* Passiamo ad un'altra coppia, Chris e Niky in casa del cantante, la loro convivenza azzardata. Fra i due c'è stato qualcosa che ha fatto capire a Niky i propri istinti omosessuali, cosa che l'ha messo profondamente in crisi. A causa della sua situazione economica grave è finito a vivere proprio con Chris ed ora devono superare questa convivenza difficile. Difficile perché i due sono i perfetti opposti ed ora vediamo quanto opposti sono. Come detto in precedenza loro hanno un ruolo importante nella storia e di tanto in tanto hanno dei dovuto approfondimenti. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XI:
PROVANDO A GUARDARE
"è tempo di dimenticare il passato per
spazzar via quello che è successo ultimamente
nascondersi dietro ad una faccia vuota
non chiedere troppo, dillo soltanto
perchè questo è solo un gioco
è una bella bugia,
è la smentita perfetta
una così bella bugia in cui credere
così bella che mi rende bello
tutti mi stanno guardando
sto correndo in cerchio, tesoro
una disperazione calma si sta espandendo"
- 30 second to mars - A beautiful lie -
- Chissà come sta Kari… - Mormorò fra sé e sé Niky in pensiero per l’amico. Chris sbuffò, nonostante avesse capito che tipo di rapporto li legava non riusciva a rilassarsi sempre, era più forte di lui.
- Staranno scopando! - Esclamò secco per chiudere subito l’argomento.
Niky lo guardò sgranando gli occhi. Aveva sempre quel modo di parlare che era tutto un programma!
- Quello non significa che abbiano risolto… possono farlo anche solo per mettere una pezza su una cosa che non riescono a risolvere come si deve! -
Chris continuò imperterrito a giocare a calcio con la Xbox One ma non si fece sfuggire l’occasione per rigirarsi l’argomento a suo favore.
- Vuoi dire che concepisci il sesso anche per mezzi così sporchi e comunque non per amore? -
Il tono scettico infastidì Niky che comunque rispose con sincerità:
- Io non lo farei mai senza amore, ma so bene che c’è chi lo fa! - Il cantante fece un goal nel gioco ed esultando come un bambino gasatissimo si fece guardare a dir poco incredulo dal ragazzo seduto sul divano, aveva finito da poco di riordinare dopo la cena che lui stesso aveva cucinato.
Quando finì di festeggiare come un dodicenne, tornò a giocare come niente fosse e, sempre come niente, riprese anche l’argomento di conversazione col suo tipico tono provocatorio:
- Io non ci trovo niente di male nel sesso fine a sé stesso, anzi! Lo trovo molto soddisfacente! - Niky che ben sapeva che tipo fosse, rispose sempre con la sua consueta ed assoluta onestà, ma non certo con cattiveria:
- Hai provato anche quello fatto con amore, per dire una cosa del genere? - Fu tanta la sua ingenuità, ma sapeva che non l’aveva mai fatto. O magari sperava lo smentisse.
Chris non si preoccupò di apparire come un ragazzo senza amore e quando si trovò a rispondergli lo fece senza il minimo problema:
- No e non trovo mi manchi nulla! Voglio dire, sto benissimo lo stesso anche senza essermi mai innamorato. - Niky si rifiutò di crederci seduta stante e indignato proseguì verso un sentiero scosceso:
- Non ci crederò mai! Nessuno vive bene senza amore! -
Chris prese un goal dalla squadra avversaria e dopo aver scaricato una valanga di imprecazioni che fecero impallidire l’ascoltatore, riprese seccato sia per il pareggio che per l’argomento che gli sapeva d’ipocrisia…
- Tu ti sei mai innamorato? Mi sembrava d’aver capito che sei vergine, no? Che diavolo puoi saperne? -
Niky si morse il labbro, esitò un istante ma non si fermò. Era convinto delle sue scelte e del suo stile di vita, lo portava sempre avanti in ogni caso, anche se a volte qualcuno riusciva a farlo sentire fuori dal mondo.
- No, non mi sono mai innamorato e sì, sono vergine e ne sono anche contento perché quando amerò qualcuno lo farò con lui e lui soltanto, senza cambiarne di continuo per il gusto di farlo! E sai cosa avrò in più di uno che invece fa così, fa come te? La felicità! Quel tipo di felicità che ti rende completo e soddisfatto, che non ti fa mancare nulla. Quella felicità. -
Non avrebbe mai voluto parlare in quel modo così coinvolto e sentito, quasi sgarbato, ma non era proprio riuscito a trattenersi e quando vide il ragazzo subire un altro goal e chiudere il gioco con un gesto seccato, si morse il labbro pentendosi amaramente. Guardò la sua nuca, il collo era irrigidito e gli parve di vedere anche la sua espressione improvvisamente cupa. Se ne dispiacque e non sapendo come rimediare si scusò subito senza esitare.
- Scusami, io… non volevo dire che tu sei infelice, solo che… Chris, te la sei presa? Volevo solo dire che siamo molto diversi, io credo in certe cose in cui tu non credi, ma non significa che io sia migliore di te o… - Ma al costante silenzio dell’altro capì d’averla fatta grossa e pentendosene si fece divorare subito dal rimorso. Si era comportato malissimo, gli aveva rinfacciato le sue debolezze, le sue mancanze… non era da lui farlo, ma si era sentito deriso ingiustamente per una cosa che invece anche Chris avrebbe dovuto capire se non addirittura condividere.
- E la tua fede ti permette di essere gay? - Chiese aspro Chris tutto d’un tratto senza girarsi ancora. Niky mise i piedi giù e fece per alzarsi, ma si fermò. Cosa poteva dire, a quel punto? Se l’era meritato… tutti avevano punti di forza e debolezze, non era giusto comportarsi alla stessa maniera per ferirsi e innalzarsi. Strinse le mani sui cuscini del divano; a terra, poco più in là, c’era Chris che aveva abbandonato il joystick e continuava a fissare la televisione gigantesca ormai spenta.
- Mi permette di essere me stesso. - Mormorò a viso basso e con un filo di voce mortificato e amareggiato. Era brutto parlarsi così e l'altro percepì il suo stato d’animo amareggiato. Se ne pentì a sua volta di aver parlato così e non esitò a girarsi per guardarlo in viso. Cosa stavano facendo?
Si rinfacciavano i rispettivi punti deboli così, come una coppia agli sgoccioli?
Lo guardò dal basso e piegando le labbra in segno contrariato, furono le sue scuse mute che accompagnò anche ad una stretta della propria mano sul suo ginocchio.
Niky capì che era pentito e accettò il suo pentimento poiché anche lui voleva ricambiare, fu per questo che si sedette a terra con lui sul tappeto e prendendogli la mano lo guardò da vicino alla stessa altezza. Non si vergognò di quel gesto così poco maschile, aumentò la presa e si ipnotizzò col suo sguardo così intenso e magnetico. Non riusciva a capire come potesse essere così, ma si sentì come sempre svanire e parlando senza pensarci, non si intimidì nemmeno a dire quello:
- Siamo solo troppo diversi, ma non significa che non possiamo andare d’accordo e stare bene insieme, non credi? Perdonami, se mi toccano certi tasti divento antipatico e dico cose che non vorrei… -
- Ma le pensi, però… - Fece Chris con un fastidioso graffio dentro di sé. Non gli era mai capitato di sentirsi così, non gli piaceva, lo divorava, era davvero orrendo e insofferente.
Niky appoggiò con dolcezza la fronte alla sua e con quel gesto estremamente delicato e intimo, mormorò piano:
- Non so niente di te, non devi sentirti offeso da quel che penso. Però vorrei conoscerti bene, mi piacerebbe… -
Il sollievo che sentì il cantante non ebbe eguali e non riuscì proprio per niente a capire il motivo per cui fu possibile, ma la fronte di Niky sulla propria era estremamente confortevole e provò a rispondersi così.
Nessuno si era mai dato tanta pena per guardare sotto la superficie. Sotto la sua, ovviamente.
Perché lui aveva una bella voce, era un bravo cantante e sapeva muoversi come un Dio sul palco. Perché era anche bello e sapeva dare piacere agli altri che in molti si immaginavano.
Per questo nessuno si era mai dato pena di vedere se c’era anche altro oltre a tutto quello. Perché quello che si vedeva era già più che sufficiente.
- Sono solo un Lupo Cattivo, cosa ci vedi in me di tanto bello da rischiare fino a questo punto? Potrei mangiarti, Cappuccetto Rosso. Potrei rovinarti e portarti sulla cattiva strada. Non hai paura? - Disse piano e suadente come se gli stesse facendo la proposta più indecente mai fatta sulla faccia della Terra.
Niky col fiato sospeso e il caldo che partiva da dentro, da parti inesplorate di sé, rispose senza pensarci, di slancio, come se non aspettasse altro che quelle domande.
- Sì che ho paura, ma sento che ne vale la pena… - Però detta così forse poteva sembrare davvero sconnesso e senza senso.
- Dove lo senti? Come fai? - Voleva capire nonostante i suoi occhi erano talmente vicini che distingueva anche i contorni delle sue pupille sul nero dell’iride. Erano gli occhi più luminosi che avesse mai visto nonostante fossero tanto scuri.
- È istintivo, non so spiegarlo, io sento che vale la pena conoscerti meglio, rischiare, andare oltre… lo sento… e so che razionalmente sembra una stupidaggine, ma non so come spiegarlo… io mi fido di ciò che mi succede, se mi capita c’è sempre un senso, un disegno di Dio, qualcosa che va oltre la mia comprensione del momento, un giorno capirò. Non posso evitare di abbandonarmi a ciò che mi capita perché credo in Dio e so che non mi abbandona mai. - Lo credeva con tanta fermezza che destabilizzò sin nel profondo Chris che non credeva in niente, forse nemmeno sé stesso dopotutto.
- Vai contro la tua fede, però… la religione non permette l’unione fra uomini, è contro natura, no? E vai contro questo per qualcosa che senti istintivamente e che non sai nemmeno spiegare? Perché ti fidi di Dio che paradossalmente è proprio colui che disapprova certi legami? - La provocazione era nel suo sangue, ma era più un volerlo capire e Niky lo prese come uno spunto prezioso. Finì per carezzargli la guancia con la mano libera mentre l’altra stringeva ancora la sua e senza timore di fissarlo da tanta vicinanza, disse con una serenità invidiabile:
- È la religione che non lo permette, è vero, ma Dio è amore e vuole che noi siamo felici come siamo, che ci accettiamo fra di noi. Non può disapprovare il razzismo fra persone di nazionalità diverse ed invece approvare la discriminazione fra generi solo perché uno di natura ama qualcuno che in teoria non potrebbe. Se è natura e non è una cosa volontaria, chi ha la colpa? È Dio che ci ha fatti così, è Dio la nostra natura. Non esiste errore in questo, non siamo sbagliati, io non mi sento sbagliato. Ed anche se forse lo sto capendo ora in questo momento per la prima volta, mi sta bene lo stesso. È un sollievo perché fin’ora ci ero stato male tanto da non mangiare più e non dormirci la notte, ma sai cosa penso? Che bisogna parlarne con le persone giuste e nei momenti giusti, bisogna avere tempo per capire bene le cose e accettarle. Perché tutto ha il suo tempo e sono sinceramente convinto che chiunque non faccia male al prossimo, non è sbagliato in nessuna particella che lo compone. Perché Dio non fa errori. E se sono gay va bene. Così sia. Significa che va bene così, evidentemente. Che posso viverlo serenamente. Che posso farcela. -
Non si rese conto d’aver parlato tanto, aveva solo aperto un canale ed aveva fatto fluire le parole al di fuori del suo controllo. Era la cosa più strana che gli fosse mai capitata, ma farlo fu bello, estremamente bello, soprattutto liberatore perché accettare sé stessi era la cosa più grande che si potesse fare e l’aveva appena capito.
Non era il solo, comunque. Anche Christopher ascoltandolo rapito non pensò che parlasse troppo e troppo di Dio, pensò solo che in ogni caso, sia che condividesse o meno il suo credo, era bello accettarsi così in quel modo. Era bello farlo veramente e nel profondo e non solo pro forma.
Niky in poco tempo aveva capito chi era veramente, affrontato sé stesso e fatto dei conti molto dolorosi per il tipo che era, però aveva vinto ed era tornato a galla. Guardarsi dentro e trovare il segreto più grande di sé in quel modo, non era facile per nessuno e nemmeno scontato. Si poteva vivere una vita intera solo in superficie.
Lui si sentiva così. Uno da superficie. Ma aveva, poi, un interiorità?
Quando scriveva canzoni era così difficile che pensava fosse dovuto al fatto che non aveva niente dentro.
Quando faceva sesso con qualcuno era così facile dare il proprio corpo e prendersi quello degli altri che pensava fosse incapace di prendersi altro, qualcosa di più inconsistente, ma profondo e interiore.
Quando conosceva qualcuno era così spontaneo guardare l’esterno e farsi guardare allo stesso modo che pensava non ci fosse altro.
Ma poi arrivava un ragazzo che sì riconosceva in lui un bel tipo capace di risvegliare qualunque istinto latente - era cosciente di essere stato lui a tirargli fuori il suo lato omosessuale - ma soprattutto capace di vedergli dentro qualcosa di interessante, che poteva valerne la pena.
La verità era che non si era nemmeno mai dato tanta pena lui stesso per conoscersi meglio, per questo si era accettato in superficie ed era andato avanti a quel modo.
Per questo poi lentamente aveva sviluppato una sorta di fobia vera e propria per i legami autentici ed i sentimenti. Perché pensava potessero rovinare tutto ciò che era, che aveva e che lo circondava. Così andava bene, no? Perché rischiare di ridicolizzarsi, di ferirsi da soli, di dare modo agli altri di fare a brandelli parti di sé troppo preziose o magari addirittura di finire per odiarsi e disprezzarsi nel vedersi troppo debole, insulso e idiota?
Perché?
La risposta gli si parò davanti e furono le sue labbra che catturavano le proprie prima che potesse riprendersi da delle riflessioni che al contrario di Niky, non aveva saputo esprimere a voce.
Andava bene così, anche se era solo lui a fare il primo passo.
Combaciare le labbra con le sue fu facile, sembravano fatte apposta per quello. Sembravano perfette così. Erano entrambe morbide e splendidamente calde. Chris chiuse gli occhi e si abbandonò assecondandolo, era di una delicatezza e dolcezza che non aveva mai visto in nessuno ed il fatto che fosse un ragazzo non lo sconvolgeva tanto quanto il fatto che lo notasse. Che notasse che era delicato e dolce.
Non aveva mai fatto caso al modo di baciare od essere dei suoi passati e svariati amanti, ma ora gli sembrava che lui fosse molte cose e che fossero tutte una più deliziosa dell’altra.
Baciarsi non fu difficile, lo fu fermarsi dopo. Fermarsi per Niky che avrebbe lui stesso voluto andare oltre. Lo fu perché si rese conto di non aver mai desiderato tanto fare qualcosa come in quel momento, lasciarsi andare a quelle carezze così profonde e comunicative.
Fu difficile però riuscì a fermarsi. Entrambi ansimanti per il desiderio acceso con una scintilla troppo forte per essere spenta tanto facilmente, si fissarono increduli e smarriti.
- Cosa diavolo… - Chris non capiva, non aveva mai voluto qualcuno come in quel momento, cosa gli prendeva d’un tratto?
Niky con sincero dispiacere che gareggiava solo col suo stesso desiderio, rispose sentendosi meschino e ignobile:
- Scusami, ma quello che ho detto prima vale… non sarebbe per amore, non ancora, non così. Sarebbe perché siamo trasportati da un’atmosfera confidenziale che ci ha scossi, sarebbe perché io mi sono aperto e tu ti stai guardando dentro. Sarebbe per molte cose, ma non per amore. Io non sono capace. Voglio provare quella gioia che ti dicevo prima. Se è questa la strada ci arriveremo, ma al momento giusto. Ti prego. - Chris avrebbe voluto mandarlo a quel paese, insultarlo pesantemente, cacciarlo di casa ed andare con un altro seduta stante, ma non fece niente di tutto quello e imprecando frustrato nascose il viso contro la sua spalla come se si accasciasse a lui senza forze. Non poteva più mandarlo via.
Si accorse di essere fregato in quel momento.
Il livello che avrebbe raggiunto non poteva immaginarlo, ma sapeva che si sarebbe stupito lui stesso, incapace comunque di far altro che non fosse assecondare tutto, si arrese a Niky sotto ogni fronte.
Non lo disse, non ne era ancora capace, ma gli si stava completamente consegnando a lui ed era una cosa talmente sorprendente e sconvolgente da non avere eguali e precedenti.
Nessuno ci avrebbe mai creduto, per questo non ne avrebbe parlato ad anima viva. Perché nessuno sapeva che cosa c’era nei suoi abissi né che ne avesse.
- Perdonami, Chris… puoi? - Ovvio che non poteva, ma non poteva nemmeno mandarlo via, quindi pur di averlo ancora con sé accettò anche quello.
- Ma sbrigati che altrimenti divento matto… - Niky non aveva idea di cosa intendesse e quanto vera fosse quell’affermazione, ma soprattutto non sapeva che la sua pazienza era super limitata.
Però nel sorridere sollevato e contento e nell’abbracciarlo entusiasta e di slancio, tolse il respiro all'altro che rimase a farsi coccolare in quel modo sentito e spontaneo che nessuno aveva mai osato.
Non sapeva chi era, non l’aveva ancora capito con certezza, ma chiunque egli fosse non stentava più tanto a credere che fosse veramente mandato da qualcuno di molto in alto.
Quello fu il primo passo verso una fede che non aveva mai avuto.