*Tempo di approfondire Chris e la sua relazione con Niky, perché mentre fra Kari e Joshua le cose vanno lentamente bene anche se come sempre tutto a modo loro, anche Chris e Niky hanno il loro percorso parallelo. Chris voleva fare sesso con Niky per puntiglio, ma Niky si è negato volendo farlo per amore e non tanto per fare. A questo punto in Chris è scattato qualcosa e si iniziano a vedere le conseguenze. Il testo della canzone che presenta l'ho scritto io, ma non sono brava con le poesie, dovete provare ad immaginare un testo bellissimo e profondissimo. Come canto Chris l'ho ispirato a Jared Leto, è una cosa che ho sempre detto musicalmente parlando la canzone è come una ballata al pianoforte o qualcosa di simile. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XIV:
UNO SGUARDO ALL'ABISSO
"troppi anni ad essere il re del dolore
devi perdere tutto se vuoi prendere il controllo
vendere te stesso per salvare la tua anima
Salvami dai demoni della mia mente
salvami dagli amanti della mia vita"
- 30 second to Mars - Rescue me -
Erano le otto del mattino, quando il campanello di casa osò suonare.
Sia Joshua che Kari l'ignorarono continuando la decisamente più piacevole attività, la cosiddetta ginnastica da letto.
Il campanello continuò insistentemente a trillare tanto che riuscì a buttare giù un inferocito Joshua che scendendo le scale brontolando, ne disse di mille colori a chiunque osasse rompergli le scatole a quell'ora del mattino.
Con Kari le cose erano a dir poco delicate, comunicavano solo facendo sesso, non era nemmeno sicuro di poterlo chiamare 'amore', era un miracolo che si fosse aperto ma ora non proferiva più parola a riguardo e affrontava tutto saltandogli addosso, come se fosse un dovere oppure il solo modo per parlare.
Per cui quando 'comunicavano', esigeva per lo meno che non li interrompessero.
Aprendo la porta si ritrovò un sorridente Christopher.
- Io! Ho da farti sentire una cosa! - Con questo, entrò senza inviti. Niky, dietro di lui, rimase alla porta mortificato capendo che l’aveva interrotto malamente.
- E non potevi aspettare mezz’ora che finivo? - La risata incosciente di Chris fu ammirevole se non fastidiosa.
- No, non potevo! Ho un’intervista dopo con un servizio fotografico per una rivista e poi chissà quante cose hai tu e poi stasera abbiamo la festa del lancio ufficiale di tutto l’album. - Joshua sbuffò.
- Se non è veramente importante ti strappo le corde vocali a morsi! - Sbottò. Poi rivolto verso Niky ancora immobile sulla porta con la colazione in mano: - E tu che fai, stai lì? - Niky entrò timidamente e poco dopo si tirò su nel vedere Kari scendere.
La sua espressione inizialmente burrascosa si rilassò in un sorriso di saluto quando vide l’amico.
- Ehilà, ciao! Come mai qua a quest’ora? - Gli chiese strofinandosi il viso per scuotersi dal torpore di poco prima.
- Colazione! - Fece imbarazzato il ragazzo per la sua mise che consisteva solo in boxer ed un rigonfiamento poco equivoco sull‘inguine.
- E una canzone che dovete sentire. L’ho fatta stanotte e dovete ascoltarla per dirmi cosa ne pensate. - Annunciò finalmente Chris orgoglioso di sé. A questo Joshua si sorprese sedendosi a tavola, lasciando a Niky l’onore di distribuire caffè e brioche nonostante non fosse casa sua.
- Cosa? In una notte sola? - Era anormale e solo lui sapeva quanto. A Kari non interessava.
- Potevi aspettare dieci minuti, eravamo sul più bello! - Grugnì in sua direzione.
Chris lo ignorò, era più importante la sua canzone, senza ombra di dubbio!
- E come mai sei stato così poco? Di solito ci metti una vita per fare un testo da solo. - Poi se ne rese conto. - Ma hai fatto anche la musica? - Il cantante annuì beccandosi uno sguardo stupito anche da parte di Kari.
- Merito di Niky? - Ci era arrivato all’istante.
- Non dire stronzate! - Ma fu un evidente tentativo di togliersi dall’imbarazzo. Tentativo fallito con lo sguardo ebete di Niky che era ancora completamente all’oscuro di tutto.
Non commentarono oltre quella sua insolita ispirazione fulminante, poteva anche aver fatto un pessimo lavoro, in realtà.
Si ricredettero.
Josua aveva un pianoforte sempre perfettamente accordato in quanto aveva cercato di imparare a suonarlo senza troppo successo, essendo appassionato di musica aveva deciso di tenersi lo strumento comunque, chiamava Ian ogni tanto affinchè lo suonasse e lo accordasse.
Gli altri seduti sul divano, Chris con spartito e parole fresche fresche cominciò catapultandoli subito in una dimensione nuova e diversa, sbaragliando scetticismi e pensieri di qualunque natura.
Loro due non avevano la minima idea di che cosa si agitasse in Chris in quei giorni e nemmeno prima di allora. Non si erano mai seriamente chiesti se in lui ci fosse qualcosa di più oltre a ciò che mostrava, forse avevano dato per scontato che ci fosse, ma che non era mai stato stimolato da nessuno a mostrarlo.
Quel che però notarono fu la sua totale apertura di sé a praticamente il mondo. Fare una canzone significava aprirsi all’universo intero e per lui era sempre tanto difficile.
Capirono al volo che il merito era stato assolutamente di Niky, era la persona giusta e lo capirono unicamente da quella canzone.
Fu abbastanza per scoprire totalmente da cima a fondo Chris e quando la sua voce acuta e pulita si levò nell’aria intensamente insieme alle note delicate del pianoforte, non solo Joshua e Kari rimasero senza parole e profondamente colpiti. A Niky vennero le lacrime agli occhi.
- La superficie è una maschera d’oro
Sono un re insensibile
Ho un cuore atrofizzato
Mai mi son guardato
Specchi falsi tutt'intorno
Nessuno sa niente di me
Non so cosa sono
Pensavo di saperlo
Ma un maremoto mi ha scosso
E sono qua che mi riscopro
Convinto di stare a galla affondavo
Pensando di domare le maree le seguivo
Esempi di finzione e fallimenti
Schiacciato senza amore
Convinto che tutto ferisce
Di abissi oscuri mi sono circondato
Non so cosa sono
Pensavo di saperlo
Ma un maremoto mi ha scosso
E sono qua che mi riscopro
È un’ancora che si tuffa in questo mare
Vedendola mi accorgo che sono a fondo
Tira me incapace di salire
Mi chiedo se ce la farà a farmi uscire
Non so cosa vedrò
Spero di superare la superficie
Non so cosa sono
Pensavo di saperlo
Ma un maremoto mi ha scosso
E sono qua che mi riscopro
Insicurezza e non paura prima
Fiducia e non speranza ora
L’ancora è qui per me -
Il completo significato di ‘Abisso‘, la canzone appena cantata, lo capì solo Niky poiché piena di riferimenti ai discorsi che avevano avuto in quei giorni e nonostante non fosse una classica canzone d’amore, romantica e sentimentale, le note che uscirono dalle sue dita ed il modo con cui la cantò lo fecero sembrare. Non era per niente una composizione banale e classica, soprattutto molto fuori dal loro solito stile che tendeva al rock pop, aveva una dolcezza ed una delicatezza sua accompagnato da un fondo costante di dolore, come un retrogusto di disperazione che la voce splendida ed il talento del cantante sapevano rendere pur fosse la prima volta che la cantava veramente. Lo scavare che Chris aveva esibito non aveva paragoni perché non sarebbe mai stato da lui parlare così di sé, in quel modo tanto umano ed onesto.
Non era un viaggio, non c’era una conclusione e nemmeno una soluzione.
Era un passaggio.
Il passaggio di un cambiamento difficile e decisivo.
Dall’abisso alla superficie.
Per merito chiaro e plateale di una persona speciale che dopo avergli fatto capire di essere in un modo, lo stava aiutando a cambiare e salire, venire allo scoperto e niente di più. Solo venire allo scoperto e mostrarsi per chi era veramente.
Lasciarono del tempo a tutti per riprendersi e riflettere, per lasciarsi ancora carezzare dalla sua voce profonda e coinvolgente; il primo a parlare fu Chris in direzione di Joshua.
- Cosa ne pensi? -
Niky era totalmente in un’altra dimensione, rapito come ogni volta che lo sentiva cantare; quella canzone l’aveva proprio ucciso. Anche Kari ne era rimasto colpito e si mise a rifletterci. Erano riflessioni che andavano molto bene anche per sé stesso. Era in un abisso e si stava rendendo conto di quell'ancora che cercava di farlo risalire. Quell'ancora era Joshua e si stava facendo aiutare da Niky. Insieme ci stavano riuscendo, era ora di ammetterlo.
Joshua si chiese se dovesse essere prima fan, persona, amico o manager.
Alla fine parlò istintivamente senza ragionarci troppo. Solo dopo si rese conto che il suo lato di fan di Chris corrispondeva anche a quello di amico.
- Non hai mai fatto una cosa del genere. È davvero una gran bella canzone, sai? - Lo disse stupito perché non si sarebbe mai aspettato un lavoro simile da lui… sia per stile che per testi. - È profondissima. Dai un quadro talmente preciso di te, ti racconti dall’inizio alla fine, ma soprattutto esprimi incredibilmente bene il modo in cui ti senti, cosa provi, cosa pensi, cosa speri, cosa stai facendo. È tutto chiarissimo e la musica che hai tirato fuori è di un’intensità sconvolgente. Sentendola solo nel modo in cui la canti e la suoni, senza dare conto alle parole, sembra una canzone d’amore delle più delicate ed un retrogusto doloroso, quasi un inno, ma poi le parole apparentemente parlano d’altro e poi in realtà non è veramente così. Perché in questa canzone c’è un innesco al cambiamento, al toglierti la maschera e al guardarti dentro per farti vedere dagli altri. Quell’innesco è l’amore, il sentimento, il legame che si è instaurato con quest’ancora. Questa persona. È una canzone d’amore, ma diversa dalle solite che si sentono in giro, quelle classiche. Considerando poi che non ne avevi mai fatte così è davvero un gran bel lavoro. -
Chris rimase di sasso, non si aspettava una conferma simile da lui, solitamente cercava di essere il più critico possibile, ma soprattutto quando gli presentava canzoni fatte solo da lui lo spediva sempre da Ian a perfezionarle e sistemarle, trovava sempre qualcosa che non andava, le trovava incomplete. Era la prima volta che gli faceva dei complimenti così sentiti da subito.
- Wow, non pensavo che andasse bene… - Disse infatti. Joshua si sistemò sul divano accavallando le gambe ed incrociando le braccia, quindi piegata la testa l’osservò concentrato:
- È tecnicamente il tuo lavoro migliore. Tu vocalmente non hai mai avuto problemi, sei un cantante fantastico ed il modo in cui tieni il palco e fai spettacolo al momento lo fanno in pochi. Però come autore di canzoni hai sempre lasciato a desiderare… - Era sincero e Chris lo sapeva.
- Per questo non credevo ti piacesse! - Ma lo era anche lui.
Joshua non se ne stupì infatti.
- Sì però questa è perfetta, non va nemmeno modificata nel testo. Quanto ci hai messo a farla? -
- Un paio d’ore. Direi verso la mezzanotte fino alle cinque, più o meno… -
Niky lo guardò sorpreso capendo che non aveva praticamente dormito.
- Lo vedi? Parlo di questo. Tu solo per un testo ci metti settimane e per le musiche non le fai mai da solo ma sempre con Ian e Sean. Il più delle volte comunque il testo va sistemato. Direi sempre. Ci hai messo poche ore e non va ritoccato niente. Tecnicamente hai fatto un salto di qualità allucinante. -
A dirlo incisivo e meglio di tutti loro messi insieme fu Kari che apparendo uno che non si intrometteva e che non percepiva niente di nessuno, si dimostrò in procinto di aprirsi e cambiare a sua volta.
- Si chiama ispirazione. - Preciso e conciso come nel suo stile. Veritiero.
Chris lo guardò stupito:
- Ne scriverei altre dieci, ora. Così, su due piedi. -
- Fila a farlo! - Ordinò Joshua alzandosi dal divano rendendosi conto di essere stato praticamente immobile per tutto il tempo dell’ascolto.
- La cosa strana è che sento di poterlo fare quando voglio, che non è un’ispirazione momentanea che scappa via se non la colgo. Che quando mi metterò al piano con lui a dormire sul divano potrà nascermene un’altra senza il minimo sforzo. - Come se fosse servito rivelare le condizioni specifiche con cui l’aveva scritta. Come se già tutti non sapessero che era stato merito di Niky.
Kari e Joshua nel sapere che Niky aveva dormito nel divano mentre lui l’aveva composta, sorrisero con un ghigno allusivo estremamente sadico e uguale. Volendoli ignorare per non dar loro peso, il cantante si alzò dal pianoforte stiracchiandosi a sua volta mentre Kari si stendeva sul divano raggiungendo con la nuca le gambe di Niky.
Disse qualcosa a proposito del fatto che aveva sonno e aspettandosi delle lamentele da parte di Joshua, le ricevette da Chris. In realtà più che lamentele vocali furono fisiche in quanto arrivato in picchiata sul divano anche lui aveva letteralmente spinto via Kari facendolo cadere a terra come se spingesse giù il cane.
Joshua ghignò notandolo e contento del feeling che erano riusciti ad instaurare quei due in altrettanto poco tempo e comunque sempre in un certo modo grazie a Niky, tornò a prendersi il ‘cane randagio’ rimasto sul pavimento dopo il tonfo.
- Vieni via, impiccione! - Che sapeva tanto di ‘lasciamoli soli un po’!’
Che avessero cose da dirsi era chiaro e non tanto perché a quanto pareva con Niky tutti avevano sempre qualcosa da dire, ma proprio perché il ragazzino era rimasto impietrito dopo aver sentito la canzone. L’aria da innamorato perduto l’aveva tutta.
Prendendolo per il piede l’aveva trascinato via obbligandolo a stargli dietro su tre zampe.
Quando gli insulti di Kari si affievolirono indicando che si erano chiusi in cucina, Chris si sedette accanto a Niky ancora silenzioso con un’emozione cristallina nello sguardo.
- Ti è piaciuta? - Domanda retorica visto che era ovvio, aveva quasi le lacrime agli occhi.
Si girò ed incontrò i suoi e non riuscì più a trattenerle e quando gli bagnarono innocentemente le guance, Chris sorrise alla sua risposta fioca:
- Non ho mai sentito niente del genere… - Detto da uno che aveva una scarsissima cultura musicale parve una barzelletta, ma l'altro sapeva il senso con cui lo diceva e lo prese come il complimento più bello di tutti e soprattutto quello più prezioso.
Alla fin fine gli stava portando più calore quel semplicissimo commento spontaneo e dolcissimo che quello completo e approfondito nonché anche professionale di Joshua.
Era venuto lì per cercare il suo, era vero, ma poi gli era importato più quello di Niky.
Alzata la mano gli prese la guancia fra le dita asciugandogli le lacrime, quindi sempre con quel sorriso sereno e consapevole, sentendosi come un palazzo appena demolito e in via di ricostruzione, sull’altra guancia ancora bagnata dal suo pianto tenero disse:
- Grazie. - Con altrettanta semplicità lo baciò lavando via le sue lacrime, bevendole con delicatezza.
Niky si sciolse e si rilassò, non si accorse di aver smesso di piangere, non subito, ma si accorse presto di avergli messo le mani sulla vita come per non farlo andare via.
Quello che il ragazzo stava provando in quel momento non l’aveva mai provato in vita sua, preda del profondo significato di quella canzone che poteva capire nella sua totalità solo lui, non poteva che convincersi che semplicemente si erano trovati e che tutto sarebbe andato sempre meglio, non poteva essere che così, non c’era niente di cui preoccuparsi e le ombre percepite riguardo un Chris incapace di amare, erano solo sciocche paure infondate.
Non poteva sapere che la sua impresa era appena all’inizio.
- Cosa ne pensi? - Chiese Kari a Joshua quando furono soli in cucina. Il primo seduto sul tavolo ad osservare l’altro che riordinava i resti della colazione. Aveva capito al volo che c’era qualcos’altro riguardo Chris che gli vorticava in testa.
- Della canzone? - Chiese distrattamente passandogli davanti senza dargli seriamente retta, Kari seccato gli bloccò la strada con la gamba ed agganciandolo lo attirò a sé abbracciandolo da dietro.
- Di Chris. - Joshua si stupì di quella domanda, non era uno che si dimostrava facilmente interessato agli altri, fin’ora l’aveva fatto solo con Niky ma con Chris no.
Solo per questo decise di dargli ascolto e sospirando si rilassò fra le sue braccia forti che gli impedivano comunque la fuga.
- Mi lascia perplesso. Non riesco a conciliare il Chris che per cantare ha bisogno di uno che guardi lui e solo lui con quello della canzone… -
- Sta uscendo allo scoperto… - Fece Kari interessato all’argomento, sembrava avesse gli stessi dubbi anche lui e che volesse testare le possibili risposte.
- Sì, ma non può essere così facile… lui è… troppo… - Non trovò comunque il termine adatto per definire il cantante, ma non lo cercò con molto impegno poiché le mani di Kari avevano deciso di frugarlo sotto la vestaglia che indossava.
- È appena all’inizio! - Gli slacciò il laccio e l’indumento si aprì scoprendo la sua nudità sottostante.
- Ma Niky si sta illudendo. Pensa di essere a buon punto, che non è male come tutti dicevano e come sembrava, che ce la può fare, che è vicino al traguardo… non ha idea di quanto dura l’abbia… - Improvvisamente ora quello preoccupato per il delizioso assistente sembrava proprio lui che finora si era dimostrato piuttosto indifferente. Kari sorrise ironico pensando che lo sapeva che si sarebbe fatto prendere anche da quello, era più forte di lui, non sapeva rimanere fuori alle questioni private degli altri.
- Lo scoprirà presto da solo. - Gli parve che i ruoli si fossero invertiti e la cosa non gli dispiacque specie quando cominciò a carezzarlo fra le gambe, concentrandosi sull’inguine.
- E pensi che non ne uscirà distrutto? - Chiese in un sussurro strascicato per il piacere che cominciava a provare, piegando la testa di lato verso di lui. Kari lo guardò a sua volta toccando il naso col proprio, lo stimolò in quel modo con una lentezza quasi romantica, mentre la sua erezione cresceva nella sua mano e continuando a perdersi nei suoi occhi castano verdi sempre penetranti, sempre magnetici, sempre vivi, mormorò pacato in risposta:
- L’ho sempre pensato che ne sarebbe uscito distrutto. - Joshua poco prima di baciarlo e fra un sussulto e l’altro, col piacere che saliva vertiginosamente, rispose piano e roco:
- E perché sei così tranquillo? -
- Perché non può evitare di viversela. E poi è uno che riserva molte sorprese. - Su questo Joshua si trovò d’accordo e decidendo di risparmiare la voce, glielo comunicò unendo le labbra alle sue, fondendo le lingue che mescolarono ogni sapore in un gioco erotico e sensuale.
Non avevano idea di quanto ragione avessero.