31. UN PO’ DI CORAGGIO ANCORA
Il giorno dopo David non aveva ancora parlato con Javier, non sapendo bene come affrontare la questione e cosa dirgli; in compenso arrivò un’ora prima della sessione di gruppo e si mise a fare palestra con uno stupito Jay.
Lo guardò mentre andava nella cyclette, convinto di avere le visioni.
- Dopo che Lucas non allena più da noi non sei più venuto prima...
Gli allenamenti speciali li aveva fatti solo con lui. Negli orari di Jay, ma sempre e solo con Lucas.
Quell’anno ancora niente e ci era rimasto male, ma ovviamente aveva capito che la sua risposta al suo grande pensare era negativa e non sapeva come dargliela. Non c’erano alternative visto il suo ostinato silenzio in merito.
Non sapeva che David semplicemente non riusciva districarsi in quella nebbia, così evitava di dirgli che non sapeva ancora niente.
Di fatto era terrorizzato di lasciarsi andare con lui, non era sicuro che Jay volesse una relazione, che provasse qualcosa per lui. Non era certo di niente e nessuno perché era lui quello insicuro dalla nascita, su tutto.
David alzò le spalle fingendo che non fosse nulla di che e si mise nella cyclette accanto iniziando a pedalare.
- Volevo evitare conversazioni complicate... - disse sinceramente.
Jay alzò le mani scanzonato in segno di resa, poi chiuse la bocca con una zip immaginaria e finse di buttare la chiave.
David annuì grato ascoltando le canzoni che aveva scelto Jay in quanto primo fruitore della palestra del centro sportivo, super attrezzata.
Le canzoni erano pop, dance e moderne e mettevano allegria. Forse rispecchiava il suo umore di quel giorno.
Rimasero zitti per un po’, poi cambiarono insieme macchinari passando ad allenare prima le gambe e poi le braccia.
Infine andarono insieme al bilanciere e Jay si stese per primo nel lettino indicando al compagno quanti pesi applicare all’attrezzo, quando furono pronti, cominciò a farli aiutato da David posizionato dietro di lui, al di sopra della sua testa.
Una posizione terribile visto che lo distraeva non poco.
Alzando gli occhi poteva infatti avere una visuale troppo buona del suo pacco da sotto, di cui lui era fan numero uno.
David aveva avuto la brutta idea di indossare degli shorts aderenti perché di norma in palestra privilegiava quel genere di indumento.
Purtroppo si vedeva troppo bene ogni muscolo modellato. Ogni TIPO di muscolo.
- Ti sembrava il caso di vestirti così? - si lamentò faticando a concentrarsi sul sollevamento della sbarra. David capì col tipico secondo treno a cosa si riferiva, rise rendendosi conto che stavano piano piano tornando come una volta.
Come quando lo cercava perché con lui stava bene e si divertiva.
- Pensa a sollevare invece di distrarti col mio enorme uccello gigante, che altrimenti ti strozzi e non per il mio sperma!
Questa gli venne spontanea ed estremamente bene, tanto che Jay dovette mettere giù il bilanciere per ridere di gusto, lasciando andare la tensione accumulata in quei giorni.
Rise fino alle lacrime imitato da David solo dopo che aveva capito d’averla detta ad alta voce e non solo pensata.
Però non era forse vero che si era messo quella tenuta aderente proprio sapendo e sperando di essere solo con lui?
Forse a Jay piaceva unicamente il proprio cazzo, ma almeno con quello poteva ottenere le sue attenzioni.
Non era vero, però. Lo sapeva bene che a Jay piaceva anche altro di lui. Non ne aveva la certezza assoluta, ma da come sperava che tornasse era ovvio che volesse qualcosa che andava oltre una bella scopata ed un corpo statuario.
Ne era quasi sicuro.
Vedendolo ridere lo trovò ancora più bello e guardandolo dall’alto, così steso ed anche lui vestito corto ed aderente, era sexy da morire. Quanto lo voleva ancora.
Quanto gli mancava togliersi i vestiti ed infilarglielo in bocca.
L’avrebbe fatto fino a qualche mese prima. E forse avrebbe fatto un disastro.
Da quanto non facevano sesso vero e proprio?
Poteva considerare quello nel bagno alla notte della festa?
E a casa sua, quell’orgasmo vicendevole nelle loro bocche?
No, sesso vero, completo, consapevole e come si doveva era da molto, da troppo.
Davvero troppo.
Si fece serio pensandoci e fece molto sforzo per non tirarsi fuori l’erezione ed infilargliela in bocca.
- Cercavo di innamorarmi. Cercavo di capire se potevo farlo. Mi chiedevo se ci fossi solo tu sulla faccia della terra. Ho voluto fare sesso con Lucas, ma era il mio idolo. Non so come considerare quello che è stato per lui. Però poi oltre a te io... possibile che non ci sia nessun altro? Quando ho realizzato che mi sarei fatto Javier, mi ci sono buttato a capofitto. Volevo capire come cazzo era con un altro. Non ho mai fatto sesso con un altro che non fossi tu, Jay...
La confessione arrivò così. Uno in piedi, uno steso. Il bilanciere dimenticato così come le risate. Si guardarono al rovescio, di nuovo seri.
- E qual è il verdetto? - chiese cauto Jay. David piegò le labbra e alzò le spalle.
- Non ne ho idea. Sicuramente ho scopato prima di instaurare qualcosa, perciò non posso dire di essermi innamorato. Si ama col tempo e con fatica.
Era la sua teoria.
“Perciò mi ami.” Jay lo poteva pensare perché era egocentrico ed aveva un’alta considerazione di sé, ma non lo disse. Certe cose le dovevi capire da solo.
- Io non ho tutta questa pazienza. - disse però riprendendo il bilanciere per fare qualche altro sollevamento. David mise due dita sotto per fare da perno e aiutarlo se necessario, ma apprezzò la sua sincerità, come sempre.
“Devo dedurre che tu invece sai cosa provi per me? Lo sai davvero? Che è questo? È più del mio cazzo ciò che vuoi? Se l’avesse voluto, se fosse stato solo quello mi avrebbe tirato giù sulla sua faccia e me lo avrebbe succhiato anche attraverso i vestiti!”
- Eri dolce con lui... - disse poi alla fine, alzandosi per lasciargli il posto.
David si stese e ci pensò mentre si preparava scambiandosi i posti, ora Jay sopra la sua testa, in piedi. Era lui a potergli sbirciare fra le gambe capendo di averlo davvero tanto a portata di mano. Bastava allungare le dita.
- È difficile non avere riguardi per lui. A volte semplicemente si prende le coccole e sai... sono belle. Sono maledettamente belle.
Jay sorrise aiutandolo a fare i sollevamenti, mentre ripensava alle volte insieme, quando bisognosi di abbracciarsi l’avevano fatto. Quando si erano dati calore senza sesso.
- Lo so che puoi essere dolce. Ero solo invidioso che con me lo potevi essere solo se stavo male, mentre pare che con lui sia così normale...
David, sotto sforzo, rispose trovando incredibile quanto facile fosse improvvisamente parlare di certe cose.
- Con te sono molto più che semplicemente dolce. Nessuno mi ha visto come mi hai visto tu. Nessuno mi ha fatto provare e dire certe cose...
Nessuno l’aveva visto nel suo habitat naturale. Nessuno gli aveva fatto dire ‘me ne vado perché sono confuso ed ho bisogno di pensare’.
Vedendola così Jay si sentì meglio e al settimo cielo. Continuò ad aiutarlo sorridendo soddisfatto e compiaciuto. Pensando che comunque gli sarebbe sempre piaciuto mettere giù il bilanciere e stendersi sopra di lui.
- Sai a cosa penso? - fece quindi cercando di non rivelare la malizia con la quale voleva cambiare discorso e alleggerire l’atmosfera.
- Al 69? - ma evidentemente era fin troppo un libro aperto per lui. Jay scoppiò a ridere e gli mise giù la sbarra mentre anche David rideva da steso e guardandolo in quel momento da quella posizione, sentendosi incredibilmente meglio e leggero, allungò le mani e gli toccò le ginocchia, risalì fino alle cosce e lo attirò a sé facendogli fare un passo in avanti fino a posizionarlo sopra di sé, con le gambe aperte e la sua testa in mezzo.
Chiuse gli occhi e appoggiò il volto contro il suo ginocchio, il volto ancora aperto in un sorriso. A respirare Jay. A rilassarsi così. A sentirsi finalmente di nuovo bene.
Jay smise di ridere, non si mosse, non face niente. Le mani sulla sbarra appesa, lui sopra la testa di David, le gambe aperte, il suo viso contro una delle due ed i brividi. E la voglia.
Così grande.
Ma non si mosse, non si abbassò i pantaloncini, non si abbassò su di lui. Non fece nulla.
Rimasero così ad assaporarsi, a riprendersi lentamente.
Ad aspettare una risposta che in realtà nemmeno c’era ancora.
O forse c’era, ma serviva un po’ di coraggio per leggerla.
Javier non sapeva come comportarsi, ci era rimasto malissimo perché non si era più fatto vivo e ci aveva sperato di vederselo arrivare in casa, avrebbe dovuto inventare una scusa con la moglie incinta, ma ce l’avrebbe fatta.
Però non era servito, perché David non era venuto e non gli aveva scritto, ora lo vedeva al centro sportivo dopo quello strano episodio di ieri.
Ci aveva pensato tutta la notte, ma non sapeva bene che conclusioni trarre.
David e Jay erano praticamente due ex e Jay aveva scoperto in quel modo che adesso David se la faceva con un altro. Non era stato quello, quanto la reazione di David al sapere che Jay adesso era a conoscenza di loro due.
Se ne era andato, era repentinamente cambiato e non aveva detto una sola mezza parola. Come se avessero chiuso.
Era questo che era successo?
E poi dopo che se ne era andato, che avevano fatto? Un ritorno di fiamma?
Forse lui era la parentesi fra loro due, era lui il terzo incomodo. Molto probabilmente era così in effetti.
Certo non poteva dire di provare qualcosa, inizialmente aveva sperato di farsi Jay, ma poi era finito fra le braccia virili di David quasi per caso. Gli era stato bene, ma non era stata una cosa pensata, cercata e volontaria nel senso di avere un reale motivo per farlo.
Era capitato e gli era piaciuto, tutto lì.
Se David amava Jay non voleva certo rovinare la propria permanenza lì facendosi odiare dal suo idolo, dal suo dio indiscusso. Non se ne parlava proprio.
La cosa più essenziale nella sua vita, in quel momento, non era tenersi stretto un amante e tanto meno fare sesso, sia pure il migliore che avesse mai fatto. Bensì era instaurare un rapporto con Jay, essere un buon compagno di squadra, piacergli in qualsiasi modo potesse essere possibile.
- Javier, hai un momento? - chiese David improvvisamente appena si era messo la tuta per allenarsi. Javier, sorpreso di vederlo e soprattutto sentirgli dire che voleva parlargli, ne approfittò subito e lo seguì per i corridoi del centro. Invece di uscire, ad un certo punto fece una deviazione infilandosi nel magazzino degli attrezzi per gli allenamenti, si chiuse dentro chiedendo con un dito alzato, un momento di privacy ai tecnici dello staff che stavano preparando le cose per l’allenamento imminente.
Javier si chiese se non avesse potuto trovare un posto migliore, ma David andò subito al sodo.
- Mi dispiace per ieri, mi sono comportato da vero stronzo... - sentendolo scusarsi, Javier si addolcì subito come se non importasse più quanto successo.
- Non ti preoccupare, è solo che non sapevo di voi e... e capisco che se sono io il terzo incomodo mi farò da parte... solo che bastava saperlo, tutto qua!
La fece facile, David lo guardò perplesso mentre metteva le mani avanti. Eppure aveva ragione. Sospirò e si grattò la nuca mordendosi la bocca nel non sapere come proseguire.
- Io e Jay non siamo mai stati insieme realmente, ma avevamo una strana relazione che ho interrotto perché appunto non capivo più cosa fosse.
- Ma andavate a letto insieme, me l’ha detto chiaramente... - chiarì Javier. David sorrise imbarazzato ed annuì.
- Non sappiamo cosa proviamo, cosa vogliamo e cosa siamo. Siamo in una fase delicata e... ed io con te volevo solo provare a vedere com’era con un altro... sai, per capire cosa provi per uno a volte devi solo spostarti, distrarti...
Nella sua testa era sembrato meno brutto di come stava suonando, perciò decise di zittirsi per non peggiorare la situazione. Javier ridacchiò capendo che si era appena sentito, ma poi gli mise una mano sul braccio e lo tranquillizzò con la sua tipica dolcezza.
- Va bene, sai... anche per me era più così, è capitato e mi è piaciuto, ma non ci sono altre cose di mezzo... e capisco che cercavi risposte. Ma se posso darti un consiglio... - David annuì e lo guardò senza togliergli la mano: - Le risposte le trovi solo se sperimenti con la persona giusta.
David inarcò le sopracciglia senza afferrare subito il consiglio. Lui rise, adorava quel suo lato ottuso: - Passa il tempo con lui se vuoi capire cosa provi e cosa vuoi!
Così era chiaro e David si rilassò con un mezzo sorriso, annuì.
- Grazie, mi sembra un consiglio sensato.
- E poi io adoro Jay, non voglio farmi odiare da lui. Per me lui è come dio, perciò non offenderti ma se devo scegliere fra te e l’avere un bel rapporto d’amicizia con lui... beh non c’è storia!
La mise giù in modo divertente per alleggerire e sdrammatizzare, anche se era comunque la verità. David si sentì meglio sapendo che era davvero tutto a posto e rise scaricando il nervoso accumulato. A quel punto Javier lo abbracciò e lui lo accolse. Una persona dolce che cercava coccole a quanto pare non gli dava fastidio. Anche se poi lui probabilmente sarebbe rimasto la sola eccezione.