*Quando Jay si rende conto di amare Denis in seguito ad una notizia che lo riguarda, la sua reazione sarà l'opposto di quella che si aspettava David. Il quale, questa volta, ne approfitta in pieno. Ad un certo punto sono stata particolarmente dettagliata nella descrizione di ciò che succede, di norma non lo sono così tanto! XD Buona lettura. Baci Akane*

11. DIETRO QUELLA PORTA

david jay

La più bella notizia per Jay arrivò qualche giorno dopo, quando Denis gli strillò all’orecchio che il suo dottore in patria gli aveva trovato un reale problema al ginocchio che stava curando con terapie mirate e che a breve sarebbe tornato lì per la riabilitazione. 
- Presto tornerò! - Esclamò al telefono con Jay ancora stordito alla notizia, ci mise un po’ a realizzare cosa significava. 
- Non mi lascerai, quindi? - Rispose col cuore in gola appena l’aveva capito. 
La risata di risposta fu il suono più bello che avesse sentito da lì a qualche tempo e fu lì che Jay capì quanto realmente fosse perso per Denis. 
- No, non ti lascerò, dovrai sopportarmi ancora un po’! - 
“Lo amo.” Fu una consapevolezza assoluta. Sapeva di provare qualcosa per lui, qualcosa di molto forte, ma quando seppe che stava per tornare e che sarebbe stato di nuovo tutto come prima, Jay capì che amava. Che quello era amore ed era la prima volta nella sua vita. 
Quando David lo vide Jay aveva appena concluso la chiamata con Denis, per quello si era alzato prima dalla cena con la squadra, nella mensa del club. Erano lì perché il giorno dopo avrebbero giocato in casa e quando questo accadeva, il giorno prima gli allenamenti erano di pomeriggio, poi la squadra si fermava al centro sportivo dove mangiavano e dormivano insieme per assicurarsi che i giocatori fossero diligenti sulle pratiche precedenti alle partite. Sostanzialmente per controllarli. 
Così David che di solito era un lampo a fare tutto ciò che faceva, lavarsi, prepararsi, mangiare e via dicendo, aveva finito e si era alzato senza notare realmente Jay allontanarsi al telefono. 
Quando lo incontrò nei corridoi delle camere, aveva le lacrime agli occhi ed era al settimo cielo. 
David capì immediatamente che doveva aver ricevuto una bella notizia, non ci voleva un genio per capirlo. 
- Belle notizie? - Jay vedendo che era lui si disconnesse e si lasciò andare senza ragionarci nemmeno su. 
Gli mise le braccia al collo e gli scoccò un bacio a stampo sulle labbra per poi stringerlo forte, chiudendo gli occhi e trattenendo quella gioia e quella consapevolezza appena raggiunta. 
Denis tornava da lui, sarebbe stato ancora bene, non doveva rinunciare. E lo amava.
Forse non sarebbe mai stato ricambiato allo stesso modo, ma quando ami in un certo modo ti basta averlo lì e non ti importa di essere ricambiato. Ti basta averlo. 
Finchè questo non ti logora. 
Ma in quel momento a Jay bastava riaverlo. 
David preso in contropiede aveva solo potuto stringere le sue braccia alla sua vita snella e ricevere le sue labbra e poi il suo abbraccio. Stordito rimase a ragionare su come dovesse considerare quella cosa appena avvenuta. 
“Non è nemmeno un vero bacio. Ma in un certo senso lo è. Ma dubito lo stesse dando a me, voglio dire... ovviamente l’ha dato a me, ma non ero io che stava baciando...” 
- Denis? - Disse consapevole che dovesse essere lui e quella era la sua risposta. Jay lo amava. Non gli fece effettivamente effetto saperlo, si dispiacque solo perché pensava che se uno amava, difficilmente faceva sesso con qualcun altro e lui ormai aveva sempre più voglia di farlo con un ragazzo. Visto che non ce l’aveva con tutti i ragazzi, era ovvio che si concentrasse sui pochi che glielo tiravano su. Jay era uno di quelli. Se non, forse, l’unico in quel momento. 
- Torna. Il suo dottore dice che ha qualcosa... non ricordo che ha detto, ma insomma lo sta curando e fra poco verrà e riprenderà gli allenamenti! Dio sono così felice, David! - David si trovò a sorridere ebete continuando a stringerlo, normalmente odiava gli abbracci ed essere toccato, ma da lui andava bene. E si trovò anche felice per lui. 
- Hai visto che va tutto bene? Te l’avevo detto! - Jay si separò dal suo abbraccio, ma con una luce incredibile negli occhi, una luce viva che negli ultimi mesi non aveva avuto, lo prese per il polso e se lo tirò per il corridoio. David si ritrovò a seguirlo senza realizzare cosa stava facendo, prima di poterlo chiedere si ritrovò con lui nella sua stanza, ogni giocatore ne aveva una singola al centro sportivo del club, mentre quando si andava fuori città si stava negli alberghi e di norma le camere erano a due salvo richieste speciali. 
David, che di solito ci metteva un po’ a capire e a reagire, si ritrovò nella sua camera e successivamente le sue labbra sulle proprie. E questa volta senza nessun bacio a stampo o sulla guancia. Questa volta c’era la lingua. 
E non solo. 
C’erano anche le mani nei pantaloni e nei boxer. 
David si trovò ‘aggredito’ da Jay e prima di capire cosa stava succedendo, lo stava assecondando. 
Aprì la bocca, piegò la testa e gli venne incontro con la lingua intrecciandosi alla sua, realizzando con un’ondata d’eccitazione improvvisa e violenta che era bellissimo baciarlo ed ubriacante. 
Alla mano di Jay sul proprio inguine rispose allo stesso modo, infilando la propria nei suoi shorts e nei suoi boxer. 
Era la prima volta che toccava un pene oltre al proprio, finora aveva guardato e si era fatto toccare, ma aveva giurato a sé stesso che l’occasione successiva l’avrebbe preso in bocca. Ed era quello che voleva, ma iniziando a toccarlo pensò che fosse maledettamente eccitante anche solo masturbarlo. Non capiva se era per lui o per il fatto in sé di toccare un ragazzo in generale, ma non gli importava.
L’istinto prese totalmente il sopravvento in entrambi e David stava per inginocchiarsi e metterlo con le spalle alla porta, ma Jay lo fece per primo e senza nemmeno poterlo vagamente realizzare, lo guardò finire in giù davanti a sé, abbassargli pantaloncini e boxer e afferrare di nuovo la sua bella piacente erezione. 
David lo vide mordersi voglioso le labbra, notò il luccichio nei suoi occhi e immaginò che dovesse aver fantasticato sul suo pisello enorme. Pisello che presto sarebbe stato ancora più enorme.
Si trovò a trattenere il fiato, la bocca aperta, fissò sconcertato Jay avventarsi sul proprio membro. Ci fu un secondo che intercorse fra il momento che realizzava cosa stava succedendo e l’atto in sé. Il momento in cui il compagno ammirò la magnificenza del suo pene da vicino, che era già abbastanza grande ma non al suo massimo. Perché ricordava com’era nella mano, quando era venuto mesi prima. 
E ricordava d’aver avuto voglia di succhiarglielo.
Quel secondo fu brevissimo, ma eterno in un certo senso e quando finalmente aprì la bocca e tirò fuori la lingua, fu la fine.
Appena Jay si carezzò il viso con il suo membro duro, assaporando la morbidezza e la sua pelle liscia e calda, David imprecò nella sua lingua capendo quanto deleterio sarebbe stato. 
“Oddio, ma se fa così mi uccide!”
Lo sentì carezzarsi il viso con la propria erezione, lo percepì perso in quel che faceva, catturato, come se lo volesse al punto da non volersi perdere nemmeno un solo elemento di quello che aveva in mano. 
Poi finalmente aprì la bocca di nuovo, come prima, e la chiuse alla base, leccando e stuzzicando dal basso fino all’alto. Tornò giù succhiandogli i testicoli, David spalancò la bocca ed appoggiò la nuca sulla porta.
Quello non era un pompino, si disse. Era un’opera d’arte. 
Stava per imparare dal migliore, lo sapeva. E non avrebbe dimenticato un solo istante. Avrebbe ricordato tutto per rifarlo un giorno a qualcun altro che avrebbe desiderato allo stesso modo che Jay desiderava il suo pene. 
Dopo la base risalì leccando l’asta, la circondò con le labbra e gliela bagnò per arrivare alla punta, la scoprì del tutto e ci giocò con la lingua, baciandogliela mentre le mani si occupavano contemporaneamente dei testicoli e del suo membro sempre più duro e grande. 
Quando finalmente lo prese del tutto in bocca, le mani di David andarono sulla sua testa, fra i suoi capelli ancora duri di gel. Gliela prese e l’accompagnò nei movimenti sulla sua erezione sempre più grande e pulsante e mano a mano che aumentava il ritmo e che stringeva con le labbra, si ingrandiva di più e David si sentiva impazzire. Gli schiacciava la testa contro il proprio inguine capendo che i versi che faceva con la gola erano di soffocamento, ma non poteva smettere, era anche più bello sentire quel rumore che faceva, la saliva, il risucchio, la gola che si stringeva sentendolo premere prepotentemente. 
David gemeva, Jay non mollava, non cercava di allontanarsi per non soffocare, continuava con più foga e intensità. 
Le sue mani, la sua voce, le spinte del bacino contro la sua bocca, come se gli scopasse la bocca. 
Per Jay fu sufficiente, si sentì eccitato al punto da doversi toccare da solo e lo fece, mentre realizzava quanto perfetto fosse il suo pene, quanto grande e belle fossero le sue vene che si gonfiavano pulsando. Aveva avuto voglia di succhiarglielo dal primo momento che aveva capito quanto fosse dotato, finalmente l’aveva ed era il suo piacere, il suo premio. 
Premio che venne per entrambi, per Jay nella sua stessa mano, per David nella sua bocca con un: - Oh mio Dio! - liberatorio. 
Jay lasciò il suo membro e appoggiò il viso nel suo inguine, respirando il suo odore dove si sentiva ancora il bagnoschiuma usato prima per la doccia post allenamenti. Le mani sulle sue cosce, il fiatone per entrambi per l’orgasmo che li aveva sconvolti e allietati. 
I sensi impazziti, mescolati, la testa meravigliosamente vuota e quella sensazione di felicità per essere uscito da un brutto tunnel per uno e per aver finalmente provato qualcosa che voleva da tempo per l’altro. 
Quando Jay riprese le forze si arrampicò sul corpo atletico di David, gli si appoggiò al petto e gli succhiò il labbro inferiore, ancora preso da qualche ansimo. I due si guardarono da vicino, intensamente, senza dirsi nulla. Senza concludere verbalmente in alcun modo. In quel momento era tutto ovvio e chiaro e David realizzò che quando si trattava di sesso consensuale fine a sé stesso, non serviva mettersi d’accordo, parlarsi, chiarirsi, scusarsi o ringraziarsi. Quando era così lo potevi fare quando volevi, come volevi e senza il minimo problema, zero implicazioni. Andava bene. 
“La prossima glielo succhio io, dannazione!” Si disse battagliero David tirandosi su shorts e boxer, gli fece un sorrisino, con la mano aprì la porta dietro di sé, lo spostò con l’altra sulla sua vita, si mise di lato e sfilò via silenzioso con la sensazione che da lì in poi cominciava qualcosa. Qualcosa di decisamente importante, che avrebbe lasciato il segno nella sua vita. 
Jay aveva aperto una porta e liberato un nuovo David. Un David di cui in molti avrebbero goduto.