* Continuiamo a scoprire piano piano questo fratello appena spuntato dal nulla, un fratello che non molla l'osso e che vuole a tutti i costi recuperare con Kari il quale invece resta in negazione. Chi la spunterà fra i due? Intanto gli altri cercano di mediare pensando che sia la cosa migliore per lui, ma lo sarà davvero? Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XXV:
METTERE ALLA PROVA
"Voglio una vita normale
come un bambino appena nato
sono uno che odia l'amore
sono un istigatore
tu sei una distrazione
non provare a cercare un compromesso
imparerò ad amare ad odiarlo"
- Breaking Benjamin - Sooner or later -
Kari uscì per correre al mattino presto, dopo un paio di metri si rese conto di essere seguito. Più che seguito accompagnato.
Si fermò e lo fissò alzando un sopracciglio scettico, poi lugubre asserì incisivo:
- Vattene. - Senza ammettere repliche.
Riprese a correre e Gabriel riprese a fare altrettanto.
- Senti, non voglio niente da te, vattene! - Passò tutto il tempo a ripeterlo fino a che, stufo del suo silenzio, Kari esplose con una seccata domanda:
- Si può sapere perché insisti tanto? Non sarà facendo le cose con me che torneremo quello che non siamo mai stati! - Stava facendo stretching a fine corsa.
Gabriel, il quale era vestito con una tuta che gli stava a pennello e rivelava un gran bel fisico, rispose calmo come se si aspettasse quella domanda.
- Per costruire il rapporto che volevo avessimo. -
- Tu non hai mai voluto niente da me, mi odiavi per qualche ragione del cazzo! - Non voleva sfiorare l'argomento ‘padre', ma pensava sarebbe stato inevitabile prima o poi. Erano in un parco, accanto ad una panchina e vicino ad una fontana. Immerse la testa sotto l'acqua fredda e la scosse per scrollarsela di dosso.
- Lo so ma ero piccolo ed in una situazione complicata, non puoi certo dire che per me era più facile! Abbiamo passato le stesse cose anzi, io per più tempo. Poi tu te ne sei andato, Kari. Mi hai lasciato solo ad affrontare un incubo che vivevo già da prima. - Kari si mise a ridere isterico incredulo che gli dicesse una cosa simile. Le mani ai fianchi e la testa verso l'alto.
- Proprio tu me lo dici? Che quando venivo da te per cercare rifugio mi mandavi via dicendo 'dimenticati di tutto! Prima o poi ti abitui!' - Si fece di nuovo serio, rabbioso, feroce. Era come se aspettasse una scusa per poter esplodere, ma l'altro era troppo controllato per dargliene una vera. - Fanculo Gabriel. Fanculo davvero. Io non volevo che affrontassimo nostro padre, volevo solo un po' di conforto. Tu mi odiavi! -
Gabriel non abbassò lo sguardo, non si vergognava di niente, era sicuro di sé fino al punto da non aver bisogno di tregue con uno sguardo tanto diretto ed astioso.
- Era una situazione complicata... vorrei poterne parlare come si deve e non correndo! - Sperò di stimolare la sua curiosità ma così non fu, Kari scosse il capo e lo scacciò con la mano.
- Non mi interessa più, sono andato avanti, fallo anche tu e vattene. Lasciami in pace. - Riprese a correre per il ritorno. Gabriel lo seguì ma non si dissero niente, Kari cercò di ignorarlo sperando che prima o poi si sarebbe potuto arrendere.
Speranza vana.
Gabriel passava gran parte del suo tempo in macchina davanti a casa di Kari e Joshua, scendeva quando suo fratello usciva di casa e cercava sempre di avvicinarlo, Kari lo ignorava o gli grugniva di andarsene e lui in risposta prendeva la macchina e lo seguiva.
In poco tempo scoprì tutte le sue abitudini.
- Ascolta, puoi anche fingere che non esista, ma ho il sospetto che ti seguirà finché non gli parli o non gli concedi un'occasione. - Tentò Niky, il solo che osava parlargli di quella figura inquietante che lo seguiva.
Kari sbuffò.
- Certo che è testardo! Non voglio niente! Se ci parlo lo ammazzo! - Niky preoccupato che lo facesse provò a farlo ragionare.
- No però non potete andare avanti così, devi trovare un sistema... -
Niky cercava di ottenere qualcosa che pensava non potesse esserci.
- Niky, non sono pronto. Perché non lo può capire e basta? Io non ce la faccio, dannazione! Non mi può obbligare! - Niky sospirò sconfitto.
- Se vuoi posso parlarci io e cercare di convincerlo a tornare fra un po' di tempo. -
- Convincilo a non tornare proprio! O giuro che me ne vado io di nuovo e mi fingo morto! - Niky allarmato lo guardò pallido e preoccupato, quindi scuotendo il capo corse fuori da Gabriel e salì nella sua macchina.
Mentre lo guardava dalla finestra, Kari si incupì come se fosse una mossa peggiore delle altre. Rimase in allerta pronto ad intervenire.
Niky non aveva paura effettiva, sembrava una persona a posto e per bene sotto ogni aspetto. Però il cuore gli batteva impazzito.
Lo fissò con occhi grandi da cerbiatto e sospirando disse con aria di scuse, come se fosse messaggero di una notizia orribile.
- Chiedo scusa se mi intrometto, ma mi manda a farti ragionare. - Gabriel alzò un sopracciglio scettico e divertito insieme.
- Lui ti manda davvero per farmi ragionare? - Niky sorrise arrossendo.
- No, sono venuto io, lui mi ha detto di mandarti via. -
- Saresti capace? - Chiese sempre scettico. Niky rise.
- Nemmeno con un moscerino, figurati con una persona! - Gabriel rise, aveva una bella risata composta, ma non trovava arrivasse agli occhi. Sicuramente anche lui era stato segnato dal suo passato, Niky ne era certo. Due fratelli, stesso destino, diverse reazioni. Diverse conseguenze?
Come aveva superato la cosa, Gabriel?
Improvvisamente Niky ne era curioso.
- Ascolta, io personalmente avrei piacere se vi chiariste e vi avvicinaste ma devi capire che per lui non è facile, ha preso malissimo tutta questa storia... -
- Lui ha sempre preso male tutto... - Commentò Gabriel guardando verso fuori, davanti a sé. Niky abbassò lo sguardo incapace di non approfondire. Era come una cosa più forte di sé. Sentiva che una persona aveva bisogno di parlare e si metteva in ascolto.
- Io penso che abbia solo bisogno di tempo, non devi mollare ma questo non è il modo giusto. Ha bisogno dei suoi spazi, dei suoi tempi... deve pensarci e ripensarci... ci ha messo tantissimo ad affrontare i suoi fantasmi e non dico che lo abbia fatto fino in fondo, ma almeno si è risollevato. Prima... prima affondava volontariamente... - Gabriel scosse il capo stringendo il volante.
- Capisco che è stata dura, credimi. E non oso immaginare cosa gli sia successo dopo che è scappato di casa... da là a qua ce ne sono di buchi da riempire... io vorrei sapere cosa ha fatto, come si è sentito, come sta, che uomo è diventato... vorrei diventare suo fratello perché lo sono ma non l'ho mai potuto fare. Non ero maturo quando ne ho avuto l'occasione. Ero occupato ad odiare tutto e tutti ed ho odiato anche lui. Non so perché, sai... io ho reagito così. Avrei dovuto stargli vicino ma io volevo solo isolarmi e chiudermi. Così poi quando è stato tardi lui non c'era più. Ma ora ci sono. Ora sto cercando di mettere le cose a posto... ci sto provando, sai... ma me lo deve lasciar fare... si deve poter riconquistare ciò che si ha perso. Non sono stato bene. Non è il solo che ha sofferto. Dal mio punto di vista è stato lui a tradirmi e abbandonarmi, ma sono qua a cercare di cucire qualcosa di rotto. -
Niky rimase colpito dal suo discorso, per essere uno sconosciuto si era aperto subito e molto. Sorpreso da questa cosa e dalle sue parole, gli mise una mano sul braccio vedendolo teso ed angosciato. Gli dispiaceva, riusciva a capire anche lui, in generale era una situazione difficile per entrambi e non sapeva dove schierarsi.
- Dovreste venirvi incontro. Tu ora sei venuto qua, l'hai trovato, hai cercato di parlargli... ora devi aspettare che lui accetti il confronto. Aspettalo ma non seguirlo e pressarlo. Lasciagli un po' di tempo. - Gabriel sospirò e lo guardò per capire se potesse fidarsi.
- Nella mia vita non ho conquistato nulla mettendomi da parte. - Disse restio ad arrendersi. Niky sorrise incoraggiante.
- E non devi farlo, devi solo aspettare. Dimmi dove alloggi, ti cercherà lui. -
Gabriel decise che i suoi occhi scuri erano sinceri e che poteva fidarsi, aveva capito che quel ragazzino era importante, l'aveva chiamato ‘fratello', sicuramente poteva fidarsi.
Gli disse l'albergo e dopo che fu sceso e gli ebbe assicurato che Kari sarebbe venuto da lui presto o tardi, se ne andò.
Una volta in casa, Niky gli consegnò il biglietto dell'albergo col numero della camera dove alloggiava. Era un albergo di lusso. I soldi li aveva fatti anche lui.
- Ti aspetterà in albergo, almeno non ti seguirà. Però non se ne andrà finché non avrà un confronto come si deve con te. -
Kari prese il biglietto e lo fece cadere a terra, poi scese in palestra e riprese ad allenarsi. Tirava pugni al sacco da boxe.
Ci vollero Niky e Joshua insieme a convincerlo, dopo diversi giorni, a dargli una possibilità.
- C'è la festa di lancio del nuovo singolo, invitalo. - Joshua aveva dei modi molto imponitivi, Kari lo guardò subito come se fosse matto, ma Niky si entusiasmò subito.
- Dai che bella idea! Così non sarete soli e non sei obbligato a parlargli se non vuoi, ma almeno fai un piccolo passo! -
- Io non voglio fare proprio niente! Non voglio né passeggiare né correre! Voglio dimenticarlo! - Sbottò seccato alzandosi da tavola. Niky sospirò, ma quando si intromise Chris, Kari finì per ascoltarlo senza volerlo.
- Finché fai così dimostri solo che ci vuoi parlare. Vuoi potergli gridare contro, vuoi picchiarlo, vuoi sotterrarlo. È solo questo che vuoi o non ti rivolteresti contro ogni volta che lo senti nominare. -
- Finché non farai qualcosa, non potrai andare veramente avanti. - Rincarò Joshua seguendolo in soggiorno insieme agli altri. Era molto deciso mentre Niky cercava di essere più tenero.
- Senza contare che comunque non se ne andrà finché non avrà chiarito. - Era anche logico.
Kari tese i muscoli, voleva gridare di lasciarlo in pace, voleva sparare a tutti e svanire. Perché dovevano rompergli tutti le palle? Tutti a dirgli cosa era meglio fare!
Nessuno lo sapeva, nessuno!
- Giuro che se non la finite me ne vado io! - Niky si spaventò. Joshua ebbe l'istinto di aprirgli la porta. Chris invece disse qualcosa di utile.
- Non ci devi parlare, mettilo alla prova e studiatelo. Fallo venire a qualche prova o a qualche occasione dove si è tutti insieme e te lo studi. In base a ciò che scopri decidi che fare. Se ne vale la pena o no. - Chris a volte sorprendeva. I due non erano mai stati particolarmente amici, ma avevano dimostrato dei modi o dei gusti simili. Ad entrambi piaceva Niky, entrambi avevano bisogno dei loro tempi, entrambi avevano bisogno di parlare e di essere ascoltati.
Kari non disse niente sul momento, andò di nuovo in palestra, il suo rifugio, e si mise ad ascoltare i Breaking Benjamin mentre faceva sollevamento pesi con aria imbronciata e arrabbiata.
Sooner or later. Altra canzone che gli ricordava suo fratello. I tentativi che da piccolo aveva fatto con lui.
'Voglio una vita normale
come un bambino appena nato
sono uno che odia l'amore
sono un istigatore
tu sei una distrazione
non provare a cercare un compromesso
imparerò ad amare ad odiarlo
Solo chiama il mio nome
starai bene
le tue urla bruciano dentro le mie viene
presto o tardi lo odierai
va avanti e butta via la tua vita
trascinandomi in basso, lasciandomi là fuori
va avanti a butta via la tua vita
tu sei come un bambino
lo sapevo nel frattempo
ti sei seduto e hai provato a giocare con me
proprio come si vede in tv
sono una distrazione
proprio come un parassita
perchè sono cosi patetico?
so che non lo dimenticherai
presto o tardi lo odierai
va avanti e butta via la mia vita
trascinandomi in basso, lasciandomi là fuori
va avanti a butta via la mia vita
presto o tardi lo odierai
va avanti e butta via la nostra vita
trascinandomi in basso, lasciandomi là fuori
va avanti a butta via la nostra vita'
In qualche modo parlava di loro quella canzone.
Gabriel gli aveva spesso detto frasi simili. I loro dialoghi che poi finivano in litigi e urla e poi in punizioni severe.
Una delle ultime volte Kari l'aveva accusato di provare piacere nel fare quelle cose, gli aveva detto che anche se gli piaceva presto o tardi l'avrebbe odiato anche lui e che se faceva così buttava via la sua vita e lo stava trascinando verso il fondo, buttava la loro vita. E Gabriel gli aveva detto che erano cose che si potevano dimenticare, che non sarebbero andate avanti per sempre, che quando sarebbero cresciuti sarebbero finite e poi le avrebbero dimenticate.
E Kari aveva detto che non si potevano dimenticare. Gli aveva detto che voleva solo essere come un bambino normale e Gabriel aveva concluso con un risentito 'sei patetico'.
Kari se ne era andato dopo di quello, il suo orlo era uscito.
Joshua scese dopo un po', aveva deciso di lasciargli il tempo necessario per assimilare la cosa. Non sapeva mettersi nei suoi panni, non sapeva precisamente ciò che aveva vissuto da bambino, era inutile provare ad immaginare, però se quel fratello era lì e stava facendo tanto per riallacciare, come minimo poteva darsi la briga di capire che uomo fosse diventato e poi in base a quello decidere.
Si trattava di dargli solo il beneficio del dubbio.
Quando scese le scale, Kari stava facendo pesi con dei manubri non piccoli. Lo sguardo era accigliato e perso nel vuoto.
Si avvicinò e glieli prese, glieli mise giù e gli diede l'acqua. Kari sospirò e la bevve, poi si sedette sempre silenzioso. Continuava a fissare il vuoto anche se lui era lì e lo percepiva.
Joshua gli lasciò ancora del tempo, poi calmo fece la sua domanda diretta:
- Cos'è che non ti convince? -
Scosse il capo e sempre senza guardarlo, come se rispondesse a sé stesso, disse:
- Lui. Lui non mi convince. Non riesco ad inquadrare di cosa si tratta, ma qualcosa in lui non mi convince, però io sono di parte, non sono obiettivo, posso essere confuso e poco lucido. Ho bisogno di uno che lo sia per me. - In quel momento alzò finalmente lo sguardo color cioccolato fondente su quello verde di Joshua, questi annuì serio capendo cosa gli chiedeva.
- Se vuoi faccio delle ricerche su di lui... - Fu la prima volta che accettò il suo aiuto in modo tanto eclatante. Prima aveva sempre lottato per farsi aiutare. Lottato con sé stesso. Non aveva mai voluto davvero.
Ora accettava un'intrusione pazzesca.
- Sai che potrei scoprire cose scomode, vero? -
E con scomode intendeva davvero orribili e personali.
Kari ci pensò, guardò in basso, capì quali potevano essere, poi tornò sul suo ed annuì sicuro.
- Dimmi cosa trovi. - Joshua suggellò il patto chinandosi per baciarlo. In realtà fu una dolce carezza che Kari accolse volentieri.
Gli alzò la camicia ed infilò le mani sotto, sui fianchi, a cercare il contatto con la pelle.
Fu come rilassarsi per la prima volta da giorni.
Joshua lo vedeva strano da un po', ora capiva perché.
Era sensitivo, aveva sentito l'arrivo di suo fratello.
Del resto lo pensava dal primo momento in cui l'aveva visto.
Kari era un animale.
Una tigre. Si era solo addormentato e nell'addormentarsi si era trasformato momentaneamente in gatto. Ora si stava risvegliando.
Rabbrividì mentre gli aprì i pantaloni. Se la tigre in Kari si svegliava, ci sarebbe stato da aver paura. Persino lui lo capì.
Si stava trattenendo tanto, per questo faceva sempre palestra. Aveva dei nervi così tesi che capì il livello del suo tenere quando si avventò con la bocca sulla sua erezione, quasi ne andasse della sua vita.
Lo fece suo con rabbia, come ai vecchi tempi.
C'era disperazione, c'era richiesta, c'era ricerca.
La ricerca di una pace che aveva momentaneamente perso di nuovo.
Joshua lo lasciò fare senza cercare di abbassare l'intensità di quel momento, lo lasciò bruciare e quando lo girò e lo piegò bruscamente, lo sentì entrare quasi con cattiveria. Quasi.
Si addolcì quando cominciò ad affondare, come che ritrovasse di nuovo la serenità, che ricordasse una cosa molto importante dimenticata.
- Ti amo... - Quando Joshua lo sentì si ridusse in cenere, questo era Kari. Una tempesta di fuoco che bruciava tutto senza lasciare niente dietro di sé.
Una tigre feroce. Le tigri non si addomesticavano, le vere tigri si svegliavano e basta.
Kari si calmò solo dopo l'orgasmo e quella notte riuscì a dormire.
Mandò Niky, lui rimase sotto contando i minuti che ci metteva.
Quando tornò giù in tempo, il ragazzo sorrideva felice.
- Ha detto che verrà senz'altro, era sorpreso e felice... non pensava di poter avere un'occasione! -
- Mica gli hai detto che lo sto provando... -
- L'ha capito da solo. - Kari non commentò, se ne andarono prima di rischiare di incontrarlo.
- Che impressione ti fa? - Chiese. Era la prima volta che chiedeva a qualcuno impressioni su suo fratello.
Niky, spaesato, ammise che non ne aveva poi molta idea, non ci aveva pensato seriamente, si era solo dato da fare per aiutare Kari a fare pace coi propri diavoli.
- Io... sai, non ci ho mica pensato. Ho solo pensato che fosse giusto per te affrontare anche questa parte della tua vita, era un'occasione per mettere tutto via definitivamente... - Kari sospirò seccato.
- Io ne facevo volentieri a meno! - Niky gli mise la mano sul polso.
- Non posso immaginare cosa significhi per te, però una volta che lui sarà a posto tutto andrà meglio. - Era il suo essere sempre ottimista che lo spingeva a non considerare i piccoli allarmi.