*Ultimo capitolo prima dell'epilogo. La guarigione si innesca in tanti modi, ma il cammino è lungo e difficile, il primo passo è tirare tutto fuori, ma quello più importante è volerne uscire, voler guarire, voler stare meglio. Il passo più difficile ed importante è chiedere e accettare aiuto. Joshua sa che finchè non farà quel passo, il rischio che Kari torni a 'dormire' è alto. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO XLIII:
L’ULTIMO PASSO
"Da soli o a coppie
Quelli che davvero ti amano
Camminano su e giù fuori dal muro
Qualcuno mano nella mano
Qualcuno si riunisce in band
I cuori sanguinanti e gli artisti
Resistono
E quando hanno dato
tutto ciò che possono
Alcuni barcollano e cadono
Dopo tutto non è facile
Sbattere il tuo cuore contro il muro
di un pazzo bastardo"
- Pink Floyd - Outside the wall -
Niky si risedette accanto a Chris che parlava con la gente che a turno voleva scambiare due chiacchiere con lui.
Soliti discorsi, pensò Niky lasciandolo intrattenere gli ospiti da solo. Finché non rideva andava bene.
Mano a mano che i giorni passavano, riusciva a non sognare tutta la notte quell'orribile esperienza. Di volta in volta diventava sempre più sbiadito anche se la paura era rimasta.
Non riusciva a fidarsi più come prima e quando aveva a che fare con sconosciuti, li fissava sul terrorizzato andante stringendosi a chiunque avesse accanto. Però non sarebbe mai stato lasciato solo e piano piano avrebbe superato anche quello shock inevitabile.
Dei presenti comunque nessuno sapeva la versione completa, ovvero che era una storia macabra ed oscena che riguardava Kari. Solo i membri del gruppo che ormai erano diventati gli unici veri amici fidati del francese.
Niky sentendo Chris parlare di quella che era la versione ufficiale, pensò che era brutto nascondere la verità, però era chiaro che fosse meglio così.
Pensandolo cercò Kari con lo sguardo, il quale non si era fatto vedere. Lo trovò in un angolo dell'enorme salotto con un bicchiere d'acqua in mano ancora pieno ed uno sguardo perso e pensieroso. Per non dire cupo.
Niky sospirò. Il buio nei suoi occhi... per quanto sarebbe rimasto ancora?
A volte quando parlava con lui sembrava riprendersi, sembrava rischiararsi. Quando l'aveva ringraziato ed abbracciato in ospedale l'aveva sentito meglio. Aveva pianto però era stato un pianto pulito.
“La guarigione è molto più lunga e difficile di così...”
La sua profonda paura era che non potesse guarire comunque. Ne era terrorizzato all'idea...
A quel punto si alzò ed andò da lui sedendoglisi accanto. Quando Kari lo vide si illuminò e sorrise per poi tornare tirato. Si sforzava con lui, però era positivo che ci provasse anche se era solo per non farlo preoccupare troppo.
- Come stai? - Chiese Niky. Kari alzò le spalle fingendo che non ci fosse molto da dire.
- Sto... - Disse solo. Niky sospirò e provò ad approfondire.
- Hai parlato con qualcuno? - Era chiaro a chi si riferisse e Kari si chiuse di nuovo.
- Non voglio parlare con nessuno. Ho te e Joshua, mi basta. - Niky sospirò paziente.
- Devi parlare con uno esterno e soprattutto esperto. Non puoi aspettare che il tempo faccia il suo corso... potrebbe ricucire tutto male. Ti serve un aiuto come si deve e ce ne sono... -
- Non è facile parlarne, dannazione! -
A quel punto nella stanza si levarono le note gotiche del pianoforte e gli occhi di Kari divennero terrore. Li chiuse prima che Niky potesse notarli ma ovviamente non gli erano sfuggiti.
Era Sleeper la canzone. Ormai gli stava lavorando dentro come una specie di tortura che teneva viva la ferita.
Ogni volta che sentiva la canzone lui doveva chiuderla o andarsene. Non voleva farlo davanti a Niky e dargli conferma che sicuramente un aiuto esperto gli serviva. Non voleva farsi aiutare ancora. Non voleva parlarne più. L'aveva fatto troppo, però la voce di Chris cantò dalle casse sulla canzone in stampo rock gotico e il mondo crollò su Kari il quale disse a denti stretti:
- Chiudi quella roba! - Non riusciva nemmeno a definirla canzone.
Gabriel gliel'aveva fatta sentire proprio il giorno del rapimento, quando aveva quasi ucciso Niky. Gliel'aveva sporcata. Aveva detto che gli piaceva molto. Ascoltarla ora era impensabile e forse non ci sarebbe mai riuscito di nuovo.
Niky si accorse che stava male, Kari chiuse gli occhi e si strinse le mani nelle tasche cominciando a battere nervoso i piedi, visto che la canzone continuava, si incurvò sulla sedia e si coprì il viso stringendo gli occhi. Cominciò a tremare e respirare affannato fino a che non dovette alzarsi e con un rabbioso ma chiaro 'al diavolo', se ne andò fuori, sul retro.
Niky sospirando si alzò e fece per seguirlo, ma ovviamente non riusciva a correre senza cadere una decina di volte per dei giramenti di testa. Era ancora debole.
Raggiunse lo stereo e cambiò canzone, poi si scusò con gli altri e con un sorriso timido uscì alla ricerca di Kari.
Joshua l'aveva preceduto.
I due si ritrovarono fuori insieme ad un Kari in una crisi di nervi, l'uomo più grande gli diede un sacchetto in cui respirare e questo bastò a calmargli l’iperventilazione.
Stava andando sempre peggio.
Niky era molto preoccupato mentre Joshua pareva preparato.
Lasciarono entrambi del tempo per aiutarlo a rilassarsi un po', poi Joshua lo disse brusco e senza mezzi termini:
- Se non ci vai tu ti ci rinchiudo io in una clinica psichiatrica! - Niky capì che era l'oggetto di discussioni di quei giorni. Kari si voltò di scatto verso il suo compagno e lo fissò torvo.
- Non ci voglio andare! Non mi fotte un cazzo! Non parlerò di nuovo con nessuno di questa maledetta storia! L'unica cosa che voglio fare è smettere di parlarne! Cazzo! Non mi serve niente altro! - Era di nuovo al punto in cui cercava di scappare. Joshua aveva paura che lo facesse davvero, per cui lo teneva sempre sotto controllo.
- Kari, se non lo risolvi seriamente non ne verrai mai fuori! Presto ti tornerà la voglia di evadere e cambiare aria e vita e scapperai! Non puoi continuare così! -
Kari alzò le mani con quella di aggredirlo ma si fermò in tempo, gli scatti di ira erano sempre più presenti. Niky gli mise una mano sulla spalla e attese paziente che si calmasse di nuovo, poi con uno sguardo di 'calmati' rivolto a Joshua, si inserì sommesso nel discorso.
- Questo era il tuo rifugio dal tuo passato, ma ora è stato contaminato. È vero che vuoi andartene per trovarne un altro nuovo che sia pulito e non ti ricordi quello che hai passato? - Per Niky aveva altrettanto senso, infatti era esattamente la paura di Joshua. Kari lo fissò stralunato e stufo ma non lo aggredì solo perché era lui.
- Non ho ancora detto e fatto niente! Voglio solo smetterla di parlarne! Prima o poi mi passerà! Voglio solo dimenticarlo, dannazione! Perché tutti ne parlate sempre? -
Disse insofferente ed alterato.
- Anche se non ne parliamo ci sarà sempre qualcosa che ti farà ricordare o scattare! Prima è stata la canzone! Che facciamo, la eliminiamo dal vostro repertorio? È un singolo e sta anche andando molto bene, pensi davvero che nei live potrete non suonarla? -
- La suoneranno senza di me! - Ruggì Kari.
- Non è una soluzione, devi smetterla di scappare! È ora di lottare per te stesso, per uscirne, per guarire! Il modo c'è, lo devi solo accettare, dannazione! - Urlò Joshua di nuovo, ormai non aveva più pazienza, non era mai stato un uomo calmo.
Kari sfuggì da Niky e si mise a camminare nervoso per il giardino mentre i due lo guardavano in attesa che si decidesse.
- Parlare con qualcuno di esperto ti aiuterà, lo sai... sarà difficile, non riuscirai subito, ma sicuramente potrai farcela un giorno... ne vale la pena. Ti sei conquistato questo posto. Devi lottare per tenertelo. È la vita che vuoi! È una vita felice! - Kari in quel momento la vedeva in molti modi, ma non più felice.
- Io chiudo gli occhi e rivedo tutto. Mi sveglio e cerco di distrarmi e c'è sempre qualcuno o qualcosa che me lo ricorda! Se solo la smetteste tutti... - Disse a denti stretti coprendosi il viso e affondando le unghie nella fronte.
- Nessuno la smetterà perché nella vita c'è sempre qualcosa o qualcuno che fa qualcosa che che non va! Devi rinforzarti! - Joshua batteva su quello e non voleva mollare. Kari alzò la testa in alto e guardò esasperato il cielo azzurro.
- Perché non vuoi provarci? -
Chiese Niky. Kari finalmente, all'ennesima volta che glielo chiedevano, si decise a rispondere e lo fece guardando entrambi e con le braccia aperte.
- Perché ho paura che se guarisco mi rendo conto che lui aveva ragione su di voi! Che tu per me sei un padre e non il mio compagno e tu... ed ho paura invece di essere innamorato di te... - Era solo molto confuso, Joshua e Niky lo capirono subito.
- Quel pezzo di merda ti ha riempito la testa di stronzate, Kari! Non puoi pensare che i vaneggiamenti di un pazzo siano sensati e giusti! - Disse Joshua avvicinandosi.
Non era vero. Ci aveva pensato anche lui, però non gli importava. Se quella era la verità l'avrebbero accettata. Purché facesse bene a Kari.
Kari non era più arrabbiato ma solo spaventato e lo fissò perso, confuso e terrorizzato all'idea di perderlo e perdere in generale tutto.
- Non voglio che il mio paradiso si rivoluzioni. Mi piace così com'è! Tu il mio compagno e lui mio fratello. Stop... non voglio che tu diventi mio padre e lui... cazzo, non so nemmeno cosa! - Finì a denti stretti e impaziente.
Niky l'abbracciò senza dire niente, lasciò che si abbandonasse alle sue braccia e quando lo sentì docile, parlò piano.
- So quale era la sua idea, l'ho sentita. Lui pensava che tu sei stato influenzato dal tuo vissuto d'infanzia e che associ inconsciamente il rapporto padre-figlio a quello di due amanti, ma pensa che il vero amore che puoi provare sia invece quello per tuo fratello. Perché per tuo padre è un amore di riconoscenza, mentre per tuo fratello un amore complice. Quindi lui pensava che i rapporti con noi fossero sballati e confusi. Non è detto che sia così. Non possiamo sapere se è vero. -
- Ma c'è il rischio che lo sia. Che quando sarò... guarito da questo psicologo... io veda Joshua come un padre e non più come il mio compagno. E te... non lo so nemmeno... - Era completamente sfinito mentalmente, oltre che confuso. Non faceva che pensarci e ripensarci ed alla fine era vero che era una scelta difficile.
Joshua sospirò e prese Niky per la spalla allontanandolo da Kari, lo guardò con un'aria di ringraziamento per averglielo spiegato bene e gli chiese di lasciarlo solo.
Quando i due furono a tu per tu senza nessun interruzione esterna, Joshua gli prese il viso fra le mani dopo aver cercato tutta la forza in sé stesso.
Era spaventato anche lui ed era ora di rivelarlo. Se c'era un momento per mostrarlo, era quello.
- Ho paura anche io che finisca così. - Disse alla fine Joshua. Non aveva mai voluto dirlo. Kari si sorprese di sentirglielo dire e quando lo guardò con attenzione capì che era vero, era spaventatissimo.
Il mento gli tremò.
- Allora non ci devo andare. Io ora ti amo, sto bene con te e non so se sia perché ti vedo come un padre o come un amante ma chi se ne fotte? Sto bene con te, voglio te, non voglio che cambi, non voglio perderti! - Joshua non poteva sapere se quello che stava per dire fosse vero, ma giurò a sé stesso che avrebbe fatto di tutto per mantenere la sua parola.
Perché aiutare Kari era l'unica cosa che voleva davvero, era lo scopo della sua vita ed in qualunque modo poi fosse finita, contava solo che lui un giorno potesse liberarsi dei suoi demoni.
- L'affronteremo. Io non ti lascerò mai. Se quando finisci questa terapia ti rendi conto che è così... che non mi ami come un amante ma come un padre, saremo questo. Padre e figlio. Io non ti lascerò mai lo stesso, se tu non lo vorrai. Se vorrai continuare come il mio compagno sarai il mio compagno, se vorrai solo un padre, sarò tuo padre. Non importa niente, non mi perderai mai! Va bene? - Ed era dolce oltre che risoluto. Era convincente. Joshua sperò di esserlo stato pur sapendo che non aveva idea se ci fosse riuscito. Diventare solo un padre per Kari, stargli vicino come un padre e non toccarlo più, non baciarlo più... sarebbe stata un'enorme tortura, però non l'avrebbe mai reso infelice. Mai.
- Davvero lo faresti? Davvero rimarresti lo stesso vicino a me solo come un padre? - Chiese incredulo e sconvolto Kari, gli occhi pieni di quel suo caos interiore e pure una piccola luce di speranza. Che comunque si potesse risolvere bene.
Era questo quello in cui doveva credere.
Joshua annuì col suo sorriso risoluto e sicuro.
- Sì. Non potrei mai lasciarti. Sarò sempre quello di cui tu avrai bisogno. Ci sarò sempre. Fai questa terapia, mettici il tempo che ti serve, arriva alle conclusioni giuste e poi vediamo insieme cosa succede. Ma fallo. - Era come se l'ennesimo peso si togliesse dall'animo di Kari.
Aveva sempre saputo di doverlo fare, ma era stato terrorizzato dall'idea di perderlo. Anche se era solo un padre, per lui, perderlo era tremendo. Non poteva permetterlo. Per cui gli andava bene che non fosse più il suo amante se quello sarebbe stato il risultato, però voleva averlo sempre nella sua vita. Sempre.
Joshua l'aveva salvato. Non l'avrebbe mai fatto uscire dalla sua vita.
A quel punto si arrese e l'abbracciò cercando da lui la forza per fare quell'ultimo passo. Uno dopo l'altro, li stava facendo tutti.
- Voglio liberarmi da queste catene... voglio farcela... - Mormorò nascondendo il viso contro il suo collo.
Joshua gli carezzò la testa fra i ricci quasi incolti che si era trascurato in quel periodo complicato, quindi gli baciò l'orecchio e gli sussurrò:
- Io ti amerò sempre. Quindi so che ce la farai. -
Fu così che Kari accettò anche quell'ultimo ostacolo.
Ora il muro era altissimo ed insormontabile, doveva abbatterlo, non era certo di farcela e soprattutto non aveva idea di cosa avrebbe trovato al di là, però era lì per provarci e riuscirci.
Voleva vivere, voleva vivere bene, voleva farcela, voleva uscirne.
Fu questo che si sarebbe ripetuto per il resto dei giorni a venire.
Passo dopo passo, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone.
Non sarebbe rimasto schiacciato sotto quel muro come Gabriel, lui l'avrebbe superato, ne sarebbe uscito.
Aveva troppa sete di vita. Una vita vera. Felice.