*Comincia la seconda parte, completamente originale in quanto rispetto alla prima che era stata presa da una RPF e rielaborata rendendola originale, questa è totalmente aggiunta e nuova. Siamo incentrati del tutto su Kari e sul suo passato, iniziamo ad approfondire il suo passato attraverso i suoi gusti musicali. E poi vediamo Joshua ed i suoi dubbi, quelli veri. Ispirata anche da un gruppo che mi ha letteralmente conquistata e che ho associato a Kari e alla sua storia: i Breaking Benjamin che da poco tempo hanno ripreso a fare nuova musica. Quando scrissi questi capitoli, non erano in attività da molto, ma le loro canzoni erano (e sono) molto belle. Buona lettura. Baci Akane* 

PARTE SECONDA: 
AFFRONTANDO IL PASSATO

CAPITOLO XXII: 
DIMENTICALO

kari

"Dimenticalo
È un crimine che tu hai lasciato che mi succedesse ciò
Non ci pensare, dimenticalo, restano solo i ricordi
Su una pagina nel tuo quaderno a spirale
Devi solo mandarlo via"

- Breaking Benjamin - Forget it -


I piedi saltavano regolarmente e veloci ad un ritmo fulmineo, in perfetta sincronia con la corda che passava sotto le suole delle scarpe. 
Il rumore che faceva nel colpire il pavimento era minimo ma regolare a sua volta, come lo stridio lieve delle gomme sul parquet. 
La musica usciva dalle casse e passava del rock gotico a cui il ragazzo ultimamente si era avvicinato. Le sue passioni tornavano lentamente ad emergere. Aveva ascoltato principalmente musica da strada nella sua vita da vagabondo, dal rap all'hip hop all'R & B. Però prima di scappare di casa aveva apprezzato in modo particolare il metal gotico ed il hard rock, in base a questi gusti aveva imparato ad apprezzare la musica e a spaziare ulteriormente, quando aveva incontrato i Real aveva dimostrato un'effettiva cultura musicale che aveva stupito tutti. 
Il gruppo che stava ascoltando non faceva nuovi album da un po' di anni ma lui ogni tanto li metteva su, lentamente aveva recuperato tutti i gruppi preferiti della sua adolescenza.
Non lui in effetti, ne aveva solo parlato col suo assistente e lui aveva provveduto, senza che glielo chiedesse.
La canzone che passò lo stereo era meno forte delle altre, una specie di ballata quasi, ma con un ritmo più deciso.
Le sue parole lo colpivano ogni volta che l'ascoltava.
'È un crimine che tu hai lasciato che mi succedesse ciò

Non importa, farò lo stesso con te

Non pensarci, dimenticalo, non c’è niente da perdere

Ma ciò che penso e tutto ciò che volevo

Ogni volta che lo prendo lo butto via

È un segno, lo prendo, voglio restare

Quando lo perdo non ho paura

Di guardare come fingi veramente

Come posso crederci quando vedo queste nuvole sopra di me

Tu sei la parte di me che non voglio vedere

Dimenticalo

C’è un posto in cui vedo che mi segui

Solo un assaggio di tutto ciò che dovrebbe diventare

Sono solo ma puoi solo respirare, solo respirare

Per chiedere che ti arrivi ogni risposta

Devi solo mandarlo via

Lasciami restare, per favore

Fammi venire da te

Dimenticalo

È un crimine che tu hai lasciato che mi succedesse ciò

Non ci pensare, dimenticalo, restano solo i ricordi

Su una pagina nel tuo quaderno a spirale

Devi solo mandarlo via

Lasciami restare, per favore

Fammi venire da te

Posso vivere sempre qui

Dimenticalo

Come posso crederci quando vedo queste nuvole sopra di me

Tu sei la parte di me che non voglio vedere

Posso vivere sempre qui'
I Breaking Benjamin con Forget it.
Gli faceva pensare alle cose che gli erano capitate da ragazzino. Quel ' È un crimine che tu hai lasciato che mi succedesse ciò' gli faceva inevitabilmente venire in mente suo fratello. Come aveva potuto permettere e sopportare? Era sempre stato convinto che in due avrebbero potuto fare qualcosa.
Erano questi i pensieri che gli venivano su e poi i suoi 'dimenticalo'. 
Aumentò la velocità dei salti con la corda, i polsi giravano il doppio più veloci e lui riusciva a fare anche due giri in un salto.
Lo sguardo cupo. 
Gabriel gli diceva di dimenticarlo. 
Di lasciar perdere quello che gli succedeva, di non pensarci. Come poteva?
Diceva che prima o poi si sarebbe abituato.
Kari aveva sempre categoricamente rifiutato tutto ciò che riguardava il suo infame passato ma da quando si era rimesso in piedi ed aveva lentamente cambiato vita, aveva cominciato a fare i conti col suo vecchio sé steso.
Aveva ripreso in mano le vecchie passioni e si era guardato in faccia, quindi inevitabili erano stati i ricordi. 
Flash, niente di preciso. Si sforzava di non rivivere tutto, non era sicuro fosse utile ma secondo Joshua lo era. 
Con una smorfia di rabbia nel ripensare a suo fratello, la musica fu interrotta e lui seccato si fermò per guardare chi aveva osato.
Due solamente potevano, con uno gridava, con l'altro si calmava.
- Piantala di ascoltarla! Lo sai che ti fa un brutto effetto, cancellala, no? - Kari fissò Joshua indispettito.
- Sei tu che mi dici di elaborare il mio passato perché non mi fa bene tenerlo chiuso! - 
- Ti dico anche un sacco di altre cose che non fai! - Rispose seccato Joshua lanciandogli l'asciugamano.
Kari lo prese e lasciò la corda per pulirsi il viso. Aveva il fiatone ed era tutto sudato, la pelle lucida piena di goccioline che scendevano. Ora quando aveva tempo libero non dormiva, non ne aveva più voglia, era come se il gatto si fosse svegliato dal letargo e si stesse trasformando in tigre. Un processo relativamente lento. Ora faceva palestra e Joshua gliene aveva costruita una in taverna. 
Kari aveva una resistenza fisica fuori dal comune, poteva passare ore a correre senza sentire il bisogno di fermarsi, ma naturalmente il suo fisico non ringraziava. A volte rischiava il collasso.
- Tu ti alleni ascoltando musica e ti ci perdi, non ti fa bene! - Joshua gli tirò anche l'acqua. Non si fermava mai, non si asciugava, non si riposava, non beveva e poi arrivava al piano superiore trascinandosi sfinito. 
Da un po' Joshua aveva preso a controllarlo dopo un po' di ore. 
Solitamente faceva palestra verso sera, finite le prove col gruppo, quando non c'erano impegni vari come promozioni o serate. 
L'orario in cui Niky, il suo assistente, era libero.
Kari bevve e quando il suo respiro fu tornato abbastanza regolare avanzò verso il compagno, lo sovrastava in altezza ed in prestanza fisica. 
- Sto bene! - Concluse con un grugnito.
“Però con Niky ne avrebbe parlato.”
Pensò seccato Joshua vedendolo salire le scale. Era un dato di fatto, con Niky si era aperto e parlava di tutto, con lui rispondeva solo alle sue domande e parlava proprio quando non ce la faceva più. Aveva paura di apparire troppo frignone, lagnoso e fragile. Con Niky andava bene ma non con lui.
Joshua questo lo sapeva e non insisteva, ognuno aveva le sue manie, del resto.

Uscito dalla doccia Kari non si preoccupò di asciugarsi, nudo com'era andò alla ricerca di Joshua, lo trovò in cucina a preparare la cena, quando lo vide nudo e bagnato alzò un sopracciglio scettico ma non si scompose più di tanto, era quasi normale lo facesse.
- L'asciugamano era sporco? - Cosa che comunque Kari non avrebbe notato lo stesso.
Kari non rispose con nessuna battuta, era serio e rimase serio, accigliato si avvicinò, lo girò bruscamente, l'appoggiò al lavandino e lo imprigionò fra le proprie braccia. Si chinò e a pochi centimetri dal suo viso lo guardò sempre con quell'aria strana, torva. 
- Alcune di quelle cose me le diceva spesso Gabriel, mio fratello. Ed io pensavo le altre che dice la canzone. Mi ricorda lui. Io ho un forte odio per mio padre e mia madre ma per lui... per lui sono dilaniato, combattuto. Non so se voglio odiarlo o provare pietà e compassione. Ha passato la mia stessa merda, ma lui è rimasto ed ha sottostato a tutto. Non riesco a capirlo, non riuscivo quella volta ed ora che ci ripenso dopo anni è ancora peggio! -
Joshua inizialmente si era stupito di ciò che aveva detto, poi però aveva accettato ed ascoltato silenzioso. Alla fine con il suo fare penetrante e pronto, gli mise una mano sulla guancia in modo sensibile.
- Se vuoi capirlo perché non lo cerchi per un chiarimento? - 
Kari chiuse gli occhi e scosse il capo deciso.
- Non intendo fare un cazzo. Ho chiuso con quel mondo. Mi credono morto e devono continuare a credermi così. - 
- Anche se questo significa non avere delle risposte che potrebbero aiutarti ad andare avanti una volta per tutte? - Joshua aveva sempre tutte le risposte. Kari nascose il viso nel suo collo, il suo rifugio preferito.
- È questa la mia vita ora, sto andando avanti con te, con Niky come nuovo fratello, con il gruppo come amici veri. Non mi serve il passato per andare avanti. Ci penso e lo rielaboro per diventare più forte, ma non voglio guardare negli occhi nessuno di loro. Nessuno. - Lo disse a denti stretti e Joshua capì che lo faceva soffrire ancora molto, quell'argomento. Gli cinse il capo con le braccia e lo strinse dolcemente. A volte poteva esserlo. Solitamente aspettava Niky affinchè lo fosse al suo posto, ma non sempre poteva.
- Va bene, non serve. - Disse infatti. Kari si calmò e ricambiò l'abbraccio senza soffocarlo.
Affrontare i fantasmi non sempre serviva. Ormai aveva la sua vita, era felice, perché doveva affrontare il passato? 

Kari dormiva sereno a letto, avevano fatto l'amore ed era crollato sfinito.
Ora faceva uno stile di vita sano ed equilibrato grazie a Niky. Si svegliava presto, andava a correre, faceva una colazione nutriente, si impegnava nella giornata con le cose che riguardavano il gruppo, si occupava delle sue passioni e di sera faceva palestra. Non faceva più pisolini, non si addormentava ogni secondo, quindi arrivava ad una certa ora sfinito.
Joshua era fiero di lui, stava facendo molti passi in avanti, ma c'erano ancora molte ombre. 
Non capiva perché si ostinasse ad ascoltare quelle canzoni che gli ricordavano il suo passato orrendo, ma poi non volesse assolutamente provare ad affrontarlo davvero.
Voleva pensarci senza abbatterlo. 
Capiva che era difficile, sicuramente non era pronto.
Ripensò alle sue parole. Era la prima volta che gli diceva il nome del fratello. Se doveva sapere il suo cognome era impossibile. Aveva cercato di sapere le sue origini per trovare quella malefica famiglia ed abbatterla, ma non c'era stato verso.
Non sapeva il suo cognome, non sapeva il nome dei suoi genitori, non sapeva dove vivevano di preciso. Kari non ne parlava e lui non insisteva, però le sue ricerche aveva continuato a farle. Senza risultati. 
Se Kari l'avesse saputo sarebbero stati guai, si sarebbe infuriato e non era per la paura di una litigata con lui, era perché perfino lui capiva che certi limiti non li si potevano passare.
E poi c'era un'altra cosa che lo tormentava.
A volte pensava che Kari si fosse innamorato di lui perché poi in realtà cercava una figura paterna degna. Aveva rimpiazzato suo fratello Gabriel con Nicolas, quella banda spostata di quartiere che l'aveva portato a drogarsi, col gruppo dove suonava ora. Aveva sostituito tutto ed ora si chiedeva se con lui non avesse sostituito suo padre.
Dal momento che da bambino aveva abusato di lui, c'era da pensare che inconsciamente accettasse quel genere di rapporto fra padre e figlio e quindi in lui vedesse questo, anche se ci andava a letto insieme.
Se così fosse stato lo poteva definire un vero rapporto d'amore?
Joshua ne era innamorato davvero, ma se per Kari non era esattamente la stessa cosa, non sapeva cosa poteva fare di preciso.
Doveva capire questo ma come fare senza scatenare la terza guerra mondiale? Di guerre ne avevano già combattute troppe, non ne aveva proprio voglia.


Si alzò silenzioso senza svegliarlo, si preparò in bagno ed andò in cucina ad aspettare Niky il quale ormai arrivava sempre alla stessa ora. 
Quando il giovane si trovò Joshua con un'aria cupa e pensierosa, capì subito che c'era qualcosa che stava macinando. 
Con un sorriso allegro lo salutò e cominciò a preparare la colazione come di consueto.
- Buongiorno! - 
Joshua scettico lo salutò.
- Non sei mica la nostra colf... - Niky rise senza prendersela.
- No ma visto che stai lì a pensare senza prepararti la colazione ci penso io... - Joshua scosse la testa, non avrebbe mai cambiato idea.
Decisero di lasciar dormire Kari ancora un po' e nel frattempo Joshua mangiò mentre Niky sorseggiava il suo ginseng. Era ancora nel proprio mondo quando il ragazzo decise di chiederglielo pensando che fosse un buon momento.
- Cosa ti prende? - Niky era uno che faceva domande senza pensare di disturbare. In effetti non dava fastidio, spesso erano domande che uno aspettava gli venissero poste.
- Il fratello di Kari si chiama Gabriel, lo sapevi? - Era come se effettivamente non avesse aspettato altro. Niky stupito rispose. 
- Ah sì? E te ne ha parlato lui? - Joshua annuì sempre pensieroso. 
- Ascoltava sempre quella canzone, quella che lo fa stare male. L'ho chiusa e gli ho detto di smetterla. Allora poi mi ha detto che gli ricorda suo fratello Gabriel e che erano cose che gli diceva lui o che gli faceva pensare a lui... ha detto che non vuole tornare là per affrontarli, che ha chiuso ed il suo presente è questo, però le ascolta e ci pensa di continuo. Sono canzoni che gli fanno venire in mente loro. Nessuno gli ha detto di ascoltare la musica d'infanzia! - Niky ascoltò tutto capendo perfettamente ciò che intendeva. 
- Me ne parla ogni tanto. Di cosa ascoltava. La cosa più facile è stata affrontare il periodo della banda di teppisti. Quando abbiamo parlato d'hip hop e quel genere e si è messo a riascoltarlo, mi diceva qualcosa di loro. Nei loro confronti è risentito però gli è grato perché gli hanno insegnato il basso e l'hanno fondamentalmente salvato dalla sua famiglia anche se poi gli hanno fatto altre cose. Diciamo che è stato più accettabile affrontare quel periodo. Quando abbiamo parlato della musica d'infanzia è stato più difficile. Si rabbuia molto. - 
Joshua non aveva idea di cosa facessero insieme e sorpreso come poche volte gli era capitato in vita sua, rispose.
- Fai musicoterapia?! - Era una specie. 
- Cosa? - Joshua gli spiegò di cosa si trattava, terapia psicologica con la musica. Si poteva dire così ciò che lui faceva. - In un certo senso... gli ho solo chiesto che gusti musicali avesse ed ha cominciato a parlare dell'hip hop. Mi ha detto che sa giocare bene a street basket e fare break dance. Poi mi ha parlato di quel periodo da teppista. Mi ha fatto dei nomi ed io per pura curiosità sono andato a prendere i CD in questione, ha tornato ad ascoltare, ne parlava... insomma, si è aperto da solo, non è che ho fatto di proposito, penso ne avesse voglia. - 
Joshua ascoltava interessato capendo quanto giusto fosse per lui quel ragazzino, era una cosa che in pochi potevano fare senza farlo di proposito.
- E con il metal? - 
- Con quella poi gli ho chiesto se avesse ascoltato altro e lui ha detto che da ragazzino gli piaceva questa. Mi ha fatto dei titoli e glieli ho portati, ora l'ascolta spesso ma non mi ha ancora parlato di quel periodo. Ha detto pochissimo. Che l'ascoltava chiuso in camera e che l'aiutava a non impazzire. La forza di quelle canzoni gli ha dato il coraggio di ribellarsi e scappare. Dentro di sé è sempre stato una tigre, è grazie a questo che è ancora vivo. - Niky lo conosceva bene.
Joshua annuì concordando.
- Vedi, ho un dubbio ma se gliene parli ti scalpo! - Lo minacciò. Niky inghiottì spaventato convinto potesse farlo davvero. - Lui ha rimpiazzato quella banda di amici del cazzo con il gruppo con cui suona ora... ha rimpiazzato quel suo fratello che non aveva il coraggio di ribellarsi al padre, con te. Ed io penso che abbia rimpiazzato suo padre con me. Siccome lui abusava, inconsciamente deve aver associato le pratiche sessuali alla figura paterna, per questo ora sta con me e fa questo con me. Ma non è vero amore. È solo un modo per avere suo padre accanto. Un padre che gli piace di più. - 
Niky rimase spiazzato da quella riflessione tanto che non seppe cosa dire. Joshua fu poi chiamato al cellulare e dovette andarsene. 
Rimasto solo nella cucina, si chiese cosa dovesse pensare.
Effettivamente aveva senso quello che diceva, non ci aveva mai riflettuto. Non se ne era mai accorto.