*Sono tornata dopo le mie meritate ferie dove ho staccato la spina. Ricordiamo che Niky è diventato l'assistente personale di Kari su idea di Joshua, questo ha dato la spinta ai due per avvicinarsi e mettersi finalmente insieme, anche se Kari resta pieno di paure e problemi che Niky piano piano cercherà di aiutarlo a risolvere. Niky, dal canto suo, ha ancora molte cose di sé da capire e approfondire e si sente come un bambino appena nato che scopre il mondo e sé stesso, nella totale meraviglia, si lascia andare a qualunque cosa. Originariamente la storia era tutta incentrata su Niky e Chris, ma quando l'ho trasformata in original e l'ho rifatta per Kari, è tutto girato intorno a lui per cui le questioni di Niky ci sono ma più di contorno, sebbene lui sia un personaggio importante nella vita del protagonista. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO VI:
SCOPRIRE SE' STESSI
"Quando ti hanno lasciato credendoti morto
E riesci solo a vedere rosso
Devi trovare un modo
Scava
Scava
Scava
Trova la fede"
Niky entrò con le chiavi che gli aveva dato Joshua il giorno prima e guardando sul divano si stupì di non trovarlo lì steso a dormire mezzo nudo.
Esplorò la villa senza intenzioni da curioso, ma solo alla pura ricerca di Kari, il ragazzo che doveva svegliare.
Joshua l'aveva chiamato dicendogli di andare verso quell'ora a buttarlo giù dal letto e assicurarsi che si lavasse e che mangiasse, gli aveva detto che avevano solo le prove normali e di essere puntuali.
Niky quel giorno non si sentiva molto bene, ma probabilmente era per quello che gli era capitato la sera precedente, lui era emotivo e somatizzava tutte le proprie ansie. Chris era un enorme fonte di ansia, giusto per usare un eufemismo. Avevano cenato insieme ed era successo qualcosa che l'aveva di nuovo sconvolto. Con lui andava tutto troppo in fretta, non riusciva a capire e a riflettere bene, però cosa fare?
Il giovane si ritrovava sempre più a pensarci nella speranza di trovare risposte alle proprie domande e sicuramente quei pensieri turbolenti si erano concretizzati in un malessere fisico di spossatezza e debolezza.
Era comunque bravo a distrarsi e a non dare peso a certe cose, per cui quando si perse in quella villa grandissima, sperò presto di trovare Kari.
Si sentiva strano a fare cose simili, era come essere padre di un adulto. Non era male, gli piaceva occuparsi degli altri, specie se questi ne avevano bisogno.
Quando trovò la camera col letto matrimoniale disfatto ed una montagnetta sopra, capì di averlo trovato. Un secondo dopo capì anche che quella era la camera di Joshua.
Lo stile era inconfondibile. Adulto, essenziale, da uomo in carriera, elegante e costoso.
Entrò ed aprì la finestra, la luce si fece strada abbracciando tutto, ragazzo addormentato compreso.
Lo guardò meglio, era a pancia in giù tutto di sbieco sul letto spazioso e disfatto, la canottiera bianca intima tutta attorcigliata sul corpo atletico ed alzata, i pantaloni leggeri del pigiama che stavano per finire sotto la decenza.
Vide la linea del suo sedere evidenziato dalla gamba piegata di lato e deglutì.
Non era una questione di persona, Kari non lo conosceva molto.
Era il corpo da favola e la posa provocante.
Era il fatto che fosse un ragazzo.
Era una questione di istinti interiori.
Istinti che stavano sempre più venendo a galla dopo le spinte che gli aveva dato Chris.
“Sono gay? Oh mio Dio, sono gay veramente? Subire il fascino di una persona particolarmente capace e seducente è un conto, trovare bello, invitante ed interessante il corpo di un altro uomo è decisamente altra storia. Sono gay?”
Con terrore lancinante ed indescrivibile rimase paralizzato ad osservare Kari in quella posizione e senza capacità che comprendevano l’andare oltre al chiedersi se fosse gay, rimase così per qualche minuto al termine del quale lo vide muoversi e attorcigliarsi ancor di più su sé stesso.
Si mise a pancia in su ed in quello i pantaloni già larghi e bassi scesero ancora scoprendo l’inizio delle sue parti intime.
Ormai era un vizio, pensò confuso mentre andava a fuoco.
Ricordandosi il giorno precedente quando l’aveva visto per un istante addormentato coi pantaloni e i boxer abbassati, avvampò ulteriormente.
“Non che io abbia mai avuto modo di imbattermi nel mondo dell’intimità maschile. Nemmeno femminile se è per questo. Voglio arrivare vergine al matrimonio per essere consacrato unicamente alla mia sposa, è una cosa meravigliosa se ci riuscissi. Ora ho qualche dubbio a proposito visto che nel vedere il mio primo nudo maschile che esula da quella creatura strana di Chris, mi sto eccitando! È sbagliato. Sbagliatissimo! Tutto sbagliato! Come faccio, ora?”
Cercando di scuotersi e andarsene urtò un mobile facendo cadere qualcosa che c’era sopra, giratosi verso Kari nella speranza che non si svegliasse, lo vide aprire gli occhi e guardarlo, senza stupirsene più di tanto si alzò a sedere grattandosi la nuca cercando anche di riconnettersi.
Mugugnò un roco ‘ciao’ che mise in difficoltà Niky.
Ora non poteva più andarsene, doveva rimanere e… e fare cosa? Dire cosa?
Stava cercando disperatamente qualcosa che sarebbe stato normale fare in una situazione simile e proprio quando sembrò ricordarsi il motivo per cui era lì, Kari si alzò probabilmente per andare in bagno. Sembrava non necessitare di spiegazioni, parole o gesti.
Quando si mise in piedi i pantaloni ormai bassi, caddero ai piedi del tutto e li lasciò a terra senza problemi.
Dormiva senza intimo.
Niky sgranò istintivamente gli occhi diventando una statua di marmo di colore rosso intenso e tenendosi al mobile che aveva urtato, si aggrappò come se non avesse più le gambe per reggersi in piedi.
Perfino una capra si sarebbe accorto che aveva qualcosa che non andava e fermandosi sulla porta, Kari glielo chiese:
- Che c’è? Ti vedo male… - Non si ricordava la scenata che aveva fatto la mattina precedente quando per sbaglio gli aveva visto le parti intime, quindi non ricordava nemmeno che era un tipo impressionabile come pochi.
Pensando che si sentisse male, si avvicinò e fissandolo concentrato cercando di capire cosa avesse, Niky strisciò di lato per allontanarsi, scosse la testa e fortemente imbarazzato, disse teso:
- Niente, perché? - Kari fece l’espressione da ‘ma sei scemo?’ più espressiva mai vista, quindi disse:
- Per chi cazzo mi prendi? Addormentato sì, imbecille no! Cos’hai? - Fece poi perentorio avvicinandosi ancora a lui perfettamente nudo. Il suo corpo -estremamente maschile- era piacente, muscoloso al punto giusto ed invitante.
Cavolo, invitante?
Come poteva pensare così?
Alla fine non resistendo più e sentendosi male da voler gridare e poi buttarsi giù dalla finestra, Niky si prese il viso fra le mani e nascondendoselo gridò di slancio esplodendo incontrollato:
- Sono gay! - Forse gridarlo non aveva senso e nemmeno dirlo, ma a Niky fu d’aiuto perché il primo scoglio era superato.
Ammetterlo e dirlo ad alta voce a sé stesso oltre che a qualcuno.
Kari sbatté le palpebre disorientato da quella reazione.
Non era difficile immaginare che quel ragazzo fosse gay, che novità era?
Lento come sempre, disse spontaneo e schietto alzando le spalle:
- Io voglio farmi un uomo, ma non sono nulla, e allora? -
Questo fece reagire Niky di nuovo prima di attivare il cervello:
- Se vuoi fare l’amore con un uomo allora sei gay. - Precisò senza volerlo davvero. Fu semplicemente la prima cosa che gli venne in mente, quella più logica, razionale e sensata.
Aveva ragione, ma per Kari non faceva differenza.
- Come vuoi. Ma insomma, voglio dire… chi se ne frega! Se sei gay, cioè! Non è una novità, era abbastanza chiaro! -
Niky lo guardò sforzandosi di non abbassare lo sguardo, rosso e carico di vergogna lo guardò come se fosse pazzo, alla fine allargando le braccia con fare teatrale disse stridulo ed isterico:
- E copriti allora! - Kari capì solo in quel momento il suo problema e facendo un ‘oh’ sminuente si riprese i pantaloni del pigiama e li indossò.
- Bastava dirlo che ti imbarazzano i cazzi perché ti piacciono! - Niky provò il primo insano istinto omicida e pensando che fosse un alieno non trovò più niente da dire.
Cosa fare, del resto?
Non ci arrivava, quel tipo, che era traumatico scoprirsi gay per lui che era tanto di fede e che ci teneva enormemente a seguire la strada giusta…
- Vado a lavarmi. -
Sollevato dal vederlo andarsene, mormorò di riflesso sforzandosi di tornare ai suoi doveri.
- Preparo il pranzo. - E alla parola pranzo il suo stesso stomaco gli si rivoltò come un morto avrebbe potuto fare nella tomba!
Non poteva mangiare con la sensazione di essere gay. La sensazione che avrebbe bruciato all’inferno, un giorno. La sensazione di essere perduto e nella strada completamente sbagliata.
Del resto se lo era, lo era, non poteva smettere di essere chi era, non si poteva decidere chi si voleva essere. Questa era l’unica cosa che realizzò nell’uscire dalla camera.
Al come viverla e affrontarla, ci sarebbe arrivato un’altra volta in un altro modo.
Per ora i traumi erano già troppi.
Niky non mangiò pur potendo.
- Sei sicuro di non voler mangiare? - Niky annuì convulsamente, all’idea di mettere qualcosa nello stomaco sentiva la nausea, però aveva bisogno di parlare. Quello era un bisogno impellente ormai. Aveva appena consapevolmente scoperto di essere gay, il minimo era parlarne con qualcuno.
Si mordicchiò il labbro indeciso, non vedeva Kari molto utile in quel senso, non era un gran conversatore, anche perché era sul monosillabico andante, però era anche l’unico disponibile.
- Come va con Joshua? - Chiese provando a tastare il terreno alla larga.
Kari mandò giù l’ultimo boccone e alzando le spalle rispose semplicistico:
- Bene. - Appunto, monosillabico. Niky sospirò sconsolato, ma fece un altro tentativo.
- Bene in che senso, se posso osare? - Non sapeva il resto dei retroscena e come si erano risolte le cose, quindi era una domanda legittima. - Insomma, ieri avevate un po’ di tensione in atto… di mattina tu hai gridato contro Joshua e lui contro di te… -
Kari bevve un sorso di acqua e poi con altrettanta tranquillità, rispose:
- Beh, ci siamo messi insieme. Di sera abbiamo litigato e poi abbiamo trovato un punto d’incontro. - Niky arrossì, ma sorrise. Era sia imbarazzato che contento.
- È bello… - Non seppe dire altro, ma pensava veramente che fosse bello e Kari lo capì rimanendone colpito. Cosa mai poteva interessargli a lui? Non si conoscevano praticamente per niente…
- È stato strano perché lui non dice mai cosa prova, ma solo cosa pensa ed è diverso. Io poi non mi fido per natura, quindi c’è stato questo grande scontro. Alla fine sembra ci tenga veramente a me, avevi ragione. - Niky si sciolse nel sentirlo parlare tanto rispetto ai suoi standard, quindi si sistemò sulla sedia e si appoggiò al tavolo captando in lui comunque qualcosa che non tornava.
- Allora cosa c’è che ti turba ancora? - Kari si fermò stupito a fissarlo, non era molto espressivo di natura. Come l’aveva capito?
- Cosa… cosa te lo fa pensare? - Non credeva di aver dimostrato particolari dettagli, non era famoso per essere emotivo.
Niky si strinse nelle spalle e con un’espressione gentile e mite di chi non voleva osare troppo, rispose vago:
- È una sensazione che mi hai dato… hai sempre uno sguardo triste e tormentato che ti sforzi di annebbiare, dopo aver risolto con Joshua pensavo se ne andasse, ma ce l‘hai ancora… -
Kari si sentì quasi male in un certo senso, era strano sentirsi dire cose del genere, in vita sua nessuno gliele aveva mai dette. Nessuno si era interessato tanto a lui, né aveva mai notato i suoi stati d’animo più profondi e nascosti. Quel ragazzo sapeva andare oltre la superficie, ma non era tutto lì.
- Perché ti interessa cosa c’è sotto? - Lo chiese in modo brusco, ma non lo fece di proposito, non era seccato anche se tale risultò e Niky indietreggiò con la schiena per fare marcia indietro mortificato.
- Scusa, non volevo essere invadente, era per conoscerci meglio visto che dovremo stare insieme più di quel che pensavamo e poi… e poi, insomma, non l’ho fatto con malizia o curiosità, era sincera preoccupazione. Io credo che… - Poi vide Kari scuotere la testa seccato e allora si zittì pensando di aver fatto anche peggio di quel che aveva sperato.
- Non sono incazzato, volevo solo saperlo perché nessuno si è mai sbattuto di me. Nemmeno Joshua mi fa mai domande, mi dice cosa fare e mi grida dietro, ma non si interessa mai veramente a me. Mentre tu sì e sei l’ultimo arrivato. Volevo sapere come mai! - Sforzatosi di spiegarsi meglio, vide Niky sospirare e rilassarsi di nuovo, quindi si appoggiò coi gomiti al tavolo, dopo di questo rispose calmo e con quella sua serenità caratteristica.
- Perché mi interessano le persone che mi circondano. Mi piace la gente e capisco che per dei vissuti particolari sia portata a tenersi su delle maschere, ma vedo che oltre c’è di più e quando vedo una particolare sofferenza mi preoccupo, tutto qua. Quindi quando posso cerco di dare una mano in qualche modo… - anche se non riteneva di star facendo niente di particolare.
Kari ebbe un improvviso bisogno di essere abbracciato, ma non erano quelle di Niky le braccia che voleva sentire intorno a sé e incupendosi incrociò le proprie sul tavolo affondandovi il viso. Rimase così qualche secondo alla disperata ricerca delle parole, alla fine riemerse e col mento sull’incrocio degli avambracci, rispose con aria liberamente contrariata e smarrita:
- Ho paura di non interessare veramente a Joshua. Che lui sia sì veramente preoccupato per me e che voglia che io mi curi e mi sistemi, ma che sia una cosa passeggera. Che quando io sarò a posto poi passi tutto e mi pianti. Non gli importa chi ero prima e perché ero su una strada. Non gliene fotte un cazzo di me. -
A Niky si strinse il cuore e non resistette all’impulso di allungarsi oltre il tavolo e arrivare alla mano semi nascosta sotto al gomito.
La prese e gliela strinse sensibilmente, era un gesto da ragazza eppure a lui veniva così spontaneo che Kari si chiese come mai avesse capito di essere gay solo in quel momento. Non era una legge matematica che i ragazzi sensibili e delicati fossero gay, però al novanta percento era così. Per esperienza lo poteva dire. Poi c’erano le categorie come Chris che erano a parte. Lui era tutto, sperimentava tutto ed era capace di piacere a chiunque volesse piacere al di là dei rispettivi gusti sessuali. Kari invece non si riteneva niente, non gli interessavano uomini, donne o altre persone, nemmeno Chris gli aveva mai fatto avere reazioni di alcun genere.
Solo con Joshua succedeva, quindi si diceva che voleva solo lui, tutto lì. Era una cosa diversa volere una persona dal volere un uomo o tutta la categoria maschile.
Si sentì meglio nella stretta di Niky così gentile e non si ribellò; stanco di provare sempre cose interiormente pesanti, affondò di nuovo il viso contro le braccia. Niky non sapeva cosa dire, non conosceva Joshua così bene da dire che si sbagliava, non poteva invadere un campo che non era di sua competenza e alzandosi in ginocchio sulla sedia si stese col busto sul tavolo per arrivare meglio al ragazzo chiuso e chino in sé stesso. Si appoggiò con dolcezza a lui e mentre con l’altra mano gli carezzava la spalla e la schiena, con le labbra gli posò un leggero bacio sulla nuca sopra ai capelli castani rasati corti che lo solleticarono. Rimase fermo in quella posizione a cercare di dargli conforto, chiudendo gli occhi.
Era una bella sensazione stare così per entrambi.
Kari si sentiva cullato come non era mai stato in vita sua, Niky stava provando qualcosa di nuovo.
Era bello carezzarlo, sentire le sue spalle forti, i suoi muscoli tonici sotto le dita attraverso quella maglietta senza maniche. Era bello infilare i polpastrelli sotto per stare a contatto con la pelle e tenerlo a sé in quella specie di abbraccio.
Non era per avere lui nello specifico, era bello esplorare in qualche modo, sia pure accennato e blando, un corpo maschile.
I suoi primi contatti coi ragazzi dopo la sua scoperta. Non sapeva che era normale e che dopo di quello avrebbe provato sempre più desiderio di esplorare quel mondo, per mettersi alla prova e perché fare una cosa consapevole che gli piaceva era sempre diverso.
Kari non si accorse delle sue sensazioni di piacere puro fine a sé stesso nel toccarlo con dolcezza, lo trovò fraterno, lo trovò come nessuno mai era stato nei suoi confronti, lo trovò la prima cosa piacevole e dolce della sua vita. Joshua era diverso. Era la prima cosa bella della sua vita e di lui ne era dipendente, ma si bruciavano a vicenda, si divoravano, c’era passione, non c’era dolcezza o delicatezza, era per questo che non era sicuro di cosa stessero vivendo e se a lui importasse veramente qualcosa.
Non sapeva.
A quel punto Kari non sapeva più niente e non voleva scoprire che era tutta un’illusione, che vedeva in Joshua il suo salvagente e che non era niente di più. Soprattutto non voleva scoprire di essere una meteora nel suo cielo, uno dei tanti. Solo un cavallo selvaggio da domare che appena ci fosse riuscito l’avrebbe abbandonato senza più interesse, non rappresentando più una sfida interessante.
Perché non poteva decidere per chi prendersi?
Con un atto di ribellione sfidò sé stesso a non provare veramente niente nel baciare quel bel ragazzo tanto dolce.
Si sfidò e prendendogli il viso fra le mani lo baciò annullando quel soffio che rimaneva fra i due.
Kari sollevò il viso e senza fargli nemmeno realizzare cosa stava succedendo, gli rubò le labbra prendendole fra le proprie, gliele succhiò e lo invase subito prepotentemente con la lingua. Niky spiazzato si lasciò fare ebete, partecipando poco attivamente. Lo sentì morbido e caldo e gli piacque mentre un’ondata bollente lo avvolgeva.
Si sfidò e sebbene fu un bel bacio piacevole, non provò assolutamente niente. Niente di paragonabile a quello che era stato con Joshua.
Fu lì che capì che non bastava volere con tutto sé stesso una persona di sesso maschile per volerne automaticamente anche gli altri. Non bastava a lui, cioè. Perché lui non voleva una persona di sesso maschile. Lui voleva una persona e basta.
Una persona specifica.
Lui voleva Joshua, degli altri non gli interessava niente. Poteva farci sesso, poteva farci qualunque cosa, ma non gli interessava, non sentiva nulla, non si eccitava, non desiderava veramente.
Per Niky fu diverso perché anche se non se l’era aspettato nella sua eterna ingenuità, l’aveva poi accettato per sperimentare e capire se gli piacesse baciare i ragazzi. Con Chris era stato deleterio, si era totalmente staccato da sé e dal mondo, però non era stato capace di mettere a fuoco niente, di capire sé stesso. Ora poteva, ora ci riusciva a rimanere cosciente.
Era bello baciarlo, non gli faceva senso e non lo lasciava indifferente, però non lo emozionava come Chris.
Sentì delle vampate di calore che rimasero controllate e gestibili e quando si separarono pensò di essere vicino alle sue risposte.
Ovvero al capire cosa significava essere gay, cosa ancora non del tutto chiara ma quasi.
Rimasero a guardarsi da vicino e fu allora che Kari con disperazione nello sguardo dimostrò quanto peggio ora stesse e quanto male fosse andata la sua sfida con sé stesso.
Niky senza dire niente e senza chiedergli perché l’avesse fatto, consapevole che probabilmente non avrebbe mai potuto capirlo, si limitò ad abbracciarlo.
Era bello farsi abbracciare da una persona tanto dolce e gentile, qualcuno che era lì per lui e che gli faceva tante domande per capirlo meglio, non gli era mai capitato e quella prima volta per Kari fu shockante quanto lo era stato capire che comunque per Joshua provava qualcosa di fortissimo.
Il fatto però era che si stava convincendo sempre più di non essere ricambiato sul serio. Non davvero.
Niky parve capire l'origine del suo caos e del suo smarrimento, infatti tenendolo fra le sue braccia come un fratello minore, senza un minimo di malizia, disse piano:
- Io credo che tu debba parlarne apertamente con lui… - Il centro di tutto era sempre Joshua.
Kari sussultò nel capirlo, aveva ragione, ma non pensava di esserne capace. Non si era mai aperto con nessuno e riuscirci tanto con Niky era strano e bello, ma Joshua era un’altra storia. Di Joshua era preso e forse anche seriamente innamorato.
Quella era di certo l’eventualità peggiore.
Sospirò sconfitto e tormentato.
Doveva dare risposta a tutti i suoi dubbi una volta per tutte.
Avere un obiettivo da portare a termine era qualcosa di positivo comunque, per uno come lui vissuto sempre senza assolutamente niente, nemmeno il traguardo dell’alzarsi il mattino.
Si separò dal ragazzo e andò a bere. Joshua era la persona che desiderava per cui provava qualcosa. Niky? Niky chi era?
Stava diventando amico di qualcuno per la prima volta?
Guardandolo ancora incerto ed imbarazzato, capì che anche lui aveva dei problemi col suo lato omosessuale appena scoperto, anche se decisamente con tardività.
- Tu cosa hai capito di te stesso? - Chiese senza molto tatto.
Niky si sentì davanti alla sua prima interrogazione delle elementari. Aveva studiato, ma non era sicuro di sapere tutto. Quando la maestra l’aveva chiamato si era sentito morire, ma poi ci aveva pensato ad aveva risposto a tutto con esauriente conoscenza.
Fu così anche ora.
La tensione alle stelle, il caos e poi… le parole che si srotolavano da sole come il metro di un sarto.
- Ho capito cosa significa essere gay ed in che misura lo sono, più o meno. In realtà devo sperimentare ancora perché mi chiedo se con le donne sia la stessa cosa, non ho mai provato né voluto perché volevo arrivare vergine al matrimonio, ma qua si tratta di conoscere sé stessi una volta per tutte e trovare delle vere risposte definitive. Dopo che avrò capito quale creatura sono, potrò combattermi o risolvere in qualche modo. Chris per ora mi ha fatto provare delle cose sconvolgenti ed ho paura perché con lui perdo il controllo. E poi devo ancora capire a fondo questa cosa dell’essere gay. Insomma, è sbagliato, non dovrei accettarla e viverla, io voglio seguire una certa strada, quella che io ritengo giusta, che rispecchia la mia fede e quindi non voglio semplicemente dire ‘ok, sono gay, andiamo coi ragazzi!’. Però se mi innamoro di un ragazzo è diverso, quando diventa amore diventa una cosa pura e la posso accettare, ma non è che solo perché con Chris è più coinvolgente significa che sono sulla via dell’innamoramento e che lo amerò e che quindi posso andare avanti così, perché anche se così fosse lui non è capace di amare, vero? Sembra così superficiale ed egocentrico, non sembra interessato ad altri in quanto loro, sembra che tutto quel che faccia sia un sistema per gratificare sé stesso. Insomma, come si capisce cosa si prova per qualcuno? Se è solo attrazione più spiccata o altro? Per capire a che livello sono gay posso cercare di sperimentare ancora un po’ altrove. Insomma, intanto capire in modo passivo se mi piacciono le donne, poi eventualmente provare, sempre in modo passivo, a vedere cosa succede con altri ragazzi. Quando ho questa risposta sono a cavallo, poi manca lo scoglio più grande. Risolvere l’enigma Chris. Non so proprio come fare con lui. Mi basta che mi sfiori che finisco su un altro mondo e perdo il controllo… -
Kari inebetito da tutto quel vortice di parole, l’ascoltò captando solo il vago senso di quel che diceva e si chiese se fosse in grado di dargli una qualche risposta. In realtà non c’erano perché le doveva trovare da solo e lieto che fosse così, dandogli una poco sensibile pacca sulle spalle, disse schietto:
- L’unica è sperimentare sul campo, proprio come dici tu. Io non mi limiterei alle sperimentazioni passive, però vedi tu. Con Chris… tanto che tu lo voglia o no ci finirai dentro con tutte le scarpe, tutti ci cadono! - Niky sgranò gli occhi un po’ sorpreso ed un po’ spaventato.
- Anche tu? -
- No, io no, ma so che tutti prima o poi ci finiscono, ha la capacità di sedurre un camion! Io non sono mai stato nel suo interesse, altrimenti ci sarei caduto anche io, credo. - Niky rimase impietrito. Cosa poteva fare?
Davvero c’era solo l’inevitabilità da vivere?
E l’inevitabilità era Chris?
Poi Kari tornò a sé stesso e cambiando argomento, appoggiato al mobile della cucina più in là con le braccia conserte, disse a sé stesso:
- Io parlerò con Joshua… -
Niky sospirò accennando ad un sorriso di conforto. Sperava solo di non ritrovarsi l’indomani entrambi lì a piangersi addosso nella versione peggiore di quella giornata.
Il silenzio in quel momento fu molto comunicativo.