*Riprendiamo la scena da dove si è interrotta: David stava facendo la valigia per partire per le vacanze estive, Jay prima di separarsi era andato da lui per vedere come stava dopo la notizia che Lucas lasciava la squadra. Lo trova sorprendentemente bene, ma poi cominciano a parlare di 'essere speciali uno per l'altro' e le cose si complicano. Soprattutto perché David è l'indciso per eccellenza, al contrario di Jay che ha sempre le idee chiare. Buona lettura. Baci Akane*

29. 
PER NON FARE UN CASINO

david jay

David doveva solo distrarre Jay dal concetto di ‘speciali’, ma non era tanto facile. Quando quello fiutava una traccia, non la mollava. Gli indicò di passargli della roba che era nel comodino vicino a lui e Jay lo fece, gliela prese e continuò, ma vedendo che non diceva più nulla e si era di nuovo chiuso, si stese lui sulla sua valigia, proprio sotto il suo viso e fra le sue mani che trafficavano col contenuto. David si fermò di botto. 
- Allora? Sei contento di essere speciale per lui? 
David necessitava di sminuire e nascondere il proprio stato d’animo emozionato. 
- Sono speciale anche per te, hai detto. Dunque devo pensare che provi qualcosa? Voglio dire... stai insinuando questo no? Che io sia speciale per Lucas, perché prova qualcosa per me... 
Improvvisamente era diventata un’indagine che a Jay non piaceva più, perciò invece che rispondere o alzarsi, rimase lì e sollevò un braccio, portò un dito sul suo collo e seguì le linee dei muscoli giù sulla clavicola e poi sulle spalle. David fermo, chino sulla valigia, su di lui, a guardarlo senza muoversi, appoggiato con le mani ai lati a guardare la perfezione del suo viso, un dono di natura. A perdersi uno negli occhi dell’altro. 
Quelle dita sulla sua pelle umida e sudaticcia nonostante l’aria condizionata, lo riempivano di brividi e di voglia di succhiarle. 
Fu come se glielo leggesse, ripensò ai flash di qualche sera fa alla festa del club, in quel bagno. Era ubriaco ma si ricordava tutto. Anche il suo corpo lo ricordava ancora. 
E Jay. 
Jay se lo ricordava eccome. Era stato sobrio del tutto. 
Sollevò anche l’altra mano strisciandola sulle sue braccia muscolose, risalì sul collo e arrivò sul viso dove la barba di qualche giorno lo rendeva affascinante e gli donava molto. 
Arrivò alle labbra che non baciava e succhiava da moltissimo tempo. Gli mancavano. Le toccò, erano morbide e calde e David le aprì e accolse una delle sue dita succhiando senza distogliere nemmeno un attimo lo sguardo dal suo. Il desiderio tornò ad esplodere, troppo vicina l’ultima volta insieme, troppo veloce, troppo scarna. 
Jay spostò l’altra mano sulla sua nuca dove i capelli erano rasati corti e lo solleticavano al tocco. 
Voleva baciarlo, voleva fare di nuovo sesso con lui, ma la paura che sarebbe stato diverso, questa volta, lo frenava. 
Una lotta strenua fra desiderio cocente e paura. Paura di non saper reggere.
Voleva innamorarsi, era pronto, significava che era guarito da Denis. Ma David? 
Era la persona giusta o semplicemente il primo sotto mano in un momento delicato di bisogno? 
David, continuando a succhiare il suo dito, spostò la mano dalla valigia al suo petto scolpito e muscoloso: era così tonico e caldo da dargli alla testa. Si sentì come dilatare nel desiderio, come se il suo corpo decidesse da solo. Gli sfilò la valigia da sotto la testa facendolo appoggiare meglio sul letto, steso al contrario rispetto a lui; si tolse gli shorts e i boxer, poi gli salì sopra gattonando fino ad arrivare al suo inguine, fino ad adagiare il proprio sulla testa di Jay. Gli aprì i jeans e lottò per tirargli fuori l’erezione che come immaginava si era eccitata. 
Jay si sentì di nuovo emozionato, quando vide la sua erezione che stava diventando dura davanti al viso, la testa fra le sue ginocchia. Gliela prese indirizzandola verso la propria bocca, la lingua fuori ad attenderlo. Una volta entrato con tutta la sua lunghezza, mise la mano sulla natica e lì il paradiso si aprì su di lui e lo inglobò. 
Si stavano succhiando a vicenda, ma un pensiero scappò libero a Jay mentre aveva il membro di David in bocca: “Capolavoro!” 
Forse era troppo fissato con quella particolare parte anatomica, al contrario di David che invece guardava all’insieme. 
Tuttavia quella volta il suo commento non era riferito a quella sua parte fisica, di cui era sempre stato un fan sfegatato. 
Il ‘capolavoro’ era per David stesso. 
Affascinante, virile, muscoloso, forte, uomo. 
Tutto ciò che gli piaceva sempre più.
Si era innamorato di Denis, era vero, totalmente un altro genere. Ma una parentesi, un’eccezione che c’è sempre nelle vite di tutti.
Adesso aveva scoperto ciò che lo faceva impazzire.
Era uno come David.
Anzi, era proprio lui. 
David si spingeva col bacino nella sua bocca come se lo scopasse e andava sempre più veloce e a fondo, dandogli addirittura la sensazione di soffocamento, ogni tanto. Jay accompagnava i movimenti di David con le mani afferrate salde ai suoi glutei, altro ‘capolavoro’, mentre il compagno sopra di lui non mollava il suo che succhiava veemente, spesso distratto dal piacere che provava. 
Dovette smettere di farlo, infatti, appoggiando il viso contro la sua coscia mentre il piacere delle parti basse lo investiva nella bocca di Jay. 
- Sempre il migliore a succhiare cazzi! - disse volgare e con un pizzico di cattiveria, per smorzare l’eccessivo desiderio e quella sensazione folle di volerlo scopare fino in fondo, entrargli dentro e farlo suo. 
- Tu invece lasci a desiderare! - commentò divertito Jay che era ancora duro ed insoddisfatto. 
David rise e dopo essersi goduto l’orgasmo, finì e si concentrò sulla sua erezione. Anche lui gli venne in bocca in un piacere che lo inondò e che gli era mancato, dopo quel giorno. 
Si alzò e si girò mettendosi dritto verso di lui, si appoggiò sui gomiti e gli carezzò il viso accaldato per il piacere dato e preso. Si perse nel suo volto regolare e piacevole. 
- Se scopiamo ora sarebbe un casino. - disse chiaramente. Jay senza capire inarcò le sopracciglia, le mani ancora sul suo sedere. 
- Perché? L’abbiamo già fatto un sacco.  
- Ma adesso tu cerchi qualcuno di cui innamorarti, io non so cosa provo e cosa voglio e cosa cerco. So solo che non amo Lucas. Sono pronto a scopare solo se non rischio di fare danni ed ho paura che finché non mi chiarisco le idee, ti farei solo danni... 
David sembrava perso in un altro pianeta, ma non era così. 
Jay sorrise cercando un modo per tirarsene fuori e scherzare e coprirsi, ma capì che dopo essersi fatto succhiare l’uccello in quel modo, pretendere di non scoprirsi era ridicolo. 
- Chi ti dice che mi innamorerei di te?  
“Se non lo sono già?” Si disse fra sé e sé. David alzò le spalle. 
- Per esperienza so che se sei in cerca di amore e scopi sempre con uno, finisci per innamorarti. 
Jay si aggrottò fissandolo per capire bene. Aveva fatto sesso solo con lui, lo sapeva. Perciò l’impressione avuta l’anno scorso era reale. David si era innamorato. 
- Eri innamorato di me? - chiese diretto come sapeva essere per gli altri e mai per sé stesso. David si morse il labbro fissandolo, gli carezzò il viso invece di rispondergli. Fece un sorrisino. Non lo sapeva, non ne era certo, ma aveva sentito il bisogno di smettere di fare sesso con lui ed ora erano lì in procinto di ricascarci, entrambi diversi, molto diversi da un tempo. 
- È tutto un casino, Jay. Fermiamoci un momento, respiriamo, distraiamoci e vediamo di mettere in ordine le nostre teste, ti va? Io sono diverso, tu sei diverso, abbiamo vissuto molte esperienze che ci hanno cambiato. Non siamo più quelli di un anno fa. Capiamo prima chi siamo diventati, ti va? 
Jay, testardo, voleva una risposta, ne aveva un enorme bisogno. Sentiva di non poter uscire da quella casa senza quella risposta. 
- Eri innamorato di me? - tornò a chiedere stringendo la presa sulla vita. David voleva andare via, ma era in casa sua e non poteva ed era pieno di endorfine per il piacere dell’orgasmo. Così sospirò e decise di essere sincero. 
- Credo di sì. Ma che ne so dell’amore? 
- Eri innamorato di Lucas. 
- O lo adoravo? 
David era pieno di dubbi riguardo i sentimenti. 
- E non lo sei più? 
- Non so cos’è l’amore, Jay... per questo ho bisogno di capire... tutto... 
Era dolce mentre lo diceva, anche se Jay era in subbuglio, in procinto di esplodere, tutto corrucciato e con il cuore che batteva impazzito. Non gli chiese cosa provava, perché sapeva che era confuso ed erano risposte inutili, in quel momento. 
- Ti potrei rispondere, ma non sarebbero risposte attendibili, ora come ora. Ho appena scoperto ciò che provo per Lucas, l’ho appena definito. Forse lo adoravo, non lo amavo. Ed ora è la mia guida, un fratello maggiore, una persona importante, ma non è amore. Non so più chi sono ora, cosa voglio. Lasciami un po’ per capirmi. 
Jay sbuffò e lo spinse con il ginocchio e le braccia facendolo finire di lato, poi si alzò seccato come una regina. 
- Tu hai sempre bisogno di pensare per capire, arrivi sempre con mille treni! Possibile che tu non sappia mai cosa provi, chi sei? Le persone normali sanno rispondere alle domande semplici. Cosa provi? Sei innamorato? Cosa vuoi? Tu no, tu devi sempre andartene, isolarti e pensare e analizzare! Magari però quando capisci è tardi, sai? 
Jay era un uragano, mentre inveiva ad alta voce e si sistemava camminando per la camera. David, invece, fermo steso nel proprio letto a guardarlo senza fare e dire nulla. 
- Sono fatto così. Jay. Non voglio rischiare di fare un casino. Ci sei tu di mezzo. Sei troppo importante per fare un casino con te. 
O, forse, dicendo poche cose ma deleterie. Quelle giuste. Quelle sufficienti.
Jay si spense e si sgonfiò, scosse il capo lasciando cadere le braccia e sospirò. 
Dopo un attimo si era calmato e si avvicinò al letto, salì in ginocchio, gli mise una mano sulla guancia e lo guardò in quegli occhi quasi da cucciolo, pieni di una scusa per qualcosa che ancora non capiva. 
Infine gli sfiorò le labbra, un lieve bacio solo accennato. 
- Io la voglio quella risposta. Appena ce l’hai. O a parole o a fatti, ma la voglio. - David sorrise. 
- Se nel frattempo non capirai prima di me che volevi solo il mio bell’uccello perfetto e non c’era altro! 
Perché fra loro non serviva mica parlarne. 
Non serviva che Jay dicesse che voleva una storia con lui, che si stava innamorando.
Era chiaro.
David non lo era per Jay, ma non lo era nemmeno per sé stesso. Ecco perché il bisogno di rifletterci di nuovo, senza influenze esterne in arrivo. 
“Ho paura che desidero Jay perché non ho avuto nessun altro che mi prendesse e mi piacesse. Ma ci sarà sulla faccia della terra un altro che mi piaccia e mi prenda, no? Potrei essere in fissa con Jay perché non ho altri termini di paragoni, perché ho solo lui, magari ho gusti difficili, sono complicato, diffidente... ma non significa che io voglia per forza Jay perché provo davvero qualcosa. Che cazzo ne so dell’amore? Ho scopato solo con lui, non ho praticamente vissuto. Non posso incasinare Jay per dei miei capricci. Io poi sto poco a dire ‘no guarda non era come pensavo, avevo idealizzato l’amore, ma non è questo, scusa, separiamo le nostre strade’. Ma poi lui come ne uscirebbe? Non lo merita.”
Sicuramente qualcosa di molto complicato, ma se fosse stato semplice, non sarebbe stato David.