* Un tuffo più approfondito nel passato di Kari nel periodo della gang con cui ha fatto di tutto, un periodo comunque non facile che per via del nuovo video gli riaffiora doloroso. Come se non bastasse Gabriel non molla la presa, insiste e lui, d'altronde, non ha scelta che sopportare la sua presenza mentre Joshua prosegue con le sue indagini. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XXXI:
UN PASSATO CHE NON MOLLA
"Non c’è speranza, arriverà la fine e spazzerà via tutto
Dimenticato, vivo per coloro che ho perso lungo la strada
E non riesco a ricordare come tutto ha iniziato a spezzarsi
Tu soffri, io vivo e combatto per morire un altro giorno
Velocemente mi dissolvo via
E’ quasi finita
Resisti…
Lentamente soffoco
Sono freddo e abbattuto
Solitario…"
- Breaking Benjamin - Fade away -
Quel periodo per Kari non era facile, era molto nervoso per Gabriel e in aggiunta quel video non lo aiutò per niente.
Divenne più scontroso del solito, tornò ad isolarsi e a parlare meno di sempre.
Tutti sapevano il motivo e non lo tormentavano.
Girare quel video sul passato di un tossico che viveva per strada, fu tremendo, per lui.
Gli liberò un sacco di brutti ricordi di quel periodo che aveva cercato di esorcizzare in tanti modi.
Furono molte le notti in cui sognò di essere di nuovo in quel gruppo di teppisti, una gang di quartiere che dormiva in un rifugio gestito da alcuni di loro più grandi.
Accoglievano tutti i ragazzini disperati in fuga e gli insegnavano a trovarsi il cibo e a rubare.
Gli davano una specie di famiglia, un senso d'appartenenza.
Si divertivano tutti, i primi tempi.
Non facevano girare subito la droga, insegnavano a giocare a calcio o a basket e poi anche a suonare qualche strumento, reppare o ballare.
Si passava le giornate a fare quello che si voleva e a rubare per sopravvivere.
Era bello.
Poi il gruppo si era dovuto spostare, Kari aveva cercato suo fratello per salvarlo ma lui non era venuto.
Era andato via dalla città con loro ed una volta via avevano deciso che era abbastanza grande per poter cominciare anche col mondo della droga.
L'avevano messo a spacciare. Poi, prendendo sempre carichi nuovi da altri delinquenti che la prendevano all'ingrosso, prima di accettare si erano messi a testarla su lui ed alcuni ultimi arrivati.
Kari così ne era diventato dipendente.
La dipendenza era diventata tremenda, quando non era lucido non riusciva a rubare per guadagnarsela.
Nel gruppo funzionava che dovevi guadagnarti la tua dose.
Dopo che Kari ne era diventato dipendente, avevano smesso di usarlo come test e l'avevano tolto anche dallo spaccio.
Così se stava bene per rubare soldi, cibo o qualsiasi altra cosa che potessero rivendere, allora andava bene. Gli davano la sua dose. Se non era lucido per rubare nulla, non gli davano niente.
Fu così che cominciarono a proporgli di prostituirsi o di diventare il loro giocattolo sessuale.
Questo aveva segnato la fine del loro rapporto, Kari non era durato oltre, non si sarebbe mai abbassato a quello. Gli incubi di suo padre l'accompagnavano ancora le notti, quindi se ne andò e si portò il basso che aveva prima rubato e poi imparato a suonare dimostrando un gran talento naturale.
Ai suoi vecchi amici non era piaciuto, così avevano cercato di riportarlo indietro. Uno che ci entrava non ne poteva uscire, non sui suoi piedi.
Avevano paura che li tradisse in qualche modo, mettendoli nei guai. E poi Kari quando era in sé era in gamba, era bravo a fare a botte, era bravo a rubare e faceva soldi anche nelle sfide di street basket e break dance.
Era una miniera.
Kari dopo aver fatto una gran litigata con loro ed essere andato alle mani, era salito su un treno merci ed era rimasto nascosto lì tutto il tempo, anche quando poi la merce era stata infilata su una nave ed aveva attraversato l'oceano.
Lì era sceso e da clandestino sulla nave aveva trovato il modo di racimolare del cibo. Prima di andare via si era fatto scorta di droga, per non averne bisogno prevedendo un viaggio lungo. Ovunque, purché lungo. Quando la nave era arrivata era sull'orlo di una crisi d'astinenza.
Aveva rubato un po' a tutti sulla nave, intanto che aspettava di scendere, poi una volta giù era stato facile procurarsi altra roba.
Bastava pagare.
Kari era molto portato per rubare.
Ricordava però le crisi di quando non poteva farsi e non era abbastanza lucido da rubare... era stato disperato molte volte, si era trovato sull'orlo di prostituirsi lo stesso, ma alla fine non l'aveva mai fatto, non l'aveva mai accettato.
Si era lasciato trasportare da una città all'altra come fosse su una corrente marina, incapace di mettere radici, di provare a pulirsi e farsi assumere per qualche lavoro serio.
Quando stava meglio faceva qualche sfida e vincendola tirava su soldi. Era quello il suo modo di vivere.
E poi suonava col basso.
Attaccava il piccolo amplificatore portatile ad una presa, di solito chiedeva il permesso ai negozietti agli angoli delle vie peggiori o in quelli delle stazioni sotterranee della metro.
Le notti raggomitolato su sé stesso, abbracciato al suo basso, a tremare per il bisogno di una dose.
O per il freddo.
O la fame.
O qualche influenza.
Conosceva gente, di tanto in tanto. Gente come lui, facevano qualcosa insieme per trovare soldi o dosi, imparava la lingua e poi ripartiva.
Fino a che non aveva trovato Joshua che l'aveva salvato.
Gli doveva tutto. Senza di lui sarebbe morto.
Quelle notti gli riportarono quei ricordi e quella sensazione di bisogno di eroina, quel tremore, quel mal di testa, quel nervoso, quell'ansia.
Joshua lo abbracciava e gli diceva che erano solo sogni, poi lo sentiva imprecare per l'idea di trasformare quella canzone in singolo.
Quello lo calmava.
Joshua era protettivo, verso di lui.
Così si ricordava che era tutto finito e la voglia di farsi spariva.
Aveva smesso relativamente da poco, erano circa tre anni ormai. La riabilitazione di Joshua era stata molto dura e dopo averlo pulito fisicamente, Kari si era messo a dormire e bere di continuo.
Poi era arrivato Niky ed aveva lavorato interiormente su di lui ridandogli la voglia di stare bene.
Era da così poco tempo che stava davvero bene, dannazione.
Se lo dicevano entrambi ogni volta.
Perchè dovevano già tornare i fantasmi a tormentarlo?
Non poteva avere pace e basta?
Quanto ancora l'avrebbero tormentato?
Voleva solo vivere in pace la sua vita, suonare con quegli amici, divertirsi con quella specie di fratello e godersi... il suo compagno. L'amore. Quell'amore che non aveva mai assaggiato per davvero e che non sapeva interpretare ma di cui era dipendente.
Il lancio del video avvenne qualche giorno dopo, la festa era accessibile con gli inviti e questi erano naturalmente per alcuni critici musicali importanti e per diversi esponenti del mondo della musica. Erano presenti anche tutti quelli che avevano a che fare col gruppo in qualche modo o degli amici della band.
Gabriel era stato invitato da Niky su consenso di Joshua. Kari non voleva ma Joshua gli aveva ricordato che se voleva che portasse a termine le sue indagini doveva convincerlo che valeva la pena trattenersi ancora lì e se ogni tanto non lo vedeva, non succedeva.
Quando gli invitati in lista furono tutti e dopo che la serata fu entrata nel suo vivo, venne presentato il video. Era stata invitata una trasmissione musicale, quindi il presentatore del programma avrebbe presentato il video e la band che avrebbe cantato davanti al maxi schermo che trasmetteva il loro lavoro. Al termine una breve intervista avrebbe concluso il lavoro, il tutto davanti alle telecamere.
Finito il servizio le videocamere sarebbero andate via, sarebbero rimasti dei fotografi ufficiali per fare foto.
Vennero richiamati tutti agli strumenti ed il presentatore, un giovane VJ di successo, attirò l'attenzione del pubblico selezionato e, davanti alla telecamera, presentò il famoso video.
- Prima di parlare di questa canzone e passare alle domande, voglio farvela sentire subito. Così non sarete influenzati da ciò che poi diremo. - Un'introduzione strana.
La canzone cominciò con un giro di tastiere potente dai suoni bassi ed incalzanti, subito si inserì la batteria e poco dopo le chitarre elettriche ed il basso fecero esplodere la canzone nel pieno del suo rock che sapeva di gotico per l'occasione, aveva un che di decadente a livello sonoro, un notevole passo in avanti ma soprattutto un delineamento preciso d'insieme, si scostava molto da tutte le altre canzoni dell'album.
Chris cantò con molta più potenza e rabbia, tirando fuori come delle urla interiori. Pensò che se Kari avesse potuto cantarla, l'avrebbe fatto così. Ci mise disperazione ed accusa, una voglia di morire e riscattarsi al tempo stesso. Come un grido d'aiuto.
Provò a metterci quello che Kari gli trasmetteva sempre.
Fu quasi irriconoscibile, il suo livello come cantante aveva subito un ulteriore evoluzione e fu chiaro a tutti. Christopher era in grado di cantare qualunque cosa.
Niky come anche tutti gli altri, furono attraversati da mille brividi sia per la sua interpretazione, sia per la canzone in sé. Aveva qualcosa di epico, a modo suo.
Il video dietro di loro trasmise la storia di questo ragazzo di strada che incontrava un gruppo di quartiere con cui ne passava di tutti i colori. Chris si era esibito in diverse scene fra cui una sfida a street basket ed un'altra a break dance, poi in una rissa e poi si era dovuto mostrare mentre si faceva.
La sua storia era proseguita con molti screzi col gruppo e con tanti istanti di solitudine, aveva pianto e dopo un brutto incidente durante il quale era quasi morto, si era deciso a prendere la propria vita in mano e se ne era andato via da solo. Non mostrava un esito positivo o negativo, non si sapeva se ce l'avrebbe fatta, però c'era la speranza che fosse così.
Gabriel, accanto a Niky, si mostrò seriamente impressionato.
- E così è questo che è successo a Kari? - Niky strinse le labbra e si asciugò la lacrima dalla guancia.
Era molto scosso a vedere quelle scene che sapeva erano veritiere.
- Il regista non sapeva niente della storia di Kari, si è limitato a riprodurre quello che la canzone gli aveva messo in testa... però sì, è incredibile quanto coincida, da quel che ha detto Kari... - Gabriel lo guardò stupito.
- Pensavo l'avesse indirizzato lui... - Niky scosse il capo.
- Fra il testo, il modo in cui viene cantata e la musica, il regista ha percepito questo. Direi che è un successo da un punto di vista professionale. Noi tutti pensavamo a questa storia quando abbiamo fatto la canzone... e se lui ha visto le stesse cose si dovrebbe dire missione compiuta, penso... -
Però Gabriel percepì dell'esitazione.
- Però non sei convinto... - Niky scosse il capo e si sbrigò a spiegare.
- No non è questo, la canzone mi piace, l'ho scritta io pensando a Kari e... ecco... artisticamente ed emotivamente per me è stupenda nel complesso. Sentire della musica così bella sulle parole che scrivi tu è emozionante. Però Kari non voleva metterla nell'album e non voleva farla singolo. Quando ha saputo del video si è arrabbiato molto. È questo. Mi dispiace che abbia dovuto accettare qualcosa che non voleva... - Gabriel tornò a guardare il fratello sotto i riflettori che ascoltava il presentatore che si metteva a parlare.
- Tutti dobbiamo accettare cose che non vogliamo... è la vita... - Lo disse quasi con durezza, Niky capì che si riferiva alla loro storia.
- Pensi che Kari non abbia mai accettato niente della sua vita? - Gabriel si concesse un'alzata di sopracciglio, unico segno di scetticismo.
- È sempre scappato quando le cose si mettevano male, no? Non si è mai fatto una vita se non qua, quando non aveva niente da cui scappare. - Era vero, ma come biasimarlo? Chi non sarebbe scappato da quelle cose?
- Per me è stato molto forte, invece. Ci vuole coraggio per prendere e senza niente e nessuno andarsene verso l'ignoto, in mezzo a mille pericoli. Affrontare un mondo di lupi così, da solo... ha fatto tanti errori ma alla fine ce l'ha fatta. Io penso che non ce ne sia uno più forte... - Niky, attirato dal gruppo che ora eseguiva l'intervista, non vide l'espressione affilata di Gabriel.
Poteva essere interpretata in molti modi, magari era geloso, magari invidioso.
Kari aveva fatto quello che per anni aveva voluto fare lui ma che non aveva avuto il coraggio. Niky si diede quella spiegazione alla sua durezza.
Oltretutto poteva essere infastidito da cose che lui non conosceva, non disse altro e Gabriel non accennò più a nulla.
L'intervistatore spiegò che la canzone non l'aveva scritta Chris ma un nuovo paroliere che aveva fatto anche un'altra canzone dell'album. Spiegò anche che era ispirata alla storia vera di un caro amico del gruppo che però per ovvie ragioni sarebbe rimasto anonimo.
Avevano risolto così.
Le domande furono un paio e risposero Chris, Ian e Sean.
Quando finirono, le telecamere si spensero e curiosi di sapere i pareri, andarono fra la folla a parlare con gli invitati.
Kari e Chris andarono da Niky ma non certo per salutare Gabriel.
Ovviamente dovettero fare anche quello. Chris aveva un'eccellente capacità recitativa, Kari non si impegnava molto.
Disse un 'ciao' fra i denti, l'altro sorrise e fece i complimenti. Parlarono della canzone, diede le sue impressioni e ad un certo punto, mentre Kari beveva una coca cola fresca, gli fece una domanda apparentemente normale ed innocente.
- Perché non dite che è su di te? - Kari sputò la coca cola e lo fissò torvo con l'insana intenzione di ucciderlo.
- Tu non hai perso solo l'empatia ma anche il cervello! - Con questo si prese Niky e se lo portò via. Non ci teneva a lasciarlo solo con lui ancora un altro secondo.
Gabriel e Chris si guardarono un istante, Chris sorrise con faccia tosta e spiegò perché non avevano detto che era Kari. Gabriel lo sapeva già, si estraniò fingendo di ascoltarlo, ma nel mentre cercava Kari e Niky.
Chris lo notò.
- Riesci sempre a fare le mosse sbagliate con lui... se vuoi avvicinarti devi smetterla di parlare del suo passato. - Gabriel tornò a guardarlo sorpreso.
- Non ho parlato del suo passato... - Chris sorrise con un che di malefico.
- Dai, per chi mi prendi? È come se l'avessi fatto... tu lo provochi e non so per quale motivo lo fai. Però sappi che non funzionerà. -
- Voglio solo che affronti quello da cui scappa da sempre... - Chris scosse il capo.
- Non lo fai per questo. La tua mente è machiavellica ed è un mistero per tutti, però non è per questo nobile motivo. A volte sembra solo che lo stai torturando. Niente di più. - Gabriel sorrise indecifrabile ma Chris non si fece intimidire.
- Hai troppa fantasia, non offenderti. Voglio solo aiutarlo, forse sbaglio i metodi però non c'è niente altro. -
Chris ricambiò il sorriso e non fu poi tanto diverso dal suo. Poi alzò le spalle e sospirò.
- Forse sei solo invidioso e vuoi distruggere in qualche modo quello che ha ora. Se l'è guadagnato. Se tu sei scontento della tua vita cambiala, ma lascia in pace lui. -
Gabriel se ne seccò e lo diede a vedere. Non era completamente incapace di provare empatia, riguardava solo al dolore e al piacere.
- Siete tutti convinti che io sia qua per un qualche gioco macabro contro di lui. È mio fratello ed anche se sono un tipo strano perché diverso da voi, non significa che io sia cattivo. Non voglio il male per lui. Io lo adoro e voglio solo poter stare con lui. State sbagliando tutti. - Chris assottigliò lo sguardo e lo penetrò diretto senza battere ciglio.
- Anche Niky la pensa così. Però non ti conosciamo abbastanza da poterci fidare. Con quello che avete passato ci scuserai se siamo diffidenti. Il male si annida ovunque, si dice, no? Voi lo sapete bene... - Con questo sorrisino allusivo inquietante, non gli diede l'occasione di rispondere e se ne andò.
Gabriel rimasto solo lo squadrò come dovesse trapassarlo, se avesse visto quello sguardo avrebbe avuto motivo di spaventarsi.
Nessuno, però, lo notò.
Dopo un po' se ne andò senza dire nulla, era infastidito da tutti quegli atteggiamenti astiosi senza un'apparente ragione, non dava adito a cattive pensate, perché fare così?
Non riusciva a capirlo ed in tutta onestà si era davvero stufato.
Se Gabriel si stufava, poteva essere un problema.