*Qua finisce ufficialmente la prima parte, quella che in origine era la fic da cui poi ho tratto questa storia dopo che l'ho rielaborata. Il gruppo è ancora in tour, il primo con Niky, e lui e Chris si sono finalmente messi insieme, si sono detti che si amano ed hanno finalmente fatto l'amore. Conclusione migliore non ci poteva essere. Come noterete ho dato più approfondimento diretto a loro due in questa fase della loro storia, mi sembrava bello così, nonostante il protagonista resti Kari e tutto ciò che gli ruota intorno. Dal prossimo capitolo comincia la parte 'nuova' che ho scritto appositamente in questa 'versione'. Gli argomenti sranno più pesanti e delicati. Intanto buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XXI:
UN BEL DOMANI
"Ti terrò al sicuro
Seguimi,
puoi seguirmi
Ti proteggerò.
non permetterò che ti facciano del male"
A chiamarli fu Ian al cellulare, il quale aveva benissimo dedotto da sé perché avessero fatto tanto tardi e per un pelo riuscì a convincere Joshua a non entrare con un mitra spianato.
- Arriviamo, cazzo! - Sbottò seccato Chris rotolando pigramente sul letto. Niky si era già alzato e andato a rinfrescare, ma lui non ne aveva voluto sapere di attivarsi, troppo splendida quella sensazione.
Pace dei sensi.
- Chris, alzati che altrimenti ci piomba Joshua e ci tira per i capelli! - Fece realisticamente Niky divertito dal compagno, tirandogli i vestiti, Chris si mise a ridere di gusto capendo il motivo.
- Hai paura che ci metta due ore e mezza come al solito? -
Niky rispose di slancio:
- Sì! -
Dovette letteralmente spingerlo giù dal letto provocandogli oltre che una bella botta al ginocchio, anche delle risate convulsive poiché sembrava ancor più divertito da quella sua versione.
- Sembri un tigrotto! - Fece fra le lacrime.
Niky non se la prese e alzandolo di peso dal pavimento, dove continuava a fare l’idiota, lo spinse di peso in bagno chiudendolo dietro col suo beauty case che era più grande della valigia da viaggio, proprio come quello delle donne.
- Non vuoi avere la tentazione di saltarmi addosso mentre mi lavo? - Chiese malizioso rispuntando dalla porta. Niky gli mise la mano sulla faccia e lo spinse dentro chiudendolo di nuovo senza commentare. Certo che era per quello.
Ora che era rilassato ed aveva vinto tutte le sue varie lotte personali, Niky era un vero spasso. Stava tirando fuori un lato del suo carattere molto più forte di quello che chiunque avrebbe immaginato vedergli un giorno e più contento che mai per quello, Chris decise che avrebbe continuato a stuzzicarlo come uno stronzo quale poi era in realtà.
Quando uscì, Niky aveva finito di sistemare tutto ed era pronto per uscire, aveva anche fatto il letto e riordinato la camera.
- Ma sai cosa significa ‘albergo’? - Chiese ironico e scanzonato.
- Non certo essere incivili! - Ribatté pronto l’altro. - Dai andiamo che ci aspettano, Joshua starà entrando! - Fece sbrigativo prendendo il compagno per un braccio e tirandolo verso la porta, portando lui stesso la borsa da viaggio a cui aveva attaccato il famoso beauty del cantante.
Stava ancora ridendo compiaciuto di quella versione agguerrita e decisa del suo compagno che si sentì di nuovo strattonare sempre per lo stesso braccio e pensando che glielo strappasse si fermò:
- Che c’è, ora? -
L’espressione di Niky era strana, non era cupa, ma nemmeno allegra. Ci pensò qualche secondo poi rispose, forse non era sicuro del modo in cui doveva dirglielo, ma uno valeva l’altro, il risultato non cambiava.
- Non voglio che mi paghi per guardarti cantare! - Era la cosa che più di tutte gli era rimasta sull’anima da quando aveva capito che ormai erano una coppia vera. Ora che si erano ufficialmente messi insieme c’era poco da nascondersi. Aveva ragione.
Chris che non pensava più a quel discorso, come se non fosse nemmeno mai esistito, si fermò pensandoci. Era vero, in realtà Niky lavorava per lui.
- Ne sei sicuro? È una cosa che comunque dovrai fare a vita! - Sembrava tanto ci fosse un doppio senso in tutto quello e Niky non fu sicuro di coglierlo a pieno, ma rispose comunque con una sicurezza sorprendente prendendolo per i fianchi a sua volta ed infilandogli poi le mani nelle tasche dei suoi jeans, agganciandosi a lui.
- Sì che lo sono. Guardarti cantare è la cosa più bella che possa fare, non è un lavoro, ma un piacere. Ti amo, Chris, per favore, non ferirmi pagandomi per quello. - Chris sorrise. Non ci avrebbe mai pensato a ferirlo.
- Va bene. Però per questo dovrai accettare di essere il mio amantenuto! - Il gioco di parole fu una chicca che Niky capì e sorridendo riuscì a dargli solo per metà dello stupido.
- In realtà quello che Joshua mi dà per assistere Kari le volte in cui lui non può è più che sufficiente, io me lo posso far bastare… specie se non ho un affitto e delle spese da pagare. Però voglio condividere le tue, non si discute eh? Oppure vado per conto mio! - Chris lo guardò indurendo lo sguardo per un attimo, minaccioso.
- A parte che le mie spese sono troppo costose e che non puoi permettertelo nemmeno con altri dieci lavori come assistente, ma in ogni caso non oserai mai! - Niky rise premendo la fronte contro la sua guancia.
- No però è mio dovere dirtelo! - Chris allora lo cinse e lo strinse togliendogli il fiato, accompagnandolo nel ridere. Era un gran bel momento e la consapevolezza che sarebbe stato solo l’inizio era davvero splendida.
- Al massimo posso chiedere a Joshua di darmi da fare qualcosa in più… -
- Del tipo? - Chiese Christopher sciogliendosi da lui e raccogliendo le cose per uscire.
- Del tipo un tempo pieno come assistente di Kari! - Non lo disse per provocarlo, non c’era la minima malizia ma quando varcarono la soglia della camera capì che quel grugnito era indice di gelosia… lo sguardo che vi accompagnò, poi, fu un autentico capolavoro!
- Chris, non fare il geloso! Non ha senso farmi dare un altro part time e farne due quando posso avere un full time con uno che per giunta già conosco e con cui mi trovo bene! -
I due continuarono a discutere, seppure senza reale tensione, per tutto il tragitto fino al bus.
- Appunto per questo! E poi Kari ormai non ha più tutto quel bisogno. Joshua voleva un baby sitter che gli impedisse di ubriacarsi sempre e lo svegliasse al mattino, che cazzo devi fare ora che non beve più e che ha orari di sonno decenti? -
Niky rise:
- Non hai idea di quanto svampito sia! Non si ricorda nessuno degli appuntamenti, degli orari e dei luoghi! Sostanzialmente è questo che fa un assistente, ricorda gli appuntamenti e si assicura che li segua tutti. - Chris non si sarebbe mai convinto e arrivando dagli altri con questa discussione poco seria in atto - tanto avrebbe vinto Niky! - furono distratti dagli applausi e dai fischi di tutta la truppa al completo che sapendo perfettamente quello che avevano consumato quel mattino, a momenti avrebbero messo i manifesti. Beh, Manuel e Paul un manifesto l’avevano veramente fatto. Uno striscione con una scritta grande che faceva ‘Congratulazioni, Niky, ora sei un peccatore anche tu come noi!’ Di peggio non poteva scrivergli. Però dopo il momento di sospensione cardiaca, il primo a ridere fu Chris che lanciò il beauty - bello pesante - proprio in testa a Manuel che battendo le mani lo schivò abilmente facendolo finire addosso a Kari, il quale voleva tenersi in parte da quelle stupidaggini. In risposta glielo ritirò con una certa forza e per poco non beccò Niky. Questo generò uno sguardo inceneritore di Chris ed un gran bell’insulto.
Niky rimase catatonico per molto tempo per colpa dello striscione e della parola 'peccatore', mentre Kari, salendo sul bus, lanciò uno sguardo di fuoco a Chris e indicandosi gli occhi con indice e medio, li rigirò verso il cantante nel chiaro gesto del 'ti tengo d'occhio'. Dato l'espressione truce e minacciosa, Chris inghiottì a vuoto intimorito. Sarebbe potuto finire molto male se avesse fatto soffrire Niky!
Era uno dei Festival internazionali più famosi, partecipavano sempre molti gruppi e cantanti famosi, quindi il numero di persone presenti solo per le prove e la preparazione dell’evento che si sarebbe tenuto quella sera, era impressionante di suo. Almeno per Niky che non aveva mai visto niente di simile prima di un concerto.
Ci mise poco a perdersi.
La scheggia umana si chiamava Kari e chiunque lo conoscesse nel raggio di chilometri rimase senza parole a guardarlo correre da una parte all’altra dell’ippodromo dove si teneva il festival quell’anno.
- Che ha Kari? È impazzito? Gli è morto il gatto? - Chiese Sean vedendolo stranamente così frenetico. Non era mica da lui…
- No peggio… - Fece Manuel con autentica aria di funerale. - L’ha perso! -
- Cosa, il gatto? -
- Sì! - Sean sgranò gli occhi e preoccupato come avesse avuto la notizia peggiore del mondo, quasi gridò:
- COSA? SI È PERSO NIKY!? - In quello passava Chris.
- L’avete visto? - Anche lui in quanto a deliri non era messo bene… sembrava che si fosse fatto di qualcosa, da tanto che era preoccupato e fuori di sé: aveva il fiatone, addirittura!
- Il gatto? - Chiese Manuel sempre serio.
- Sì! - Ormai Niky era il gatto e tutti si capivano così.
- No, mi spiace… - Chris non si soffermò un secondo di più.
Ora oltre a Kari a correre come una pallina di flipper impazzita, c’era anche Chris che minacciava una crisi di nervi se non l’avesse trovato subito.
Ad un certo punto i due cercatori si scontrarono, si afferrarono automaticamente le braccia artigliandosi con le unghie nella carne, e in perfetta sincronia dissero agitati allo stesso identico modo:
- L’hai trovato? No! Merda! Continua! - Sempre splendidamente sincroni.
Fu quando Kari correva da un’altra parte di quell’immenso spazio che sentì una frase al volo come se avesse un radar.
- Allora è vero che siete froci e state insieme? - Le orecchie gli si drizzarono e fermandosi di colpo si girò su sé stesso con sguardo da tigre feroce, alla ricerca di un viso preciso che trovò quando lo vide rispondere con il dito indice alzato davanti agli occhi di un armadio alto come una casa, accompagnato da altre due gorilloni.
- Guardate che non dovete nascondervi, non c’è niente di male nel seguire la propria natura. Se lo fate per amore è bellissimo e non c’è ragione per non accettarvi. - Il fatto che non fosse una risposta provocatoria volta all’insulto, ma che per lui fosse seria convinzione, fu la chicca. Kari si sarebbe rotolato a terra dal ridere specie per Niky, che confronto a quei tre era mingherlino e che sventolava maestrino il dito davanti, convincendoli seriamente che gay andava bene perché li reputava tali e non per insulto, era proprio esilarante.
Quando vide uno dei tre inalberarsi e spingerlo, Kari volò di filata verso di loro e mettendosi davanti all'amico schiaffeggiò la mano che aveva osato spingerlo. Niky con stupore lo guardò, ma non poté fare niente perché offese e minacce a parte, Kari sembrava arrabbiato e se lui lo era, c’era da preoccuparsi; lo capì quando dopo essere stato spinto a sua volta ed essere quasi caduto, si era rialzato e aveva ricambiato con la seria e vivida intenzione di passare ai pugni.
Niky sapeva che avendo passato molti anni nelle strade era sicuramente superiore a quei bestioni che dalla loro avevano solo la massa fisica, quindi prendendolo per dietro cercò di fermarlo, ma non riuscì a smuoverlo nemmeno di un millimetro.
Chiedendosi come avrebbe potuto fare poiché i tre continuavano a prendersela con Kari che non intendeva proprio mollare, dall’alto gli venne un aiuto o tale lui pensò. Si ricredette subito.
Chris dopo essere arrivato ed essersi preso la benedizione del suo compagno, si mise sì davanti a Kari, ma per spintonare a sua volta gli altri tre con fare ancor più rissoso di quanto sfoderato dal teppista del gruppo.
Niky imprecò - senza parolacce - e cominciò subito a pregare. Non avrebbe mai potuto placarne due, infatti non sapendo più da chi dei due andare continuò a chiamarli supplichevole. Non c’era verso di mettersi davanti a loro, al massimo poteva tirarli da dietro, ma non funzionava.
Fu solo l’arrivo di tutti gli altri, Sean, Ian, Manuel e Paul - i quali erano accorsi per alimentare la rissa - che le cose si ridimensionarono infatti vedendo che erano un po’ tanti contro un po’ pochi, si decisero a scusarsi e ad andarsene.
Ian naturalmente era l’unico lì per non alimentare fuochi pericolosi, ma la sua altezza e la sua muscolatura di tutto rispetto aveva fatto inghiottire a vuoto i tre ragazzi che alla fine avevano mollato.
- Ragazzi, non serviva difendermi attraverso la terza guerra mondiale! - Fece con un simpatico pizzico d’ironia che non guastava mai.
Chris e Kari furono i primi a girarsi verso di lui e a parlare in perfetta sincronia, ancora una volta preoccupati ed isterici:
- E tu non andartene in giro da solo che il mondo è pieno di bastardi! - A questo però gli altri quattro non poterono che ridere, aveva dell’anormale la consacrazione che Chris e Kari avevano per Niky. In realtà quella di Chris era normale e giustificata, ma quella di Kari lasciava perplessi.
Non Joshua che però aveva capito cosa rappresentava Niky per lui, infatti era il solo – stranamente - a non fargli mai storie per tutto quel suo eccessivo senso protettivo.
Niky per Kari era un po’ l’angelo salvatore, era come un cucciolo… non lo potevano toccare e basta, come non potevano farlo piangere o farlo star male.
Era stata la sua scintilla di speranza per tornare a provare a credere nella positività della vita.
Joshua lo liquidava in breve con un semplicissimo ’sono come fratelli’ che poi non si scostava molto da ciò che era realmente, tuttavia Chris nutriva sempre seri dubbi, ma solo perché lui era un geloso cronico nonché anche patologico.
Poteva fare scenate persino perché si coccolava un gatto in modo più dolce del solito!
- Non mi sono allontanato di proposito, credevo di aver capito dove eravate ed invece no… scusate, starò più attento… - Si difese piano Niky.
- Allora per essere sicuri facciamo così… - E sempre insieme Chris e Kari lo presero per mano. Naturalmente quando se ne accorsero che lo stavano trascinando entrambi allo stesso modo facendolo sembrare un bimbo piccolo con mamma e papà, si guardarono male, si fulminarono alla stessa maniera e poi senza dirsi una sola parola - iniziando non avrebbero più smesso - proseguirono verso la loro postazione sempre tenendolo entrambi per mano.
Da lontano Joshua che non si era perso un istante, rimase con le braccia incrociate e scuotendo il capo non poté evitare di sghignazzare divertito in quel suo modo tipico.
Non sarebbero più cambiati. Dopo tanta fatica per farlo, una volta arrivati a quel punto, non sarebbero più cambiati e non poteva dire, tutto sommato, che gli dispiaceva.
Erano sempre strani ed anomali per un sacco di cose ed anche se potevano essere ancora fraintesi, specie per quel che riguardava quel ragazzo, il gatto, a lui appariva tutto splendidamente chiaro.
Ormai gli incubi erano stati battuti e superati, o per lo meno così lui era sicuro.
Il concerto era stato perfetto e catartico, avevano dato fondo a tutte le energie e non si erano risparmiati, anche la scaletta era stata entusiasmante poichè nei festival tendevano sempre a fare le loro hit più belle ed acclamate e questo faceva sì di scatenarli sul palco.
Dopo il concerto c’era stato uno di quei mega party infiniti con tutti i vari artisti e i vari accompagnatori, perciò erano andati avanti tutta la notte.
La gran parte si era ubriacata, molti erano finiti strafatti da qualche parte anche se quelli del loro gruppo si erano limitati all’alcool ed alcuni di loro alla cannabis senza esagerare sotto l’occhio vigile di Joshua e quello angelico di Niky.
Era l’alba che si erano ritirati in albergo.
Prevedendo nottata distruttiva, Joshua aveva preso la data successiva per alcuni giorni dopo, per dar tempo di riprendersi.
Joshua guardò la schiena bagnata e gocciolante di Kari mentre si asciugava con il telo da bagno. Si leccò le labbra. La sua schiena muscolosa, le spalle ampie, i glutei sodi. Proprio un bell’esemplare. Quando Kari fu sufficientemente asciutto, gettò l’asciugamano e senza vestirsi salì a gattoni sul letto dove era comodamente seduto con la schiena sulla spalliera e le dita intrecciate dietro la nuca.
Joshua ridacchiò vedendolo arrivare da lui come un gatto sinuoso che reclamava la sua dose di coccole, solo che lui non era coccoloso ma spinto. Niky era il gatto del gruppo, ma anche Kari lo era stato per molto tempo. Un gattaccio randagio che dormiva sempre, distrutto da qualche parte.
Lo guardò mentre lo baciava col preludio ad una degna conclusione, grazie alle sue mani che gli prendevano gli slip e glieli tiravano giù poco delicatamente.
Il suo alito era pulito.
- Sei sobrio. - Disse non meravigliato ma con aria di constatazione. Kari si staccò dalle sue labbra di qualche centimetro e lo guardò corrucciato con la mano che, dopo avergli tolto gli slip, tornava sul suo inguine ad accarezzarlo.
- Cosa ti aspettavi? - Chiese truce.
Joshua ghignò sapendo che avrebbe risposto così gli prese il labbro inferiore pieno e carnoso coi denti, succhiando.
- Questo. - Rispose prendendolo per i fianchi e facendolo sistemare sopra di sé a cavalcioni.
- E allora? - Fece seccato Kari mentre lo baciava e lo masturbava unendo le loro erezioni una contro l’altra.
- Allora sono molto fiero di te. - Kari smise di muovere la mano sentendo una ventata di commozione traditrice. Joshua non era solito a complimenti simili e quando li faceva, per Kari era splendido.
Quando succedeva sentiva sempre la convinzione d’aver fatto bene a rischiare e a provarci.
Essere sobri e svegli, presenti, gli aveva permesso di trovare un fratello degno di quel titolo ed un compagno che sperava sarebbe rimasto con lui per sempre.
Non voleva che nulla cambiasse più, anche se il terrore che succedesse di nuovo era sempre lì. Joshua rise schernendolo, gli prese il viso fra le mani e lo baciò dolcemente. Gli piaceva sorprenderlo e colpirlo.
Non si dissero altro, passarono ai fatti come al solito, perché il loro miglior modo di comunicare comunque rimaneva quello fisico. Quando i loro corpi si fondevano preda del piacere che si davano e si prendevano.
Ed ognuno aveva il suo modo, contava solo farlo, dopo tutto.
Comunicare, capirsi, trovarsi. Loro si erano trovati, il resto era nebbia.