*Fra i due il primo a mantenere la promessa è sorprendentemente David il quale finalmente si sblocca in campionato ed anche se gioca poco, sfrutta finalmente le occasioni ed esce dal suo buco nero. Non così facile per Jay il quale non sa minimamente come fare per rendersi degno d'amore senza snaturarsi. Nel frattempo il campionato finisce, arrivano all'ultima partita ed è ora di raccogliere le idee, le speranze e di salutarsi. Buona lettura. Baci Akane*
19. FINE STAGIONE
David ci riuscì meglio di Jay. Almeno in una cosa ce l’aveva fatta a superarlo.
Mettere da parte e superare la delusione verso Lucas era stato più facile per David che per Jay togliersi dalla testa Denis ed amarsi di più.
Lui si amava, il discorso era più complesso. Era convinto di non poter essere amato dagli altri, ma non perché non si piacesse e non si volesse bene, il ragazzo aveva una forte autostima ed era grazie a questo che era così forte a calcio nonostante le continue critiche e gli insulti feroci.
Lui era convinto che proprio il suo amarsi troppo e la sua autostima lo rendessero una pessima persona, impossibile da apprezzare realmente. Era pieno di amici, ma quello era un altro discorso e di quelli non sapeva nemmeno di chi si potesse fidare ciecamente.
Non sapeva come cambiare quella mentalità, iniziò a pensare che avrebbe dovuto essere meno pieno di sé stesso, magari amarsi di meno per sentirsi più degno dell’amore altrui, ma era consapevole che se l’avesse fatto la sua vita sarebbe cambiata, le sue prestazioni sarebbero calate e lui adorava il suo modo di essere. Quello forte, spregiudicato e che rispondeva con una palla al piede ai molti insulti anche a livello personale.
Stava diventando il più forte della storia del calcio, era il suo schiaffo morale più perfetto a chiunque lo odiasse... e sapeva di essere odiato.
- La gente odia chi è in grado di amarsi, non posso avere tutto. O amo me stesso o mi faccio amare. Non fa nulla, quel che conta è essere felici ed ottenere almeno una parte di ciò che si vuole ed io decisamente voglio essere il più forte facendo ciò che amo. -
Questi discorsi poteva farli solo a David, perché se li avesse fatti a Denis avrebbe capito dove voleva parare.
Denis non lo amava perché era lui ad amarsi troppo: Jay era convinto di questa idea assurda.
David scosse il capo spingendolo mentre correvano uno accanto all’altro in campo nel riscaldamento pre partita.
- Queste stronzate ti nascono spontanee oppure ci perdi tempo a rifletterci? - Disse lui laconico, poco dopo li raggiunse Denis e Jay non fece in tempo a rispondere.
- Di cosa parlate? - Chiese curioso ed anche geloso che loro avessero quello che sembrava a tutti gli effetti un segreto.
- Di stronzate... - David stava per dirglielo senza ragionarci su, ma Jay lo spinse facendolo quasi cadere, David così riprese la rincorsa e gli si buttò addosso. Nel giro di poco Luis e Joao arrivarono come falchi, accompagnati anche da altri e si misero a spintonarsi a vicenda come un branco di idioti. Denis ridendo diede qualche spinta a sua volta mentre David se ne chiamò fuori in sordina. Troppa gente per i suoi gusti.
Guardò Jay nel gruppo che cappeggiava i giochi scemi, sembrava così sicuro di sé e sicuramente lo era, ma a quanto pareva questo aveva un prezzo.
“Essere sicuri di sé ti permette di ottenere tante cose, come il successo. Ma evidentemente non ti dà tutto. Come fa a pensare di non essere degno d’amore?”
David non capiva il collegamento che la testa di Jay faceva, lui esternamente capiva che si era solo fissato con la persona sbagliata. Denis non era la persona giusta per lui, magari lo amava ma non aveva il coraggio di vivere i propri sentimenti. In ogni caso non era la persona destinata a lui. Ma lui era uno, uno su chissà quanti in grado di amarlo, magari molti erano innamorati e lui non lo sapeva.
“È solo che dà di sé l’idea di persona egoista superficiale per essere forte, ma dietro la corazza è una brava persona, è sensibile a modo suo e ci tiene agli altri. Se mostrasse questo chissà quanti perderebbero la testa per lui...”
David aveva ragione, ma non capiva che l’unico che Jay voleva lo amasse, nonostante avesse visto il vero sé stesso, non lo voleva amare comunque. Per lui questo era sufficiente.
Quell’ultima partita di stagione fu un disastro, ma David giocò e segnò grazie ad un passaggio al bacio di Jay.
Ovviamente non giocò novanta minuti, ma seppe sfruttare il tempo a disposizione, cosa che ormai aveva imparato a fare al punto da spingere tutti i media a chiedersi perché sacrificare uno che se messo in campo finalmente dava buone prestazioni, perché non dargli l’opportunità di esprimersi nei novanta minuti come l’anno precedente.
Non si parlava di uno che non aveva mai fatto vedere niente di positivo di sé, perciò le polemiche intorno a questo non si sprecavano. Ma non erano le sole, il mister era alla frutta perché troppo testardo per ammettere di aver fatto una serie di errori che avevano portato la squadra al tracollo. Nonostante una rosa eccezionale ed un giocatore come Jay considerato uno dei migliori al mondo, la squadra non aveva funzionato.
Di base aveva maltrattato molti giocatori validi mettendoli totalmente da parte o facendoli giocare solo nelle partite meno importanti, ma perdendo quelle che contavano era stato un disastro.
Quello che per David contava, comunque, era riuscire a giocare libero e sereno al punto da segnare quando poteva giocare. Lui la sua promessa l’aveva mantenuta e saltando addosso a Jay dopo il goal, con le mani del ragazzo che afferravano per benino le sue chiappe sode, le gambe intorno al suo corpo e le braccia al cielo, glielo aveva poi detto felice ed incontenibile:
- Ne sono uscito, Jay! Hai visto? Ci sono riuscito! - E solo lui poteva sapere di cosa parlava, ma lui continuando a sorreggerlo per le natiche, aveva riso ed annuito.
- Lo sapevo che ce l’avresti fatta. -
Si era liberato dell’incantesimo di Lucas, ora era pronto per assaporare altro dalla vita e mentre scendeva dalle forti braccia possenti di Jay e gli lasciava un bacio sul collo per ringraziarlo dell’assist - trattandosi di Jay c’era sempre da sorprendersi che al posto di un goal preferisse fare un assist - pensava che non vedeva l’ora di assaggiare cose nuove.
“Nuove o anche già provate ma vissute nel modo sbagliato...”
Pensò velocemente lasciando andare Jay per ricevere l’abbraccio degli altri compagni venuti a congratularsi con il Cigno.
Di solito era Jay la star e David la sua ombra, ma a volte e solo fra di loro si scambiavano i ruoli e Jay faceva l’ombra di David per permettergli di brillare come meritava. Ma questo, nel corso degli anni a venire, sarebbe stato anche molto ma molto più evidente.
- Sei stato molto carino con David, oggi... sapevi che era più importante segnare per lui e lo hai aiutato... la gente non ti vede abbastanza per ciò che sei... - Denis, seduto accanto a Jay mentre si asciugava dopo la doccia, stava tessendo entusiasta le lodi del suo compagno.
Jay alzò le spalle sminuendo la cosa, cercando David nella speranza che non avesse sentito. Per fortuna non era lì.
- Per me un goal non fa la differenza, al momento. Abbiamo ed ho già perso tutto quello che potevamo vincere. Ma per lui ogni goal possibile è importante. - David era anche quello che non riuscendo a segnare si prodigava per far segnare i compagni, che poi Jay fosse l’unico in grado di sfruttare le sue palle era un altro discorso.
Per essere una punta, non era consueto. Di solito le punte tentavano il goal e basta, non erano interessate a spedire in goal gli altri compagni, ma David era diverso. Jay lo sapeva e se poteva non gli sembrava niente di che ricambiare i favori che gli faceva. Nel calcio fare così ti permetteva di avere quando ne avevi bisogno.
- Lo so, però il mondo ti reputa un egoista in campo e non capisco come fanno a non vedere... - Denis era preso, era sempre quello che lo difendeva di più a spada tratta in ogni intervista ed occasione. A Jay piaceva, adorava quando Denis lo difendeva e gli bastava. Fece un sorrisino malizioso mentre nudo e crudo davanti a lui si infilava i boxer aderenti, con gli occhietti da cerbiatto di Denis che non riuscivano a non fissarlo languidi.
- La gente vede solo quello che vuole vedere. Si sono fissati che sono uno stronzo, non gli farò mai cambiare idea ma non me ne fotte un cazzo. Io so come sono e lo sa chi conta. - Gli occhi indugiarono sui suoi che però al momento erano occupati ad osservare come le mani di Jay si infilavano nella stoffa per sistemarsi le grazie. Si leccò le labbra stringendo le gambe senza rendersene conto.
Jay ridacchiò e in quello arrivò David dalla doccia, li vide e alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
Quei due non avrebbero mai smesso.
Flirtavano da una vita, ma non arrivavano mai al punto. Questa però si chiamava tortura e a David dispiaceva perché era come se alimentasse la malsana idea auto inflitta di Jay.
“Non è che nessuno lo ama, lui ha occhi solo per Denis, che ne sa se qualcun altro che lo ama invece c‘è?”
Jay si sedette vicino a Denis per finire di vestirsi, spezzando l’incantesimo degli sguardi, per poi ritrovarsi David nudo e bagnato davanti a lui ad asciugarsi e preso alla sprovvista, si trovò a trattenere il fiato mentre il ragazzo ben fornito si apriva il telo dalla vita e mostrava le sue, di grazie. Molto ben evidenti e particolarmente care a Jay.
David notò l’assurdità della situazione di Denis che guardava Jay che guardava il suo pisello, per fortuna non in tiro, ma non disse nulla. Avrebbe potuto sottolineare che glielo stava mangiando con gli occhi e dire qualcosa del tipo ‘di solito non me lo divori davanti a tutti, trattieniti’ e avrebbe scoperto le carte che sapeva teneva coperte con Denis.
Solo lui si accorgeva che il ragazzo voleva Jay eccome, ma aveva una paura nera?
- Sei stato bravo... - Fece Denis cercando di distrarsi dopo aver notato che Jay era totalmente partito nel mondo dell’erezione di David. Con un pizzico poco piccolo di gelosia, cercò di distrarlo. David fece un cenno di ringraziamento distogliendo lo sguardo dal viso di Jay e guardò il compagno vestito e pronto.
Denis non aveva giocato anche se era stata l’ultima partita della stagione. E, speravano, l’ultima di quell’allenatore.
Si vociferava che era in via di esonero, tutti speravano in quella notizia, non ne potevano più di lui.
- Poteva farti giocare, dicono che si dimetterà... - Disse senza il minimo tatto. Gli occhi di Denis da gelosi e gentili al tempo stesso, divennero carichi di dolore e si strinse nelle spalle mascherando tutto con un bel sorriso, un sorriso che poi così bello non era.
Jay tornò subito a lui lasciando perdere la voglia di succhiare il pene di David.
- Se non si dimette dovrebbero licenziarlo. Ha fatto un disastro, non ci sono le basi per tenerlo. Non abbiamo vinto nulla, ha sfaldato la squadra, ha distrutto dei campioni di tutto rispetto... - Non solo con Denis, aveva preso di mira altri davvero meritevoli.
Denis si strinse nelle spalle.
- Vedremo che succede, intanto la stagione è finita e possiamo archiviarla. -
I tre finirono per parlare dell’allenatore, delle voci che giravano sul prossimo e sulle speranze future.
Come al solito non si faceva che parlare di una partenza di David, che sembrava non avere più un posto in squadra, così come di Denis, ma nelle intenzioni di entrambi non c’era ancora alcuna idea di andarsene.
Per il momento, per lo meno.
David non sapeva se aspettare Jay per l’orgasmo conclusivo di stagione, dopo quel giorno non si sarebbero rivisti perché ormai erano finiti tutti gli impegni del club, perciò sarebbero tutti partiti subito per le vacanze e non si sarebbero rivisti.
Voleva approfittare un’ultima volta della bocca di Jay, però lo vedeva strano e preso da Denis, così alla fine dopo aver tentennato fingendo di avere chissà quali cose da fare nello spogliatoio dello stadio di casa, lì da solo sospirò scontento, fece un broncio, si prese il borsone in spalla e fece per uscire. Una volta varcata la soglia, si sentì strattonare da dietro e tirare di nuovo dentro, sentì chiudere la porta e nel tentativo di stare in piedi perché sbilanciato dalla mancanza di grazia dell’elefante dietro di sé, sentì anche la serratura chiudersi a chiave. David alzò il sopracciglio, ma si ritrovò con il borsone volato dall’altra parte e le sue spalle al muro.
Con un sorrisino divertito, guardò Jay inginocchiarsi per terra imprecando sul fatto che non voleva sporcarsi.
- Pensavo non avessi più fame... - Disse malizioso lasciando che le sue dita svelte gli aprissero i jeans e gli tirassero fuori l’erezione che iniziava a pompare calda e gonfiarsi.
- Non dire stronzate, prima ti sei esibito per bene, non sai che fatica ho fatto a non mangiartelo! - Jay aveva sempre più una venerazione per il suo pene e a David lo divertiva. Comunque doveva ammettere che lui l’aveva per la sua bocca che sapeva leccare e succhiare come nessuno.
Non che avesse avuto altri termini di paragone, di fatto aveva avuto esperienze sessuali solo con lui.
Jay non perse tempo a giocarci, lo prese subito in bocca iniziando a pompare con foga, mentre le mani scivolarono con gioia nelle sue natiche stringendo prepotenti. David ridacchiò soddisfatto mentre appoggiava la testa indietro e allargava le braccia in un rilassamento totale.
- Pensavo che in campo non me lo avresti più lasciato... a momenti sentivo le tue dita dentro... - E nemmeno detto, Jay divertito gli abbassò del tutto i pantaloni ed i boxer per infilare davvero le dita nella sua fessura. David si morse il labbro e sospirò più forte, ritrovandosi a tapparsi la bocca con un braccio per evitare di essere sentito da fuori.
A quel punto, fra dietro e davanti per David non ci fu più possibilità alcuna di ritorno. Si abbandonò ad un orgasmo anche piuttosto veloce rispetto al solito, dove se avevano tempo giocavano di più.
Jay, inginocchiato davanti a lui, le mani ora sulle sue cosce, lo guardò dal basso con aria famelica e provocante mentre gli mostrava il suo seme e lo ingoiava. David imprecò battendo la testa dietro di sé, poi gli prese i capelli e lo tirò su, sputò sulla sua mano, lo girò di spalle mettendolo al proprio posto contro la parete, gli abbassò jeans e boxer e con Jay che puntava in fuori il fondoschiena tondo, gli infilò le dita dentro coperte di saliva.
Non perse molto tempo nella preparazione, già immaginava fuori che tutti si chiedevano dove fossero finiti, che mancavano solo loro.
Ma la fretta fu più piccante, David entrò con un colpo secco e brutale e sempre brutalmente lo scopò da dietro. Jay attaccando la testa al muro gemette fregandosene di essere sentito da fuori, ad ogni colpo poderoso gli andava incontro. Il suo corpo era fatto per scopare, per essere posseduto e per sentire ancora il suo seme colargli dentro.
- Sì, sì, David... lì, più a fondo... continua lì... lì... - David non faticò a raggiungere il punto interno di piacere di Jay, visto che così come Jay aveva un corpo fatto per scopare, David aveva un cazzo fatto per dare orgasmi. Oltretutto a Jay davano alla testa quei modi maschi e brutali di David, lui che appariva sempre timido e incapace di fare male ad una mosca, era in grado di accendersi in quel modo.
Jay venne mentre David si ricaricava ad ogni spinta, tornando grande e pieno dentro di lui, fino a che non ebbe il secondo orgasmo nel giro di qualche minuto. Gli venne dentro e con l’anticamera del cervello Jay si ricordò di essere ben vestito e non volersi sporcare, così si mise la mano in tasca, tirò fuori un fazzoletto e mentre David usciva glielo diede da usare per impedire di sporcarlo.
David lo aiutò a ripulirsi in un atto per nulla romantico, ma probabilmente qualcosa che parlava di loro e delle loro essenze.
“Non c’è romanticismo, non c’è sentimento, non c’è amore. Solo piacere. Forse funziona per questo.”
David e Jay si separarono del tutto e si voltarono uno verso l’altro a mezzo metro di distanza, il muro a reggere Jay che si ricomponeva senza staccare gli occhi da un David che era un misto fra l’imbronciato e il soddisfatto. In qualche modo la sua espressione naturale era comunque imbronciata di base, così come la sua, invece, era maliziosa. Sembra di base.
- Sarà un arrivederci od un addio? - Chiese Jay senza far trapelare cosa sperava. David alzò le spalle.
- Non dipende da me. - Disse finito di sistemarsi, si avvicinò a Jay, pronto anche lui, ma ancora non lo toccò. Lo carezzò con lo sguardo mostrando della dolcezza in fondo agli occhi scuri.
- Ma se dipendesse da te? - Insistette Jay che improvvisamente ci teneva a sapere cosa aspettarsi da quella separazione. David gli carezzò istintivamente la guancia liscia ammorbidendo ulteriormente lo sguardo, senza nemmeno rendersene conto. Jay fece un sorriso a quel gesto ricordandosi che David era un tipo da coccole post sesso, cosa che al momento non avevano tempo di darsi.
- Spero di rimanere. - Jay si illuminò felice. Lo sperava anche lui.
Prima di uscire Jay si allungò verso di lui e lo baciò fugace.
- Allora arrivederci, spero? - David, sempre morbido in quel cenno di sorriso tenero ricambiò il bacio leggero e lo prese per la vita usando più forza di quello che aveva immaginato, per sentirlo meglio contro di sé quella che poteva essere l’ultima volta.
- Arrivederci. - Con questo recuperarono i borsoni ed uscirono dallo spogliatoio, consci di dover inventare una scusa con la squadra che li aspettava chissà da quanto.
Ma appena messo il muso fuori, si fermarono ritrovandosi Denis lì fermo in attesa, probabilmente da molto tempo a giudicare dalla sua espressione shoccata e incredula.
David salutò facendo una smorfia di chi non immaginava cosa sarebbe successo da lì in poi, Jay si fermò paralizzato davanti a lui.
Ed ora?
Cosa dirgli?