* Gabriel inizia col suo piano per riprendersi le sue emozioni, perciò Kari. È ora di vederlo alle prese con Niky a cui spiega tutto ciò che ha fatto e che vuole fare e soprattutto perché. Niky è ispirato ad una persona reale, ciò in cui crede lui, che spesso accenno e spiego, sono le cose che questa persona ripete sempre e per renderlo al meglio sono stata fedele a tutto ciò che lui ha sempre detto. Bisogna comunque avere sempre stomaco anche se qua si scoprono 'solo' le carte definitivamente. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO XXXV: 
UNA MACABRA STORIA

nikygabriel

"Andarsene per rimediare un’ingiustizia
Un’altra battaglia a Babilonia
Sfortunato, ma pieno di fede
Oh, oh, oh
Sono tutti pazzi qui?
Qualcuno vuole una guerra, guerra?
Tutti pazzi, pazzi"

- 30 second to Mars - Hail to the victor -

Aperti gli occhi, si sentì la bocca impastata e la testa pesantissima, faticava a muoversi in qualunque modo e per un momento nemmeno ci provò.
Tentò di fare mente locale per capire dove fosse e cosa fosse successo, poi il flash del viso di Gabriel a casa sua, una cosa fuori posto in qualche modo. Non sarebbe dovuto entrare. Perché?
Avevano parlato tutti e tre di Kari. Loro chi?
Lui, Gabriel e Chris... Chris... dov'era Chris? Perché pensando a lui aveva una sgradevole sensazione?
Cercò di concentrarsi ma la testa gli faceva molto male, quindi capì che non era sgradevole quella sensazione.
Era paura e terrore... ma non per sé stesso... per qualcosa che aveva visto succedere a Chris.
- Se stai cercando di ricordare sappi che la testa sarà confusa ancora per qualche minuto, se vuoi ti spiego io cosa è successo... - La voce apparentemente gentile di Gabriel, gli fece alzare finalmente la testa e lo vide.
Era davanti a lui.
- Cosa? - 
Sembrava pulito ed in ordine come sempre, era seduto sul letto davanti a lui. Capì di essere legato ad una sedia al centro di una camera d'albergo.
- Se può esserti di conforto, per una ferita come quella molti se la cavano. Ci ho pensato, prima di farlo. Il rischio di lasciarmi un testimone è alto, ma mi dispiaceva. È troppo talentuoso, quel ragazzo, per non dargli nemmeno un'occasione di cavarsela. E poi avrei piacere di sentirlo cantare ancora Sleeper. Ho sentito un po' dei vostri CD ma quella canzone mi ha incantato. Però sono di parte... - Conversava tranquillamente come se Niky non avesse i polsi legati dietro la sedia. 
- Cosa... cosa hai fatto a Chris? - La voce tremò, la paura ormai stava vincendo la confusione ed il dolore. 
Gli occhi gli divennero lucidi mentre, guardando in Gabriel, capì che oltre al bene esisteva anche il male. 
Un male che si generava con altro male. 
- L'ho ferito al fianco, sono stato attento a non trafiggere organi, se non muore dissanguato e viene ricucito in tempo, se la caverà. - 
Niky tremò e cominciò a piangere, incapace di resistere, ragionare e tentare qualcosa di utile.
Non c'era niente, al momento, dentro di sé se non paura che Chris morisse.
Non era nemmeno in pensiero per sé stesso... in quell'istante c'era solo Chris e quella ferita che lo stava uccidendo .
E pregò. Perché la prima cosa che veniva da fare alle persone disperate era comunque pregare, anche se non credevano in Dio. Però se ci credevano, la preghiera era ancora più ovvia.
Per Niky non c'era più niente altro da fare, cancellò tutto. Gli avvertimenti, i segnali, tutti i discorsi fatti fino a quel momento. Ogni cosa che riguardava quella storia che poteva dargli risposte e colpe e magari soluzioni, venne spazzato via.
Restava solo lo spazio di pregare Dio che Chris ce la facesse e non morisse. Niente altro.
Niky chiuse così gli occhi e abbandonò la testa all'indietro, verso l'alto. 
Si mise a parlare sotto voce invocando Dio e la salvezza per la persona che amava. 
Gabriel si fece attento mentre lo guardava, dapprincipio non capì cosa stava facendo, poi gli fu chiaro. Ne rimase sconvolto.
- Tu preghi per Chris? E per te no? Lo sai che potrei farti di tutto? No, aspetta, forse tu non hai capito bene... non sai cosa ho fatto... - 
Niky aprì gli occhi e lo guardò ma continuava a piangere e pregare fra sé e sé. 
Solo allora notò al loro fianco la videocamera su un cavalletto che stava riprendendo tutto. A quel punto Gabriel si accinse a spiegare mentre trafficava con l'i-pad. 
- Tu sai già cosa ci è successo da piccoli. Nostro padre ci riprendeva mentre eravamo nudi. Poi ha cominciato a riprenderci insieme. E dopo di che, ha cominciato a fare dei veri e propri filmati di noi insieme che interagivamo. Eravamo fratelli ma per lui non contava. Però ci obbligava a fare quelle cose e ci dominava perché anche a scuola non ne facessimo parola. Avevamo paura o forse ci vergognavamo. Non capivamo che eravamo le vittime. Parlarne era un impresa, per noi. Così lentamente mi sono abituato, però Kari non ci riusciva. Se facevamo quello che voleva non succedeva niente, ma se ci opponevamo ci puniva. Niente cose fisiche, lui non ci ha mai picchiato. Però stare in giardino in pieno inverno senza vestiti non era piacevole. O sotto il sole cocente in estate. O senza mangiare e bere. C'erano molte torture non violente. - Niky cominciava a sentire lo stomaco contorcersi, ma in tutto questo continuava a pregare per Chris. 
Gabriel lo vedeva, così continuò.
- Quando Kari ha visto che a me piaceva se ne è andato, è stata la goccia. Lui non mi ha mai capito... lui era tutto quello che avevo e che papà mi concedeva, era il mio unico mondo. Sapevo che teoricamente era sbagliato, ma per me Kari è diventato prezioso, il mio angolo di paradiso. Lui era come me, era pulito, con lui non mi sentivo colpevole, mentre con gli altri sì. E così è diventato tutto. Non... non ha capito... quando se ne è andato è stato un duro colpo. Papà si è arrabbiato tantissimo e si è sfogato su di me, ha cominciato ad usare il sadomaso, sai. Visto che ero solo, usava quei trucchi. Ero la sua bambola. Fino a che sono cresciuto, ha capito che non poteva più obbligarmi e poi comunque non gli piacevo più. Sembrava che la mia vita fosse diventata normale, potevo fare quello che volevo e dimenticare. Ma non puoi dimenticare quando passi diciassette anni così a fare e rifare quelle cose. Non le scordi. Non le scordi mai. Da ragazzo libero, la prima cosa che ho fatto è stato sistemare mio padre. Volevo solo poter realizzare le mie fantasie. Fantasie in cui lo uccidevo. Ho scelto il sistema più sicuro. L'ho avvelenato. Mi sono informato su tutti i veleni, ho avuto tempo per meditare la mia vendetta. L'ho avuta. Si è ammalato di cancro alla prostata ma è morto perché l'ho avvelenato. Sarebbe morto comunque, ma ci tenevo a farlo io. - Gli stava raccontando tutto per sfidarlo a pregare ancora. Niky non smetteva e nemmeno lui si fermò.
- Dopo mio padre ho pagato una mia vecchia conoscenza che lavorava ad un centro di salute mentale affinché ricoverasse mia madre e la imbottisse di farmaci. Mi sono liberato anche di lei perché sapeva tutto ma non ha mai fatto niente, ha solo pensato alle apparenze. Così ho preso in mano la mia famiglia, avevo poco più di venti anni però ero intelligente, sono riuscito a sistemare tutto, mi sono laureato in economia e ho continuato gli affari di mio padre, il presidente dell’azienda. Perché il bastardo era anche un uomo d’affari di successo. - poteva essere accettabile, dopotutto, atroce ma accettabile, considerato tutto.
Gabriel si alzò e cominciò a camminare controllando l'ora. Si domandava quando sarebbe arrivato e sé Chris fosse riuscito a chiamarlo e a dirglielo. Se entro un certo periodo non si sarebbe fatto vivo, l'avrebbe chiamato lui.
Voleva che venisse, ne aveva bisogno.
- Però stavo male. Ho provato ad avere delle donne ma non riuscivo ad avere orgasmi, sono diventato impotente, Niky. Ho provato anche con gli uomini, ma niente. Allora ho capito che era Kari la chiave di tutto, mi sono tormentato a lungo su come guarire, poi ho scovato tutto il materiale registrato di mio padre. Non me ne sono liberato, mi sono preso quelli che mi interessavano di me e di Kari e me li sono rivisti. Ho avuto di nuovo gli orgasmi. Sono un mostro? È lì che ho capito di esserlo e a quel punto avevo solo due scelte. Rifiutarmi e uccidermi, o accettarmi e vivere. Amavo troppo vivere, avevo resistito tanto per riuscirci. Ora potevo vivere. Così mi sono accettato. Ero un mostro e mi serviva Kari per godere di nuovo. Non... non provavo più niente, Niky... niente... né gioia, né piacere, né dolore, né paura... nulla. Ero insensibile. E non è bello essere insensibile. Tutto quello che mi trasmetteva qualcosa era il pensiero di Kari... capisci? Così l'ho cercato nei quartieri bassi, era cresciuto, quindi cercavo qualcuno che potesse somigliargli. Tiravo su senzatetto, sbandati, prostituti... li aiutavo, li facevo innamorare e poi provavo a farci l'amore. Non funzionava mai. Sentivo che non erano lui. Non era sufficiente che gli somigliassero, non erano lui! Così sai cosa facevo, preso dalla rabbia? Ah sì, non te l'ho detto? La rabbia è il solo sentimento che mi rimaneva. Quello lo provavo. Quando mi arrabbiavo perché avevo fallito, li picchiavo a sangue e poi li soffocavo. Dopo di che li seppellivo. Era gente sola senza nessuno, non venivano cercati, proprio come nessuno ha cercato Kari per evitare degli scandali. Sono una ventina in tutto i miei fallimenti. - 
Gabriel si fermò, era gelido, ora. Smise di raccontare come se parlasse di un film, si avvicinò e si chinò per guardarlo meglio in viso, Niky non piangeva più, shockato da quanto sentiva, ma pregava ancora. 
Allora volle dargli il colpo di grazia. Era certo che ora avrebbe smesso.
- Sai perché ti ho preso? Perché fra me ed il mio Kari ci sei tu. Tu hai preso il mio posto, ho visto come ti ama... ti vede come il suo nuovo fratello e nella sua mente deviata come la mia, pensa che i fratelli si amino e si scopino. È questo che vorrebbe fare con te... se non fossi occupato con Chris, l'avrebbe fatto. E scopa con Joshua perché mio padre lo molestava, da piccolo. Non ha mai usato la forza e non l'ha mai fatto a me, ma con lui era diverso, penso che lo preferisse. Però le umiliazioni che mi ha inflitto erano sufficienti. - Gabriel sorrise gelido.
- Devo ucciderti, per poter riavere il mio Kari... il mio piacere, la mia felicità, ogni emozione. Ogni orgasmo. - Concluse. Poi avvicinò il viso al suo e spense anche quel residuo di sorriso orrendo. - Ora prega ancora per Chris, mi raccomando. - Niky era inorridito e non sapeva cosa fare, forse poteva non crederci, ma era lì ed era difficile rifiutarlo.
Però la sua mente continuava a focalizzare ancora un’unica cosa.
Chris.
Gabriel vide che, piangendo di nuovo, continuava a pregare per lui. 
Si alzò di scatto stizzito, incapace di capire.
- Che diavolo c'è che non va in te? Ti ammazzerò, sei nei guai fino al collo e preghi per lui?! Anzi, sai cosa non capisco? Come fai a pregare! Perché non è qua a salvarvi, il tuo Dio? - Niky pensò che fosse un classico, così facile dirlo...
Scosse il capo ed interruppe le preghiere solo per rispondere a quello, come se di tutto quello che gli aveva detto, solo quello valesse la pena di essere notato.
- Non è Dio che mi sta facendo questo, sei tu. Dio ci ha messi al mondo, ma non può vivere per noi, altrimenti non avrebbe senso averci creato. Noi siamo responsabili di noi stessi, è comodo dare la colpa a lui o dire perché non ci aiuta. Si chiama libertà. Non siamo le sue marionette. Non è il suo compito, lui ci sostiene e ci dà la forza di affrontare le prove, ci dà i mezzi per farcela. - 
Gabriel rise di scherno.
- E che mezzi sono? Devono essermi sfuggiti... - 
- Gesù ci insegna l'amore, la tolleranza e l'altruismo, non la guerra, la violenza e la supremazia! Pensi che se il mondo vivesse secondo queste semplici regole, ora sarebbe a questo punto? No, io non credo! Quindi non incolpare Dio per delle colpe che abbiamo solo noi uomini! - Le risposte di Niky erano molto precise. 
- Però lo stai pregando affinché salvi Chris. Se dici che non può interferire... - 
Niky lo corresse.
- Prego che gli dia la forza di farcela. Questo lo può fare. E prego che, in ogni caso, gli stia vicino. Spesso avere qualcuno accanto è tutto ciò che ci serve per andare avanti. - 
Gabriel era turbato, continuava a non capire. Quel ragazzino era pazzo, diceva cose senza senso.
- Perché non preghi per te? Guardati... sei legato e ti ho detto che ti ammazzerò... - Niky sospirò e chiuse gli occhi.
- Perché prego per quello che conta di più nella mia vita. Cioè lui. Io sono nelle tue mani. Chris è sospeso sul filo della vita e della morte. Quello è il campo di Dio. Ti prego. Dagli la forza di vivere ancora. Ti prego. Ti prego. - Cominciò a dirlo ad alta voce per farlo smettere, Gabriel cominciò ad innervosirsi ed era quasi la prima volta che succedeva.
Tornò a camminare nervoso e a guardare l'orologio, pensando che Niky fosse solo tempo perso, un essere inutile. Non poteva fare da fratello a Kari. Kari lo amava e lui amava un altro. Niky avrebbe dato la vita per Chris, non per Kari. Kari non meritava Niky. Era lui suo fratello. Era lui che avrebbe dato tutto per Kari. Lui e basta. 
Tutti gli altri erano solo maledettamente egoisti, non lo capivano. 
Però lui e le sue preghiere lo infastidivano. Niky pregava per un altro ed era lì in pericolo. Poteva morire, non l'avrebbe salvato, pregare per un altro. Perché lo faceva? Perché?
Era Niky il vero pazzo a credere in uno che non esisteva. Si nascondeva dietro un filo d'erba.
Che cos'era quello che faceva? Cosa?
Gabriel non poteva capire perché nessuno gliene aveva mai parlato, non gli avevano dato quella visione delle cose.
Non aveva la minima idea di cosa stesse facendo Niky né del perché. 
Né, tanto meno, di quale nome avesse.
Si chiamava fede. 
“È proprio stupido, merita di morire. Sarà la morte più soddisfacente che darò!”
Pensò Gabriel nervoso poco prima di essere interrotto da un bussare deciso e furioso. Gabriel sorrise soddisfatto e Niky sospese le sue preghiere.
Kari era arrivato.