*Scusate il ritardo, ma sono in ferie anche io ed ho staccato la spina per benino! Abbiamo lasciato David nel pieno di una crisi terribile dopo che ha appreso da Lucas che se ne andrà dalla squadra. Dire che la prende male, non rende nemmeno e Jay se lo vede piombare in casa in quello stato. Buona lettura. Baci Akane

16. BISOGNO DI FORZA

david jay

Appena uscì, David si precipitò da Jay sperando di trovarlo da solo ed in casa. 
Sapeva che anche lui si stava preparando per la nazionale, quindi contava di trovarlo lì. 
Appena lo vide la sua stoica resistenza crollò. Fu come se vedendo lui la sua mente capisse che era al sicuro, che con lui poteva. 
Solo con lui. 
- Dimmi che sei solo... - Fu più una preghiera che altro, un piccolo sussurro sulla porta. Jay, preoccupato nel capire che stava male, annuì. 
Il secondo dopo David era aggrappato alla sua canottiera nera aderente ed aveva il viso premuto sul suo collo forte e sicuro.
Jay chiuse la porta di casa e sconvolto e meravigliato, realizzò che stava piangendo. 
Gli mise delicatamente le mani sulle spalle decidendo di non parlare e non fare domande, di lasciarlo fare come si sentiva. 
- L’ho perso... - Sussurrò appena, disperato, contro il suo collo.
I brividi lo percorsero da capo a piedi, ma tese i muscoli e resistette. 
- Lucas? - Per un momento pensò che si fosse dichiarato e fosse stato respinto. David annuì. 
- Se ne va. Problemi col mister, lascia il club, se ne va da qua... non lo vedrò più... dio sto così male Jay... se questo è l’amore, non voglio saperne più, dannazione. Fanculo, fanculo davvero. - 
E lì capì precisamente quanto in realtà fosse sensibile ed emotivo David. 
Se lo portò in salone e lo sedette sul divano dandogli dell’acqua fresca da bere che non calcolò. Quando tornò era rannicchiato in avanti, in punta, con i palmi premuti sugli occhi. Probabilmente non piangeva, ma implodeva come un matto. Jay si fermò guardandolo così, mentre si torturava, e scosse la testa sospirando. 
- Così non va bene. - Fece sedendosi accanto a lui, mettendogli il braccio intorno alle spalle risultando sorprendentemente premuroso. Di certo non una dote che gli si poteva affibbiare facilmente a prima vista. 
David si girò verso di lui come prima e tornò a nascondersi sul suo petto forte e muscoloso, coperto solo da una leggerissima canottiera, poca stoffa leggera. Si appoggiò con la schiena lasciando che David gli si accomodasse sopra, lo lasciò lì così capendo che nemmeno piangeva più, stava solo lì alla ricerca disperata di qualcosa. Calore, forse. comprensione. O forse qualcosa che non sapeva nemmeno lui. 
“È per questo che all’inizio non andava bene, ha cambiato città e non solo, lo stato addirittura. Ha lasciato la sua famiglia, è venuto da solo. Uno dice ‘è chiuso e fatica ad ambientarsi’, sì, ma non è solo questo. Lui è estremamente emotivo. Non sembra, ma penso che sia uno dei più emotivi. Sotto pressione non rende per questo, non per chissà cosa. Questo ragazzo è incredibile...” 
Scosso sin nel profondo nel vedere il vero animo di David, un pezzetto di lui che era certo non aveva ancora mostrato a nessuno nemmeno a Lucas, iniziò a carezzargli il braccio, la spalla per risalire sul collo e la nuca rasata corta, gli solleticava al tatto e lui lentamente si rilassava. Lo percepì contro la pelle sensibile. 
Il respiro corto iniziava a regolarizzarsi. 
“Lui è così forte e sicuro di sé, Jay è incrollabile, io sono così insicuro, fragile. Non mi piaccio, non mi amo, mi vedo inferiore a tutto e tutti. Mentre lui si ama alla follia, è sicuro di sé. Penso che cerco lui, che con lui va bene perché ha quello che io non ho. Vorrei essere come lui. Disperatamente. Vorrei che mi desse la sua forza. Il suo cuore ha un battito calmo che calma anche me. Non ha esitato ad accogliermi. Chi l’avrebbe detto che poteva farlo? Che poteva essere così dolce? E non caga il cazzo con discorsi fastidiosi. Sta qua e mi tiene con sé e non dice nulla. Il suo corpo è forte come lui. Ho bisogno di questo.” 
Lentamente, senza dire nulla, David alzò il viso dal suo collo fino a guardarlo da vicino, Jay ricambiò lo sguardo per capire come stava. Non piangeva, ma c’erano le tracce delle sue lacrime sconvolgenti di prima. 
Jay gli mise una mano sulla guancia e lo carezzò senza rifletterci. Sorrise tristemente cercando di fargli coraggio, ma David prese quella forza dalla sua bocca. Jay le aprì e lasciò che si intrecciasse a lui, sentì la sua lingua spuntare fra le labbra che aprì, gli venne incontro e il bacio presto divenne qualcosa di diverso. Come una specie di approfondimento alle loro scoperte. 
In qualche modo si erano scelti senza sapere perché, ora cominciavano a capire. 
David prese la canottiera di Jay e l’alzò cercando più contatto con la sua pelle. Carezzò i suoi pettorali, i capezzoli, gli addominali perfettamente scolpiti e mentre scendeva dalla bocca al collo a succhiarglielo con un desiderio crescente, la mano scese sull’elastico degli shorts e dei boxer. Jay non lo fermò, lo lasciò fare mentre capiva che puntava al suo inguine. 
Dopo che lo ebbe stimolato un po’ con la mano, ci andò con la bocca e lo succhiò perdendosi, mentre la scintilla cresceva a vista d’occhio. Presto entrambi si resero conto che questa volta era diverso.
C’era una necessità in David. Sentire il corpo di Jay, prenderne possesso. Avere lui e la sua sicurezza. La sua forza. 
Quando stava per venire, Jay lo alzò pensando di ricambiare per poi venire insieme come facevano di solito, ma David lo spinse a stendersi nel divano e a girarsi a carponi. Quando lo fece con sicurezza ed un intento chiaro, non si oppose, ma si girò col capo per chiedergli se fosse sicuro.
David in risposta spari con il viso fra i suoi glutei ad occuparsi di quella parte a cui non aveva mai fatto nulla. 
La lingua si perse presto al suo interno trovando così facile e piacevole leccarlo. Usò anche le dita, infilandogliene dentro una ad una. Era così facile. 
Così abituato a farlo. Forse non lo faceva da un po’, ma Jay era fatto per quello ed era chiaro. Era fatto per scopare e farsi prendere da dietro. 
David si sollevò quando si sentì soddisfatto, sputò sulla sua apertura e sul suo membro duro, stimolato con la mano. Si strofinò fino a bagnarsi bene, poi si accostò a lui, lo prese per i fianchi, strinse forte e spinse deciso e possente. 
Gli bastò una volta per entrare. Per un momento David pensò che Jay si auto stimolasse con qualche vibratore, era troppo pronto. Non pensò che magari potesse essersi deciso a fare sesso con qualcun altro. 
Jay si allungò col busto davanti a sé, finalmente il piacere da dietro, il piacere giusto. 
L’erezione grande e dura di David che aveva sempre desiderato gli era dentro. Era proprio come l’aveva immaginata. 
Lo sentì subito dentro e dopo qualche spinta giusta e forte, senza paura, gli fu tutto dentro. 
Jay realizzò che quando faceva sesso, David si trasformava. Diventava quella persona decisa e sicura di sé che non aveva paura di nulla, soprattutto di infilarsi prepotentemente dentro qualcuno e farlo suo.
Presto iniziò a muoversi con più impeto, usando più forza ed intensità.
Per entrambi i brividi partirono dalle parti basse espandendosi sulla schiena, sulla nuca e poi ovunque, in ogni parte del corpo. 
I gemiti si unirono nella stanza mentre tutto aumentava fuori controllo, fino a che Jay venne per primo abbandonato al piacere che superò la sua immaginazione, qualche istante successivo anche David si unì a lui. Gli venne dentro con un senso di liberazione assoluta. Scaricandogli dentro ogni insicurezza, paura, frustrazione ed angoscia. Ogni tristezza. In quell’orgasmo donato a Jay, ci mise anche le lacrime e il senso di abbandono e delusione per Lucas. 
Ci mise tutto e Jay lo accolse senza dire nulla. 
Quando si girò, David gli crollò addosso, nascondendo di nuovo il viso contro di lui, alla ricerca di calore e affetto che gli diede in silenzio, com’era loro abitudine. 
Con dolcezza. 
Qualcosa che Jay non era abituato ad usare se non con Denis, ma che quella volta usò anche con lui. 

Jay lo guardò rivestirsi in silenzio, aveva il broncio e non lo fissava nemmeno. Si allungò sul divano bello grande e comodo e fece un sorrisino malizioso:
- L’attesa ne è valsa la pena... - David, che era preso dai suoi pensieri, lo guardò senza capire a cosa si riferisse e Jay sempre malizioso gli toccò il pacco senza ritegno, quello che ora era coperto dai pantaloni. David fece un sorrisino imbarazzato e scosse il capo tirandogli un cuscino sulla faccia: 
- Mi spiegherai la tua fissa col mio cazzo! - Esclamò guardandosi in giro per recuperare tutte le cose lasciate sparse per casa, fra cui le chiavi della macchina, se tale si poteva chiamare il gioiellino che guidava, e il cellulare. 
- Quando sarai nel nostro mondo per un po’ capirai che trovare un cazzo perfetto in un corpo così da favola, non è facile. Coincidenza sai anche scopare bene! Sei un terno al lotto in pratica! - David rise più spontaneamente e scosse il capo alzando gli occhi al cielo. 
- Tutta questa grazia? Ma con chi hai avuto a che fare finora? - David non si sentiva bene coi complimenti, non era abituato a riceverne. Jay si mise le mani dietro la nuca intrecciando le gambe, lo guardò con un sorrisino soddisfatto. 
- Non tutti sono gay o disposti a scopare con un uomo. Magari l’uomo con l’uccello perfetto, il corpo da favola che scopa da Dio c’è, ma al novanta percento è etero e non vuole provare altre esperienze. - David non ne aveva la minima idea, ma una gli balenò in mente per un momento e arrossì violentemente. Jay se ne accorse subito e con un sorriso divertito si alzò sui gomiti: - Stai pensando a che tipo sia Lucas? - David divenne ancora più rosso se possibile e prima di svenire, si girò sui tacchi con quella di andarsene senza nemmeno rispondere: - Per me ha un bell’uccello, uno di quelli di tutto rispetto! E si tiene in forma, perciò deve essere un bel boccone! - David cercò di zittirlo mentre se ne andava, sentendosi in crisi esistenziale mentre le visioni di un Lucas nudo gli arrivavano sparate per colpa di Jay. 
- Piantala! - Brontolò secco aprendo la porta. 
- E sono sicuro che ha una scopata virile! Quello è un maschio da urlo! - Su questo David chiuse la porta e se ne andò con la testa piena di imbarazzanti ed eccitanti immagini di Lucas che se lo sbatteva al muro. Per poco non cadde come un pinguino fuori da casa sua e imprecò cercando di tornare in sé. 
- Maledetto Jay! Che mi fa venire in mente? Tanto ormai se ne va, non lo scoprirò mai! Ed anche se restasse non ci proverei mai! Con certe cose non si scherza! - 
Ovviamente da lì in poi iniziò a sognare di fare sesso virile con Lucas e, sempre ovviamente, rimediò tutte le volte che poteva con Jay. 

___________________________________

IL MIO LIBRO: Il gioco del diavolo, un giallo edito da Calibano Editore - www.astridbasso.it