4. LO SO

lecurry

Si dice che gli occhi non mentano mai. Che tu guardando gli occhi di qualcuno troverai sempre la verità, se la cerchi. 
A volte devi indirizzare qualcuno verso quello che vuoi sapere e leggere con attenzione, ma altre volte è tutto lì davanti a te.
Questo è uno di quei casi, ma con lui in realtà è sempre così.
Non abbiamo mai avuto bisogno di parlare, anche se io l’ho fatto comunque perché ogni tanto ne sento la necessità. Esprimere ciò che provo mi gratifica, lo sento più reale. 
Lui non l’ha mai fatto, ma è qua, mentre gli sono davanti in questo finale di partita, che me ne rendo conto. 
È un istante fottutamente breve, forse 15 secondi in tutto, magari meno. 
Mentre lo incrocio dopo aver fatto il giro dei miei compagni a bordo campo e aver festeggiato l’ennesimo tiro da tre messo a segno, uno di quelli che ci porta ad un soffio dal nostro cazzo di oro meritato, da lui mi aspettavo un abbraccio od un contatto di un altro tipo, invece lui è lì e fa il segno del dormire congiungendo le mani sotto le guance, si piega da un lato ed io faccio la stessa cosa dall’altro lato. È il mio segno tipico: la buonanotte, andate a casa a dormire! 
Ma non è la sincronia con cui facciamo questa cosa, non è nemmeno che lui fa il mio gesto come per complimentarsi di un’altra mia partita grandiosa.
È questo sguardo. Gli occhi con cui mi fissa mentre facciamo questo gesto idiota e spaccone. 
Siamo seri, siamo tutti e due seri anche se ridevamo felici fino ad un secondo fa con gli altri, esultando come matti perché stiamo vincendo, stiamo fottutamente vincendo.
Ma c’è questa frazione di secondo in cui ci guardiamo uno davanti all’altro e siamo seri e lì parla. 
È vero quel che ha detto, ma non gli dirò mai che ha ragione. A volte le parole non servono, nel suo caso parla molto bene senza.
Eccolo qua il suo ‘ti amo’. Non me lo dirà mai a voce, non ne sente il bisogno perché lo ha appena fatto con gli occhi e mi è arrivato con la potenza di un uragano.
Non pensavo lo provasse anche lui, ma è così chiaro che invece lo prova. 
Stordito e felice e scosso vado oltre e riprendo la partita, quel che rimane da giocare. 
Mi ama.
Bron mi ama. 
Prova quel che provo io. 
Niente lo cancellerà, niente me lo porterà via, anche se dovesse negarlo perché se ne vergogna. 

Vincere è catartico, oltre che fottutamente giusto. 
Quando fischiano finalmente la fine dell’incontro e l’oro è così fottutamente nostro dopo tutte le triple di fila che ho rifilato in qualsiasi condizione nel finale, mi sembra di non capire niente. 
La gioia è assoluta e nella mia mente c’è solo che glielo devo dire anche io, devo farlo. Devo rispondergli, perché altrimenti esplodo.
Dove sei, Bron? Dove diavolo sei? 
Vieni qua che ho bisogno di dirti una cosa. 
Abbiamo vinto l’oro, mi ero ripromesso di dirtelo in quel caso, l’hai fatto prima tu e devo rispondere. 
Dove cazzo sei? 
Finalmente quando ho la bandiera degli Stati Uniti in mano, lo trovo e alzo le braccia col cuore ed il mondo intero che si sospende, tutto viene cancellato e dimenticato. 
Lui mi accoglie a braccia aperte stringendomi a sé, mi butto su di lui chiudendo gli occhi per catturare al massimo questa sensazione che mi sta facendo scoppiare ed impazzire, appoggio la testa sulla sua spalla e lo cingo forte abbandonandomi completamente a questo abbraccio di cui avevo bisogno. 
- Ti amo! - sussurro infine. 
Mi dispiace, non sono così bravo come a comunicare con la telepatia. Io ho bisogno di dare voce al mio animo, altrimenti ho paura che sia tutto nella mia testa. 
Ma lo dico contro la sua spalla e lui semplicemente, senza stupirsi, tendersi od imbarazzarsi, risponde calmo: - Lo so. - mettendomi la mano sulla testa e stringendomi meglio a sé con la sua tipica forza soffocante e prepotente. 
Me lo fa proprio sentire anche lui. Non dice che mi ama anche lui, ma non  serve. 
Ci separiamo, ci guardiamo un istante ancora con la stessa intensità di prima, lui di nuovo parla con lo sguardo come ha fatto prima. Parla così bene, me lo torna a dire ed io annuisco con gli occhi lucidi, fottutamente leggero e sollevato per averlo sputato fuori. 
- Lo so. - rispondo anche io trasformando due insulse parole nelle nostre. 
Lo so. 
Non credo d’aver mai provato niente di simile. 
Il mio primo oro olimpico, noi due insieme, lo stesso sentimento. 
Oggi finisce questo sogno splendido, ma lo porterò con me per sempre nel cuore. 
Per sempre. 
E comunque non si libererà così facilmente di me. 
Sarà stata l’unica esperienza in nazionale insieme ed in generale in un torneo ufficiale nella stessa squadra, ma non basterà toglierci le divise e tornare nelle nostre città, alle nostre squadre, alle nostre vite, per liberarsi di me. 
Perché alla fine aveva ragione, ma non glielo dirò mai. 
Sono un fottuto presuntuoso, so che non mi lascerà mai. Come si fa a lasciarmi, dopo tutto? 
Se lo volessi sarebbe un conto, ma visto che non voglio essere scaricato e dimenticato, direi che non ha scelta. Dovrà accollarsi questo fottuto presuntuoso per un sacco di tempo ancora. Anche senza la scusa del basket. Non ha scelta, gli ho detto che lo amo, lui mi ha risposto alla sua solita maniera personale, ma l’ha fatto. 
Lo so, ricordi? 

Sembra che la mia testa non voglia saperne di staccarsi dalla sua spalla. 
Anche dopo che ci siamo lavati e messi la tuta per la premiazione continuiamo tutti ad abbracciarci in campo e farci i complimenti col nostro fottutamente bellissimo oro al collo; la mia testa non riesce a staccarsi dalla propria postazione preferita, così come i miei occhi non riescono a starsene aperti quando lo tocco, quando ci abbracciamo.
Mi abbandono a lui come se non ci fosse niente e nessuno, intorno.
Abbiamo aspettato anni per abbandonarci a questo ed alla fine era così bello, così meraviglioso.
Per un momento penso a cosa sarebbe potuto essere stare in squadra insieme. Più momenti così, intossicanti, bellissimi, felici. Il mondo ai nostri piedi più che mai. Vittorie assicurate, anelli a non finire, ma penso che ci sarebbe mancato comunque qualcosa. 
Ci sarebbe mancata la foga nel rincorrere quelle mete così dure da conquistare e per quello, alla fine, tanto belle. 
Ricordo quanto mi sono ubriacato quando ho vinto i miei 4 campionati NBA, quanto ero felice ed al settimo cielo, 3 dei quali vinti contro la sua squadra. Quanto bello è stato proprio perché avevo vinto contro di lui, uno dei più forti della storia? 
Ci sono riuscito perché ero lì con lui fra i più forti, poiché solo i più forti battono i più forti. 
Per lui sarà stato lo stesso quando mi ha battuto in una di queste finali che abbiamo giocato. Ha portato una storica vittoria coi suoi Cavs, solo lui poteva farcela e poi si è ripetuto coi Lakers dopo anni che nessuno vinceva più. 
Quelle uno contro l’altro sono state vittorie più preziose che mai proprio perché difficili da conquistare e lo erano perché non ci aiutavamo a vicenda dandoci contro. 
Ogni cosa vissuta fino a questo momento è stata bella, anche la sofferenza e il bruciore della sconfitta all’ultimo tentativo. Ogni cosa doveva andare così perché ha dato più valore a quel che abbiamo vissuto prima di ora ed ancora di più a quello che abbiamo fatto adesso. 
Abbiamo costruito la storia, siamo al pari delle leggende e lo siamo proprio perché siamo arrivati qua da storici rivali, i più forti che entrambi abbiamo mai avuto e non vorrei che niente fosse diverso da come è stato. 
Alla fin fine no.
Ma adesso che sono felice come non lo sono mai stato, farò di tutto per plasmare la mia vita a seconda dei miei desideri.
Che Bron lo voglia o no. 

La medaglia d’oro rimbalza nel mio petto scontrarsi contro la sua seduto sulla sedia sotto di me. Una sedia che potrebbe rompersi, ma chi cazzo se ne fotte? 
Brillano e fanno un casino micidiale e mentre le guardo come l’unica cosa che indossiamo, i brividi mi partono risalendo dalla spina dorsale ed espandendosi ovunque.
Aumento i movimenti con cui lo cavalco e lui mi aiuta ad andare più veloce e più a fondo con le sue mani giganti che mi tengono per i fianchi.
 - Ci pensi? - faccio ansimando e gemendo, le mie mani sulle sue spalle larghe su cui faccio perno.
- Adesso proprio non penso a niente! - sbotta spontaneo Bron nella sua tipica maniera,  apre gli occhi appannato in un piacere che non gli fa capire niente e forse nemmeno che gli sto parlando, ma io continuo comunque ridendo ed ansimando insieme. 
- Abbiamo finalmente vinto tutti e due un titolo! - lui mi guarda aggrottandosi senza diminuire i movimenti che mi fa fare con le sue mani su di sé, il suo cazzo continua a premere forte e duro dentro di me ed io mi inarco tendendomi ulteriormente. 
- Per la prima volta nessuno dei due è incazzato e siamo tutti e due... 
- Vuoi davvero parlare ora di questo? 
La sua voce seccata mi arriva cavernosa contro il collo che mi morde e questo mi dà il colpo di grazia. Rido per poi gemere e spegnermi nel godimento, roteo gli occhi all’indietro, abbandono la testa ed il mio piacere schizza bianco sulla sua pelle nera sudata, qualche goccia arriva sulle nostre medaglie che si incastrano insieme dopo che mi accascio contro di lui, sul suo petto. 
Bron mi abbraccia, le mie labbra ansimanti contro il suo collo possente, pulsante, caldo. 
- Adesso la pulisci. - brontola ansimante. 
- Sei tu che hai voluto tenerle! - rispondo prontamente. 
- Ma non ti ho detto di sporcarle! 
- Non è che comandi tu, sai? 
- Comanda il tuo cazzo, ma visto che è tuo, pulisci lo stesso! 
Così dicendo alla sua polemica che temo non finirà mai, mi stacco fissandolo allucinato come prima mi ha guardato lui pronto a farmi battaglia per una cosa simile, ma a questo ride scanzonato ed annuisce con aria di sfida. 
- Ah sì? Che momento per parlare di certe cose, no? 
Così capisco e gli faccio una smorfia dandogli uno schiaffo sulla spalla. 
- Idiota. Non è che controllo ciò dico in certi momenti... 
- Lo vedo... ti sembrava il momento di dirmi che mi ami in campo? - lo guardo ancora sorpreso che voglia parlarne ad alta voce, non è da lui, non me lo aspettavo. Rimango seduto a cavalcioni su di lui, fra le sue braccia, ancora stanco e fremente di piacere che scorre ovunque. Anche letteralmente. 
- Quello era il momento perfetto per farlo, invece! - replico seccato. 
- Non credo proprio. Questo è il momento perfetto per dirlo! 
- E allora dillo! 
- Sei tu che volevi farlo! 
A questo non resisto più e col fastidio alle stelle prendo entrambe le medaglie e gliele infilo entrambe in bocca. 
- Che fai? - mi chiede fissandomi offeso però con le medaglie ancora in bocca. 
- Le pulisco come volevi! 
Bron cerca ancora di parlare ma dice cose informi senza senso, così rido rilassandomi e scuotendo il capo gli prendo la barba fra le dita e tiro senza fargli male o starei volando sulla Senna. 
- Sei proprio un idiota, non so come faccio ad amarti. 
Lo ridico così, spontaneo, come è sempre stato tutto fra noi. 
Lui alla fine sputa le medaglie piene di saliva dove ovviamente lo sperma è ancora lì e mi guarda pizzicandomi il culo, tenendomi sempre rigorosamente su di sé. 
- Ti amo anche io, ma non si sparano certe cose così in mezzo a tutti, se poi io per caso voglio risponderti e sono inibito dai ficcanaso e passo per un insensibile? Sei tu l’insensibile! 
- Per caso, eh? - ripeto divertito dal modo in cui mi dice le cose. 
Però devo dire che fa progressi, almeno le dice. A modo suo, ma lo fa. Prima non ci riusciva. Così alla fine lo prendo in giro per alleggerire il momento, ma la verità è che il mio livello di felicità è in costante crescita e così rimango qua seduto su di lui a dire stronzate e ridere insieme, nudi, sudati, sporchi di sperma, ma fottutamente felici. 
Aveva ragione, ma non gli dirò mai nemmeno questo. 
Quei famosi momenti con lui valeva proprio la pena viverli. Sono contento d’averlo fatto e spero molti altri ne arrivino da qui in poi, non credo d’averne ancora abbastanza. 
Oh no, proprio per un cazzo che ne ho abbastanza! 

FINE


Note: Con questo capitolo è finita la mini-fic e la mini-serie, non ci sono altre fic su di loro per ora, ma chissà per il futuro? Continuo a trovarli bellissimi e perfetti insieme e spero che mi diano tante altre gioie e sorprese. Spero che la fic sia piaciuta e che sia stata almeno gradevole. Grazie a chi ha letto tutto. Se volete sapere di cosa scrivo e su chi shippo c'è la mia pagina su FB. Baci Akane