*Kari è come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, il tempo corre e lui deve rimanere in attesa a sopportare la presenza di un fratello di cui è convinto ormai sia compromesso. Ancora non ci sono prove effettive che vertano in un senso o nell'altro, ma il suo istinto si è attivato e mentre lui non aspetta altro di fare la strage che vuole, Niky per contro è sicuro che lui e Joshua sbaglino su Gabrial. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XXVIII:
SFERE EMOTIVE SBALLATE
"Non lascerò perdere
Indegno
E' finita ora
Colpevole
Non c'è via d'uscita
Non posso andare avanti
Non lascerò perdere
Silenzioso vado giù
Non sono spaventato"
- Breaking Benjamin - Hopeless -
Quando Kari scese in cucina per la colazione e si sedette al tavolo con la sua solita aria addormentata che sembrava scampato all'oltretomba, ci mise dieci minuti ad inquadrare quegli strani panetti sul piatto.
Cosa diavolo erano?
Solo dopo i suddetti minuti capì. Il viso di Kari da addormentato e confuso si trasformò in qualcosa di feroce e cupo. Niky non riuscì a dire niente, lo vide alzarsi e buttare via i croissant e andarsene al piano di sopra da dove era venuto.
Non disse niente. Non voleva gridare con Niky ma ora ne aveva una gran voglia.
Il ragazzo, rimasto in cucina, sospirò. Ci aveva sperato in una reazione migliore.
Poi prese il latte montato con la schiuma che ancora non aveva unito al caffè e lo portò su.
“La caffeina in questo momento non è consigliata...”
Niky percorse le scale pensando a cosa potesse dirgli per non farlo arrabbiare troppo.
Si stava spogliando per farsi una doccia, lo chiamò con voce sottile. Era infuriato, non era solo arrabbiato.
- Kari, scusa... - Sapeva d'averla fatta grossa, anche se obiettivamente non era una cosa veramente grave. Kari continuava ad ignorarlo. Aprì il rubinetto della doccia calda. - Kari, stavo prendendo la colazione da farti e lui mi ha chiesto se volevo un passaggio, poi mi ha portato e... - Kari che aveva cercato di tenersi calmo, si voltò di scatto ed alzò la voce, era nudo ed i muscoli tutti tesi, i pugni chiusi e la voglia di picchiare.
- Non lo dovevi incontrare per niente, dannazione! Come ti è saltato in mente? Cazzo! Dovevi dirgli di no e venire qua! - Niky tremava ed era spaventato, non aveva mai gridato così con lui.
- N-no io... pensavo non ci fosse niente di male e... - la voce era un sussurro tremolante, gli occhi grandi e lucidi.
Kari si infuriò ancora di più, gesticolò con ampi gesti delle braccia e lo fissava con una smorfia di rabbia.
- Non lo capisci che è pericoloso? -
Allora Niky si fece coraggio.
- Ma non lo sai! Tu sei troppo confuso per quello che ti ricorda, per quello che vi è successo, per quello che ti sta facendo rivivere a forza ma... ma lui reagisce solo diversamente da te, però anche lui sta male! Non provare più niente è... - Kari prese la tazza di latte che Niky stava facendo rovesciare per i tremolii e la sbatté a terra. Si ruppe ed il latte si schizzò come i pezzi di ceramica scura. Niky spaventato si mise una mano sulla bocca e fece uscire sconvolto le lacrime. Questo era troppo per lui. Scosse il capo e scappò terrorizzato da quella reazione. La voce furiosa di Kari tuonò per tutta la casa.
- QUESTA È UNA REAZIONE! NON LA SUA! È GELIDO COME LA MORTE PERCHÈ È DIVENTATO COME QUEL PEZZO DI MERDA CHE FINALMENTE È CREPATO! NON PERCHÈ SOFFRE TROPPO! È DIVENTATO COME LUI, LO CAPISCI? VUOLE RIFARE QUELLE COSE CON ME PERCHÈ DA PICCOLO GLI PIACEVANO E NON SI LIMITERÀ AGLI ABBRACCI! VUOLE FARE QUELLO CHE FACEVA LUI A NOI! NON LO CAPISCI CHE È COSÌ? HA AMMAZZATO NOSTRO PADRE, CAZZO! - Non erano cose certe, erano sospetti che per lui ormai erano certezza. Per Niky erano delle accuse impensabili ed esagerava. Non poteva accettare che esistessero persone che, dopo aver subito tutto quello, diventassero allo stesso modo...
Kari sentì la porta di casa sbattere e capì che Niky era scappato.
Rimasto solo con la gola che grattava per le urla furiose ed addirittura il fiatone, guardò il liquido bianco sparso per terra sulle piastrelle ed i cocci.
Con una piccola parte del suo cervello che correva impazzito come il resto del suo sangue, capì che Niky era terrorizzato ed era uscito e che magari quel bastardo appostato fuori l'avrebbe preso e portato via per consolarlo facendogli chissà cosa.
L'immagine di Gabriel che violentava Niky lo fece uscire di senno di nuovo e senza preoccuparsi di avere addosso solo i boxer, uscì di corsa. Pestò dei cocci di ceramica che gli ferirono la pianta del piede e col cuore che batteva in gola come un treno ad alta velocità, corse giù per le scale.
Le sue impronte per terra erano rosse del suo sangue. Uscì scalzo di casa battendo il diavolo che gli stava appresso e quando lo vide che stava appena per uscire dal cancello del grande giardino davanti casa, si sentì sollevato.
Aumentò la corsa, lo chiamò e Niky si fermò terrorizzato dal suo tono. La paura lo bloccava.
Kari si sentì un verme ad averlo spaventato così, ma era convinto di quello che diceva contro Gabriel.
Arrivato a lui lo abbracciò e lo strinse.
Il cuore ancora che batteva forte.
- Non devi andare con lui. Mai. Non da solo. Ti prego. Non andare mai da solo con lui. Sono sicuro che nasconde qualcosa di terribile! Non importa che ti sembra impossibile. Credimi lo stesso. Perché so cosa dico... ti prego... io lo sento, capisci? E quando ho questo istinto... - Niky ricambiò l'abbraccio e fermò il fiume di parole agitato. Ora non aveva più paura di Kari.
- Mi hai spaventato... - mormorò piano contro il suo collo.
Kari sospirò.
- Scusa... - Ma quando il riflesso del sole contro il vetro di un'auto gli fece notare Gabriel, si indurì di nuovo e teso prese Niky sottobraccio e rientrò velocemente in casa.
Se si fosse avvicinato di nuovo... se gli avesse torto un capello... l'avrebbe ucciso.
Si sarebbe liberato del passato una volta per tutte, stava a Gabriel decidere come. Era disposto a tutto pur di estirparlo una volta per tutte da dentro di sé.
Quando Joshua tornò a casa, Kari dormiva con la testa appoggiata sulle gambe di Niky, questi stava guardando la televisione pensieroso, probabilmente non percepiva nulla di quello che vedeva.
L'uomo, stanco, si sedette sulla poltrona ed alzò scompostamente i piedi sul tavolino guardando Kari dormire, era serio. Il suo sguardo accigliato celava preoccupazione.
Niky, notandolo, gli chiese cosa avesse.
- Dorme... - Disse in un borbottio quasi non udibile. Niky inarcò le sopracciglia.
- Mi sembra positivo... potrebbe spaccare tutto, invece dorme... - Fece cauto.
Joshua scosse il campo sbuffando.
- Lo sai che dorme tanto quando vuole scappare dai problemi. Ed ora ha ripreso a dormire tanto di nuovo! - Niky sospirò, ci aveva pensato anche lui, in effetti...
- Mi dispiace... - Joshua lo scacciò con la mano.
- Non è mica colpa tua! -
- Oggi abbiamo litigato... - Mormorò colpevole abbassando lo sguardo. Joshua sgranò gli occhi sorpreso e si protese verso di lui con aria più che sorpresa.
- Cosa?! - Kari si mosse e abbassarono il tono. - E come mai? -
Niky allora gli racconto piano l'accaduto, si sentiva mortificato per aver contrariato tanto Kari, dopo si era messo a dormirgli sopra, come per assicurarsi che non tornasse da Gabriel.
- Lui è convinto che Gabriel sia una persona cattiva, ma è solo perché lo associa a quel periodo terribile. Sono sicuro che non sia davvero così. Hanno vissuto le stesse cose... come può essere diventato come suo padre, come pensa lui? - Joshua pensò che non l'avrebbe mai convinto, c'era poco da fare. Kari gli aveva addirittura urlato contro. Quel ragazzino sembrava senza spina dorsale perché si spaventava facilmente, ma in realtà era molto testardo.
- Le persone sono diverse e reagiscono diversamente alle stesse cose. - Disse solo alla fine decidendo che non avrebbe sprecato molte parole con lui, che tanto non ne sarebbe valsa la pena.
- Lo penso anche io, per questo il fatto che ora Gabriel sia freddo e non provi più niente non significa che gli piacesse tutto quello... è solo una reazione. È il risultato di una grande sofferenza! Kari lo fraintende ma non è obiettivo e soprattutto non è lucido... a me dispiace, penso che potrebbero aiutarsi molto, se si avvicinassero... - Joshua però era propenso dalla parte di Kari.
Scosse il capo e si alzò slacciandosi la camicia ed i polsini per andare a cambiarsi.
- Non fidarti sempre di tutti! Non vederlo mai da solo. Magari ci sbagliamo tutti e tu sei il solo ad avere ragione... ma essere prudenti non ha mai ucciso nessuno... -
Niky sospirò ed annuì, non era d'accordo con loro però li avrebbe ascoltati.
La sera, Joshua e Kari, parlarono ancora.
Era tardi, avevano già cenato e guardato un film insieme, poi si erano spostati in camera ed avevano fatto l'amore.
Kari era come un gatto mezzo addormentato, di nuovo.
Era raggomitolato con una gamba sotto di sé ed il braccio uno piegato contro il petto, fra il busto ed il materasso, e l'altro intorno a Joshua. La fronte appoggiata al suo fianco. Era tutto storto ed in mezzo al letto.
- Quanto ci vuole ancora, Joshua? - Chiese finalmente dopo ore che avevano accuratamente parlato di altro.
Joshua capì bene a cosa si riferiva.
- Ancora un po'. Frank è in Francia. Sta parlando con l’ex di Gabriel e sua madre... cioè vostra... - Kari si morse il labbro inferiore carnoso.
- Non è mia madre quella... è un'estranea. Non gliene fotteva un cazzo di noi... pensava all'apparenza! - Era molto duro ma era normale, pensò l'uomo più grande. Joshua spostò lo sguardo sulla sua nuca. I capelli erano cresciuti, prima li teneva rasati molto corti ed evidenziavano la sua testa a forma ovale o, come Sean amava scherzare, ad uovo.
Però da un po' se li era trascurati ed ora crescevano. Rimanevano sempre corti di pochi centimetri, però non erano abituati a vederli. Erano ricci e castani, non stava male di suo, pensò il suo compagno con uno sguardo dolce che nessuno avrebbe mai visto. Solo che non erano abituati a vederlo.
Glieli carezzò passandoci le dita e provando a tirarli. Li afferrò ma scivolarono ben presto dalla presa.
- Dovresti tagliarli... o li lascerai crescere? - Kari alzò le spalle.
- Non ho voglia di pensare ai capelli... - Disse lugubre.
- Posso farteli io se vuoi... - Per rasarli era facile. Il ragazzo alzò ancora le spalle.
- Se non ti piacciono così... -
Joshua continuò a carezzarglieli giocando a prenderli e lasciarli. Erano morbidi.
- Sono un ottimo anti stress... - Disse scherzando.
- Anche se Frank scopre che Gabriel ha ucciso quell'uomo, cosa di cui ormai sono sicuro, cosa cambia? Io voglio sapere le cose grosse... - Per lui era un dettaglio insignificante che Gabriel potesse aver ucciso loro padre.
Joshua smise di carezzarlo e gli alzò la testa per guardarlo in viso. Kari sbuffando si dovette spostare, si mise a pancia in giù e si appoggiò ai gomiti, così poté guardarlo.
- Cosa stai dicendo? Se Gabriel ha ucciso un uomo significa che è molto più pericoloso di quello che pensiamo... - Kari si morse il labbro, restava costantemente rabbuiato ed imbronciato.
- Se si tratta solo di quello lo posso capire ed anzi lo ringrazierei... però quello che mi interessa è sapere se si è messo a fare quello che faceva quell'uomo... se... se abusa di altri bambini... parlavamo di questo, vero? Quel computer... il suo grande segreto... quello che non mi convince... - Joshua era d'accordo, però era scombussolato dal fatto che Kari fosse indifferente alla questione che poteva essere capace di uccidere.
- Kari, io non dico che è sconvolgente che lui abbia ucciso suo padre... dico che è pericoloso che sia in grado di uccidere... dobbiamo vedere precisamente fin dove si è spinto, di cosa si è sporcato. Cosa è capace di fare. Ed in caso fermarlo. - Kari abbassò lo sguardo, Joshua era turbato e forse in parte era colpa sua. Non gli importava molto, voleva solo che quell'incubo finisse.
- Lo odio... perché non è rimasto dov'era a fare i suoi porci comodi? Oppure se non fa niente di male... perché non è rimasto a fare la sua vita? Cosa vuole da me? Perché è veramente tornato? Se non prova niente come dice, non gli dovrebbe importare di tornare a provare qualcosa, non farebbe una vita e mezza per riappropriarsi dei suoi sentimenti. Uno che non ne prova non li vuole, non gli mancano, capisci? Che senso ha venire qua e cercarmi? Lui... a lui piaceva quello che facevamo da piccoli. Ne sono certo! E lo sta facendo ancora! - Kari ne era troppo convinto, lo era così tanto che aspettare delle prove prima di poterlo cacciare radicalmente lo mandava in bestia.
Joshua cominciava a pensare che Kari non fosse turbato dal fatto che Gabriel poteva uccidere perché anche lui ne era capace. Se si sarebbe presentata una motivazione abbastanza forte, Kari avrebbe potuto uccidere.
“Ma penso che tutti, messi in certe situazioni, in realtà siamo capaci di uccidere...”
Concluse alla fine con un piccolo sorriso. Il suo volto era perennemente immusonito, però a volte e solo con Kari sorrideva. Non sorrideva in modo accattivante come faceva in pubblico. Sorrideva in modo dolce.
Sperò ardentemente, mentre il ragazzo si allungava come un felino e lo baciava, che ogni suo dubbio fosse paranoia e basta.
Si augurò di non avere ragione.
Ovvero che Kari non stesse con lui perché ci vedeva una figura paterna.
Sperava che lo amasse come un uomo, come lo amava lui. Il terrore che invece avesse la sfera emotiva sballata per il trauma subito da bambino, e che quindi associasse la figura paterna a quel genere di sentimenti e di cose, lo attanagliava giorno dopo giorno.
Se avesse avuto una qualche conferma che era così, cosa avrebbe fatto?
Lui l'amava davvero e non come un figlio.
Ma non trovava mai una risposta che non lo facesse soffrire.