* L'anno calcistico è finito ed hanno vinto la Champions, ma in quei mesi di cose ne sono cambiate molte, le persone, i rapporti ed i bisogni. Se prima era Jay ad aver bisogno del sesso fine a sé stesso per sfogarsi e distrarsi da chi voleva davvero e non poteva avere, adesso è David ad averne bisogno e a capire quanto sia utile, cosa che prima non comprendeva. Il rapporto fra lui e Lucas è progredito e si è rafforzato molto, ma in che modo? Cosa prova davvero, cosa vuole David? Buona lettura. Baci Akane*

27. 
A RUOLI INVERTITI

david jay

Era la festa della loro prima Champions League, uno dei trofei più prestigiosi nel mondo del calcio ed in assoluto il più agognato per i club. 
Era anche da un anno intero che David e Jay non facevano sesso. 
Perciò furono totalmente giustificati, quella notte, dopo la vittoria ed i bagni di champagne che ormai impregnava la loro pelle ubriacandoli, nonostante alcuni fossero astemi o non bevessero per principio. Come nel caso di Jay.
Jay non beveva perché suo padre aveva avuto serissimi problemi d’alcolismo e altrettanti ne aveva il fratello che lui stava aiutando a disintossicarsi. 
Non certo comunque il caso di David che non era né astemio né di così sani principi, infatti oltre a farsi il bagno nello champagne, l’aveva bevuto ben volentieri. 
Del resto quella sera era magica, era meravigliosa. Quella sera tutto andava alla perfezione. 
Avevano vinto la Champions, era diventato uno dei migliori della squadra, tutti erano entusiasti di lui e Lucas era fierissimo. In un anno grazie a lui aveva riconquistato tutto quello che aveva precedentemente perso e molto di più: ce l’aveva al suo fianco, lo adorava come un fratello ed un allievo, lo considerava il suo miglior allievo. Non riusciva a trovare nulla che non andasse, perciò quella notte decise di festeggiare come si doveva. 
David iniziò a capire d’aver bisogno di fare sesso quando, sul tetto del pulmino che portava la squadra in giro per la città a festeggiare, si attaccò dietro a Jay. 
Jay era felice per l’agognata vittoria, ma non era la sua prima Champions e gli mancava Denis, era una di quelle sere dove era andato tutto bene, c’erano molti motivi per essere felice e festeggiare, ma sarebbe stato meglio avere vicino il proprio grande ed unico amore. 
A scatenare la malinconia era stato un suo messaggio di congratulazioni per il traguardo ottenuto. 
Da quel momento, a parte che per il non bere al contrario della maggior parte dei suoi compagni presenti, si era ammosciato. 
Si era appoggiato alla balaustra in ferro sul tetto del pullman sportivo dove tutti saltavano, gridavano, facevano cori e festeggiavano per lo più bevendo e facendo foto, ma lui si era messo a sorridere e salutare e basta.
Non saltava, non era l’anima della festa come succedeva di solito. Era stato uno degli eroi della serata e comunque dell’agognata coppa poiché di partite difficili ne avevano avute e lui aveva segnato in tutte portandoli in finale. 
Però sembrava uno qualunque, una di quelle riserve che nessuno calcola, che non si sentono nemmeno parte di una vittoria importante. 
Era lì così sotto il cielo un po’ nuvoloso di inizio estate, con gli schizzi dello champagne dei suoi compagni intorno, assordato dai cori e la musica che qualcuno aveva messo usando delle casse piuttosto potenti da esterno. 
Quando ad un certo punto sentì delle mani infilarsi ai lati del suo corpo, afferrarsi alla ringhiera su cui appoggiava pigramente coi gomiti e un corpo molto più muscoloso e poderoso di quanto non ricordasse, aderire virile alla sua schiena, accompagnato alla puzza di alcool. 
Quando sentì la prepotenza del suo membro che iniziava ad essere piuttosto duro, le sue natiche sode gli trasmisero la forma e la lunghezza di quello che era sempre stato la sua fissa e a cui aveva rinunciato da un anno per delicatezza nei confronti del suo possessore.
Delicatezza all’inizio, puntiglio successivamente. 
- Non preferisci spalmare il tuo gigantesco cazzo nel culo di Lucas? - chiese sapendo che si trattava di David. Questi gli tappò subito la bocca con la mano tirando la sua testa prepotentemente contro il proprio collo, per essere più efficace nel zittirlo. 
- Vuoi mettere i manifesti? - sussurrò al suo orecchio, Jay in un primo momento rimase in tensione per capire se se la fosse presa, ma poi lo sentì ridacchiare e poi leccargli la pelle sensibile su cui le sue labbra si erano appiccicate per ammonirlo. 
David tolse la mano dalla sua bocca ma gli rimase dietro inglobandolo, quasi nascondendolo, strusciandosi contro di lui, in particolare il bacino contro il suo sedere tondo. 
La memoria del corpo li investì in pieno trasmettendo ad entrambi il ricordo dei loro corpi avvinghiati mentre facevano sesso senza il minimo impegno. Quel sesso che David non aveva mai capito, ma di cui ora sentiva la necessità.
- Me l’avevi detto... - fece David seguendo un pensiero apparentemente sconnesso. 
- Che preferisci farti scopare da Lucas? - chiese piccato Jay. David spinse più poderoso contro le sue natiche come se lo penetrasse già, peccato che i vestiti dessero davvero molto fastidio. Per non parlare della gente intorno e dei migliaia di tifosi in basso in giro per le strade ad acclamarli e filmarli. 
- Che un giorno avrei capito come fanno le persone a scopare e basta senza metterci sentimenti. - per Jay fu chiaro il sottinteso e si sentì come trapassare da una lama affilata. Si sentì togliere il respiro e gli occhi bruciare, ma sorrise malizioso e si girò verso il suo viso, le labbra quasi sulle sue sfidando qualche fotografia a raccogliere quel momento intimo. 
- Vuoi il mio culo proprio perché non provi nulla, perché non puoi avere quello che ti interessa, vero? - ciò che un tempo David aveva a suo modo rimproverato a Jay. Che amava Denis e cercava di fare sesso con lui senza provare nulla. La loro fortuna fu che l’anima della festa era praticamente da un’altra parte rispetto a loro, perciò il gran casino non attirava l’attenzione su di loro, bensì lo distoglieva. Comunque David sentendo la voglia di baciarlo e di abbassargli i vestiti per infilargli il proprio membro dentro, si staccò un po’ cercando di non seguire quell’indomabile impulso. Impulso ingigantito dall’alcool. 
- Appena scendiamo troviamo un posto? Non sai quanto bisogno ho. 
Jay voleva gridare e respingerlo e dirgli che poteva andare dal suo Lucas, ma sapeva che per quanto ubriaco non l’avrebbe mai fatto. 
“Era mio. Se Lucas non tornava si sarebbe innamorato di me. Lo stava per fare quest’estate. Si era staccato per questo. Se non tornava Lucas ora sarei stato io quello da cui scappare per non fare l’amore. Invece ora sono io quello adatto con cui scopare proprio perché non prova nulla. Fanculo. “
La cosa peggiore era che non capiva proprio quale fosse il problema.
Lui non lo amava. Lui dopo Denis non amava nessuno, non avrebbe mai amato nessuno. 
Pensandoci ricordò il suo messaggio e tornò ad intristirsi. 
- Che hai, non vuoi scopare? - fece David poco fine, mettendosi gomito a gomito con lui. 
- Mi ha scritto Denis facendomi i complimenti... non so se sono dell’umore... - David si morse il labbro incupendosi all’idea di un Jay giù di corda per colpa di Denis. 
- Allora ne hai ancora più bisogno di me. - Jay sospirò estremamente confuso ed insofferente. 
- Che fine ha fatto il ‘che senso ha scopare senza sentimenti?’ Il ‘non so come fai?’ - chiese provocatorio per prendere tempo. David alzò le spalle e incrociò le braccia sulla ringhiera appoggiando il mento e le labbra, guardò giù sulla folla che li acclamava come gli eroi vincitori di una guerra ardua, ma non era davvero lì. Non vedeva quel mare di persone accanto cui passava la corriera. Non sentiva nemmeno il casino. 
- È come hai detto. Ero alle prime armi. Dopo un po’ capisci che la cosa migliore è proprio il sesso senza sentimenti. È meglio non provare nulla. Sfoghi i bisogni fisiologici, ti riempi di endorfine e stai fottutamente meglio per un po’. 
- Ma poi ne avrai ancora bisogno... - fece Jay. - Non basterà più... vorrai sempre di più... e poi capirai che quel di più che cerchi sono proprio i sentimenti, non la quantità... 
Questo gli scappò fuori dal proprio controllo e si maledì. Con David riusciva a tirare fuori cose che non voleva ammettere nemmeno con sé stesso. 
- Ti manca Denis così tanto? - chiese ottusamente David. 
- Non lui quanto il modo in cui mi faceva sentire... - David lo guardò piegato accanto a lui, ancora in quella posa. 
Lui più dritto rispose ricambiando lo sguardo di muta richiesta: - Innamorato. Non mi manca Denis, mi manca l’amore. Avevo giurato di non volermi più innamorare, ma suppongo sono cose che si dicono. 
David non lo sapeva. Era stato tanto male per Lucas, poi era risalito dall’abisso e lui era tornato ed avevano instaurato quello strano rapporto incomprensibile. Non sapeva se ne era innamorato come prima e oppure se aveva trovato una sorta di equilibrio. Sapeva solo di stare bene e di essere felice e di aver bisogno di scopare. 
Allungò la mano sotto il proprio braccio e prese quella lì vicino di Jay, lui guardò le loro mani allacciate, sorpreso, poi sorrise con gratitudine. 
David non amava, non provava nulla del genere. Forse nemmeno per Lucas, ormai. Abituato a quel rapporto platonico di maestro ed allievo, un rapporto fraterno, importante, ma non amore carnale. 
- Troverai la persona giusta di cui innamorarti, che ti amerà e sarai felice. - disse David in quello che sembrava un augurio. 
- E tu? È quello che vuoi anche tu? 
David alzò le spalle raddrizzandosi, guardò avanti a sé per pensarci. 
- Un giorno... per ora voglio solo scopare. Ma se non vuoi mi accontenterò della mia mano! - fece diretto e quando lo disse Jay realizzò un punto importante che fino a quel momento non aveva notato. 
- Puoi scopare con chi vuoi, se è solo sesso ti basta uno qualunque... 
David arricciò il naso guardando ancora altrove, le mani lasciate qualche secondo prima. 
- Io e gli estranei non abbiamo un bel rapporto, lo sai che ci metto un po’... 
Jay però aveva colto il punto e non l’avrebbe mollato: - Sicuramente hai qualcuno che conosci con cui scoperesti e che ci sta. 
David ci pensò, qualche viso gli affiorò alla mente, specie fra i giovani del gruppo di Lucas, c’erano di carini che lo idolatravano e che ci sarebbero stati come lui sarebbe stato con Lucas, ma non sentiva di voler andare con loro.
Aveva subito pensato a Jay. Appena capì la questione si morse il labbro, sorrise, raccolse la bottiglia di champagne mezza vuota che aveva appoggiato prima di appiccicarsi al suo gran bel culo e se la svuotò in bocca ritrovando l’euforia, l’eccitazione e quell’ignara semplicità nel prendersi ciò che voleva profondamente. 
- Hai tempo fino alla fine del tour per decidere se ti va una botta e via in nome dei bei vecchi tempi. Altrimenti fa nulla, amici come prima! - con questo David se ne andò continuando a bere per non perdere quello stato di incoscienza, dove trovava il coraggio di fare ciò che voleva davvero senza troppi problemi e filtri. 
Dove non si chiedeva come mai cercava di infilarsi nel culo di Jay e non farsi infilare dal cazzo di Lucas. 

Pensare di poter avere il cazzo delle sue peggiori ossessioni così facilmente gli scacciò velocemente il malumore portato da Denis, anche se ci pensò un po’. 
Non era Denis a mancargli, ma l’essere innamorato. Aveva giurato che non l’avrebbe più fatto, ed ora era lì a volerlo in quel modo indecente. 
Era proprio un’idiota, si disse.
Così idiota che appena scesero dal pullman, arrivati a destinazione nel palazzo della sede centrale del club, in pieno centro città, adibito alla tappa finale del tour di festeggiamenti, Jay sfilò accanto a David facendogli l’occhiolino. 
Qualche secondo dopo, nel primo bagno trovato che a breve sarebbe stato gettonato da tutti i loro compagni pieni di bisogni fisiologici da espellere viste le eccessive idratazioni, David si era chiuso la porta a chiave alle spalle. 
- Abbiamo forse cinque minuti prima che tutti si rendano conto che devono pisciare! - brontolò David ancora brillo ma non del tutto finito. Pure lui aveva ancora un po’ di autonomia residua prima di spegnersi. 
- E tu? - chiese Jay aprendosi i pantaloni ed abbassandoseli nella parte posteriore insieme ai boxer aderenti: - Non devi pisciare? Hai bevuto molto... - concluse girandosi di schiena, appoggiandosi ad uno dei lavandini. 
- Io l’ho fatta nella bottiglia prima di arrivare, speravo di poter dare un senso migliore al mio uccello! - rispose aprendosi la patta dei pantaloni e tirandosi fuori il soggetto appena nominato. 
Jay si voltò brevemente interrogativo: - Ma quando l’hai fatto? - impossibile davanti a tutti col rischio di essere visto. 
David gli si appiccicò dietro e si sputò nella mano lubrificandosi velocemente il pene già duro. 
- Vuoi davvero parlare di questo ora? - 
Appena la mano di David gli allargò l’apertura facendosi strada con due dita bagnate di saliva anch’esse, Jay cambiò subito idea: - In effetti non è poi così importante! - rispose ridacchiando sincrono con David. 
L’istante dopo con una spinta possente gli entrò dentro, Jay rovesciò gli occhi all’indietro insieme alla testa, aprì le labbra e si abbandonò ad un sospiro di totale sollievo, mentre i brividi partivano prepotentemente espandendosi in ogni particella del suo corpo.
Solo sentendolo dentro in quel momento capì realmente quanto gli era mancato David. David, il sesso con lui ed il suo enorme cazzo perfetto che ora, dritto e duro, gli pulsava dentro strofinandosi nella sua apertura ben presto dilatata per lui. 
Lo teneva per i fianchi dando colpi sempre più possenti, affondando via via sempre più e più veloce, con decisione, mentre Jay si inarcava spingendo a sua volta, dandosi e chiedendone di più, cercando di non gridare e di respirare piano. 
La voglia esplose, dopo tanto tempo di astinenza fu come andare in overdose. La loro resistenza fu estremamente minima, vennero subito tutti e due, appena prima l’inizio delle bussate insistenti dei loro compagni bisognosi di espellere. 
David avvolse le braccia intorno al corpo di Jay alzandolo e appoggiandolo a sé, al proprio torace. Ansimanti, eccitati e coi sensi impazziti, ma bene, maledettamente bene. Bene come non stavano da tempo. 
Jay girò la testa verso la sua, appoggiandosi alla spalla, si guardarono con le labbra che si sfioravano. 
- Cazzo quanto mi era mancato... 
- A chi lo dici. - ammisero. 
“Non dovevi mica aspettarmi...”, pensarono entrambi senza il coraggio di dirselo. Non avrebbero dovuto, eppure l’avevano fatto ed ora, uno nelle braccia dell’altro, con le labbra che si sfioravano cercandosi con la punta delle lingue, quasi con timidezza, si chiedevano cosa fosse realmente successo. 
Non si sarebbero risposti. 
- Ma ti immagini che qualcuno ha bevuto da quella bottiglia pensando sia champagne? - disse invece Jay smorzando la tensione strana creatasi, David rise di gusto e tutto tornò alla normalità. Più o meno.