NOTE: la fic segue ‘Spontaneo’ e ‘La prima dopo la prima’, ha 4 capitoli già tutti scritti, alcuni sono più lunghi altri più corti, ed è sempre ovviamente su Bron e Steph, è ambientata nel periodo delle Olimpiadi 2024 che comprende anche il ritiro preparatorio che hanno fatto prima di partire per Parigi. Sempre tutta dal POV di Steph perché mi trovavo più a mio agio scrivendo di lui. Preciso che non sono una vera esperta né di loro né di NBA o basket, sono un’appassionata il che è diverso, perciò spero di non aver scritto strafalcioni e che la lettura sia piacevole. Metterò circa un capitolo ogni 4/5 giorni. Buona lettura. Baci Akane
"Era come un sano risentimento verso qualcuno che ti ostacolava. Ma nonostante tutto, c'è ovviamente il massimo rispetto per chi è come persona e come giocatore e per quanto è bravo e la sfida di provare a batterlo e provare a risolvere quel problema ogni anno.” - Steph su LeBron
"Il gioco del basket non dura per sempre, non vuoi sprecare l'opportunità di poter avere una relazione con qualcuno.
Molti di voi forse sono cresciuti nell'era di Bird-Magic e (pensano) non dovremmo piacerci, ma sono anche abbastanza (consapevole) da sapere che Isiah (Thomas) e Magic si abbracciavano e si baciavano anche sul campo perché c’era rispetto reciproco. Dicono che Michael non abbia mai parlato con nessuno dei suoi avversari, ma sono anche abbastanza intelligente da sapere che lui e Charles (Barkley) hanno avuto molte conversazioni durante le finali del '93 e hanno anche giocato a golf l'uno contro l'altro.
Quindi non voglio perdere quei momenti (con Curry).” - LeBron su Steph
1. PREPOTENTE E PRESUNTUOSO
Perdere la testa per lui è dannatamente facile, ti assorbe col suo fuoco e la sua fisicità ed in un istante ti ritrovi risucchiato dai suoi modi prepotenti e non riesci a controllarti o ad abbassare la temperatura.
Lui brucia, brucia senza mai esaurirsi o smettere di scottare e se ti prende in simpatia, che tu lo voglia o no, brucerai con lui.
È partita da Las Vegas, durante la preparazione, ma in realtà le cose erano già così fra noi.
Non ci siamo mai cercati di proposito, ma da quella prima volta all All Star Game del 2022, tutte le volte che ci siamo incontrati è stato così.
Passione bruciante. Ci siamo sempre buttati facilmente uno fra le braccia dell’altro e si parlava, oltre che scherzare e ridere dicendo stronzate. Si parlava bene di un po’ tutto, ma c’era sempre eccitazione ed entusiasmo.
Siamo stati su di giri sempre di più, fino ad arrivare a questo stato forse di frenesia crescente dove adesso ci aspettiamo qualcosa che non sappiamo ben definire, ma sappiamo che non lo dimenticheremo mai.
Associare questa sensazione alle Olimpiadi è facile, ma una parte di me sa che non è solo quella.
Per la prima volta decidiamo di stare in camera insieme, non è che ne parliamo, semplicemente me lo ritrovo in stanza in hotel a Las Vegas e appena mette giù le valige nel letto come se fosse un bufalo visto il botto che fa fare alle sue cose, lo sento sospirare contento.
- Meno male che ti credi un gigante bisognoso di un letto enorme, se sceglievi una doppia con letti singoli seguendo la tua stazza ridotta avrei dormito di merda!
La sua voce mi raggiunge alle spalle mentre stavo scrivendo sul cellulare dando le spalle alla porta che avevo lascito aperta per il mio compagno. Non ci eravamo messi d’accordo, ma le volte che il Team USA si raduna sto con KD o qualcun altro se lui non c’è, ma non mi importa molto chi si mette con me, è abbastanza indifferente perché vado d’accordo con tutti. Ora più che mai.
Quando però sento il tonfo salto sul posto consapevole che non è KD o qualcuno degli altri.
La sua voce precede il mio sguardo e appena lo sento, i brividi mi attraversano.
Si è davvero messo in camera con me?
Quando lo vedo in carne ed ossa nella sua altezza considerevole, mi ritrovo a trattenere il fiato e spalancare gli occhi.
Poi, con il secondo treno, registro le sue parole sfrontate e provocatorie come suo solito.
Non si risparmia nel farmi battute di merda sulla mia scarsa - rispetto a lui e a molti altri giocatori di basket - altezza.
Sono 188 centimetri, non mi sento realmente basso, ma lo sono per giocare a basket. Per fortuna non l’ho mai considerato un problema.
- È l’albergo che la nazionale di basket usa sempre per i raduni, i loro letti sono tutti più lunghi della media! Che diavolo dici, Bron?
Io polemico per partito preso perché fra noi è così da sempre, con la differenza che una volta questa non era finta cattiveria ma reale, mentre ora è solo un gioco fra noi.
Bron allarga le braccia con un’espressione ovvia.
- Ti sembro solo lungo?
A questa sparata non posso che ridere e alla fine gli lascio l’ultima parola perché lo merita.
- E se prendevo una doppia singola che avresti fatto?
Non sapevo nemmeno che lui usava rigorosamente una matrimoniale quando va negli alberghi per le trasferte.
- Te la facevo cambiare e spostavo uno dei nostri compagni, ovvio!
La sua risposta non è per ridere, infatti è serio e me la dà mentre tira fuori il telefono ed il carica batteria, come sempre la prima cosa che si fa quando si arriva in camera.
Io scuoto la testa continuando a ridere.
- E poi sono io il presuntuoso!
- Tu sei presuntuoso perché sei convinto di essere migliore di me in tutto e di potermi stare sopra!
La nostra eterna lotta per le posizioni. Tutte, sia quelle a letto che quelle a basket per il più forte.
- Al massimo potrei essere narcisista!
- Togli il potresti! - ribatte senza nemmeno guardarmi, continuando a sistemare le proprie cose. - Ma sei anche presuntuoso!
- Parli tu che ti sei piazzato in camera mia senza nemmeno chiedermi? - essendo la prima volta che lo facciamo, mi sembrava normale notarlo. Per lui evidentemente era scontato, infatti mi guarda brevemente piegando le labbra all’ingiù senza capire che c’entri questo.
- Il presuntuoso è un ottimista esagerato! Nel crederti migliore di me tu sei presuntuoso, visto che non lo sei.
Alla definizione tecnica di ‘presuntuoso’ scoppio a ridere di gusto gettando la testa all’indietro e mentre lo faccio noto che torna a guardarmi perdendo quel che stava facendo.
- ‘Ottimista esagerato’! Ti sei studiato la definizione su google! - non è una domanda, so che l’ha fatto! Non è una cosa che potrebbe sapere! Ci sono compagni che sono dei vocabolari viventi, lui no!
Ha altre doti.
Fisiche, in particolare!
- Che c’è di male? Almeno so che ho ragione a definirti ‘presuntuoso!’
Visto che non molla l’osso, mi abbasso come sempre al suo livello e incrociando le braccia al petto, mi appoggio al balcone della finestra che ho dal mio lato per poterlo guardare mentre riprende a sistemare le sue cose nel suo armadio, cosa che io farò più tardi o magari nemmeno farò.
- Avresti ragione se io non fossi realmente migliore di te! Ma visto che lo sono, il termine giusto è narcisista. Che google dice... - mentre parlo cerco su internet il termine per ‘narcisista’ e appena viene fuori, glielo ripeto convinto e vittorioso: - ‘eccessiva ammirazione di sé stessi’!
Sì, ci sta. Forse mi ammiro un po’ troppo, ma se non fossi così, basso come sono, non sarei arrivato da nessuna parte.
- Il narcisismo è l’unica cosa che su di te è un pregio!
Quando lo dice come se parlasse del tempo là fuori, che per inciso piove, mi taglia le gambe zittendomi di brutto. Come osa farmi complimenti senza avvertirmi?
Credo non me ne abbia mai fatti e realizzandolo non solo divento muto e lo fisso ad occhi spalancati, ma sono arrossisco violentemente!.
Non sentendo una replica che di solito arriva puntuale per partito preso, Bron si gira verso di me e mi guarda perplesso sconvolgendosi subito dopo.
- Ti sei imbarazzato?
Istintivamente faccio un broncio infantile e gli tiro la prima cosa che mi capita dalla mia valigia ancora aperta sul letto. Sono le mie mutande.
- Oh, ma dai! È la prima volta che mi fai un complimento, stronzo!
A questo Bron prende le mie mutande e scoppia a ridere come un enorme orso sexy! Non so come un orso potrebbe essere sexy, ma lui lo è, o per lo meno per me, e mentre fa il giro del letto per raggiungermi, il cuore si mette a battermi forte come la prima volta che l’ho seguito in camera, quella famosa notte di due anni fa.
Ho di nuovo le braccia incrociate e sono di nuovo appoggiato al balcone della finestra, ma lui mi viene davanti, mi prende prepotentemente i polsi e mi apre le braccia per poi appoggiarsi contro di me, mettendosi le mie mani sul suo culo di marmo.
Tu guardi Bron e vedi la stazza. È enorme. Tutto. E pensi che sia un morbido orso gigante perché è l’idea che dà anche per via della barba folta, oltre che per le sue misure. Ma in realtà una volta che lo tocchi ti rendi conto che è più simile ad una statua.
Una statua molto ben scolpita di marmo nero.
I suoi occhi di onice si posano sui miei a questa vicinanza soffocante, ma mi sento totalmente a mio agio qua fra le sue braccia che mi circondano con la sua tipica forza.
Quando mi stringe a sé o mi tocca, non lo fa mai con delicatezza. Non mi sfiora, non mi avvolge dolcemente: lo fa sempre con forza e decisione.
Mi brucia. Mi brucia sempre, ma non mi scotta. È quel fuoco perenne che ti riscalda e ti dà alla testa perché ti piace da matti, ma non ti fa male. Non ti fa mai male.
Mi perdo nel suo sguardo sicuro mentre agguanto le sue natiche e allungo il collo preparandomi a ricevere le sue labbra carnose. Quando mi raggiungono, inglobano le mie senza timore di esagerare. A volte mi sembra voglia assorbirmi in modo da impedirmi di essere un’entità separata da lui.
È un pensiero coerente col suo modo di essere fisico e passionale ed è quello che mi fa tanto perdere la testa per lui.
Chiudo gli occhi e mi godo il nostro primo bacio di inizio ritiro in preparazione alle olimpiadi.
Due settimane qua e poi via a Parigi per altre due settimane. Un mese insieme nella stessa camera, senza nemmeno averlo progettato. Non ci ho pensato di proposito sapendo che sarei andato nel panico per quanto l’avrei voluto e sperato, lui come sempre agisce e basta. Non ha nemmeno chiesto, come quando abbiamo scopato la prima volta. Sapeva che lo volevo, ma non avevo dato dei segnali chiari, poteva anche essere tutto nella sua testa, ma mi ha preso e mi ha scopato senza esitare.
Beh, mi ha detto di raggiungerlo in camera, se non volevo la stessa cosa semplicemente non ci andavo, ma è comunque un modo di fare prepotente.
Se io sono presuntuoso, e comunque non lo sono, lui è prepotente.
Ognuno ha le sue.
Pensandoci, separo brevemente la bocca dalla sua per parlare sempre nella beatitudine di questo momento dove mi sento al posto giusto, fra le sue braccia calde e forti.
- Quindi essere narcisista per me è un pregio?
Sarebbe da studiare in laboratorio, ma non è una provocazione la mia, così come non lo era la sua. Mi colpisce l’idea che ha di me, perché non ne abbiamo mai parlato e non mi ha mai fatto capire cosa pensasse di me. Nelle interviste ogni tanto è uscito qualche complimento, ma niente di straordinario. Era più normale amministrazione. Non che lui sia uno che dice qualcosa che non pensa, però a me direttamente non ha mai detto nulla.
Bron apre gli occhi per guardarmi, rimane a contatto con le mie labbra e mi parla sopra senza staccarle.
- Se non ti ammiravi così tanto non saresti mai diventato un dio del basket visto la tua statura. Certo, di giocatori grandiosi bassi ce ne sono, ma non è mai facile. Devono avere un’enorme considerazione e credere in loro stessi, più di chiunque altro, altrimenti in questo ambiente ti sotterrano. Se non eri narcisista non ce la potevi fare.
‘Dio del Basket’. Adesso muoio. Non dire niente a proposito Steph, non fargli notare che mi ha messo sul suo stesso piano, l’altro dio del Basket.
- Perciò in realtà ti piace questo mio lato? - bravo, sei eccezionale!
Visto che è in vena di complimenti, ne approfitto. Rimaniamo così cinti e appoggiati uno all’altro a parlare senza separarci, lasciamo che le nostre labbra parlino quasi aderendosi, le mie piegate in un lieve sorriso che è un misto fra il malizioso ed il sorpreso, lui serio e sereno perché pensa totalmente ciò che sta dicendo.
- Lo ammiro. - precisa lui.
- E la presunzione? - che per me non ho ma non importa.
Lui a questo sorride malizioso.
- Mi eccita!
Così finisco per sorridere anche io allo stesso modo e gli prendo il labbro fra i denti tirando e succhiando, mentre lui fa subito altrettanto col mio riprendendo a baciarci da dove ci eravamo interrotti.
Quando ci baciamo le sue braccia possenti aumentano la stretta intorno al mio corpo, mi toglie il fiato ma non mi fa male, mi brucia di più riempiendomi di scariche elettriche. Di sicuro non ci sono dubbi su cosa prova e vuole ed è bello che lo mostri così senza riserve né timori. Ha una tale sicurezza in sé stesso che anche se pure io ne ho, lui ti intossica da quanto lo è
Chi non sarebbe felice di essere così tanto desiderato da uno così?
Spero che questo mese duri per sempre.
- Tutto bene? - la domanda di KD mi arriva a bruciapelo alle spalle appena metto piede giù in ristorante per la cena.
Mi giro e spalanco gli occhi sorpreso dalla sua preoccupazione.
- Sì, perché?
- Non so, stavo venendo in camera tua come l’ultima volta e Bron ha tuonato il mio nome dal fondo del corridoio per impedirmi di entrare. Pensavo dovesse dirmi qualcosa ma poi mi ha praticamente scaraventato via per infilarsi dentro al mio posto. Pensavo dovesse gridarti qualcosa! Che gli hai fatto?
Rido spontaneo alla descrizione fin troppo credibile di KD, anche perché nessuno sa niente di noi e non potrebbe inventarsi una cosa simile.
Me lo immagino che lo richiama col suo vocione per poi farsi largo poco democraticamente ed entrare nella mia camera!
KD mi guarda ancora più preoccupato mentre rido, così allargo le braccia con fare dimostrativo.
- No sto benissimo come vedi! Nessun problema! Voleva solo stare in camera con me!
KD mi fissa ancor più shoccato fissandomi con occhi grandi.
- Con te?! - è parecchio incredulo ed io continuo a ridere annuendo.
- Sì, dice che saranno le nostre ultime olimpiadi e se le vuole godere con me! Deve aver detto qualcosa a proposito recentemente sui rapporti fra i giocatori rivali, che in realtà si trovano bene... o non so, credo il senso fosse questo...
KD alza un sopracciglio perplesso mentre cerco di ubriacarlo di parole e dopo che si traduce il senso delle mie parole, le esprime sempre incredulo: - Insomma in realtà adesso andate d’accordo?
Alzo le spalle ed annuisco spruzzando gioia da ogni angolo del mio viso e del mio corpo. Non sono mai stato così felice, essere in squadra con loro per la corsa all’oro olimpico a cui tengo tanto è bellissimo, non potevo chiedere niente di meglio.
- Sono cambiate un po’ di cose da quando sei andato via... alla fine è venuto fuori che non siamo male insieme.
- Ha detto che non vuole perdersi quei momenti con te! - Anthony si unisce a noi mentre ci sediamo a tavola continuando a parlare. - Scusa, ho sentito di cosa parlavate. Spero non fosse un segreto, ma io mi ero accorto che siete amici da un po’, mi aspettavo steste insieme. Anche perché prima di venire qua me l’ha detto.
Anthony essendo compagno di Bron ai Lakers è di solito il suo compagno fisso quando ci sono riunioni di nazionale o per gli All Star. So anche che hanno un buon rapporto e non mi stupisce che sappia certe cose, sono totalmente tranquillo anche perché pur sapendo che andiamo d’accordo, sicuramente non crederebbe mai che stiamo insieme.
- Quali momenti? - chiede KD interessato a queste fantomatiche dichiarazioni che ho riassunto come un analfabeta.
Anthony risponde subito sapendo perfettamente la citazione di cui parlavo.
- Quelli che creano una bella relazione col proprio miglior rivale. - lo guardo alzando un sopracciglio perplesso. Non mi sembrava fosse così, ma forse anche lui ha fatto un riassunto. E forse è migliore del mio.
Anthony mi nota e prosegue: - Ha fatto l’esempio di Magic e Isiah che anche se erano rivali, si abbracciavano e baciavano in campo e che Michael e Charles giocavano a golf insieme e Bron ha detto che nemmeno lui voleva perdersi quei momenti con lui!
Conclude indicandomi e rivolgendosi a KD che aveva chiesto le sue parole specifiche.
KD impressionato piega le labbra ed annuisce mentre io fatico a non avvampare come un adolescente che scopre che la sua grande cotta ha detto cose belle in pubblico.
- Non ascolto quello che dicono gli altri, so che aveva detto qualcosa di carino, ma non mi ricordavo bene cosa...
- Quindi vuole baciarti e abbracciarti? - il riassunto finale di KD mi dà il colpo di grazia e manda a puttane tutte le mie enormi fatiche per non farmi arrossire come un idiota.
Alla mia reazione fin troppo spontanea ed evidente, loro due ridono ed io alzo gli occhi al cielo maledicendoli apertamente per poi alzarmi dal posto che avevo preso e spostarmi dall’altro lato del tavolone apparecchiato per tutti noi giocatori. Loro rimangono là a ridono e sicuramente diranno qualcosa che era meglio controllare, ma in questo momento non ce la potrei fare.
Mentre penso a come ritornare dal mio imbarazzo, un orso si siede con la sua tipica pesantezza nel posto accanto al mio e non ho bisogno di vedere chi è, perché lancio subito un’occhiata inceneritrice a quei due dementi dall’altro lato del tavolo che ridono di gusto.
Bron si è unito a me. Di nuovo.
E sia, se vuoi questi momenti con me, te li regalerò senza riserve! Poi non lamentarti, però!
Il mio enorme orso sexy questa volta mi è sopra con ciò che lo caratterizza per la maggiore, cioè la sua prepotenza che a me eccita da matti.
Si è subito spogliato del tutto e vedendo che lo faceva non ho perso tempo a tenermi i boxer per dormire come faccio di solito.
Appena a letto mi è subito salito sopra col suo corpo possente e mi schiaccia come se fossi un anguilla che cerca di scappare dalla sua presa. Non mi sognerei mai, ma mi tiene le mani inchiodate al cuscino ai lati della testa e con la bocca si occupa della mia faccia partendo dalle labbra per poi strisciare morbido ed umido in ogni altro centimetro, specie sugli occhi. Credo gli piacciano in particolare i miei occhi ma figurati se può dirmelo apertamente.
Che considera il mio narcisismo un pregio me l’ha detto per caso, nell’ambito di un battibecco idiota fatto di offese vicendevoli. L’ho saputo da Anthony che non vuole perdersi quei momenti con me. Baci e abbracci.
E carezze, suppongo, da come mi si struscia addosso senza alzarsi nemmeno di mezzo millimetro da me. La nostra pelle aderisce e si riscalda a vicenda dandoci brividi e desideri che ci rendono difficile il pensare, ma mentre il suo cazzo gioca sul mio a chi diventa più duro e più grande, con la mia bocca mezza libera perché la sua al momento è sul mio orecchio, gli faccio la fatidica domanda.
- Non ne parleremo mai?
Non l’abbiamo mai fatto e mi viene in mente solo ora, dopo svariati incontri che si sono svolti in questi due anni di relazione sporadica.
Bron ci mette un po’ perché era molto concentrato sul muovere il bacino sul mio, le dita intrecciate alle mie, ben strette e serrate.
- Di cosa? - mi chiede febbrile poco incline a dialogare proprio ora. Ed in generale, sempre.
- Di noi. - trovo difficile parlare anche io, per la verità, ma so bene che per ottenere certe confessioni bisogna essere in momenti particolari, dove il cervello è particolarmente spento perché è più attivo quella parte anatomica sottostante che adesso è fottutamente grande, anche se la mia si difende bene.
- E che c’è da dire? - mugugna scendendo sul collo a divorarmi con irruenza. Mi morde e succhia facendomi sospirare, nel collo ho dei punti fottutamente delicati.
- Che cosa stiamo facendo?
- Trombiamo! - la sua risposta era così ovvia che potevo dirla insieme a lui per dimostrare che sapevo avrebbe detto questo. Mi scappa da ridere anche se lui con la sua bocca da sogno è sceso sui miei capezzoli e sentendomi ridere me ne morde uno facendomi squittire, lasciandomi le mani libere per poter proseguire la discesa agli inferi posso prendergli la testa ed impedirgli di staccarmi la pelle a morsi; per fortuna smette di mordere e me lo succhia dandomi piacere che esprimo sospirando.
È di nuovo difficile parlare e penso che non ricaverò più niente, perciò lo lascio scendere ben volentieri indirizzando la sua testa rasata sul mio cazzo bello alto che aspetta solo lui.
- Guarda che sono in dirittura d’arrivo grazie al tuo splendido trattamento pelvico di prima... sbrigati o ti mangerai il sorbetto prima del dolce!
Non so come mi vengano certe cagate nei momenti più topici, penso che anche lui se lo chieda da come mi ride contro la pelle delicata dell’inguine, ma per fargli capire che si deve sbrigare gli afferro la testa con entrambe le mani e gliela indirizzo in modo da infilargli il mio cazzo in bocca.
Bron me lo prende per bene senza fare complimenti e me lo succhia ben volentieri.
Porca puttana, ha una bocca fatta apposta per fare pompini! Non abbiamo sempre così tanto tempo per dedicarci a noi, spesso sono toccate e fuga, scopate in piedi veloci tutti sudati e schifosamente puzzolenti dopo le partite. Ma adesso profumiamo e siamo comodi meravigliosamente stesi in un letto. L’anno scorso ai tre giorni dell’All Star Game abbiamo approfittato di un letto, ma non eravamo in camera insieme e nemmeno in squadra insieme perché ci hanno separato facendo i gruppi, anche se avremmo potuto stare insieme.
Perciò sì, eravamo comodamente stesi ed è stato bello, ma c’era sempre l’ansia che qualcuno venisse a cagare il cazzo reclamando il proprio posto.
Adesso abbiamo tutto il tempo che vogliamo ed è fottutamente bello.
Si prospetta il mese più bello della mia vita e pensandoci ora mentre il mio cazzo cresce e pulsa nella sua bocca, mi chiedo perché diavolo abbiamo perso così tanto tempo a detestarci. Ma forse era solo la fase di corteggiamento; visto che non siamo normali, l’abbiamo fatto così, ma ci stavamo lavorando a vicenda.
- Bron... - mi basta miagolare il suo nome che smette di succhiare e scende alzandomi le gambe per accedere al mio buco che ormai è suo. Se ne appropria con la sua lingua e le sue dita per nulla piccole, ma ormai sono abituato e la mia rosa aspetta solo lui, tutte le volte.
Appena mi lecca fremo subito pieno di brividi. È fottutamente sensibile, lì sotto, soprattutto a lui e alle sue dita.
Bron le infila prepotentemente e deciso, ci perde poco tempo consapevole che dopo il pompino sono a rischio orgasmo precoce e ognuno ha le sue fisse. Lui vuole che io venga quando dice lui, solitamente solo mentre mi scopa. Le prime volte non era scontato, ma adesso il mio culo ha preso la forma del suo cazzo e non aspetta altro che si infili.
- Dai... - sospiro eccitato ed esasperato stringendomi le ginocchia al petto. A questo incitamento non se lo fa ripetere, non vedeva l’ora perciò si alza, mi si appoggia contro con la sua tipica prepotenza, mi prende il labbro fra i denti succhiandolo un istante senza staccare gli occhi dai miei, come ipnotizzato dal verde delle mie iridi. Infine, con un colpo deciso, entra dentro.
Chiudo gli occhi abbandonando la testa all’indietro, mi tendo subito come un fascio di nervi per poi rilassarmi poco dopo.
È subito tutto dentro e sento tutto il suo corpo ben delineato e muscoloso contro il mio, meraviglioso, caldo, potente.
Potente come le sue spinte che si fanno sempre più profonde e veloci.
La nostra posizione congegnale è questa, io steso sotto con le gambe premute contro di lui che mi scopa da sopra, ma non glielo dirò mai.
Il nostro gioco è diventato prevalere nelle posizioni a letto, visto che in campo non ci bastava più.
Per oggi lo lascio fare così, domani mi divertirò a ribaltarlo.
E poi voglio provare a scoparlo io!
Me lo farà fare, che gli piaccia o no!
Lo sa bene che se voglio qualcosa a tutti i costi la ottengo.
Ed io voglio il culo di Bron.
- Sai che non ne abbiamo mai parlato a voce? - finalmente nella pace dell’estasi riesco a riprendere il discorso che prima mi ha troncato sul nascere.
Bron mi fa da cuscino ed è dannatamente comodo e morbido, adesso è in totale estasi, tutto rilassato, e le sue mani mi carezzano leggere la schiena e le natiche.
- Di noi? - dice pigramente. Io annuisco. - Che bisogno c’è? - aggiunge poi.
Faccio un sorrisino.
- A volte bisogna parlare di certe cose.
- Per forza? - alzo una spalla.
- No, non per forza, ma arriva il momento di farlo.
- E non era bello fare quel che volevamo senza dire nulla? Non era bello che volevamo le stesse cose senza doverlo concordare?
- Hai paura delle parole? - non so come mi esce, ma lui che perora la causa del non dialogo mi fa pensare solo a questo.
Continuiamo a parlare senza guardarci, sempre stesi comodamente al centro del per fortuna grande letto matrimoniale, sempre così avvinghiati uno sull’altro. Felici, sereni.
- No, ma a volte hanno il potere di rovinare tutto. Se non dici nulla è tutto e niente. Non hai limiti, confini, regole prestabilite. Hai totale libertà. Non è bello, così?
Il suo punto di vista mi colpisce come un pugno allo stomaco, ma non mi muovo da dove sono, con la guancia contro il suo pettorale possente, sui suoi tatuaggi.
Non ci avevo pensato. Pensavo fosse solo paura di dire qualcosa che non sapeva come esprimere o magari di scoprirsi troppo. Ha un’aria molto dura e forte, di chi non deve chiedere mai e se parla è solo per comandare.
- Sì, lo è... - ammetto sorpreso. Sposto a fatica la mano sulla sua faccia raggiungendo le labbra con le dita per sapere che sta facendo senza guardarlo. Sono anche un po’ senza forze, se devo essere sincero.
Sento che sorride e poco dopo me le bacia.
- Continuiamo a fare quello che ci va, allora? - chiedo infine nella beatitudine di questo trattamento sorprendentemente dolce per i suoi canoni. Bron dolce non lo è stato mai.
Potente, asfissiante, passionale, bruciante, ma dolce e delicato mai. È la prima volta e accompagnato a questa rivelazione shock, ho un’improvvisa sconvolgente immagine di lui tenero orso che nasconde un cuore di cui forse si vergogna. O forse pensa sia debolezza, conoscendolo, ma c’è. È qua sotto il mio orecchio e lo sento battere regolare, ora, dopo che per un momento aveva accelerato ansioso.
Certe cose di noi non mentono, sono rivelatrici ed innegabili.
- Ti sta bene? - chiede stranamente senza dare per scontato che comunque si farà come vuole lui. Io annuisco sorridendo addolcito, colpito da quel che in realtà è Bron. Qualcuno che non credo di conoscere ancora bene.
- Sì, mi sta bene...
Con questo mi muovo pigramente sollevandomi col capo per sostituire la bocca alle mie dita, lo bacio dolcemente e ci guardiamo per un momento, la sua mano gigante mi carezza la guancia e di nuovo mi trasmette quest’impressione di gigante orso tenero.
Sorrido e scivolo con la guancia sulla sua perdendomi nella morbidezza della sua folta barba un po’ brizzolata, gli occhi chiusi per catturare questa sensazione.
Ogni cosa, ogni cosa saprò prendermi e dargli. Non mi risparmierò.
Tutti i momenti che vogliamo, li avremo. Sarà il mese più bello delle nostre vite.
Torno a riadagiarmi sul suo petto, lui torna con la mano sulla mia nuca che scende di nuovo sulla schiena e sul mio culo, lì ci resta nella pace più totale e così ci lasciamo addormentare.
Note Finali: so che quelle frasi LeBron le ha dette davanti a Steph in un’intervista congiunta, perciò nella realtà Steph sa perfettamente ciò che ha detto LeBron su di lui, ma mi faceva ridere la scena come l’ho poi scritta ed ho cambiato quel piccolo particolare.