NOTE: siamo ancora nel weekend dove Nico ha parlato a distanza a Lewis, in quei giorni girava una foto del sedere di Seb che è diventato un meme e che tutti prendevano in giro, oltre a questo Seb continuava a girare col monopattino nonostante lui sia sempre stato fanatico della bici anche nel paddock. Ovviamente il monopattino è suo e non di Lewis anche perché lo si vede col suo nome scritto sopra, ma mi sono immaginata questo brevissimo siparietto dal pov di Lewis. Buona lettura. Baci Akane

OKKEI

Lew Seb

Alzo la testa e non faccio in tempo a tirarla indietro che mi ritrovo il culo di Seb in faccia, così istintivamente ci metto le mani sopra per non soffocare e lo spingo, ma lui resta comunque in piedi davanti a me che son seduto, la faccia a tu per tu con le sue chiappe vestite di rosso. 
- Seb? - Chiamo perplesso.
- Che ha che non va? - 
Cerco di guardargli la faccia sporgendomi di lato, lui mi fissa da sopra. 
- Ma cosa? - 
- Il mio culo! - Mi aggrotto e gli guardo il culo che comunque conosco molto bene, glielo carezzo, glielo tocco meglio e mi stringo nelle spalle. Non ha la forma più bella mai vista da un culo, ma nemmeno la peggiore. 
- Beh, il mio è più bello, ma è perché faccio palestra... tu comunque corri e vai in bici perciò è sufficientemente ok... - Seb sposta il culo dalla mia faccia e mi guarda con gli occhi sgranati, incredulo. 
- È OKKEI? - Fa shoccato. Io non capisco che problema ci sia, mi stringo ancora nelle spalle cercando innocenza, ma non penso di convincerlo. 
- Sì... okkei è positivo, che c’è? - Seb si aggrotta e si abbassa del tutto la tuta rimanendo in boxer e torna a sporgersi e mostrarmelo. 
- Guarda bene... solo okkei? - Sospiro e alzo gli occhi al cielo. 
- Chi ha criticato il tuo culo? E poi pensavo non fossi tipo da fregarti di queste cose... - 
- Non lo sono infatti, ma gira un foto che non capisco con il mio culo in primo piano e tutti ridono. Che diavolo ha che non va? - So di cosa parla, ma non ci ho fatto molto caso. Tanto il suo culo è mio ed io vedo decisamente la sua versione migliore. 
Cerco di spingerlo via ma lui insiste. 
- Andiamo, perché ci ridono su? Non credo che sia così brutto. Non sarà il più bello, ma perché ridono? - 
Sospiro tirando fuori una pazienza infinita che non pensavo di avere, così gli faccio una foto, poi lo sposto, mi alzo, lo faccio sedere al mio posto e mi metto al suo, mi giro di schiena, mi abbasso la tuta della Mercedes e sporgo leggermente il mio tirando quel che basta i muscoli, contemporaneamente gli mostro la foto del suo culo oltre la mia spalla. 
Seb guarda, non dice nulla per un po’, poi fa solo un laconico: 
- Oh. - comprensivo. - È okkei. - Ribadisce quanto detto. 
- Già, è okkei. - Ripeto io con la consapevolezza da parte di entrambi di cosa significa ‘okkei’.
- Bello ma non bellissimo. Insomma, ce ne sono di migliori. - 
Sembra deluso, non immaginavo gli importasse, sto per ricompormi quando lui mi acchiappa per i fianchi e mi costringe a stargli davanti, così ridacchio e lo lascio fare. Sapevo che finiva così. 
Seb abbassa i miei mini boxer aderenti che a stento coprono il mio pene, le sue dita scendono sulle mie natiche tonde e sode, stringono e pizzicano, sembra che impasti il pane, poi dal gioco passa alle carezze vere e proprie, seducenti e languide, un sorrisino si dipinge sulla mia faccia mentre mi pregusto il resto. 
Le dita aprono e scoprono la mia fessura, nel mezzo scivola con la lingua che leggero parte dall’alto ed arriva fin sotto, si ferma nel mezzo del piacere ed inizia a stuzzicarlo e bagnarlo, arriva ben presto un dito ad infilarsi, lo tira fuori, ci mette la lingua, torna con due dita, mi allarga, lecca ancora e si perde letteralmente finché non ha spazio per andare in profondità e girare provocandomi sospiri e brividi che risalgono tutta la schiena inarcata, gli sto dando il miglior accesso di me mentre appoggio ad una sedia davanti per stare più comodo, una gamba alzata e piegata di lato e la sua lingua che mi lecca e gioca dentro di me insieme alle sue dita. Mi fa impazzire da matti.
Seb potrebbe stare ore a giocare col mio sedere, di solito ci si perde. Con questo o col mio pene, sono le due cose che adora di me. Spero che gli piaccia anche il mio viso, il mio corpo meraviglioso e insomma, tutto. Però so che il mio culo ed il mio cazzo sono una sorta di stazione spaziale di pace e benessere, un anti stress. 
Non sente il bisogno di penetrarmi, lui sta solo lì a fare questo con me, non accenna nemmeno a toccarmi davanti. Sta lì immerso col viso nel mio fondoschiena. Ed io sospiro e mi rilasso scacciando alla grande il ricordo di Nico di ieri e so già che sarà una gara meravigliosa, oggi. Almeno per me. 


Lo guardo impugnare di nuovo il mio monopattino e inarco un sopracciglio. 
- Pensi di restituirmelo? - Dico scocciato. Lui ride divertito. 
- Penso proprio di no! - Mi aggrotto inseguendolo e lo fermo dall’uscire dal mio camerino mettendo un piede dietro al suo, nella pedana. Gli acchiappo la vita e mi sporgo sulla sua spalla alla ricerca del suo viso. Lui lo gira, le labbra quasi unite, gli occhi a tu per tu, ridenti e rilassati: 
- Ed io come mi sposto? - 
- Usa la mia bici! - 
- Quel catorcio non lo voglio! - Seb spalanca la bocca fingendosi offeso ed io gliela tappo con la mia, spalancata come la sua e gioco infilandoci la lingua. Lui ride soffocando mentre la intreccia a me. 
- E direi che sei d’accordo con me visto che non mi restituisci più il mio monopattino! - Aggiungo separandomi dalla sua bocca. 
- Se vuoi ti do un passaggio. - Fa lui provocatorio e malizioso, io mi accendo come un fiammifero. 
- Oh, sai che io ci verrei in giro dietro di te abbracciato! - Lui si lecca le labbra, se le morde, mi bacia e con un colpo di culo mi fa scendere. 
- Ci vediamo in pista! - E con questo se ne va. 
Ma tu guarda sto stronzo. Ma sarà mica normale!