*Molte le evoluzioni nell'anno, sia a calcio che fuori. Finalmente David riesce a dimostrare il suo reale talento e ci riesce grazie ad una combinazione di relazioni con Jay e Lucas. Purtroppo però arriva un fulmine a ciel sereno. Buona lettura. Baci Akane - il mio libro: Il gioco del diavolo*
15. SBOCCIATURE
Quell’anno David trovò la formula perfetta per sbocciare e diventare un bel cigno.
Quella fu la sua stagione migliore fino a quel momento.
La formula perfetta erano Lucas e Jay.
Lucas gli dava molti consigli inerenti al calcio, ma non era esattamente quello ciò che l’aiutava maggiormente, quanto il poter parlare con lui di tutto, il riuscirci, l’avere un rapporto con il suo essere vivente preferito in assoluto. Lo riempiva di gioia poter entrare nel suo ufficio con la scusa di parlare di qualche prestazione in campo e poi finire per parlare di tutto.
Durante l’anno Lucas prese ad invitarlo anche a cena a casa sua. Vedere la sua famiglia, farne parte, lo fece sentire un privilegiato. Nessun altro compagno di squadra andava a casa sua, nessuno parlava tanto con lui. Era certo che anche a Lucas lui piacesse, si sentiva il suo prediletto in qualche modo, riusciva a farglielo percepire e questo gli dava alla testa, lo riempiva di adrenalina e coraggio.
Esprimendosi molto più sciolto in campo, dimostrando quelle doti da cigno che aveva di suo, il mister gli aveva dato più occasioni di giocare come titolare e lui le aveva sfruttate sempre tutte. Così facendo aveva scoperto di sapersi connettere molto bene con Jay.
Jay era un campione di suo, aveva tanti difetti come persona e a livello caratteriale, ma sul fatto che in campo fosse il migliore era innegabile. Riusciva a giocare bene in ogni situazione, con chiunque, perciò quando capitò con un David così su di giri, in grado di tirare fuori le sue ottime qualità nascoste di calciatore, i due avevano creato delle combinazioni di gioco che avevano giovato ad entrambi. Questo aveva fatto sì che il mister li scegliesse come coppia d’attacco per tutto l’anno, i due diedero ottimo frutto.
David quella stagione segnò tantissimi goal e fece anche un gran numero di assist a Jay.
Quell’anno il mister per primo e poi tutti dietro, dai compagni, ai tifosi ai giornalisti, iniziarono a chiamarlo ‘cigno’ proprio per la sua eleganza nel muoversi con la palla. Ogni azione che compiva era come quella di un ballerino, maestosa.
La connessione con Jay non si limitò comunque solo al campo, poiché continuarono ad approfittare uno dell’altro anche nel privato, nell’intimo.
Jay aveva bisogno di sfogare gli istinti che gli stimolava Denis, il rapporto con lui andava sempre meglio, erano più uniti che mai e Denis cercava tantissimo Jay, lo abbracciava e lo coccolava in tutti i modi, apparentemente innocente, apparentemente normale, ma con un’accezione di fondo che entrambi sapevano. Denis però non essendo ancora pronto si fermava sempre ad un certo punto e Jay eccitato più che mai andava da David.
David aveva lo stesso problema con Lucas.
Ormai lo vedeva sempre più come un uomo. L’uomo che desiderava e che forse amava.
Perdere la testa per lui era stato naturale. Era sempre stato il suo Dio, quando l’aveva avuto a portata di mano, così tanto disposto verso di lui, quando aveva visto quanto era meraviglioso come persona, innamorarsene era stato facilissimo. Ancor più ovvio, poi, provare attrazione sessuale.
Comunque mai ci avrebbe nemmeno lontanamente provato.
Con lui le sedute private erano sempre più amichevoli e fraterne, ma non si sfiorava mai l’equivoco. David sapeva che non ci sarebbe mai stato spazio per altro e non l’avrebbe nemmeno rischiato.
Perciò tutte le volte che Jay veniva da lui, era ben contento di accoglierlo e finire con la bocca sul suo inguine e viceversa.
Il sesso completo, comunque, era ancora una cosa delicata da fare.
- Quando scoperemo? - Chiese Jay allacciandosi i jeans mentre David faceva lo stesso, sbrigandosi a sistemarsi ed uscire, consapevoli che presto li avrebbero cercati.
David arrossì e si strinse nelle spalle:
- Quando mi andrà! - Concluse sbrigativo. Jay si corrucciò.
- Vuoi dire che non ti andrebbe di scoparmi? - La stava prendendo sul personale. David ridacchiò e lo liquidò senza farsi troppi problemi:
- Ora come ora ho voglia di scopare solo Lucas! - Jay per un istante si sentì offeso e David capendo subito che era il solito egocentrico, aggiunse immediato prima di uscire dal piccolo bagno dell’aereo che li stava riportando a casa dopo la partita in trasferta. - Tu hai voglia di scopare altri oltre Denis? - Jay aprì bocca subito per rispondere con impeto, per non dargliela vinta a priori, ma poi la richiuse capendo.
- Che c’entra, con lui non sarebbe una scopata, con lui sarebbe altro. Se mi chiedi con chi voglio fare l’amore... ok, è Denis. Ma c’è anche il sesso! - David inarcò scettico il sopracciglio con la mano ancora sulla porta. A breve avrebbero notato che erano entrambi dentro lo stesso bagno, ma si fermarono uno davanti all’altro, vicini per lo scarso spazio e si guardarono perplessi.
- E ti va di fare sesso con me? - Jay alzò le spalle ovvio e semplice senza capire cosa c’era che non andava:
- Certo! - Per David invece era chiarissimo ma come sempre non era bravo a spiegarsi.
- Se è sesso lo puoi fare con chiunque! - Non capiva perché si era fissato con lui.
- Ma perché tu non vuoi farlo con me? - E per Jay era inconcepibile che qualcuno, per giunta gay, non lo volesse.
- Perché io ancora non distinguo il sesso dall’amore. Quando lo farò fino in fondo sarà perché c’è qualcosa di più di un semplice svuotamento di palle. A me basta farmi succhiare l’uccello da te! - Jay si imbronciò capendo ma non condividendo. Per lui era assurdo non voler scopare senza sentimenti ed era ancora più assurdo che David non volesse farlo con lui.
- Non ti facevo così sensibile! - Rispose poi sincero, David rise, gli diede un pugno leggero allo stomaco e poi uscì lasciandolo dentro da solo qualche istante per non insospettire nessuno.
Jay rimase un po’ lì a ripensarci ancora scocciato della rivelazione e del divieto.
“Come può non voler scopare con me?”
Ancora non se ne capacitava.
Al tempo stesso, David non si capacitava di un’altra cosa.
“Capisco che ho un gran bel cazzo, però ce ne sono altri che ce l’hanno e che vorrebbero trombarselo. Perché si fissa con me? Voglio dire, se non gli do quello che vuole ad un certo punto può andare da altri, a me non me ne importa mica...”
David quello proprio non lo capiva. Ma forse non lo capiva nemmeno Jay.
Il perfetto equilibrio di David venne a mancare a fine stagione, quando Lucas andò da lui, un giorno, prima della partenza per la nazionale, per dirgli che l’anno successivo non sarebbe stato dello staff del mister, ma che si prendeva un anno sabbatico lontano dalla città e dal club stesso.
Fu come un fulmine a ciel sereno.
Quel giorno era una splendida giornata di sole. I campionati erano finiti e cominciava l’impegno con la nazionale, quell’anno si giocavano l’Europeo. Avevano vinto il loro con la squadra grazie ad una stagione fantastica di tutti, in particolare di Jay e David.
Avevano festeggiato con qualche giornata d’anticipo in un’occasione durante la quale i due erano quasi andati a letto insieme, cosa che poi non si era comunque verificata principalmente perché David alla fine della lunga festa notturna, era stato troppo ubriaco ed era riuscito appena a farselo succhiare e venire in bocca a Jay, ricambiando il favore prima di vomitare l’anima.
Jay gli aveva fatto da infermiere in quanto astemio e l’aveva messo a letto dormendo con lui senza la gioia della scopata completa, come aveva sperato.
- Cosa? Perché? - Chiese David incupendosi repentinamente davanti ad un dispiaciuto Lucas che lo fissava composto nel suo salotto, stringendo il bicchiere di thè fresco che gli aveva dato.
- Perché ho avuto seri scontri con il mister quest’anno. - David spalancò gli occhi cadendo dalle nuvole.
- Cosa? Davvero?! Non me ne sono accorto... - Lucas sorrise compiaciuto e al tempo stesso con aria di scuse.
- Era quello che volevo. Nessuno deve accorgersi dei problemi interni fra i tecnici. - David ancora non se ne capacitava. Faticava a rimanere concentrato e gli bruciavano gli occhi, cercava disperatamente di non piangere e stava facendo degli sforzi spasmodici per non apparire come un patetico bambino.
- Io... mi dispiace... addirittura ti allontani dal club? Non ti vedrò? - Lucas piegò la testa e la scosse.
- Ho bisogno di viaggiare, allontanarmi, schiarirmi le idee... il presidente si è schierato dalla parte del mister ed è comprensibile, però io non posso restare nemmeno nel consiglio. Perciò me ne vado per riflettere sul mio futuro e vedere che fare. Sai, ne ho bisogno. Però ci sentiremo, voglio che mi chiami tutte le volte che vuoi, specie se ne hai bisogno. - Lucas era dolcissimo e gentile, ma David aveva bisogno di gridare, piangere, sfogarsi.
“Io ne ho bisogno adesso, che fai, mi abbracci? Rimani se te lo chiedo? Cazzo, se adesso parlo gli dico che sono innamorato. Stai zitto, David. Torna a stare zitto come prima che lui entrasse nella tua vita e ti rendesse tutto facile. Ti prego, chiudi la bocca. Tieni duro. resisti.”
David non riuscì a dire nulla, a malapena fece un piccolo sorriso di circostanza per salutarlo.
Lucas volle abbracciarlo sebbene non ci fossero mai state manifestazioni fisiche di quel tipo, consapevole che David non era tipo. Non sapeva quanto si sbagliava in realtà.
David non osava, non con tutti, ma aveva un enorme bisogno di affetto, invece.
Affetto che era in grado di chiedere solo ad una persona, al momento, a quanto pareva.