*Di volta in volta ci sono sempre più pezzi a comporre un puzzle che inizialmente non sembrava così pesante e complesso. Ma mentre Kari è al limite massimo e Chris e Niky lo aiutano a sopportare l'attesa, con Niky che è convinto dell'innocenza di Gabriel, Joshua e il suo investigatore privato fanno dei piccoli passi in avanti, anche se ancora non bastano. Intanto guardiamo Gabriel da solo nella sua stanza. Buona lettura. Baci Akane* 

CAPITOLO XXIX: 
MOTIVAZIONI PROFONDE

kari

joshuanikychrisgabriel

"Lo so, mi liberi dalle contraddizioni
Los so, sono preso da un dolce logorio
Lo so, sto chiedendo la tua benedizione"

- Placebo - I know -

Ormai era diventata una consuetudine.
Kari correva la mattina presto quando si svegliava anche Joshua, poi faceva palestra e si faceva una doccia.
Lo faceva da quando si era rimesso in sesto ma dall'arrivo di Gabriel, lentamente, aveva smesso.
Del resto era una scusa perfetta per incontrarlo. Gabriel si faceva sempre trovare pronto fuori casa sua quando lui usciva correndo.
Così per evitarlo aveva smesso. 
Il problema era la grande rabbia ed insofferenza interiore, aveva bisogno di sfogarsi, così a volte, per non esplodere e non gridare di nuovo contro il povero Niky che non c'entrava nulla, tornava a correre.
Sopportava a stento la presenza di Gabriel accanto, non proferiva parola anche se lui gli parlava. Poi tornava a casa e gli sbatteva la porta in faccia.
Così nessuno sarebbe resistito molto, si diceva ogni volta.
Se l'obiettivo era tenerlo lì fino a capire cosa faceva in gran segreto, quello non era certo il modo adatto.
Sembrava si impegnasse per scoraggiarlo.
Dopo l'ennesimo rimprovero con Joshua e conseguente litigio, aveva finito per accettare quel maledetto caffè che continuava a proporgli ogni santo giorno che lo incrociava.
Aveva chiesto di esserci anche a Niky e Chris, la sera prima aveva chiesto loro di farsi trovare al bar che stava sulla strada della corsa, avrebbero finto di essere lì per caso.
Quando entrarono Gabriel parve non stupirsi della loro presenza, si era stupito di più del suo 'sì' precedente.
Quel giorno, però, non aveva fatto una piega.
Il caffè si svolse nel miglior modo possibile, una conversazione generica che toccò svariati argomenti di carattere generale ed attuale.
Il più gettonato era stata la musica. Poi ovviamente Gabriel aveva chiesto a Kari come era finito a suonare il basso.
Kari voleva insultarlo, suo malgrado glielo disse.
- Persino da quella terribile situazione ne è uscito qualcosa di buono... - Disse intendendo che qualcosa di buono doveva essere uscito anche da quella che li riguardava.
Kari senza guardarlo e scuotendo il capo, finì il suo caffè.
- Non da tutte ne puoi trovare... - 
Niky avrebbe voluto dire che non era vero, però si tenne il pensiero ottimista per sé...
- Tu che dici Niky? - Chiese Gabriel. Per il diminutivo sia Chris che Kari lo guardarono male, ma Niky rispose pensando che, visto che glielo aveva chiesto, poteva rispondere.
- Io penso che anche se ci sembra impossibile ed una situazione è davvero brutta e sofferente, qualcosa di buono ne esce per forza. Magari non di buono per quel momento ma per il futuro, chi lo sa... in qualche modo... è difficile saperlo vedere... - Ammise. Gabriel sorrideva catturato dalla sua visione pulita del mondo e Kari scosse ancora il capo seccato, come non sapesse far altro.
- Ci sono certe cose che tirano fuori solo merda. Merda mentre le vivi e merda nei giorni a venire. Merda per sempre! - 
Gabriel sospirò diplomatico.
- Quello che abbiamo vissuto ci ha resi forti, Kari. E non lo puoi negare. Non saresti qua... un bassista famoso con una bella vita. Ed io uguale. Non sarei presidente di un'azienda rinomata in Francia. - Era vero se si considerava solo quel punto di vista esterno ed apparente.
Kari voleva solo insultarlo, non aveva tutta quella pazienza, ma Chris rispose prontamente e con molta acutezza mentale.
- Bisogna andare oltre la superficie d'oro. Kari si trascina dietro dei problemi che forse non risolverà mai davvero. È vero che quello è stato l'inizio e questo è l'arrivo. Però guardalo bene. Non sta bene e non starà mai bene. Per quanto bella sia la vita che fa ora, per quanto sia arrivato in alto... per quante cose belle gli capitino... anche se ha un compagno, ha l'amore, ha degli amici... non sta bene! E nemmeno tu. - Non approfondì il suo discorso. Aveva i suoi sospetti. Avrebbe voluto dire che aveva ammazzato il padre e fatto rinchiudere la madre in manicomio anche se perfettamente sana, l'aveva resa pazza di proposito. E voleva dire anche che era attratto da suo fratello, quindi era incestuoso. Per non dire che forse abusava di ragazzini anche lui.
Ma non lo disse. Non a parole. Bastò lo sguardo, mentre il tono era stato incisivo ma mai agitato o maleducato.
Chris aveva una padronanza incredibile di sé e soprattutto era sveglio e tagliente.
Niky si sentiva estremamente a disagio ma Gabriel parve senza il minimo problema, come che non si fosse appena parlato di un argomento atroce per loro.
Kari era più buio che mai, le labbra serrate e strette, il respiro pesante. Stava per esplodere.
- Perché non ne parli, Kari? Perché ti tieni tutto dentro e lo soffochi? Non reagisci. Così non metabolizzerai mai, te lo trascinerai per sempre. È da questo che nascono i tuoi problemi. Devi parlare di... di quello che ti ha lasciato dentro... - Gabriel cercò di parlare con delicatezza, Niky tratteneva il fiato e Chris contava mentalmente prima dell'esplosione.
Tre secondi netti.
Kari si alzò di scatto rovesciando la sedia, fece un gran fracasso, tutti nel locale si girarono a guardarli, riconobbero Chris che prima non avevano notato per il cappellino e gli occhiali scuri grandi.
Voci.
Ma lo sguardo furioso e la posa a pugni chiusi pronti a scattare di Kari, fermarono tutti.
Fissava Gabriel e combatteva una battaglia all'ultimo sangue con sé stesso.
Voleva picchiarlo fino a fargli saltare i denti.
Come osava parlare di quelle cose in quel modo?
Come osava parlargli come se lo conoscesse, come se sapesse, come se... come se ci fosse sempre stato nella sua vita?
- È questo il mio problema. Che non riesco a parlarne! E non intendo farlo certo con te che ci godi a ricordare quei momenti! Cos'è, i tuoi ricordi non sono sufficienti? Vuoi anche i miei? - Stava per dire 'non godi più?', però si fermò in tempo girandosi e andandosene correndo.
Una volta fuori, sparì in poco.
Aveva voglia di urlare e picchiare e finì a fare a botte con un gruppo che, vedendolo solo in un brutto quartiere dove era andato a cercare rogne di proposito, per sfogarsi, l'aveva aggredito.
Dopo averlo visto picchiare selvaggiamente uno dei loro, erano tutti scappati.
Qualche pugno di risposta per liberarsi di lui e poi via.

Chris, rimasto al bar con Gabriel e Niky, si alzò calmo, prese Niky per il braccio e dopo averlo alzato, disse al ragazzo ancora seduto ed impassibile.
- Io non capisco davvero perché sei tornato. - 
- Per lui... è mio fratello e lo credevo morto... è normale... - Chris scosse il capo.
- Non nel modo in cui lo stai tormentando tu. A volte sei macabro. - Disse disgustato ma sempre calmo e padrone di sé.
Niky era mortificato, non capiva cosa fosse andato storto. Era presto, si diceva. Però c'era davvero una voglia generale di farsi la guerra. Era questo che non permetteva a nessuno di mettere a posto le cose.
Una volta in macchina con Chris, sussurrò demoralizzato.
- Perché ce l'avete tanto con lui? Ha dei problemi anche lui... Kari non sa gestire la rabbia e lui è gelido. Sono problemi opposti ma sono reazioni alla stessa tragedia. Lo criticate solo perché non si arrabbia o non piange? - Chris voleva arrabbiarsi ed infuriarsi, lui e la sua ingenuità. Come poteva non vederlo? Eppure era così maledettamente chiaro... 
Però riuscì a rispondere con una sorprendente calma.
- Non capisci, Niky? Quel gelo è la parte più pericolosa di un animale feroce ferito. Se Kari è una tigre impazzita, Gabriel è uno squalo bianco. Gira intorno alla preda inquietante, gelido, senza apparente pericolosità. E poi, quando non te lo aspetti, ti sbrana.
È molto più pericoloso di Kari. - Per Niky era tutto esagerato e si rifiutava di credere che uno che passava il suo inferno potesse diventare così come dicevano loro.
- Gli squali attaccano se fiutano il sangue... - 
- Pensi che Kari non stia sanguinando ancora? - Chris sembrava avere tutte le risposte e le aveva con calma. Ma Niky insisteva imperterrito. 
- Non è il suo caso! Ha solo un semplice problema. Non prova più emozioni. Con Kari riesce a provarne, quindi lo cerca per questo. Vuole guarirsi! - 
Chris scosse il capo.
- Quando non provi niente non ti interessa di tornare a provare qualcosa. Non so per cosa è tornato da lui, ma non è per guarirsi e riallacciare i rapporti fraterni... - 
Niky però era troppo pulito ed ingenuo per concepire qualcosa del genere. Si rifiutava proprio.
- Non so... non so che dire... per me è difficile crederlo... - 
- E ti dirò di più. - Disse guidando per le vie verso casa loro. - quelli che non provano nulla, quelli così gelidi, riescono a fare le peggiori cose. -
Niky rabbrividì e preferì non dire più niente, limitandosi a pregare per Kari e per Gabriel. Che non fosse così come dicevano loro.
Quell'incubo doveva avere fine, per quei due poveri ragazzi.


Frank scosse il capo accendendosi la sigaretta, quella storia stava diventando sempre peggio. 
Seduto sul letto dell'albergo di Parigi, scrisse a Joshua una mail:
'La ex di Gabriel ha detto che quando stavano insieme lui era molto interessato al suo lavoro e specie alle sostanze letali. Ha detto che teoricamente era impossibile, però si è resa conto che le mancava proprio la sostanza in questione. Quando ha visto il padre di lui morire, ha capito cosa aveva fatto. L'ha affrontato, lui ha negato e siccome non aveva prove l'ha lasciato e non ha sporto denuncia, così lui non le ha fatto nulla, ma scommetterei che la tiene d'occhio.
La madre è fuori di testa, ma ho dato un'occhiata a quello che le danno ed è vero che sono farmaci che se assunti da una persona sana provocano catatonia. Scavando ho trovato una connessione fra il dottore che ce l’ha in cura e Gabriel: erano nello stesso liceo. 
Fammi sapere come sta andando il tuo hacker col suo computer. 
Io ho una pista ma scotta così tanto che te ne devo parlare a voce e solo se trovo qualche prova in più.'
Joshua, poco dopo, gli rispose di continuare a scavare e approfondire la sua pista, che aspettava aggiornamenti quanto prima.
Intanto aveva trovato un altro hacker che sperava potesse fare il miracolo.


Gabriel caricò le foto dalla macchina digitale al portatile, dopo di che le aprì, le visionò tutte con una strana espressione sul viso. Indecifrabile.
Non era proprio vero dire che non provava niente, non in quel momento.
Qualcosa c'era che si affacciava sul suo volto curato. Una luce che gli veniva solo quando vedeva Kari.
Quel calore di cui aveva parlato a Niky era autentico.
Potevano anche non crederci, ma desiderava solo poterlo provare ancora.
Quello che sentiva vedendo suo fratello in anni di buio non l'aveva più provato.
Aveva tentato in tutti i modi di sentire quel calore, ma negli anni era stato inutile. 
Non si era mai dato per vinto, però la prova che la chiave fosse Kari l'aveva avuta quando aveva visto il suo concerto, dopo averlo visto per caso in quella locandina in città.
Di nuovo il fuoco.
Dopo tanto ghiaccio e vuoto, gli era sembrato un sogno.
Non poteva lasciar perdere.
Dopo aver elaborato a photoshop alcune foto di Kari, soddisfatto le stampò.
Erano foto che in origine aveva scattato a Kari e Niky insieme, da abbracciati fuori casa, quel giorno che era uscito in boxer, quando era parso arrabbiato, e altre mentre parlavano in macchina o a pranzo insieme. 
In quella nuova versione, Niky era stato sostituito con sé stesso, era il proprio viso ora quello con Kari in tutte quelle foto. 
Ci aveva lavorato molto, aveva fatto una selezione impegnativa fra le sue stesse foto alla ricerca di quelle ideali. Una volta trovate, si era sovrapposto a Niky risultando come che fossero loro quelli insieme.
Fece un sorrisino inquietante sospirando soddisfatto, si soffermò su quella abbracciati con Kari in boxer. 
Si leccò le labbra.
- Come possono chiedermi perché lo faccio? Non è evidente che lo faccio per lui? - nella sua mente era molto chiaro.