*Siamo nella fase finale della prima parte, in origine la fic finiva qua, o meglio con l'epilogo che sarebbe nel prossimo capitolo. Poi quando ho deciso di trasformarla in original ho fatto un seguito per cui in realtà non è questa la fine anche se leggendo noterete che lo sembra. Inizia il tour, il primo di Niky. Di cose sono cambiate da quando tutto è iniziato ed è stato Niky a dare il via all'effetto domino, ma nel loro caso in positivo. A volte basta una persona sola a fare la differenza per molti. Ho fatto due disegni sui miei personaggi, l'idea è di fare anche gli altri ma ho iniziato con Niky & Chris, e con Joshua! Sebbene poi tutti hanno dei 'modelli' di riferimento, nella mia testa sono un po' diversi quando li descrivo. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XIX:
IL TOUR
"E così il tempo è giunto, è qui
Finisce il silenzio, il cambiamento è vicino
Aspetti nel pallido cielo argentato
Vieni nel pantheon
Benvenuto nell'universo"
- 30 second to Mars - Welcome to the universe -
Cominciare il tour fu come passare il portale di un altro universo, per Niky.
Nonostante le preparazioni di tutti, gli parve comunque di essere arrivato su un mondo diverso dalla Terra.
Tenuto sotto controllo sia da Chris che da Kari come se fossero i suoi angeli custodi, fu più il tempo passato a fare domande su domande che altro.
Per uno che prima di allora non solo non aveva mai visto un concerto, ma non aveva mai ascoltato musica, partecipare ad un tour come membro speciale del gruppo fu qualcosa di incredibile.
Per prima cosa il bus su cui viaggiavano di città in città. La prima volta che vi salì gli parve di essere sullo Stargate che lo stava trasportando verso una dimensione parallela. Compreso che sarebbe capitato di dormire lì spesso e volentieri, non si capacitò di come quel mezzo di trasporto potesse essere considerato una casa. Tutti e sei, infatti, avevano definito il bus ‘seconda casa’, ma non gli era stato chiaro il meccanismo. L’avrebbe scoperto presto.
La prima tappa era Las Vegas e come di consueto decisero di prendersi del tempo per visitarla un po’; presero delle camere d’albergo e si divisero facilmente in coppie che ormai erano già fatte di natura e così sarebbero rimaste fino alla fine del tour ed oltre.
Joshua con Kari, Cris con Niky, Ian con Sean e Manuel con Paul.
Ubriaco della città che non aveva mai visitato, dopo aver assistito alle prove, Niky capì in cosa consisteva ‘un altro mondo’ quando il concerto ebbe inizio.
Trovato per lui un posto a lato del palco - Chris e Kari non avrebbero mai permesso si mescolasse alla folla, magari glielo mangiavano- in modo che il cantante potesse vederlo quando si girava e che Niky l’ammirasse come si doveva, per un momento ebbe l’impressione di essere lì a suonare con loro.
Gettata la testa oltre il palco vide una folla spropositata, urla, applausi ed incitamenti e poi il silenzio improvviso, il buio assoluto ovunque ed ecco, proprio intorno a lui, davanti ai suoi occhi, con le sue orecchie, udire il boato più forte che avesse mai sentita in vita sua.
Non si poteva descrivere quello che succedeva, ma per lui che la viveva da lì sopra fu qualcosa di incredibile.
Dopo si aprirono le luci solo sul palco, dei fari fortissimi partirono dallo stesso come una sorta di esplosione atomica e fecero l’effetto visivo dell’implosione, in quell’esatto istante la musica cominciò e il pubblico impazzì ulteriormente come se fosse possibile di più.
Niky sentì tutto tremare e per un momento credette fosse il terremoto, poi quando si rese conto che era la combinazione fra le onde sonore degli strumenti e i salti, applausi e urla del pubblico, si ammutolì impressionato.
Non avrebbe mai immaginato potesse essere così.
Quando la voce di Chris si levò dal microfono raggiungendo un volume che probabilmente lo sentirono persino ben oltre quello stadio, Niky si emozionò venendo investito da un’onda altissima e potente. Non trattenne le lacrime e nonostante non si capacitasse del perchè stesse piangendo, rimase incatenato alla sua figura snella e disinvolta che si muoveva sul palco col microfono in mano e che cantava con naturalezza.
Sentì tutte quelle persone cantare con lui e coprire quasi la sua voce, sentì ogni vibrazione sin nell’interno, sentì quella sorta di emozione esplosiva farlo tremare frenetico. Si rese conto di non riuscire a stare fermo, si rese conto di star muovendo i piedi a ritmo di musica e di star cantando fra sé e sé con le mani che battevano il tempo contro il proprio petto e le cosce.
Si rese conto che quella era la cosa più bella ed esaltante della sua vita e la scarica elettrica d’eccitazione che provò l’ebbe per tutta la durata del concerto.
Incantato oltre che dal Chris cantante anche dal Chris che dava spettacolo sul palco e che faceva delirare le masse, per poco non svenne quando fecero la famosa canzone erotica il cui video aveva provocato tanti scombussolamenti.
C’era il ritornello in cui lui e Sean cantavano insieme e Niky faticò a guardarli visto che avevano pensato bene di usare l’asta del microfono, su cui cantavano insieme, come palo da lap dance o qualcosa del genere. E fu davvero faticoso guardare Chris inginocchiarsi davanti a Kari che faceva i suoi splendidi ed erotici giri di basso col volume alzato talmente forte da creare un suono caldo e pazzesco. Non per altro, ma mimare un certo lavoretto di bocca che l’altro accentuò muovendo il bacino e lo strumento verso di lui, gettando la testa all’indietro e fingendo di godere, non era una cosa che passava tanto inosservata.
Fecero tante di queste scene e ad ognuna il pubblico impazziva, sembrava andare matto per quel tipo di dimostrazioni e Niky non poteva nemmeno dar loro torto. Avevano un fascino selvaggio quelle scene e di volta in volta Niky trovò a chiedersi se avesse potuto resistere ad ogni concerto. Contando quanti ne avrebbe dovuti vedere, si preoccupò non poco anche perché quella scarica era ben distinta da quella d’esaltazione. Era una scarica d’eccitazione.
Riuscì a calmarsi solo quando Chris ed Ian si esibirono a voce e piano in una canzone d’atmosfera. Le luci si spensero e i fari azzurri si puntarono su di loro. Ian dietro la tastiera e Chris davanti a lui, al microfono, ed una canzone calma, lenta, malinconica che raggiunse picchi incredibili rivelando il talento del cantante sia tecnicamente che interpretativamente.
Però emotivamente fu un ulteriore botta, specie quando Chris nonostante il buio che regnava tutt’intorno e che si divorava Niky stesso, si girò in modo da guardarlo.
Niky era sicuro che non lo potesse vedere eppure i suoi occhi rimasero piantati sui propri come per magia, nonostante non ci sarebbe potuto riuscire.
Si sciolse.
E si sciolse quando, usciti dal palco per la pausa prima del bis, lo prese sotto braccio e se lo portò insieme agli altri a rinfrescarsi, non senza lasciargli un bacio, sia pure fugace, sulle labbra.
Era carico, era perfetto, era al top. Non aveva sbagliato un istante, una nota, un passo. Non aveva sbagliato nemmeno una parola. Niente. Era stato perfetto, pieno d’energia e di sensualità.
Capì come poteva avere tanto successo e capì come riusciva ad incantare la maggior parte della gente che aveva a che fare con lui.
Di suo era un gran bel ragazzo che ci sapeva fare su ogni fronte, ma quando cantava e soprattutto quando era su un palco, dal vivo, in un concerto… lì era tutt’altra cosa.
Diventava musica, arte, sesso ed energia. Diventava tutto e ipnotizzava chiunque.
- Cosa te ne pare? - Chiese bevendo dell’acqua dopo essersela buttata in viso, sudato fradicio.
- Fantastico… non avevo mai assistito ad un concerto e vederlo da lì vicino è… incredibile… unico… e poi voi siete così bravi e… e quello che fate sul palco… e poi trema tutto, sembra ci sia il terremoto! È splendido! Siete incredibili! - Non aveva altre parole che quelle, ma l’entusiasmo e gli occhi luminosi parlavano piuttosto bene da soli, fecero sorridere contenti tutti prima di passare a fare i complimenti a Kari per gli assoli di basso e poi a Chris per lo spettacolo.
Prima di quel che pensassero tornarono sul palco a fare le ultime tre canzoni e poi, dopo i ringraziamenti, tutto finì. Tutto cessò. Tutto si spense.
La musica si dissolse, le luci si accesero e la magia finì, unica testimonianza le lacrime di Niky, talmente coinvolto dal concerto da essere enormemente triste per la sua fine, poiché sarebbe stato un’eternità a vederli e sentirli.
Quel vuoto. Quel vuoto preciso e specifico che non aveva definizioni, ma che però avrebbe sentito sempre alla fine di ogni concerto. Quel vuoto che poi puntualmente sarebbe stato colmato all’esibizione successiva. Quel vuoto si sarebbe inciso indelebilmente in Niky e sarebbe stata la prova del successo dei ragazzi.
Lui e la sua espressione, una conferma.
Uscire dal palco di nuovo sotto il suo braccio, sentirlo sudato ammollo e tremante per la stanchezza, capire che aveva dato tutto ed oltre, ma che era sempre lì presente con lui, diede a Niky un’ulteriore immagine di Chris, un’immagine di cui si innamorò come di tutte le altre.
Era stato immenso e se prima si era perso per lui, ora non sarebbe più stato capace di tornare indietro.
Il brindisi venne fatto in camera del manager e del bassista per inaugurare la prima tappa ufficiale del tour e continuò fino alle prime luci dell’alba, quando poi con fatica le varie coppie si trascinarono nelle rispettive camere per ripartire il giorno dopo, di buon mattino, alla volta della prossima città.
Non si stupì molto, Niky, di essere l’unico sobrio con Ian e quando videro il tutto degenerare si misero abilmente da parte a parlare insieme.
- Ti è piaciuto? - Chiese Ian entusiasta con un sorriso soddisfatto in viso. Sapeva bene qual era la risposta.
- Enormemente. - Fece di slancio Niky. In poco si infilò in una descrizione di tutte le impressioni che aveva avuto per poi concludere con la canzone che aveva preferito, quella al piano. - È stato un momento magico. - Fece poi sognante. Essendo loro gli attori di tale spettacolo, non potevano capire cosa provassero gli altri a guardarli, ma le conferme ed i ritorni erano preziosi, erano il loro carburante per andare avanti sempre e comunque.
- Sono contento… -
- Ma io poi non sono un esperto. È andato bene? - Chiese conscio che a lui gli sarebbe potuto sembrare bello anche un carciofo se tenuto in mano da Chris. Ian lo pensò, ma non lo disse, comunque sorrise divertito e piegandosi verso di lui fino a toccarlo con la spalla in segno di ringraziamento per i complimenti, rispose:
- Sì, è andata bene. Eravamo molto eccitati all’idea di cominciare il tour ed il primo concerto è sempre un tabù. Sappiamo che andrà bene, ma dopo qualche mese che non ne fai, riprendere è come farlo per la prima volta. C’è la stessa tensione e frenesia nell’aria. È tutta energia che incanaliamo quando le luci si spengono e poi si riaccendono su di noi. È andato molto bene e Chris era davvero carico, più dei suoi soliti canoni. E di solito lo è molto. Vedi, lui tiene il palco come pochi, ai tempi attuali, fanno. È veramente unico in questo. Ma stasera ipnotizzava e non è calato un istante, non una sbavatura che fosse una. Ha fatto un salto di qualità che nessuno si aspettava. - Niky non avrebbe mai immaginato che poi sarebbe voluto andare a finire lì, per questo sorrise contento bevendo ogni sua parola. Sapere tutte quelle cose sulla vita del suo gruppo preferito -ed unico al momento- era come bere dopo giorni che non lo faceva.
Entrambi guardarono istintivamente Chris mezzo ubriaco, come tutti gli altri, fare la solita gara di ballo con Sean con una variante. Usare Kari come palo della lap dance. Qualcosa a cui, stranamente, Joshua non si era opposto e solo perché la riteneva un’ottima tortura. Kari voleva solo cacciarli tutti e andare a letto con lui.
Fu mentre Niky era incantato ancora una volta da Chris e dai suoi soliti movimenti sensuali, seppure stanchi, che Ian lo disse ed era da molto che voleva farlo, ma aveva aspettato quella sera per vedere come sarebbe andato il primo concerto. Non aveva dubbi.
- Avevo ragione. Sono stato il primo a dirtelo. Che magari eri tu quello che gli ci voleva. Quello giusto. Ebbene era proprio così. - Niky si girò di scatto, l’osservò da vicino e inebetito rimase a chiedersi se fosse serio, poi quando tradusse il senso profondo delle sue parole, gli occhi gli divennero lucidi con quell’ondata bollente interiore.
- Parli di me e Chris? - Era ovvio. Ian era sereno e sicuro, manteneva quella consapevolezza nello sguardo che non gli sarebbe mai mancato e Niky gli credette.
- Siamo arrivati al dunque, secondo te? - Non ne era sicuro. Oltre ai baci e a qualche piacevole scambio, non avevano ancora fatto l’amore e Chris non aveva più insistito, non si era più arrabbiato e non aveva più espresso la sua frustrazione sessuale. Oltre a questo, si era intenerito molto, aveva dimostrato molti più modi protettivi e dolci ed aveva esaltato il dialogo.
Avevano passato ore a parlare e basta e fra le sue braccia si era sentito la cosa più preziosa. L’aveva vissuta senza farsi domande, senza chiedersi se fosse la strada giusta, senza sapere quale sarebbe stato il passo successivo, ma si era sentito tranquillo, sereno e sicuro.
Non c’erano più state tensioni e Niky si era trovato a parlare molto di sé, della sua infanzia, della sua fede, dei suoi amici e Chris aveva ascoltato sempre, come fosse stato la cosa più interessante di tutte. Non l’aveva fatto obbligato, ma completamente sincero e spontaneo.
Anche Chris si era aperto molto, si era confidato riguardo alcuni episodi della sua giovinezza ed aveva approfondito il discorso dell’essere frutto di un tradimento di sua madre. Aveva scoperto che poi il patrigno, odiandolo poiché prova del fallimento del matrimonio con la moglie, l’aveva picchiato usandolo come capro espiatorio fino a che tutte le donne di casa, madre e sorelle, si erano unite compatte per mandare via quell‘uomo. Però gli aveva raccontato come anche le storie delle sue sorelle fossero sempre andate male, come nessuna fosse felice e sposata o fidanzata. Gli aveva spiegato molte cose di sé e del motivo per cui si era convinto che l’amore non esisteva e che non serviva innamorarsi.
Oltre a questo si erano scoperti due persone estremamente divertenti e con un forte senso dell’umorismo. Chris se era di buon umore ne sparava cento al secondo ed aveva da ridire su tutti, ma il modo in cui lo faceva, con estrema ironia e fantasia, faceva sbellicare Niky e questi, dal canto suo, stava dietro ad ogni gioco e scherzo dimostrandosi a sua volta una spalla brillante per qualsiasi scena comica.
Perso in quel mese passato insieme, Niky sentì lontana la risposta di Ian, ma lo riportò immediatamente al presente:
- Sì, ne sono sicuro. E ti giuro che non pensavo che qualcuno ci sarebbe mai potuto riuscire, ma quando stasera si è messo a guardare te mentre facevamo la canzone al piano, ho realizzato che era da quando ti ha conosciuto che non è andato con altre persone. Per uno che ne cambiava come i calzini e che se ne vantava sempre, è stata la prova del nove. È venuto fuori dall’abisso. - Disse per citare la canzone di Chris che sarebbe stata inserita nel prossimo album con molte altre i cui testi erano stati un’elaborazione delle poesie di Niky.
La riconobbe e si commosse di nuovo. Faticare tanto e rischiare di perdere tutto per arrivare a quello… beh ne valeva la pena.
- La sua era la cosa più vecchia del mondo, paura di soffrire. Per questo si chiudeva dentro una superficialità che lo faceva apparire per quel che poi non era. In realtà era la persona più insicura che avessi mai incontrato. Ora no. Ora è tranquillo, invece. È molto sereno. -
- Si vede. - Fece Ian tornando a guardare il protagonista del loro dialogo che stava per spogliare Kari con l’aiuto di Sean. Le risate di tutti, Joshua compreso, fecero da sottofondo ed il messaggio che diedero fu che bastava poco, molto poco, per far cambiare tutto.
A volte un gesto, uno sguardo, un ascolto, una presenza, un interessamento.
A volte solo una persona.
Davvero poco e tutto cambiava.
Quando Niky si alzò con l’intenzione di andare a dormire in camera, stanco anche lui, Chris smise subito di fare l’idiota con Sean e mollando Kari di schianto corse subito dietro al ragazzo, il quale dovette prenderlo al volo per non farlo cadere. Chris era bello che ubriaco. La fortuna di Niky era di essere sufficientemente forte da reggerlo, quindi fra le risa di tutti, i due lasciarono la camera. Ian a ruota seguì il loro esempio e prendendosi Sean se lo trascinò a dormire. I due rimanenti furono cacciati da Kari a calci.
In realtà non era ubriaco nemmeno lui e Joshua, che si era limitato solo a bere un po’ e che era perfettamente lucido, smettendo di ridere volle fargli sapere che l’aveva notato.
Il suo era stato il cambiamento più sostanzioso, nemmeno quello di Chris, forse, lo eguagliava, ma poteva saperlo solo lui che ci viveva insieme.
Ignorando i bicchieri e le bottiglie con cui avevano brindato, cominciò togliendosi i vestiti con la normalissima intenzione di fare la doccia. Kari lo precedette aprendo l’acqua calda, non servì dirsi che l’avrebbero fatta insieme.
- Senti un po’, ma hai forse l’influenza? - Chiese ironico prendendola alla larga o forse solo nel modo meno imbarazzante possibile. Kari ghignò consapevole dove volesse andare a parare.
- Mai stato meglio in vita mia! - Non beveva da un mese e sempre da quel mese dormiva di notte come tutti i comuni mortali, feste ed uscite permettendo, e non si addormentava ovunque: era presente, partecipava alle conversazioni che avvenivano intorno a lui, sia pure con monosillabi, e se interpellato direttamente si esprimeva con più di qualche grugnito messo in croce. Ora in molti conoscevano la sua voce ed avevano scoperto che il suo carattere era molto interessante e non tipo zombie. Captava tutto da tutti, non gli sfuggiva un solo particolare ed anche se non dava segni particolari di essersene interessato, al momento giusto diceva la sua. Era uno della serie ‘parla poco, ma quando lo fa ne molla di sane’.
Era anche profondo, a modo suo. Non si esprimeva bene, ma si faceva capire e soprattutto Joshua lo capiva... ma solo ora. Prima era stato fra quelli che non ce la faceva nemmeno per sbaglio.
Di cose, in un mese, ne erano successe.
Non poterono che pensare a Niky. In un modo o nell’altro la scintilla che aveva innescato il cambiamento era stato lui. Lui e la sua nota di positività, ottimismo e buoni sentimenti. Cose da favola, da film, da libro. Eppure era successo e vero o no che fosse, in un mese dal suo arrivo era cambiato tutto!
Mentre ci pensavano, i due si spogliavano dandosi anche una mano a vicenda.
- E cos’hai che non va, allora? - Era proprio da lui far così, pensò Kari assecondandolo.
- Tu! - Fece infatti ironico finendo di togliergli quel che rimaneva con movimenti bruschi e tirandoselo sotto la doccia.
L’acqua scese sui loro corpi, la differenza fra loro era notevole anche solo guardandoli. Kari alto e atletico, Joshua basso e decisamente meno muscoloso. Una decina d’anni a separarli. La carnagione, il tipo di bellezza, la nazionalità, tutto. Tutto diverso.
I caratteri, poi…
Eppure l’acqua li ricoprì insieme come fossero la stessa cosa, senza fare distinzioni, su entrambi uguale.
Coi brividi per il piacevole calore e la sensazione che essa diede loro, Joshua sospirò e chiuse gli occhi rilassandosi, poi cercò, sempre senza aprire gli occhi, i fianchi di Kari ed una volta trovato l’attirò a sé. A quel punto disse piano, rinunciando al proprio sarcasmo difensivo che tanto con lui non serviva più:
- Sono contento di te. Hai fatto un gran lavoro su te stesso. - Kari pur sapendo che era quello che voleva dirgli, riuscì a bloccarsi e ad emozionarsi, ma non per questo smise di guardare Joshua farsi baciare dall’acqua. In risposta gli si strinse a sua volta e al suo orecchio sussurrò allo stesso modo:
- Ed io sono contento di esserci riuscito. Ora sto dannatamente bene e lo sai quanto non credevo che si potesse stare così… -
Joshua aprì gli occhi e con aria ridente, il suo eterno tocco di malizia e una miriade di cose che sapeva esprimere solo con l’espressione accattivante del suo viso affascinante, tirò indietro la testa. Gli sguardi si incontrarono e sempre insieme sotto quella che potevano immaginare fosse una calda e dolce pioggia, aggiunse:
- Ed io non pensavo di poter superare la paura del risveglio. Ora quando apro gli occhi, anche se non ti vedo subito so che ci sei. Non ho più paura che tu non torni. - Kari nascose il viso contro il suo collo nonostante per questo si fosse dovuto chinare molto. Non voleva mostrare gli occhi lucidi, era un’emozione troppo grande sentirgli dire quelle cose.
- Grazie per tutto quello che mi hai dato e hai fatto per me. Grazie per non aver mollato, aver lottato e avermi preso a calci. Grazie perché ora sono qua e non ho paura più di essere tradito e piantato anche da te. So che sei diverso. Grazie. - Non sarebbero mai stati capaci di dirsi che si amavano come le persone normali, ma quello per loro era molto meglio.
Quasi quanto l’attuazione di quei sentimenti che ricambiavano vividi e fortissimi l’uno per l’altro, che ogni volta li bruciava e li incendiava facendo sì che nel giro di poco si divorassero.
Le mani di Joshua tremanti si spostarono dai fianchi fin sul viso, lo presero per poterlo guardare ancora; gli mostrò i suoi occhi lucidi. Solo lì Kari lasciò andare una piccola fugace lacrima liberatoria che non aveva mai lasciato andare.
Una sola che testimoniava la vittoria su una delle sue mille fobie. Adesso l'incubo stava diventando un bel sogno, adesso poteva rilassarsi chiudendo gli occhi perchè sapeva che anche se avesse rivisto tutta la sua vita, aprendo gli occhi sarebbe sparito tutto perchè ora era lì. Lì nel bel sogno e non più nell'incubo.
Il bacio diede vita ad un qualcosa di molto più dolce del solito, il fuoco c’era come sempre, ma non era incontenibile. Era un fuoco dolce e delicato.
Si scoprirono come fosse la prima volta, si carezzarono dentro e fuori, si agganciarono e non si lasciarono e quando le mani corsero sui corpi caldi e bagnati, sembrò di nuovo la prima volta e fu sempre diverso.
Gli incubi erano finiti.