*Niky ha capito che è senza ombra di dubbio gay, quello che è successo con Chris gli ha aperto gli occhi e nel locale con Kari ne ha avuto conferma, ma non la prende bene perché è un tragico emotivo e ultimamente mangia poco per seri problemi economici oltre che di sensibilità. Kari dal suo canto è sempre più convinto di non avere futuro con Joshua anche se prova davvero qualcosa di serio per lui, purtroppo quello che ha passato lo ha segnato e mettiamoci anche che i due sono davvero molto diversi... se uno sostiene che devono interessarsi a lui se ci tengono, l'altro sostiene che se ci tiene deve aprirsi per primo. Ma così non si sa quanto possono andare avanti. Nel mentre, Chris nota il legame che si è creato in poco fra Niky e Kari ed è geloso sebbene con Niky ci sia stato poco, ma forse quel poco è stato sufficiente anche per lui. Comunque ci sarà spazio e approfondiremo anche Chris, per ora è più marginale, ma avrà un suo ruolo interessante. Buona lettura. Baci Akane* 

CAPITOLO VIII: 
SCAVANDO NELL'INTERESSE

joshua chris

"Stiamo bruciando e sanguinando, proviamo a dimenticare
Ma i ricordi rimasti ancora ci perseguitano
I muri che abbiamo costruito con bottiglie e pillole
Noi ingoiamo fino a non parlare
Io, io sono un uomo in fiamme
Tu, un desiderio violento.
Che notte pericolosa per innamorarsi
Non so perché continuiamo a nascondere ciò che siamo diventati
Vuoi oltrepassare il confine?
Stiamo perdendo tempo
Una notte pericolosa per innamorarsi
Ha iniziato uno straniero, un amore in via di estinzione
Ai margini della notte
Il viso angelico, il cuore di un fantasma"

- 30 second to Mars - Dangerous night -

Quando Kari lo portò a casa sua era notte fonda, scese e l’accompagnò per aiutarlo a portare le borse degli acquisti e quando vide in che topaia abitava cominciò a capire anche perché prima non si era occupato di sé. Ci era abituato!
- Niky, come fai a vivere qua? - Chiese con faccia tosta. Lui era un senza tetto prima di incontrare Joshua, per cui c'era da chiedersi da che pulpito venisse la predica!
L'appartamento di Niky era un monolocale, aveva un unico stanzone, in un angolo una sottospecie di cucinino vecchio e cadente, in un altro un tavolo minuscolo con due sedie e contro il terzo angolo, c'era un letto singolo che non dava l'idea di essere comodo. Muri incrostati, muffa sul soffitto, sopra la cucina. C'era la porta del bagno, ma Kari si rifiutò di guardarci dentro. 
C'era poco e niente d'arredamento e quel po' era vecchio e malridotto.
Niky si ricordò del posto in cui viveva e mortificato se ne vergognò, era ordinato e pulito ma non certo ospitale e motivo d'orgoglio. Davvero impressionante per uno abituato al lusso ormai da un po’ di tempo.
- Scusa, non volevo che entrassi, ma ero distratto e… beh, non posso permettermi di più, per ora. Anzi, vi ripagherò per i vestiti ed i capelli. Ti ringrazio per il drink e… - Kari mollò tutto e infastidito lo zittì:
- Dai, vieni da noi. Stai da noi finché non trovi qualcosa di meglio. Anzi, sai cosa faccio? Dirò a Chris e Joshua di pagarti in anticipo! Non puoi vivere qua, è assurdo! Ma hai qualcosa da mangiare? - Chiese come se avesse un flash all’ultimo. Kari sapeva cosa si eliminava per prima cosa quando non si avevano soldi. Ci era passato.
Niky scosse la testa mortificato, come se fosse colpa sua, ma alzò le mani per negare con più forza ed allontanarlo; non voleva essere maleducato però al momento il suo umore rasentava i minimi storici, voleva solo affondare nel letto e piangere senza far pietà per alcun motivo al mondo. Anche se non sembrava, aveva la sua dignità. Forse. 
Scoprire di essere gay per lui era stato più traumatico di ogni più rosea aspettativa. 
- Ti ringrazio veramente ma no, ho la mia dignità. Quello che mi merito mi merito. Lavorerò e quando sarà ora mi pagheranno, accettare il favore che mi avete fatto oggi è già tanto. Si tratta solo di un mese, ce la farò. Grazie comunque. - Kari capì immediatamente quanto male stesse, non ci sarebbe voluto un genio in ogni caso, ma il volto di Niky era simile ad una tragedia, al momento. Più cupo nessuno l’aveva mai visto e gli occhi neri erano più grandi e lucidi del solito.
- Dai, almeno stanotte. Si vede che stai di merda. - Niky scosse il capo convulsamente e gli prese le mani per convincerlo a lasciarlo solo. Con forza alzò gli occhi sui suoi, erano sinceramente preoccupati e lui non lo conosceva tanto da capire quanto insolito fosse vederlo così, l’apprezzò ugualmente e commosso dalla sua gentilezza, mormorò con un filo di voce quasi rotta: 
- No, voglio solo dormire, sono stanco. Ti prego. - Kari alla fine cedette e se ne andò per nulla convinto. Capiva il volercela fare da solo, ma non il rifiutare una spalla su cui piangere. Se gliene avessero offerta una nel suo periodo peggiore, una con sincerità, la sua storia sarebbe stata diversa.
Riluttante al lasciarlo solo, si decise a tornare a casa propria e quando arrivò trovò dal soggiorno una luce flebile ad aspettarlo. Capì che era la televisione e che era Joshua in piedi che l’aspettava. 
Immaginando di sentire le sue urla si sorprese nel vederlo addormentato.
Non l’aveva mai fatto.
Era capitato l’aspettasse sveglio e col senno di poi poteva capire anche il motivo. La paura che non tornasse era decisamente più sincera di quel che aveva pensato. Di solito, però, quando si sentiva verso la via del sonno andava sempre a letto. Non importava quanto presto si alzava, cercava di resistere il più possibile.
Era la prima volta che era rimasto lì sotto a dormire lo stesso.
Si sentì strano.
“Ma se fa così allora forse non è vero che non gli interesso. Ma perché non vuole entrare di più nella mia vita? Mi cura, mi controlla, si preoccupa, ma non entra veramente in chi sono. Per chi diavolo dovevo perdere la testa? Continuo a pensare che Niky fosse meglio!”
Così pensando si avvicinò e chiudendo la televisione lasciò che la luce da fuori gli facesse vedere un minimo, poi scuotendolo appena cercando di essere delicato, lo chiamò piano.
Joshua si svegliò subito e con uno sguardo insonnolito e corrucciato di chi voleva sgridare qualcuno, grugnì un quasi incomprensibile ‘sei tornato.’
A Kari venne spontaneo rispondere con un piccolo sorriso:
- Pensavi non tornassi? - 
- O che tornassi ubriaco. Volevo farti a pezzi. - Kari accentuando il lieve sorriso divertito che Joshua credette di star immaginando, gli alitò in viso:
- Sono sobrio come una suora! - L'uomo più grande lo spinse bruscamente, non gli piaceva quando gli soffiavano sul viso, ma fu contento di sentire che non aveva bevuto niente che non fosse dolce. 
Tirandosi su a sedere, tutto il momento di romanticismo svanì in fretta.
- Con chi diavolo sei uscito? - Non glielo domandava mai, in realtà non controllava nemmeno se aveva bevuto, ma la verità era che quando si svegliava Joshua, Kari dormiva sempre quindi non sapeva che invece l’odorava e lo controllava per capire che notte avesse passato.
- Niky. - Joshua rimase indeciso a fissarlo dubbioso col suo tipico sguardo affilato inquietante, non era sicuro potesse ritenersi sollevato o cosa. Quel ragazzino era riuscito in imprese a lui impossibili e se per lui erano state impossibili significava insormontabili per chiunque altro. Invece quella specie di prete ce l’aveva fatta.
Da quando glielo aveva affiancato non beveva più e poteva averlo a casa per la gran parte della notte. Per non dire che sembrava più comunicativo e vagamente espressivo. Più interessato, più vivo. 
Non fece altre domande, non volle sapere e alzandosi si diresse al piano superiore per finire la notte nel letto.
Kari si chiese se potesse seguirlo o dovesse andare in camera propria, alla fine alzando le spalle decise di non dargli retta e fare quello che voleva.
Era solo un cagnone rabbioso, niente di veramente preoccupante.
Magari si sentiva escluso.
O magari non gli interessava veramente.
Quando si infilò nel letto si era solo tolto i vestiti rimanendo in boxer.
La stagione era ancora calda anche se non afosa e dormivano col lenzuolo.
Joshua sentendo il letto abbassarsi si sentì subito meglio, ma imbarazzato dall’esprimerlo gli girò le spalle preferendo fare la parte del solito scorbutico, una parte più facile da recitare.
Era una persona allegra, spiritosa e accattivante di giorno in mezzo agli altri, ma in privato ed in certi momenti era anche più distante e chiuso di Kari stesso, il che era tutto dire.
Sapeva arrabbiarsi e attirare le persone alla stessa maniera, non aveva mai incontrato uno così, capace di tutto, specie disorientarlo.
A conti fatti il suo grande problema era che non riusciva ad inquadrarlo e capirlo, proprio per questo si convinceva facilmente di non essere un suo reale interesse. Non duraturo come voleva lui.
Sospirando gli si avvicinò e senza dire niente, in virtù della bella serata passata con Niky, lo strinse da dietro passandogli il braccio intorno alla vita. 
Aderì il corpo al suo e non fece altro, nemmeno gli adagiò un bacio sul collo.
Aspettò di essere respinto e nell’attesa si addormentò. 
Non vide mai il sorriso intenerito di Joshua.
 
 
Al risveglio aveva il pensiero fisso di come stesse Niky, ma non ebbe modo di svilupparlo meglio né tanto meno di esprimerlo perché Joshua lo buttò malamente giù dal letto. Era già vestito e pronto per uscire e guardandolo prima con fastidio, poi con delusione, cercò di capire al secondo colpo quello che stava dicendo: 
- Io devo andare, ricordati che alle dieci hai un’intervista con gli altri del gruppo! Ti mando Niky che sicuramente ti riaddormenti. - Kari lo guardò contrariato e proprio mentre se ne stava andando, si allungò sul letto per agganciarlo col piede intorno alla gamba. Vi riuscì in tempo, ma Joshua fece per sgusciare senza dire nulla. Quando lo prese anche con l’altro in modo da bloccarlo con più fermezza, l’uomo in piedi dovette girarsi di nuovo e sbuffando l’ammonì: 
- Lasciami che devo andare. Ci vediamo agli studi, mollami! - Continuava a guardare l’orologio con premura senza calcolarlo nemmeno di striscio e sentendosi uno dei tanti artisti che seguiva, si ribellò all’idea.
Lui non era uno dei tanti. Non voleva esserlo. 
Si tirò su a sedere e senza dire niente infilò un dito nella cintola dei pantaloni del suo completo pregiato e costoso, per dietro. 
- Kari, no. - Era molto serio e seccato, sembrava suo padre. Non ci stava per niente ad un trattamento simile e slacciandogli i pantaloni, sempre da dietro e quindi in un abbraccio, disse: 
- Da quando c’è Niky e ci siamo messi insieme non mi caghi più, cazzo! Ci vediamo meno di prima! Quando scopiamo? - Chiese come se fosse quello il punto più importante.
Joshua gli prese le mani per scioglierlo, ma con la differenza sostanziale di forza dovette desistere.
- Kari, per me è tardi e devo andare, non sparare stronzate e lasciami andare! - Ma l’altro era seriamente intenzionato a prendersi ciò che voleva e messa la mano nel suo inguine cominciò a massaggiarglielo con convinzione.
- Non sono stronzate, ora verrà fuori che siccome mi sto mettendo in riga e che non devi fare tu le cose che ora fa Niky, tu hai preso lavoro in più. - Joshua evitò di dirglielo perché era proprio così e non voleva dargli ragione. - Lo vedi che avevo ragione a dire che non ti interessavo più di tanto? - A questo però Joshua avrebbe voluto ribattere, ma il piacere cominciava ad essere troppo intenso, quindi evitò di fargli capire quanto gradiva. Fu così che dovette sentire anche l’ultimo proiettile: - Stai scappando da me. - sempre senza la minima forza di parlare ed insultarlo. Non era capace di mentire, non era capace di aprirsi, non era capace di spiegare ciò che aveva profondamente. Era capace di dare ordini e aiutare gli altri, di fare amicizia e far fare gruppo alle band che metteva insieme. Ma di dire ciò che provava no. Ciò che pensava sì, ma fra le due cose c'era differenza. Poteva pensare che gli piaceva Kari e dirglielo, ma non poteva esprimere ciò che provava, ovvero quale sentimento si propagava in lui. Non ci poteva riuscire.
Quando il giovane lo voltò verso di sé e continuò il trattamento con la bocca, Joshua finì di nuovo risucchiato in un'altra dimensione e senza più capacità razionale attirò a sé la sua testa e si abbandonò al piacere.
Questo orgasmo, comunque, non risolse niente perché poi Joshua se ne andò senza dire niente e Kari non ebbe il coraggio di imporsi e tirargli fuori delle risposte. 
Anche perché un ‘non dire stronzate’ non diceva proprio niente.
 
 
Niky quella mattina fece più fatica del giorno precedente ad alzarsi dal letto. Joshua l’aveva chiamato di nuovo per andare a preparare e trascinar Kari negli Studi Televisivi per un’intervista col gruppo.
Aveva dormito di nuovo pochissimo e si era addormentato piangendo e pregando.
Si sentiva sbagliato e sporco. Capiva che la natura non poteva combatterla, ma non riusciva a non sentirsi in errore. Perché Dio l'aveva fatto gay? Dio non sbagliava, non aveva fatto un errore con la sua natura. Però cosa si aspettava facesse? Come doveva vivere la propria omosessualità?
Cercava una risposta dal punto di vista della fede non sapendo nemmeno se potesse parlarne con qualcuno, se lo potessero capire. Si sentiva oppresso e schiacciato e a volte gli pareva di non riuscire a respirare.
Non sapeva cosa fare né come combattere quello stato, era cosciente che non poteva andare contro sé stesso.
L’unica cosa che l’aveva fatto addormentare era stata la frase di Ian.
‘Se è con amore non è uno sbaglio nemmeno davanti a Dio.’
Tutto stava nel farlo con amore e non con un altro organo di sé.
A quel punto quella era certamente l'unica risposta.
Doveva evitare Christopher e basta. Tutto lì. 
Lui lo faceva ragionare con l'organo maschile e non con il cuore o la testa.
Chissà come poteva riuscirci, visto che lavorava per lui, oltre che per Kari.
All’idea di vedere questo secondo si rilassò e riuscì a mettersi in piedi.
Quando giunse da lui era ancora nel letto come la mattina precedente, ma non fu più traumatico trovarlo fisicamente attraente ed interessante, né tanto meno piacevole da guardare.
Il viso poteva essere questione di gusti, ma sul fatto che il suo corpo fosse un gran bel corpo era inconfutabile. 
Stava sonnecchiando sotto mille pensieri, quindi lo sentì e aprì meglio gli occhi per guardarlo accigliato ed inquisitore, cercava di capire come stava.
- Com’è? - Chiese subito rotolando fra le lenzuola e stiracchiandosi. Aveva ancora il sapore di Joshua in bocca e vedere Niky al posto del suo compagno, era strano. 
Il piccolo si strinse nelle spalle con aria malinconica. Non era confuso, almeno quello era una conquista. 
Era sciupato, pallido e con occhiaie e pensò che non avesse dormito niente per piangere. Lo capiva meglio di quel che potesse immaginare. Di notti simili ne aveva passate moltissime anche lui, prima di incontrare Joshua.
- Tu? - Chiese con gentilezza seppure tirata.
- Quello è uno stronzo! - liquidò tutto così decidendo di lasciar perdere l’argomento Joshua, quindi si alzò e mettendogli una mano sulla spalla nel passargli accanto, strinse con premura.
Si sentì stranamente meglio nel sentirlo vicino e se lo fece bastare capendo che non poteva sperare di meglio.
- Non dare ascolto agli altri. Fottitene di quello che dicono. Se vuoi vivertela a modo tuo con Chris provaci, magari va bene, che cazzo ne sai! - 
Si stupì nel dirgli quelle cose mentre usciva dalla camera, di solito era pessimista e disfattista, ma gli era talmente dispiaciuto nel vederlo così che aveva parlato senza rifletterci.
Niky lo seguì automaticamente al bagno senza pensarci, voleva approfondire quell’argomento e seppure sempre amareggiato, chiese:
- Pensi che possa andare bene? - 
Kari alzò le spalle, non ne aveva la minima idea. Toltosi i boxer entrò nella doccia, Niky rimase sulla porta, ma girato di spalle per non guardarlo, quindi continuò a parlare a ruota libera.
- Io non so cosa voglio da lui, indipendentemente dal fatto se lui sia disposto o no, non penso di esserne ancora innamorato, lo conosco troppo poco. Mi prende molto fisicamente ma… onestamente da lì alla questione di cuore è lunga. Io ora devo elaborare meglio questo fatto di essere omosessuale, devo assimilarlo e poi piano piano comincerò a pensare alle relazioni. È vero, Chris mi attrae come nessuno, ma non è quello che voglio ora, sono troppo pieno di problemi per aggiungerne altri. Senza contare che onestamente non penso che lui da me voglia cose serie. Niente più di un volgare divertimento, comunque. Almeno credo. Sì, insomma, se ho capito un po’ il tipo. - 
Kari uscì dalla doccia e Niky sovra pensiero si girò verso di lui, lo vide nudo e bagnato, avvampò, perse il filo dei pensieri e si voltò dall’altra parte imbarazzato. 
- Se avessi visto una donna nuda avresti notato solo se era rasata bene o male? - Chiese prendendolo ironicamente in giro. Nemmeno l’ironia gli altri gli avevano ancora visto, ma Niky abituato rise isterico cercando di rilassarsi. Quando lo sentì più tranquillo, Kari era con l’asciugamano alla vita e davanti allo specchio con la schiuma da barba sul viso e la lametta in mano. Poco prima di cominciare a sbarbarsi, disse serio ed incisivo: - Credo sia meglio così. Prima di tutto devi stabilizzarti. Quando avrai accettato veramente di essere gay e ti sarai abituato, potrai pensare a relazioni e ragazzi. - Niky trovò la sua conclusione estremamente sintetica, ma estremamente buona, quindi sospirando fece un altro sorriso malinconico.
- Grazie. - Kari chiese ‘di cosa’ perché veramente non sapeva di cosa dovesse ringraziarlo, ma pensando che facesse il modesto per alleggerire il momento, accentuò il sorriso.
- Vado a farti il caffè. - 
Così dicendo Niky lo lasciò per scendere in cucina.
Non poteva dire di aver risolto tutto e di stare bene però meglio sì, almeno qualcosa l’aveva decisa e mettere da parte la questione Chris era decisamente risollevante. L’idea di affrontarlo in quello stato confusionale era traumatico.
Non poteva immaginare che non bastava deciderlo per evitare il trauma in questione. 
Fra il dire ed il fare c’era di mezzo l’incontrarlo.
Niente di meno facile.
 
 
L’intervista era agli studi televisivi di un famoso programma musicale, dovevano registrare la puntata dove loro erano gli ospiti visto il prossimo album in uscita. Dovevano anticipare il primo singolo in esclusiva.
Niky e Kari furono i primi ad arrivare sul posto grazie alla puntualità cronica del primo e quando Joshua li vide, si convinse sempre più che aveva fatto bene a dare a quel debosciato uno come lui. 
L’ultimo fu Christopher ed il suo umore era nero già di partenza. Ad uno sguardo il manager capì che aveva qualcosa e ammonendolo subito con l’indice, non servì che proferisse parola. La sua espressività era più che esauriente.
- Niky, stai bene? - Chiese Ian avvicinandosi preoccupato. 
Il ragazzo sorrise sorpreso.
- Sì, perché? - 
- Ti vedo giù, sciupato… - Fece osservando meglio le sue occhiaie.
- No, non c’è niente di che, ho dormito poco… grazie dell’interessamento, comunque. - Dopo che lui lo notò, anche gli altri lo videro e constatarono che aveva ragione. 
- Ore piccole perché hai cuccato o perché è andata male? - Chiese Sean poco delicatamente e curioso. Niky arrossì e si sentì due lame affilate sulla schiena, nel girarsi per vedere la provenienza, vide che si trattava di Chris in disparte e col broncio. L’occhiataccia di Joshua non era servita a molto.
- Dipende dai punti di vista. Cosa intendi con male? - Prese tempo l’interrogato. A quello gli altri capirono.
- Ho capito, non ti piacciono le donne! - Fece Manuel battendogli la schiena entusiasta. Per lui era una bella cosa, in quell'ambiente un po' tutti erano bisessuali e di vedute molto aperte, per gli artisti era così. Paul gli si piazzò dall’altra parte e prendendolo a braccetto cominciò a sua volta allegro:
- Vedrai che ti abituerai presto. Non è una vera tragedia, solo all’inizio lo sembra! - 
- Certo che sei stato un po’ tardo… - Ribatté Manuel dall’altra parte.
- Che si prenda il tempo che vuole, non ha fretta, è giovane! - Fece Joshua capendo al volo di cosa parlavano. - Ora andate a prepararvi, i camerini sono di là, i truccatori vi aspettano. - Dopo averli cacciati ed essere rimasto un po’ solo con Niky, fra tecnici di studio che andavano e venivano, lo fece sistemare in un angolo dove non intralciasse, ma potesse guardare bene la scena davanti alle telecamere dove i ragazzi avrebbero cantato, in modo che Chris potesse vederlo. Infine gli passò un foglietto con giorni e orari. 
- Cos’è? - 
- Gli orari. Grazie a te che segui Kari al posto mio ho potuto prendere degli altri lavori, quindi dovrai seguirlo ogni mattina. Ti ho segnato gli impegni del gruppo, siccome la prossima settimana c’è il lancio dell’album, questa settimana gireranno il video del primo singolo, dovrai assicurarti che butti giù il culo dal letto presto e che vada dove deve andare. Comunque è tutto scritto qua. Chris odia il play back quindi anche nei video canta, di conseguenza non basta che ti assicuri che Kari si svegli in tempo e rispetti i suoi appuntamenti, devi anche fare quella stronzata del guardare quell'altro. - 
Dopo averlo istruito per bene, Niky apprese che in seguito ai video dei singoli dell’album e le diverse altre interviste ed essere stati ospiti a molti programmi, sarebbe cominciato il tour. Un tour talmente lungo che non li avrebbe fatti fermare definitivamente prima dei due anni, era quella la parte più pesante di un nuovo album.
Joshua a quel punto smise di spiegargli le cose e gli fece la prima domanda diretta, di punto in bianco: 
- Pensi di farcela? Se hai impegni o problemi di qualche tipo dimmelo ora e non conterò su di te. Altrimenti faccio affidamento su di te, ragazzino. Mi servi al fianco di Kari e Chris. Sarà stancante, ma per loro di più, tu devi solo seguirli, sarà diverso. Comunque non ti fermerai un secondo. È una vita completamente diversa da quella che hai fatto fin’ora. Sei pronto veramente o hai ripensamenti di qualche tipo? - 
Niky lo guardò sbattendo le palpebre un paio di volte, cercando di capire se glielo stesse chiedendo davvero, poi piacevolmente colpito dal suo momento di premura nei suoi confronti, rispose con la sua tipica gentilezza: 
- No, mi va tutto benissimo, grazie. Non c’è da preoccuparsi per me. Io devo solo assicurarmi che segua i suoi appuntamenti e svegliarlo in tempo, non sarà faticoso. Ma la ringrazio per l’interesse. Può contare su di me. E poi… - Esitò riferendosi a Chris. - guardare Chris cantare è la cosa meno faticosa che io abbia mai fatto, anzi. È davvero incredibile. - Joshua ghignò a quella dichiarazione indiretta.
- Senti un po’ tu… - Fece poi cambiando repentinamente discorso. Niky sussultò capendolo. - Cosa mi dici di Kari? - Eccolo lì con le sue domande del secolo, pensò agitato non sapendo cosa dire. Per un momento aveva pensato gli chiedesse di Chris, invece era saltato su con Kari. Evidentemente ciò che gli interessava davvero.
“Kari ha problemi seri se pensa di non interessargli!”
Si morse la bocca, non sapeva mentire. Dopo un po’ di silenzio, rispose alzando lo sguardo sull’uomo in piedi davanti a lui. 
- È insicuro, ha sempre paura che non ti interessi niente di lui e che quando l’avrai… lui dice domato… te ne stuferai e lo lascerai. Anche adesso che stai tanto di meno con lui e non vuoi parlarci seriamente, non trovi tempo per starci insieme nel modo che vorrebbe… per Kari è una conferma che il tuo è un interesse passeggero e superficiale. Per lui tu vuoi davvero aiutarlo ma è un modo per sfidare te stesso a domarlo, si definisce cavallo selvaggio. È… molto insicuro… io non so cosa abbia passato prima, ma deve averlo segnato moltissimo. - 
Joshua si maledì per aver fatto quel discorso lì nel posto più sbagliato, avrebbe voluto avere soprattutto tempo e modo di dare l’attenzione che meritava quel dialogo e sospirando insofferente scosse il capo seccato.
- Non capisce un cazzo come sempre, quello! - Ma di più non disse liquidando tutto così. Non riteneva Niky il loro consulente matrimoniale e nemmeno un postino, quindi si tenne per sé la motivazione girandosi verso la scena della diretta.
Gli strumenti erano già montati e tutti coloro che dovevano intervenire erano pronti, i ragazzi di lato dall’altra parte ad aspettare che cominciassero a registrare. 
Uno su Chris e l’altro su Kari, i due osservatori sospirarono perfettamente in contemporanea.
- Non capisce proprio un cazzo… - Ripeté fra sé e sé destando curiosità in Niky. Curiosità limitata fino a quando venne il momento di cantare.
A parlare erano stati per lo più Ian, Sean, Manuel e Paul, Chris era evidente fosse di pessimo umore, per lui stare lì era una tortura, mentre Kari non parlava comunque mai, che loro sapessero. 
Però la musica partì e si sentì in tutto lo studio, i ragazzi cominciarono a suonare e nel momento in cui Christopher si posizionò davanti all’asta del microfono, Niky si alzò istintivamente dalla sedia nell’angolo e si portò accanto alla videocamera che lo filmava. Il cantante lo vide bene e la cupezza del suo sguardo scemò lentamente perché dopo aver cominciato a cantare, il piccolo si era ipnotizzato su di lui e non era una cosa voluta, non era uno sforzo, non lo stava facendo per dovere.
Fu chiaro a tutti che Niky era davvero ammaliato da lui mentre cantava, dalla sua voce, dal modo in cui si muoveva, da come appariva… ammaliato e attratto come mai da niente altro in vita sua.
Gli occhi gli brillavano, si succhiava il labbro inferiore con fare infantile senza nemmeno accorgersene e si tormentava le mani trattenendo il fiato. 
Pendeva totalmente da lui, proprio come il cantante voleva che facesse il suo assistente all’ascolto.
Chris cantò dal vivo come nemmeno nelle prove aveva ancora fatto.

Joshua non poteva dire a nessuno ciò che provava per Kari e nemmeno a Kari stesso, perchè non aveva idea di come si esprimevano i propri sentimenti.
Ma non era questo il motivo vero per cui non gli chiedeva mai cose di lui, cose private sulla sua vita. 
Sapeva che Kari pensava non fosse interessato per questo, ma Joshua aveva una teoria ben precisa sul prendere in mano la propria vita e tirare fuori gli attributi.
Era uno che aveva affrontato tutto di petto e che non si era lasciato mangiare da nulla. Kari evidentemente si era fatto mangiare un bel po' dalle proprie brutte esperienze, ma ora doveva trovare la forza di vivere davvero e per farlo c'era un solo sistema.
Certo, gli altri lo potevano spronare ed aiutare nelle piccole cose, come lui che gli dava un lavoro e gli faceva fare ciò che gli piaceva, che si assicurava che sopravvivesse ancora un altro giorno. O Niky che controllava non dormisse tutto il tempo e che gli spiegava quanto bella fosse la vita spingendolo a farsi prendere cura di sé, dandogli una visione spirituale e profonda dell'esistenza. Ma c'era un unico modo per uscirne sul serio, per divorare e non essere divorati.
Ovvero doveva smettere di aspettare che gli altri lo spingessero a fare determinate cose.
Niky lo spingeva ad apprezzare la vita, ad essere più positivo e a guardare ad altre cose oltre che le brutte e le negative, lui lo spingeva a non bere e non drogarsi. Tutti lo spingevano a fare qualcosa per vivere bene e per farcela. 
Ma non era così che uno ne usciva sul serio.
Doveva volerlo, doveva parlarne, doveva essere Kari a fare quello che voleva sul serio.
Voleva parlargli del suo passato e delle sue esperienze orribili?
Doveva andare e farlo, senza aspettare che glielo chiedesse.
Qualunque cosa voleva, doveva essere lui a prenderla in mano, gestirla, conquistarla, farla.
Joshua non spingeva troppo, nonostante già lo facesse molto, per non rendersi una sua dipendenza. Kari ben presto non avrebbe potuto fare a meno di lui o Niky, non andava bene. Voleva che riuscisse a farcela anche da solo e quello era il suo sistema per aiutarlo fino in fondo.
C'era, aspettava, era pronto a tutto, ma non gli metteva la pappa in bocca e non gli puliva il sedere.
Sostanzialmente era questo che stava facendo Joshua con Kari. Solo che farglielo capire era difficile, il ragazzo era l'esemplare più ottuso mai incontrato in vita sua, e di gente ne aveva conosciuta.

Con l’ok finale del regista che diede per buona la registrazione dell’intera puntata del programma, ci fu subito un gran caos ed un concreto via vai che disorientò Niky, il quale non sapendo cosa fare e non trovando più né Joshua, né un viso noto, tornò a sedersi nella sedia che gli aveva assegnato il manager.
Si sentiva particolarmente stanco anche se non aveva fatto niente e non era nemmeno sera. Era ora di pranzo, ma non giustificava quella spossatezza e tutta quella debolezza, per non parlare del freddo e del mal di testa. Non dormiva bene da due o tre notti, era normale, si disse. Doveva cercare di riposare come si doveva, quella sera.
Fu proprio Chris a ritrovarlo, era stato lui ad accorgersi, prima di andarsene, che all’appello ne mancava uno e tornando indietro a dove l’aveva visto l’ultima volta, lo trovò proprio sulla sedia. Fischiò per chiamarlo e con un gesto della testa gli intimò di venire via, sembrava arrabbiato con lui anche se non avevano litigato. 
Non riusciva proprio a capire, Niky suo malgrado sospirando paziente si alzò in fretta vedendo che se ne stava già andando. 
Riuscì a fare un passo, poi si sentì strano.
Chris percepì solo qualcosa di fiacco che lo tirava per la maglia e girandosi seccato fece appena in tempo a prendere il ragazzo prima di farlo andare giù a terra. 
Lo prese per il braccio e l’attirò istintivamente a sé circondandogli la vita, quindi sentendoselo contro capì quanto leggero fosse poiché riuscì a tenerlo su con facilità.
- Ehi, Niky! - Lo chiamò senza successo, lo sentiva mollo fra le sue braccia e chiamando qualcuno con un altro dei suoi fischi, lo appoggiò delicatamente giù stendendolo sul pavimento.
Chris gli sistemò la testa sul suo braccio in modo da sostenerlo e col cuore che improvviso cominciava ad andare come un pazzo nel petto, credette di avere un qualche malanno atroce.
Solo dopo avrebbe capito che quella cosa era ansia, un’ansia terribile. Ansia che non aveva mai provato per niente e nessuno, nemmeno per le esibizioni.
Per un momento solo Niky abbandonato su di sé, il suo viso sciupato e gli occhi chiusi. In breve furono tutti intorno, compresi gli altri del gruppo, e con sorpresa generale ad inginocchiarsi dall’altra parte fu Kari e non Ian od uno degli altri.
Joshua rimase a fissarlo di stucco per un momento, ma poi ordinò di spostarsi per far passare qualcuno che se ne intendeva più di loro.
Niky riprese comunque subito i sensi e posando lo sguardo confuso su Chris che se lo teneva ancora stretto per le spalle e lo fissava corrugato e preoccupato, chiese piano piano: 
- Cosa è successo? - La voce era roca e la bocca tutta impastata, gli sembrava faticoso anche alzare un braccio, quindi si limitò a spostare la mano per prendere istintivamente quella di Chris posata sul suo petto. L’altra mano gliela stava tenendo Kari e stringergliela fu l’idea peggiore che gli sarebbe potuta venire.
- Ehi, ragazzino, da quanto non mangi? - Chiese Kari brusco ricordandosi dell’impressione avuta entrando in casa. 
Niky nicchiò e Chris volle saperne di più:
- Perché glielo chiedi? Vuoi che non mangi ogni giorno come tutti? - Fu brusco, ma capirono che era preoccupato e fu ancora più strano vederlo così. 
- Per lui no! Ieri non ha mangiato niente in mia compagnia, davo per scontato che a casa poi avesse messo qualcosa sotto i denti, ma evidentemente l’idea che avesse gli armadi vuoti era giusta! - La prima impressione che ebbero, fu che quello non era per niente Kari, parlava troppo, si preoccupava, anche se con durezza tipica sua, e gli teneva la mano. La seconda fu che Chris sarebbe potuto esplodere vista la faccia di chi cercava di non gridare di tutto all’imputato. La terza era che comunque Kari ci avesse preso e sospirando Niky ammise colpevole: 
- Dall’altro giorno, quando ho cenato a casa con Chris. - Christopher ci pensò fermando gli istinti omicidi vari e ben distribuiti, a partire da Kari che gli teneva ancora quella dannata mano dall’altra parte e che sapeva tante cose di lui. Aveva anche visto casa sua!
- Ma quella sera alla fine hai mangiato poco! - Si ricordò che aveva mandato giù solo tre o quattro bocconi della cena poiché troppo piccante e che poi le fragole erano state davvero poche a loro volta perché poi si erano assaggiati in altra maniera.
- E perché diavolo non hai mangiato niente ieri quando ti ho detto di farlo? - Grugnì arrabbiato Kari specie perché gli aveva proposto di stare da Joshua un po’ e lui aveva rifiutato.
Niky cercò di mettersi seduto, ma la testa gli girò, quindi si rimise giù sempre su Chris, stava troppo comodo sul suo braccio. Joshua mandò Manuel e Paul a cercare qualcosa da mangiare e da bere che fosse sostanzioso, quindi rimase in piedi davanti a loro ad assistere. Si sentiva strano in qualche modo, non riusciva a capire di cosa si trattava. Non proprio preoccupazione, ma fastidio. Fastidio nel vedere Kari tanto preoccupato. Nessuno l’aveva mai visto con in viso più di qualche espressione da mummia addormentata. Cosa succedeva ora?
- Non avevo fame, ieri è stata una giornata difficile, quando sono teso od ho tanti pensieri per la testa mi si chiude lo stomaco… - Fu chiaro a Kari a cosa si riferiva, ma non a Chris sebbene sarebbe dovuto esserlo. Era colpa sua, in pratica!
- Dannazione, Niky! Tu non hai soldi per mangiare, dì la verità! - Fece alla fine Kari arrabbiato. Lui lo sapeva perchè ci era passato, gli altri no, non avevano idea che si potesse arrivare a certi livelli. Loro prima di avere successo e quindi essere ricchi, avevano comunque una vita normale. Chris lo guardò stupito alla stessa maniera di Joshua e degli altri, poi guardarono Niky in piena crisi comunicativa. Esprimeva perfettamente il fatto di essere stato beccato, ma non sapeva come dirlo senza apparire patetico. 
- No, ok, non li ho, ma mi sono sempre arrangiato in qualche modo, me la caverò fino allo stipendio. E poi ieri non ho mangiato niente perché ero teso e pieno di pensieri. - Stava per dire quali quando riuscì a mettersi a sedere, nello stesso tempo arrivarono i due ragazzi del gruppo con delle scorte di cibo, coca cola e caffè extra zuccherato. 
Per prima cosa bevve il caffè, poi mangiò ed infine sorseggiò la lattina sentendosi molto meglio. 
Quando finì, il suo colorito era già vecchia storia e le occhiaie erano meno evidenti. Probabilmente il resto l’avrebbe fatto una buona notte di sonno di quelle potenti. 
Solo dopo che concluse tutto e che la mente si riattivò tornando lucida e perfettamente funzionante, si accorse che Chris era rimasto seduto accanto a lui e che gli cingeva la schiena col braccio con fare protettivo, ma soprattutto possessivo. Lo sguardo che lanciava a Kari era come una scritta al neon che diceva ‘è mio, non toccarmelo!’ e Joshua non sembrava tanto meglio, la sua scritta diceva invece ‘sei in bilico su un precipizio, attento che ti ci butto io!’ Sguardo molto più complesso, ma comunque negativo di certo.
- O lo pagate prima o qualcuno se lo prende in casa, perché se vedete dove vive vi spaventate! È un buco completamente vuoto e non credo abbia nemmeno il riscaldamento! - Di nuovo Kari si espresse con scontrosità rivelando quanto ci tenesse a Niky, ma ricevette un solo sorriso da tutti quelli che lo guardavano sbalorditi o arrabbiati neri: il sorriso era di Niky naturalmente.
A quello rispose Chris prima di Joshua, ma non nel modo più logico che tutti avrebbero pensato.
- Starà con me! - Sì, perché pagarlo subito sarebbe stato troppo ovvio e semplice. 
Niky saltò subito su guardandolo come un gatto pronto ad attaccare. 
- No, non posso disturbare, non è giusto e… - Ma l’altro non lo fece finire e zittendolo con un cenno secco del capo, gli mise il dito sulla bocca. Fu lì che divennero veramente intimi, non col braccio ancora intorno alla schiena. 
Niky si fermò e Joshua si calmò magicamente riconoscendo la vera coppia. Non tanto per Chris quanto per Niky e come lo guardava esterrefatto e apertamente adorante.
- Starai con me e basta, non me ne frega! - Non replicò e Kari pensò quanto brutta fosse quella idea, ma guardando l’espressione sognante e contenta dell’amico decise di stare zitto tornando anch’egli al suo normale mutismo indifferente. 
Per Chris era solo un distorto senso di possessione, per Niky erano guai futuri grandi come grattacieli e Ian convenne con lui.
Vivere insieme sarebbe stato deleterio, avrebbe perso tutto ciò che avrebbe potuto, ma soprattutto mandato a monte ogni buona intenzione di stare lontano da relazioni erotiche prive di sentimenti. 
Era sempre così. Uno poteva decidere tutto quello che voleva, ma le cose si muovevano sempre in direzione ostinata e contraria.
Ci furono molti sospiri di vario genere, tutti diversi fra loro, ma l’idilliaco scambio di sguardo pseudo romantico fu interrotto dal fratellino Manuel che esuberante come suo solito si buttò a terra appendendosi al collo di Niky, cominciando una litania miagolante:
- Ehi, cucciolo, mi hai spaventato! Non farlo più! Mangia come si deve, ogni giorno, spilla tutti i soldi che puoi da questo Re Mida e vivigli sulle spalle, perché tanto tu te lo meriti e a lui non servono tutti i soldi e lo spazio che ha! Magari ce lo metti in riga, non sarebbe mica male! Se ci sei riuscito con Kari ci puoi riuscire anche con lui! - In quello a tutti fu chiaro che Manuel aveva capito alla perfezione pur fosse sembrato il contrario.
Aveva capito che Kari stava bene e si era ripreso e che era grazie a Niky, aveva oltretutto capito che a questi piaceva Chris e che lui era ancora immancabilmente senza cuore. Dunque se ce l’aveva fatta con Kari, perché no anche con Chris? Se sapeva fare i miracoli tanto valeva approfittarne!
Quando si sciolse, Paul, Ian, Sean e Niky ridevano mentre Joshua aveva una delle sue espressioni strane sul viso, Kari era del suo solito umore da zombie vivente e Chris sogghignava. Era convinto di non avere niente che non andava, quindi tutte quelle moine erano solo i suoi soliti scherzi.
- Lasciatelo in pace, adesso! Anche se si è ripreso è appena svenuto! - Fece poi perentorio Joshua. Appena lo disse tutti si alzarono e Chris l’aiutò con delicatezza. Niky si sentiva strano e spaesato davanti a tanta gentilezza e accortezza proprio da parte sua.
Non capiva bene i giochi degli altri e nella fattispecie di quella gente. Di Chris men che meno. Capiva solo vagamente che qualche gioco strano lo stava facendo, ma pur rendendosene vagamente conto non era assolutamente in grado di riprendersi in mano e fare ciò che doveva.
Abbandonato interamente a quel che voleva, non capendo cosa gli piacesse tanto di lui, accettò di andare da Chris.
Come Cappuccetto Rosso che accettava di andare nella tana del Lupo Cattivo.