essi erano ormai già liberi, finalmente.
Iniziava la fase dell’amore, del desiderio, della vita libera senza doveri più urgenti del proprio benessere.
Non avrebbe mai sacrificato quello di molti per il proprio, ma avrebbe trovato un equilibrio ove tutti potessero stare ugualmente bene.
“Oltretutto penso che con Eomer avrei poca scelta...” pensò guardando la luce dalla finestra della sua camera che, essendo ancora accesa, indicava che lo stava aspettando.
Raggiunto dallo scudiero che presumibilmente era stato fatto chiamare dalla sentinella che l’aveva visto tornare, Aragorn gli consegnò il cavallo dicendo di non annunciare a nessuno il suo rientro e di riferirlo anche alla sentinella.
Il giovane, che era stato svegliato in piena notte per compiere il suo dovere fuori orario, annuì senza il coraggio di chiedere nulla, né tanto meno parlargli.
La gente aveva già soggezione di lui, nonostante fosse appena salito al trono e nessuno prima di ora avesse saputo della sua esistenza.
Decise di passare per l’ingresso laterale, quello di servizio, per passare ulteriormente inosservato.
Era tutto buio e deserto e con sollievo riuscì ad arrivare in fretta alle stanze private, si mosse silenzioso come un fantasma, come solo lui e pochi altri sapevano.
Andò a colpo sicuro verso quella che sapeva essere la camera del Re e vedendo la luce che ancora filtrava dalle fessure, sorrise sentendo il calore inondare quel freddo e quel vuoto che prima l’aveva attanagliato.
Non pensò nemmeno un secondo di andare da Arwen, né che stesse facendo qualcosa che non andava.
La fase del dovere era stata ormai superata quando aveva deciso di essere felice e conscio che lo meritava anche lui, aprì la porta senza bussare, la socchiuse e vi si infilò leggero e silenzioso. Infine, una volta dentro, si girò togliendosi la cintura con la spada, non l’aveva ancora posata nell’angolo, che i suoi occhi erano già puntati sulla figura alla finestra.
Eomer era seduto sull’ampio balcone e con la schiena sul telaio, la testa poggiava abbandonata contro il vetro.
Si era addormentato guardando fuori in attesa del suo ritorno.
Aragorn sorrise dolcemente, lieto di non averlo svegliato per poterlo ammirare e goderselo.
Si tirò i lacci del mantello che si aprì in un fruscio, lo sistemò nel gancio dove c’era anche quello di Eomer e prima di fare un solo passo, si sfilò gli stivali.
Solo a quel punto si mosse avvicinandosi leggero.
Sicuramente nei suoi piani avrebbe dovuto fare in modo di farlo venire in camera sua a soddisfarlo, prima di andare da sua moglie.
Non si erano parlati e chiariti, ufficialmente non avrebbero dovuto rivedersi in quelle vesti, ma Aragorn sapeva che Eomer non aveva mai rinunciato a lui e che alla prima occasione se lo sarebbe ripreso. Quella era l’occasione, ma non era riuscito a rimanere sveglio per lui e nonostante non avesse dovuto adoperarsi per attirarlo nella sua camera ed ‘obbligarlo’ a farlo suo, Aragorn era venuto comunque di sua spontanea volontà.
“Dovrebbe essere ancor più soddisfatto...”
E lo sarebbe stato.
Arrivato davanti alla finestra, lo guardò alla luce della lampada ad olio che illuminava suggestiva la camera spaziosa e regale di colui che era il Re di Rohan.
Un re senza sposa, per il momento. Avrebbe pensato lui a scaldare quel letto troppo grande per uno solo.
Eomer era più bello che mai, con quel po’ di barba curata sul viso, i biondi capelli sciolti gli ricadevano lisci sulle spalle, scivolando sul davanti, mentre una maglia bianca e larga fungeva da camicia da notte, arrivando a coprirgli le cosce. Il resto delle sue gambe erano scoperte ed erano piegate contro la finestra.
Aragorn si raddrizzò togliendosi la parte superiore dei vestiti con calma, mentre assorbiva i suoi lineamenti maschili ed affascinanti. Aveva un bel viso, piacevole ma al tempo stesso virile, forse grazie al suo corpo forte e ben formato.
Dal primo momento che l’aveva avuto nella sua tenda, aveva realizzato di desiderarlo e non era più riuscito a non vederlo con quella luce.
La pura della morte e la consapevolezza della fine, cambiava ogni cosa, nel cuore e nelle menti degli uomini e permettevano visioni inconcepibili, in condizioni normali.
Ma una volta innescato, non era più capace di ignorarlo e ormai non lo voleva nemmeno.
Si sentì toccare nel sonno. Il tocco divenne carezza e il cuore venne inondato da un fuoco spontaneo che gli riscaldò l’anima e tutto il corpo.
Eomer sorrise prima ancora di aprire gli occhi e si allungò verso di lui, dove sapeva era il suo viso.
Aragorn gli venne incontro sorridendo allo stesso modo e si baciarono come un principe che salva la principessa.
- Sei tornato, finalmente... - brontolò poi Eomer, riprendendosi subito e tornando sé stesso. Aragorn ridacchiò e quando lo vide, fece il broncio.
Come osava svegliarlo già mezzo nudo?
“Sa come fare per non farmi infuriare, eh?”
- Avevo bisogno di un momento per stare solo e riflettere... - ammise Aragorn raddrizzandosi e porgendogli la mani. Eomer la guardò dubbioso registrando il senso delle sue parole.
- Riflettere su cosa? Se era il caso di scappare a gambe levate?
Aragorn rise ed Eomer non sapeva d’averci preso, in cambio rimase imbronciato evitando di prendergli la mano.
- Allora? - lo esortò a proseguire e Aragorn si sedette con lui sulla finestra, mettendogli giù i piedi per potersi mettere accanto. Una volta lì gli prese la mano a forza ed Eomer non lo cacciò, ma rimase a fissarlo in attesa.
- La compagnia per cui ho vissuto per lungo tempo si è sciolta ufficialmente, forse non li rivedrò più ed avendo condiviso tanto, mi è servito un po’. Mi sono sentito vuoto. - ammise sinceramente. Eomer sospirò sgonfiando il fastidio e ricambiò la stretta di mano guardandolo più apprensivo nel tentativo di leggergli dentro. Non ci stava riuscendo molto per via della paura di sentire cose spiacevoli.
Aragorn era difficile da tenere a sé.
- Se sei tornato significa che stai meglio?
L’uomo seduto accanto piegò il capo di lato distogliendo brevemente lo sguardo.
- Non me ne sarei potuto andare. - si limitò a dire pensando di asciugarsela così, peccato che ad Eomer non poteva bastare ed inarcando le sopracciglia lo fissò in attesa del resto.
- Tutto qua? Non me ne sarei potuto andare?
Aragorn lo guardò cercando di mantenere la propria volontà ben salda, non era abituato ad aprirsi e condividere ciò che provava e pensava, ma evidentemente con Eomer le cose erano diverse.
- Che altro dovrei dire? - chiese sulla difensiva, sentendosi a disagio.
Eomer si avvicinò raddrizzandosi nella posizione, ora le spalle erano completamente sul vetro e il suo braccio era contro quello di Aragorn. Mosse la mano intrecciando le dita alle sue e si sentì subito meglio, rilassandosi.
- Perché te ne volevi andare? E perché sei tornato? Come mai sei qua dentro e non dalla tua amata sposa? Pensavo di doverti intercettare per obbligarti a darmi il pagamento legittimo...
Era partito in quarta nel suo tipico modo infervorato dicendo anche troppo rispetto a ciò che pensava, al contrario suo che tendeva a dire poco.
Aragorn lo fissò esterrefatto, puntando sulla fase finale del suo turbine di parole.
- Pagare cosa?
- Hai usato il mio palazzo come albergo e non per mio cognato, per il quale ci sarà sempre posto fintanto che l’avrà al fianco di mia sorella... - disse riferendosi a Faramir.
Aragorn, capendo e non riuscendo a trattenere le risa, si accorse che si stava divertendo davvero e che non stava fingendo per non dover rispondere a domande indiscrete.
- Ah, intendi mia moglie? Ho osato lasciare qua tua moglie mentre ero via? Non ti stava bene? Potevi dirlo, non te l’ho mica imposto...
Eomer però lo interruppe baciandolo di nuovo.
- Preferivo farti pagare il dazio!
Aragorn rise ancora sulle sue labbra e si rese conto di essere pronto ad aprirsi a lui e lo fece appoggiando la testa alla sua fino a farla scivolare contro la sua spalla, sul suo collo.
- Una fase importante della mia vita è finita, ho avuto un momento di smarrimento perché sono umano, in qualche parte dentro di me. Quella che è rimasta attaccata a te. Mi hai risvegliato una parte che non avevo mai pensato di avere, non avevo nemmeno mai ‘usato’.
Eomer lo lasciò parlare carezzandogli col pollice il dorso della mano intrecciata alla sua, la testa appoggiata a sua volta.
- Non immaginavi di essere anche umano? Credevi di essere solo un Alto Re dalla lontana discendenza elfica con un destino importante da compiere?
Aragorn per nulla stupito che lo capisse così bene, alzò le spalle ed annuì.
- Beh, sì... ma poi tu mi hai mostrato che sono anche un uomo normale, sotto gli spessi strati di re... - cercò di semplificarla e dirla come l’avrebbe detta lui e lo sentì sorridere e baciargli la fronte, stringendo la presa della sua mano. Il calore scaturì dandogli la certezza assoluta d’aver fatto bene a tornare.
- Sono contento che sei tornato e che sei qua senza costrizioni!
Lo disse ironico per alleggerire la situazione ed Aragorn l’apprezzò.
- Pensi che qualcuno potrebbe riuscirci?
- Ad obbligarti a fare qualcosa che non vuoi?
Alzò la testa e lo guardò da vicino, in attesa di quella risposta. Eomer ricambiò lo sguardo e sorrise sicuro di sé.
- Ovviamente no, ma mi piace pensare di avere qualche potere su di te!
A quel punto rispose sincero e spontaneo finendo di denudarsi totalmente a lui: - Ma ce l’hai... sono tornato perché dopo aver pensato che anche senza di me sarebbe tutto andato avanti fin troppo bene, grazie a Faramir ed Eowyn e che Arwen sarebbe potuta magari tornare da suo padre, col suo popolo, al di là del mare, se l’avesse voluto... beh, sei stato tu a farmi capire che non potevo.
Eomer trattenne il fiato, spalancando spontaneamente gli occhi e lui, con dolcezza e amore, proseguì carezzandogli il viso con la mano libera.
- Se non fossi tornato avresti mollato tutto e tutti per trovarmi e ti saresti unito a me abbandonando ogni cosa. Ho torto?
Gli occhi azzurri di Eomer divennero lucidi di commozione per ciò che aveva detto e per come era stato compreso una volta di più da lui.
Inghiottì ricacciando indietro le lacrime.
- Amo il mio popolo ed odio l’idea di tradirli e abbandonarli, ma amo di più te. Non potrei vivere senza di te. Per me sarà sufficiente l’idea di vederti ogni tanto e sapere che tu, a Gondor, aspetti la stessa cosa.
Aragorn si protese e annullò la breve distanza rimasta fra loro, intrecciò le labbra abbandonandosi alla dolcezza e alla purezza del bacio.
- Ed io non potrei mai far questo ad un popolo a cui dobbiamo la salvezza. - disse come prima cosa. Poi aggiunse: - Ma ho capito che sono pronto per la mia nuova vita. Una vita in cui finalmente posso essere libero di essere felice quanto voglio, dove non ci sono doveri più grandi ed imperativi come salvare i popoli dall’ombra. Inizia un’epoca di pace e serenità dove chiunque potrà essere sé stesso ed essere felice per questo. Non ci sarà più l’ombra della morte nel nostro domani. Qui, alla fine di tutto, siamo finalmente liberi, Eomer. Perciò sono tornato.
Eomer ormai non poteva più trattenere le lacrime per la bellezza delle cose che aveva detto e per il loro significato profondo.
- Sei tornato da me.
- Tornerò sempre da te.
In risposta lo baciò di nuovo con slancio e passione, lasciando la mano per circondargli il collo col braccio e stringerlo a sé. Aragorn sorrise sorpreso del suo gesto pieno di calore e si abbandonò a lui mentre poco dopo si ritrovava tirato verso il letto.
Le mani roventi corsero a togliergli il resto dei vestiti che indossava, mentre la sua maglia da notte era già volata via per terra. Il suo corpo possente premeva sul suo e la bocca affamata divorava ogni centimetro del suo corpo, facendolo sentire amato e desiderato.
Non aveva paragone con niente altro vissuto fino ad ora e sapeva che niente in futuro sarebbe stato nemmeno lontanamente simile.
Arwen dimenticata e chiusa in un angolo della sua mente, mentre le dita lo stringevano a sé carico di desiderio di essere preso e riempito col suo fuoco.
Eomer scese a succhiare il piacere dal centro del suo corpo e quando crebbe nella sua bocca, Aragorn si inarcò spingendo il bacino contro il suo viso, nel bisogno più incandescente di avere il resto.
Lo supplicò non facendocela più e lui lo accontentò raddrizzandosi e ricoprendolo col suo corpo forte. Gli sollevò le gambe piegandole contro il proprio petto, poi con un guizzo deciso gli fu dentro.
Il re si tese un istante, percependo ogni cosa amplificata. Si sentì come strappare da dentro fino a che lentamente venne ricomposto in una versione migliore.
Le sensazioni erano cariche di un piacere che andò in crescendo ad ogni spinta e mentre Eomer lo possedeva fino a raggiungere il suo piacere e farlo venire, Aragorn vide i confini di un universo dove infine lui sarebbe stato veramente felice.
Felice come un uomo e non come una razza superiore e diversa dagli altri.
Eomer inondò il suo compagno dello stesso piacere che gli prese con fuoco e passione ed insieme, intrecciati e fusi in un’unica entità, i corpi fusi divennero una cosa sola ed il piacere invase ogni particella del loro essere.
Niente al mondo, si dissero, niente avrebbe potuto spingerli mai a rinunciare a quello. A loro. A quel piacere così umano e terreno e ad un amore così semplice e al tempo stesso puro.
Le prime luci dell’alba arrivarono a colorare la stanza carica dei piaceri appena consumati. Il calore era ancora saturo, fra le quattro mura.
Le dita scivolavano sulla pelle imperlata di sudore, mentre i cuori battevano più normali, calmandosi via via.
Un pensiero corse nella mente di Aragorn che lo condivise con Eomer.
- Se dovessi avere bisogno di aiuto per le missioni di liberazione della gente da coloro che sono ancora ribelli... potrei contare sul re di Rohan ed il suo splendido e fiero popolo dei cavalli?
Eomer, capendo il significato della sua frase, sorrise e si tirò su col capo, guardandolo in viso, sistemandosi a pancia in giù ed intrecciando una gamba alla sua.
Lo guardò in quel momento nella sua versione tanto umana quanto regale.
Se ne innamorò una volta di più, poi rispose senza esitare.
- Ti seguirò ovunque, sire. Sarò sempre al tuo fianco in qualsiasi battaglia. Non ti abbandonerò mai.
E così sarebbe stato davvero. Per sempre.
Aragorn sorrise e sollevando il capo, lo baciò.
- Ti amo, Eomer. Dal giorno in cui mi hai fatto sentire umano, in quella tenda. Il mio amore non si estinguerà mai.
Eomer riconoscendo la propria citazione, sorrise e ricambiò il bacio.
- Nemmeno il mio si estinguerà mai. Ma lo sai.
Quel giorno iniziava la nuova epoca, da quel mattino, lì alla fine di tutto e all’inizio di ogni cosa.