*Ormai sappiamo cos'è Gabriel e lo sa anche Joshua, ma Frank trova le prove per incriminarlo legalmente. A questo punto Joshua capisce cosa vuole fare Gabriel, ma potrebbe essere tardi, i tempismi di ognuno potrebbero essere pessimi e se fosse così, Kari non se lo perdonerebbe mai. Siamo nella parte cruciale della storia, dove bisogna prepararsi a tutto, la parte non per stomaci delicati. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XXXIV:
LA VERITÀ
"mentre te ne vai via mi ricorda che è tempo di uccidere in questo fatidico giorno Ci vediamo all’amara fine Dal momento in cui ci siamo intercettati sembra proprio come un suicidio lento e triste, che diventa sempre più triste
Amo vederti correre in giro
e ora ti posso vedere
correre da me
a braccia spalancate
(Ci vediamo all’amara fine)
Raggiungere il punto più interno
devo solo raggiungere il punto più interno
sentire il tuo grido
preparati alla fine"
La voce sbrigativa di Frank parlava concitata al telefono, mentre Joshua ascoltava con metà cervello e l’altra metà fissava lo schermo del computer.
- Joshua, ho trovato le prove concrete di tutto. Gabriel è un assassino seriale, negli ultimi cinque-sei anni ha ammazzato un sacco di ragazzi e li ha sotterrati in un posto che doveva essere sicuro. Aveva un rifugio, è stato un casino trovarlo, per poco non ho mollato, ma l'ho trovato. La casa reagisce al luminol, è piena di sangue, specie la camera da letto. E nel giardino sotterrati ci sono tantissimi corpi! Sono ragazzi di strada, senzatetto tossici o che si prostituivano o senza genitori e nessuno, lui li tirava su, li curava, li aiutava e poi li ammazzava! -
- Hai dimenticato li circuiva e li faceva innamorare, solo dopo averli scopati e non essere riuscito ad avere un orgasmo, li ammazzava! - Rispose Joshua come in automatico.
- Come diavolo fai a saperlo? - Chiese Frank capendo che se lo sapeva c'era qualcosa di grave nell'aria.
- Ho avuto l'accesso al suo laptop. Ha filmato tutto. Suo padre lo filmava e quindi lui ha preso quella mania. -
- È stato tanto bravo a fare in modo che nessuno trovasse mai niente per poter continuare indisturbato... e filmava tutto? -
- Le ossessioni sono la rovina delle persone! Se avesse trovato ciò che cercava avrebbe avuto bisogno di rivederlo per eccitarsi... -
- Cosa diavolo cercava? Pensavo che il suo piacere fosse ammazzare perché era impotente! -
- È impotente perché si eccitava solo con suo fratello. Cercava Kari. - Frank capì la portata della scoperta ed imprecò.
- Chiama la polizia e fallo arrestare, è pericoloso, se si avvicina di nuovo... - Ma Joshua si perse il resto della voce di Frank perché il video con la canzone Sleeper, riportava gli ultimi giorni di Kari filmati di nascosto, in alcuni punti c'erano solo delle foto.
Da non aveva idea dove, aveva filmato casa loro, all'interno, tutti i momenti principali del suo ragazzo. A volte solo, a volte con Niky, a volte con lui. Aveva messo in evidenza i momenti di sesso con lui. E poi si fermava nel finale su una scena probabilmente proprio di ieri sera, quando lui e Kari avevano litigato e poi era venuto Niky a calmarlo. Vide quanto era accaduto che già si era immaginato. C'era un ferma immagina di qualche secondo su Kari che baciava Niky sulla fronte, poi concludeva con Kari che si addormentava fra le braccia di Niky.
“Se non fosse quello che è, sarebbe un perfetto video alternativo per Sleeper.”
Pensò assurdamente prima di passare al fatto cruciale del discorso.
- Cazzo! - Imprecò alzandosi di scatto mentre la ragazza lo guardava stranita. Su tutte le porcate viste, quel video era la meno grave. Certo vedere quell'uomo che aveva proprio davanti a lei fare sesso con un altro ragazzo era davvero strano, però non era la cosa grave, secondo lei.
Però lui era impallidito.
- Frank, porta avanti l'indagine, recupera le prove e tutto... io devo andare... -
- Cosa hai visto? - Chiese Frank allarmato.
- So cosa vuole fare Gabriel! -
- Punta a Kari, no? Se lo vuole riprendere... - Certo non era chiaro il come, visto che teoricamente Kari si rifiutava di riavvicinarlo.
- Per Gabriel c'è un ostacolo per arrivare a Kari. - Disse mentre recuperava le sue cose e si faceva dare l'usb con tutto il materiale.
- E quale sarebbe? - Chiese l'altro che non stava nemmeno più nella pelle.
Joshua lasciò i soldi in contanti sul tavolo della ragazza ed uscì, sbattendo la porta rispose a Frank.
- Niky! - Fu come una sentenza di morte che fece rabbrividire Frank il quale aveva saputo la storia da Joshua.
Niky era il ragazzo che aveva contribuito ad aiutare Kari nell'ultimo anno.
“Pensa che sia il suo rimpiazzo, lo toglierà di mezzo!”
in macchina, Joshua si mise a correre come un pazzo verso il loro quartiere e per prima cosa chiamò Niky nella speranza che fosse in tempo.
Con un'imprecazione si rese conto che non rispondeva. Allora chiamò subito Chris perché a quell'ora dovevano essere insieme a casa. Nemmeno lui rispose.
A quel punto, aumentando la velocità e bruciando semafori rossi, tentò con Kari. Il suo cuore divenne un martello pneumatico, quando rispose respirò di sollievo.
- Kari è lì Niky? - Kari, il quale non si aspettava di certo una domanda simile con un tono tanto grave, scattò subito in piedi.
- No, perché? -
- E Chris? -
- No cazzo, non c'è nessuno! -
- Quando li hai visti? - Per un momento Joshua pensò che era impossibile aver fatto qualcosa a tutti e due.
“Forse stanno solo scopando.” Pensò sperandolo ardentemente.
- Oggi alle prove... dai, mi stai facendo prendere un colpo! -
- Non rispondono al telefono... - Non gli poteva dire tutto per telefono, come poteva? Era una cosa terribile... però doveva mandarlo a controllare a tutti i costi. Lì per lì lo prese il panico, non sapeva come comportarsi.
Poteva anche chiamare la polizia per niente...
- Staranno scopando! Scusa, ma mi chiami per questo? - Kari voleva sperare fosse così, in realtà.
Joshua sospirò e decise su due piedi mentre per poco non usciva di strada facendo una curva.
- Vai a controllare subito e sbrigati poi dimmi se ci sono e stanno bene! -
- Se non mi dici perché giuro che ti prendo a calci quando arrivi! - Sbottò ancora Kari rabbioso.
Joshua imprecò.
- Merda! Fallo e basta! Devi sempre discutere! - Sperò di convincerlo, era importante, ma lui era più testardo, come sempre.
- È successo qualcosa? - Silenzio. - Hai scoperto qualcosa? Dimmi cosa cazzo hai scoperto! Perché sei preoccupato per Niky? Cazzo! - Kari cominciò a sparare domande a raffica e Joshua non poteva rispondere a tutto. Però all'ennesima gridò per farlo muovere.
- SÌ ED È UN GRAN CASINO! VAI SUBITO DA LORO, SE STANNO BENE NON FARE UN CAZZO E CHIAMA LA POLIZIA! CI VEDIAMO DA LORO, STO ARRIVANDO! -
Kari mise subito giù il telefono, non gli serviva altro. Corse fuori di casa e prese la macchina per essere ancora più veloce, il tempo di una promessa a sé stesso ed arrivò.
- Se è successo qualcosa a Niky giuro che lo trovo e lo ammazzo! -
Si era trattenuto a stento per molto tempo, ora quella poteva essere la fatidica goccia che faceva traboccare il vaso.
Per anni non aveva pensato al suo passato per non finire preda della rabbia e di un'irrazionale quantomai pericolosa reazione.
Ora quella reazione stava per arrivare.
Il cancello della villa era aperto, non era un buon segno, si disse.
Arrivato davanti alla porta di casa suonò e batté i pugni, vedendo che non rispondeva nessuno corse dietro a rotta di collo saltando aiuole e qualunque cosa ci fosse, poi arrivò alla porta sul retro, buttò letteralmente all'aria un vaso, prese la chiave ed entrò.
Quando fu dentro chiamò Niky e Chris a gran voce.
Se lo sentiva. Dopo quello che aveva detto Joshua era certo che fosse successo qualcosa. Certissimo.
Dovette percorrere tutto il pianoterra per arrivare al soggiorno apparentemente vuoto.
- Dove cazzo sono... - Stava per andare su di sopra sperando di trovarli a letto, quando una scia attirò la sua attenzione. Andava dalla cucina al bagno.
Il gelo in un istante.
Il gelo nel sangue e nel cuore, si rese conto d'avere un anima ed averla persa mentre vide quel sangue a terra.
Seguì lentamente la scia come se avesse dei piombi sui piedi. Era tutto rallentato ed ovattato. Il mondo fischiava qualcosa che lo stordiva. Poi arrivò proprio là.
Al bagno dei piedi sporgevano dalla porta.
Chris era riverso in una pozza di sangue. Il suo.
E non si muoveva.
Aveva cercato di arrivare al bagno perché era lì che aveva dimenticato il cellulare, aveva cercato di chiamare aiuto ma era svenuto prima.
“Svenuto, svenuto, non morto...”
Si ripeté mentre guardando in quel nuovo incubo sentiva troppe sensazioni familiari.
Voleva disfarsene. Voleva mandarle via.
Ed invece erano lì tornate per lui.
Si inginocchiò a terra nel suo sangue, lo girò per vedere dove fosse ferito e vide che aveva un’accoltellata sul fianco.
Se voleva ucciderlo avrebbe dovuto metterglielo nella gola, quel coltello.
Lo pensò perché gli avevano insegnato cosa fare per uccidere e cosa solo per ferire, quando era per strada.
In trance chiamò il 911, poi mise una mano sulla ferita che sperava non fosse profonda e lo schiaffeggiò sperando che fosse vivo, doveva esserlo.
- Chris, Chris, cazzo... - Lo chiamò agitato mentre il gelo di prima lasciava spazio al fuoco, un fuoco che cominciava a bruciare.
L'ovattamento divenne un rumore assordante di tamburi che scandivano un tempo che andava in crescendo.
Finalmente Chris reagì, quando aprì gli occhi era stremato e sofferente, fece una smorfia e mise le mani su quella di Kari, sulla ferita.
Quando lo mise a fuoco, si attivò una luce di speranza.
- Niky... l'ha preso lui... devi trovarlo, Kari... devi... -
E quella voglia di gridare, quella rabbia cieca, quel desiderio di farla finita per sempre.
Non poteva sporcare quello che aveva trovato. Era la prima cosa bella della sua vita.
Non poteva.
- Cosa ha detto? Chris, dimmelo! - Chris cercò di fare mente locale per ricordarsi qualcosa di utile.
- Che... che ti avrebbe ripreso... che eri suo... che nessuno ti avrebbe più portato via dopo tanta fatica... - Kari cercò di mettere da parte il fastidio per quei vaneggiamenti così come anche la propria stessa voce che gli diceva 'ecco, lo sapevo!'
- Chris io non so dov'è! Come cazzo faccio?! - Non aveva idea di dove potesse averlo portato, era ovvio che non era nella sua camera d’albergo e per un momento pensò d'aver perso perché se non arrivava in tempo, sarebbe stata la fine.
La voglia di uccidere e combattere stava scemando, ma Chris gli prese la mano e strinse quanto poté, poi con la disperazione e la paura negli occhi, riuscì a dire:
- L'ho seguito in questi giorni... perché non mi piaceva come guardava Niky... con odio... ha affittato un'altra camera in un albergo, è il Crystal. - Dopo di questo si lasciò andare dal dolore troppo forte.
Kari era fortemente combattuto su cosa fare.
Da un lato non poteva lasciarlo lì, poi doveva chiamare Joshua, dirlo alla polizia e fare un sacco di altre cose logiche e giuste, ma dall'altro era questione di attimi e secondi.
Ma soprattutto era vera una cosa.
Gabriel era suo. L'avrebbe risolta lui una volta per tutte, come andava fatto. Non gli importava più di niente, se perdeva anche quello comunque non avrebbe più voluto vivere. Quindi adesso basta così, si disse.
Sentendo le sirene della polizia e dell'ambulanza arrivare, lo lasciò e corse fuori velocissimo.
Uscì con la macchina un istante prima che arrivassero i soccorsi.
Era sporco di sangue sui vestiti e sulle mani, si toccò il viso per cercare di tornare in sé ma non riusciva a pensare. Aveva focalizzato quell'hotel e si ripeteva le sue parole, quelle che Chris gli aveva detto su Gabriel.
Percorse la strada a tempo di record, mentre il cuore pompava velocissimo e la testa esplodeva. Ora il mondo era una scheggia impazzita intorno a sé, tendeva tutti i muscoli e respirava affrettato.
Doveva sbrigarsi, si ripeteva. Doveva sbrigarsi...
“Adesso la faccio finita! Dovevo fidarmi di me stesso e cacciarlo con le cattive!”
Ma non aveva veramente idea di che cosa aveva fatto per lui Gabriel in tutti quegli anni. Non lo sapeva proprio.
Quando scese davanti all'albergo in questione, sperò ardentemente che lui ci fosse; entrato il receptionist lo guardò impressionato e preoccupato visto che era sporco del sangue di Chris sul viso.
- Signore, sta bene? - Kari però ragionava per priorità e sbattendo il pugno sporco di rosso sul bancone, lo prese per il colletto e lo attirò a sé.
- Sicuramente hai ricevuto istruzioni, ti conviene seguirle alla lettera o non avrai una faccia di cui preoccuparti! - Esclamò feroce e ad un centimetro dal suo viso.
Il signore si spaventò a morte e alzò le mani, poi disse solo un numero.
- Stanza 317! -
Kari lo lasciò fregandosene altamente delle conseguenze di tutto.
Vide solo con la coda dell'occhio l'uomo lasciare l'edificio e scappare.
Erano quelle le istruzioni, dedusse mentre saliva al sesto piano.
Indicargli la camera ed andarsene.
A quel punto, Kari sapeva di essere solo ed in un vago incerto momento di lucidità, scrisse un sms a Joshua.
'Crystal.' Solo questo. Non riusciva a ragionare oltre. Non riusciva a capire niente.
Voleva solo questo.
Voleva solo arrivare in tempo.
Non si assicurò che l'sms partisse, mise il telefono in tasca prima di vedere che non prendeva la linea in ascensore.
Poteva chiamare la polizia, poteva fare tante cose, ma il ricordo dei filmati di suo padre era di nuovo vivido in lui. Quella sensazione di sbagliare, perché aveva sempre pensato di essere lui quello che sbagliava in qualche modo... glielo faceva fare, no? Glielo permetteva. Lo faceva. Eseguiva.
E poi quella di essere sporco. Quando cercava di lavarsi e poi non si sentiva mai pulito.
Ricordò molto bene cosa aveva provato quando aveva realizzato con certezza che a Gabriel piaceva. Quante volte aveva sperato che con la nuova dose di droga si potesse dimenticare per sempre?
Una lobotomia, si diceva. Un elettroshock.
Non voleva ricordare di tutte quelle volte.
Poteva far loro di tutto. Li aveva minacciati.
E se mandava in giro quei filmati? Quante volte ne avevano avuto paura... come se la colpa fosse loro, come se fossero loro nell'errore. Come se loro dovessero vergognarsene e nasconderlo per proteggersi.
Ma non avere più nemmeno Gabriel dalla sua parte, per lui era stata la fine, la goccia.
Ed ora Gabriel era tornato per riconsegnargli intatto l'incubo da cui era scappato per anni ed anni in tutti i modi possibili.
No, era ora di finirla.
Per questo Kari non aveva chiamato nessuno e ci era andato da solo.
Perché non voleva essere fermato.