*In ospedale l'attesa per il risveglio di Chris e l'esito dell'operazione di Gabriel tengono sospeso Kari, alla fine cosa sperare? Cosa aspettarsi? Forse Chris ha ragione, ma non è biasimabile nemmeno Kari, dopotutto. Riuscirà Joshua a tenere ancora una volta i pezzi insieme? Buona lettura. Baci Akane* 

CAPITOLO XL: 
ISOLAMENTO

karichris

"Ehi amico, dovunque tu vada
I tuoi demoni ti seguiranno
Ma almeno non sei solo, si
Ehi amico, sei appeso ad un filo
Sul bordo di un precipizio
Cerca di prendere la mia mano

Sto cercando un rimedio
Parlane
Sto cercando un rimedio
Urlalo
Sto cercando un rimedio"

- 30 second to Mars - Remedy - 

Joshua aveva cercato in tutti i modi di non far trapelare notizie dell'accaduto, ma appena era partita la chiamata alla polizia da casa di Christopher, poco dopo i soccorsi erano arrivati i media come dei cani da caccia in cerca di notizie sorprendenti.
Tutta la notte i telegiornali avevano riportato l'unica cosa chiara e certa:
Christopher Richiardson, il nodo cantante e leder dei Royal, era stato trovato gravemente ferito con arma da taglio in casa sua, aveva perso molto sangue, era stato portato con urgenza in ospedale dove era stato operato subito.
Non aveva subito lesioni gravi ed avevano ricucito subito, l'intervento non era stato lungo, ma il ragazzo aveva perso molto sangue, per cui non si era ancora svegliato. 
Del resto non si sapeva niente, Joshua era riuscito a limitare i danni e a non far sapere della sparizione di Niky e Kari, né tanto meno dello scandalo di Gabriel. 
Della loro storia, al momento, nessuno sapeva nulla. Ma avendo fatto la denuncia qualcosa di certo si sarebbe saputo, specie perché bisognava giustificare in qualche modo l'aggressione a Chris, un personaggio fin troppo pubblico.
Davanti all'ospedale erano accalcati fans e giornalisti che le forze dell'ordine impedivano di entrare. Per le emergenze era tenuto libero un ingresso, controllato comunque dalla polizia.
Continuava a non parlarsi d'altro ed in corridoio gli amici ed i familiari di Christopher aspettavano notizie. 
Quelli del gruppo erano con Niky che era stato curato e sistemato in una camera. 
Solo dopo l'ennesima richiesta stressante di Manuel e Paul, i medici decisero che si poteva metterlo in camera con Chris. 
Era stato giudicato fuori pericolo, però finché non si svegliava non c'era mai una sicurezza matematica. Il sangue perso era molto ed i valori faticavano a ristabilirsi.
Niky era imbottito di farmaci che lo facevano dormire molto, ma la sua preoccupazione lo faceva stare sveglio.
Continuava a pregare, di tanto in tanto piangeva e guardava Chris nel letto accanto sperando di vederlo svegliarsi da un momento all'altro.
Vedendolo come un'anima in pena, i ragazzi avvicinarono i letti in modo da permettergli di toccarsi le mani. Ovviamente per fare questo fecero il consueto casino.
Solo quando Niky poté prendere la mano di Chris, riuscì ad addormentarsi.
Per lui, col viso gonfio e dolorante come l'aveva, dormire era la scelta migliore.
Era terrorizzato dall'idea che Chris non si svegliasse più.
Dopo essersi scontrato con la realtà del mondo, una realtà atroce e macabra, la paura di scontrarsi con questa crudeltà era aumentata esponenzialmente in lui.
Se prima era una persona aperta, serena ed ottimista, ora l'inevitabile conseguenza sarebbe stata la paura costante.
Ma non sarebbe stato lasciato mai solo. 

Gabriel era messo molto peggio, era in sala operatoria da quando era stato portato in ospedale. A parte i forti pestaggi al viso che l'avevano messo a dura prova, Kari l'aveva pugnalato al fianco senza fare attenzione a non lesionare organi vitali. Aveva lesionato il fegato e bucato un polmone che era collassato. 
Stavano adoperandosi per salvarlo consapevoli che forse non ce l'avrebbe comunque fatta.

Kari e Joshua rimasero in silenzio, Joshua rispettava il suo non voler dire nulla, sapeva che era normale, specie per lui.
L'accompagnò prima a prendersi qualcosa, a stento buttò giù del caffé. Poi andarono in ospedale passando per l'entrata sicura. 
La verità era che non aveva idea di che cosa dire e cosa fare. Kari era perso in un altro universo e il terrore d'averlo in qualche modo perso era tangibile. Quasi reale.
Joshua non rimaneva mai senza parole, sapeva sempre cosa fare. Però ora non ne aveva idea.
La ferita riportata da Kari poteva essere una voragine incolmabile fra loro due. 

Appena arrivarono, Joshua andò subito a cercare dei dottori per gli aggiornamenti, mentre Kari andò in camera di Chris e Niky, sorvegliate dagli altri del gruppo. In sala d'aspetto c'erano i familiari di Chris. 
I ragazzi si stupirono nel vederlo, avevano saputo da Joshua cosa era successo e si rivelarono subito molto preoccupati:
- Come stai? - Chiesero. Kari annuì senza sorridere o fare espressioni serene.
- E loro? - Era il meglio che avrebbe potuto fare. Un sì.
Non insistettero e spiegarono che comunque stavano entrambi bene, solo che Niky era stato sedato per i dolori al viso, mentre Chris ancora non si svegliava anche se l'operazione doveva essere andata bene. 
Kari non disse niente, si limitò ad entrare e a chiudere le tapparelle dalla porta in vetro. Voleva stare un po' da solo con loro anche se dormivano.
Quando fu nella camera, visionò entrambi rimanendo fermo ai loro piedi.
Li avevano uniti coi letti e Niky teneva la mano di Chris. Forse non si poteva fare, ma tutti sapevano che era meglio così. Se non altro per far dormire Niky.
Quest'ultimo era malmesso in viso, gli occhi gonfi e rossi di sangue ancora pulsante, il sopracciglio aveva dei punti ed altri erano sul labbro e sul mento. In generale gli zigomi gonfi. 
Gli diede un fastidio profondo nel vederlo ridotto così, era una visione insopportabile, però doveva vedere bene cosa aveva contribuito a causare. 
Perché era anche colpa sua. Gabriel aveva fatto tutto quello per lui.
Aveva quasi perso due amici di cui uno era importantissimo.
Contrasse la mascella ed i muscoli del corpo, le mani nelle tasche.
Chris era perfetto anche in quel coma. Non poté non notarlo. I capelli un po’ più lunghi del suo solito taglio corto alla moda gli stavano sul cuscino, ma riusciva a stare bene anche così. Il viso non presentava un graffio. Era davvero perfetto, come che dormisse e basta.
Si avvicinò dalla parte libera e tirò giù le lenzuola per vedere il busto. Era fasciato. L'avevano operato. 
Inghiottì diverse volte cercando di contenere quell'enorme senso schiacciante di colpa. Ma forse peggio di quello c'era qualcos'altro che macinava in lui.
Così si sedette su una sedia alta lì vicino al letto di Chris. 
- Se non fosse stato per te chissà... Niky sarebbe morto. Ed io... io non so... io lo stavo ammazzando. Volevo trafiggerlo sulla gola. Se non fossero arrivati in tempo l'avrei fatto. - Kari riuscì a dirlo solo perché pensava di non essere ascoltato. - Volevo ucciderlo. Per tutto il tempo ho pensato a questo. Ma non era un raptus del momento, non è per dire. Io volevo ucciderlo. Se non mi avessi mandato Joshua e la polizia in tempo l'avrei fatto. So che se lo meritava e che era giusto e che non devo provare rimorsi. Forse comunque morirà, non me ne frega. Non è per lui. È per questa capacità di uccidere. Lo farei, capisci? Lo farei sul serio. Ammazzerei, lo volevo fare, lo potevo fare. Lo stavo per fare. Sono capace di ammazzare. Volevo ammazzare. Certo, era lui. Però chi mi dice che questo non sia il mio DNA? Mio padre era un bastardo, Gabriel era un bastardo. Potrei esserlo anche io. È nel sangue. Ce l'abbiamo. Quello stronzo di là che sta morendo me l'aveva detto. Siamo uguali. Solo noi sappiamo cosa siamo e perché. Siamo sbagliati. Siamo dei mostri. Ma non ci possono giudicare. Siamo stati creati così. Siamo stati forgiati nell'inferno. Io mi rifiutavo di accettare che ero come lui, ma la verità era che stavo per uccidere e volevo farlo. Io sono come lui, dopotutto. Potrebbe essere meglio allontanarmi da voi prima di farvi di nuovo finire così. Ho fatto scoprire l'orrore a Niky, ho quasi ucciso te, Chris. So di aver fatto dei danni davvero grossi e potrei farne ancora, un giorno, senza volerlo. Perché sono maledetto. Perché è questo che porto. Incubi a chi mi incontra. Perché i miei sono troppo grandi e non riesco a tenermeli per me. Credo di essere morto dentro da quando subivo quelle cose ed una cosa morta resta morta, non esiste la resurrezione. Quelli come me devono vivere da soli! - 
Aveva aperto i rubinetti e non si era più fermato. Non era riuscito a dire tutto all'ispettore se non solo i fatti ed uno sfogo di dolore, ma quelle riflessioni erano lucide e ponderate e non aveva avuto il coraggio di dirle nemmeno a Joshua, sapeva che gli avrebbe detto di tutto.
- Sono proprio quelli come te che hanno più bisogno degli altri. Se uno come te si isola diventa un assassino. Per cui vivi con gli altri e non fare il coglione! - Kari alzò la testa di scatto, si era guardato le mani strette e quando la sua voce sommessa ed impastata aveva parlato, si era quasi spaventato. Chris non aveva aperto gli occhi e non si era mosso ma era chiaramente sveglio ed aveva parlato.
Kari si alzò e trattenne il fiato mentre qualcosa si muoveva dentro in quel momento, realizzando che si era salvato e svegliato proprio lì con lui.
Che gli succedeva? Niky l'aveva contagiato?
Si metteva a leggere i segni? 
- Stai qua con noi che ti teniamo d'occhio! I martiri solitari sono passati di moda! - Disse ancora, poi aprì gli occhi, erano velati ed offuscati, però lo trovarono al suo fianco e fece un piccolo sorriso debole. Era molto provato e stanco, cercò di muovere la mano mentre l'altra stringeva quella di Niky. Kari capì che cercava lui, così agì d'impulso e gliela prese con ancora tutto in subbuglio e l'incapacità di pensare razionalmente.
- Grazie d'avermelo salvato. - Disse poi. Kari si sorprese.
- Non sai ancora niente, dormivi! - Chris accennò ad un piccolo ghigno.
- La sento la sua mano, non è certo quella di un morto! - 
- Come fai a dire che è la sua! Hai guardato solo me! - Kari insisteva perché non capiva bene qualcosa.
- Dai, riconoscerei la sua mano fra mille! E poi ha come una specie di energia. Credo che sia perché prega sempre, anche quando dorme... - Mano a mano stava meglio e riusciva a parlare senza impastare le parole. Kari riuscì a sorridere davanti a quell'uscita ed i muscoli del viso gli tirarono perché non sorrideva da molto.
- È vivo e sta bene. Però l'ha avuta dura. È stata questione di un attimo. - 
Chris annuì e finalmente girò la testa piano per vedere Niky dormire nel letto attaccato al suo. Strinse di più la mano. Si sentiva sfinito e passato sotto un camion, però al momento non voleva niente di più di quello. Poter stare lì con lui. 
- Vado a chiamare i dottori e dire che stai bene. - 
Kari a quel punto uscì per lasciare un po' da soli i due ragazzi che gli avevano dato tanto e per poco anche la vita.
Non aveva mai chiesto niente a nessuno. Però era riuscito a rovinare le vite di molti. Per poco irrimediabilmente.
Si sentiva troppo in colpa per accettarlo e digerirlo. 
Aveva appena detto ai ragazzi che Chris si era svegliato i quali un pochi erano andati dai familiari ed altri dai dottori, quando Joshua arrivò e gli sbarrò la strada.
La sua espressione in quel momento Kari non l'avrebbe mai dimenticata. Mai.
Sarebbe rimasta incisa nella memoria per sempre. 
- Kari, vengo dalla sala operatoria. Gabriel è morto due minuti fa, sotto i ferri. Arresto cardiaco. Il cuore non ha retto. Era messo molto male. - Kari si fermò e con lui ogni cosa che dentro poteva muoversi, persino il cuore.
Si sentì strano e per anni non avrebbe mai saputo descrivere precisamente il proprio stato d'animo. Però si sconvolse, si fermò e pensò una cosa che disse subito senza rendersene nemmeno conto.
- Alla fine sono stato accontentato. Volevo ucciderlo e ci sono riuscito. - Con questo, poi, sgusciò via proprio quando le persone che volevano vedere Chris arrivavano ad ostruirgli il passaggio. 
Pochi istanti per perderlo di vista. 
Joshua era raggelato dalla sua reazione. A quel punto non sapeva davvero più dove sbattere la testa.