* Fra Jay e Denis le cose sono molto complicate, difficili da capire e da vivere. Basta un nonnulla per fare un gran casino e rovinare tutto. Ma la bellezza di Denis sta proprio nel suo essere così raro ed inaccessibile. Così pulito. E per Jay ormai non c'è un punto di ritorno. Per fortuna che David lo capisce. Buona lettura. Baci Akane*

17. QUELLA FORZA IMPOSSIBILE

denis jay

Jay stava sbuffando come una caffettiera, contemporaneamente batteva i piedi per terra come un bambino capriccioso e faceva il broncio. 
Che avesse qualcosa che non andava non era un mistero, era piuttosto evidente. 
- Che ti succede, Jay? - Chiese inevitabilmente Denis. Jay accentuò il broncio fissandolo torvo. 
- Me lo spieghi perché David non vuole più trombare con me? - Ne aveva così le palle piene di questa storia, che la tirò fuori senza pensare che non aveva ancora detto nulla a Denis il quale, in effetti, lo fissò con gli occhi spalancati e l’aria sconvolta. 
- Che avete fatto tu e David? - 
I mesi erano passati e la situazione di David era in caduta libera. Senza Lucas era andato come in depressione, a calcio era distratto e non riusciva a giocare più bene, di conseguenza si era chiuso ancora più di prima. Era regredito molto.
In aggiunta tutto ciò che si concedeva con Jay come sfogo sessuale era solo sesso orale, questo mandava Jay fuori di testa, che comunque era uno di quelli più pazienti in campo, che cercavano di aiutarlo e gli passavano sempre la palla anche se spesso era per nulla. 
- È successo una volta, quando Lucas se ne è andato. Lui era sconvolto, aveva scoperto di amarlo e tutte quelle palle lì... - Denis era ancora fermo al fatto che l’avessero fatto, ma quando percepì l’informazione del suo innamoramento, fu anche peggio e si alzò in piedi gridando: 
- CHE?! LO AMA ADDIRITTURA?! MA COME HAI POTUTO NASCONDERMI COSE COSÌ IMPORTANTI, JAY! - Jay fu come se si svegliasse e cadendo dalle nuvole non riusciva a capire quale fosse il suo problema ora. Non credeva di avergli fatto un gran torto. Forse aveva scordato di dirgli certi particolari su David, ma non era un dramma. 
- Che c’è, sei geloso? - Ci provava sempre, ma scherzando in modo eclatante, così Denis rideva e non si sentiva alle strette. Ci pensava già Jay ogni volta che lo toccava senza farci caso a farlo sentire alle strette. 
- Certo, non ci provi più con me perché vuoi David! Ma potevi dirmelo, io ti aspettavo... - Denis rispose in tono scherzando a sua volta, ma con Jay certi scherzi avevano un limite perché finiva tendenzialmente per esagerare, così infatti fece. 
Si alzò e gli si buttò addosso facendolo cadere steso sul letto della camera d’albergo, il giorno dopo avrebbero avuto una partita in trasferta e fuori faceva un gran freddo, perciò la sera dopo cena stavano rintanati in camera. 
Denis ridendo cercò di liberarsi facendogli il solletico, ma lui ne soffriva di più infatti a Jay ci volle poco per prendere il sopravvento. Si mise a ricambiare il solletico e Denis si contorse sotto di lui come un vermicello, per la foga finì per dargli un pugno in faccia che però non gli fece male, ma di rimando Jay lo bloccò sotto di sé fermando i suoi polsi sopra la testa con le mani. In un attimo i visi ridenti e divertiti divennero repentinamente seri, mentre guardandosi capirono di essere finiti in una di quelle zone ambigue e pericolose. 
L’istante per fermarsi era passato, ormai era tardi. Farlo ora avrebbe significato appesantire la situazione o sottolineare l’imbarazzo e la voglia, quella voglia così evidente e chiara negli occhi di entrambi. 
Jay si dimenticò immediatamente del ripiego di David per tornare sul suo amore originale, quello che l’aveva segnato fino a cambiarlo, fino a farlo maturare. Rimaneva sempre lui, ma era cresciuto tanto ed aveva messo la testa a posto grazie a lui. Lui che aveva sempre la massima influenza. 
Jay sarebbe stato per Denis sempre il suo punto debole. L’unica eccezione con cui avrebbe voluto provare, avere un’esperienza oltre l’amicizia. L’eccezione che lo terrorizzava perché lo desiderava sempre di più mese dopo mese passato insieme. 
Jay finì per lasciargli un polso, con le dita scivolò sul suo viso e lo carezzò. In un angolino della sua testa sapeva che non doveva, ma la voglia di baciarlo era davvero troppo grande. 
Nella sua vita mai nessuno l’avrebbe fatto sentire come faceva lui. 
Denis finì per guardare inevitabilmente le labbra di Jay e lui, accorgendosene, si avvicinò col viso fino sfiorargliele. Era in tempo per fermarsi e non rovinare tutto. 
Era in tempo per non far scappare Denis. 
Ma lì a pochi centimetri dalle sue labbra, in attesa di una reazione, Jay si sospese.
A quel punto Denis, fermo sulla soglia della follia dove il desiderio batteva prepotente fra le gambe, gli inguini a contatto per la posizione sul letto, annullò la distanza agganciandosi alle sue labbra. 
Appena le sentì sulle proprie una violenta scarica elettrica lo percorse e lo sconnesse totalmente. Fu peggio assaggiare le sue labbra, perché fu lui ad aprirle ed infilarsi con la lingua con foga e paura. La paura di pentirsene e tornare in sé e non finire quello che da mesi sognava di fare. 
La paura di perdere il coraggio che aveva improvvisamente conquistato in un attimo. 
Jay non si fece domande, accettò tutto quello che Denis decise di dargli, consapevole che sarebbe stata la fine in un certo senso. 
Poteva essere l’inizio o la fine, ma conoscendo Denis bene come lo conosceva lui, sapeva che sarebbe stata la fine. Ma non l’avrebbe forzato per avere tutto quello che poteva almeno per una volta. Avrebbe lasciato Denis libero di agire e spingersi fin dove poteva. 
Quel bacio pieno di passione e fuoco rimase inciso nelle loro menti mentre Denis si liberava con le mani e scendeva a circondargli il collo per stringerlo a sé allargando le gambe. Lo accolse come per sentirlo meglio, per averlo meglio su di sé e mentre realizzava che le loro erezioni erano dure e separate solo dalla stoffa leggera dei pantaloni, quasi ebbe l’orgasmo. 
Sentì una forte ondata di calore partirgli dalle parti basse ed espandersi in ogni centimetro del suo corpo. Capendo che stava venendo già solo così, con un bacio ed uno strofinamento, tornò violentemente in sé e lo respinse buttandolo giù dal letto con un calcio.
Jay tornò brutalmente alla realtà e lo fissò convinto fosse impazzito. 
“Ora? così?!” Non si capacitava di come fosse tornato alla realtà, sapeva che sarebbe tornato in sé ma non aveva immaginato in quel modo, dopo avergli fatto assaggiare tanto. 
- Scusa... scusa Jay... scusa io... io non so cosa dire, non era previsto, non so cosa mi sia capitato, scusami... adesso penserai che sono un idiota, non vorrai più parlarmi... Dio che cosa faccio? Ho tradito mia moglie! - Denis in ginocchio sul letto dopo l’attacco di panico si mise a piangere coprendosi il viso con le mani. Jay di primo acchito aveva provato l’impulso di mandarlo a cagare e andarsene, ma il sentimento puro che nutriva per lui prese il sopravvento e risalì sul letto e lo abbracciò facendo violenza su di sé e sull’erezione ancora dura. 
- Ti amo anche perché sei così... - Fu la prima volta che lo ammise a Denis, appena lo sentì smise di piangere di scatto ed alzò il viso per guardarlo da vicino, ancora fra le sue braccia. Jay sorrise comprensivo e maturo, ma con un dolore nello sguardo, il dolore di chi, ancora una volta, sapeva che non sarebbe andata come voleva. Quella cosa non sarebbe mai andata. 
- Mi ami? - Jay sorrise coraggioso con gli occhi che brillavano, trovando una forza disumana per fare ciò che sapeva era giusto e non ciò che voleva realmente. 
Andarsene, scappare, gridare. 
- Non ho mai amato nessuno in questo modo. E ti amo anche perché sei così pulito e spontaneo. Sapevo che non ti avrei mai potuto avere e forse ti amo anche per questo. Sei così puro... - Denis tornò a piangere realizzando di non meritare Jay e che forse dopotutto lo ricambiava. 
“Perché deve essere così sbagliato? Perché non esistiamo solo io e lui?” Denis si rifugiò fra le sue braccia chiudendo gli occhi e nascondendo il viso contro il suo collo, Jay lo accolse e lo baciò fra i capelli mossi. Lo cullò mentre gli occhi gli bruciavano da morire e si faceva violenza ed aveva solo voglia di essere accettato, preso, capito, amato. 
“Forse non posso essere amato. Forse non sono uno che si ama. Forse è impossibile amare me.” Mentre abbracciava Denis in crisi, pensava questo ferendosi profondamente, ma non esitò nemmeno un istante nel tenerlo a sé in silenzio. Non diede mai voce alle sue sofferenze. Rimase la roccia di Denis per tutta la notte ed il giorno dopo lo accolse scherzando e parlando d’altro. 
Non andarono più sull’argomento per molto tempo, facendo estrema attenzione a non toccarsi troppo. 


Quella notte però Jay sgattaiolò via dalla camera, sciogliendosi dall’abbraccio di un Denis addormentato e sfinito. 
Si infilò nella stanza di David che per il pessimo umore aveva chiesto di stare in una camera singola, si mise nel suo letto e si fece abbracciare. 
David sorpreso di vederselo piombare lì in piena notte, seppure assonnato, capì che stava male e che non era da lui chiedere aiuto in quel modo. 
- Denis? - Chiese solamente. Jay annuì accoccolandosi nel letto mentre David lo guardava in piedi, sospirando perplesso e comprensivo. 
- Ti stai torturando. - Disse ancora. Jay non rispose, lui si stese e appena Jay sentì il suo corpo, si rifugiò contro facendosi abbracciare, mentre nascondeva il viso e trovava la forza di vivere e andare avanti. 
“Solo stanotte, solo una volta sarò debole. So che lui non lo dirà a nessuno.” 
David non parlò più, accettò il suo corpo contro il proprio, lo cinse e lo cullò in silenzio pensando che per amore le persone si riducevano a degli stracci e si facevano così male. 
- Per amore siamo tutti così stupidi. - Concluse. Jay pensò che aveva ragione e che la stupidità era tale perché insistevano negli atteggiamenti da idioti. 

Al mattino Jay era tornato da Denis, nella loro stanza, si era steso di nuovo nel letto e l’aveva accolto al suo risveglio. David non disse nulla nel non vederlo nel letto, al mattino gli fece un cenno vago ma non andò sul discorso e Jay lo ringraziò con gli occhi. 
David era proprio degno della sua fiducia, ora ne era assolutamente certo.