*Come da titolo, scopriamo il problema più grande di David... qualcosa che scopre anche lui per la prima volta. Un po' lento di comprendonio, eh? Buona lettura. Baci Akane*

4. UN GRANDE PROBLEMA

jay david

Jay aveva tentato di invitare altra gente, ma Denis l’aveva fatto ragionare dicendogli che non era il caso, così aveva evitato limitandosi davvero solo a loro. 
Che comunque anche in tre facevano per dieci almeno. 
Joao e Luis entrarono correndo, mentre Jay fece deviazione in cucina a chiedere alla domestica cuoca di preparare un po’ di rinfresco e metterlo in giardino, dandole poi il permesso di andarsene e di tornare tranquillamente per il giorno dopo, che avrebbe ordinato la cena eventualmente. 
Quando Jay era in casa, e ci voleva coraggio per definirla così, voleva privacy. Si fidava abbastanza della collaboratrice, infatti veniva a fare le pulizie mentre lui era agli allenamenti, durante la mattina, poi si fermava per preparargli da mangiare. Per la sera si concordavano, dipendeva un po’ dalle giornate. Spesso usciva fuori, mentre se stava in casa era quasi sempre con qualcuno, perciò preferiva non averla lì con loro. 
Denis si trascinò un titubante e chiusissimo David conducendolo in giardino sulla scia del chiasso emesso dagli altri due fenomeni da baraccone. 
- Sembrate di casa... - Disse David per spezzare il suo immenso imbarazzo, sottolineandolo ancora di più invece. Denis sorrise gentile: 
- Lo siamo, preferiamo sempre venire qua se decidiamo di fare qualcosa a casa... oltretutto è single e non dobbiamo giostrarci con le rispettive famiglie. - David dedusse che gli altri fossero tutti sposati o fidanzati. Pensò che fosse un buon argomento di conversazione e stava per fare la domanda con grande sforzo, quando la voce gli morì in gola perché i due suddetti fenomeni si erano gettati nella piscina gigantesca del gigantesco giardino dopo essersi tolti tutti i vestiti ad eccezione dei boxer.
Stavano starnazzando come oche, quando gli schizzarono bagnandoli. 
- Dai buttatevi! È caldo! - Nonostante non fosse già estate, c’era già caldo essendo che in quel Paese la primavera era come l’estate di molti altri stati più a nord. 
Denis rise mentre David brontolò: 
- Ma non ho il costume. - La tipica frase per negarsi un tuffo improvvisato in piscina. In quello una saetta passò loro in mezzo dividendoli. La saetta era già nuda, con soli i mini boxer aderenti e rigorosamente bianchi, quando si tuffò a bomba nella sua stessa piscina. 
Denis rise ancora di più quando fu schizzato da Jay: 
- Il solito bambino. - Lo derise. 
- Dai venite! È maledettamente bello! - Rincarò anche lui come gli altri che già cercavano di annegarsi. 
- Ma che ci siamo lavati a fare se torniamo a bagn... - Ma David non finì la frase perché si ritrovò tradito anche dall’unico che pareva sensato. Denis infatti si spogliò rimanendo coi suoi comodi boxer rossi e si buttò con loro ridendo anche lui come un bambino. 
David a quel punto rimase solo in piedi come un palo a maledire sé stesso e il momento in cui si era fatto convincere a socializzare. Perché socializzare? 
La socializzazione era sopravvalutata! 
Voleva solo tornare nel suo antro oscuro, dannazione, ma se lo faceva ora sarebbe risultato antipatico. Ancora peggio stare lì e non fare ciò che facevano gli altri. 
Riluttante iniziò a spogliarsi facendo il broncio. 
- Non è che ami nuotare in mutande... - La risata sguaiata si levò sulle altre facendo scappare un sorrisino a David che cominciava ad apprezzarla in qualche modo, ma gli morì in gola un: ‘no’ che soffocò quando vide il suddetto proprietario della risata sguaiata uscire dalla piscina per acchiapparlo e spingerlo in acqua. 
Il problema fu quel breve lasso di tempo nel quale Jay presentò il suo splendido corpo da statua greca di nuovo bagnato e gocciolante. Ma in quel caso non fu tanto il corpo in sé quanto i mini boxer bianchi tutti bagnati che gli si appiccicavano addosso mostrando le grazie che David non aveva mai preso la briga di notare in circa otto mesi di convivenza nel club. 
Ed ora non solo le notava, ma ci stava morendo anche. Così, senza motivo ed avvisaglie. Senza aver mai avuto istinti simili verso altri ragazzi se non secoli addietro per un suo amico d’infanzia. 
Ma le mani di Jay finirono sulle sue chiappe per la terza volta, strinsero i suoi glutei sodi che schizzarono come saette e altrettanto fece David gettandosi letteralmente in piscina per scappare alle sue palpate mentre lo chiamava. 
La sua reazione spontanea e terrificata dal lato maniaco di Jay fece morire dalle risate tutti gli altri che lo accolsero cercando di annegarlo subito. Per par condicio anche Denis si unì a loro, cercando però poi di farli smettere prima di far scappare di nuovo David. 
Mediare fra i matti e gli anatroccoli spaventati non era facile, in effetti. 
Una volta in acqua anche lui fu facile decidere il gioco da fare, perché naturalmente era impossibile che dei bambini troppo cresciuti non facessero i bambini fino in fondo. 
David era quello che bisognava sciogliere, troppo teso e rigido, così detto fatto tutto il tempo che rimasero in acqua non lo mollarono un secondo facendo a gara a chi lo assaliva e lo annegava.
David mostrò così un eccellente istinto di sopravvivenza oltre che una notevole forza. 
Ovviamente in quanto calciatore il suo fisico era piuttosto buono, anche se non ai livelli di Jay, ma nessuno lì era ai suoi livelli. 
Però la forza non gli mancava e riuscì a tenere sempre testa, ma, cosa più importante, a divertirsi
Sì, perché era maledettamente bello strofinarsi contro quei ragazzi, ridere con loro ed essere al centro della loro attenzione.
Ed era davvero bello avere le braccia di Jay intorno al collo, le sue cosce intorno alla sua vita e la sua risata terribilmente sguaiata sull’orecchio che lo stimolava a ridere e bere acqua insieme. 
Ed era ancora meglio sentire il suo pacco duro contro la schiena. Percepire nettamente tutta la forma del suo pene che per via dei vari strofinamenti era duro, immaginare com’era perché tanto era come se lo stesse toccando realmente. I brividi iniziarono a ricoprirlo quando ci fece caso e venne in suo soccorso l’idea di fare tiri con la palla acrobatici lanciandosi in acqua. 
Per lo meno per un momento David pensò che fosse una grande salvezza. In realtà fu solo un grande problema.
Una volta che uscirono tutti i suoi occhi corsero inevitabilmente sui pacchi di tutti come per assicurarsi che fosse tutto normale, ma capì che non lo era quando vide che erano tutti normali, nei boxer bagnati che gli si appiccicavano agli inguini. Si vedeva la forma moscia regolare. 
E si vedeva quello sospettosamente duro di Jay che con i boxerini piccoli e bianchi sembrava non avesse assolutamente nulla addosso. 
David imprecò e si guardò mentre per fortuna l’attenzione di tutti era puntata su Jay che dava ordini a Denis su come e dove tirargli la palla sull’acqua e si preparava col suo corpo da favola a saltare con una capriola. 
Lui non ce l’aveva sospettosamente duro. Lui ce l’aveva disastrosamente duro.
E grande. 
Sì perché il suo dramma era la dote. Non era dotato poco o nella media.
David era tanto dotato. 
Jay fece la sua acrobazia saltando sulla piscina e gettandosi con una rovesciata che tirò la palla in un angolo del giardino, tutti risero e guardarono il protagonista che godeva parecchio nell’esserlo più che mai, come al solito. 
David andò a recuperare la palla, messo più in disparte a ridere di circostanza, quel genere di risata che cerca di nascondere il suo enorme problema. 
Quando tornò indietro, Jay era già uscito e mentre Luis e Joao stavano giustamente litigando su chi sarebbe stato il secondo, il proprietario di casa andò incontro a David fischiando d’apprezzamento mentre i suoi occhi scuri si misero insolenti a fissare proprio il suo pacco duro e teso in modo esplicito.
Per fortuna i boxer erano con una fantasia colorata, perciò non era come fosse nudo, come nel caso di Jay, però comunque si vedeva quando duro e grande fosse il suo membro. 
David si fermò con la palla in mano, bordeaux in viso, finendo tragicamente nel panico, mentre Jay ridendo lo raggiunse prendendogli la palla; nel farlo gli mise le mani sulle sue e gli strizzò l’occhiolino avvicinando il viso ed il corpo al suo fino a toccarsi, solo la palla a separarli, le dita le une sulle altre, i nasi si sfiorarono, le gambe si toccarono. Jay si morse il labbro ammiccandogli e fu come se a David si aprisse il cielo e la colomba bianca scendesse annunciando l’avvenuta del redentore. 
David spalancò gli occhi, avvampò e si irrigidì temendo di essere venuto. Sentì una vampata partire intensa dalle gambe ed espandersi ovunque, si sentì così bollente da non capire nulla, non aveva più una sensibilità normale. 
Ma una cosa per lo meno gli fu chiara e precisa. 
David era sessualmente attratto da Jay e forse era anche ricambiato.
Forse. 
Jay non disse nulla e non fece niente di speciale, gli sfilò la palla e la lanciò dalla distanza verso la piscina dopo averlo annunciato con un fischio. 
Joao e Luis ci stavano ancora litigando che Denis approfittò e saltò prendendo loro il posto, eseguì la rovesciata con tuffo sull’acqua facendo finire la palla ancora in fondo al giardino. Jay corse a recuperarla poichè ancora nei pressi. 
David rimase impalato a guardarsi, cercando di respirare e non boccheggiare. 
Era bagnato di acqua, non poteva capire se era venuto o meno, ma in ogni caso ci era andato tremendamente vicino. 
Era ancora nel panico, non aveva idea di cosa fare e come comportarsi, quando una mano si posò sul centro della sua schiena, gentile e non maniaca, non scese sul suo sedere come aveva fatto prima. 
David saltò e si irrigidì comunque, ma si perse nella vicinanza fisica di Jay che gli fece mancare alcuni battiti, mentre gli diceva fingendo che non fosse successo nulla: 
- Il bagno è dentro, attraversa tutta la sala, imbocca il corridoio e poi è una delle stanze di là. - David rimase di stucco nel guardarlo poi correre dagli altri e chiamare la palla per un altro tiro. 
Jay aveva capito cosa gli era successo e non ne aveva fatto mezzo dramma, anzi. Facendo passare del tutto inosservata la cosa, aveva capito prima di lui di cosa aveva bisogno e l’aveva aiutato. 
David trovò la forza di muoversi filando silenzioso verso l’interno, mugugnando un ‘vado in bagno’ che era un misto fra tre lingue diverse. 
Jay sorrise deliziato. 
“Quando è imbarazzato pasticcia con le lingue!”
E lo trovò davvero carino.