*Lucas è tornato ed è il secondo allenatore del nuovo coach, una persona molto diversa da quello precedente, ma per questo ci sarà tempo. Adesso è tempo di un confronto fra David e Lucas. Sarà veramente guarito dalla sua infatuazione passata o è ancora perso per lui? Sarà il colpo di grazia che lo farà affondare o la scintilla che serviva per farlo sbocciare? Buona lettura. Baci Akane*
25.
NUOVA STAGIONE, NUOVO PIANO
Aveva appena messo piede nella struttura per i consueti test medici, che si sentì tirare per la camicia che a stento tratteneva il suo fisico prorompente. Jay imprecò seccato, suo malgrado si ritrovò sbattuto contro un muro in un angolo appartato.
Quando vide David il muso duro divenne divertito e malizioso perché sapeva esattamente da cosa derivava il suo panico.
Era sparito di proposito appena saputo il nome del loro nuovo secondo allenatore.
- Che cazzo faccio ora? - Sbottò subito senza nemmeno un saluto, l’aria da allucinato, di chi non aveva proprio dormito.
Jay rise sguaiato in quella sua maniera fastidiosa ed irritante.
- Io direi di non farti scappare questa occasione, che dici? -
Jay era stato realmente molto felice di sapere che Lucas era dello staff tecnico, perché così sarebbe stato sicuro che David sarebbe rimasto.
Non gli importava che fosse consacrato a lui, il periodo di distacco era servito ad entrambi a ridimensionare la loro relazione e a fargli fare un passo indieto utile.
Adesso il tabù era il sesso visto i trascorsi.
David si era lasciato con Jay dicendo apertamente che si stava prendendo per lui, consapevole che Jay aveva solo bisogno di qualcuno accanto che lo raccogliesse e lo facesse stare bene.
Per cui fare sesso poteva essere rischioso e indelicato.
Tuttavia l’arrivo di Lucas aveva messo da parte questa piccola questione e li aveva aiutati a rivedersi in modo decisamente rilassato, sotto un certo punto di vista. Rilassato fra di loro, visto che David sembrava impazzito per colpa di Lucas.
- Non dire sciocchezze... non mi vedrà mai in quel modo... e poi io ne sono uscito... un po’... diciamo che sto meglio, non voglio ricadere in quel tunnel... è che non so nemmeno se è una cosa che posso decidere, capisci? Si può scegliere di chi perdere la testa? Cosa provare per qualcuno, che rapporto avere? - David era partito in quarta, pieno di ansie da premio oscar, ma Jay aveva messo poco a collegare tutto a loro due.
- Non ne ho idea, amico. Dovrai scoprirlo da solo... quando lo scopri, dimmi il risultato. - David non ci arrivò che Jay sottintendeva anche a loro, sbuffò troppo preso dal ritrovarsi Lucas dopo mesi e sospirando scosse il capo e se ne andò a fare le visite mediche, imprecando nella sua lingua natale.
Jay rimase lì e ridacchiò scaricando i nervi tesi prima del loro incontro. Infine sospirò e alzò la testa.
Era ora di andare avanti senza Denis e con un David in una strana fase della sua vita. Come sempre, del resto. Quando mai lui non era in una fase strana?
Lucas in un certo modo aveva facilitato il reincontro con Jay, David per tutto il tempo si era tormentato fino a che la notizia di rivedere ogni giorno proprio lui, l’aveva messo in una crisi peggiore ed aveva deciso che Jay poteva aspettare di essere ‘sistemato’.
Lui la faceva facile, non era lui che rivedeva una persona di cui si era innamorato e che gli aveva spezzato il cuore.
Ne era uscito grazie a Jay, così come Jay ne era circa uscito grazie a lui, ma ora le cose si complicavano molto, eccome.
Dopo un imbarazzante e teso incontro con Lucas, David aveva deciso che non avrebbe mai potuto lavorare così per tutta la stagione calcistica, così aveva preso il problema per le corna e dopo i primi allenamenti del primo giorno del ritiro, gli aveva chiesto udienza.
Essendo in ritiro, Lucas gli aveva detto di fare due passi con lui nel perimetro esterno vegetativo dell’impianto sportivo, che sorgeva in una bellissima zona verde. Tante le passeggiatine piacevoli con la frescura serale, poco prima di cena, con il sole che iniziava a scendere e donava una luce piacevolmente dorata e calda. Perfetta per le fotografie. Anche il caldo non era più intenso come durante la giornata passata ad allenarsi.
David si era appena fatto la doccia ed aveva ancora la testa umida, sebbene i capelli fossero tagliati molto corti e non si notava.
Lui stava bene, in quel momento. Bene fisicamente, dopo la prima giornata di allenamento. Forse un po’ stanco perché non ancora in forma, dopo un mese in vacanza, ma la palestra fatta quasi regolarmente l’aveva aiutato.
In realtà ne aveva fatta di più con Jay che da solo. Jay aveva avuto un’ottima influenza su di lui. Fu un pensiero veloce.
A David il cuore batteva fortissimo, non era stato così in gruppo, perciò aveva trovato il coraggio di parlargli, ma ora che era lì da solo con lui si ricordava di quanto aveva perso la testa per lui e soprattutto quanto l’aveva desiderato.
Lucas aveva sempre un portamento distinto ed elegante, eretto e fiero. Il fisico sempre perfetto e snello, come se giocasse ancora.
Lo trovava bello e lo desiderava ancora, ma non voleva caderci, non voleva rischiare, come non aveva mai voluto.
Voleva solo riuscire a stare con lui e a fare bene il suo lavoro, per lui era importante.
Tuttavia ora che era con lui le mille cose da dirgli erano svanite nel nulla, non sapeva più cosa c’era di tanto importante.
- Sai, sono felice che sei tornato. - Disse subito come prima cosa. Lucas sorrise gentile continuando a camminare per il sentiero fra gli alberi intorno alla proprietà del club.
- Anche io. Mi dispiace aver lasciato in quel modo, ma non potevo fare altrimenti. - Sentendoglielo dire David si incupì ricordandosi cosa aveva sul groppone. Così si oscurò e lo tirò fuori sebbene fosse davvero molto difficile per lui parlare.
- È stata molto dura per tutti noi. Per me. Il mister ha fatto solo piazza pulita intorno a sé, ci ha massacrati. Mi ha messo in panchina nonostante gli avessi dimostrato che valevo, maltrattava tutti... noi avevamo bisogno di te. Io avevo bisogno di te. È stato l’anno peggiore della mia carriera calcistica. - David non voleva fare la parte della vittima, non era uno che si lamentava, ma non poteva farne a meno. Voleva che sapesse precisamente quanto stava male.
Lucas dispiaciuto sinceramente rallentò e lo guardò, ma David non poteva farlo, così visto che non si fermava fu Lucas a prenderlo per il braccio e a fermarlo per farsi guardare.
Fu difficile per lui alzare lo sguardo e posarlo sui suoi occhi penetranti e seri.
- Mi dispiace averti ferito. So che contavi su di me e poi sono sparito, ma stavo male, avevo bisogno di pensare e capire cosa fare. Non ero sicuro della strada intrapresa. - Lucas si aprì e gli spiegò con sincerità che aveva staccato andandosene per riflettere se voleva essere un allenatore, David che inizialmente gli aveva voluto rinfacciare il proprio profondo malessere, aveva capito che era stato molto male anche lui e ne rimase colpito. Sia da cosa stava dicendo e dal fatto che lo facesse con lui, con un’onestà che non gli doveva realmente.
Ripresero a camminare mentre Lucas si raccontava, il sole ormai vicino al tramonto nelle serate estive che allungavano il giorno.
- Hai davvero pensato di chiudere col calcio? - Lucas annuì.
- Non volevo essere un allenatore come lui, meschino, che non tiene in considerazione i giocatori, che non gli vuole bene, che non esita a ferirli per le proprie idee. Lui è bravo, è stato vincente finchè gli andava... ma io volevo essere così? -
- Come mai sei qua invece? - Chiese David trovando sempre più naturale parlare con lui in quel modo.
- Avevo un accordo col presidente che come sai mi adora. - David annuì. - Mi aveva concesso un anno sabbatico per capire cosa volessi fare, così mi ha richiamato qualche mese fa e mi ha chiesto cosa intendessi fare, che per me c’era spazio e voleva inserirmi nello staff. Io ho detto che non volevo essere un allenatore come Felipe, ma che volevo esserlo ancora. Mi ha chiesto di fargli un nome. Io gliel’ho fatto. Lui lo ha comprato e mi ha richiamato dicendomi ‘se lui ti piace, avrebbe bisogno di una spalla ed è entusiasta all’idea che sia tu’. Da lì ho capito quanto mi voleva con sé e quanta fiducia aveva, così sono tornato ed eccomi qua. - David colpito ancora una volta lo guardò meravigliato.
- Avevi davvero dubbi? Pensavi che qualcuno non ti volesse? - Lucas rallentò e lo guardò con un sorriso molto dolce.
- Non tutti. - David scosse il capo scacciando in un attimo ogni sofferenza provocata da lui.
- Hai fatto bene ad accettare, sono contento che sei qua. Anche se... - Si incupì e si fermò chinando il capo, strinse i pugni. Era difficile. Lucas si fermò a sua volta e lo guardò aspettando.
- Anche se ti ho abbandonato? - Lucas sapeva perfettamente come si sentiva, lo poteva immaginare. David lo guardò di scatto istintivamente e lì i loro sguardi si incatenarono di nuovo. Il cuore tornò in gola. Gli piaceva ancora da matti, ci stava per ricadere rovinosamente. Ma tanto a cosa serviva? Lui lo vedeva come un fratellino, non in altro modo. Non voleva rovinare tutto.
- Sono stato di merda nel non vederti più. So che non mi dovevi nulla, ma è così che mi sono sentito. Male. - Voleva essere sincero, una volta non ci sarebbe mai riuscito, avrebbe tenuto tutto dentro ingoiando. Ma dopo tanto tempo passato con Jay che non filtrava mai nulla, aveva preso qualche brutta abitudine. Brutta a seconda dei momenti.
Lucas era colpito nel vederlo così coraggioso e aperto e sorrise contento, anche se dispiaciuto di sapere quanto male gli aveva fatto.
- Mi dispiace. - Fece poi serio.
- Perché sorridevi? -
- Chi ti ha aiutato? - Chiese a bruciapelo come se cambiasse discorso. David preso in contropiede rispose smarrito.
- Jay mi è stato molto vicino... - Lucas sorrise sollevando lo sguardo verso una fila di alberi attraverso cui si intravedeva la rete che delimitava i campi di allenamenti.
David si girò e facendo attenzione notò un giocatore che si allenava ancora ai tiri dalla distanza coi fari accesi per illuminare il campo.
- Ma è Jay! - Esclamò. I due si avvicinarono superando gli alberi, così per vederlo meglio.
Era in un lago di sudore e si era tolto la maglietta, si allenava a torso nudo, era anche più spettinato del solito visto che di norma la tonnellata di gel che si metteva per tenere fermi i capelli non lo spettinava.
Era più piacevole da guardare. Anche se lo era sempre.
“ Bastardo!” Pensò David che si eccitò a guardarlo così, ignaro di essere visto.
- Non ha perso le sue abitudini. È sempre uno stacanovista! - Commentò Lucas come niente fosse. David ridacchiò scuotendo il capo.
- Chi lo cambia, quello? Sembra uno stronzo menefreghista, ma in realtà non ho mai visto nessuno allenarsi così tanto! -
- Ed i risultati li ha. - Disse Lucas. David annuì non capendo dove volesse andare a parare. - Sai, Claudio mi ha affidato i giovani. - David lo guardò per distrarsi dalla visione incantatrice di Jay. - Mi ha dato carta bianca su di loro. - Claudio era il nome del nuovo allenatore così stimato da essere stato richiesto da Lucas per imparare il mestiere.
- Si fida molto anche lui. - Disse come a sottolineare che tutti si fidavano di lui.
- E mi ha affidato te. - Silenzio. David spalancò gli occhi fissandolo sorpreso, lui sorrise convinto. - Mi ha proprio affidato te. Ha detto che ho carta bianca anche su di te. Che vuole puntare su di te nell’attacco, su di te e Jake ovviamente. Vuole che tu e lui siate molto affiatati, perché a quanto pare arriverà un altro grande attaccante. Per dare vita ad un tridente fortissimo, bisogna che i giocatori siano affiatati e questo che arriverà sarà nuovo e non può pretendere affiatamento, anche se spera che lo aiuterete ad inserirsi. Però lo pretende da voi due. E così mi ha detto che ti sei un po’ perso nell’ultimo anno, ma pensa che se c’è qualcuno che ti può riportare al tuo splendore, sono io. - David era totalmente spiazzato, si dovette appoggiare alla rete per non cadere, mentre Jay ignaro continuava a tirare in porta centrando quasi tutti i tiri.
- Perché lo pensa? Perché pensa che tu ci possa riuscire? - non capiva dall’esterno cosa uno potesse pensare di lui. Di loro.
- Vede delle similitudini e sa che ti piaccio e mi ascolti molto. E poi si fida di me o non avrebbe accettato di avermi come sua spalla. Immagino che sia anche una prova. Finchè mi affida i giovani è un conto, ma tu sei una sfida. - David si morse il labbro non sapendo più cosa dire a quel punto, si sentiva in un patibolo o peggio. Si sentiva come di avere in mano il destino di Lucas e non era facile.
- Non dovresti dirmi queste cose, mi metti in ansia così. Se fallisci con me, se non riesco a tornare quello che ero, che ti succede? - Lucas alzò le spalle e gli strinse la sua trasmettendogli una terribile scarica elettrica.
- Tornerai, ne sono sicuro. - E lui ci credeva davvero. David lo sapeva. E sapeva anche che se lui ci credeva, non c’era ragione per non credergli. Lucas era Dio, aveva sempre ragione. - Guarda Jay, David. - Disse poi affiancandolo per circondargli le spalle con le braccia. David lo fece ma pensò che era maledettamente difficile con lui che lo semi abbracciava.
Ma spostò lo sguardo su Jay che si alzava la palla e cercava di fare una rovesciata. Ancora peggio guardare Jay mentre era attaccato a Lucas. Si sentiva totalmente eccitato.
- Viene un’ora prima e va via un’ora dopo. Nei ritiri sta ad oltranza finchè ne ha. E ne ha davvero un sacco, come vedi. - Sottolineò Lucas.
- È incredibile. - Disse sinceramente ammirato David.
- Sì, lo è. Ma lo è perché si applica come nessuno mai. Non avrà un carattere perfetto, ma professionalmente hai solo da imparare da lui. -
- Mi stai dicendo di allenarmi di più? - Chiese David che cercava di non infilarsi la mano nei pantaloncini e masturbarsi.
- Ti sto dicendo di allenarti con lui. Tutto quello che fa lui, voglio che lo faccia anche tu. E vorrei che seguissi una dieta che ti darò, non è dimagrante, è solo più adatta ad uno sportivo. Vedrai che nel giro di poco ti trasformerai e tornerai quello di prima, anzi, meglio. -
Ed ovviamente David avrebbe fatto qualunque cosa Lucas gli avrebbe detto ed in un attimo l’aveva perdonato e superato ogni problema. In un attimo l’avrebbe seguito anche in guerra. Con Jay accanto.