*Abbiamo visto tutti i protagonisti della vita di Seb in quel momento preciso della sua vita, nel finale della sua carriera, ma dobbiamo ancora vedere lui, come sta, cosa pensa e cosa prova. Come si poteva immaginare, lui è sentimentale e quindi vive le cose con un enorme cuore, come ha sempre vissuto tutto. Ma mi è piaciuto tanto il modo in cui lui e Lewis hanno vissuto quell'ultima settimana, come a sottolineare in tutti i modi possibili quando Lewis fosse speciale per Seb e diverso da tutti gli altri, imparagonabile. Persino chi non segue lo slash ha notato quanto sono uniti e sono bellissimi. Ci sono ancora 2 capitoli alla fine, che pubblico uno a settimana. Buona lettura. Baci Akane*
4. IL LASCITO DI SEBASTIAN
Ho ancora in mente le parole di Lewis alla conferenza di oggi.
La mia ultima visto che sicuramente non arriverò fra le prima tre posizioni né sabato per le qualifiche, né domenica alla gara.
L’ultima della mia carriera.
Per me.
Non per Lewis e scommetto che è dello stesso parere anche Fernando, che oggi era con noi.
Beh lui ha senso che lo pensi perché è tornato dopo il suo ritiro, perciò è normale. In molti tornano, ma il fatto è che Lewis è convinto che io torni perché non può accettare che me ne vada ora senza di lui.
Avevamo detto che ce ne saremo andati insieme, cose che si dicono quando ci si innamora.
Ora lo amo ancora, ma ho altre esigenze che non sono meno importanti di quel che provo per lui e che mi spinge a fare certe promesse.
Per lui è un meccanismo di difesa, il prossimo anno correrà senza di me per la prima volta da chissà quanto.
È vero che lui è più grande di me ed ha iniziato prima, ma quando lui stava nel circuito, io ci bazzicavo comunque. O nelle categorie inferiori o come pilota di riserva o di test.
Perciò ero sempre un po’ nei dintorni.
Ripensare alla primissima volta che io l’ho mai incontrato in pista mi fa andare a quando eravamo piccoli, forse il 2003 o 4.
Massimo 2005.
Dal prossimo, 2023, io non ci sarò e lui sarà lì e starà male, ma sarà solo le prime volte, lo so.
Mi dispiace, ci ho provato e forse ha ragione, anzi sicuramente ha ragione.
Se fossi stato in una scuderia più competitiva che mi dava più soddisfazioni, sicuramente sarei rimasto ancora. Mi ha demotivato sia la Ferrari gli ultimi anni, che poi la Aston Martin.
Il gruppo tecnico e pratico è in gamba, sono ragazzi che si impegnano e molti hanno talento, ma in generale non basta, è un insieme insufficiente. Soprattutto hanno bisogno di un presidente che sappia come investire e di un capo che sappia manovrare il tutto.
Però lì non c’è nulla e ci ho provato, ho dato il mio contributo, pensavo che mi bastasse.
Quando erano arrivati terzi ho pensato che potesse essere la scelta giusta, poi è venuto fuori che era l’ennesima cazzata. Non che io ne fossi consapevole, per come si presentavano quando ho firmato, sembravano tutt’altro gruppo.
Comunque ormai le cose sono andate così, non ce la facevo più e dal momento in cui ho deciso di chiudere e l’ho detto a tutti, mi sono sentito finalmente meglio.
Le ultime settimane le ho trascorse pensando al modo migliore per salutare tutti, per concludere bene.
Io sto bene, davvero.
Sono un po’ triste, ma è normale.
È Lewis che mi preoccupa.
So che se non facesse così, crollerebbe.
È stato un anno orribile per lui perché la Mercedes non era competitiva ed aveva una macchina orribile, perciò in pista le cose andavano male, io ho annunciato il mio ritiro e così gli ho dato un altro colpo.
Ed ora se lui non credesse con questa certezza granitica che non sarà la mia ultima gara sul serio, non ce la farebbe mai.
Così glielo lascio dire con quel sorrisino sicuro di sé, da schiaffi.
- So che pensi di stare per fare la tua ultima gara... ma io so che non sarà così. Tornerai, vedrai. Fra un anno, magari due, ma tornerai.
L’ha sparato in conferenza, oggi. Mi ha fatto morire dal ridere, ma ricorderò per sempre quest’ultima press che ho fatto con loro.
Anche Fernando ultimamente mi si è avvicinato un sacco, non avrei mai immaginato.
Sa cosa sto vivendo, lo rivive di nuovo. Ci scherziamo entrambi su.
Un giorno lo ripeterà e non so come farà, per me è già dura una.
Anche ora, alla foto di gruppo, mi si mette vicino dietro e si mette a parlare e scherzare.
Davvero, io e Fernando non è che siamo mai stati amici, nemmeno rivali. Semplicemente eravamo colleghi.
Ma in questi giorni sembra il mio migliore amico, mi sta così vicino che spesso, quando non è Lewis a distrarmi, lo fa lui e mi sento meglio.
Sai, quei momenti in cui il magone sale e mi attanaglia.
Sto bene e sono sicuro della mia decisione, in questo momento lo sono.
Ma è tutto molto duro.
Questa serata mi ha aiutato enormemente.
Non osavo pensarla e progettarla, ma ho dato disposizione di organizzare una festa aperta a tutti quanti, alla fine della gara di domenica. Lì avrei cercato i piloti che riuscivo ad accalappiare, gli avrei fatto il mio discorsetto e gli avrei dato le mie lettere.
Però Lewis come sempre arriva prima di me a ciò che mi serve, lo sa anche senza che io glielo dica.
È grazie a questo che sto meglio.
Grazie a questa splendida serata, dove ho potuto trasmettere qualcosa che ci tenevo.
Non erano solo le parole che ho scritto nelle lettere. Per qualcuno quattro semplici righe, per qualcun altro qualcosa di più profondo e personale.
Avevo bisogno di lasciare qualcosa a tutti loro.
Avevo bisogno di lasciare qualcosa che li ispirasse.
Loro sono la nostra eredità, l’eredità di noi piloti.
Io, Lewis, Fernando abbiamo dato e dimostrato ciò che sapevamo, adesso siamo agli sgoccioli, loro continueranno fino a che non saranno soddisfatti, ma ora che ci sono so che oltre a prendere ciò che non vogliamo perderci, c’è qualcos’altro di cui abbiamo bisogno.
Qualcosa che vogliamo.
Vogliamo che i piloti che rimarranno dopo di noi raccolgano la nostra eredità e siano grandi come noi e migliori sia in pista che fuori.
Vogliamo continuare a correre tramite loro, vogliamo sognare da fuori. E solo se chi guida una monoposto ha passione, ambizione ma soprattutto amore per questo lavoro, allora noi potremo continuare a sognare.
A quel punto sarà come se non ce ne saremo mai andati.
Non è detto che chi è stato scelto al nostro posto sia il nostro legittimo erede.
George in Mercedes magari sarà il nuovo Lewis, ma magari no.
Magari lo sarà Charles, magari Max sarà il mio, magari chi lo sa, Mick sarà l’unico reale e legittimo erede di suo padre, anche se tutti hanno inizialmente pensato lo fossi io e poi è sembrato diventarlo Lewis. Ed in un certo senso lo è davvero.
A numeri Lewis l’ha anche superato.
Non puoi non pensare che non sia lui il vero erede di Michael Schumacher.
Eppure anche se ora come ora non sembrerebbe, io sono sicuro, io lo so che sarà Mick il vero erede di suo padre.
È questo che gli ho scritto, perché so che lui lo sogna con tutto sé stesso, ma non osa crederci realmente. Lui si dice soddisfatto anche solo di essere riuscito a correre in F1, sa che tornerà a correre e che questa separazione sarà solo momentanea. Ma non pensa che erediterà lui ciò che ha lasciato suo padre. Pensa che l’abbia raccolto Lewis, ed è vero.
Anche se è altrettanto vero che ognuno ha la sua eredità, ognuno è a sé stante e al tempo stesso raccogliamo l’eredità di qualcuno.
Io ho preso quel che Michael mi ha dato e l’ho trasmesso a mia volta a Mick perché lui non ha potuto farlo direttamente.
Ma oltre a quel che mi ha lasciato lui, gli ho dato il mio carico.
Mick un giorno esploderà, lo sappiamo tutti che succederà.
Così come Lewis. Lewis non ha forse raccolto l’eredità di nessuno, magari è stato ispirato da Niki o da Senna, in qualche modo. Magari ha raccolto da loro, qualcosa, ma poi è diventato Lewis Hamilton. Ha tirato fuori ciò che aveva lui di suo, di unico. Ed è diventato il pilota più forte della storia e so che vincerà l’ottavo mondiale, ed io sarò lì a festeggiarlo.
Ma è diventato Lewis Hamilton ed ispirerà qualcun altro, magari Charles. Oh, quanto mi ricorda Lewis, Charles.
Quel talento così puro, quella guida formidabile e pulita, quella mentalità vincente, totalmente concentrato su ciò che deve fare, quel carattere forte.
Lewis lo è diventato negli anni grazie a persone ed esperienze, ma Charles lo è già ora, così giovane, così forte e deciso, le idee chiare, una missione.
Charles raccoglierà qualcosa da Lewis, ne sono certo, anche se non hanno nulla a che fare uno con l’altro, e ci aggiungerà il suo e diventerà forse ancora più grande di Lewis.
Penso a queste cose mentre mi diverto coi ragazzi come non pensavo fosse possibile.
Una delle serate più belle della mia vita, non la dimenticherò mai.
Eravamo tutti uniti stasera, tutti amici come non lo siamo mai stati. Siamo stati tutti così bene.
Abbiamo fatto la storia, in qualche modo, in questa cena.
Classe 2022, l’ha chiamata qualcuno pubblicando la foto su Instagram.
Una classe di piloti più unita di quel che pensavamo tutti.
Quando chiedo a Lando il favore di farci una foto con la sua super macchina fotografica, solo a me e Lewis, lui accetta volentieri con un gran sorrisone.
Non ha importanza chi siamo e cosa sanno gli altri, né cosa penseranno vedendoci.
So benissimo che in questa settimana non riusciremo a controllare nulla, tanto meno a nasconderci. Ma non avrà importanza. Siamo arrivati a questo punto in cui non ha importanza ciò che penseranno di noi, perché tanto è evidente che ci vogliamo bene.
Il mondo non conterà, io e lui sappiamo, che pensino ciò che vogliono.
Io so quanto amo questo ragazzo.
Voglio che rimanga inciso da qualche parte, questo nostro legame.
Che si veda che lui per me è speciale.
Voglio che si veda che lo amo e che gli altri pensino ciò che vogliono, che vedano quel che vogliono.
Ma deve essere chiaro che nessuno nella mia vita è mai stato e mai sarà come lui.
Se io oggi sono in piedi e se lo sarò domenica sera, lo dovrò solo a lui. A questo ragazzo che mi ama al punto da avermi messo al primo posto, in una settimana molto dura per lui.
Lui è convinto che non sarà la mia ultima gara, ma sa che io invece ne sono sicuro e si comporta come se lo fosse. Ma non perché lo crede lui, bensì perché lo credo io.
Questo per me è amore.
Annullare sé stessi ed ogni granitica convinzione solo per amore di chi hai vicino, abbracciare e accettare la visione di chi ami, anche se non sei d’accordo.
Non riesco ad immaginare un amore più grande.
Lui è la mia roccia, lo è sempre stato. Sembra quello fragile, ma è quello più forte.
Quando è crollato alla fine dell’anno scorso, gli sono stato vicino, sono stato io la sua roccia e l’ho sostenuto anche per tutto l’anno, ho fatto per lui tutto quello che potevo. Non ho lasciato anche se avrei voluto. Sono rimasto solo per lui e per Mick.
È amore, no? Mi sono annullato totalmente per lui, per rimanergli vicino, perché sapevo quest’anno ne avrebbe avuto bisogno e ho resistito quanto potevo.
È amore.
Sento onestamente che non penso d’averlo mai amato di più.
- È stato perfetto. Non so come hai fatto a pensare a tutto e non dimenticare nulla. Persino i miei biglietti!
Ripenso al racconto di George e mi immagino la scena di lui stile ninja che si intrufola nella nostra camera per prendere la borsa di carta e poi corre per la città a raggiungere il ristorante prima di noi.
Lewis ride e mi rilasso sentendo il suono della sua risata particolare e contagiosa, poi intreccia la mano alla mia, quella posata sul cambio, e adagia la testa sulla mia spalla. Mi trasmette subito un enorme calore e mi rilassa.
- Hanno accettato tutti subito, era da anni che non si faceva una cena di piloti, non è mai facile, c’è sempre chi non vuole venire o che non è d’accordo su qualcosa oppure che ha impegni. Invece quando ho detto in Messico che volevo farla, hanno subito detto che sarebbero venuti, senza condizioni né nulla. È stato davvero bello. Una serata perfetta, non pensavo sarebbe stata così bella.
Stringo la presa nella sua mano, è bello vedere quanto tutti tengono a me, ma soprattutto quanto ci tiene lui.
- Non serviva pagassi tutto tu. La serata era per me, potevi lasciare fare a me!
Lewis alza la testa dalla mia spalla e mi guarda sorpreso come se bestemmiassi.
- Sei matto? Organizzo una cena in tuo onore e ti faccio pagare?
Finisce che rido, sapevo che avrebbe detto così.
- È stato un bel gesto comunque.
- Che ho pagato io o che ho organizzato la cena?
- Tutto. Che eri tu a fare ogni cosa. La serata è stata meravigliosa, ma è stato veramente fantastico che sei stato tu dietro ad ogni cosa ed hai anche pagato per tutti. Era una serata per me, l’hai voluta tu, hai pagato tu, hai organizzato tu. Per me. Questa cosa... non so, mi commuove!
La voce si fa sottile, sento il magone risalire di nuovo e prendo un respiro profondo, poi lui si protende tutto verso di me e mi bacia la guancia, mentre questa volta guido io al suo posto. Siamo tornati alla normalità, a me piace guidare, a lui no. Non macchine normali per le vie della città.
- Non avrei permesso a nessun altro di fare qualcosa per te al mio posto. Tu sei una mia competenza!
Conclude sdrammatizzando e lo apprezzo, rido stemperando la tensione, ride anche lui in quel suo modo contagioso che mi fa stare bene.
- Sono una competenza adesso?
Lewis annuisce tornando ad appoggiarsi alla mia spalla, le dita intrecciate alle mie mentre ogni tanto cambio la marcia e mi muovo pigramente per le vie della città. Quando vivi una serata così perfetta, non vorresti farla finire. Ma so che troveremo un modo degno, dopotutto.