*Ormai David è in fissa con Jay e non riesce a nasconderlo bene, a Jay basta poco per accorgersene... ma se una normale persona cercherebbe di fare finta di niente, lui no. Lui non è normale. Denis ha un ruolo fondamentale in questa prima parte della storia, ma per il momento è solo accennato. Però presto lo mostrerò bene. Buona lettura. Baci Akane*

7. LA MENTE BASTARDA

david jay

David ci aveva visto giusto, in quel pochissimo tempo passato con loro. 
Jay era disperatamente innamorato di Denis. 
Il problema era che Denis era troppo inaccessibile in quel senso, troppo etero, ma in particolare troppo innamorato di sua moglie.
Per Jay nutriva solo una profonda amicizia, lo difendeva sempre a spada tratta, stavano sempre insieme, conosceva ogni cosa di lui e lo capiva, ma di fatto non lo ricambiava e Jay era troppo sveglio per non saperlo. 
Per non sapere che se si fosse dichiarato sarebbe stato respinto e avrebbe rovinato definitivamente e irrimediabilmente la loro amicizia. 
Per Jay il loro rapporto, anche se non completo, era ciò che più contava. Era meglio averlo nella sua vita, anche se non nel modo che pensava, piuttosto che non averlo o averlo con distacco. 
Denis era gentile, sarebbe rimasto suo amico, ma qualcosa sarebbe inevitabilmente cambiato e Jay non poteva sopportarlo.
Così si era deciso a non fare mai quel passo e ad amarlo in silenzio e farsi bastare tutto ciò che poteva avere da lui, consapevole che non sarebbe stato più dell’amicizia. 
Denis, comunque, avrebbe a modo suo giocato un ruolo importante nella vita di Jay e David. 

Gli occhi non volevano più staccarsi dal suo corpo e cercavano continuamente lui tutte le volte che erano negli spogliatoi insieme a prepararsi per una partita o per andare a casa. 
In particolare gli fissava il pacco ed il culo, un gran bel culo. Sodo, allenato, stretto. Di quelli che doveva essere maledettamente piacevole penetrare. 
Gli allenamenti invece erano diversi perché Jay si fermava sempre a fare palestra, dopo la sessione. E comunque arrivava sempre prima. 
L’aveva solo notato, ma non aveva certo motivo di fare improvvisamente le sue stesse cose solo per guardarlo, specie perché il suo scopo non era provarci con lui e saltargli addosso, solo rifarsi un po’ gli occhi e capire fino a che livello i propri istinti potevano arrivare.
Originariamente non voleva nemmeno quello, ma i propri occhi si erano fissati con lui e a quel punto si era solo detto che voleva scoprirsi meglio, capirsi, vedere fino a che punto poteva arrivare, insomma. 
Perciò non ci voleva provare con Jay e di fatto non trovava alcun motivo per cambiare i propri ritmi giornalieri finendo per fare quello che faceva lui così improvvisamente. 
Era per questo che le volte che lo poteva vedere nudo e magari bagnato, i suoi occhi non gli si staccavano di dosso e non poteva controllarlo, sperava solo di non essere notato. 
Nessuno gli faceva lo stesso effetto, infatti guardava un po’ tutti per capire se fino a quel momento avesse dormito come un idiota, ma gli altri erano dei semplici compagni. 
Ovviamente pensava di non essere notato, ma non c’era verso che Jay non se ne accorgesse. 
All’inizio non ci aveva fatto caso, poi dopo un paio di volte beccato, aveva capito che David era proprio in fissa con lui e la cosa iniziò a fargli naturalmente piacere. 
Adorava suscitare certi istinti sugli altri, gli piaceva piacere, essere desiderato. Perciò iniziò a stuzzicarlo senza avere particolari intenzioni, solo tenere vivo il suo interesse perché voleva continuare a piacergli. 
Jay era egocentrico e narcisista, ci teneva ad apparire perfetto, ci teneva a piacere, adorava essere al centro del mondo di tutti. Tuttavia se riceveva insulti non ne faceva un dramma. Si limitava a diventare più forte e a continuare per la sua strada e dimostrare che tutti si sbagliavano. 

Quel giorno Jay aveva deciso di testarlo e divertirsi un po’, così decise di fare la doccia vicino a lui dopo la partite, beccando il suo tempismo. David era un fulmine, perciò non era facile accelerare i suoi tempi che al contrario erano lunghissimi, ma con tanto impegno riuscì a finirgli nella doccia vicino. 
Quando David se lo vide vicino sbagliò il rubinetto della doccia ed aprì l’acqua fredda invece che quella calda e gli scappò un’imprecazione molto spontanea che fece ridacchiare Jay, il quale si sporse verso di lui girando il rubinetto nel verso giusto. Nel farlo naturalmente si preoccupò di essergli addosso e di toccarlo col busto guardandolo malizioso. 
- Forse così è meglio! - Commentò suadente. David avvampò e lo fissò immobile, ebete, incapace di reagire e muoversi, nemmeno di spiccicare mezza parola. 
Jay tornò al suo posto a sciacquarsi, carezzando il proprio corpo da favola con una calma sorprendente. 
David rimase imbambolato a fissarlo con occhi spiritati, incapace di controllarsi bene come faceva di solito, a quel punto Jay gli schizzò il bagnoschiuma addosso ridendo. 
- Ti devo lavare la schiena? - Fece divertito, David si riscosse e si sciacquò veloce per poi ignorare il compagno. Provò a fare come se non fosse nemmeno presente fissando doverosamente le piastrelle bianche e blu davanti a sé, come se poi Jay ci stesse a farsi ignorare se decideva il contrario. 
- Hai la luna storta? - Chiese sfacciato e diretto. David preso in contropiede dovette fissarlo cadendo dalle nuvole. 
- No, perché? - Domandò cercando di insaponarsi in fretta e furia, senza poterlo fare molto bene sulla schiena. 
- Non mi guardi nemmeno... che stai zitto è normale, ma sembra che ce l’hai con me... - Insistette Jay girandolo di schiena per lavargliela testardamente. Al suo tocco sul braccio David si irrigidì trattenendo il fiato, mentre quando sentì poi le sue mani con il sapone che gli strofinavano la schiena, strinse gli occhi mordendosi la bocca per trattenere un gemito. 
Chinò il capo guardandosi allarmato fra le gambe, mentre i brividi iniziarono a scorrergli prepotenti fluendo proprio nel suo inguine. Ed eccolo lì traditore, più che mai il suo tipico enorme problema. 
- Non ce l’ho con te, non ce l’ho con nessuno... solo perché ho pensieri per la testa, non significa che ce l’ho con qualcuno. - Brontolò David sperando che le sue mani la smettessero presto di toccarlo. Ma le mani di Jay scivolarono sulla sua fascia lombare soffermandosi sui suoi glutei. Non andò a fondo, non andò nella sua fessura. Glieli insaponò superficialmente, consapevole che erano in mezzo ad altri compagni che per fortuna in quel momento non li calcolavano. 
David gettò il capo all’indietro imprecando. 
- Jay... - Gli partì un lamento spontaneo e Jay pensando dovesse dirgli qualcosa, spuntò dalla sua spalla appoggiandosi casualmente sulla sua schiena. David era teso come una corda di violino, come lo era la sua erezione che a momenti schizzava nel sentirselo addosso in quel modo. 
- Sì? - Ma poi l’occhio cadde inevitabilmente verso il basso e notò ciò che l’altro giorno avrebbe dato oro per poter guardare in tutto il suo splendore. 
Ed aveva avuto ragione a volerlo provocare e guardare, perché quel suo pene era semplicemente bellissimo.
Grande, dritto, duro, con la cappella esposta. Un capolavoro.
A Jay venne sete, quella sete da maniaco che gli veniva in certi casi. Provò un impulso indomabile di toccarglielo per sentirlo pulsare sotto le dita, ma non lo fece. 
- Ti serve di nuovo una mano, a quanto pare. - sussurrò sul suo orecchio sfiorandolo. David così svicolò da lui, non facendocela più, e si infilò sotto il getto dell’acqua che preferì raffreddare un po’ cercando di domare la situazione. Jay rise senza fare mistero di ciò che lo divertiva. David pensò che fosse un sadico e non sapeva se quello aumentava il suo livello di piacere, ma venne richiamato dal compagno che di schiena gli porse il suo bagnoschiuma. 
- Me la lavi? - Fece ovvio. David lo fissò terrorizzato sperando scherzasse, ma Jay voltò il capo a metà e lanciandogli un’occhiata sbrigativa, gli fece l’occhiolino malizioso. - Avanti. - Lo incitò senza aggiungere altro. David voleva chiedergli perché ce l’aveva con lui, ma non è che lo stesse maltrattando perciò non avrebbe saputo cosa rispondere alla sua domanda su cosa gli stesse facendo di male.
Di male nulla, ovviamente. 
Prese titubante la boccetta e la spremette un po’ sulle mani ed un po’ sulla sua schiena.
Era una schiena abbronzata, ampia, muscolosa e così bella. Così forte. Così elastica. 
Iniziò dalle spalle mentre la sensazione della pelle e dei muscoli sotto le dita gli trasmisero l’ennesima scarica d’eccitazione che si riversò tutta nel suo membro che tornò ad impennarsi. 
David guardò in basso. 
Ora quasi gli sfiorava i glutei. Un piccolo movimento incontrollato e la sua punta si sarebbe appoggiata nelle sue natiche. O peggio in mezzo. 
Doveva stare storto per non toccarlo, ma le mani scesero a constatare che la sua vita stretta era perfetta per essere presa e stretta mentre lo penetrava da dietro. 
David per poco non venne, imprecò e prima di avvicinarsi al suo sedere curvo, lo lasciò dicendo un cupo: 
- Ecco. - Dopo di questo chiuse il rubinetto e si affrettò ad andarsene, recuperò l’asciugamano come se fosse la sua salvezza e se lo avvolse alla vita sotto gli occhi divertiti e maliziosi di Jay. 
Era anche peggio, l’asciugamano stava tesissimo sull’inguine ed era ovvio che ce l’avesse in tiro e che fosse dotato. 
“A parte che è davvero uno spettacolo...” Si disse fra sé e sé leccandosi le labbra. “Si salva perché siamo in mezzo ai nostri compagni. Se eravamo soli col cazzo che lo facevo scappare. Una scopata con lui me la farei eccome!”
Per lui era una questione ormonale. David glielo metteva in tiro ed era ricambiato, perciò non c’era niente di male nell’approfittarne. Era solo sesso. 
Per David era più complicato perché era vergine da quel punto di vista. Aveva fatto sesso solo con le donne e per fortuna gli era piaciuto. Si riteneva bisessuale, perché anche certe donne lo attraevano e il sesso con loro era molto facile e piacevole, perciò si trattava solo di concentrarsi sul genere giusto. Ma con Jay che lo provocava così era difficile, molto difficile. 
Quando lo vide raggiungerlo nella panchina, imprecò ancora fra sé e sé e si sedette cercando di mitigare la propria situazione, ma non ebbe successo perché Jay si mise ad asciugarsi in piedi davanti a lui, sventolandogli ancora una volta il suo bel corpo. 
- Dovresti soddisfarti. Reagisci così perché ti reprimi e non fa bene. Per noi uomini è fisiologico. - David spalancò gli occhi ed avvampò. Jay non aveva paura di niente, parlava apertamente di certe cose in mezzo agli altri come se non ci fossero problemi. Non aveva nemmeno il senso del pudore a quanto pareva. 
In mezzo a loro, fra la postazione di David e quella di Jay, si infilò Denis che si era lavato dall’altra parte delle docce, con altri compagni. 
Le postazioni erano a seconda del numero di maglia ed essendo che Jay aveva la numero 7, Denis la 8 e David la 9, erano anche sempre vicini. Ad essere diversi erano solitamente i ritmi, quando loro due arrivavano nudi in panchina per cambiarsi. David aveva già finito. Quel giorno no. Quel giorno Jay voleva torturarlo. 
Notando una strana atmosfera fra i due, Denis chiese candido: 
- Di che si parla? - Come niente fosse. David avvampò ancora e non rispose affrettandosi a vestirsi nella speranza di non far notare il proprio capolavoro, mentre Jay ridacchiò e indicò col mento il suo inguine teso. Denis seguì la direzione del suo sguardo e notando l’inevitabile arrossì anche lui ammutolendosi.
- Oh! - Disse solo imbarazzato. 
Quella reazione forse fu peggiore di quella da stronzo di Jay, per questo David alzò gli occhi al cielo e infilandosi a fatica i pantaloni addosso, imprecò per l’ennesima volta consapevole che sarebbe passato per un maniaco. 
“Chissà come faccio a soddisfarmi... scopo con le donne, ma sembro sempre un adolescente con gli ormoni a palla... mi basta vederlo per impazzire! Non è lo sfogo sessuale che mi manca, non è quello che mi può aiutare. Qua mi sa che devo scopare proprio lui. E di brutto, pure!”
Ormai la sua testa era andata in fissa, lo sapeva. 
Non aveva idea di come ne sarebbe uscito, sapeva solo che sarebbe finita male, se lo sentiva.