*La situazione fra David e Jay inizia a farsi strana, Jay sta sempre meglio lì nel mondo di David e comincia a spaventarsi dato l'enorme delusione che ha appena vissuto proprio per colpa dei sentimenti che ha provato per Denis. La sua reazione potrebbe non essere la preferita di David. Buona lettura. Baci Akane*
22. QUEL PENSIERO CHE SI INSINUA
Jay si svegliò il giorno dopo con un pensiero disturbante per la testa.
Stava così bene che non era normale.
Gli ci era voluto poco per riprendersi dallo shock di Denis, ma quella fuga con David lo stava aiutando molto, troppo, forse.
Incupito, lo guardò mentre dormiva a pancia in giù con la mano sotto il cuscino, la barba sul viso si era allungata perché negli ultimi giorni non l’aveva fatta, ma a lui donava, mentre i capelli li aveva tagliati corti non da molto e gli stavano ancora bene.
Oltretutto il suo fisico era davvero piacevole, anche se David non se ne curava come faceva lui con ore ed ore di palestra. A David non importava molto del proprio aspetto, Jay ci teneva molto invece.
Sospirando si alzò silenzioso dal letto matrimoniale, si vestì con una tuta grande e cadente del ragazzo che dormiva della grossa, si mise un cappellino con visiera, uno dei tanti in ordine nella stanza, si alzò il cappuccio e si mise gli occhiali scuri. Così non doveva essere riconoscibile.
Dopo di questo uscì senza fare rumore.
Tutta la casa era in completo silenzio, tutti dormivano, nessuno si muoveva. Era ancora molto presto come orario, l’alba era passata da poco ed essendo tempo di vacanze poichè quando tornava David a casa lo era per tutti, nessuno pensava di attivarsi a breve.
Jay uscì iniziando a correre per le vie ancora vuote e quiete del quartiere più brutto che avesse mai visto.
Vecchio e cadente, pieno di odori uno più sgradevole dell’altro.
Ricordava un po’ dove era cresciuto lui, ma era meno malfamato. Era povero, ma non così pericoloso ed inquietante.
Aveva subito anche lui le sue angherie, specie perché da piccolo sembrava una bambina, era molto effemminato, ma i sacrifici della madre per mandarlo ad un club di calcio con annessa una scuola, avevano dato i suoi frutti. Specie perché in quell’ambiente protetto era riuscito a subire di meno che se fosse rimasto per strada.
Jay pensò a come quei giorni con David nel suo mondo erano volati, si era riempito di curiosità nei suoi confronti e si era impegnato per capirlo. Non concordava con lui sulla gran parte delle cose, ma riusciva a capirlo, più o meno.
Erano volati ed erano volati in modo positivo. Inizialmente era perplesso su quell’idea, però poter andare in un posto dove lo conoscevano in pochi se non chi seguiva il calcio e comunque dove tutti avevano di lui un’immagine da stronzo, non era stato così male. Gli aveva permesso di non sforzarsi con niente e nessuno per essere qualcuno che al momento non riusciva ad essere. Stava male, punto. Non voleva fingere di stare bene per non preoccupare nessuno, per evitare domande a cui non voleva rispondere o attenzioni che non voleva per nessuna ragione al mondo.
E poi spostare la propria attenzione su qualcun altro era utile.
Peccato che ora quel qualcuno stesse prendendo una strana posizione.
Facevano sesso praticamente ogni sera, passavano insieme tutta la giornata e dormiva bene, la notte.
Dormiva sempre meglio, sebbene sognasse ancora Denis e si svegliava con un gran magone.
Ci aveva creduto molto, era cambiato tanto per lui ed alla fine non ne era valsa la pena.
Il ricordo di quell’unica volta con lui lo devastava, chissà se un giorno sarebbe stato un bel ricordo?
“Il punto è perché solo David? Accetto solo lui in un momento simile dove dovrei trombare con tutti quelli che mi capitano. Non capisco perché ammetto solo David nella mia vita, nel mio letto. Ho ben visto che l’amore non funziona e poi lui credo ami ancora Lucas, penso anzi lo amerà sempre. E ad ogni modo non voglio più cose sentimentali, i sentimenti ti demoliscono e basta. Però è vero che ho scopato solo con David, ho cercato solo l’orgasmo con lui, il suo gran bel pisello perfetto. Mi dicevo che era per quello, ma sono sciocchezze. Posso trovare tutti i cazzi che voglio, ed anche belli.”
Per la fine della corsa si rese conto di avere ospiti, qualcuno si era messo a correre non molto lontano da lui. Dubitava che l’avessero riconosciuto, ma guardò l’ora e pensò che era meglio tornare a casa di David.
Per tutto il tragitto di ritorno notò che il tipo faceva lo stesso percorso, parallelo a lui.
Jay sbuffò seccato, ci voleva anche quella. Tanto non aveva proprio nulla con sé, nemmeno un po’ di contanti od una carta di credito. Tanto meno un documento di riconoscimento. Non aveva voluto rischiare: se veniva fermato e derubato, rischiando di far scoprire chi era poteva essere poi peggio.
Accelerò l’andatura fino ad arrivare a casa di David, una costruzione che spiccava e che esternamente non stava molto bene lì, che probabilmente una volta si era amalgamata molto col resto.
Notò con la coda dell’occhio che il tipo gli si era messo dietro, dubitava pensasse che fosse diretto proprio a casa di David, altrimenti non l’avrebbe seguito. Quando Jay virò bruscamente verso il cancello, notò che il tipo imprecò tirando dritto. Jay sogghignò divertito tornando dentro e solo una volta alla porta, notò alla finestra aperta David che fissava male la scena. Non lui, il tipo che ci aveva provato, probabilmente. Il sorriso di Jay si accentuò mentre bussò aspettando che gli venisse aperto, una volta dentro si tolse occhiali, cappello e cappuccio, si sfilò la maglia e lo guardò malizioso.
- Basta un tuo sguardo da lontano per far desistere qualcuno. Anche tu saresti una guardia del corpo perfetta... - Disse divertito alludendo ai suoi amici che lo proteggevano come guardie del corpo. David fece un sorrisino alzando il mento mentre faticava a non distrarsi col suo corpo madido di sudore.
- È pericoloso correre da solo qua, se vuoi farlo, chiamami. - Disse solamente serio. Jay annuì capendo che con lui sarebbe stato al sicuro e decise che non si sarebbe più allontanato da solo.
- Avevo bisogno di pensare. - Ammise andando verso la camera per farsi una doccia.
- Lo capisco, ma non qua. - Jay non replicò, capiva che aveva ragione.
Magari a Dubai, in un posto neutro per entrambi, sarebbe stato diverso. Lì nel mondo di David si sentiva strano, come se ne facesse parte e non voleva far parte di nessun mondo.
“Vediamo come va là...”
A Dubai entrò in scena un amico di David.
Un gran bell’amico, effettivamente.
Alto, muscoloso, mulatto, affascinante, simpatico, campione di arti marziali miste e, soprattutto, gay.
Per Jay fu come se si aprisse una porta per un altro pianeta. Proprio come sperava succedesse.
Quella porta portava al letto di Hamir, l’amico di David che stette con Jay da subito.
Del resto lo conosceva e gli piaceva, seguiva il calcio, era tifoso della loro squadra ed essendo amico di David si era interessato a loro anche per questo, ma comunque gli era piaciuto da subito Jay e poterlo finalmente conoscere, cosa che aveva chiesto da anni a David, l’aveva riempito di gioia.
Ci misero poco a fraternizzare in tal senso e fu molto rilassante per Jay constatare che se voleva poteva andare a letto con altri ragazzi. Serviva solo quello giusto, probabilmente.
Hamir era una specie di Dio, bello ma non come poteva esserlo lui, ovvero come un modello od una statua di Michelangelo. Aveva una bellezza più particolare, i lineamenti mulatti lo rendevano speciale ed il colore nocciola della pelle era estremamente attraente per lui. Comunque il suo corpo aveva un sacco di muscoli al posto giusto, più ancora di quanti ne avesse lui. Era forte, lo sollevava per gioco come una principessa, lo teneva su e non era leggero.
Per Jay poter cambiare partner e spostarsi da David fu un gran sollievo. Se poteva farlo significava che non stavano subentrando sentimenti. Esagerò col sesso con Hamir anche per questo, per dimostrare a sé stesso oltre ogni ragionevole dubbio che non c’era niente di particolare con David. Era semplicemente stato quello più vicino in quel momento, ma se poteva c’erano altri. Non era lui, era solo un tipo. Un tipo che lo stuzzicava in generale, non nello specifico.
Meglio così.
Non dello stesso avviso era David il quale scaricato sessualmente dall’oggi al domani in quel modo, ci rimase male.
Troppo male.
Così male che a quel punto fu costretto a pensarci e lo fece mentre andava a fare sport pericolosi come fluttuare nel cielo con un paracadute, per esempio. O buttarsi con un elastico da un ponte altissimo e sfiorare l’acqua al suolo.
Sport per cui poi venne multato dal proprio club perché non si potevano fare cose del genere, che potevano mettere a rischio la propria incolumità. Per contratto non potevano. Ma lui ovviamente se ne era fregato e li aveva fatti lo stesso e mentre li aveva fatti ci aveva pensato molto.
Con rabbia e delusione ed un bruciore nel petto che nessun vento in faccia o tuffo nel vuoto aveva spento realmente.
“Mi ha usato come una merda e poi ha solo tirato l’acqua dello sciacquone quando non gli sono più servito! Non pretendevo nulla, so che non siamo una coppia, non mi deve niente, ma da quello che facevamo al nulla totale di ora ce ne passa. Solo perché ha trovato un cazzo più bello del mio. Allora era solo questo realmente, non lo diceva per mascherare una realtà scomoda che non voleva vedere. Era una questione di fisico, di pisello. Ora ne ha trovato uno più bello. Ma vada a cagare. Che si faccia i cazzi più grandi che vuole! Ma cosa pensa, che me ne importi qualcosa? Se gli va bene così, a me va bene pure. Era solo che mi ha aiutato molto ad uscire dal tunnel di Lucas e pensavo di dovergli qualcosa, che questo l’avrebbe aiutato e vedo che è così. Sta così bene che scopa anche col primo che arriva. Va bene, che stia con chi vuole. Significa che il mio aiuto è servito.”
Ma mentre lo pensava tirava calci e pugni al sacco da boxe nella palestra personale del suo amico Hamir, mentre lui e Jay facevano sesso al piano di sopra.
E lo faceva con una furia potente.
Hamir gli aveva dato qualche lezione in passato e quando doveva scaricare e non bastava nulla, allora dava calci e pugni ad un sacco o ad uno sparring partner.
Oltre che correre come un matto con le sue auto sportive super veloci e prendere multe da capogiro o ritrovarsi la patente ritirata per un periodo.
- Wow! - L’esclamazione fatta d’improvviso lo fece saltare e mancare il sacco, il pugno andò a vuoto e si sbilanciò in avanti finendo contro l’attrezzo contro cui se la stava prendendo. Jay rise e David imprecò.