*Ultimo capitolo, la fic finisce qua. Il POV è di Seb, la gara è andata e resta un ultimo splendido post corsa con la festa mega galattica voluta da Seb per salutare come si deve la F1. So che moltissimi gli hanno fatto omaggi, Ferrari, Red Bull, Aston Martin, ma anche piloti come Max con cui si è scambiato davvero il casco il sabato, Mick che ha fatto il proprio con la scritta 'grazie Seb', Lewis (non serve dirlo) la cena in suo onore, Charles che ha partecipato (come anche Mick) alla corsa a piedi in pista del sabato (la scena descritta con lui è successa davvero alla festa, ma non so ovviamente cosa si sono detti). Ha ricevuto molti omaggi e ringraziamenti ed è stato un finale meraviglioso. So che erano presenti anche Hannah ed il padre di Seb, ma io dovevo fare le cose sewis fino in fondo e non ho esitato. Ovviamente, la scena iniziale dove Seb abbraccia Lewis davanti a tutti (mentre agli altri stringe solo la mano) è vera. E niente, Buona ultima lettura. Baci Akane*
6. L’ULTIMA FESTA DI SEB
/Seb/
Quando me lo ritrovo davanti non capisco proprio più un cazzo.
Sto salutando tutti e sono già molto agitato, confuso ed in tilt.
Ho corso la mia ultima gara, è tutto finito e i piloti sono in due file parallele qua davanti; mentre passo in mezzo al corridoio che hanno creato per me, li saluto stringendo la mano a tutti, qualcuno mi riprende con videocamere ed i ragazzi mi applaudono.
Tuttavia finisce che non capisco più un cazzo quando vedo Lewis.
So solo che seguo il mio istinto e mentre mi dico ‘al diavolo chi se ne frega’, lo prendo, lo attiro a me e con una mano stretta alla sua, con l’altra lo stringo forte a me. Lo abbraccio e chiudo gli occhi catturando questo brevissimo e fugace istante, la sensazione che mi porterò nel cuore.
Ho corso l’ultima gara, è stata perfetta, l’ho portata a termine, non ho fatto incidenti, non sono uscito.
Perfino Fernando mi ha commosso quando all’inizio della gara mi ha detto che non dovevo preoccuparmi di lui, che non mi avrebbe attaccato al primo giro.
Mi ha protetto, ha fatto in modo che nessuno mi toccasse.
Alla fine ho fatto da solo le donut, i giri con la macchina di solito sono concessi solo ai primi tre classificati, che in questo caso erano anche i primi tre a passare il traguardo.
Max, Charles e Checo.
Ma oggi le ho fatte io.
Ero solo.
Quando è stato Fernando a chiudere, l’altra volta, eravamo io e Lewis a farle con lui e accompagnarlo in queste ciambelle di rito, ma oggi ero solo. Erano entrambi usciti prima della fine della gara.
Immagino quanto furioso fosse Lewis, lo conosco.
Sia per non aver finito l’ultima gara, sia per non aver fatto i cerchi con le auto con me, che ci teneva.
È riuscito a fare tutto quel che desiderava, purtroppo non ha potuto fare questi giri con me, ma non ha importanza. Ero solo, sì, ma lui c’era.
Ero confuso, nel pallone, non capivo un cazzo.
La testa euforica ed ero preso fra mille pianti, emozioni potenti e non ricordavo più nulla.
Non sapevo cosa dovevo fare né cosa stavo facendo.
Mi dicevano cosa fare e lo facevo.
Fino ad ora.
Adesso che ho visto Lewis davanti a me ad applaudirmi con gli altri, invece che limitarmi a stringergli la mano come ho fatto con tutti, ho stretto lui stesso.
Ed ecco che qua, proprio qua mi sono ripreso.
Proseguo col programma post ultima gara e per miracolo non dimentico nulla, saluto tutti, faccio tutte le interviste del caso, faccio piangere un bel po’ di gente, ricevo omaggi a destra e sinistra e dopo aver corso letteralmente per un sacco, finalmente mi ritrovo alla mia festa.
Quella che ho voluto alla fine della gara, aperta a chiunque, organizzata da me.
Una volta di più mi stupisco a vedere in quanti partecipano, persone che non pensavo fossero interessate a me.
I piloti ci sono praticamente tutti, ma ci sono anche molti altri membri e personaggi che ho piacere di vedere.
Ci sono anche mio padre ed Hanna, perciò non è che posso fare tutto ciò che voglio con Lewis, ma troverò il modo di ringraziarlo come si deve.
Come se non l’avessi già fatto abbastanza.
È che è la fine, no? Siamo arrivati qua, ormai.
Era l’ultima tappa del mio percorso finale.
Dopo di questo non c’è più nulla e lui è sempre stato con me ovunque.
Non riesco a pensare ad un momento migliore di questo per ringraziarlo, così inizio a girare per il Motorhome dell’Aston Martin che ospita la festa, ma visto che c’è troppa gente e non penso di averlo visto, mi riverso in strada e finisco addirittura nei garage. La festa è praticamente immensa, c’è gente ovunque, anche persone che non conosco, e c’è musica, alcool, cibo. Chiunque l’abbia realizzata per conto mio aveva previsto tutta questa folla e vedo dal piacevole caos che tutti si stanno divertendo.
Mano a mano che incontro gente, la saluto e la ringrazio, si complimentano con me.
Con qualcuno mi fermo di più e chiacchiero.
Con Max, con cui ieri ho scambiato il casco.
- Mi raccomando, non ammazzarti in pista, razza di incosciente!
Con Daniel accanto a lui.
- Vedi di non prenderti troppe vacanze, tu!
Daniel e Max scherzano con me un po’, mentre li vedo in pieno affiatamento e mi chiedo a che punto sia la loro relazione e con chi stia attualmente Max, visto che so passa da lui a Charles.
A proposito di lui, mi giro e lo cerco, contemporaneamente cerco anche Lewis che insiste nel non farsi vedere. Forse vuole evitare Hanna.
Giro e giro e finalmente trovo Charles a parlare con Mick.
Mick mi plana addosso abbracciandomi col suo tipico entusiasmo. Io e lui ci siamo già detti tutto quanto, non avrei nulla da aggiungere, ma lo faccio lo stesso. Oggi ho una parola per tutti.
- Tieniti allenato, che tornerai presto in pista. Ma tanto ci sentiamo.
Lo faremo, lo so. Non mi perderei nulla, di lui. Lui che ormai è come un figlio, per me.
- Sarebbe impossibile ignorarmi! Ma tu non hai niente da bere!
Così dicendo corre a prendermi cibo e bevande. Io rido e scuoto la testa, poi con sorpresa guardo Charles che parlava con lui, mi aspettavo di vederlo con Pierre.
Vorrei chiedergli come va con Max, ma penso di poterlo intuire da solo.
Ha uno sguardo strano, triste come sempre, ma c’è tanta carne sul fuoco.
Mi complimento per la seconda posizione al mondiale, evito con cura di chiedere come va con Max.
Non so se è la persona giusta per lui, alla fine.
Intravedo arrivare Pierre da lontano, così gli prendo la mano e gliela stringo forte.
- Grazie per essere venuto ieri.
- Volevo farti un regalo, ma alla fine non sapevo cosa. Non trovavo niente di adatto.
Leggo qualcosa dietro i suoi occhi apparentemente gentili e apparentemente felici.
La solita luce triste, ma questa sera lo è per troppe cose che non può e non vuole dirmi.
Forse, dopotutto, una primeggia su tutte.
- Il regalo migliore era essere venuto ieri alla corsa in mio onore. Mi ha fatto molto piacere, non me l’aspettavo.
Charles è sempre sembrato distante da tutti e mai legato realmente a nessuno, se non a Pierre. Eppure ieri c’era.
I suoi occhi brillano di emozione.
Ci teneva a me, alla fine.
È una persona piena di problemi emotivi, forte e fragile insieme.
Ma ha questo immenso dono. So che vincerà e realizzerà il mio sogno.
- Lo so, ma mi dispiace lo stesso, potevo trovare qualcosa...
Non riesce nemmeno a spiegare perché voleva farmi un regalo, né cosa intendeva dirmi con quel gesto mancato. Ma a me non importa del regalo.
Gli circondo le spalle col braccio e stringo con la mano, poi avvicino il viso al suo e sul suo orecchio, lui mi circonda la schiena di riflesso.
- L’unico regalo che voglio è che tu realizzi il mio sogno. - Lui si irrigidisce, poi aggiungo subito: - Fai vincere il mondiale alla rossa!
Ho sempre tifato Ferrari e continuerò sempre a farlo.
Si separa leggermente da me per guardarmi e mi sorride in un misto fra lo stupito e il triste, ma sorride malinconico, facendosi forza.
‘Ci tieni così tanto nonostante come ti hanno trattato gli ultimi tempi?’
Me lo chiede senza dirlo. Io annuisco sereno.
L’amore è l’amore.
Così annuisce e non aggiunge nulla, ci capiamo così.
- So che vincerai, è il tuo destino.
Aggiungo.
Così lo saluto e vado oltre. Anche lui lo farà, spero con Pierre, onestamente.
È più adatto a lui di Max, è troppo impegnativo.
Quando finalmente trovo Lewis, per poco non lo abbraccio e non gli infilo la lingua in bocca davanti a tutti, per fortuna evito e mi trattengo visto che, appunto, non è solo.
Ho perso mio padre ed Hanna all’inizio della festa, com’era normale.
Probabilmente a momenti mi cercano per dirmi che vanno, visto che sembra andare molto più per le lunghe di quello che pensavano. A questo punto io dirò che non posso abbandonare la mia festa, specie perché questa l’ho voluta io.
Così potrò finire la notte con l’amore della mia vita a bere come un disgraziato.
Intanto Mick mi ritrova e mi mette in mano un calice di champagne.
- Dovresti trovare del cibo. - fa lui mentre Lewis molla la gente con cui parlava e si unisce a me e Mick.
- Pensavo me l’avresti trovato tu! - rispondo io prontamente. Mick spalanca i suoi occhioni con aria mortificata.
- Non ho capito che volevi anche del cibo!
Ma io scoppio a ridere e con me anche Lewis che sa lo prendevo in giro, così anche lui si rilassa.
- Però dovresti farmi veramente un favore.
A questo lui si fa attento e mi guarda tutt’occhi.
- Tutto quello che vuoi.
Lo sapevo.
A questo punto mi avvicino e sussurro piano.
- Dovresti tenermi d’occhio i miei... appena vedi che si avvicinano a noi li distrai finché non finisco.
Lewis mi fissa con occhi spalancati, sorpreso che voglia farlo proprio qua ed ora.
Mick invece non capisce.
- Finito cosa?
Io allargo il mio sorriso da schiaffi, mentre Lewis si copre la faccia imbarazzato, scuotendo la testa.
- Seb, è piccolo! - mi sgrida. Alzo le spalle.
- Beh, guarda che sa come nascono i bambini, eh!
- Sì, peccato che noi non possiamo farne insieme!
- Oh, non ricordarmelo! Saresti una mamma fantastica!
- Ah, dovete appartarvi a farne una!
Per fortuna usa un gergo non troppo esplicito. E per fortuna non è imbarazzato, ride capendo cosa intendevamo, rido anche io, ma Lewis scuote ancora il capo.
- Sei un idiota. - mi sussurra sconsolato.
- Ma mi ami per questo.
- Andate pure, ci penso io! Sarete dentro, immagino? A meno che non volete fare scandalo...
Mick non finirà mai di stupirmi e mentre finisco di bere il calice e glielo lascio in mano, gli faccio l’occhiolino, lo ringrazio e mi prendo Lewis a braccetto trascinandolo dentro, dove la musica si fa ancora più forte.
- L’hai già rovinato! Diventerà un maniaco stupido come te!
- So che lo terrai d’occhio per me!
- Tanto lo farai tu perché tornerai presto! - ecco la sua litania preferita!
Ecco il mio Lewis! Ossessivo e testardo!
Rido trascinandolo su per le scale, verso la mia stanza personale, l’unico posto sicuro in questo momento.
Sicuro finché non mi ritroverò Hanna che pensa di poter venire nella mia stanza personale visto che è mia moglie.
Ma con quell’angelo custode là fuori, so che sarò al sicuro.
- Sicuro che sia una buona idea, ora? Non è una festa in tuo onore organizzata da te?
Nemmeno gli rispondo, gli chiudo la bocca mentre contemporaneamente gli tolgo la maglia. Il suo corpo sotto le mie dita mi trasmette una scarica meravigliosa, complice anche il bicchiere che ho bevuto a stomaco vuoto tutto d’un colpo.
La musica fuori, lo champagne, il caos, la fine di un campionato. Io e lui che ci spogliamo a vicenda in fretta e furia, come due adolescenti in calore, con le bocche che non si staccano uno dall’altro.
- Ti ricordi quante volte abbiamo festeggiato così dopo una gara vinta da uno di noi due e con l’altro nel podio?
Sussurro divorandogli il collo e scendendo giù sul suo corpo che non posso non amare oltre ogni limite.
Mi accompagna in ginocchio davanti a lui, la bocca sulla sua erezione.
- Ricordo tutte le volte che la tua bocca si è presa il suo premio personale... - risponde malizioso, io rido sulla sua pelle e lui sospira.
Sarà l’ultima volta in questi panni.
Lui non ci crede, io sì.
E comunque prima o poi succederà.
Finiremo con le gare e questo non succederà più sul serio.
Non ci saranno le mie mani che gli tolgono la sua tuta in fretta e furia, non ci saranno i nostri sapori di fatica e adrenalina.
Non ci sarà questo caos da fuori che rimbomba nelle camera in cui ci infiliamo.
Non ci sarà l’ansia dell’essere beccati.
E non ci sarà la fretta e l’eccitazione pazza del girarlo come ora e piegarlo in avanti.
Non sarà più così come ora, anche se so che sarà bello lo stesso, diverso.
Ma questa fretta, questa frenesia nel prenderlo e nell’entrargli dentro non ci sarà più.
Così lo faccio e me lo imprimo bene nella memoria, per non dimenticarlo mai più.
La cosa più bella che mi porto dalla mia carriera di F1, oltre ai mondiali e alle gare vinte?
Il mio premio e la mia vittoria più grande ed importante.
Lewis Hamilton.
Mentre affondo e lo faccio mio per l’ultima volta nei circuiti di F1 da pilota, il piacere mi invade come un’esplosione intensa.
Non sarà più così.
Mi salgono le lacrime mentre spingo aumentando la forza e l’intensità, stringo le mani nei suoi fianchi, lui appoggiato davanti a sé spinge e mi viene incontro, i gemiti riempiono la stanza sperando che fuori il casino sia abbastanza forte.
Non sarà più così.
È l’ultima volta in questo modo.
Piango e so che piange anche lui e questo è l’orgasmo più strano della nostra vita, che sicuramente non dimenticheremo.
Perché tutte le cose belle devono finire?
Ma forse non finiscono, mutano, cambiano, però non finiscono.
Non può finire questa con lui, no di sicuro.
Però è vero, non sarà più così.
Una volta che il piacere ci invade, lo stringo a me abbracciandolo forte da dietro. I nostri corpi premono uno sull’altro, le mie labbra sul suo orecchio, il fiatone, la confusine.
- Ti amo, ti amerò sempre. Grazie per tutto, Lewis. Ma in particolare per essere entrato nella mia vita ed averla migliorata. Sarai sempre la mia conquista più importante. Non lasciami mai, insisti sempre con me. La mia vita non sarebbe più la stessa.
Va bene, non me l’ero preparata, ma ammetto che mi è venuta molto bene.
Comunque Lewis si gira fra le mie braccia, mette le sue intorno al mio collo, affonda il viso e piange.
Piange tantissimo.
Piange così tanto che per essere uno convinto che non sarà la mia ultima gara, piange davvero un sacco.
Ma non faccio battute e non dico nulla.
Raccolgo le sue lacrime.
Quando sento che si calma e torna a respirare un po’ più calmo, riprendo a parlare:
- Farai così anche la prossima volta che mollerò?
A questo lui ride e si separa da me. Ha il viso impiastricciato di lacrime, ma è luminoso per il sorriso ed i suoi occhi sono carichi di lacrime e amore.
- Ci credi anche tu?
- Ovviamente no, ma conta che ci credi tu!
E così discutiamo ancora, fra un bacio e l’altro. Ridendo, ricomponendoci, e divertendoci insieme.
L’ultima gara, l’ultima festa.
Ma non l’ultimo bacio con lui.
FINE
Note Finali:
E così siamo alla fine, forse è l'ultima fic sewis, chi lo sa. La serie del 2022 si conclude qua, non so cosa scriverò su questi due, probabilmente li inserirò nelle nuove serie sulla F1 che ho in mente (non ho ancora iniziato, ma voglio scrivere o una long fic o una serie di fic, su Charles, Max, Daniel, Pierre e penso che spunterà ancge Mick perché mi ci sono affezionata, conoscendomi metterò come star ricorrenti Seb e Lewis), tuttavia se succederà qualcosa che li riguarda sicuramente scriverò ancora.
Tenete d'occhio la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst dove avverto sempre cosa scrivo, quando pubblico e dove. Lì parlo anche delle mie varie passioni, fra cui lo slash, le ship, anima, manga, sport, F1, calcio e di tutto un po'!
Ringrazio tantissimo chi mi ha seguito fino a qua, chi mi ha letto e chi ha commentato. Spero continuerete a farlo. I sewis sono sicuramente una di quelle ship che mi sono entrate nel cuore e saranno per sempre fra le mie preferite, in qualche modo sono convinta si amino davvero, è troppo palese.
Infine grazie di nuovo.
Baci Akane