*Il terzo capitolo è dal pov di Mick, cuoricino bello lui. In effetti rileggendo la parte che ho scritto, lui sembra tanto me! AHAHAH! Comunque lo amiamo un sacco a prescindere e sono sicura che sia realmente il fan sewis numero uno, ma soprattutto si vede e ha dimostrato in mille modi quanto tiene a Seb. Sono contentissima che il prossimo anno sia il terzo pilota Mercedes, così Lewis potrà stargli vicino al posto di Seb! A parte le mie personali considerazioni... ho voluto fare una piccola cosa con lui e Charles, come ad evidenziare il contrasto fra i due, sono molto diversi eppure due predestinati accomunati dall'affetto per Seb. Buona lettura! Baci Akane*

3. LE EMOZIONI DI MICK

sebmick

/Mick/

Non so nemmeno dire cosa significa per me lui, perciò non lo dirò. Non ci proverò nemmeno.
Mi godrò questa splendida serata di cui sarò grato a Lewis per tutta la vita, questa così come tutte le altre giornate che saranno da qui a domenica. 
Poi non avrà più importanza. 
Il prossimo anno forse non ci sarò nemmeno io in pista e la cosa non mi ha toccato come pensavo, come aveva paura Seb. 
Questo perché nemmeno lui ci sarà e quindi non mi dispiace non esserci, me ne sono reso conto stamattina, quando ho iniziato ufficialmente l’ultima settimana di Seb in F1 come pilota.
So che Lewis è convinto che Seb tornerà, così come Fernando. Mio padre stesso era tornato dopo l’addio, perciò è credibile che effettivamente lo farà anche lui, ma per il momento appenderà il casco al chiodo e non monterà più su una monoposto. 
Se lui non ci sarà in pista, forse è meglio non ci sia nemmeno io.
Avevo il terrore di correre in F1 e al tempo stesso ero eccitato ed entusiasta, ma mi sono buttato e non ho mai dato modo alla mia paura di farmi scappare. Perché avevo lui.
Seb al mio fianco è stato essenziale per questo grandissimo passo. 
Per me seguire le orme di mio padre è la cosa più importante della mia vita, è come dimostrare che sono figlio suo, che è lui mio padre, il pilota più forte di tutti i tempi. 
Non è solo questo. È anche per sentirlo più vicino nel posto e nel modo in cui darei tutto l’oro del mondo e ciò che ho di più caro, per averlo.  
Ma non sarà possibile, non sarà mai il padre pilota vincitore di 7 mondiali. 
Sarà sempre e solo mio padre, una persona normale, con più problemi degli altri a completare la sua giornata. 
Un padre che ha un coraggio ed un cuore enorme.
Lo stesso che c’è in Seb. 
Seb sta facendo quello che avrebbe fatto lui, me l’ha fatto sentire qua, in questi ultimi due anni. 
Era come se ci fosse. Per questo ci sono riuscito nonostante fosse stato molto difficile. 
Adesso senza di lui forse non riuscirei, non lo so.
Non ne ho idea. 
So che tornerò e forse sarà senza di lui, perché non è detto che Lewis abbia ragione. Ma non ha importanza il futuro.
Esiste solo il presente ed il domani. 
Il prossimo anno lui non ci sarà in pista e nemmeno io. Un giorno tornerò, lo so, e non deluderò quella parte di mio padre che sono sicuro c’è da qualche parte, quel pilota che ci teneva tanto che io prendessi le sue orme. 
Ma oggi va così. 
Oggi mi stringo accanto a Seb e sorrido luminoso, divertendomi con lui, per lui. 
Oggi è per Seb.

La serata è splendida e da subito Seb la imposta sulle risate e l’allegria, non che avevo dubbi.
Dopo un primo momento di lacrime e ringraziamenti si è rilassato ed è tornato il solito Seb allegro che ama fare festa. 
Ho aiutato Lewis per questa serata, soprattutto per far sì che non trapelasse nulla, visto che voleva fargli una sorpresa. 
Così sono stato impegnato per lui, mi ha anche chiesto di assicurarsi che lui e Seb fossero seduti insieme, non avrei mai permesso diversamente, ma penso che nessun altro l’avrebbe messo in dubbio. 
Dopo un primo momento emotivo, Seb tiene banco e con lui ci pensano anche Lewis e Fernando, i tre più vecchi qua dentro, con più esperienza in F1. Di cose da raccontare ne hanno, sono una più bella e divertente dell’altra, alcune cose sono utili ed interessanti, altre semplicemente ci fanno morire dal ridere. 
Anche Max, che si è sorprendentemente messo davanti a lui, cosa che non mi aspettavo perché non sembrava legato a Seb, ride un sacco ed interagisce attivamente.
Lo scopro letteralmente.
È una persona spiritosa e super divertente, sta a tutte le battute, ha presenza di spirito e finisce che ridiamo tutti un sacco. Non pensavo sarebbe potuto succedere perché ero emozionato e terrorizzato di non riuscire a reggere, ma sta andando bene. 
Molto bene. 
Finché poi Seb fa il suo bel discorso.
Lo sapevo l’avrebbe fatto. Non sapeva della cena, ma sapevo che avrebbe trovato un modo per farlo, credo ce lo aspettassimo tutti. 
Allora comincia a parlare col suo bel sorriso sulle labbra, gli occhi lucidi, l’aria serena ma al tempo stesso seria. 
Tutti si fanno zitti e lo ascoltiamo in religioso silenzio, come se non ci fosse un domani, come se fosse essenziale saperlo.
Ci sono persone discusse e discutibili, nessuno in ogni caso è totalmente a posto e pulito, nessuno può andare bene a tutti.
Eppure ogni tanto ne nasce uno. Uno che va bene a tutti, che piace a chiunque, con cui nessuno ha problemi, non seri, non a lungo. 
Lui è uno di questi.
Mentre parla, il nodo torna a salire.
L’avevo domato bene, pensavo d’aver superato lo scoglio, invece eccolo che torna. 
Colpa sua, ma lo sapevo. 
- Volevo innanzitutto ringraziavi. Non mi aspettavo questa cena, sebbene ci sperassi, lo ammetto. Più che altro perché conosco questo elemento che ho accanto. Perciò avevo preparato dei biglietti per ognuno di voi, scritti tutti a mano da me. Volevo darveli nell’occasione che speravo avremmo avuto, ma non pensavo sarebbe stato stasera. 
Conoscendo Lewis gli avrà detto che voleva fare una cenetta romantica loro due da soli o qualcosa del genere. 
Ridacchio e al tempo stesso lo guardo mentre fa un cenno a George che sguscia via e torna subito con un sacchetto di carta. Lo dà a Lewis che lo interrompe con una certa soddisfazione. 
- Vuoi dire questi? 
Seb lo guarda distratto, concentrato sul suo discorso, poi torna a fissarlo spalancando gli occhi sorpreso. 
- Oh Dio, sì, proprio quelli! - gli altri scoppiano a ridere e lui guarda il suo compagno che fa un gran sorriso. - Lewis come lo sapevi? - aggiunge poi prendendo il sacchetto e controllando dentro, ancora shoccato che avesse pensato proprio a tutto. 
- Li scrivi da settimane, potevo mai non essermene accorto? Ti conosco, sapevo che erano per i ragazzi. 
Lewis è tutto gongolante ed orgoglioso e fa bene, la faccia sorpresa di Seb che si rimira il suo ragazzo è qualcosa che non dimenticheremo.
Diciamo che non è di dominio pubblico che stanno insieme, ma qualcuno di fidato lo sa, gli altri l’avranno capito da soli se non sono idioti. 
Perciò ce la stiamo godendo, è una di quelle rare occasioni che rimarranno impresse nelle nostre memorie, che custodiremo gelosi. Siamo testimoni di qualcosa di leggendario ed irripetibile. 
Due miti della F1 che ci danno il loro lascito e che stanno insieme e non solo, che si vivono così apertamente e serenamente. 
Sotto il tavolo Seb corre a stringere la mano di Lewis, il tavolo non è grandissimo, perciò siccome siamo molti ci siamo dovuti stringere. Siamo praticamente tutti appiccicati e così io che sono alla destra di Seb, noto tutte le volte che le loro mani si prendono.
Sono la cosa più tenera che Dio ha creato. 
Dopo di questo Seb tira fuori i biglietti, mentre Lewis spiega che ha dovuto farsi aiutare da George per il trasporto dei biglietti senza che lui se ne accorgesse. 
Mi immagino la scena con Lewis che dà istruzioni precise al suo seguace numero uno, dicendogli che gli lascia la porta della loro camera aperta e di entrare appena loro escono e di sbrigarsi a recuperare il sacchetto e correre in ristorante prima di loro.
Immagino anche il giro lungo che avrà fatto con Seb prima di arrivare. 
Avrà guidato lui? So che Lewis di solito non guida, ma dovendo fare una sorpresa a Seb è probabile l’abbia fatto. 
Mi perdo in queste considerazioni mentre Lewis ringrazia George che tutto luminoso annuisce lieto d’essere stato suo complice e aver aiutato.
Tutti lo siamo quando diamo una mano a sti due ad essere così belli insieme. 
Ok adesso la smetto. 
- Volevo comunque ringraziarvi e ci tenevo a dire una cosa, in particolare ai giovani. 
Volge lo sguardo a Max davanti a lui, a me al suo fianco, ma anche a Charles, Pierre, Lando e poi in generale a tutti gli altri. 
- Nella storia i piloti si sono preoccupati solo di correre, io stesso per molti anni ho solo pensato a quello. Ma quando sono diventato padre ho capito che non siamo solo piloti, siamo anche persone. E abbiamo come tutti una grande responsabilità verso questo pianeta e le persone che lo abitano, persone a cui noi teniamo come le nostre famiglie, i bambini, chiunque amiamo. 
Sapevo che avrebbe detto questo. Ce l’aspettavamo, nell’ultimo anno lui è stato molto attivo sui problemi del pianeta, ha cercato di sensibilizzare e dare l’esempio il più possibile. Forse ha resistito tanto per questo. 
- Ma non siamo solo persone e piloti. Siamo personaggi visibili, abbiamo voce, molta più voce di chiunque altro. Per questo la nostra responsabilità è doppia. Se quel cameriere dice di risparmiare l’acqua perché siamo in emergenza, nessuno lo caga. Se lo diciamo noi, miliardi di persone ci sentono e magari ci seguiranno. 
Si fanno seri e l’ascoltano. Tutti hanno visto che nell’ultimo anno era più impegnato nelle campagne a favore della salvezza del pianeta, nessuno sarà sorpreso, ma oggi quel che dice è vangelo, perché è la sua serata. 
- So che a molti di voi non importa o non ci pensa, ma un giorno sarete padri e lo capirete. Cosa lasceremo ai nostri figli? Abbiamo un enorme potere nelle nostre mani e dobbiamo usarlo a fin di bene. Non dobbiamo dare retta a chi ci vuole tappare la bocca dicendo che noi siamo solo piloti e dobbiamo preoccuparci solo di correre. Noi siamo persone, siamo personaggi, abbiamo un cervello pensante ed voce bella forte, non dobbiamo avere paura di usarla. 
Mentre parla distribuisce i biglietti uno ad uno, conoscendolo saranno personalizzati. 
Quando li leggiamo, non ce n’è uno che non rimane colpito. 
Tutti sorridiamo, qualcuno ha gli occhi lucidi. Era un discorso da lui, ma quel che è veramente bello è ciò che è scritto qua. So che sarà significativo per molti di noi. 
Intravedo Charles che stringe gli occhi diverse volte e Pierre che gli prende la mano sotto il tavolo, o per lo meno suppongo faccia questo visto che non posso vederlo da qua. 
Io, leggendo le righe soprattutto quelle dove parla di mio padre, sollevo gli occhi al cielo, faccio finta di nulla, sorrido, lo ringrazio  con un abbraccio ed un bacio, poi quando lo vedo che torna a distrarsi e parlare come prima, alleggerendo e sdrammatizzando, sguscio via dal tavolo e mi precipito in bagno. 
Non voglio rovinargli la serata, non voglio farmi vedere che frigno, ma non ce la facevo a trattenermi oltre. 
Una volta dentro lascio andare le lacrime appoggiandomi ai lavandini, stringo i bordi in marmo nero e respiro profondamente. 
È qua che si apre la porta e mi viene un colpo, ma dura il tempo di notare gli occhi pieni di lacrime del proprietario. 
Charles mi ha raggiunto avendo la mia stessa idea. 
Ci guardiamo sorpresi di vederci, fissiamo le rispettive lacrime e senza dire nulla, scoppiamo a ridere allentando la tensione. 
Finalmente mi sento meglio, così ci sciacquiamo il viso senza dire nulla per i primi minuti, non serve. Anche se non me l’aspettavo da lui. 
- Vieni sabato? - chiedo senza bisogno di specificare nulla. 
Annuisce. 
Sorrido, alla fine ci tiene. 
- Volevo fare qualcosa per lui, non ho pensato a nulla... 
Non va nel dettaglio, non immagino come possa essere arrivato ad oggi senza aver pensato ad un regalo per lui visto che a quanto pare voleva farglielo. Anzi, avevo dato per scontato l’avesse fatto. 
Lo guardo sorpreso e lui capisce la mia perplessità. Charles si stringe nelle spalle asciugandosi il viso. 
- Non pensavo mi avrebbe colpito tanto il suo addio. Forse non volevo mi colpisse. 
In questa breve confessione capisco alla perfezione perché lo dice e cosa intende. 
Sembra chiuso in una sorta di fortezza inaccessibile, ma alla fine qualcuno la scalfisce, la superficie. 
Perché vuole stare solo? 
Poi penso a Pierre. 
Beh, non è solo. 
Comunque sia, qualunque siano i suoi fantasmi di cui non so molto, riuscirà sicuramente a superare le sue battaglie. 
Non so nulla di lui, ma so che è forte, è molto forte. 
- Avevo pensato di scrivergli qualcosa, ma mi ha preceduto, ovviamente... 
Charles ride stemperando ancora la tensione, io faccio altrettanto e prima di tornare di là dagli altri ci rifletto fissando i miei occhi azzurri nei suoi verdi, poi piego le labbra e pensando a Seb rispondo con semplicità:
- Conoscendolo per lui sarà sufficiente che tu ci sia. La tua presenza sarà per lui un bel regalo. 
Capirà così che alla fine ci teneva anche lui a Seb e sarà bellissimo. 
Con questo sembra stare meglio, sorride e annuisce. Dice un timido grazie prima di uscire, lo fa in francese senza pensarci, ma capisco lo stesso. Annuisco ed usciamo insieme. 
C’è chi dimostra apertamente ed in tutti i modi ciò che prova, quanto ci tiene a qualcuno, come me per esempio. 
Poi c’è chi lo cerca di nascondere a tutti i costi, ma che in realtà dentro di sé ha un’immensità di sentimenti. Come Charles. 
Spero di avere l’occasione di approfondire con lui, un giorno. 
Improvvisamente mi dispiace il prossimo anno non essere in F1.