*Kari sta lavorando su sé stesso per capire fin dove può scavare per migliorare, certi aspetti del suo passato sono più facili di altri da affrontare. Per lui così introverso che ha chiuso fuori tutto quello che gli era capitato prima di incontrare Joshua, non è uno scherzo andare a fare quel che faceva da ragazzino, quando era per le strade malfamate francesi. Il modo in cui viene ripreso il video musicale in questione, non so se è reale, nel senso se qualcuno lo farebbe, ma mi piaceva l'idea di farlo così. Buona lettura. Baci Akane* 

CAPITOLO XXIII: 
SOLO CERTI ASPETTI

kari

"E riesco a vedere che inizi a romperti
ti terrò in vita
se mi mostri la strada
per sempre e oltre
le cicatrici resteranno
sto cadendo in pezzi"

- Breaking Benjamin - Give me a sign -

Forget it stava di nuovo andando, era come un ascolto ossessivo per lui.
- Kari, perché ti tormenta tanto questa canzone? - Chiese Niky con dolcezza mentre andavano sul set del nuovo video. 
Il singolo per cui stavano girando era tratto dall'ultimo album, Canto per te, ed era la famosa canzone che Chris aveva scritto per Niky. Cioè in realtà ne aveva scritte molte ma quella era stata la prima. ‘Abisso’.
Kari premette sull'acceleratore ma non rispose subito, Niky capì che non ne voleva ancora parlare.
- Non importa... - Disse piano girando la testa dall'altra parte.
Kari girò bruscamente il volante svoltando in una via, il giovane non aveva ancora bene chiare le strade di Los Angeles, ma quando lo vide fermarsi davanti ad un campetto da street in un quartiere un po' malfamato della città, Niky capì che non era quello il set. 
Lo guardò stupito.
- Voglio fare due tiri. - Disse deciso e senza aspettare conferme scese ed andò dai ragazzi che giocavano a basket.
Erano in quattro ed erano intorno ai 18-19 anni probabilmente. 
Niky restò in macchina qualche istante ebete a fissarlo, incapace di capire che gli fosse successo, era strano.
Poi vedendo che si concordava per poter giocare, scese spaventato all'idea che si cacciasse in qualche guaio.
- Dai, vai con gli altri! - Gli disse Kari. Niky rise.
- Io non ne sono capace! - Kari ridacchiò.
- Dai, fai il palo! Loro sono bravi anche per te! - I ragazzi risero e Niky si strinse nelle spalle. 
- Se ci tieni... - Disse allibito.
Cominciarono a giocare in quello che alla fine fu un tre contro due poiché Niky era veramente una frana e nessuno gli passava la palla.
Dopo il primo tentativo in cui Kari gliel'aveva presa in un batter d’occhio, avevano capito che non era il caso di utilizzarlo.
Se la cavavano molto bene, i ragazzi erano veramente esperti in quel tipo di sport, si passavano velocissimi la palla palleggiando basso, saltavano come delle cavallette e facevano delle azioni effettivamente spettacolari.
Ma Kari non fu da meno.
Nonostante fosse da molto che non giocava, sembrava avesse smesso solo dal giorno prima.
Era esperto, lo capirono tutti, ma riuscirono ad impegnarsi e dargli del filo da torcere. Tuttavia la necessità di avere un altro membro in squadra si fece sentire e ben presto cominciarono a lamentarsi.
Convinti di non poter continuare così, chiesero una pausa per spiegare le basi a Niky.
- Allora, tipo! Fai solo questo! - Niky si perse dopo il 'tipo' e mentre si chiedeva se parlassero con lui, si trovò con la palla in mano ed uno dietro che gli piegava le ginocchia e gli faceva muovere il braccio in una specie di palleggio.
Kari si mise a ridere e Niky almeno pensò che il suo umore si fosse rischiarato.
- Ragazzi, usatelo come spalla, non fatelo palleggiare! - Fece Kari. Era così divertito che gli era scappato l'accento francese. 
- Ok allora, tipo. Fai così! Quando ti passiamo la palla tu poi la ripassi a uno di noi. Subito. Ok? Ti useremo per smarcarci! Quello stronzo francesino del cazzo è troppo forte! In due non ce la facciamo! - Niky voleva solo chiedere se 'tipo' fosse lui, però annuì e cercò di memorizzare quali fossero i suoi compagni.
“Mi chiedo perché devo giocare a basket!”
Ricominciarono ed i ragazzi continuarono a chiamarlo 'tipo' per attirare la sua attenzione. Gli dicevano di marcare Kari dando per scontato che se erano amici almeno poteva marcarlo. O tentare.
- E come si fa? - Chiese candido. 
- Cazzo, tipo! Come facciamo noi! - Niky non capiva ovviamente.
- Stagli attaccato al culo! - Niky guardò il sedere di Kari mentre palleggiava basso cercando di superare i due ragazzi che gli sbarravano la strada, cercavano di impedirgli di passare la palla e di superarli.
Kari rideva. Era davvero pazzesco che ridesse visto l'umore strano di quel periodo. 
Niky si mise dietro ma ovviamente finì col sedere a terra molto presto.
Kari si girò e fermò l'incontro.
- Senti, vedi di non farti male! - I ragazzi capirono subito che era molto protettivo con lui e quindi guardandosi complici decisero di sfruttare la cosa a loro vantaggio.
- Ok tipo, adesso fai esattamente quello che ti diciamo! Tu occupati solo di stare davanti a lui. Hai visto come facevamo noi? Sia che lui abbia la palla, sia che non ce l'abbia tu gli stai davanti così! - E lo misero davanti a Kari nel modo corretto per fargli vedere come. In pratica uno di fronte all'altro. 
- Solo questo? - Chiese Niky incredulo. Loro annuirono.
- Vedrai che ci aiuti! - Niky non ne era convinto ma decise di dargli retta. 
La partita ricominciò e Kari, che non capiva perché gli avessero messo uno così inesperto davanti, pensò di poter giocare come voleva. Non fu così.
Niky gli stava coraggiosamente davanti come gli avevano detto i ragazzi senza avere un minimo metodo.
- Cazzo Niky così non mi marchi, mi stai solo fra i piedi! - Niky si scusò.
- Ma mi hanno detto loro di farlo! - 
- Vai così, tipo! Non preoccuparti! - Lo incitarono.
Kari, che aveva la palla ma non si muoveva per paura di fargli male e farlo cadere, capì il loro sistema.
- Piccoli bastardi! Avete capito il mio punto debole! - Gli altri risero divertiti.
- Dai, buttalo giù per andare a canestro, ora. - Gli altri due marcavano i compagni di Kari in modo da non favorire passaggi di smarcamento. 
Kari capì che se voleva andare a canestro c'era una sola cosa da fare, superare Niky senza buttarlo giù.
- Bene, se pensate che questo basti vi sbagliate. - Kari fece l'occhiolino a Niky per rassicurarlo. Il secondo successivo l'aveva saltato in altezza e senza sfiorargli nemmeno i capelli, che erano passati sotto le sue gambe aperte, volò al canestro.
Cioè letteralmente.
Tutti si fermarono a guardarlo esterrefatti, non avevano mai visto dal vivo una mossa simile.
Kari aveva solo preso due passi di rincorsa, poi aveva saltato. Niky non era né alto né basso, era altezza media, ma che lo saltasse con tanta facilità senza toccarlo era incredibile.
Raggiunse il cerchio del canestro e buttò la palla dentro appendendosi e molleggiando un po'.
Era una bella sensazione, si disse mentre gli altri gridavano un po' di insulti ed un po' di complimenti.
Quando atterrò gli batterono tutti il cinque per lo spettacolo.
- Dai, non sapevamo fossi così bravo, amico! - Niky non si spiegò come mai Kari fosse 'amico' e lui solo 'tipo', però non sindacò sulla questione.
In poco i ragazzi andarono via e rimasero li nel campetto da street da soli.
Kari era sudato ma soddisfatto, lo vedeva proprio contento per la partita. 
Niky non capiva il senso di quella cosa, era sudato anche lui ed arruffato, tutti i capelli spettinati sulla fronte.
- Come stai? - Chiese sapendo che ora sarebbe venuta una confessione. Ormai le percepiva in anticipo.
Kari si sedette a terra ignorando il cemento che gli sporcò ulteriormente i jeans cadenti, Niky rimase in piedi ad osservarlo.
- Mi mancava. Anche se è un pezzo di vita che mi ha fatto male, mi mancava e sono riuscito a farlo senza problemi, anzi. Mi sono dannatamente divertito. Se mi dici di parlare di mio fratello o della mia famiglia. Se mi dici di cercarli per affrontarli. Se mi dici di fare qualcosa che facevo in quel periodo non ce la faccio. Non ce la posso fare proprio. - Niky pensò che era un modo sorprendentemente contorto per dirgli una cosa tanto semplice, ma capì e gli andò dietro, si accucciò e gli prese le spalle larghe e muscolose, gliele massaggiò dolcemente e silenzioso, sentiva la maglietta madida ma non si fermò. Kari lasciò andare i nervi.
- Quella canzone ti parla di loro? Della tua famiglia? - Kari annuì. 
- E perché l'ascolti tanto se non vuoi affrontarli? - Ecco, lui le sapeva fare le domande. 
Kari scosse il capo, incurvò la schiena e si prese il viso fra le mani, Niky si appoggiò a lui e l'abbracciò da dietro. Erano entrambi sudati, non aveva importanza. Era dolce come un fratello. Quello che avrebbe dovuto essere Gabriel.
- Io penso di volerlo fare, dopotutto. Ma ne ho una fottuta paura. - Niky sapeva che si trattava di quello, ma era lui che doveva ammetterlo e finalmente l'aveva fatto.
Gli baciò la guancia e con dolcezza tipica sua gli sussurrò piano.
- Va bene, non c'è fretta. Puoi farlo quando sarai pronto. - Fu come togliere un peso a Kari. Era una cosa tanto semplice quanto giusta. Non ci aveva pensato, non aveva osato dirsi che poteva farlo più avanti, aveva solo pensato che dovesse farlo.
Kari gli carezzò gli avambracci che si incrociavano sul petto.
- Non so cosa farei senza di te. - 
- Probabilmente ammazzeresti persone per colpa di raptus omicida! - Disse scherzando, Kari rise consapevole che non era una cosa tanto assurda.
- Mi sa che lo farei! - Però ora potevano anche parlarne ridendo nonostante gli argomenti non fossero facili.
Perché Niky sapeva come dirgliele le cose.

Quando arrivarono sul set, c'era come l'apocalisse.
Quando li videro tutti gridarono e cominciarono a correre in tutte le direzioni.
- Ehi eccoli sono arrivati! - 
- Non serve che chiami la polizia! - 
- Ferma Joshua e Chris! - 
- Stanno bene, sono solo sporchi! - 
- Avverti il regista che fra poco si può cominciare! - 
Dopo tutti questi annunci fatti da molta gente diversa, Niky e Kari si guardarono perplessi ma non fecero in tempo a chiedere niente che furono aggrediti da un Christopher fuori di sé.
- Che cazzo vi salta in mente di sparire per un'ora e spegnere i telefoni? Avevamo appuntamento qua alle dieci e sono le undici cazzo! E allora?! - Ovviamente gridava con Kari il quale contava mentalmente per calmarsi e non dargli una testata. Niky si intromise sapendo come fare per spegnerlo.
Gli mise una mano sul braccio e placido parlò.
- Ma non è successo niente, lui voleva fare una partita a basket e mi ha portato in un posto dove la fanno per strada e così il tempo è passato... - Chris esclamò ancor più allarmato.
- Dov'è che ti ha portato lui? - Senza aspettare risposte ovvie prese Kari per il colletto e lo strattonò furioso.
- Come cazzo osi portarlo in un posto tanto pericoloso? E poi mica è il momento di giocare a basket! Guarda come siete luridi! Dannazione, Kari! Poteva farsi male! - Lo trattava come se fosse un fiorellino fragile e prezioso, cosa che in effetti era.
Niky impallidì e si infilò fra i due per separarli prima che Kari attaccasse briga. 
- Dai, non è successo niente! Aveva solo un po' di problemi ma ha risolto tutto! - Non sapeva nemmeno cosa dire senza spiattellare tutto. 
- Piantala Chris! Sei un'idiota! Pensavi davvero che avrei permesso gli facessero del male? - Kari si era inalberato ovviamente. I due cominciarono a spingersi con Niky in mezzo che veniva sballottolato di qua e di là e solo l'intervento di Ian e Sean servì a separarli. 
Manuel e Paul ridevano.
- Finitela, non è successo niente di grave! Lascia che Kari deve andare a prepararsi e cominciamo, siamo già tardissimo! - Niky ringraziò sentitamente Ian prima di venir trascinato via da Chris, il suo ragazzo.
Soli in un angolo trovò il tempo per controllarlo da vicino e assicurarsi che stesse bene.
Gli prese il viso fra le mani e lo rigirò a destra e sinistra per controllare tagli e cose simili, gli prese le mani e controllò la stessa cosa, poi ansioso come una nonna gli alzò anche i pantaloni per controllargli le ginocchia.
- Chris calmati, non è successo niente! Sto davvero bene! - Esclamò in un misto fra l'incredulo ed il divertito. Un po' gli piacevano quelle sue attenzioni.
- Lo uccido se permette che ti succeda qualcosa! Lui e le sue manie strane! Perché siete andati a giocare a basket? - Chiese allarmato. Niky si strinse nelle spalle e gli schiacciò la punta del naso con l'indice per calmarlo.
- Aveva bisogno di sfogarsi e di parlarmi di una certa cosa che riguarda il suo passato, ora sta bene, non devi preoccuparti. - Chris non ne era convinto ma quando lo baciò tutto passò, come sempre. 
- Sicuro che non ti hanno fatto niente? - Niky rise.
- Ti amo anche io, amore, ma a volte sei davvero stressante! - Chris fece il broncio e Niky lo baciò di nuovo.
- Tu però non farlo più! - Concluse Chris prima di andare sul set.
Niky rise e scosse il capo seguendolo

La canzone Abisso parlava di Chris e del suo stato d'animo nella fase del cambiamento e c'era un velato paragone fra lui ed un nuotatore di immersioni. Parlava del suo sentirsi come immerso negli abissi profondi di sé, esprimeva il concetto che stava salendo alla superficie grazie all'aiuto di qualcuno. Quel qualcuno era Niky.
L'idea era quella di un video molto semplice.
Il gruppo doveva suonare la canzone sott'acqua.
Tutti avevano detto che si poteva usare il computer ma il regista che li seguiva per i video aveva fatto una scenata dicendo che se volevano una cosa banale potevano ingaggiare un altro direttore.
Così gli avevano lasciato carta bianca.
I ragazzi coi rispettivi strumenti si trovavano piantati sul fondale -ringraziando Dio era una piscina mascherata da mare- e dovevano suonare, poi si sarebbero trovati lentamente a risalire galleggiando completamente a caso, sempre suonando, fino a che non riuscivano a risalire fuori dall'acqua.
Una sciocchezza!
Il compromesso c'era stato... mentre risalivano, chi poteva mantenere lo strumento addosso se lo teneva, gli altri facevano finta di averlo con loro e gli sarebbe stato messo con il computer.
Strumenti come la batteria e la tastiera non potevano essere certamente fatti galleggiare, mentre basso e chitarre era fattibile.
La cosa preoccupante era la respirazione. Non voleva mascherine altrimenti avrebbe dovuto lavorare eccessivamente al computer, il regista, ed era uno che odiava quel genere di lavori.
Di conseguenza più naturali erano e meglio erano.
Quando avevano obiettato che potevano anche morire, se voleva il realismo, lui li aveva guardati con occhi preoccupanti. 
Alla fine avevano la concessione delle maschere d'ossigeno per respirare ma non durante le riprese. C'erano le riprese, dovevano fare la loro parte senza nulla in viso e dovevano pure fare espressioni lascive. Poi c'era la pausa quando rischiavano l'annegamento, tornavano alle maschere e poi tornavano a riprendere.
Questa operazione lunga già di suo, era ulteriormente divisa in parti perchè mentre la canzone proseguiva loro si alzavano per raggiungere la superficie, quindi dovevano anche galleggiare con gli strumenti in mano -o fingendo di averli-.
Risultato: una lunga, lunghissima giornata di riprese infinite. 
Il risultato però era stato a dir poco fantastico.
Vedere il video montato aveva dato soddisfazione perchè era uno dei più suggestivi.
Avevano bevuto litri di acqua e visto la morte in faccia un'infinità di altre, però si poteva dire che ne era valsa la pena.