*Ecco un nuovo capitolo, qua facciamo la conoscenza degli altri della band, spero che continuiate a seguire. La personalità più di rilievo è Chris in particolare, ma tutti diciamo che hanno un loro modo di spiccare. Imparerete a conoscerli piano piano. Per il momento c'è poco da dire, siamo ancora all'inizio. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO II: 
CONOSCENZA

Chris

"Lui è uno straniero per alcuni
e una visione per nessuno
non ne ha mai abbastanza
mai abbastanza di nessuno"

- 30 second to Mars - From Yesterday -

 

Niky era emozionato, si girò e lo guardò sorridendo intimidito, ma felice. Poi gli porse la mano alzandosi dalla sedia.
- Ciao, io sono Nicolas, puoi chiamarmi Niky. - Chris rimase catturato da quel sorriso solare e pulito. Pulito era il termine per definire qualunque altra cosa componesse quella creatura rara. 
Abiti vecchi e semplici, capelli ordinati, ma antichi, acqua e sapone. Nemmeno un po' di profumo.
Era al suo antipodo, l'esatto opposto suo e del suo mondo. Mai avuto a che fare con una persona simile.
I suoi passatempi, maschili, femminili, erano molto estremi e di un certo tipo, non gente qualunque e soprattutto scialba.
Eppure lui aveva qualcosa e forse fu questa diversità a fargli decidere con capriccio che quel ragazzo sarebbe stato suo.
Aveva un sorriso pulito ed anche lo sguardo, lo era.
Mai trovato niente di più pulito.
- Ciao, io sono Christopher. Davvero non ci conosci? - Chiese stupito. Niky si vergognò.
- No, scusa, io non ascoltavo musica. Anche prima di andare a vivere con mio zio... ero coi miei, ma loro mi hanno cresciuto sotto una campana di vetro, avevano paura che mi succedesse chissà cosa, quindi per anni non ho mai potuto fare niente, solo andare in chiesa. Per l'istruzione facevano loro a casa. Mi rendo conto di non saper vivere però ora ho deciso di provarci, di farlo, di cominciare. - 
Chris non era assolutamente interessato alla sua vita e ai suoi precedenti. 
Era incuriosito dal fatto che non lo conosceva. 
Sorrise e trattenne la mano nella sua, guardandola stupito.
- Hai delle mani bellissime, dita affusolate. Suoni uno strumento? - Niky scosse il capo incantato. Ora che lo vedeva bene era anche più bello. Ogni lineamento perfetto, niente di spropositato.
- Grazie... anche tu lo sei... - Questo gli sfuggì totalmente fuori dal suo controllo ed arrossì rendendosi conto d'aver detto qualcosa di sbagliatissimo e molto strano.
Aveva captato che Chris era bisessuale, però lui in teoria no. Perchè stava facendo tanti apprezzamenti?
Non aveva mai avuto molto a che fare col resto del mondo, pochissimi amici e per lo più un vivere isolato, lontano da quello che succedeva.
Il sesso era tabù così come le cose che andavano di moda. 
Contava la fede, Dio, i valori ed i principi.
Era stato cresciuto così.
Quando erano morti i suoi genitori era andato dallo zio alla fattoria, però anche lui era fortemente arretrato.
Avendo bisogno di una vita normale, Niky aveva messo via dei soldi e si era trasferito.
Ora, in pratica, era appena venuto al mondo ed era capitato in quello più lontano al suo.
- Joshua ha detto che sei a posto e che gli vai bene. E che va bene anche a te il lavoro. Sai, lui mi ha detto di tutto perché ho messo un annuncio sul giornale con un nome tanto scemo, ma io l'ho fatto perché così sarebbe venuto una persona onesta, bisognosa di lavorare. Ho avuto ragione. Sei arrivato tu! - Niky sorrise colpito dalla sua spiegazione, un ragionamento che alla fine filava.
- Ha molto senso. - Disse gentile. Chris non gli lasciò andare la mano, rimase ad osservarlo per un po' e dopo aver deciso che con certezza sarebbe stato suo, gli fece l'occhiolino ammiccante cominciando la sua corte serrata di ragazzo pieno di sé, ma comunque incredibilmente sexy.
- Benvenuto, assistente! - Niky sorrise contento d'aver trovato un lavoro, stava per benedire anche lui quando venne tirato per la mano da Chris che lo condusse nell'altra stanza dove tutti gli altri li aspettavano, una volta di là alzò il braccio che gli teneva e gridò allegro.
- Ragazzi, il mio assistente all'ascolto! Niky! - Si levò un'ovazione dai tre più allegri, quello più normale si alzò e si presentò sorridendo gentile, dopo arrivarono anche gli altri.
Kari dormiva ancora.
Il primo ad arrivare fu Ian, era alle tastiere ed il paroliere del gruppo. Era anche quello con cui si poteva parlare, quello più pratico, affidabile ed organizzativo. 
Poi c'era il mulatto di origini brasiliane, col cesto incolto di capelli. Manuel. Era il batterista ed era molto simpatico.
Il pelato dal viso schiacciato era piuttosto bruttino, ma era nel gruppo dei più pazzi, quindi Niky sorrise subito. Era Paul ed era il chitarrista. 
Il ragazzo con la coda ed i molti tatuaggi era il secondo chitarrista e seconda voce, si chiamava Sean. Molto allegro e aperto anche lui.
In generale pensava di potersi trovare bene, non sapeva se erano persone che si atteggiavano e si credevano chissà chi, però la prima impressione era stata positiva. 
A quel punto si girò alla ricerca del ragazzo che l'aveva condotto lì e lo trovò addormentato sul divano.
- Lui è Kari, è il bassista e dorme sempre. È un gatto e come un gatto è selvatico e dorme! - Non andarono nei dettagli, però Niky era molto incuriosito da lui.
- Dai, cominciate. Aspetto una canzone e poi vado anche io, voglio sapere il parere del nostro ospite che non ha mai ascoltato musica. - 
- Beh, canto in un coro di chiesa. È quella la mia esperienza musicale. - Joshua finse di non aver sentito, in compenso gli altri sentirono anche per lui e risero.
- Siamo decisamente un'altra cosa. Senza offesa per la tua chiesa... - 
“Chiaramente atei!” Pensò Niky senza delusione.
- Ehi... - Lo apostrofò Ian severo.
I ragazzi si misero ai propri posti, Chris dietro all'asta del microfono. Si guardarono per vedere se erano pronti e come al solito dovettero fermarsi sospirando.
La postazione del basso era vuota.
- Kari... - Chiamarono pazienti tutti in coro.
Dal ragazzo addormentato sul divano, nessun cenno di vita.
A quel punto Sean saltò davanti a lui e all'orecchio lo chiamò a gran voce per poi allontanarsi di corsa.
Kari si svegliò di soprassalto e di riflesso roteò il pugno. Se non fosse scappato l'avrebbe preso.
Niky era ammutolito.
“Alla faccia del brutto risveglio!”
Del resto a gridargli nell'orecchio non si poteva pretendere un sorriso.
- Dai, cominciamo... - Disse Ian. Joshua scuoteva la testa stanco. Quando il ragazzo grugnì qualcosa trascinandosi lento verso il basso, il manager ed il nuovo assistente si sedettero al suo posto. 
Niky rimase preso da Kari il quale si sistemò il basso intorno al collo e sbattendo gli occhi un paio di volte, cercò di capire in quale parte del pianeta fosse.
Si capiva che non stava bene, poteva suonare in quelle condizioni?
Al silenzio che continuò ancora, sentì un tossire.
Si girò verso gli altri e videro che tutti fissavano male Chris mentre lui fissava male Niky.
Questi rimase di stucco.
- Sì? - 
- No, quando vuoi... sei qua per guardare me, comunque. Se sei a posto cominciamo! - Gli altri non ridevano più, alzavano gli occhi al cielo e Joshua stringeva il telefono con cui voleva picchiarlo.
- Scusa, ora mi concentro. - Rispose gentile Niky capendo che era suscettibile.
Quando cominciarono pensò che decisamente non aveva mai sentito niente di simile, i toni della canzone erano molto rock anche se non di quelli pesanti inascoltabili, non erano rumore privo di senso. 
La vera magia la trasmise la voce di Chris il quale, appena cominciò a cantare, fece sparire ogni cosa.
Niky capì cosa prima aveva detto Joshua.
A parte la tecnica e l'intonazione, Chris aveva una voce fantastica.
Aveva un timbro pulito, alto e con una notevole estensione, ma era soprattutto espressivo, pieno di sfumature.
Oltre a tutto questo il modo in cui usava il microfono, come si strofinava contro a gambe divaricate, gli occhi chiusi e l'aria abbandonata, la fronte aggrottata mentre sentiva in modo particolare quel che cantava. 
Era incredibile, si disse Niky. Estremamente comunicativo in ogni modo possibile, anche solo nel muoversi trasmetteva molto. 
In quel caso trasmetteva calore. 
Niky si trovò con lo stomaco chiuso in una morsa d'acciaio.
Era l'effetto della musica o di Chris stesso?
Spaesato del tutto da quel che stava ascoltando, dimenticò ogni cosa e venne completamente catturato da lui, dalla sua voce e poi, quando li aprì puntandoli su di lui, anche dai suoi occhi.
Occhi magnetici e fantastici, occhi mai visti.
Erano azzurri e mentre cantava diventavano carichi di qualcosa di animalesco.
“È sensuale e forte al tempo stesso. Ed interpretativo in una maniera incredibile!”
Il genere che cantavano era rock alternativo, spaziavano un po' come volevano, piuttosto liberamente. Non era rock pesante, ma nemmeno pop. A volte ci inserivano dell'epicità, altre dell'erotismo. Altre ancora erano di una potenza spaventosa.
Chris si adattava ad ogni genere, anche alla ballata malinconica al pianoforte o alla sola chitarra acustica.
Niky ovviamente non sapeva ancora tutto questo, però Joshua era molto soddisfatto del loro primo album e ancora di più di questo secondo.
Le canzoni le scriveva Ian e la sua sensibilità era notevole nel trasportare delle emozioni in testi profondi che si adattavano ai problemi di chiunque. Mentre la musica la facevano un po' tutti insieme.
Chris partecipava un po' nella composizione dei testi, ma nonostante non facesse molto a livello compositivo, era come se ogni canzone fosse completamente sua. Era un'interprete eccezionale. Joshua lo reputava la sua Ferrari, con lui avrebbe ottenuto tutto.
Chris sapeva anche suonare il piano e volendo poteva benissimo farsi le canzoni da solo, ma la trovava una cosa molto difficoltosa. Riusciva a fare in media una canzone completa all'anno e di quel passo componeva un album ogni dieci anni, così Ian e gli altri ci pensavano per lui.
Era un gruppo di amici, eccezione fatta per Kari che l'aveva imposto il manager. Appena li aveva sentiti aveva capito che avevano la stoffa, li aveva indirizzati un po' nella via giusta ed il gioco era stato fatto.
Quando finirono la canzone, chiesero entusiasti a Niky che ne pensava e lui, a bocca aperta e aria sognante, dimostrò di essere perfettamente all'altezza di quel compito.
Era proprio così che Chris voleva essere guardato.
Joshua rise fra sé e sé sapendo come sarebbe finita fra i due.
“Imporrò a Chris una regola. Se si brucia lui, non gliene do un altro. Basta cambiare assistenti così! Chi si crede di essere?”
Chris aveva il vizietto di andare a letto un po' con tutti.
Era matematico che quel ragazzino fosse la sua preda e che fosse gay.
Quindi doveva parlarci.
Comunque in linea di massima pensava che sarebbe riuscito ad aiutarlo, a mettergli un po' di sale in zucca.
“Avrà sicuramente un'influenza positiva su tutti quei debosciati.”
Poi si incupì uscendo.
Sperava l'avesse soprattutto in Kari, ma sapeva che per lui era più che altro un'impresa disperata. Molto disperata.  


Per essere un gruppo rock alternativo, i Royal erano alternativi a loro volta. Nel senso che a guardarli non pensavi facessero quel genere, gli piaceva seguire la moda a molti di loro, nessuno aveva l'aria del rocker. Oltre a questo gli piaceva ascoltare musica da ballare, per cui le loro feste piene di canzoni dance in ultima uscita, lasciavano credere che fosse quella la musica che facevano.
In realtà erano Chris e Sean quelli fissati col ballo e di conseguenza, essendo dei perfetti ballerini, si poteva usare solo un certo tipo di musica. Così avevano spaziato nei gusti, però quella preferita da produrre per loro rimaneva la rock. 
La casa in cui lo portarono era quella di Chris, il cantante. Dovevano festeggiare il suo arrivo come se fosse il settimo membro. In realtà era solo una scusa per fare baldoria, cosa che comunque facevano sempre.
Chris aveva la casa più grande, gli piaceva vivere nel lusso. Avevano fatto solo un album, ma aveva venduto talmente bene che in un istante erano passati dal nulla al tutto da un giorno all'altro.
La musica usciva forte dalle casse e sentirsi era complicato, c'erano diverse persone, gli amici a quei sei ragazzi di certo non mancavano. 
Niky però faticava a partecipare, non solo non era abituato a tutto quel lusso, ma nemmeno alla gente. Per non parlare della musica. Non ne ascoltava mai, ora era lì a tuonargli nel cervello impedendogli di sentire i propri stessi pensieri.
Era tutto troppo improvviso e troppo grande, rimase seduto in disparte da solo chiedendosi come fare per tornare a casa. Era stato trascinato dallo studio a quella mega villa senza una sola domanda, adesso perso com'era temeva di svenire da un momento all'altro.
Era spaventato da un mondo a cui si affacciava che era troppo diverso dal suo, però al tempo stesso non voleva essere scortese e chiedere a qualcuno di portarlo a casa.
Si morse il labbro vedendo scorrere alcool come fosse acqua naturale e lo sguardo venne catturato dall'unica nota stonata di quel, teoricamente, piacevole caos.
Tutti si divertivano, ridevano, scherzavano, ballavano... tranne uno.
Improvvisa la voce familiare e gentile di Ian lo salutò facendolo saltare nella sedia su cui era messo, il tastierista del gruppo gli porse un drink mentre, chiaramente, cercava di fare conversazione ed integrarlo. Il primo che ci stava pensando. Niky lo benedì. 
- Come va? - Chiese vedendo che beveva assetato il mojito che qualcuno in cucina stava sfornando a tutto andare. Niky, astemio, non aveva idea che quella cosa così dolce era alcolica e avendo sete, bevve. 
- Bene... sono un po' perso perchè non conosco nessuno ancora e non sono abituato a queste cose, ma... - Perse il filo del discorso tornando sull'unica nota stonata, sconnesso da sé stesso e da quel che teoricamente doveva fare: parlare con Ian. 
Ian seguì il suo sguardo pensando che c'entrasse qualcosa con quello che gli stava dicendo, per cui vedendo che fissava strano Kari, chiese:
- Che fai? - Niky, colto alla sprovvista, aprì e chiuse gli occhi un paio di volte rendendosi conto che si era perso a pregare per lui.
- Pregavo... scusa, credo che... cosa c'era qua dentro? - Chiese alzando il bicchiere quasi vuoto. Ian rise.
- Sei già ubriaco? - Niky sgranò gli occhi come avesse sentito una bestemmia.
- Sono ubriaco?! - La voce non biascicava però alcune lettere le diceva in modo buffo e cominciava ad avere uno sguardo spiritato. Il quale, su di lui, era delizioso visto quanto tenero fosse. 
Ian continuò a ridere. 
- Non lo so, lo sei? - 
- Ah... - Niky si grattò la nuca mentre si sentiva sempre più confuso. Lo sguardo tornò a cadergli su Kari, il bassista. - Ma dorme ancora? Sono preoccupato, dorme sempre? Mica è narcolettico! - 
“Decisamente in via di ubriachezza!” Pensò Ian divertito prima di decidersi a spiegargli di Kari che a quanto pareva lo incuriosiva tanto. 
- Stavi pregando perchè pensi che sia narcolettico, perchè credi stia male o perchè sei ubriaco? - Niky in quel momento, fissando il ragazzo confuso, non capì la differenza fra le tre e fece un'aria incerta.
- Tutte e tre? - Ian non riusciva più a smettere di ridere.
- Comunque Kari non è narcolettico. - 
- Kari che nome è? Voi non lo dite all'inglese... - Lo interruppe Niky sempre credendo di dire cose sensate. Forse, per lui, lo erano.
- Infatti Kari non è un nome inglese... - Il più giovane e nuovo arrivato, lo fissò come scoprisse l'America. 
- Oh... e cos'è? - Ian si rese conto di non averci mai pensato.
- Non ne ho idea... Joshua l'ha pronunciato con l'accento sulla i e per noi è rimasto così. - Rispose con una semplicità disarmante. Niky però voleva capire e stringendo gli occhi guardò in alto cercando di capire che accento fosse. 
- Sembra un accento francese... - Ian parve rifletterci per la prima volta.
- Potrebbe essere francese anche il nome... - 
- Ma lui? Lui è francese? - Niky cominciava ad essere molto curioso e Ian se ne sorprese. 
- Non lo sappiamo, non ce l'ha mai detto e forse non lo sa nemmeno Joshua. O forse lo sa. Non condividono molto con noi... onestamente non so perchè sia qua stasera. Kari è stato imposto dal manager, ma non ci ha spiegato nulla. Solo che era il nostro bassista. Visto che, dormite e ciocche a parte è bravo a suonare, l'abbiamo tenuto. Ma non ha mai legato con noi e non sappiamo niente. - Niky tirò infuori il labbro. Ora era molto curioso, davvero tanto. Non sapeva perchè, forse perchè si distingueva fra tutti.
La nebbia cominciava a calare un po' ed ora riusciva anche a ragionare.
- Per cui dorme, beve e suona? Solo questo? Nemmeno parla? - Ian sorrise, era un riassunto perfetto. 
- Sì, proprio così. Non sappiamo niente di lui e non gli chiediamo perchè è molto chiuso e sulle sue. Ci teniamo il mistero. Credo sia straniero, visto che parla poco non si nota, ma quando lo fa tanto o quando si arrabbia, si sente l'accento. Può essere francese, ora che mi ci fai pensare. - Ian lo notava ora per la prima volta e per Niky era assurdo che fosse così. Del resto se non parlava di sé cosa si poteva fare?
- E Joshua non vi ha detto nulla? - Ian si strinse nelle spalle.
- Solo che l'ha trovato per strada a suonare il basso per far soldi. Ha detto che l'ha ripulito, quindi penso che fosse un vagabondo senzatetto... e temo anche drogato. Sai, chi si disintossica attacca con l'alcool e poi è sempre assente. - Niky sospirò ascoltando tutte le sue deduzioni, erano plausibili, ma gli sarebbe piaciuto sapere con certezza che gli era successo. L'aveva colpito perchè era sempre solo, non parlava mai e dormiva di continuo. Solo se suonava stava sveglio. Per il resto dormiva come fosse narcolettico. 
- E tu? Che mi dici di te? - Chiese allora Ian cambiando discorso con allegria. Niky spaesato si chiese che c'entrasse, suo malgrado si trovò a raccontargli di sé e della sua vita totalmente diversa dalla loro. Persona semplice cresciuto in una famiglia modesta e iperprotettiva, arretrato in generale su tutto, si affacciava ora alla vita e aveva fame di sapere com'era. 
Ian capì dal suo racconto che era molto ingenuo e che uno così era facile finisse male.
Come aveva potuto pensare di cavarsela da solo in una grande città dopo essere vissuto in paesini e fattorie? Si era messo da parte dei soldi e se ne era andato. Com'era possibile?
Davvero aveva creduto di farcela?
Non sapeva come si viveva e forse non sapeva nemmeno cosa gli piaceva, che gusti aveva. La gran parte delle cose era chiaro non le avesse fatte.
“Spero che ce la faccia, mi dispiacerebbe finisse male. È facile che quelli così, quando toccano un mondo estremo come questo, finiscono male.”
Pensò Ian notando come Chris da lontano lo guardava. Come se lo stesse per mangiare.
“Beh, del resto vuole vivere? Non c'è un modo per farlo in sicurezza. Farà le sue esperienze. Alcune traumatiche, altre fantastiche. È qua per questo. Oltretutto non siamo psicopatici, gli è andata bene. A parte Chris. Però poteva andargli peggio.”
Ian conosceva bene il suo amico e cantante, sapeva che se gli metteva gli occhi addosso non glieli avrebbe tolti fino a che non sarebbe riuscito ad averlo, Niky era segnato. Però, come si era detto prima, se voleva vivere quello era il mondo. 
“Niky ha fame di esperienze e con noi ne farà un bel po' di certo!”
Dopo di questo lasciò il ragazzino a Chris arrivato come una pantera porgendogli un altro cocktail che, ingenuamente, prese e sorseggiò. 
“Decisamente segnato!”
Pensò poi lasciandoli soli ridendo.