*Quando le cose sembrano destinate a stagnare perché David non riesce a decidersi e Jay è troppo orgoglioso, arriva un elemento nuovo ed esterno che mette tutto in subbuglio. Javier, un altro giocatore giovane, carino e molto dolce. David scopre di sé cose che non conosceva e Jay ci rimane male. David troverà le risposte che cerca? Buona lettura. Baci Akane*
30.
SMUOVERE LE ACQUE
Javier fu la risposta di David alla sua domanda.
C’era sulla faccia della terra qualcun altro in grado di prenderlo, di intrigarlo, di farlo innamorare e che lo ricambiasse?
Da ogni competizione con le nazionali usciva una rivelazione, quella volta fu il turno di Javier Ramirez conquistare tutti e, poco dopo, anche il suo nuovo club.
Quello in cui giocavano David e Jay era uno dei club più prestigiosi, si era anche appena aggiudicato la tanto agognata Champions League, ora come ora non c’era di meglio, era il sogno di qualsiasi calciatore.
Arrivò lì felice come una pasqua ed emozionato al massimo perché finalmente avrebbe conosciuto di persona il suo grande idolo.
Jake Armstrong, Jay per tutti.
Il suo fan numero uno.
Da adolescente, per cui si parlava di pochi anni prima poiché il ragazzo era davvero giovane, aveva avuto la fortuna di incontrarlo; da allora lui già suo tifoso ne era diventato ancora più fanatico.
Non avrebbe mai osato sperare di poter essere un suo compagno, un giorno, e non lo nascose di certo.
Lo dichiarò subito ai quattro venti, la prima cosa che disse ai media appena diffusa la notizia della sua firma col club, fu:
- Sono felicissimo, per me è un sogno essere il compagno di Jake Armstrong, è il mio idolo sin da ragazzo!
Con questa premessa senza peli sulla lingua, quasi svenne il primo giorno di ritiro che se lo ritrovò davanti.
Javier era un ragazzo genuino e solare abituato a vivere le sue emozioni al cento percento, per cui non solo esagerava tutto, ma aveva sempre una reazione ed un sentimento estremamente forte e non sapeva minimamente nasconderlo.
Per cui ebbe pure la spontaneità, fra le lacrime, di dirglielo.
- Oh mio Dio è un sogno averti di nuovo davanti! - poi per il nervoso partì a spiegargli tutta la sua storia di tifoso, come mai lo era diventato, quella foto insieme e poi tutto quel che sapeva di lui. Molto. Moltissimo.
Cose che probabilmente non sapeva nemmeno Jay stesso.
Di solito questo genere di cose scocciavano, all’inizio erano carine, ma poi diventavano pesanti specie se provenivano da un proprio compagno di squadra. Con lui non fu così. A parte che Jay aveva un ego smisurato e adorava essere Dio per qualcuno, ma la verità era che il modo in cui lo faceva Javier era particolarmente carino.
Forse perché lo era lui stesso con quei grandi occhi neri da cerbiatto, il naso piccolo e la bocca carnosa. Il viso bello come quello di una ragazza. Per il taglio di capelli si limitava a replicare sempre quello di Jay, perciò dipendeva da lui.
Insomma Javier era un dolcetto di ragazzo, era allegro, spiritoso, solare, spontaneo, sincero e dolce. Aveva solo qualità che era impossibile non apprezzare, gli rendeva possibile fare con successo qualunque cosa, piacere a tutti e soprattutto sbocciare.
Anche piacere a David!
In qualche modo Javier gli era entrato dentro.
O meglio.
Lui era entrato in Javier.
Ripetutamente.
Da dietro.
Forse la sua dolcezza, la sua allegria, la sua sfacciataggine, la sua genuinità ed anche il suo coraggio.
Inizialmente David incuteva un certo timore e con gli estranei lui non si approcciava mai per partito preso. Perciò era una bella sfida, era come un muro di cemento armato, ma poi ad un certo punto Javier ne aveva trovato una breccia e ci si era infilato. Poco dopo David aveva assaggiato la dolcezza dei suoi sorrisi e aveva realizzato che gli piaceva abbracciarlo, cosa che non faceva mai con nessuno. Gli permetteva molte cose per cui di solito non andava matto.
Da lui gli andava bene tutto. Era diventato ben preso un micio tenero che faceva le fusa.
Difficile non notare come David gli sorrideva spontaneo, come lo proteggeva, come lo difendeva. Come gli piaceva.
Difficile farci i conti per Jay, perplesso su come si erano lasciati, su come non si erano mai realmente chiariti e su come poi senza dire nulla quello stronzo si fosse infilato nel culetto stretto di Javier.
Inizialmente era un suo grande fan e lo era ancora, ma una volta in squadra si era amalgamato con tutti, troppo. Ed aveva scoperto che la sua preferenza era l’uomo virile.
- Ti facevo un tipo diverso... - disse Jay a Javier un pomeriggio, subito dopo la sessione regolare degli allenamenti. Jay come al solito si apprestava a fare i suoi allenamenti extra, David dopo che Lucas se ne era andato non ne aveva più fatti giudicandola un’attività prettamente confinata a quel periodo.
Javier senza capire cosa intendesse, rallentò e gli chiese:
- A cosa ti riferisci?
Jay indicò David che si era avviato negli spogliatoi dopo avergli detto qualcosa di piuttosto esplicito all’orecchio, toccandogli con la mano la zona bassa della schiena, quel confine fra lombare e coccige.
- Pensavo fossi uno che preferisce le cose dolci e le coccole... sai, il romanticismo, insomma...
Non era né provocatorio né altro. Voleva capire e non era tipo da tenersi per sé le proprie domande inadatte.
- Beh... infatti... - rispose avvampando imbarazzato, capendo a cosa si riferiva: - È così chiaro? - chiese intendendo che lui e David se la facevano. Jay rise schernendolo mentre si metteva a palleggiare sul posto per tergiversare. Javier beveva dalla bottiglietta d’acqua distribuita dagli aiutanti.
- Manca solo una scritta al neon! Però pensavo che non fosse il tuo tipo, non è per niente romantico...
Javier guardò Jay cadendo dalle nuvole, come se non parlassero della stessa persona.
- Come scusa?
Jay si aggrottò.
- David è un rozzo insensibile. Arriva, entra, si svuota le palle e si riveste...
Javier colse subito il sottinteso.
- Esperienza personale? - chiese malizioso. Jay alzò un sopracciglio esplicito. - Negativa, a quanto pare... - aggiunse poi il ragazzo più piccolo. Jay mancò la palla che rotolò via, imprecò e la recuperò tornando indietro, ma la tenne sotto il piede ferma invece che tornare a palleggiare.
- Negativa è una parolona. Dipende da cosa cerchi tu da un ragazzo... ma a parte questo... vuoi dirmi che David è dolce con te?
Javier arrossì ancora e si intenerì pensando a quanto lo ricopriva di coccole.
- Con me è tenerissimo, non smette di coccolarmi.
Lo imbarazzava parlarne, ma fu piuttosto esplicito e Jay perse totalmente la voglia di allenarsi. Si bloccò capendo che con Javier, David era un amore, mentre con lui solo uno che faceva sesso e basta.
Se David fosse stato lì, gli avrebbe chiesto spiegazioni.
Dopotutto non era stato lui ad insistere che si faceva sesso solo se non c’erano implicazioni emotive per non incasinare tutto? Quando anche David era diventato così lui ci era rimasto male, ma forse era stato tardi a quel punto cercare qualcos’altro.
Di fatto non ne avevano più parlato ed ora si era buttato completamente su un altro.
Che bella botta, si disse.
Jay non aggiunse altro, prese la palla e tornò in campo lasciando Javier solo a gestire una situazione estremamente strana, che di sicuro non avrebbe mai pensato di affrontare.
La piscina si era finalmente svuotata e loro due erano lì da soli, uno sull’altro avvinghiati a vivere il loro amplesso giornaliero.
Era bello nell’acqua, era speciale e avvolgente, ma lo erano di più le braccia forti di David che stringevano Javier mentre si muovevano in simbiosi, allacciati.
- Sai, ho avuto una strana conversazione con Jay prima... - disse mentre stavano ancora consumando. David appena lo sentì si smontò subito, si fermò rimanendo comunque dentro di lui e lo guardò stranito e cupo.
- Cosa?
Javier non si tolse da lui, rimase con le braccia intorno al collo e cercando il suo sguardo girò il capo, le gambe intorno alla sua vita.
- Avevi una relazione con lui? - chiese convinto fosse impossibile vedendoli in quel periodo. Non gli erano sembrati di certo intimi.
David si rabbuiò ulteriormente.
- Scopavamo. - disse solo laconico. Javier sorpreso di quella conferma continuò la sua indagine, ritenendo quello il momento migliore per qualche risposta.
- Tu scopavi, credo che lui facesse altro... credo ci sia rimasto male...
David stava per toglierselo di dosso, totalmente senza voglia.
- Che cazzo dici?
Sapeva benissimo cosa diceva, ma era nel panico ed era inspiegabilmente arrabbiato.
- Sa che stiamo insieme ed è caduto dalle nuvole nel sapere che sai essere dolce e sensibile...
David a quel punto se lo tolse di dosso malamente, si girò e si issò sul bordo della piscina uscendo. Il suo corpo lucido e completamente nudo gocciolò fuori dall’acqua, mentre Javier lo guardava perplesso realizzando che aveva appena rovinato qualcosa. Sperava non tutto.
- Che ho fatto?
Soprattutto realizzò che stava per conoscere un lato di David che non aveva mai avuto il piacere di scoprire. Le sue ombre.
“Pazzesco, era quello che diceva prima Jay... rozzo insensibile svuota palle!” Ripeté la sua definizione mentre lo guardava andare a farsi la doccia con in mano il costume recuperato da un angolo.
Javier dovette inseguirlo dentro negli spogliatoi per chiedergli delucidazioni, ma a quel punto, proprio mentre David era nudo e bagnato e si asciugava, entrò Jay che aveva finito con gli allenamenti extra.
I due si fissarono in modo molto strano e non si dissero niente, Javier guardò i due e la strana aria che aleggiava improvvisamente. Tensione elettrica. Come se avessero litigato.
“Come due ex, quando uno dei due ha scoperto che l’altro ha una nuova relazione e questo sa che lui sa!”
Precisamente quello.
Improvvisamente capì. Ebbe un quadro preciso della situazione e non sapendo nemmeno che dire e come intromettersi, decise di non dire proprio nulla.
Iniziò ad asciugarsi e vestirsi, deluso e confuso, sentendosi lui quello di troppo e fuori posto.
Vestendosi in fretta e furia, non sapendo nemmeno come sentirsi di preciso, notò che David aveva rallentato la preparazione, mentre Jay era andato a farsi la doccia indifferente.
Sospirando e senza dire nulla, scosse il capo e se ne andò.
Probabilmente non c’era molto da dire visto che era improvvisamente tutto chiaro ed esplicito.
“Un mezzo per scuotere le acque, ecco cos’ero... che bellezza!” Si disse con amarezza bruciante andandosene, mentre la delusione per non essere fermato da David gli dava una conferma per quanto appena appreso.
David aveva solo i boxer addosso, quando Jay uscì dalla doccia con un asciugamano alla vita, tutto bagnato. Gocciolante. Lucido. Fumante di vapore.
Sorrise vedendo che era rimasto solo e che non si era nemmeno ancora vestito, indugiò di proposito sul suo pacco come sempre bello gonfio e insoddisfatto da prima.
- Guai in paradiso? - chiese fingendo che non gli importasse nulla, che non ci fossero problemi.
A David andò il sangue al cervello in un attimo. Per un momento, prima, vedendolo, si era sentito in colpa per aver iniziato una relazione con Javier senza parlare con lui, ma di fatto non aveva mai saputo cosa dire e in quel ragazzino aveva trovato un esperimento utile, proprio quello che cercava.
Era dolce e carino, completamente diverso da Lucas e Jay e soprattutto disponibile ed in grado di stimolare la sua gentilezza, il suo senso protettivo e romantico. Con lui era riuscito ad essere dolce e tenero.
Aveva pensato di poter perdere la testa per lui, aveva pensato di riuscirci.
Eppure forse proprio perché riusciva ad andarci a letto significava che non provava nulla.
Se una volta senza sentimenti non riusciva a fare nulla, ora era impossibile farlo provando qualcosa.
Però Javier gli piaceva, stava andando bene con lui, si sentiva a suo agio, poteva sfogare la sua voglia di coccole e tenerezza, tirava fuori dei lati di sé che nessuno riusciva ed estrapolargli.
Poteva andare bene, se coltivato.
Trattarlo in quel modo, senza dirgli nulla e farlo andare via così non era di sicuro sinonimo di coltivare una relazione.
David riprese a vestirsi.
Aveva fatto di nuovo la scelta sbagliata, come al solito.
Jay non si decideva a buttare giù la maschera, preferiva fare finta che non gli importasse nulla e forse era così. Forse era il suo modo da stronzo di dargli la sua benedizione. Dirgli che non gli importava senza venire allo scoperto.
Il compagno lo guardò cambiare repentinamente, scuro, silenzioso e rabbioso.
Senza capire cosa diavolo fosse successo, si tolse l’asciugamano di dosso e se lo passò sul corpo muscoloso, poi sbottò senza potersi più trattenere.
- Mi sembrava di averti reso tutto più facile, di averti dato una scappatoia! Cosa c’è che non sei mai contento? Sono io quello che dovrebbe essere incazzato e deluso, dopotutto aspettavo una risposta che è arrivata con te che ti scopi un altro. E per giunta con romanticismo, a sua detta! Ma fa pure, ignorami, continua a startene zitto e vattene come se fosse colpa mia o sua o di tutti tranne che tua!
Con questo finì dando un calcio stizzito alle ciabatte che volarono via insieme all’asciugamano schiacciato per terra con rabbia.
David si fermò e lo guardò meravigliato che si fosse deciso anche lui a venire allo scoperto.
Tremava di rabbia e faticava a contenersi, gli dava le spalle nascondendo forsennato il suo viso, ogni singolo muscolo del suo corpo era teso. E ne aveva tanti, di muscoli. Tutti ben allenati come sempre. Come li ricordava.
Come gli davano alla testa.
La sua schiena, i suoi glutei, le sue cosce.
“Merda!”, imprecò: “Però ha ragione, sto facendo un disastro dietro l’altro. Nessuno di loro ha colpa se non so un cazzo di me. Sto gestendo tutto di merda come sempre. Fanculo!”
A quel punto David decise che avrebbe pensato a Javier più tardi o magari domani a mente fredda, ma raggiunse Jay e lo cinse dolcemente da dietro.
Con la stessa dolcezza e sensibilità che metteva con il ragazzino. La stessa che aveva messo certe rare volte anche con lui quando era stato male per Denis.
- Scusami se non ho più detto niente. Ma la verità è che non sapevo proprio che cazzo dire e per non dire le solite cose... non ho detto nulla...
La bocca contro il suo collo si mise a baciare sommessamente, le mani sul torace, il corpo contro il suo nudo. Chiusero gli occhi entrambi, abbandonati ai brividi violenti che li attraversarono in quel momento, nostalgici di momenti simili avuti in passato.
- Come facciamo a rincorrerci sempre io e te? Riusciremo a correre insieme sullo stesso piano, un giorno? - disse solamente Jay, sorprendendo David che si era aspettato invece di essere respinto e di litigarci. Aumentò la presa mentre la voglia di entrargli dentro si faceva sentire nel suo membro duro contro le sue natiche, solo la stoffa della tuta a separarli.
Jay si morse il labbro appoggiando la nuca sulla sua spalla, le labbra di David scivolarono sul collo, risalendo molto facilmente sulla guancia fino all’angolo delle labbra.
- Forse sbaglio a cercare risposte nette a tutti i costi. Forse a volte non ci sono risposte. Forse a volte devi solo arrenderti e vivere ciò che ti senti, ciò che ti viene... forse non ci sono risposte... -
Cos’era l’amore? Era quello innamorarsi? Cosa cambiavano i sentimenti?
Jay girò impercettibilmente il viso alla ricerca della sua bocca che trovò sfiorandola.
- Vivendo ad istinto sono arrivato in alto, forse non è un brutto modo di vivere... - sussurrò Jay che non voleva lo lasciasse. Le mani sulle sue gli carezzavano i pettorali, una sensazione di tale beatitudine, così lontana dall’incertezza e la rabbia e la delusione di quei mesi, di quell’ora.
“Mi fa stare sulle montagne russe, mi fa provare di tutto, mi fa volere di tutto. Non ho mai provato questo con nessuno, anche con Denis era diverso nonostante fosse meraviglioso...”
Sapeva di aver amato realmente Denis.
Sapeva di essere capace di amare, ma sapeva anche che ogni amore era diverso.
E sapeva che si poteva amare tante persone estremamente diverse fra loro.
A lui non importava minimamente cosa provava per David. Lui voleva solo potersi perdere di nuovo in lui, perché gli mancava da morire.
Non fecero nulla, quella volta.
David lo lasciò andare con un bacio lievissimo sulle labbra, poi gli disse un dolce: - A domani... - e se ne andò.
Jay, accasciato giù, si mise una mano sulla bocca sconvolto.
David era decisamente diverso da chiunque altro.
Sentiva di poter cambiare e forse per lui era già cambiato. Chiunque riuscisse a decentrarlo dal proprio estremo egocentrismo aveva un posto speciale nel suo cuore, nella sua vita.